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(151) Cavalieri Teutonici.
Ordine formato esclusivamente da aristocratici tedeschi.
Dopo la cacciata dei latini dalla Terra Santa si stabilisce sulle rive del Baltico curando il
commercio e la colonizzazione ai danni dei pagani Estoni (148a) e Lituani (148b). Combatte poi
anche gli altri vicini, benché cristiani : Prussi (148a), Danesi (131a), Polacchi
(149) e Russi (157), fondendosi all'ordine dei Portaspada.
Solo la minaccia Mongola (154) spinge i Teutonici ad accettare l'alleanza dei Polacchi o dei
Russi, ma l'unione dinastica tra Polonia e Lituania ne causa la definitiva sconfitta e
riduzione a vassallaggio.
L'esercito è formato dai fratelli dell'ordine (Kn), serventes (Kn, Cv, Sp), nobili
prussi con seguito (Cv, LH, Ax), milizie fornite dalle città (Sp, Cb), nobili crociati
provenienti da Germania, Francia, Fiandre e Inghilterra (Kn, Ax), Tedeschi (Ax, Cb) e arcieri
inglesi mercenari, artiglierie.
Vestono mantelli bianchi con croci nere, elmi con piume nere, scudi con aquile, leoni o altri
stemmi araldici.
(152) Latini dell'Impero d’Oriente.
I Veneziani ed i cavalieri della quarta crociata, principalmente Francesi, deviano dal loro
obiettivo e conquistano Bisanzio dividendosi i territori dell'Impero: Venezia ottiene
gran parte delle isole e delle coste; sono creati il regno di Tessalonica (ai Monferrato),
il ducato di Atene (ai borgognoni de La Roche) ed il principato di Acaia (ai Villehardouin).
Privo di aiuti esterni e dell'appoggio delle popolazioni locali, l'impero di "Romania" subisce
una disastrosa sconfitta dai Bulgari (147) ed è ridotto alla città di
Bisanzio mentre i principati sorti in Grecia, spesso in disputa tra loro (152), cadono
sotto i colpi della Compagnia Catalana (165) e dei Bizantini di Nicea (153), che infine
riconquistano la propria capitale.
L'esercito è tipicamente feudale, basato sulla cavalleria pesante (Kn), affiancato da
mercenari occidentali (Kn, Sp, Cb) ed orientali (Cv, Ps), anche Alani o Turchi (LH).
(153) Tardi Bizantini.
I crociati prendono Bisanzio e si spartiscono i suoi territori ma alcuni restano sotto il controllo
dei nobili bizantini: i Lascaris si proclamano despoti di Nicea, poi imperatori, i Comneno
governano l'impero di Trebisonda, gli Angelo il "despotato" dell'Epiro; principati minori
sono a Filadelfia, nella valle del Meandro e a Samsun (presso Mileto).
I Bizantini di Nicea, risparmiati dalle invasioni Mongole, con un abile politica di alleanze
combattono i Selgiuchidi (124), i Bulgari (147), l'Impero Latino (152) al quale tolgono la
Tracia, parte della Grecia ed infine riprendono la propria capitale.
La successiva dinastia Paleologa continua le lotte contro i Bulgari (147), l'espansione della Serbia (142b)
e quella Osmana (160a), anche con l'impiego dalla compagnia Catalana, che risponde ai giochi
politici bizantini ribellandosi (165). Gli Osmani, utilizzati anche nelle lotte dinastiche,
mettono piede in Europa, privano Bisanzio di tutti i territori, assediano più volte la munita
città, infine la prendono e la ribattezzano Istambul, ponendo fine al millenario impero (160a,
160b).
L'esercito è formato da pronoia, nobili muniti di feudi (Cv) con il loro seguito (LH, Sp,
Ax, Ps), mercenari occidentali (Kn), Turchi, Cumani, Alani (LH, Ax, Ps).
(154) Mongoli.
Temujin unifica alcune tribù mongole ed assume il titolo di Cingiz Qan (Sovrano fino agli
oceani).
Le sue disciplinate armate sottomettono i principati dei turchi Uguri, il regno degli Hsia, poi
occupano l'impero sino-mongolo Jin con l'aiuto dei ribelli Kitan, il regno Qara Kitai e la
Corasmia (146) il cui ultimo principe è inseguito fino in India. Tornato in oriente
Temujin stermina gli Hsia, colpevoli di non aver fornito il contingente militare richiesto, e
muore durante questa campagna.
I suoi discendenti proseguono le campagne con la distruzione degli Jin e l'occupazione della Cina
Sung (116). In occidente distruggono la setta degli Assassini, saccheggiano Bagdad, impongono il
protettorato ai regni di Georgia (121), Armenia e Selgiuchide di Rum (124), sottomettono i
Cumani (130), occupano la Russia (129), ottengono un tributo dai Bulgari ed effettuano
devastanti incursioni in Polonia (149), Ungheria (119) e Slesia, lambendo i domini Teutonici
(151), l'Austria e l'Adriatico.
L'esercito è organizzato in ordu. Il nucleo è costituito da cavalleria pesante scelta,
armata di corazze lamellari di cuoio verniciato o cotte di maglia, scimitarre, mazze e lance
uncinate (Cv), affiancata da cavalleggeri armati d'arco composito, spade e giavellotti (LH) che
combattono anche smontati (Sp, Bw), nel qual caso usano un piccolo scudo rotondo. La guardia
è chiamata keshik.
