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Gaio Ottaviano AUGUSTO (27 a.C. - 16 d.C.).
Figlio adottivo di Caio Giulio Cesare che lo nomina suo erede.
Dopo l'assassinio di Giulio Cesare, il Senato lo contrappone a Marco Antonio e M. Emilio Lepido.
Giunge al potere combattendo le seguenti guerre:
Guerra di Modena (43 a.C.).
Marco Antonio si fa assegnare dai comizi il governo della Gallia Cisalpina per 6 anni ed il
senato gli dichiara guerra. Ottaviano, propretore, dopo la sconfitta di Antonio a Modena
si accorda con lui e con Lepido, governatore della Transalpina (27 XI 43).
I tre triunviri marciano su Roma ed ottengono il riconoscimento del loro potere (27 XI).
Guerra di Filippi (43-42 a.C.).
I congiurati dell'assassino di Cesare sono condannati all'esilio, sono compilate le liste di
prescrizione che comprendono 300 senatori (tra i quali Cicerone, giustiziato il 7 XII) e 2.000
equites.
Bruto e Cassio hanno frattanto raccolto in Oriente 19 legioni ma sono sconfitti dai triunviri
Antonio ed Ottaviano a Filippi, in Macedonia, una delle più grandi battaglie
dell'antichità (XI 42 a.C.), e si tolgono la vita. Durante la battaglia Ottaviano
promette a Marte Ultore un tempio, che fa poi erigere nel foro.
Guerra di Perugia (41-40 a.C.).
Mentre Antonio rioccupa l'Oriente, Ottaviano effettua le riforme in Italia ma deve affrontare
la rivolta di L. Antonio e Fulvia, rispettivamente fratello e moglie del Triunviro (XII 41
a.C.). I ribelli prendono Roma ma devono abbandonarla, sono assediati a Perugia da M. Vipsanio
Agrippa e costretti alla resa (III 40 a.C.). La città è saccheggiata.
Antonio soccorre i familiari e sbarca a Brindisi, dove raggiunge un accordo con Ottaviano
siglato dal matrimonio di Antonio con Ottavia, figlia di Ottaviano (autunno 40).
Contro i Parti (39-38 a.C.).
Pacoro, figlio del re dei re, è cacciato dalla Siria, sconfitto e ucciso a Ginaros (9 VI
38 a.C.) da P. Ventidio Basso, legato del triunviro Antonio.
Contro Sesto Pompeo (38-35 a.C.).
Figlio di Pompeo "Magno", sfuggito a Munda da Giulio Cesare, occupa la Sicilia, la Sardegna e
la Corsica compiendo scorrerie con la sua flotta.
La Sicilia è invasa dai triunviri Ottaviano e Lepido, duramente contrastati da Sesto
Pompeo che è infine sconfitto a Naucolo (a nord della Sicilia) da M. Vipsanio Agrippa,
fugge in Asia ma è catturato da un legato di Antonio e giustiziato a Mileto (35 a.C.).
Contro i Parti (36 a.C.).
Il triunviro Antonio, alleato a Cleopatra regina d'Egitto (e sua amante) invade la Media ma
fallisce l'assedio di Fraaspa (VIII 26 a.C.), è abbandonato dagli Armeni e nella ritirata
subisce la guerriglia dei Parti che gli causano enormi perdite.
Contro Lepido (35 a.C.).
Il triunviro Lepido ha unito alle sue 12 legioni le 8 tolte a Pompeo e si ribella ma è
abbandonato dalle truppe, si sottomette ad Ottaviano e si ritira a Circei, presso Napoli, dove
muore (III 12 a.C.).
Contro i Pannoni (35-34 a.C.).
Il triunviro Ottaviano respinge i Pannoni e giunge a Siscia (odierna Siszeg).
Contro l'Armenia (34 a.C.).
Il triunviro Antonio occupa l'Armenia che diviene provincia romana.
Contro Antonio e Cleopatra (32-30 a.C.).
Tra i due triunviri rimasti, Ottaviano ed Antonio, inizia una campagna denigratoria che precede
la guerra aperta.
