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GLI ESERCITI DEL D.B.A.

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Epoca dell'impero Osmano e della Guerra dei Cent'Anni (151-180).

(151) Cavalieri Teutonici.
Ordine formato esclusivamente da aristocratici tedeschi.
Dopo la cacciata dei latini dalla Terra Santa si stabilisce sulle rive del Baltico curando il commercio e la colonizzazione ai danni dei pagani Estoni (148a) e Lituani (148b). Combatte poi anche gli altri vicini, benché cristiani : Prussi (148a), Danesi (131a), Polacchi (149) e Russi (157), fondendosi all'ordine dei Portaspada.
Solo la minaccia Mongola (154) spinge i Teutonici ad accettare l'alleanza dei Polacchi o dei Russi, ma l'unione dinastica tra Polonia e Lituania ne causa la definitiva sconfitta e riduzione a vassallaggio.
L'esercito è formato dai fratelli dell'ordine (Kn), serventes (Kn, Cv, Sp), nobili prussi con seguito (Cv, LH, Ax), milizie fornite dalle città (Sp, Cb), nobili crociati provenienti da Germania, Francia, Fiandre e Inghilterra (Kn, Ax), Tedeschi (Ax, Cb) e arcieri inglesi mercenari, artiglierie.
Vestono mantelli bianchi con croci nere, elmi con piume nere, scudi con aquile, leoni o altri stemmi araldici.

(152) Latini dell'Impero d’Oriente.
I Veneziani ed i cavalieri della quarta crociata, principalmente Francesi, deviano dal loro obiettivo e conquistano Bisanzio dividendosi i territori dell'Impero: Venezia ottiene gran parte delle isole e delle coste; sono creati il regno di Tessalonica (ai Monferrato), il ducato di Atene (ai borgognoni de La Roche) ed il principato di Acaia (ai Villehardouin).
Privo di aiuti esterni e dell'appoggio delle popolazioni locali, l'impero di "Romania" subisce una disastrosa sconfitta dai Bulgari (147) ed è ridotto alla città di Bisanzio mentre i principati sorti in Grecia, spesso in disputa tra loro (152), cadono sotto i colpi della Compagnia Catalana (165) e dei Bizantini di Nicea (153), che infine riconquistano la propria capitale.
L'esercito è tipicamente feudale, basato sulla cavalleria pesante (Kn), affiancato da mercenari occidentali (Kn, Sp, Cb) ed orientali (Cv, Ps), anche Alani o Turchi (LH).

(153) Tardi Bizantini.
I crociati prendono Bisanzio e si spartiscono i suoi territori ma alcuni restano sotto il controllo dei nobili bizantini: i Lascaris si proclamano despoti di Nicea, poi imperatori, i Comneno governano l'impero di Trebisonda, gli Angelo il "despotato" dell'Epiro; principati minori sono a Filadelfia, nella valle del Meandro e a Samsun (presso Mileto).
I Bizantini di Nicea, risparmiati dalle invasioni Mongole, con un abile politica di alleanze combattono i Selgiuchidi (124), i Bulgari (147), l'Impero Latino (152) al quale tolgono la Tracia, parte della Grecia ed infine riprendono la propria capitale.
La successiva dinastia Paleologa continua le lotte contro i Bulgari (147), l'espansione della Serbia (142b) e quella Osmana (160a), anche con l'impiego dalla compagnia Catalana, che risponde ai giochi politici bizantini ribellandosi (165). Gli Osmani, utilizzati anche nelle lotte dinastiche, mettono piede in Europa, privano Bisanzio di tutti i territori, assediano più volte la munita città, infine la prendono e la ribattezzano Istambul, ponendo fine al millenario impero (160a, 160b).
L'esercito è formato da pronoia, nobili muniti di feudi (Cv) con il loro seguito (LH, Sp, Ax, Ps), mercenari occidentali (Kn), Turchi, Cumani, Alani (LH, Ax, Ps).

