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(61) Gaelici.
Sono così chiamati i Celti che abitano l'Irlanda (da goidil).
L'isola è chiamata dai greci Irene, Hibernia o Juvenia ma dopo l'invasione degli indo-europei celtici
prende da questi il nome di Ireland o Eire (terra degli ariani).
La società è suddivisa in tre caste non rigide:
classe sacerdotale: comprende i druidi, i filid (poeti) ed i faith (indovini),
che occupano il posto più importante (Fw). Sono i detentori della conoscenza degli antichi ed i
guardiani delle tradizioni. È impiegato un alfabeto di 20 rune per brevi iscrizioni funebri o
commerciali (dal IV al X sec.). I maggiori cicli di leggende irlandesi sono il Mabinogion ed
il Tain Bo Guailnge (Furto del Toro di Coolie).
classe guerriera: comprende le famiglie reali, i nobili guerrieri, proprietari di
terre e bestiame, che combattono sui carri o a cavallo (LCh), e dai loro clienti (Wb, Ps).
Le armi più diffuse sono grandi spade, picche, madaris (giavellotti) e scudi oblunghi in legno
mentre altre armi difensive sono disprezzate. Le saghe narrano le gesta dei fianna, guerrieri al
servizio della giustizia.
classe produttrice: comprende liberi e non liberi, occupati nell'agricoltura e nella
pastorizia. I più abili nelle attività manuali o intellettuali diventano aes dana (gente d'arte).
Le fortezze sono costruite su terrapieni circolari con edifici in legno.
Politicamente sono raggruppati in fine (clan), famiglie allargate al quinto grado, nella quale le donne hanno
gli stessi diritti e doveri dell'uomo, compresi alcuni obblighi militari; i ragazzi sono spesso inviati ad imparare
un mestiere presso altre famiglie (fosterage). Più clan formano un piccolo tuatha (tribù
o regno), guidato da un ri (reuccio). I regni sono in tutto un centinaio e sono poi riuniti in quattro regni maggiori
che corrispondono ai quattro punti cardinali (Ulster, Connaught, Leinster e Munster) più uno centrale
(Midhe o Meath) con un ard ri (alto re), che risiede a Tara ma con poteri limitati. Le controversie sono
appianate da giudici ambulanti (brehons) o più spesso da reciproche scorrerie, duelli e guerre (61).
I gaelici compiono scorrerie ai danni delle coste del Galles (92), della Britannia romana (64, 69, 77a, 82), della Scozia (67)
che viene poi occupata dalla tribù gaelica degli Scoti (in galeico significa "pirati"). Le coste irlandesi sono poi
occupate dai Vichinghi (106a) che si fondono con la popolazione locale.
(62) Popoli delle Steppe.
Nelle steppe dell'Asia centrale i Turco-Mongoli conducono vita nomade, basata sulla caccia,
sulla pastorizia e sul controllo delle vie commerciali.
Gli eserciti sono formati da cavalleggeri armati d'arco (Cv, LH), sono inoltre impiegate lance,
lance uncinate, spade, mazze, asce, scimitarre e lassi (Ax, Ps). I guerrieri impiegano lo
scudo, corpetti in cuoio, raramente cotte di maglia e vestono di pellicce o stoffe
sgargianti.
Tribù, clan e famiglie sono guidate da aristocratici che relegano gli altri al ruolo di
semi-schiavi, creano deboli legami di vassallaggio grazie ai quali si susseguono diversi
imperi:
I cinesi chiamano Hsiung-Nu (Schiavi Malvagi) le popolazioni turche della Manciuria.
Unificate sotto la guida di un khan-yu (Capo Supremo) sottomettono Hsien-Pi, Tungusi,
Wu-sun, Kitan e sospingono a ovest gli Yueh-Chin (Popolo della Luna) che fondano il regno
Kushana (21b). L'impero Hsiung-Nu si estende dalla Siberia occidentale alla Manciuria, combatte
a lungo e con esito alterno contro l'impero cinese Chin (16c), che costruisce la Grande
Muraglia, poi Han (54) ed è infine abbattuto dagli Hsien-Pi (62). Usano armi in ferro, archi a doppia curvatura
a lunga gittata e freccie con punte munite di sferette d'osso affinché
fischino.
I turchi Hsien-Pi, guidati dal clan Mu-Jung, sottomettono Hsi, Kitan e dopo dure spedizioni gli
Juan-Juan, estendendosi dal Turkestan alla Corea. In Manciuria fondano un regno sinizzato con nome dinastico Wei, poi
Yuan. L'assimilazione è accelerata emanando opportune leggi.
La rivolta militare delle "Sei Guarnigioni" spezza il regno in Wei occidentali, Wei orientali
e Chou, in lotta con i Tre Regni sorti in Cina (72).
I turchi Juan-Juan (Insetti Sgraziati) sottomettono i Kao-kiu, soppiantano gli Hien-pi
ma subiscono la ribellione dei Turkut alleati ai Wei ed i loro resti sono respinti verso ovest,
dove sono identificati con gli Avari.