Antonio e Cleopatra giungono in Grecia ma sono sconfitti nella grande battaglia navale di Azio
(2 IX 31) ed inseguiti in Egitto dove si suicidano (1 VIII 30 a.C.). I rostri della flotta
avvessaria sono portati sulla tribuna pubblica nel Foro. L'Egitto è annesso
all'Impero Romano e, per la prima volta, invece che diventare provincia è governato da un
prefectus scelto tra gli equites. Due oblischi sono portati nel Circo
Massimo (sono oggi in piazza del Popolo e piazzetta Montecitorio).
Ottaviano assume il prenome "Imperator" (40 a.C.), riceve dal senato i titoli "Augustus" (27 a.C.), "Pater Patria" (5 II 2 d.C.) ed effettua le seguenti riforme:
L'amministrazione:
Divide le province in Imperiali e Senatorie (27 a.C.). Le prime, più turbolente, hanno
gli acquartieramenti dell'esercito occupate militarmente e sono governate da suoi legati, scelti
tra gli equites con stipendio e senza limite temporale. Le Senatorie sono amministrate
dai magistrati del Senato, il cui operato è poi controllato da Ottaviano per concessione
del Senato (23 a.C.).
Roma è divisa in 14 regioni e l'Italia in 11 regioni.
Inoltre ordina la stesura di un bilancio, l'inventario dei beni statali (terre, miniere,
foreste) e crea un consilium principis.
I costumi:
Caccia dal Senato 400 senatori indegni, emette leggi che limitano il lusso e favoriscono la
carriera politica a chi è sposato ed ha più figli (18 a.C.), misure che si
prefiggono di migliorare la classe politica romana, ma che divengono mezzi di esclusione
politica, saranno abolite da Costantino I.
L'esercito:
E' diviso in truppe pretoriane, urbane, legionarie ed auxilia.
Le 9 coorti pretorie (9.000 uomini), guidate da due prefetti del pretorio, sono truppe scelte a disposizione dell'Imperatore, arruolate in Lazio, Umbria o Etruria (le regioni più romanizzate), prestano servizio per 12 anni (Augusto dispone anche di una guardia personale di 1.000 Germani).
Le 4 coorti urbane (4.000 uomini) garantiscono l'ordine in città sotto il comando di un Praefectus Urbi, prestano servizio come i precedenti ma con paga più bassa (non sono un corpo militare).
Le 28 legioni, ciascuna di 5.500 fanti e 120 cavalieri (160.000 uomini in tutto), sono agli
ordini di legati imperiali e sono formate da volontari italici o provinciali con cittadinanza
romana. Prestano servizio per 16 anni con paga più bassa dei precedenti e ricevono al
congedo un premio in denaro (non più in terre). Ogni legione è fornita di numero,
di nome e di campo permanente (dapprima in legno, poi in pietra).
Sono stanziate 3 in Hispania, 8 sul Reno, 7 sul Danubio, 4 in Siria, 2 in Egitto ed una in Africa.
Gli auxilia sono truppe di presidio e di complemento alla fanteria pesante legionaria.
Sono arruolate tra i provinciali che prestano servizio per 25 anni ed al congedo ricevono la
cittadinanza romana. Sono organizzate in cohortes di 480 fanti medi, leggeri o tiratori
(6 centurie), alae di 480 cavalieri (16 turmae) e cohortes equitate (di
qualità inferiore) di 480 fanti e 120 cavalieri (6 centurie e 4 turmae). Ogni
unità è guidata da un equites.
Il totale degli effettivi è ipotizzato pari a quello dei legionari.
La flotta:
Per garantire i rifornimenti di grano in Italia e la sicurezza contro i pirati, Augusto crea una
flotta permanente, guidata da un praefectus classis, di stanza a Miseno (presso Napoli),
Ravenna ed Alessandria d'Egitto ed equipaggiata con provinciali, italici proletari e
schiavi.
Altre flottiglie si trovano sul Reno, Danubio e Tevere, poi anche in Siria e sul Mar Nero
(per 200 anni non si avranno grossi scontri navali).