Sono poi impiegati ausiliari delle tribù turco-mongole associate alla conquista (Cv, LH, Ps),
lancieri e balestrieri cinesi (Sp, Ps), lanciatori di nafta, razzi ed artiglieria portatile
(Art). È fatto uso di frecce infuocate, fumo intossicante e qhuo-ch'iang (lancia di
fuoco), un tubo che spara pallini mediante polvere da sparo. I Cinesi forniscono anche genieri
per la costruzione di ponti e macchine d'assedio.
Per le segnalazioni sono impiegati grandi tamburi (naccara), bandiere di diversi colori,
frecce sibilanti e segnali luminosi. Lo stendardo è chiamato tuk ed è formato da code di
yack.
L'impero poi si spezza in quattro grandi formazioni politiche ed altre minori, in lotta
tra loro (154):
La Cina è governata dalla dinastia Yüan ("Iniziatori"): Si espande occupando la Corea
(78), sottomette il regno Champa (110), effettua quattro spedizioni contro l'Annam (71), cinque contro il regno Birmano
(98) che è distrutto, impone un tributo ai Khmer (110) ma fallisce due spedizioni contro il Giappone (127).
I Mongoli subiscono la rivolta dei "Turbanti Rossi", sono cacciati dal generale cinese che fonda la dinastia
Ming (174) e formano in Mongolia i regni Calmucchi.
Il canato fondato in Asia Centrale da Djinguiz Khan, dopo la morte di suo figlio Djagataï
(che lascia il suo nome alla lingua turca dell'Asia Centrale) è smembrato da lunghe lotte feudali
dalle quali sorge Tamerlano (159b).
In Persia è fondato il canato dagli Ilkanidi (159a).
In Russia Meridionale si forma il canato di Kipsciach detto dell'Orda d'Oro con capitale
Astrakan, poi Volvograd : I Mongoli si islamizzano, ricevono influenze bizantine ed occidentali,
lottano contro i vassalli Russi (157) ed i Lituani. Dissidi interni ne provocano la decadenza e
Tamerlano ne causa il definitivo crollo. Gli ultimi canati (Astrakan, Kazan, Crimea)
sopravvivono ai Russi fino al 1783.
(155) Islamici del regno di Granada.
Gli islamici di Spagna hanno i dominii sempre più ridotti dalla reconquista
condotta dai regni di Portogallo, Aragona e soprattutto Castiglia (104, 171), spostando la
capitale a Granada. Il piccolo regno sopravvive a lungo ma deve riconoscersi vassallo della
Castiglia ed infine ed occupato.
L'esercito comprende cavalieri (Cv, LH) che imitano anche l'equipaggiamento cristiano (Kn),
milizie cittadine (Sp, Cb), leve (Ps), mercenari e ghazi berberi (LH, Ps).
(156) Navarresi.
Il re di Navarra, piccolo regno a cavallo dei Pirenei, vanta diritti sul trono di Francia e
prende ambiguamente parte alla guerra dei Cent'Anni contro Francesi (137, 171) e Spagnoli (171)
facendo uso di truppe feudali (Kn, Ps), numerosi mercenari (Kn, Cb, Ax, Ps) ed alleati
inglesi (Kn/Bd, Lb).
(157) Russi Post-Mongoli.
I principati russi devono versare un tributo e fornire truppe ai Mongoli dell'Orda d'Oro ma
possono seguire una propria politica semi-indipendente.
Novogord subisce sul Baltico l'espansione dei cavalieri Portaspada (151). Kiev, Smolensk e
Viazma sono invece occupati dallo stato polacco-lituano (148b, 149).
Il piccolo Principato di Mosca si espande con l'occupazione di Tver, Rjazan, Suzdal (157), guida
la lotta contro i Mongoli (154), resiste al sacco dei Timuridi, sottomette Jaroslav, Novgorod,
Pskov ed ingaggia una dura lotta contro i Lituani.
Lo stato è centralizzato, l'esercito è fornito dai piccoli proprietari terrieri (Cv, LH), da
alleati mongoli o lituani (LH), da milizie cittadine (Sp, Bw) e da leve di contadini (Bw, Ps),
che sono ridotti allo stato di servi.
(158) Egiziani Mamelucchi.
I Mamelucchi (schiavi) dell'esercito ajjubita con un colpo di stato si impossessano del sultanato
governando sotto la dinastia dei Bahriti (ereditaria) e poi sotto quella dei Burdeziti
(elettiva), con capitale sempre a El-Qahira (Il Cairo).
Lo stato guerriero ferma in Siria l'avanzata dei Mongoli (152) e degli Ilkanidi (159a), sconfitti
sebbene aiutati da Selgiuchidi (124) ed Armeni (132). In seguito conquista gli ultimi
possedimenti mussulmani (139) e cristiani in Siria (141), si espande in Cirenaica, lungo le
coste del mar Rosso, sottomette i regni africani di Nubia e Makuria ed occupa Cipro (162a). La
Siria è temporaneamente perduta ad opera del Tamerlano (159b) che ottiene la sottomissione
formale del sultano Mamelucco. Dopo continue lotte gli Osmani (160a, 160b) soggiogano l'Egitto,
pur lasciando notevoli autonomie.