I Tou-Kiouè (per i Cinesi) o Turk-ut (per i Mongoli, "I Forti") rovesciano l'impero
Jaun-Juan e allargano i propri dominii dalla Mongolia al Turkestan. Successivamente il loro impero
si spezza nei canati orientale ed occidentale, entrambi subiscono le incursioni dei Tibetani (97), il
primo è sottomesso dai cinesi T'ang. Il secondo disperde gli Unni Eftaliti alleandosi ai
Sasanidi che poi combatte, subisce l'avanzata Araba, è sottomesso dai T'ang (95) e
viene rovesciato dagli Uiguri (62).
Lasciano il loro nome al Turkestan.
I turchi Uiguri (il nome significa "Gruppo sotto una Legge") creano il loro impero grazie alle crisi
dinastiche T'ang, pongono la capitale a Orkhon (odierna Qara-Balgasun) sotto la guida di un
quaghan che adotta il Manicheismo. Diventano sedentari ed adottano un alfabeto derivato
dal siriano (portato dai Nestoriani). Il loro Koudatkou Bilik (La Scienza del Governo)
è il più antico libro turco.
L'impero è abbattuto dalle tribù turco-mongole dei Khirghisi (62) provenienti dalla
Siberia.
I turco-mongoli Khirghisi abbattono il regno Uiguro ma sono a loro volta respinti a ovest, oltre
il Caspio e l'Aral, dal regno Kitan-Liao (114).
I mongoli Jurcet alleati ai Sung abbattono l'impero Kitan-Liao (114). Dopo dure lotte contro
gli stessi Sung (116) raggiungono la pace e si sinizzano assumendo nome dinastico Jin (Oro).
Sono abbattuti dai Mongoli alleati ai Sung e ai resti dei Kitan.
(63) Blemmi o Nabatei.
Sono entrambe popolazioni arabe. I cavalieri (Cv) sono affiancati da bande di fanti (Ax, Ps) ed a
volte da mercenari di Roma ribelli (Sp).
I Blemmi effettuano scorrerie in Egitto ai danni dei Tolomei e dei Romani (64, 69, 77b)
dai quali sono poi accolti affinché difendano il delta del Nilo dalle scorrerie di altri
Arabi.
I Nabatei migrano all'interno della Siria approfittando della decadenza dei Seleucidi e
fondano un regno con capitale Petra. Svolgono commercio carovaniero e seguono una politica
ondeggiante nei confronti dei Romani (64), fornendo loro ausiliari e guide quando marciano
contro i loro stessi nemici, altrimenti colpendoli con scorrerie. Sono infine occupati da
Roma. In seguito partecipano alle lotte tra l'impero Bizantino (86) e quello
Sasanide.
(64) Romani del Primo Impero.
Dal princeps Ottaviano Augusto in poi l'Imperatore accentra su di sé sempre
più potere ai danni delle cariche repubblicane e del senato. Sul trono si susseguono la
dinastia Giulio-Claudia e, dopo una violenta guerra civile (64) quella Flavia, seguite
dall'età aurea dell'Impero sotto gli Antonini, detti Imperatori Adottivi.
L'esercito, dopo le riforme di Augusto, è costituito dalle legioni (Bd) formate da
cittadini romani, affiancate dagli auxilia, privi di cittadinanza, che formano corpi di
cavalleria (Cv), fanteria (Ax) e tiratori leggeri (Ps), specialmente Galli romanizzati. Sono
inoltre utilizzate truppe alleate della zona di operazioni (Ax, LH, Wb, Ps) e macchine leggere,
tra le quali l'efficace carrobalista (Art).
L'impero si espande su tutti i confini:
Balcani: La regione viene occupata ma è necessario
reprimere una vasta ribellione delle bellicose tribù illiriche che poi
forniscono auxilia ed ottimi cavalieri (Ax, Cv).
Africa: Il regno di Mauretania (65) viene sottomesso ma le
popolazioni restano irrequiete, come i vicini Numidi (53). Spesso i cavalleggeri
numidi servono come auxilia negli altri teatri di guerra (LH).
Reno: Le legioni passano il Reno ma non riescono a sottomettere
i Germani (57) dalle scorrerie dei quali devono difendersi. Una dura guerra è
combattuta contro la sollevazione dei Batavi, appoggiata da auxilia germanici
(Wb) ed altre tribù.
Britannia: L'isola viene in gran parte occupata (60) ma bisogna
poi contrastare le incursioni di Gaelici (67) e Caledoni (61).
Danubio: Il pericoloso regno dei Daci (68) è abbattuto
dopo due violente guerre.
Mar Nero: È imposto il protettorato al regno Bosforiano
(55b), aiutandolo contro i vicini Rossolani (55a), Siraci e Iazygi (55c).
Oriente: Sono inglobati gli ultimi principati indipendenti come
la Giudea (66), più volte ribelle, e l'Arabia Nabatea (63), ma soprattutto
viene conteso il controllo dell'Armenia (44) alla Partia (51).
I principati resi clienti forniscono auxilia, come arcieri a piedi e a cavallo
(LH, Ps), mentre le legioni orientali si dimostrano meno agguerrite di quelle renane e
danubiane.
(65) Mauri.
Africani chiamati "Mauri" dai Cartaginesi perchè di pelle mora, in seguito anche dai
Romani.