L'Impero combatte le seguenti guerre:
Contro Asturi e Cantabri (26-25 a.C.).
Augusto inizia la repressione degli Asturi ed dei Cantabri, sottomessi dai suoi legati dopo dura
resistenza. Tutta la Spagna è occupata e sono create le province Hispania
Terraconenses e Galizia (con le miniere d'oro).
Una ribellione dei Celtiberi è repressa da M. Vipsanio Agrippa (19 a.C.) che lo stesso anno è
associato al governo da Ottaviano.
La vittoria è celebrata con l'erezione nel Campo Marzia di Roma dell'Ara Pacis Augustea (L'Altare
della Pace di Augusto, tuttora conservato), presso il quale Agrippa fa costruire le Terme, il Panteòn (ricostruito
all'epoca di Adriano), un portico di 100 colonne e l'Aqua Virgo (che oggi alimenta la fontana di Trevi e le fontane
di piazza di Spagna, piazza del Popolo e piazza Navona).
Contro i Salassi (25 a.C.).
Il legato Terenzio Varrone sottomette i Salassi in Val d'Aosta e fonda Augusta Preaetoria
(odierna Aosta), con un arco trionfale (esistente).
Contro gli Etiopi (26 a.C. e 23-22 a.C.).
Cornelio Gallo prefetto d'Egitto (e poeta) guida una spedizione contro gli Etiopi (26 a.C.) e
una in cerca dell'Arabia Felix (Yemen) perdendo numerose truppe (Romani, Ebrei e Nabatei) a
causa della fame e delle malattie (23 a.C.).
Gli Etiopi guidati da Candace avanzano contro Elefantina ma sono respinti da Caio Petronio
prefetto d'Egitto che saccheggia Napata (22 a.C.), capitale del regno governato dai discendenti
della XXV dinastia egiziana (Etiope).
Contro l'Armenia e la Partia (20 a.C.).
Tigrane re d'Armenia è riportato sul trono da Tiberio (figliastro di Ottaviano Augusto) ed anche
la Media Atropatene affida a Roma la soluzione della successione al trono.
I Parti aprono trattative, ottengono la liberazione del figlio del re dei re Fraate IV
prigioniero a Roma, rendono i prigionieri e le insegne tolte a Crasso a Charre e a Marco
Antonio, evento celebrato nei bassorilievi del Foro di Augusto (19 a.C.).
Dopo la morte di Tigrane l'Armenia diviene provincia romana (1 d.C.).
Contro i Reti e Pannoni (16-9 a.C.).
Le popolazioni alpine, dell'Illiria e della Tracia insorgono.
Tiberio e suo fratello Druso (preferito da Augusto)
sottomettono i Reti, giungono al Danubio e permettono l'istituzione delle province di
Rezia (l'odierna Svizzera) e Norico (odierna Austria, 16 a.C).
L'abile generale M. Vipsanio Agrippa reprime la ribellione dei Daci ma al ritorno
muore (III 12 a.C.).
Tiberio combatte coi Pannoni ed è creata la provincia di Pannonia (9 a.C.).
Contro i Germani (12 a.C. - 6 d.C.).
Druso combatte i Germani ma muore cadendo da cavallo (9 a.C.) ed è quindi detto
"Germanico". La lotta è continuata da Tiberio, che prolunga la ferma a 20 anni per i
legionari, a 14 per i pretoriani e porta le legioni da 23 a 25.
Tiberio sottomette i Germani (8 a.C.), giunge all'Elba ed ottiene il trionfo a Roma, ma
il malgoverno di P. Quintilio Varo causa la rivolta dei Germani guidati dall'abile Arminio
(Hermann) principe dei Cherusci, che sconfigge disastrosamente tre legioni nella Selva
di Teutoburgo (9 d.C.). Le legioni XVII, XVIII e XIX non saranno più ricostruite.
Tiberio e suo nipote Germanico (figlio di Druso) nonostante alcuni successi sono
costretti a ritirarsi oltre il Reno (6 d.C.) per la rivolta in Illiria.