(154) Mongoli.
Temujin unifica alcune tribù mongole ed assume il titolo di Cingiz Qan (Sovrano fino agli oceani).
Le sue disciplinate armate sottomettono i principati dei turchi Uguri, il regno degli Hsia, poi occupano l'impero sino-mongolo Jin con l'aiuto dei ribelli Kitan, il regno Qara Kitai e la Corasmia (146) il cui ultimo principe è inseguito fino in India. Tornato in oriente Temujin stermina gli Hsia, colpevoli di non aver fornito il contingente militare richiesto, e muore durante questa campagna.
I suoi discendenti proseguono le campagne con la distruzione degli Jin e l'occupazione della Cina Sung (116). In occidente distruggono la setta degli Assassini, saccheggiano Bagdad, impongono il protettorato ai regni di Georgia (121), Armenia e Selgiuchide di Rum (124), sottomettono i Cumani (130), occupano la Russia (129), ottengono un tributo dai Bulgari ed effettuano devastanti incursioni in Polonia (149), Ungheria (119) e Slesia, lambendo i domini Teutonici (151), l'Austria e l'Adriatico.
L'esercito è organizzato in ordu. Il nucleo è costituito da cavalleria pesante scelta, armata di corazze lamellari di cuoio verniciato o cotte di maglia, scimitarre, mazze e lance uncinate (Cv), affiancata da cavalleggeri armati d'arco composito, spade e giavellotti (LH) che combattono anche smontati (Sp, Bw), nel qual caso usano un piccolo scudo rotondo. La guardia è chiamata keshik.
Sono poi impiegati ausiliari delle tribù turco-mongole associate alla conquista (Cv, LH, Ps), lancieri e balestrieri cinesi (Sp, Ps), lanciatori di nafta, razzi ed artiglieria portatile (Art). È fatto uso di frecce infuocate, fumo intossicante e qhuo-ch'iang (lancia di fuoco), un tubo che spara pallini mediante polvere da sparo. I Cinesi forniscono anche genieri per la costruzione di ponti e macchine d'assedio.
Per le segnalazioni sono impiegati grandi tamburi (naccara), bandiere di diversi colori, frecce sibilanti e segnali luminosi. Lo stendardo è chiamato tuk ed è formato da code di yack.
L'impero poi si spezza in quattro grandi formazioni politiche ed altre minori, in lotta tra loro (154):


(155) Islamici del regno di Granada.
Gli islamici di Spagna hanno i dominii sempre più ridotti dalla reconquista condotta dai regni di Portogallo, Aragona e soprattutto Castiglia (104, 171), spostando la capitale a Granada. Il piccolo regno sopravvive a lungo ma deve riconoscersi vassallo della Castiglia ed infine ed occupato.
L'esercito comprende cavalieri (Cv, LH) che imitano anche l'equipaggiamento cristiano (Kn), milizie cittadine (Sp, Cb), leve (Ps), mercenari e ghazi berberi (LH, Ps).

(156) Navarresi.
Il re di Navarra, piccolo regno a cavallo dei Pirenei, vanta diritti sul trono di Francia e prende ambiguamente parte alla guerra dei Cent'Anni contro Francesi (137, 171) e Spagnoli (171) facendo uso di truppe feudali (Kn, Ps), numerosi mercenari (Kn, Cb, Ax, Ps) ed alleati inglesi (Kn/Bd, Lb).

(157) Russi Post-Mongoli.
I principati russi devono versare un tributo e fornire truppe ai Mongoli dell'Orda d'Oro ma possono seguire una propria politica semi-indipendente.
Novogord subisce sul Baltico l'espansione dei cavalieri Portaspada (151). Kiev, Smolensk e Viazma sono invece occupati dallo stato polacco-lituano (148b, 149).
Il piccolo Principato di Mosca si espande con l'occupazione di Tver, Rjazan, Suzdal (157), guida la lotta contro i Mongoli (154), resiste al sacco dei Timuridi, sottomette Jaroslav, Novgorod, Pskov ed ingaggia una dura lotta contro i Lituani.
Lo stato è centralizzato, l'esercito è fornito dai piccoli proprietari terrieri (Cv, LH), da alleati mongoli o lituani (LH), da milizie cittadine (Sp, Bw) e da leve di contadini (Bw, Ps), che sono ridotti allo stato di servi.

(158) Egiziani Mamelucchi.
I Mamelucchi (schiavi) dell'esercito ajjubita con un colpo di stato si impossessano del sultanato governando sotto la dinastia dei Bahriti (ereditaria) e poi sotto quella dei Burdeziti (elettiva), con capitale sempre a El-Qahira (Il Cairo).
Lo stato guerriero ferma in Siria l'avanzata dei Mongoli (152) e degli Ilkanidi (159a), sconfitti sebbene aiutati da Selgiuchidi (124) ed Armeni (132). In seguito conquista gli ultimi possedimenti mussulmani (139) e cristiani in Siria (141), si espande in Cirenaica, lungo le coste del mar Rosso, sottomette i regni africani di Nubia e Makuria ed occupa Cipro (162a). La Siria è temporaneamente perduta ad opera del Tamerlano (159b) che ottiene la sottomissione formale del sultano Mamelucco. Dopo continue lotte gli Osmani (160a, 160b) soggiogano l'Egitto, pur lasciando notevoli autonomie.
Sono anche impiegate armi alla nafta, qarura (vasi incendiari). L'esercito è composto dalle seguenti truppe:


(159a) Ilkanidi.
I discendenti di Gengis Khan in Persia prendono il titolo di Il-Khan.
Contendono l'Asia centrale ai Mongoli (154) ed i tentativi di rinascita dei Covaresmi (146), l'Asia minore ai Selgiuchidi (124), la Siria ai principati ajjubiti (139) ed ai Mamelucchi (158) alleandosi anche con alcuni stati crociati, mentre altri stanno dall'altra parte (141). In seguito si islamizzano ma all'estinguersi della dinastia la Persia si frammenta politicamente (175).
Si diffonde l'uso della shemshir (spada curva).
L'esercito è di tipo mongolo con preponderanza di cavalleria turcomanna (Cv, LH), affiancata da fanti iranici (Ax) e macchine (Art).

(159b) Timuridi.
Dinastia turco-mongola fondata dall'emiro Timur "Gurigan" ("Lo Splendido"), che a causa di una ferita di freccia è chiamato in modo dispregiativo Timur "I Leng" ("Lo Zoppo"), per gli occidentali Tamerlano.
Timur riunisce sotto il suo comando numerose tribù turco-mongole (154) e dalla capitale Samarcanda lancia una serie di campagne di conquista e sterminio : Ad est saccheggia l'India ed abbatte il sultanato di Dehli (83a, 83b); A ovest rade al suolo Baghdad (175), sottomette gli Armeni di Cilicia (132), toglie la Siria ai Mamelucchi (158) ottenendone la sottomissione formale, sconfigge e cattura il sultano Osmano (160b), nonostante sia aiutato dal regno vassallo di Serbia (142b).
Timur muore mentre guida una spedizione contro la Cina ed i suoi discendenti, spostata la capitale a Herat, perdono gran parte dell'impero.
L’esercito è formato da nomadi delle tribù turco-mongole, organizzati in ordu, continuamente addestrati, sottoposti rigida disciplina, accampati mai troppo a lungo presso la stessa città, per evitare rilassatezze. I raparti si distinguono per l'uniforme di tessuti sgargianti e pellicce. Formano anche reparti scelti (Cv, LH), tra i quali la guardia (gautchin), affiancati dall'aristocrazia feudale, dalle sarbardar, milizie urbane formate da iranici impiegate come guarnigione e negli assedi (Bw, Ps).
Chi si distingue per atti eroici è nominato tarkhan (eroe), riceve onori ed esenzioni da tributi che trasmette ai discendenti.
L’arma principale è l’arco, affiancato da scimitarre, mazze, lassi. È diffuso lo scudo e l’elmo mentre altre protezioni, come bracciali e corazze, sono poco usate. In seguito vengono usati anche elefanti razziati in India (El) e macchine (Art).
Lo stendardo (tugh) è fatto di code di cavallo. Il campo comprende tende e mandrie protette da carri, in un'occasione difeso anche da donne in armatura (Fw).

(160a) Primi Osmani.
Dinastia turca fondata da Osman, o Othman (se l'iniziale dal greco è resa in inglese "th") da cui "Ottomani" (inesatto); "Osmanli" in turco; "Osmani" in arabo, lingua colta impiegata in tutti i documenti dell'epoca.
Gli Osmani approfittano della decadenza del sultanato di Rum, si rendono indipendenti, innalzano la bandiera rossa con mezzaluna bianca e pongono la capitale a Bursa. Si espandono ai danni di altri principati turchi e dei Bizantini (153) che li impiegano nelle loro guerre civili, poi li contrastano ingaggiando la Compagnia Catalana (165). Gli Osmani occupano la Tracia, si espandono nei Balcani sottomettendo il regno di Bulgaria (147) poi combattono la Serbia (142b) e l'Ungheria (166).
In Asia sono disturbati dalla potenza navale dei Cavalieri di San Giavanni (162a, 162b), contendono ai Mamelucchi (158) il possesso della Siria, poi perdono temporaneamente l'Asia Minore ad opera del Tamerlano (159b).
Il titolo ufficiale dei sovrani osmani è Padichah.
L'esercito è formato principalmente da ghazi, affiancati poi da mercenari turcomanni e balcanici che oltre la paga ricevono il diritto di bottino e sono chiamati musellum se cavalleria (Cv, LH) e yaya se fanteria (Ax, Ps).