Muovendosi a cavallo (Cv, LH) con l'appoggio di truppe leggere armate di fionde e giavellotti
(Ps), compiono scorrerie in Africa contro i territori romani (64, 69, 77a), poi contro i Vandali
(84), infine contro i Bizantini (86).
(66) Israeliti.
Gli Istraeliti, guidati dagli integralisti Zeloti, si ribellano ai Romani (64) e riportano
alcuni successi ma in seguito la loro terra è devastata, Gerusalemme, dopo un duro assedio,
viene rasa al suolo e gli ultimi ribelli, assediati nella fortezza di Masada, si suicidano
in massa per non essere catturati.
Un'altra grossa ribellione scoppia sotto l'imperatore Adriano, guidata dal falso messia Shimon
Bar Kosebah (cioè "Figlio della Stella"), ed è domata con l'impiego di
numerose forze dopo tre anni di lotte e devastazioni.
Le truppe comprendono soprattutto bande di fanti (Wb, Ps), arcieri (Ps), che dopo i primi
successi tolgono ai Romani armi (Ax) e cavalli (Cv).
(67) Caledoniani o Pitti.
Nome dato dai Romani ai celti o pre-celti che popolano la parte settentrionale della
Britannia.
Sono detti Picti in quanto usano dipingersi di blu in battaglia. Combattono secondo il
costume celtico, i nobili su carro (LCh) o a cavallo (Cv, LH), seguiti dalla fanteria (Wb, Ax,
Ps).
Subiscono l'invasione degli Scoti gaelici (61) che occupano parte della Scozia, effettuano
scorrerie nella Britannia romana (64, 69, 77a, 82) e contrastano poi l'invasione Sassone
(75a, 75b).
(68) Daci.
Popolazione di origine Tracia, formano un regno sul Danubio.
Il re è affiancato da un gran sacredote e da un'aristocrazia tribale (tarabostes e
pileati). Sottomettono alcune tribù celtiche, le città greche del mar Nero e si
espandono nei Balcani. Le incursioni contro i Romani provocano due dure guerre ed il regno è
annesso da Roma (55c, 64).
L'esercito è composto principalmente da combattive bande (Wb, Ps), appoggiate da cavalieri (LH)
d'influsso sarmatico e truppe addestrate alla romana (Bd).
(69) Romani del Medio Impero.
Questo tormentato periodo inizia con l'asta del trono imperiale da parte dei pretoriani e
termina con la riunione dell'Impero da parte di Costantino "Il Grande".
L'esercito continua a basarsi sulla fanteria pesante legionaria (Bd) affiancata da auxilia
(Cv, Ax, Ps) ma vi assume maggior importanza la cavalleria che forma unità centralizzate
di riserva mobile (Kn, Cv), con l'utilizzo di cavalieri illirici scelti (Cv), cavalleggeri
numidi ed arcieri a cavallo orientali (LH). Sempre più utilizzati sono i numeri
formati da barbari (Cv, Ax).
L'impero contiene le incursioni lungo tutti i suoi confini:
Reno e Danubio: Le confederazioni germaniche dei Franchi,
Alemanni (74), Sassoni, Suebi (75a), Goti e Vandali (70).
Britannia: Caledoniani (67) e Gaelici (61).
Africa: Mauri (65).
Oriente: Armeni (44) e Sasanidi (73a). In Egitto i Blemmi
(63).
Tuttavia la maggior parte delle risorse politiche e militari viene impiegata nelle guerre
civili (69). L'Impero cade nella Grande Anarchia, durante la quale fino a 30 pretendenti ne
governano contemporaneamente una fetta.
Aureliano "Restitutor Orbis" sconfigge Zenobia regina di Palmira (76), poi pone fine
all'Impero delle Gallie riunendo l'Impero ma in seguito Diocleziano spartisce il governo tra
più generali che tornano a combattersi (69, 77a) fino alla vittoria di Costantino.
(70) Primi Goti o Vandali.
I Goti appartengono alle tribù germaniche orientali.
Riuniti sotto un re si spostano dalla Svezia meridionale (Gotland) a nord del Mar Nero dove si
dividono in Ostrogoti ("Goti Brillanti", a est) e Visigoti ("Goti Saggi", a ovest).
Gli Ostrogoti creano un vasto regno combattendo i vicini Bosforiani (55b), Rossolani (55c),
Alani (55d) e Gepidi (85). Compiono incursioni via mare in Asia Minore ed Egeo ai danni dei
Romani (69, 77b) e sono poi sottomessi dagli Unni (79). Successivamente si spostano in Illirico
ed infine in Italia.
I Visigoti si stanziano in Dacia, compiono incursioni nei Balcani ai danni dei Romani (69,
77b) che all'arrivo degli Unni li accolgono nell'impero. Si ribellano per i maltrattamenti
subiti ed infliggono all'imperatore Valente la disastrosa sconfitta di Adrianopoli.
Passano poi in Gallia dove fondano un regno con capitale Tolosa, combattono i Franchi (74) e si
espandono in Spagna ai danni dei Vandali (70), lasciando (assieme agli Alani) il nome alla
Catalogna (Gotia-Alania).