Contro gli Illiri (6-8 d.C.).
Tiberio e Druso reprimono la grave rivolta degli Illiri in Dalmazia e dei Pannoni.
Sono impiegate 10 legioni (VIII Augusta, IX Hispana, XI Claudia, XIV Gemina, XV Apollinaris,
XX Valeria Victrix), 70 cohortes e 10 alae di auxilia, cavalieri inviati
da Roemealce re di Tracia ed altre truppe irregolari per un totale di 100.000 uomini.
A Roma l'Imperatore fa ultimare una quarantina di edifici pubblici iniziati da Giulio
Cesare. Fa inoltre costruire 7 statones vigilum (per i vigili del fuoco), un tempio
ad Apollo (resta solo la statua del dio, in Vaticano). Sul Palatino il proprio palazzo
(rimangono pochi ruderi) e quello della seconda moglie Lidia (rimangono ruderi imponenti).
Nel Foro erige il tempio a Cesare deificato (29 a.C.), riedifica la Basilica Giulia
(distrutta da un incendio ai funerali di Cesare), il tempio della Concordia (9 a.C.) e la
Basilica Emilia. Edifica un nuovo Foro, chiamato Augusteo, con le statue dei principali
capitani della storia romana ed il tempio a Marte Ultore (restano alcune colossali
colonne). Riedifica in pietra il Circo Massimo. Fa inoltre costruire il palazzo alla
sorella Ottavia (oggi è la chiesa di Sant'Angelo in Peschiera) ed il proprio
Maueoleo (dove sono sepolti tutti i suoi successori fino a
Nerva). Gli è attribuito il detto di aver trovato una città di mattoni ed
averla lasciata di marmo.
Durante il suo governo sono inoltre edificati il suntuoso teatro di Marcello capace di
ospitare 13.500 spettatori (trasformato
in fortezza nel medioevo), i giardini sull'Esquilino da parte di Mecenate, ed il celebre
tempio a tutte le divinità (Pantheon) da parte di Agrippa (poi distrutto,
ricostruito sotto l'imperatore Adriano).
Ottaviano muore settantaseienne a Nola (19 VIII 16 d.C.).
Durante il 14° anno del suo regno in Palestina nasce Gesù.
TIBERIO (14-37).
Figliastro del precedente, percorre la carriera delle armi.
Augusto, sebbene malvolentieri, lo adotta, lo designa suo erede (26 VI 4 d.C.), lo fa investire
dai comizi della tribunicia podestas, purché adotti il nipote Germanico (figlio di
Druso) ed infine lo associa al trono (13 d.C.). Dopo la morte di Augusto riceve dal senato
l'imperium proconsolare (VIII 14 d.C.).
Durante il governo di Tiberio l'Impero combatte le seguenti guerre:
Contro Tecfarinas (14-24 d.C.).
Tecfarinas si ribella in Mauretania ma è sconfitto. Alla campagna ha preso parte la III
Augusta e (dal 20 d.C.) la IX Hispana (dalla Pannonia).
Contro Arminio (14-16 d.C.).
Germanico, nipote di Tiberio, continua la guerra in Germania con le legioni I Germanica (creata
appositamente), II Augusta, V Alauda, XX Valeria Victrix, XXI Rapax, e sconfigge Arminio ad
Idistavisio (16 d.C.), ma riceve l'ordine di ritirarsi nuovamente al Reno.
Germanico celebra il Trionfo a Roma ed erige un arco di trionfo nel Foro (17 d.C.), ma la Germania non
sarà mai riassoggettata all'Impero.
Contro i Parti (17-18 d.C.).
Germanico conquista il trono d'Armenia per Zenone (che cambia nome in Artaxia), riduce a
provincia la Cappadocia tolta al re Archelao, accusato di aiutare i Parti, ed annette la
Commagene alla Siria dopo la morte senza eredi di Antioco III.
Raggiunta la pace con il re dei re Artabano, Germanico visita l'Egitto ma muore, appena
trentaquattrenne, ad Antiochia (12 X 19 d.C.).