Sono anche impiegate armi alla nafta, qarura (vasi incendiari). L'esercito è composto
dalle seguenti truppe:
Khassakiya: La guardia personale del sultano (Cv).
Mamaluk: Schiavi del sultano e degli emiri, sottoposti ad
addestramento e disciplina. Formano principalmente unità di cavalieri vestiti
d'uniforme, armati di arco e lancia (Cv).
Halqua: Forze regionali composte da liberi che formano
unità di cavalieri (Cv, LH), hanno paga inferiore o sono forniti da principi
ricompensati con iqta (feudi).
Waffadiyya: Rifugiati turco-mongoli, accorpati alle
unità mamelucche.
Ausilari beduini e turcomanni (LH, Ax, Ps).
(159a) Ilkanidi.
I discendenti di Gengis Khan in Persia prendono il titolo di Il-Khan.
Contendono l'Asia centrale ai Mongoli (154) ed i tentativi di rinascita dei Covaresmi (146),
l'Asia minore ai Selgiuchidi (124), la Siria ai principati ajjubiti (139) ed ai Mamelucchi (158)
alleandosi anche con alcuni stati crociati, mentre altri stanno dall'altra parte (141). In
seguito si islamizzano ma all'estinguersi della dinastia la Persia si frammenta politicamente
(175).
Si diffonde l'uso della shemshir (spada curva).
L'esercito è di tipo mongolo con preponderanza di cavalleria turcomanna (Cv, LH), affiancata da
fanti iranici (Ax) e macchine (Art).
(159b) Timuridi.
Dinastia turco-mongola fondata dall'emiro Timur "Gurigan" ("Lo Splendido"), che a causa di
una ferita di freccia è chiamato in modo dispregiativo Timur "I Leng" ("Lo Zoppo"), per
gli occidentali Tamerlano.
Timur riunisce sotto il suo comando numerose tribù turco-mongole (154) e dalla capitale
Samarcanda lancia una serie di campagne di conquista e sterminio : Ad est saccheggia l'India ed
abbatte il sultanato di Dehli (83a, 83b); A ovest rade al suolo Baghdad (175), sottomette gli
Armeni di Cilicia (132), toglie la Siria ai Mamelucchi (158) ottenendone la sottomissione
formale, sconfigge e cattura il sultano Osmano (160b), nonostante sia aiutato dal regno vassallo
di Serbia (142b).
Timur muore mentre guida una spedizione contro la Cina ed i suoi discendenti, spostata la
capitale a Herat, perdono gran parte dell'impero.
L’esercito è formato da nomadi delle tribù turco-mongole, organizzati in
ordu, continuamente addestrati, sottoposti rigida disciplina, accampati mai troppo a
lungo presso la stessa città, per evitare rilassatezze. I raparti si distinguono per
l'uniforme di tessuti sgargianti e pellicce. Formano anche reparti scelti (Cv, LH), tra i quali
la guardia (gautchin), affiancati dall'aristocrazia feudale, dalle sarbardar,
milizie urbane formate da iranici impiegate come guarnigione e negli assedi (Bw, Ps).
Chi si distingue per atti eroici è nominato tarkhan (eroe), riceve onori ed
esenzioni da tributi che trasmette ai discendenti.
L’arma principale è l’arco, affiancato da scimitarre, mazze, lassi. È diffuso lo scudo e
l’elmo mentre altre protezioni, come bracciali e corazze, sono poco usate. In seguito vengono
usati anche elefanti razziati in India (El) e macchine (Art).
Lo stendardo (tugh) è fatto di code di cavallo. Il campo comprende tende e mandrie
protette da carri, in un'occasione difeso anche da donne in armatura (Fw).
(160a) Primi Osmani.
Dinastia turca fondata da Osman, o Othman (se l'iniziale dal greco è resa in
inglese "th") da cui "Ottomani" (inesatto); "Osmanli" in turco; "Osmani" in arabo, lingua
colta impiegata in tutti i documenti dell'epoca.
Gli Osmani approfittano della decadenza del sultanato di Rum, si rendono indipendenti, innalzano la
bandiera rossa con mezzaluna bianca e pongono la capitale a Bursa. Si espandono ai danni di altri
principati turchi e dei Bizantini (153) che li impiegano nelle loro guerre civili, poi li contrastano
ingaggiando la Compagnia Catalana (165). Gli Osmani occupano la Tracia, si espandono nei Balcani
sottomettendo il regno di Bulgaria (147) poi combattono la Serbia (142b) e l'Ungheria (166).
In Asia sono disturbati dalla potenza navale dei Cavalieri di San Giavanni (162a, 162b),
contendono ai Mamelucchi (158) il possesso della Siria, poi perdono temporaneamente l'Asia
Minore ad opera del Tamerlano (159b).
Il titolo ufficiale dei sovrani osmani è Padichah.
L'esercito è formato principalmente da ghazi, affiancati poi da mercenari turcomanni e
balcanici che oltre la paga ricevono il diritto di bottino e sono chiamati musellum se
cavalleria (Cv, LH) e yaya se fanteria (Ax, Ps).
(160b) Tardi Osmani.
Gli Osmani spostano la capitale ad Adrianopoli e continuano ad espandersi.