I Vandali (Abitatori della Costa, Wand=costa) sono tribù germaniche orientali
affini ai Goti ed ai Burgundi stanziate tra la Vistola e l'Oder.
Si spostano in Pannonia, compiono scorrerie contro Mesia e Norico dei Romani (69, 77a) che ne
deportano parte in Britannia. Penetrano in Gallia sconfiggendo i Franchi (74) foederati
romani, se la disputano contro gli altri Germani invasori (75a) ed i patrizi (81), poi occupano
la Spagna ma sono respinti verso sud dai Visigoti lasciando il loro nome alla
[V]Andalusia.
Dapprima esclusivamente bande di fanti (Wb, Ps), divengono poi buoni cavalieri (Kn, LH)
affiancati anche da cavalleggeri Alani ausiliari (LH).
(71) Annamiti.
Popolazione dell'Indocina settentrionale che subisce influenzi cinesi (confucianesimo e
taosimo) ed hindù (buddismo).
Il regno dell'Annam subisce da nord l'espansione cinese della dinastia T'Ang (95), da est
quella dei Birmani (98), mentre a sud lotta con esito alterno contro Champa e Khmer (110),
riuscendo infine a occupare tutto il Champa, ma è sottomesso dai Mongoli (154).
L'esercito comprende cavalieri (Cv), elefanti (El), guardie (Bd), fanteria (Wb, Ax) e
arcieri (Bw, Ps).
(72) Cinesi dei Tre Regni.
Alla caduta della dinastia Han la Cina si smembra nei San-Kuo (Tre Regni):
Wei (a nord), governato dalla dinastia Ts'Ao,
Wu (a sud-est), governato dalla dinastia Sun Ch'üan,
Chu (a nord-ovest), governato dalla dinastia Liu Pei.
Le loro lotte (72) sono descritte nel successivo "Romanzo dei Tre Regni".
Il regno Wei riunifica l'impero fondando la dinastia Ts'in, proclama il buddismo religione di
stato (a corte però si diffonde il taoismo), ma perde la Cina del nord per le invasioni
degli Hsiung-Nu, unificati sotto un unico capo, che prendono anche la capitale, quelle dei
mongoli Hsien-Pi (62) e le prime incursioni Tibetane.
Al nord si forma poi il regno To'pa (buddista) che con le dinastie Wei Settentrionale e Suei riunifica
tutta la Cina, respinge i Turchi, si espande in Asia Centrale (62) fino al regno Khusan (21b), invade a
sud il regno Champa (110). La pressione fiscale e tre disastrose campagne contro la Corea (78)
scatenano le rivolte che abbattono la dinastia Suei.
L'esercito comprende la cavalleria (Cv) che sostituisce completamente i carri ed adotta anche
armature più pesanti (Kn), ausiliari turchi sinizzati (LH), la fanteria tradizionale (Cb,
Sp, Ps) ed indovini (Fw). L'arma che identifica i comandanti è l'ascia. Le truppe scelte
Wu sono denominate "Risolutori di Difficoltà", quelle Chu "Interpreti del Destino". La
guerra deve essere combattuta per un motivo giusto e non deve coinvolgere i
civili.
(73a) Primi Sasanidi.
Il sovrano dei Farsi rovescia la dinastia Asarcide dei Parti (51) e fonda la dinastia
Sasanide (dal nome Sasan di un suo antenato), dichiarando la restaurazione dell'impero
Persiano Achemenide.
Lo shahanshah (re dei re) ha sotto di sè 4 sovrani, 7 vaspuhrakan (capi di
grandi famiglie), numerosi vazurkan (grandi ufficiali, dignitari e amministratori), capi
villaggio e piccoli proprietari terrieri. Questa nobiltà gerarchizzata fornisce i
contingenti dell'esercito ma anche il clero ha notevole potenza (mazdeismo).
L'esercito comprende le seguenti truppe:
Catafratti: Sono il punto di forza dell’esercito sasanide (Kn), armati di lancia, arco,
armatura e corazza di cuoio per il cavallo. Comprendono il corpo scelto dei 10.000 "Immortali",
spesso impiegato come riserva. I Romani li chiamano ironicamente clibanarii (forni da
campo).
Aswaran: Cavalieri nobili variamente armati in proprio
(Cv).
Cavalleggeri armati di arco (LH), formati dal seguito dei
nobili.
Paighan: Leve contadine, numerose ma scarsamente
equipaggiate (spade, archi, fionde, giavellotti, a volte pavesi) e poco addestrate
(Ps).
Gyanavspar: Cavalieri fanatici religiosamente votati al
sacrificio.
Pushtighban: È la guardia di palazzo dello
shahanshah ed ammonta a 1.000 uomini. Lo shahanshah dispone inoltre di
una buona fanteria equipaggiata con corta spada, lancia e scudi circolari (Sp), di una
scorta di un centinaio di arcieri e di macchine per gli assedi (Fw).
Elefanti indiani, impiegati come mezzo di sfondamento o come
punto d'osservazione del comandante.
Contingenti ausiliari dei popoli vassalli e mercenari, tra i
quali la cavalleria eftalita (LH) e la buona cavalleria armena (Cv).