(160b) Tardi Osmani.
Gli Osmani spostano la capitale ad Adrianopoli e continuano ad espandersi.
Nei Balcani (dal turco balkan = monte) occupano la Serbia (148b), resistono alle crociate Ungheresi (166), Polacche (149), Imperiali (167) e Veneziane (169), a quest'ultima potenza sottraggono territori in Grecia, Dalmazia e compiono incursioni in Friuli (i fuochi si vedono da Venezia), sottomettono dopo dura lotta l'Albania ribelle (177).
Bisanzio (153) è soggetta a tributo ed infine cade divenendo capitale con nome Der I Seadet (Porta della Felicità), ma è più diffuso il nome Istambul (dal vecchio quartiere Stambul). L'evento è celebrato aggiungendo alla bandiera rossa una stella a fianco della mezzaluna. Il palazzo del sultano è chiamato Bab î Ali (Eccelsa Porta), nome che passa poi al consilio ed è usato per designare l'impero osmano (frequentemente reso "Sublime Porta").
In Italia occupano temporaneamente Otranto. A Est dopo vari assedi prendono Rodi ai Giovanniti (162b), lottano contro i Mamelucchi (158) per il possesso della Siria e si espandono ai danni della Persia (175).
L'esercito comprende i seguenti tipi di truppe:


(161a) Primi Svizzeri.
In Svizzera i cantoni cittadini e rurali lottano per l'indipendenza contro i piccoli nobili locali (161a), spalleggiati dai potenti Asburgo duchi d'Austria (167), ed in seguito contendono il controllo dei passi alpini ai Savoia ed i Visconti (169).
Gli eserciti comprendono formazioni di alabardieri e pochi picchieri (Bd) appoggiate da scarsa cavalleria fornita dai nobili (LH) e da truppe leggere armate di archi e principalmente di balestre (Ps).

(161b) Tardi Svizzeri.
La confederazione svizzera diviene uno stato militare. Tutti sono obbligati a prestare servizio armato, a seguire esercitazioni e gare sportive durante le feste civili e religiose.
L'arma principale sono i kriegsknechte, grossi quadrati di picchieri (Pk), mentre il numero degli alabardieri viene diminuito (Bd). I fanti leggeri sono armati di archi, balestre, archibugi (Ps) ed eventualmente colubrine (Art). La scarsa cavalleria è fornita dai piccoli feudi, dai conventi e dagli eventuali alleati (Kn, LH).
La confederazione respinge gli ultimi assalti degli Asburgo (167), quelli Francesi (170) condotti anche con compagnie mercenarie (172) e quelli del ducato di Borgogna (180) alleati al duca di Savoia (169). In seguito si espande ai danni del ducato sforzesco di Milano riuscendo ad occuparlo temporaneamente.

(162a) Giovanniti a Cipro.
Dopo la cacciata dei latini dalla Terrasanta i Giovanniti si trasferiscono a Cipro, ospiti della dinastia dei Lusignano.
Qui cominciano la loro avventura marinara praticando incursioni ai danni dei Mamelucchi d'Egitto (158) e degli Osmani (160a).
L'ordine è una repubblica aristocratica, organizzato in 8 "lingue" a seconda della lingua parlata, pratica il commercio e la guerra di corsa ai danni sopratutto degli Osmani (160a) e dei Mamelucchi.
L'esercito è costituito da un nucleo di cavalieri nobili provenienti dall'Occidente (Kn) che vestono di rosso con la croce amalfitana bianca e mantelli neri, serventes (Cv), truppe da sbarco e milizie locali (Cb, Ps). Occasionalmente è rinforzato da crociati occidentali, per lo più italiani.

(162b) Giovanniti a Rodi.
I Giovanniti con l'aiuto di Genova occupano l'isola di Rodi e vi si trasferiscono da Cipro, potenziano la flotta, conquistano altre isole egee e continuano la guerra di corsa ai danni dei Barbareschi, dei Mamelucchi e degli Osmani.
Con aiuti d'occidente compiono numerosi attacchi sulle coste dell'Asia Minore in mano agli Osmani (160a, 160b), che sottopongono Rodi a duri assedi. I Giovanniti sono infine costretti a trattare la resa con gli osmani ed ottengono di poter abbandonare l'isola.
L'esercito è simile al precedente (Kn, Sp, Cb, Ps) con la diminuzione dei cavalli ed il potenziamento dell'artiglieria (Art).

(163) Fiamminghi.
La contea di Fiandra è l'unico feudo dell'ex-Lotatingia assegnato al regno di Francia ma i suoi conti, con abile politica, acquisiscono terre imperiali e sono quindi anche vassalli tedeschi. Notevole è lo sviluppo urbano, favorito dai commerci con l'Inghilterra.
La contea partecipa alle continue lotte tra principati renani (136, 167) ma l'avversario principale è il regno di Francia (137, 170) che tenta di controllare la contea a scapito del commercio con l'Inghilterra, causando quindi continue ribellioni guidate dalle città. La contea passa per matrimonio alla casa di Borgogna (173, 180) che favorisce la nobiltà e reprime ferocemente le nuove sollevazioni urbane.
Gli eserciti sono composti soprattutto da milizie urbane in formazione serrata (Pk, Bd), appoggiati da pochi cavalieri nobili o mercenari, per lo più tedeschi o italiani (Kn), da balestrieri (Cb), arcieri (Ps) e numerose armi da fuoco pesanti e leggere (Art, Cb) portate anche in battaglia o per difendere i campi trincerati, protetti da carri (Fw).