Contro i Sacroviro e Floro (21 d.C.).
I nobili gallici Giulio Sacroviro e Giulio Floro si ribellano ma sono sconfitti ad
Augustodunum. Alla campagna hanno preso parte le legioni II Augusta, V Alaudae, XXI Rapax,
XX Valeria Victrix ed una vexillatione della XIV Gemina.
La vittoria è celebrata con l'erezione di un arco di trionfo ad Aurasio (odierna Orange).
Tiberio fa erigere il tempio ad Augusto deificato, la domus tiberiana (entrambi sul colle Palatino)
ed i castra pretoria presso l'Esquilino (alloggi per i pretoriani), riedifica il
tempio di Castore e Pollice nel Foro (restano tre monumentali colonne corinzie),
regola l'economia e limita gli eccessi nelle province, attirandosi l'odio della classe
senatoria.
L'imperatore si ritira a Capri lasciando il governo all'unico prefetto del pretorio L. Elio Seinano (27 d.C.)
ma questo fa uccidere Druso e confina Agripina (moglie di Germanico) con i figli. Accusato di tramare
contro l'Imperatore, Seinano è giustiziato (18 X 31 d.C.), seguito dai suoi sostenitori.
Dell'epoca ricordiamo anche il celebre gastronomo Apicius, già con Augusto.
Tiberio muore a Miseno (16 III 37).
Gaio Cesare "CALIGOLA" (37-41).
Figlio di Germanico e Agrippina, è soprannominato "Caligola" dai soldati perché
indossa le caligae, i calzari militari.
E' acclamato imperatore dai pretoriani appena ventiquattrenne, e governa come un sovrano
orientale. Sposa sua sorella Drosilla (come i Tolomei), introduce il culto di Iside a
Roma, erige in campo marzio il tempio di Iside e Serapide e trasferisce a Roma l'obelisco
di Heliopolis (25,35 metri; solo quello del Circus Maximo, ora in Laterano, è
più alto), dileggia le usanze romane facendo nominare senatore e sacerdote il suo
cavallo preferito e celebrando trionfi per vittorie immaginarie.
Ultima il palazzo inziato dal predecessore e fa realizzare un nuovo aquedotto (37-44 d.C.)
con il monumentale arco dell'odierna Porta Maggiore.
Fa giustiziare sudditi innocenti per confiscarne le ricchezze, effettua una campagna in Germania
e Britannia senza ottenere alcun risultato (39-40 d.C.), depone e giustizia Tolomeo re di
Mauretania (40 d.C.) ed è infine assassinato dal tribuno Chereas (24 I 41) appoggiato
dagli ufficiali dei pretoriani, ai quali ha abbassato il soldo.
Tiberio CLAUDIO I Germanico (41-54).
Fratello di Germanico.
All'assassinio del nipote Caligola ha 50 anni, si nasconde, viene invece acclamato imperatore
dai pretoriani (25 I 41) che ricompensa con cinque anni di soldo (circa 15.000 sesterzi ognuno)
e che eleva a 9 coorti, poi a 12 coorti (47 d.C.). Inoltre pur lasciando il divieto di sposarsi
a legionari e pretoriani, concede loro il riconoscimento dei figli illegittimi che ottengono
quindi la cittadinanza romana.
Assume nome "Cesare Augusto Germanico" e combatte le seguenti guerre, prevalentemente offensive:
Contro i Mauri (40-42 d.C.).
Svetonio Paolino e Cn. Osidio Geta con la III Augusta occupano la Mauretania e sono istituite le
province Tingitana e Cesariense (42 d.C.).
Contro Scriboniano (42 d.C.).
Arunzio Furio Camillo Scriboniano legato della Dalmazia si ribella appoggiato da numerosi
senatori ma è abbandonato 5 giorni dopo dalle legioni VII Macedonica (il cui nome e
cambiato in Claudia) e XI (che riceve l'appellativo Claudia Pia Fedelis). Segue una sanguinosa repressione.
Contro i principati Orientali (43-46 d.C.).