Lo stendardo imperiale raffigura un leone, quello del comandante dell'esercito è invece
oro e argento, è chiamato drafsh i kavyan ed è scortato da lancieri ed
arcieri, altre bandiere sono rosse. Reparti regolari portano trombe e tamburi.
A est l'impero sottomette i Khusana (21b) e subisce le scorrerie dei Turchi e degli Unni Eftaliti
(79), mentre a ovest contende l'Armenia (44), la Siria e la Babilonia a Roma (69, 77b) ed al
breve ma glorioso regno di Palmira (76).
(73b) Tardi Sasanidi.
Dopo una serie di crisi religiose, feudali e dinastiche (73b), l'impero Sasanide recupera e
supera la precedente grandezza : occupa la Battriana entrando in contatto con l'India (83a),
toglie lo Yemen agli Etiopi, combatte i Khazari (93) e soprattutto l'impero Bizantino al quale
toglie la Siria e Gerusalemme (86, 91). Tuttavia fallisce l'assedio a Costantinopoli, subisce
le fiaccanti controffensive bizantine e crolla agli assalti degli Arabi mussulmani (96).
Nell’esercito il comando unico è sostituito da quattro spahbad (comandanti di zona).
La cavalleria pesante nobiliare lascia il posto alla cavalleria pesante pagata dal re dei re,
che fornisce anche la cavalcatura e le armi: lancia, due archi, mazza o ascia (Cv). La piccola
nobiltà (dihqans) fornisce la cavalleria leggera armata di arco (LH). Si continua
ad impiegare elefanti (El) e contadini a piedi male armati (Ps) a fianco dei reparti del
re (Sp).
Gli ausiliari sono forniti da stati cuscinetto a regime militare appositamente creati lungo i
confini e comprendono montanari Sigistani e Dailamiti, cavalieri caucasici Albanesi, fanti
indiani Kusana, cavalleggeri unni Eftaliti, fanti e cavalieri Armeni ed Arabi. Progredisce la
tecnica d’assedio e l’arte militare è trattata da libri scientifici.
(74) Primi Franchi, Burgundi, Alemanni o Rugi.
Queste popolazioni germaniche eleggono un capo solo in caso di guerra, combattono prevalentemente
a piedi, divise in caste di nobili (Cv/Bd), liberi (Wb, Ps) e leti (servi, Fw).
I Franchi (da fram, cioè "ardito" oppure da franka; "lancia")
sono una confederazione di tribù del basso Reno (Butteri, Catti). Compiono incursioni
nella Gallia romana (69, 77a) dove sono accolti come foederati, fondano un regno feudale
con capitale Soisson e sono poi ricompensati comprendendoli nel diritto latino (ed il nome
"Franco" assume quindi il significato di "libero" che ha tuttora).
Sotto la dinastia Merovingia distruggono il regno di Siagrio (81), unificano i Franchi Salii e
Ripuari, tolgono le rive del Reno agli Alemanni (74) e colonizzano la regione che prende il
nome di Franconia. Alleati agli Ostrogoti d'Italia respingono i Visigoti (70, 80) ai Pirenei,
con i Sassoni si spartiscono l'esteso regno dei Turingi (75), annettono la Burgundia (74),
sottomettono gli Alemanni ed i Bavari (75a). Danno il nome alla Francia.
Usano precedere la carica con un lancio di angon (giavellotti uncinati) e francische
(asce) da breve distanza. Nella mischia usano scudi ovali, framee (corte lance), lunghe
spade e scramasax. Sono vestiti di sole stoffe e pellicce, senza corazze ed elmi.
I Burgundi (da Burghen, significa "Che abitano in borghi", cioè in
cittadine) sono abili fabbri e sono considerati più civilizzati dei loro simili. Sono
affini ai Vandali. Si spostano dalle coste del Baltico al rive del Reno dove fondano un regno
con capitale Worms, combattono gli altri Germani (74, 75a), compiono incursioni in territorio
romano (69, 77a), e sono quasi distrutti dall'alleanza tra Roma e gli Unni (79), dando vita al
ciclo di leggende dei Nibelunghi. I superstiti sono accolti come foederati nella valle
del Rodano (da loro deriva l'attuale nome Borgogna) mescolandosi ai latini, e sono infine
sottomessi dai Franchi.
Gli Alemanni (dal gotico Alamans) sono una confederazione di tribù Sveve
stanziate tra l'Elba e il Meno, tolgono poi ai Romani (69) la zona tra il Reno ed il Danubio,
sono sottomessi dai Franchi (74), liberati dal regno Ostrogoto d'Italia, nuovamente sottomessi
dai Franchi, divengono ducato. Il loro modo di combattere è simile a quello dei Franchi ma con
un maggior impiego del cavallo.
I Rugi (affini ai Vandali) dal Baltico si stanziano sul Danubio, effettuano scorrerie ai
danni dei Romani (69, 77a) che poi li accolgono come foederati in Norico (Austria)
dove sono sottomessi dagli Unni (79), dagli Eruli ed infine dal regno Ostrogoto d'Italia
(88).
(75a) Primi Sassoni, Frisoni, Suebi, Bavari o Turingi.
