Impresa: numeri e immagine
I venti e le onde sono
sempre dalla parte dei navigatori più abili.
Sono ormai molti anni che
l’istituto della revisione contabile dei bilanci ha effetti legali in Italia. A
partire dal 1975, anno in cui è stato istituito l’obbligo della certificazione
per le società quotate in Borsa, numerose leggi hanno gradualmente esteso tale
obbligo a categorie sempre più ampie di imprese e, praticamente, quasi tutte le
norme che modificano il diritto societario prevedono anche la revisione dei
bilanci.
La tendenza è destinata
necessariamente a continuare. L’Italia dovrà recepire completamente, nel
proprio ordinamento giuridico, le norme delle direttive europee in materia di
controllo legale dei conti che, così come sono attualmente formulate,
estenderebbero l’obbligo della revisione contabile letteralmente a decine di
migliaia di altre imprese, medie e piccole.
Attualmente
sono tante le imprese che fanno revisionare il proprio bilancio?
Sì, sono parecchie migliaia, quelle
di maggiori dimensioni.
Io,
da piccolo imprenditore, considero la revisione un ulteriore aggravio e, nel
migliore dei casi, una grossa seccatura.
Oggi anche numerosissime aziende di
dimensioni medie e piccole, non obbligate per legge, si rivolgono tuttavia alla
revisione.
Come
mai? Qual è la molla che spinge un’azienda a sottoporsi a profonde verifiche e,
in definitiva, a raccontare le proprie vicende, anche delicate, a operatori
esterni, sia pure vincolati dal segreto professionale?
Per capirlo occorre fermare
l’attenzione su due aspetti particolari, tra i tanti che possono motivare
un’azienda a questa scelta: la verifica interna e l’immagine.
Parlami
degli aspetti della verifica.
Le vicende economiche degli ultimi
anni hanno messo le imprese italiane a dura prova. Oggi qualsiasi imprenditore
è ormai convinto che la sopravvivenza della propria azienda è sempre più legata
alla capacità di decidere sulla base di informazioni affidabili e tempestive e
al concetto di efficienza aziendale, inteso in senso lato come controllo di
gestione, contenimento dei costi e pianificazione degli obiettivi.
Inoltre, non appena un’azienda
superi una certa dimensione, l’imprenditore avverte di dover contare anche su
un sistema di procedure aziendali affidabili. Vuole essere sicuro di rispettare
le sempre più numerose e complicate norme societarie e vuole sapersi difendere
dagli errori e dalle infedeltà dei dipendenti.
L’occhio esperto del revisore,
sottoponendo a verifica e a critica ogni area aziendale, condizione necessaria
per pervenire alla espressione di un giudizio sul bilancio, non tarda a
identificare aree di miglioramento nelle procedure aziendali.
Forte della propria esperienza
maturata nel corso di incarichi presso numerose società, il revisore non
esaurisce la sua opera in interventi puramente ispettivi ma collabora con
l’imprenditore formulando suggerimenti atti a migliorare concretamente la
gestione della società.
In breve tempo, attuando i
suggerimenti del revisore, l’imprenditore è normalmente in grado di ottenere un
sistema informativo aziendale affidabile, un sistema di procedure aziendali
atte a prevenire o scoprire con ragionevole sicurezza errori o frodi da parte
dei dipendenti e una ragionevole sicurezza sull’adempimento ai vari obblighi
societari.
Dalle
tue parole desumo che la revisione non è un onere ma un vero e proprio
investimento in sicurezza. E per quanto riguarda l’immagine aziendale?
Sono oramai definitivamente tramontati
i tempi dei bilanci ermetici e in carta bollata: le imprese hanno compreso che
il bilancio annuale, oltre a essere un adempimento legale e amministrativo,
può, e deve, essere un ottimo veicolo per diffondere l’immagine aziendale.
Si assiste quindi alla
pubblicazione, da parte delle maggiori società, di eleganti brochure in carta patinata, ricche di fotografie
ma, soprattutto, di dati e di informazioni societarie. In moltissime di queste
brochure spicca la riproduzione della
relazione del revisore contabile.