Annette la Licia (provincia dal 43 d.C.), parte della Giudea (annessa alla Siria nel 44), e la
Tracia (invasa dalla IV Macedonica nel 46 d.C. ed eretta a provincia).
Contro i Britanni (43-47 d.C.).
Aulo Plauzio sbarca in Britannia con le legioni II Augusta, XIV Gemina, XX Valeria Victrix,
IX Hispana ed una vexillatio della VIII Augusta nonostante la resistenza giunge al
Tamigi (43-47 d.C).
Lo stesso Claudio è presente in Britannia per 16 giorni, riporta una vittoria presso
Camulodunum e riceve il soprannome di "Britannico", assegnato anche a suo figlio Tiberio
Claudio (che ha appena un anno).
Le quattro legioni restano in Britannia e occupano il Galles (50-51), duramente contrastati
dall'eroico Caractacus re dei Siluri che sconfigge la II Augusta (51).
Contro i Frisoni (47-48 d.C.).
La Frisia (odierna Olanda) è annessa all'impero.
Contro i Siraci (47-49 d.C.).
Il governatore del Ponto porta Cotis sul trono del Bosforo Cimerrio (attuale Crimea) togliendolo
al fratello Mitridate. Questo vi ritorna con l'aiuto dei Siraci ma i Romani
invadono il loro paese (49 d.C.), ne ottengono la sottomissione e garantiscono così
il Bosforo Cimerrio a Cotis.
Contro i Catti (50 d.C.).
L. Pomponio Secondo sconfigge il popolo germanico dei Catti, il più turbolento tra quelli germanici.
Il governo è svolto da liberti ed è in realtà in mano alla moglie Messalina,
che Claudio ripudia e fa uccidere (48), sposa poi l'amante Agrippina Minore
(figlia di Gemanico) che è la prima donna a fondare una colonia (Colonia Agrippina,
l'attuale Colonia), ed è ingiustamente sospettata come causa della sua morte
(13 X 54 d.C.).
Claudio lascia alcune sue opere storiche sugli Etruschi ed i Cartaginesi, l'ampliamento del
porto di Ostia e presso Roma i resti del'Aqua Claudia; il più grande
acquedotto romano, con 15 chilometri di archi alti fino a 27 metri, più le
gallerie (39-52 d.C.).
Tiberio Claudio NERONE (54-68).
Figliastro del precedente che ne ha sposato la madre Agrippina e lo ha adottato (25 II 50 d.C.)
cambiandogli nome (si chiamava infatti Lucio Domizio).
All'assassinio del patrigno, è acclamato, diciassettenne, imperatore dai pretoriani.
Nerone fa uccidere il fratellastro Britannico, figlio di Claudio I (II 55 d.C.), poi la madre
Agrippina (24 III 59 d.C.), la moglie Ottavia (9 VI 62) e la seconda moglie Poppea.
Cerca di guadagnare popolarità con grandi opere e spettacoli, ma ciò è causa
di notevole sperpero di denaro. Durante il suo governo mezza Roma è distrutta da un
incendio (19 VII 64), e Nerone accusa i cristiani perseguitandoli sanguinosamente, molti
di essi sono sacrificati nel Circus Gaii et Neronis (costruito sul Vaticano da
Caligola e ritoccato da Nerone). Questa persecuzione è limitata alla città
di Roma.
L'incendio permette la costruzione della suntuosa domus Aurea Neroniana, il più
grande e ricco monumento dell'epoca Giulio-Claudia; 300x30 metri più 55 ettari di giardini con boschi,
vasche di acque sulfuree ed un colosso alto 30 metri raffigurante Nerone nei panni del dio Helios (dove
poi sorgerà il Colosseo).
L'impero subisce le seguenti invasioni, ribellioni e congiure:
Contro i Parti (55-63):
Il re dei re Vologese I invade l'Armenia togliendola a Tigrane (55).
L'abile Cneo Domizio Corbulone è nominato legato di Cappadocia, porta la IV Scytica dalla
Mesia, ristabilisce la disciplina nelle legioni orientali III Gallica, VI Ferrata e riporta
Tigrane sul trono armeno (58-60 d.C.).