Come gli altri Germani sono divisi in caste di nobili (Bd), liberi (Wb, Ps) e leti
(servi, Fw). A differenza dagli altri Germani; Sassoni, Frisoni e Bavari non si evolvono in
monarchia.
I Sassoni prendono il nome dalla loro spada, il sahs. Effettuano scorrerie sulle
coste Galliche e Britanne ed infine occupano gran parte dell'Inghilterra scontrandosi con
Britanni romanizzati (82), Gallesi (90) e Caledoniani (67).
Quelli rimasti in Sassonia, divisi in quattro gruppi, dopo sanguinose guerre sono sottomessi da
Carlo "Magno" (74). Sono l'ultima popolazione germanica rimasta pagana.
Combattono prevalentemente a piedi, armati di lancia, spada, scramasax, più raramente con
ascia da lancio. Per proteggersi usano lo scudo, leggero, rotondo, convesso, bordato di ferro e
munito di umbrone.
I Frisoni dal Mar Nero si spostano sulle coste del Mar del Nord dove entrano a far parte
della confederazione dei Sassoni, sono poi respinti e sottomessi dai Franchi (74).
Gli Suebi (comprendono Marcomanni, Quadi, Ermonduri e Senoni) penetrano in Gallia contesa
ai Patrizi Romani (81) ed ai Visigoti (70), si impadroniscono della Spagna nord-occidentale e
dopo dure lotte sono sottomessi dal regno Visigoto di Spagna (80).
I Bavari (Baiovarii, abitanti della Boemia) sono affini ai Marcomanni. Dalla Boemia
si spostano nell'attuale Baviera dove si mischiano ai locali Celti, si espandono in Stira e
Carinzia, contrastano le scorrerie degli Slavi (89) e degli Avari (90), dai quali adottano l'uso
di combattere a cavallo. Sono infine sottomessi dai Franchi formando un ducato.
I Turingi sul Meno sono resi tributari dagli Unni. In seguito si espandono all'Elba, al
Danubio, alla Boemia e alla Saale, lottano contro Eruli e Longobardi (85) ma il loro vasto regno
viene spartito tra Franchi (74) e Sassoni (75a). Formano un ducato che da loro prende il nome
Turingia.
(75b) Anglo-Sassoni.
Gli invasori Sassoni, Angli e Juti fondano ai danni dei Britanni (82) dei regni in continua lotta
per la supremazia (75b) e contro i vicini. Il re è elettivo, affiancato da un
witan (consiglio) e dai theng (nobili) che formano il nucleo dell'esercito,
completato dal fyrd (leva generale obbligatoria).
I regni principali sono sette, ed il periodo è quindi detto dell'Eptarchia:
Humber, poi Northumbria: Accoglie il cristianesimo e raggiunge
per primo l'egemonia, è abbattuto dal regno pagano di Mercia, poi è
occupato dai Norvegesi, che danno ad Ebracum il nome di York, in onore al loro capo
Yorvick.
Anglia (Angli) poi Mercia: Prende il posto della Northumbria
come regno egemone, è assoggettato dal Wessex poi colonizzato dai Danesi.
Kent: Perde il Surrey ad opera del regno del Wessex ed è
poi interamente occupato.
Essex (Sassoni dell'Est): Lotta con gli altri regni subendone
l'egemonia.
Sussex (Sassoni del Sud): Lotta con gli altri regni, è
occupato dal regno di Mercia.
Wessex (Sassoni dell'Ovest): Prende il posto egemone della
Mercia ma vede i suoi domini ridursi ad opera dei Danesi, che colonizzano l'Est Anglia
dandole il nome di Danelaw (sottoposta a Legge Danese).
Quasi interamente occupato, il Wessex riconquista la Mercia, la Northumbria con York,
il Danelaw ed agli ultimi Britanni la Cornovaglia assumendo il titolo di "Rex
Anglorum". Tuttavia i successivi attacchi Danesi impongono al re il
Danegelg (Tributo Danese) ed infine gli tolgono la corona.
(76) Palmireni.
L'impero romano è travolto dall'anarchia militare ed in Oriente il generale Odenato diviene
principe indipendente, tiene testa ai Sasanidi (73a) ed espande i domini all'Egitto e all'Asia
Minore. L'imperatore Aureliano (69) sconfigge e cattura sua moglie Zenobia, successa al marito,
e rade al suolo la città ribelle.
L'esercito di Palmira comprende forti catafratti (Kn) alla maniera orientale, cavalieri e
cammellieri (Cm, LH) forniti anche da tribù arabe sottomesse, i resti dei reparti legionari
e ausiliari romani (Bd, Ax) ed una mediocre fanteria formata da orientali (Bw).
(77a) Romani dell'Impero d’Occidente.
Costantino "Il Grande" riunisce l'Impero e riforma l'esercito che comprende truppe scelte
palatine (Kn, Cv, Bd, Ax) affiancate da poco valide truppe di guarnigione alla frontiera (Ax,
Ps), bellicosi foederati barbari (LH, Cv, Ax) e macchine da guerra (Art). foederati
Alla sua morte divide l'Impero tra i suoi figli e nipoti causando così il riaccendersi
delle guerre dinastiche (69, 77b) e delle incursioni:
Britannia: Incursioni dei Gaelici (61) e Caledoniani (67).