Nei Balcani (dal turco balkan = monte) occupano la Serbia (148b), resistono alle crociate
Ungheresi (166), Polacche (149), Imperiali (167) e Veneziane (169), a quest'ultima potenza
sottraggono territori in Grecia, Dalmazia e compiono incursioni in Friuli (i fuochi si vedono
da Venezia), sottomettono dopo dura lotta l'Albania ribelle (177).
Bisanzio (153) è soggetta a tributo ed infine cade divenendo capitale con nome Der I Seadet
(Porta della Felicità), ma è più diffuso il nome Istambul (dal vecchio quartiere Stambul). L'evento
è celebrato aggiungendo alla bandiera rossa una stella a fianco della mezzaluna. Il palazzo del sultano
è chiamato Bab î Ali (Eccelsa Porta), nome che passa poi al consilio ed è usato
per designare l'impero osmano (frequentemente reso "Sublime Porta").
In Italia occupano temporaneamente Otranto. A Est dopo vari assedi prendono Rodi ai Giovanniti (162b), lottano
contro i Mamelucchi (158) per il possesso della Siria e si espandono ai danni della Persia (175).
L'esercito comprende i seguenti tipi di truppe:
Ghazi: Turcomanni che combattono per la fede (LH, Ps).
Aqingi: Cavalleggeri (LH) che combattono per il bottino.
Sipahis (dal persiano sipah, cioé "arma".):
Cavalieri (Cv) forniti da aristocratici in cambio di feudi detti sipahilik,
divisi in base al valore in ziamet (feudi più ricchi) e timar
(feudi meno ricchi).
Yeni Ceri (Nuova Milizia): fanti della guardia formata da
schiavi di proprietà del sultano (al quale spettano un quinto dei prigionieri di
guerra). Sono armati di arco (Bw).
Contingenti dei popoli tributari, come i Serbi (Kn).
Artiglieria notevolmente sviluppata (Art) e mobile grazie
all'impiego dei cammelli per il trasporto (Fw).
(161a) Primi Svizzeri.
In Svizzera i cantoni cittadini e rurali lottano per l'indipendenza contro i piccoli nobili
locali (161a), spalleggiati dai potenti Asburgo duchi d'Austria (167), ed in seguito contendono
il controllo dei passi alpini ai Savoia ed i Visconti (169).
Gli eserciti comprendono formazioni di alabardieri e pochi picchieri (Bd) appoggiate da scarsa
cavalleria fornita dai nobili (LH) e da truppe leggere armate di archi e principalmente di
balestre (Ps).
(161b) Tardi Svizzeri.
La confederazione svizzera diviene uno stato militare. Tutti sono obbligati a prestare servizio
armato, a seguire esercitazioni e gare sportive durante le feste civili e religiose.
L'arma principale sono i kriegsknechte, grossi quadrati di picchieri (Pk), mentre il
numero degli alabardieri viene diminuito (Bd). I fanti leggeri sono armati di archi, balestre,
archibugi (Ps) ed eventualmente colubrine (Art). La scarsa cavalleria è fornita dai piccoli
feudi, dai conventi e dagli eventuali alleati (Kn, LH).
La confederazione respinge gli ultimi assalti degli Asburgo (167), quelli Francesi (170)
condotti anche con compagnie mercenarie (172) e quelli del ducato di Borgogna (180) alleati al
duca di Savoia (169). In seguito si espande ai danni del ducato sforzesco di Milano riuscendo
ad occuparlo temporaneamente.
(162a) Giovanniti a Cipro.
Dopo la cacciata dei latini dalla Terrasanta i Giovanniti si trasferiscono a Cipro, ospiti della
dinastia dei Lusignano.
Qui cominciano la loro avventura marinara praticando incursioni ai danni dei Mamelucchi d'Egitto
(158) e degli Osmani (160a).
L'ordine è una repubblica aristocratica, organizzato in 8 "lingue" a seconda della lingua
parlata, pratica il commercio e la guerra di corsa ai danni sopratutto degli Osmani (160a) e
dei Mamelucchi.
L'esercito è costituito da un nucleo di cavalieri nobili provenienti dall'Occidente (Kn) che
vestono di rosso con la croce amalfitana bianca e mantelli neri, serventes (Cv), truppe
da sbarco e milizie locali (Cb, Ps). Occasionalmente è rinforzato da crociati occidentali,
per lo più italiani.
(162b) Giovanniti a Rodi.
I Giovanniti con l'aiuto di Genova occupano l'isola di Rodi e vi si trasferiscono da Cipro,
potenziano la flotta, conquistano altre isole egee e continuano la guerra di corsa ai danni dei
Barbareschi, dei Mamelucchi e degli Osmani.
Con aiuti d'occidente compiono numerosi attacchi sulle coste dell'Asia Minore in mano agli
Osmani (160a, 160b), che sottopongono Rodi a duri assedi. I Giovanniti sono infine costretti a
trattare la resa con gli osmani ed ottengono di poter abbandonare l'isola.
L'esercito è simile al precedente (Kn, Sp, Cb, Ps) con la diminuzione dei cavalli ed il
potenziamento dell'artiglieria (Art).
(163) Fiamminghi.
