Inventario
Logica – Economia – Impresa
Editore: Spirali 2007 - Pag. 320 - Euro 18,00

 

RACCONTO ECONOMIA e IMPRESA FILOSOFIA e METAFISICA MATEMATICA,
FISICA, LOGICA

36 capitoli che possono essere letti in qualsiasi ordine

Niente di speciale Un asino e un fagiano Arancia candita Chi ringraziare
Gaffe infinita Partita doppia Profumo e colore Improbabile sordità
Acqua corrente Analisi di bilancio Panini per Santiago Primo premio della lotteria
Impresa viva Sick Se la Terra girasse all’inverso Gioco della vita
Decime Impresa compra se stessa Topi d’azienda Stupidità
Sequenza infinita Aziende in vendita Impresa: numeri e immagine Controlli irrituali
Pesci a pallini Cosa compri di migliore La risposta del pulcino Millennium
Tutto in ordine Alterum non laedere Cerchio quadrato Fiat lux
Il disegno di Dio Colpo su colpo Non sappiamo Stelle brillarelle

Altri Racconti

Una storia sbagliata
(Racconto di fantascienza)
Diplomazia
(Di stato e quotidiana)
Libero Poeta o Servo Computer
(Determinismo e libero arbitrio)
Milano aprile 1945
(Racconto storico)
Stelle Marine
(Ovvero: il disegno di Dio)
Votazioni
(Paradossi elettorali)
Poesie dialettali
(In milanese)
C'era una volta in Africa
(Racconto storico)
  Decisioni! Decisioni!
(Come opera la mente) 
Incluso nel libro
Psycho
Poesia e metodo
(Meccanica poetica)
Cinque e mezzo
(Note autobiografiche infantili)
    Intrighi alla Locanda del Paciarott
(Microcommedia con spunti dialettali)
Racconti strani buffi faticosi
(Note autobiografiche professionali)
      Barni: quasi un secolo di ricordi. 
Il paese delle vacanze attraverso i ricordi 
di Sergio e di mamma Teresina
Incluso nel libro Psycho

 

IL LIBRO

L'inventario parte da un'esperienza specifica in materia di economia, finanza e impresa, e diventa racconto che dà a quei contenuti una prospettiva analitica, spesso umoristica, del tutto insolita.

Può capitare di leggere un cartello aziendale: "Questa è un'impresa senza scopo di lucro. Originariamente avrebbe voluto averlo, ma è così che sono andate le cose".
L'autore ci chiama a una miriade di constatazioni intelligenti: "
Alla festa patronale c'era un contadino famoso per i suoi salami squisiti a base di fagiano e asino. Affermava che la sua ricetta era: 50% fagiano e 50% asino; poi si è scoperto che nell'impasto degli insaccati metteva un asino e un fagiano!".
L'autore gioca e si diverte con il lettore, anche quando fa l'individuazione, ottenuta con l'astrolabio, delle "stelle brillarelle" che Roma mostra nella famosa canzone del Rugantino.

Nell'inventario figurano molti temi coinvolgenti, di logica, statistica, astronomia, fisica, matematica, e ciascuna volta gli argomenti, anche i più tradizionali, vengono presentati con sagacia in una versione personalissima, attraversati da una vena d'ironia, di disincanto, di arguzia che ne fa un libro intrigante, imprevedibile, divertente.

L'AUTORE

E' nato a Milano, dove vive. Dal 1983 al 2000, in qualità di socio di una primaria società internazionale di revisione contabile, ha ricoperto incarichi quali responsabile della formazione, responsabile degli aspetti tecnici della professione e direttore del settore Information Technology (informatica applicata alla revisione).

Ha una specifica esperienza di Revisione di Bilanci consolidati di gruppi di grandi dimensioni e di importanti società anche quotate sia nazionali sia multinazionali; ha esperienza di finanza, di valutazione di aziende, di organizzazione, di governance e di economia d'impresa.

È stato membro della Commissione per la Statuizione dei Principi di Revisione costituita dal Consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti e dal Consiglio Nazionale dei Ragionieri e Periti commerciali.
È stato presidente della Commissione "Revisione Contabile e Controllo Legale dei Conti" costituita dal Collegio dei Ragionieri e Periti Commerciali di Milano, e ne ha curato i corsi di formazione destinati ai professionisti.

È autore di articoli in materia di Revisione, di Valutazione di Aziende e di Economia d'impresa pubblicati sulla stampa di settore, e partecipa, in qualità di relatore, a convegni e corsi organizzati presso Università e Ordini Professionali.

(Recensione di Alessandra Tamburini)

I racconti o saggerelli o conversazioni, una trentina, che si svolgono in questo bel volume, danno notizia non di luoghi, e tanto meno di luoghi comuni, bensì di tempi. Anzitutto l’aurea brevitas: sono favole, parabole, similitudini, allegorie, figure, traslati, aforismi, motti, paradossi, intuizioni.
Non c’è altro luogo descritto se non il cielo, in uno dei racconti, quello che chiude il libro. Lo spunto è dato dalla vecchia canzone di Renato Rascel:

Roma nun fa' la stupida stasera
Damme 'na mano a faje di' de sì.
Sceji tutte le stelle
Più brillarelle che poi
E 'n friccico de Luna tutta pe' noi.