(164) Irlandesi Medioevali.
I clan ed i piccoli regni irlandesi continuano le lotte intestine (164) coinvolgendo i feudatari anglo-normanni dell'isola (144), quelli fondati da Norvegesi sulle isole vicine (128) ed il regno di Scozia (140).
L'esercito comprende i seguenti tipi di truppe:


(165) Compagnia Catalana.
La fine della guerra del Vespro lascia disoccupati numerosi mercenari, soprattutto almogavari (scorridori) spagnoli, che si riuniscono nella Grande Compagnia Catalana e trovano impiego per Bisanzio contro gli Osmani (160a). Ma la rivalità con i mercenari Alani (55d) degenera in battaglia ed alla richiesta degli arretrati i Bizantini rispondono con le armi (153). I Catalani respingono i Bizantini e trovano impiego nelle lotte tra i principati latini sorti in Grecia (152) fino ad impossessarsi del ducato d'Atene.
La Compagnia dispone di un'eccellente e coraggiosa fanteria (Ax) che combatte armata di tre giavellotti, affiancata da pochi cavalieri (Kn), ginetti (LH), balestrieri (Ps) e da mercenari turchi (LH). Dopo i tentativi di alcuni capitani di crearsi un dominio personale ai danni della Compagnia, il comando è condiviso da più uomini.

(166) Tardi Ungheresi.
Dopo la dinastia degli Arpad sale sul trono quella Angioina che espande il regno Balcani ai danni dei Serbi (142b), nei Carpazi ai danni dei Bulgari (147), mira al possesso del Friuli, del regno angioino di Napoli (169) ed ottiene con matrimoni l'unione della corona Ungherese con quelle Polacca (149) e Boema (167).
Il regno è indebolito dai grandi feudatari, dalle lotte dinastiche, dalla ribellione Hussita (176) e dall'avanzata Turca che dopo lunghe lotte ne occupa gran parte (160a, 160b) mentre il resto è occupato dagli Asburgo (167).
L'esercito è composto da cavalieri pesanti feudali (Kn), cavalleggeri Cumani armati d'arco (LH), mercenari tedeschi (Kn, Sp), fanterie fornite dalle città (Sp, Cb), leve contadine (Ps) ed in seguito adotta i carri di tipo Hussita (WW).

(167) Tardi Imperiali.
Verso la fine del medioevo l'Impero è un mosaico di principati laici, ecclesiastici, leghe di città e di cavalieri (piccola nobiltà), ma possiede un equilibrio interno che, pur non garantendo la pace, lo preserva dalle minacce esterne e gli consente de intervenire nelle dispute dei vicini. Questo equilibrio sarà spezzato dalla "Guerra dei Trent'anni".
Le discese in Italia di imperatori o principi si riducono a fatti occasionali (169). I principati del mar del Nord, e soprattutto l'Hansa, contendono il controllo del commercio alla Danimarca (131b). La Boemia ed i principati vicini sono colpiti dalla rivolta Hussita (176), l'Austria perde il controllo sui cantoni svizzeri (161a, 161b), guida una politica d'ingerenza nei regni di Polonia (149) e Ungheria (166) e deve fronteggiare l'espansione osmana nei Balcani (160b).
I principati renani lottano con Francia (170), Fiandra (163) e contro l'espansione del ducato di Borgogna (173, 180) contribuendo alla sua caduta. L'imperatore ne contende le spoglie alla Francia (178).
Gli eserciti sono composti da contingenti feudali (Kn, Ps), mercenari (Kn, Pk, Cb), milizie urbane (Pk, Cb, Ps) e cavalleggeri importati dall'est Europa (LH).

(168) Inglesi della Guerra dei Cento Anni.
Gli Inglesi scoprono nelle guerre contro la Scozia (140) l'efficacia della cooperazione tra cavalieri smontati (Kn, Bd) e masse di arcieri (Lb) sempre più numerose. Impiegando questa tattica invadono la Francia (170), ne occupano gran parte, intervengono nelle guerre civili dei regni spagnoli (171) e contendono inutilmente alla Borgogna (173) il controllo delle Fiandre.
L'esercito comprende anche cavalleggeri impiegati per scorrerie ed esplorazione chiamati hobiller (Cv), roncolieri gallesi o fanti guasconi (Ax) ed artiglierie (Art), impiegate prevalentemente negli assedi.