La contea di Fiandra è l'unico feudo dell'ex-Lotatingia assegnato al regno di Francia ma
i suoi conti, con abile politica, acquisiscono terre imperiali e sono quindi anche vassalli
tedeschi. Notevole è lo sviluppo urbano, favorito dai commerci con l'Inghilterra.
La contea partecipa alle continue lotte tra principati renani (136, 167) ma l'avversario
principale è il regno di Francia (137, 170) che tenta di controllare la contea a scapito
del commercio con l'Inghilterra, causando quindi continue ribellioni guidate dalle
città. La contea passa per matrimonio alla casa di Borgogna (173, 180) che favorisce la
nobiltà e reprime ferocemente le nuove sollevazioni urbane.
Gli eserciti sono composti soprattutto da milizie urbane in formazione serrata (Pk, Bd),
appoggiati da pochi cavalieri nobili o mercenari, per lo più tedeschi o italiani (Kn), da
balestrieri (Cb), arcieri (Ps) e numerose armi da fuoco pesanti e leggere (Art, Cb) portate
anche in battaglia o per difendere i campi trincerati, protetti da carri (Fw).
(164) Irlandesi Medioevali.
I clan ed i piccoli regni irlandesi continuano le lotte intestine (164) coinvolgendo i feudatari
anglo-normanni dell'isola (144), quelli fondati da Norvegesi sulle isole vicine (128) ed il
regno di Scozia (140).
L'esercito comprende i seguenti tipi di truppe:
Cavalieri (Cv, LH): composti dall'aristocrazia, ogni nobile ha due o tre cavalli, è protetto da
una giacca imbottita, più raramente da una cotta di maglia e un elmo, è armato di spada,
skene (coltello), lancia, giavellotto e a volte di arco. È accompagnato da un knave (Ps),
ragazzo addetto al cavallo ed al trasporto delle armi. Utilizzati per scorrerie o proteggere la ritirata dei kerne.
Kerne (Ax): guerrieri professionisti riuniti in bande che usano mettersi al soldo dei clan,
armati di archi, lance, spade e skene (coltello). Utilizzati principalmente per scorrerie.
Galloglasses (Bd): discendenti da mercenari scozzesi, organizzati in "battaglie" di 60-80 uomini
guidati da un "connestabile", protetti da giachi o cotte, armati di spadoni a due mani, asce corte ed a volte di lance.
Sono accompagnati da servi armati di archi o lance (Ps). Impiegati come riserva o truppe d'urto.
Mercenari scozzesi (Cv, Bd) o gallesi (Ax, Ps).
(165) Compagnia Catalana.
La fine della guerra del Vespro lascia disoccupati numerosi mercenari, soprattutto
almogavari (scorridori) spagnoli, che si riuniscono nella Grande Compagnia Catalana e
trovano impiego per Bisanzio contro gli Osmani (160a). Ma la rivalità con i mercenari Alani
(55d) degenera in battaglia ed alla richiesta degli arretrati i Bizantini rispondono con le
armi (153). I Catalani respingono i Bizantini e trovano impiego nelle lotte tra i principati
latini sorti in Grecia (152) fino ad impossessarsi del ducato d'Atene.
La Compagnia dispone di un'eccellente e coraggiosa fanteria (Ax) che combatte armata di tre
giavellotti, affiancata da pochi cavalieri (Kn), ginetti (LH), balestrieri (Ps) e da
mercenari turchi (LH). Dopo i tentativi di alcuni capitani di crearsi un dominio personale ai
danni della Compagnia, il comando è condiviso da più uomini.
(166) Tardi Ungheresi.
Dopo la dinastia degli Arpad sale sul trono quella Angioina che espande il regno Balcani ai
danni dei Serbi (142b), nei Carpazi ai danni dei Bulgari (147), mira al possesso del Friuli,
del regno angioino di Napoli (169) ed ottiene con matrimoni l'unione della corona Ungherese con
quelle Polacca (149) e Boema (167).
Il regno è indebolito dai grandi feudatari, dalle lotte dinastiche, dalla ribellione Hussita
(176) e dall'avanzata Turca che dopo lunghe lotte ne occupa gran parte (160a, 160b) mentre
il resto è occupato dagli Asburgo (167).
L'esercito è composto da cavalieri pesanti feudali (Kn), cavalleggeri Cumani armati d'arco (LH),
mercenari tedeschi (Kn, Sp), fanterie fornite dalle città (Sp, Cb), leve contadine (Ps) ed in
seguito adotta i carri di tipo Hussita (WW).
(167) Tardi Imperiali.
Verso la fine del medioevo l'Impero è un mosaico di principati laici, ecclesiastici,
leghe di città e di cavalieri (piccola nobiltà), ma possiede un equilibrio interno
che, pur non garantendo la pace, lo preserva dalle minacce esterne e gli consente de intervenire
nelle dispute dei vicini. Questo equilibrio sarà spezzato dalla "Guerra dei
Trent'anni".
Le discese in Italia di imperatori o principi si riducono a fatti occasionali (169). I
principati del mar del Nord, e soprattutto l'Hansa, contendono il controllo del commercio
alla Danimarca (131b). La Boemia ed i principati vicini sono colpiti dalla rivolta Hussita
(176), l'Austria perde il controllo sui cantoni svizzeri (161a, 161b), guida una politica
d'ingerenza nei regni di Polonia (149) e Ungheria (166) e deve fronteggiare l'espansione osmana
nei Balcani (160b).