Le stelle brillarelle, localizzate con l’ausilio dell’astrolabio, e con la notizia che è quasi primavera, si trovano scritte sulla mappa del cielo (Sirio, a sud; leggermente verso ovest la costellazione di Orione; a est Procione; più a nord Castore e Polluce; e altre stelle di prima grandezza delle costellazioni del Toro e del Leone).
Nelle conversazioni, se non ci sono pause, se non ci sono luoghi oltre al cielo, c’è invece una tensione, c’è un ritmo, già nel taglio delle domande e delle risposte. Le domande non sono interrogazioni che esigano risposta, ma temi appuntati perché l’interlocutore abbia una direzione: tizio dice una cosa, caio si precipita da quella parte, poi tizio gli taglia la strada per dirottarlo altrove, caio obbedisce e tizio interviene di nuovo a dirottare, o a dirigere, via via in una scrittura felice.

Le conversazioni vertono su temi di un’attualità incalzante, quali il lavoro, il denaro, la ricchezza, le imprese, le imposte, le statistiche, l’istituto della conciliazione e dell’arbitrato.

L’identico lavoro può essere percepito diversamente da ciascun operaio: l’uno sa di dover faticare nel trasporto dei mattoni, l’altro sa di dovere portare a casa la paga, un terzo sa di lavorare per la costruzione di un arco del viadotto che si staglierà vertiginoso nel cielo.

Il denaro nasceva quando in economia faceva il suo ingresso la fiducia: i biglietti di banca altro non erano che la promessa di consegnare al loro possessore una quantità di oro (ben custodito nelle casse dello stato) equivalente al valore scritto sui biglietti in circolazione. Il passo decisivo verso la fiducia è stato lo sganciamento dall’oro, cioè l’abolizione della convertibilità.

La ricchezza incorporata nei beni reali è molto limitata, e si può constatarlo se si sommano tutti gli strumenti finanziari di un intero paese, o di tutti i paesi del mondo, previa eliminazione di crediti e debiti (comprese le azioni che sono crediti per gli azionisti e debiti per le imprese, compresi i Bot e i Cct che sono nelle tasche dei cittadini ma sono debiti dello stato e quindi dei cittadini).

La ricchezza reale non soltanto è molto più limitata di quanto appare, ma è sempre la stessa. I terreni, a parte piccole variazioni, non crescono né diminuiscono, così come non crescono né diminuiscono i soldi: si tratta solo di vedere in quali tasche vanno! Ma non si devono introdurre in economia elementi di giudizio morale: non ci sono spese viziose e spese virtuose, c’è soltanto il comandamento di consumare di più per produrre sempre di più e far circolare i quattrini

Come nasce un’impresa. In principio c’era un uomo che voleva fare qualcosa di rilevante, qualcosa che avesse rilievo. Si rendeva conto del fatto che da solo non sarebbe riuscito e che aveva bisogno di risorse. Si associò con altri uomini e decise di fondare un’impresa. Era diventato imprenditore.

Ma l’imprenditore si trova sotto il gravame delle imposte, e deplora: tante rivolte hanno fatto i privati per non versare l’odiosa decima, ci sono stati massacri, repressioni, rivoluzioni, ma i sacrifici sono stati vani se oggi ognuno deve versare non una decima ma ben sei decime!

Le statistiche offrono esempi di calcolo non soltanto distorto ma a volte anche truffaldino, come alla festa patronale di un paesotto dove viveva un contadino famoso non solo per i suoi salami squisiti a base di fagiano e asino ma anche perché affermava che la sua ricetta era: 50% fagiano e 50% asino; finché qualcuno non scoprì che il buon uomo metteva, in ogni impasto, un asino e un fagiano.

La mamma, che vede litigare i due figlioletti, chiede il motivo del litigio: ciascuno dei due vuole avere per sé l’unica arancia; Pierino ha sete e la sorellina vorrebbe fare i canditi di arancia. La mamma non taglia in due l’arancia come avrebbe proposto Salomone, ma dice a Pierino di farsi la spremuta e alla bambina consegna le bucce da cui trarre i canditi. Ha applicato una regola dell’istituto della conciliazione. E, anche qui, il totale vale più della somma delle parti.

Il ritmo si fa pacato quando i temi sono impegnativi, la revisione di un bilancio, la revisione di un passo del catechismo, la revisione di una teoria di fisica, la revisione di un’abitudine che è consigliato perdere: qui la sagacia lascia che trionfi la saggezza.

Molti autori si affacciano tra le righe del libro a dire la loro, Voltaire per esempio, quando afferma che l’arte della medicina consiste nel divertire il paziente mentre la natura cura la malattia. Anche Pascal, con la sua famosa scommessa sull’esistenza di Dio enunciata in uno dei Pensieri e che precorre la teoria dei giochi e l’analisi delle strategie: chi vincesse, dopo avere scommesso che Dio esiste, otterrebbe il paradiso al modico prezzo della rinuncia ai piaceri della vita terrena; se non vincesse, avrebbe sprecato la vita terrena in un’inutile rinuncia ai piaceri; sull’altro versante della scommessa, chi vincesse, dopo avere scommesso che Dio non esiste, potrebbe vantare il godimento dei piaceri della vita terrena, non essendoci premi nell’aldilà; se non vincesse, avrebbe perso il paradiso non avendo voluto credere in Dio né rinunciare ai piaceri della vita terrena.

Dal punto di vista matematico, annota l’autore, il ragionamento di Pascal non è ineccepibile: per valutare la convenienza della scommessa, avrebbe dovuto moltiplicare il guadagno o la perdita, connessi a ciascuna alternativa, per la rispettiva probabilità di accadimento. Anche in tal caso, se la probabilità dell’esistenza di Dio non è nulla, il risultato del ragionamento di Pascal non cambia, poiché un valore infinito moltiplicato per un numero, sia pure piccolo ma superiore a zero, dà comunque un valore infinito.

L’autore si spinge sempre fino a voler cancellare il dubbio, quindi il lettore non arranca, non annaspa, non brancola: è già trovato quello che occorre cercare.

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