(169) Condottieri.
Gli eserciti dei principati italiani del rinascimento fanno largo uso di condottieri, capitani assoldati con i loro mercenari professionisti, bene addestrati ma poco motivati ideologicamente.
Oltre che combattersi tra loro (169), i principati devono respingere diversi invasori: Venezia contende la Dalmazia all'impero Osmano (160b) ed al regno angioino d'Ungheria (166) che mira anche al possesso del Friuli e del regno di Napoli, gli Imperatori (167) vantano ancora diritti in Italia Settentrionale, gli Svizzeri (161a) mirano al controllo dei passi alpini, il papato da Avignone invia compagnie mercenarie (172) a riconquistare lo Stato Pontificio.
La discesa di Carlo VIII (178) segna il primo grave colpo al sistema politico dei principati Italiani e gli Svizzeri (161b) si impadroniscono infine del ducato di Milano.
I frequenti contatti con eserciti disparati porta i condottieri ad adottare i diversi tipi di armi e tattiche. A fianco dei numerosi uomini d'arme (Kn) trovano impiego cavalleggeri ungari armati d'arco e stradiotti, chiamati anche cappelletti o albanesi (LH), balestrieri (Cb), alabardieri e picchieri secondo il costume svizzero (Sp, Pk), arcieri inglesi (Lb), fanti mercenari, cernide (Ax, Ps), occasionalmente mercenari Osmani (LH) ed alleati Albanesi (LH, Ax).

(170) Francesi Medioevali.
La dinastia dei Valois deve combattere contro i propri vassalli (170) e soprattutto contro il più potente tra questi : il re d'Inghilterra (168). Il lungo ed intermittente conflitto è chiamato "Guerra dei Cento Anni" e vi partecipano i feudatari di Navarra (156), Borgogna (173), le città fiamminghe (163) e nei momenti di tregua le compagnie di mercenari disoccupate (172).
Durante una tregua i Francesi si alleano agli Asburgo ed impiegano i mercenari disoccupati contro gli Svizzeri (161b) ma pur vincendo subiscono troppe perdite per continuare la campagna. In seguito l'eredità borgognona è contesa dall'Impero (167). L'esercito è formato da cavalieri nobili, feudali e mercenari (Kn) che combattono anche smontati (Bd), da balestrieri forniti dalle città o mercenari genovesi (Cb), da milizie contadine tenute in scarsa considerazione (Sp, Ax) e da bideaux guasconi (Ax). Inizia anche ad essere impiegata l'artiglieria (Art).

(171) Spagnoli Medioevali.
Portogallo, Castiglia ed Aragona proseguono la reconquista contro i Mori di Spagna, a fianco dei quali intervengono gli imperi berberi (125). I tre regni combattono lotte dinastiche coinvolgendo i vicini Navarresi (156), Anglo-Guasconi (168) ed Francesi (178), soprattutto con compagnie mercenarie (172).
L'Aragona si espande nel mediterraneo occupando le Baleari, la Sicilia e la Sardegna. La Castiglia ottiene per via matrimoniale la corona aragonese, estromette i mussulmani del regno di Granada (155), si espande nel Mediteranneo ai danni dei Berberi ed in America ai danni di Atzechi (105) ed Inca (150).
L'esercito è composto da cavalieri nobili (Kn), ginetti armati di giavellotti (LH), milizie urbane (Sp, Ax, Cb), fanti leggeri armati di giavellotti (Ax, Ps) chiamati almogavari (cioè "scorridori"), mercenari Francesi (Kn, Bd, Sp) o Inglesi (Bd, Lb).

(172) Libere Compagnie.
Nei periodi di pace o di tregua durante la guerra dei Cento Anni i mercenari licenziati proseguono le scorrerie per proprio conto ai danni delle città e delle campagne, guadagnandosi il soprannome di ecorcheurs (scorticatori). Più volte riescono a sconfigge gli eserciti dei nobili, delle città, persino del re (170) e a taglieggiare la corte papale di Avignone.
Per disfarsene l'unico sistema è ingaggiarli e inviarli a combattere altrove; contro gli Svizzeri (161b) ribelli agli Asburgo, nella guerra di successione di Castiglia (171) o nelle crociate papali contro i principati italiani (169).
Questi eserciti sono variamente composti ma predominano uomini d'arme Francesi, Guasconi, Italiani, Tedeschi (Kn/Bd), fanti di varie nazionalità addestrati a combattere all'inglese (Bd, Lb) e balestrieri o briganti (Ps).