Africa: Incursioni dei Mauri (65).
Reno e Danubio: Scorrerie in profondità delle
confederazioni germaniche (74, 75a, 70, 80) e dagli Alani (55d). Gran parte del
territorio dell'impero occidentale è devastato, spopolato, impoverito ed
infine occupato da regni germanici.
(77b) Romani dell'Impero d’Oriente.
L'Oriente Romano è governato da Costantinopoli, è minacciato sul Danubio dai Goti
(70) e soprattutto dal potente regno degli Unni (79), mentre contrasta le scorrerie degli Arabi
(63), cerca di mantenere il controllo sull'Armenia (44) durante l'anarchia del regno Sasanide
(73a) ed interviene nelle lotte civili della parte occidentale dell'Impero (77a).
L'esercito comprende ancora fanteria pesante legionaria (Bd) affiancata da cavalleria romana
(Cv), arcieri a cavallo orientali (LH) e contingenti di barbari foederati (Kn, Cv, Ax,
Ps). La scomoda preponderanza di barbari nell'esercito viene bilanciata arruolando
numerosi Isauri, montanari indipendenti del Tauro, e l'assassino dei principali generali
libera l'impero orientale dalla tutela dei Germani. foederati
(78) Coreani.
Il paese è chiamato Corea dai Giapponesi, dai Coreani Chosyon, cioè "Paese del Mattino
Tranquillo".
Diviso in vari regni (Peakche, Koguryio, Silla) che subiscono influenze cinesi (72, 95, 116), anche
in campo religioso (buddismo, taoismo, confucianesimo) e giapponesi (127a, 127b). Questi due
paesi cercano di imporre la propria egemonia ma non riescono a controllare l'intera
penisola a causa della forte resistenza, favorita dal terreno montagnoso. Il regno di Silla,
appoggiato dalla Cina, diviene potenza egemone e poi decade. I Coreani resistono ai mongoli
Kitan (114) ma sono poi sottomessi dai Mongoli (154).
L'esercito comprende cavalieri (Kn, Cv, LH) e fanti (Sp, Bw).
(79) Unni.
Popolazione mongolica erede della tradizione guerriera degli Hsiung-Nu.
Invadono l'Europa travolgendo sul Volga Alani (55d), Eruli, Bosforiani (55b) e Roxolani (55c).
Distruggono l'impero Ostrogoto (70), cacciano poi i Visigoti dalla Dacia ed effettuano scorrerie
oltre il Danubio ai danni dell'Impero Romano d'Oriente (77b), dal quale ottengono un tributo,
infine si alleano ai Romani d'Occidente e massacrano i Burgundi (74).
Attila "Flagello di Dio" unifica le tribù unne, triplica il tributo a Bisanzio, sottomette
Germani (75a) e Slavi creando un vasto impero che in parte si civilizza per l'influenza
romana. Gli intrighi politici dell'impero d'occidente lo portano a saccheggiare le Gallie,
dalle quali è cacciato da Ezio (81) e ad invadere l'Italia, che evacua dopo un misterioso
accordo con papa Leone "Magno".
Dopo la morte di Attila le dispute dinastiche favoriscono la ribellione di Gepidi (85), Ostrogoti
ed Eruli e la dissoluzione del suo impero. Gli Unni sono dispersi ed assimilati dalle altre
popolazioni.
Gli affini Unni Bianchi, chiamati anche Eftaliti, effettuano scorrerie contro l'impero Sasanide
(73a) e in India (21b), ma sono sconfitti ed assimilati.
L'esercito è formato da ottimi cavalieri armati di lazzo, giavellotto, spada, solo
pochi di valaska (ascia unna) e principalmente d'arco (Cv, LH), affiancati da ausiliari delle
tribù sottomesse sarmate (Kn) e germaniche (Wb, Ps). valaska
(80) Tardi Visigoti.
Dapprima lottano in Gallia contro Franchi (74), Romani (77a), Patrizi (81), poi come foederati romani cacciano
i Vandali dalla Spagna e creano un regno con capitale Toledo. Si espandono ai danni degli Suebi (75a) ma perdono i
territori Gallici ad opera dei Franchi alleati al regno Ostrogoto d'Italia (88).
La monarchia è elettiva e ciò genera dispute dinastiche (80) che affiancate a quelle religiose
favoriscono la temporanea occupazione di parte della costa meridionale da parte dei Bizantini
(86) e la rapida e definitiva conquista da parte degli Arabi (96, 103) dalla quale si salvano
pochi feudatari rifugiatisi tra le montagne all'estremità nord-occidentale, nuclei dei futuri
regni Spagnoli.
L'esercito inizialmente è tipicamente germanico; formato da cavalieri (Kn, Cv) e da bande (Wb, Ax) ma in seguito
assimila l'organizzazione imperiale romana; suddiviso in tiufadas (migliaia), centenas e decanias,
fornite dai contingenti dei nobili (dux, condes, vicari e thiufados), che i sudditi hanno
l'obbligo di seguire in guerra (Kn, Cv), compreso un servo su dieci (Ax). Il seguito scelto del re è formato da
gardingos (dal gotico gardos, "casa") e da fideles (Kn, Sp).