In questo caso il ruolo del
revisore è ancora più evidente. Infatti, oltre a rilasciare il certificato col
proprio giudizio sul bilancio e magari dare al piccolo-medio imprenditore la
legittima soddisfazione di vedere il proprio bilancio “firmato” dalle stesse
persone che hanno esaminato i bilanci dei colossi dell’economia, il revisore
può indirizzare l’imprenditore verso la preparazione di un bilancio redatto
secondo le più moderne tendenze in materia di informazione societaria.
Il bilancio, quindi, si trasforma in un
importante strumento promozionale diretto alla costruzione dell’immagine
aziendale.
Quando verranno pienamente attuate
in Italia le direttive comunitarie in materia, saranno coinvolte in questo
processo anche le imprese di dimensioni medie e piccole, le quali trarranno un
indubbio vantaggio dalla revisione del bilancio se sapranno accostarsi a questo
istituto tenendo nel giusto conto i benefici che se ne possono ricavare.
Certo, l’imprenditore abile riesce a
trasformare i cambiamenti in opportunità di miglioramento e di sviluppo. Però
deve superare l’esame dei revisori.
Certo, se un’area aziendale supera
“indenne” il profondo esame dei revisori, l’imprenditore può realmente
congratularsi con se stesso e sentirsi tranquillo. In caso contrario ¾ niente paura ¾ oltre a evidenziare il “buco” nella procedura il
revisore indica anche come rimediare.
Ma il revisore cosa fa, esattamente?
L’attività del revisore tesa alla
espressione di un giudizio professionale su un bilancio è molto complessa e
articolata in un grande numero di procedure di verifica*.
NOTA* Allo scopo di
rendere omogeneo l’operato di diversi revisori, queste procedure, che vanno
sotto il nome di Principi di revisione, sono dettagliatamente descritte e codificate
in una serie di documenti predisposti da una commissione paritetica costituita
dai Consigli nazionali dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri.
Alcune di queste procedure sono
pressoché inderogabili, nel senso che non può essere espresso un giudizio su un
bilancio se il revisore non è stato in grado di soddisfarle (riguardano
principalmente il conteggio delle giacenze di cassa, la presenziazione alle
operazioni di inventario delle rimanenze di magazzino, la conferma diretta dei
crediti verso clienti e la conferma scritta dei rapporti intrattenuti con
banche, legali e consulenti dell’azienda revisionata).
Cosa fa il revisore per la sicurezza
dell’imprenditore?
Ti faccio un esempio: nel
controllare l’area vendite/clienti il revisore non si limita a esaminare
fatture e chiedere conferma ai clienti del loro debito, ma, normalmente, prende
in considerazione anche altri aspetti quali: lo scarico del magazzino; la
corretta applicazione di prezzi e sconti; le procedure e la documentazione
relative al ricevimento degli ordini; le procedure e la documentazione relative
alla consegna dei prodotti; le procedure di sollecito e di incasso dei crediti;
i vari aspetti connessi alla contabilità e all’Iva.
E per l’immagine aziendale?
Esprimere un giudizio su un
bilancio significa attestarne la rispondenza ai cosiddetti “corretti principi
contabili”, alle norme, cioè, che riguardano la forma e il contenuto del
bilancio. Di norme in materia ne esistono molte e persino contrastanti fra loro:
il Codice Civile, i documenti predisposti dai Consigli nazionali dei Dottori
Commercialisti e dei Ragionieri, senza contare la vasta dottrina e
giurisprudenza accumulata nel corso degli anni. Occorre infine fare i conti con
le norme fiscali che spesso, a causa delle diverse finalità, contrastano con
quelle già menzionate.
Per avere un quadro completo delle
difficoltà connesse alla preparazione di un buon bilancio, aggiungi l’attuale
tendenza a utilizzare come un veicolo promozionale le informazioni che l’impresa
è comunque tenuta a pubblicare. Anche in questo caso, il revisore è di grande
aiuto. Infatti, deve tenere conto necessariamente di tutte le norme che
regolano la redazione del bilancio e, in virtù dell’esperienza acquisita, è in
grado di fornire suggerimenti anche in materia di presentazione delle
informazioni che costituiscono il bilancio stesso, sempre esercitando un
giudizio estremamente indipendente. E comunque nel rispetto dell’autonomia
aziendale.
Certo, una casa editrice ha esigenze
diverse da un’azienda tessile o da un’impresa di pompe funebri!
Come le guerre sono
troppo importanti per essere
lasciate ai generali,
così l’economia è
troppo importante per essere
lasciata agli economisti
e agli esperti.