(173) Primi Borgognoni.
La dinastia Valois del ducato di Borgogna inizia la sua grandezza grazie ad un matrimonio, che porta in dote la contea di Fiandra ed altri principati.
Il principato lotta contro i feudatari francesi confinanti (170). Nella fase finale della guerra dei Cento Anni è alleato all'Inghilterra contro la Francia (178) ma cambia alleanza dopo notevoli cessioni territoriali e contrasta i tentativi di sbarco in Fiandra dell'ex-alleato Inglese (168).
I duchi di Borgogna favoriscono i grandi feudatari a scapito delle città fiamminghe e devono sottomettere con la forza più di una rivolta (163). La forza è necessaria anche per estendere i domini a scapito di alcuni principati dell'Impero (167).
L'arma principale è la cavalleria feudale e mercenaria (Kn) che a fianco degli Inglesi combatte anche smontata (Bd) sebbene malvolentieri. Gli Inglesi forniscono contingenti di arcieri (Lb), le città Fiamminghe sono una buona riserva di picchieri (Pk) e l'esercito comprende balestrieri, anche mercenari (Cb).

(174) Cinesi della dinastia Ming.
La dinastia Ming guida la rivolta dei Cinesi contro i dominatori Mongoli (154), adotta il confucianesimo, chiude la Cina alle influenze straniere, segue una politica accentratrice e pacifica.
La capitale è spostata da Nanjing a Pechino, più vicino al confine settentrionale, e viene costruita la "Città Proibita". La Grande Muraglia viene rafforzata e munita di artiglierie. Contro le popolazioni delle steppe sono lanciate cinque grosse spedizioni che ne devastano i territori. Altre spedizioni sono lanciate contro l'Amman ed il Tibet. La Cina ottene inoltre tributi dal Giappone, dalla Corea, la Cambogia, il Siam e la Malesia.
Yong-Lo è l'unico imperatore cinese a sviluppare una politica marittima e commerciale: le sue navi giungono nel Pacifico Meridionale, nel Golfo Persico e nel Mar Rosso, ma le coste della Cina sono colpite dalle scorrerie dei pirati "giapponesi" (127).
L'esercito comprende cavalleria di tipo mongolo (Cv, LH) ma meglio equipaggiata, masse di fanteria tradizionale (Bd, Cb, Bw) e contadini (Ps). I cavalli sono acquistati in Asia Centrale dai nomadi Nüzhen (futuri Manciù).
Permane l'utilizzo dell'armatura di carta per la fanteria. Sono inventati gli hou-lung (Drago di Fuoco): razzi a due stadi formati da un tubo di bambù, 2 cariche di polvere pirica e 4 frecce a loro volta munune di razzi. La versione "ad alveare" è un grosso tubo a sezione esagonale con 32 frecce munite di razzi (Art). Sono adottate grosse baliste ed in seguito cannoni fusi dai missionari gesuiti (Art). Negli assedi sono impiegati torri mobili, scale ruotate, grossi uncini muniti di ruote e bilancere e corridoni ruotati a sezione rettangolare o a semicerchio.

(175) Persiani Islamici.
Dopo l'estinguersi della dinastia Ilkanide (159a) le confederazioni turcomanne Aq Qoyunln (Montone Bianco) e Qara Qoyunln (Montone Nero), si contendo la Persia (175) favorendo l'occupazione del Tamerlano (159b). Le lotte continuano sotto i Timuridi finché la Persia viene unificata dalla dinastia Safawide.
Questa dinastia è di origine araba e religione sciita, adotta il titolo Scià e pone la capitale a Tabriz. Ricaccia gli Uzbechi nel Turchestan e combatte duramente contro gli Osmani (160b) che per un periodo occupano Tabriz.
Le tribù turcomanne forniscono la base dell'esercito sia alle confederazioni che ai Safawidi, soprattutto tirkash-band, arcieri a cavallo che combattono anche smontati (Cv, LH, Bw Ps), un nucleo di pushan-dar, con cavalli corazzati (Cv), affiancati da ausiliari Curdi (Cv), Arabi (LH, Ps), fanti Iranici (Bw), gallughchi con compiti servili (Fw) e sanna (genieri).
Nell'esercito Safawide si distingue l'ordine militare degli estremisti Sufi.

(176) Hussiti.
La rivolta Hussita in Boemia è religiosa (contro il potere temporale della chiesa cattolica), sociale (contro i privilegi feudali) e nazionale (contro l'ingerenza tedesca ai danni dei Cechi).
L'esercito, formato principalmente da contadini e cittadini con poca cavalleria (Kn, Cv o LH), per contrastare i cavalieri crociati adotta la tattica della wagenburg (fortezza di carri, WW), fa largo impiego di cannoni, ribadequins (Art) ed adatta numerosi attrezzi contadini, soprattutto mazzafrusti (Bd).
Questa tattica, unita alla disciplina e all'alto morale, si rivela vincente contro i poco motivati crociati tedeschi (167) e ungheresi (166), ma le divisioni interne (176) porteranno infine alla sconfitta dell'ala estremista (taboriti).
La religione Hussita è tuttora seguita da una minoranza in Boemia.