Dopo una tregua Vologese sconfigge L. Cesennio Peto, nuovo legato di Cappadocia (autunno 62),
con le legioni IV Scythica, VI Ferrata e XII Fulminata.
Corbulone legato di Siria riceve la XV Apollinaris dalla Pannonia e con le legioni III Gallica,
V Macedonica, X Fretensis e XXII Deiotariana invade nuovamente i territori di Vologese I (63)
che è minacciato dall'avanzata cinese sul Caspio, quindi acconsente a lasciare il regno
d'Armenia al fratello Tiridate (63 d.C.), incoronato a Roma (66 d.C.).
Per coprire le spese di questa guerra Nerone svaluta la moneta.
Contro i Britanni (59-61):
Baodicea regina degli Iceni guida la rivolta dei Britanni e sconfigge sanguinosamente la IX
Hispana il cui legato Petillo Ceriale si salva a stento.
C. Svetonio Paolino reprime la rivolta con le legioni XX Valeria Vicrix e XIV Gemina (che riceve
l'appellativo Martia Victrix). Anche i druidi dell'isola di Anglesey vengono sterminati e
Baodicea si uccide.
Contro i Sarmati (62-63):
Tiberio Plauzio Silvano Eliano legato di Mesia contiene i Sarmati che assediano
Chersoneso (Sebastopoli) e ne accoglie molti oltre Danubio.
Congiura di Pisone (66):
Il fedele prefetto del pretorio Sofonio Tigellino reprime nel sangue la congiura
di C. Calpurnio Pisone appoggiata dal prefetto del pretorio Fenio Rufo, numerosi
senatori ed equites.
Tra le vittime ci sono Seneca e C. Petronio, che invia a Nerone una lettera satirica
prima di suicidarsi. È nota anche Epicaris che dopo essere stata torturata si strangola
per non rivelare i nomi dei congiurati (65 a.C.).
Contro gli Ebrei (66-70):
Gli Ebrei Zeloti massacrano il presidio di Gerusalemme (66).
C. Cestio Gallo legato di Siria con la XII Fulminata, vexillationes delle legioni IV
Scythica e VI Ferrata (2.000 legionari), 6 cohortes e 4 alae di auxilia più 14.000 uomini forniti dai principi alleati orientali raggiunge
Gerusalemme ma è respinto e durante la ritirata perde 5.000 fanti, 380 cavalieri, le
macchine, i bagagli e l'Aquila della XII (67).
Tito Flavio Vespasiano con le legioni V Macedonica, X Fretensis, XV Apollinaris, 1.000
legionari della XXII Deiotariana e 15.000 uomini forniti dai principi alleati orientali
occupa il paese (68-69) ed inizia l'assedio di Gerusalemme.
Ribellione di Indice (68):
Mentre Nerone ai giochi greci si fa assegnare 1808 premi, contro di lui si
ribella il senatore gallico C. Giulio Indice, propretore della Gallia Lugdunense,
ma viene sconfitto Vesontio (odierna Besançon) da L. Virgilio Rufo governatore della Germania
Superiore e si uccide.
Ribellione di Galba (69):
Sulplicio Galba governatore dell'Hispania Terroconese insorge trovando l'appoggio di
M. Salvio Ottone governatore della Lusitania (ed ex-marito di Poppea), L. Clodio Macro
legato d'Africa (con la III Augusta e la neo-costituita I Macriana), Alieno Cecina questore
dell'Hispania Betica e Nifidio Sabino prefetto del pretorio.
Nerone raccoglie 30.000 uomini, tra i quali la legione I "Phalanx Alexandri Magni"
(da lui creata il 20 IX 67 per le progettate campagne in Etiopia e Caucaso), la I Classis
formata nel 68 con schiavi e liberti sbarcati dalla flotta di Miseno e la propria guardia di
1.000 Germani, ma vistosi abbandonato dai pretoriani lascia Roma e si fa uccidere (9 VI 69),
ultimo sovrano della dinastia Giulio-Claudia.
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