I principati renani lottano con Francia (170), Fiandra (163) e contro l'espansione del ducato di
Borgogna (173, 180) contribuendo alla sua caduta. L'imperatore ne contende le spoglie alla
Francia (178).
Gli eserciti sono composti da contingenti feudali (Kn, Ps), mercenari (Kn, Pk, Cb), milizie
urbane (Pk, Cb, Ps) e cavalleggeri importati dall'est Europa (LH).
(168) Inglesi della Guerra dei Cento Anni.
Gli Inglesi scoprono nelle guerre contro la Scozia (140) l'efficacia della cooperazione tra
cavalieri smontati (Kn, Bd) e masse di arcieri (Lb) sempre più numerose. Impiegando questa
tattica invadono la Francia (170), ne occupano gran parte, intervengono nelle guerre civili dei
regni spagnoli (171) e contendono inutilmente alla Borgogna (173) il controllo delle
Fiandre.
L'esercito comprende anche cavalleggeri impiegati per scorrerie ed esplorazione chiamati
hobiller (Cv), roncolieri gallesi o fanti guasconi (Ax) ed artiglierie (Art), impiegate
prevalentemente negli assedi.
(169) Condottieri.
Gli eserciti dei principati italiani del rinascimento fanno largo uso di condottieri,
capitani assoldati con i loro mercenari professionisti, bene addestrati ma poco motivati
ideologicamente.
Oltre che combattersi tra loro (169), i principati devono respingere diversi invasori:
Venezia contende la Dalmazia all'impero Osmano (160b) ed al regno angioino d'Ungheria
(166) che mira anche al possesso del Friuli e del regno di Napoli, gli Imperatori (167) vantano
ancora diritti in Italia Settentrionale, gli Svizzeri (161a) mirano al controllo dei passi
alpini, il papato da Avignone invia compagnie mercenarie (172) a riconquistare lo Stato
Pontificio.
La discesa di Carlo VIII (178) segna il primo grave colpo al sistema politico dei principati
Italiani e gli Svizzeri (161b) si impadroniscono infine del ducato di Milano.
I frequenti contatti con eserciti disparati porta i condottieri ad adottare i diversi tipi di
armi e tattiche. A fianco dei numerosi uomini d'arme (Kn) trovano impiego cavalleggeri
ungari armati d'arco e stradiotti, chiamati anche cappelletti o
albanesi (LH), balestrieri (Cb), alabardieri e picchieri secondo il costume svizzero
(Sp, Pk), arcieri inglesi (Lb), fanti mercenari, cernide (Ax, Ps), occasionalmente
mercenari Osmani (LH) ed alleati Albanesi (LH, Ax).
(170) Francesi Medioevali.
La dinastia dei Valois deve combattere contro i propri vassalli (170) e soprattutto contro il
più potente tra questi : il re d'Inghilterra (168). Il lungo ed intermittente conflitto
è chiamato "Guerra dei Cento Anni" e vi partecipano i feudatari di Navarra (156),
Borgogna (173), le città fiamminghe (163) e nei momenti di tregua le compagnie di
mercenari disoccupate (172).
Durante una tregua i Francesi si alleano agli Asburgo ed impiegano i mercenari disoccupati contro
gli Svizzeri (161b) ma pur vincendo subiscono troppe perdite per continuare la campagna. In
seguito l'eredità borgognona è contesa dall'Impero (167).
L'esercito è formato da cavalieri nobili, feudali e mercenari (Kn) che combattono anche smontati
(Bd), da balestrieri forniti dalle città o mercenari genovesi (Cb), da milizie contadine tenute
in scarsa considerazione (Sp, Ax) e da bideaux guasconi (Ax). Inizia anche ad essere
impiegata l'artiglieria (Art).
(171) Spagnoli Medioevali.
Portogallo, Castiglia ed Aragona proseguono la reconquista contro i Mori di Spagna,
a fianco dei quali intervengono gli imperi berberi (125). I tre regni combattono lotte
dinastiche coinvolgendo i vicini Navarresi (156), Anglo-Guasconi (168) ed Francesi (178),
soprattutto con compagnie mercenarie (172).
L'Aragona si espande nel mediterraneo occupando le Baleari, la Sicilia e la Sardegna.
La Castiglia ottiene per via matrimoniale la corona aragonese, estromette i mussulmani del
regno di Granada (155), si espande nel Mediteranneo ai danni dei Berberi ed in America ai danni
di Atzechi (105) ed Inca (150).
L'esercito è composto da cavalieri nobili (Kn), ginetti armati di giavellotti (LH),
milizie urbane (Sp, Ax, Cb), fanti leggeri armati di giavellotti (Ax, Ps) chiamati
almogavari (cioè "scorridori"), mercenari Francesi (Kn, Bd, Sp) o Inglesi (Bd, Lb).
(172) Libere Compagnie.
Nei periodi di pace o di tregua durante la guerra dei Cento Anni i mercenari licenziati
proseguono le scorrerie per proprio conto ai danni delle città e delle campagne, guadagnandosi
il soprannome di ecorcheurs (scorticatori). Più volte riescono a sconfigge gli eserciti
dei nobili, delle città, persino del re (170) e a taglieggiare la corte papale di Avignone.