(177) Albanesi di Skanderbeg.
Skanderbeg (Principe Alessandro, rievocando Alessandro "Magno") è il soprannome che gli Osmani (160b) danno all'abile capitano che guida l'eroica resistenza degli Albanesi, infliggendo loro cocenti sconfitte sotto la bandiera rossa con l'aquila bicibide nera.
La tattica seguita è quella mobile della guerriglia eseguita con cavalleggeri (LH) e fanti (Bd, Ax, Ps), favorita dal terreno e sostenuta solo da poche truppe inviate dal re aragonese di Napoli (Cv, Ax).
La tattica e l'astuzia di Skanderbeg si dimostrano efficaci anche nella breve guerra contro Venezia, che voleva indurlo alla pace con gli Osmani.

(178) Francesi delle Compagnie d’Ordinanza.
Vissuti tragicamente gli svantaggi di un esercito feudale o mercenario, la Francia emette una serie di Ordinanze per munirsi di compagnie permanenti stipendiate dalla corona.
L'esercito comprende i seguenti tipi di truppe:

Questo esercito riconquista la Normandia e l'Aquitania agli Inglesi (179), respinge l'offensiva del ducato di Borgogna (173, 180), contende senza successo l'eredità borgognona agli Asburgo (167) ed occupa parte dei principati Italiani (169) scontrandosi con la Spagna (171).

(179) Inglesi della Guerra delle Due Rose.
La crisi politica che segue alla perdita di gran parte dei possedimenti continentali, occupati dai Francesi (178) al termine della guerra dei Cento Anni, seguita dalla demenza di Enrico VI di Lancaster re d'Inghilterra (rosa rossa), favorisce la ribellione dei duchi di York (rosa bianca) che conquistano il trono dopo una lunga e sanguinosa guerra civile (179), alla quale partecipano anche gli Scozzesi (140). La riscossa guidata a Enrico Tudor pone fine alla breve dinastia York.
Gli eserciti impegnati sono formati in gran parte da nobili e loro clienti (Kn) che combattono quasi sempre smontati (Bd) affiancati da numerosi arcieri (Lb), nuclei di alabardieri (Bd) ed alcuni cannoni (Art), impiegati in campo aperto ma più utili negli assedi. Sono inoltre ingaggiati numerosi mercenari Francesi, Tedeschi e Scozzesi (Kn, Bw, Ax, Ps), armati anche con rudimentali armi da fuoco (Ps).

(180) Borgognoni delle Compagnie d ’Ordinanza.
Carlo "Il Temerario" duca di Borgogna cerca di dotarsi di un esercito stipendiato permanente creando le compagnie d'Ordinanza.
Ogni compagnia comprende piùlance formate da cavalieri pesanti (Kn), picchieri (Pk), arcieri (Lb), balestrieri a cavallo (LH) e "vivandiere" (Fw). Il tentativo riesce solo in parte ed il duca deve ancora contare su contingenti feudali (Kn), leve fiamminghe (Pk), mercenari Inglesi (Lb), Italiani e Tedeschi (Kn). La cavalleria e l'artiglieria (Art) dei Borgognoni sono considerati dai contemporanei le migliori d'Europa. lance
Carlo "Il Temerario" soffoca nel sangue le nuove rivolte fiamminghe (163) ed assale il suo sovrano Luigi XI re di Francia (178) che gli resiste. L'astuto Luigi XI sobilla e finanzia contro il duca di Borgogna l'Impero (167) e gli Svizzeri (161b), alleanza che si rivela fatale per il ducato.
La caduta di questo grande principato segna la fine del medioevo e l'inizio del duello tra Francia e Asburgo, che caratterizza le epoche successive.

  1. Introduzione.

  2. Indice Alfabetico.

  3. Epoca degli imperi Medio-Orientali (1-30).

  4. Epoca dei regni Ellenistici e Roma Repubblicana (31-60).

  5. Epoca dell'impero Romano e dei regni Romano-Barbarici (61-90).

  6. Epoca delle invasioni degli Arabi, Vichinghi ed Ungari (91-120).

  7. Epoca Feudale e delle Crociate (121-150).

  8. Epoca dell'impero Osmano e della Guerra dei Cent'Anni (151-180).

  9. Eserciti non ufficiali.

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