Per disfarsene l'unico sistema è ingaggiarli e inviarli a combattere altrove; contro gli
Svizzeri (161b) ribelli agli Asburgo, nella guerra di successione di Castiglia (171) o nelle
crociate papali contro i principati italiani (169).
Questi eserciti sono variamente composti ma predominano uomini d'arme Francesi, Guasconi,
Italiani, Tedeschi (Kn/Bd), fanti di varie nazionalità addestrati a combattere
all'inglese (Bd, Lb) e balestrieri o briganti (Ps).
(173) Primi Borgognoni.
La dinastia Valois del ducato di Borgogna inizia la sua grandezza grazie ad un matrimonio, che
porta in dote la contea di Fiandra ed altri principati.
Il principato lotta contro i feudatari francesi confinanti (170). Nella fase finale della guerra
dei Cento Anni è alleato all'Inghilterra contro la Francia (178) ma cambia alleanza dopo
notevoli cessioni territoriali e contrasta i tentativi di sbarco in Fiandra dell'ex-alleato
Inglese (168).
I duchi di Borgogna favoriscono i grandi feudatari a scapito delle città fiamminghe e devono
sottomettere con la forza più di una rivolta (163). La forza è necessaria anche per estendere
i domini a scapito di alcuni principati dell'Impero (167).
L'arma principale è la cavalleria feudale e mercenaria (Kn) che a fianco degli Inglesi combatte
anche smontata (Bd) sebbene malvolentieri. Gli Inglesi forniscono contingenti di arcieri (Lb),
le città Fiamminghe sono una buona riserva di picchieri (Pk) e l'esercito comprende balestrieri,
anche mercenari (Cb).
(174) Cinesi della dinastia Ming.
La dinastia Ming guida la rivolta dei Cinesi contro i dominatori Mongoli (154), adotta il confucianesimo, chiude la Cina
alle influenze straniere, segue una politica accentratrice e pacifica.
La capitale è spostata da Nanjing a Pechino, più vicino al confine settentrionale, e viene costruita la
"Città Proibita". La Grande Muraglia viene rafforzata e munita di artiglierie. Contro le popolazioni delle steppe
sono lanciate cinque grosse spedizioni che ne devastano i territori. Altre spedizioni sono lanciate contro l'Amman
ed il Tibet. La Cina ottene inoltre tributi dal Giappone, dalla Corea, la Cambogia, il Siam e la Malesia.
Yong-Lo è l'unico imperatore cinese a sviluppare una politica marittima e commerciale: le sue navi giungono nel
Pacifico Meridionale, nel Golfo Persico e nel Mar Rosso, ma le coste della Cina sono colpite dalle scorrerie dei pirati
"giapponesi" (127).
L'esercito comprende cavalleria di tipo mongolo (Cv, LH) ma meglio equipaggiata, masse di fanteria tradizionale (Bd, Cb, Bw)
e contadini (Ps). I cavalli sono acquistati in Asia Centrale dai nomadi Nüzhen (futuri Manciù).
Permane l'utilizzo dell'armatura di carta per la fanteria. Sono inventati gli hou-lung (Drago di Fuoco): razzi a due
stadi formati da un tubo di bambù, 2 cariche di polvere pirica e 4 frecce a loro volta munune di razzi. La versione
"ad alveare" è un grosso tubo a sezione esagonale con 32 frecce munite di razzi (Art). Sono adottate grosse baliste
ed in seguito cannoni fusi dai missionari gesuiti (Art). Negli assedi sono impiegati torri mobili, scale ruotate, grossi
uncini muniti di ruote e bilancere e corridoni ruotati a sezione rettangolare o a semicerchio.
(175) Persiani Islamici.
Dopo l'estinguersi della dinastia Ilkanide (159a) le confederazioni turcomanne Aq Qoyunln
(Montone Bianco) e Qara Qoyunln (Montone Nero), si contendo la Persia (175) favorendo
l'occupazione del Tamerlano (159b). Le lotte continuano sotto i Timuridi finché la Persia
viene unificata dalla dinastia Safawide.
Questa dinastia è di origine araba e religione sciita, adotta il titolo Scià e pone la
capitale a Tabriz. Ricaccia gli Uzbechi nel Turchestan e combatte duramente contro gli Osmani
(160b) che per un periodo occupano Tabriz.
Le tribù turcomanne forniscono la base dell'esercito sia alle confederazioni che ai
Safawidi, soprattutto tirkash-band, arcieri a cavallo che combattono anche smontati (Cv,
LH, Bw Ps), un nucleo di pushan-dar, con cavalli corazzati (Cv), affiancati da ausiliari
Curdi (Cv), Arabi (LH, Ps), fanti Iranici (Bw), gallughchi con compiti servili (Fw)
e sanna (genieri).
Nell'esercito Safawide si distingue l'ordine militare degli estremisti Sufi.
(176) Hussiti.
La rivolta Hussita in Boemia è religiosa (contro il potere temporale della chiesa cattolica),
sociale (contro i privilegi feudali) e nazionale (contro l'ingerenza tedesca ai danni dei
Cechi).
L'esercito, formato principalmente da contadini e cittadini con poca cavalleria (Kn, Cv o LH),
per contrastare i cavalieri crociati adotta la tattica della wagenburg (fortezza di
carri, WW), fa largo impiego di cannoni, ribadequins (Art) ed adatta numerosi attrezzi
contadini, soprattutto mazzafrusti (Bd).
Questa tattica, unita alla disciplina e all'alto morale, si rivela vincente contro i poco
motivati crociati tedeschi (167) e ungheresi (166), ma le divisioni interne (176) porteranno
infine alla sconfitta dell'ala estremista (taboriti).
La religione Hussita è tuttora seguita da una minoranza in Boemia.
(177) Albanesi di Skanderbeg.
Skanderbeg (Principe Alessandro, rievocando Alessandro "Magno") è il soprannome che gli Osmani
(160b) danno all'abile capitano che guida l'eroica resistenza degli Albanesi, infliggendo loro
cocenti sconfitte sotto la bandiera rossa con l'aquila bicibide nera.
La tattica seguita è quella mobile della guerriglia eseguita con cavalleggeri (LH) e fanti
(Bd, Ax, Ps), favorita dal terreno e sostenuta solo da poche truppe inviate dal re
aragonese di Napoli (Cv, Ax).
La tattica e l'astuzia di Skanderbeg si dimostrano efficaci anche nella breve guerra contro
Venezia, che voleva indurlo alla pace con gli Osmani.
(178) Francesi delle Compagnie d’Ordinanza.
Vissuti tragicamente gli svantaggi di un esercito feudale o mercenario, la Francia emette una
serie di Ordinanze per munirsi di compagnie permanenti stipendiate dalla corona.
L'esercito comprende i seguenti tipi di truppe:
Compaignies de l'Ordonnace du Roi: Ogni Lance
d'Ordonance comprende un gendarme (Kn/Bd), un coutiller armato di
coltello, due o tre arcieri o balestrieri a cavallo (Lb, Cb) ed uno o due paggi.
Franc-archers: Fanti armati di archi o balestra (Bw),
forniti dai balivi regi e chiamati così perché esenti da tasse.
La compagnia di Balestrieri Scozzesi della Guardia Regia.
Bideaux: Fanti leggeri Guasconi armati di balestre
(Ps).
Mortes-payes (paghe morte): Compagnie irregolari armate
alla leggera (Cv).
Mercenari Svizzeri (Pk) ed alabardieri Tedeschi (Bd).
Artiglieria (Art): modernizzata e standardizzata così da
dare buona prova di sé in battaglia e soprattutto negli assedi.
Questo esercito riconquista la Normandia e l'Aquitania agli Inglesi (179), respinge l'offensiva
del ducato di Borgogna (173, 180), contende senza successo l'eredità borgognona agli
Asburgo (167) ed occupa parte dei principati Italiani (169) scontrandosi con la Spagna
(171).
(179) Inglesi della Guerra delle Due Rose.
La crisi politica che segue alla perdita di gran parte dei possedimenti continentali, occupati
dai Francesi (178) al termine della guerra dei Cento Anni, seguita dalla demenza di Enrico VI di
Lancaster re d'Inghilterra (rosa rossa), favorisce la ribellione dei duchi di York (rosa bianca)
che conquistano il trono dopo una lunga e sanguinosa guerra civile (179), alla quale partecipano
anche gli Scozzesi (140). La riscossa guidata a Enrico Tudor pone fine alla breve dinastia
York.
Gli eserciti impegnati sono formati in gran parte da nobili e loro clienti (Kn) che combattono
quasi sempre smontati (Bd) affiancati da numerosi arcieri (Lb), nuclei di alabardieri (Bd) ed
alcuni cannoni (Art), impiegati in campo aperto ma più utili negli assedi. Sono inoltre
ingaggiati numerosi mercenari Francesi, Tedeschi e Scozzesi (Kn, Bw, Ax, Ps), armati anche con
rudimentali armi da fuoco (Ps).
(180) Borgognoni delle Compagnie d ’Ordinanza.
Carlo "Il Temerario" duca di Borgogna cerca di dotarsi di un esercito stipendiato permanente
creando le compagnie d'Ordinanza.
Ogni compagnia comprende piùlance formate da cavalieri pesanti (Kn), picchieri (Pk),
arcieri (Lb), balestrieri a cavallo (LH) e "vivandiere" (Fw). Il tentativo riesce solo in parte
ed il duca deve ancora contare su contingenti feudali (Kn), leve fiamminghe (Pk), mercenari
Inglesi (Lb), Italiani e Tedeschi (Kn). La cavalleria e l'artiglieria (Art) dei Borgognoni sono
considerati dai contemporanei le migliori d'Europa. lance
Carlo "Il Temerario" soffoca nel sangue le nuove rivolte fiamminghe (163) ed assale il suo
sovrano Luigi XI re di Francia (178) che gli resiste. L'astuto Luigi XI sobilla e finanzia
contro il duca di Borgogna l'Impero (167) e gli Svizzeri (161b), alleanza che si rivela
fatale per il ducato.
La caduta di questo grande principato segna la fine del medioevo e l'inizio del duello tra
Francia e Asburgo, che caratterizza le epoche successive.
Epoca dell'impero Romano e dei regni Romano-Barbarici (61-90).
Epoca delle invasioni degli Arabi, Vichinghi ed Ungari (91-120).
Epoca dell'impero Osmano e della Guerra dei Cent'Anni (151-180).
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