(81) Patrizi Romani.
All'allentarsi del potere centrale dell'Impero Romano, molti latifondisti, governatori e generali
romani o barbarici assoldano truppe private per difendersi dalle incursioni germaniche e dalle
altrettanto nocive prepotenze dei barbari al soldo dell'Impero.
Combattono in Francia contro Visigoti, Vandali (70), Franchi, Burgundi (74), Frisoni, Sassoni
(75a) e Unni (79), in Spagna contro Visigoti (80) e Suebi (75a), in Africa contro i Vandali (84)
ed in Italia contro i Longobardi (85).
Sono chiamati anche potentes ed alcuni fondano dei regni personali, i più vasti
dei quali sono:
In Gallia: fondato dal generale Egidio, esteso dalla Loira alla Senna, passato al figlio
Siagro e distrutto dai Franchi.
In Illiria: fondato dal comes illiricum Marcellino, passato al figlio Giulio Nepote
che per breve tempo diviene imperatore d'occidente.
Gli eserciti derivano da quelli romani con resti di legioni (Bd, Ax), cavalieri del proprio
seguito (Cv, LH), mercenari germani (Kn), servi della gleba, bande locali o germaniche (Wb).
(82) Britanni Romanizzati.
I Britanni romanizzati sono abbandonati dalle legioni, che seguono in Gallia un pretendente
all'impero, e devono quindi organizzare la difesa contro le incursioni di Angli, Sassoni e
Juti (75a).
Dopo duri combattimenti, che danno vita al ciclo di leggende di re Artù, sono respinti
in Galles, Cornovaglia e Armonica (che prende il nome di Bretagna), dove resistono ancora
a lungo combattendo tra loro (82), i pre-esistenti Scoti (61, 111), Calendoniani, Picti (67),
Gallesi (92), le scorrerie degli Irlandesi (61), dei Vichinghi (106a) e l'espansione dei regni
Anglo-Sassoni (75b) dai quali sono infine sottomessi.
L'esercito comprende nobili a cavallo (Kn, Cv, LH) e fanti (Ax, Wb, Ps).
(83a) Hindù.
All'impero Gupta segue un periodo di frammentazione politica, interrotta solo dall'epopea di
Harsa "Imperatore delle Cinque indie".
A nord si formano i regni Pala (nel Bengala) e Sena, nel Deccan (India Centrale) il regno
Candella, a sud il regno Pallava e l'impero marittimo dei Cola.
Seguono poi regni Pratihara (sul Gange), Vardhana, Bathinda (nel Punjam) e Rajaputana,
impegnati in continue lotte (83a) alimentate anche da Buddismo e Induismo, o contro i vicini
Sasanidi (73b), Tibetani (97), si espandono ai danni dei Birmani (98) ma non riescono a
contrastare l'invasione nel Punjam dei Mussulmani (83b), che fondano alcuni regni, nè le
successive devastanti scorrerie Gasnavidi (115) e del Tamerlano (159b).
Gli eserciti risultano raccogliticci, formati da latifondisti e leve contadine, poco amalgamati
e poco disciplinati (Lb, Ps). Per valore e coraggio si distinguono i contingenti
rajput
(Bd) mentre scarseggiano i cavalli (Cv), che devono essere importati dalla Persia e sono
sostituiti facendo largo uso di elefanti (El). In ogni villaggio è stanziato un
gulma,
reparto militare con compiti di polizia. rajput
gulma
(83b) Indo-Mussulmani.
I mussulmani invadono il Sindh ed il Punjam (83a), fondando alcuni regni che sono poi
soggiogati dai Gasnavidi. L'occupazione della valle del Gange è invece opera dei Ghoridi
che fondano il sultanato di Delhi. Questo si espande su gran parte dell'india settentrionale
e centrale (83a) ma perde poi la periferia, dove sorgono sultanati mussulmani indipendenti del
Bengala, con capitale Gaur, di Jaunpur (sul medio Gange), di Malwa, Gujarat e Bahmani (nel
Deccan), il lotta tra loro (83b).
I Lodi, ultima dinastia del sultanato di Delhi, sono abbattuti da Tamerlano (159b) che riporta
l'India settentrionale al frazionamento politico.
Gli eserciti comprendono cavalieri (Cv), elefanti (El), gulams (Cv, Sp, Bd) e fanteria
contadina di scarso valore (Ax, Lb, Ps). gulams
(84) Vandali d'Africa.
Cacciati dalla Spagna dai Visigoti, occupano l'Africa (81) creando il primo regno barbarico
indipendente con capitale Cartagine, rinforzano la flotta e compiono scorrerie in tutto il
Mediterraneo Occidentale (Roma compresa). Indeboliti dalle continue scorrerie dei Mauri (65),
sono infine sconfitti dai Bizantini (86) e deportati.
L'esercito comprende i seguenti tipi di truppe:
Cavalieri pesanti corazzati: Ossatura dell'esercito, armati di
spada e lancia. Le famiglie contandine sono conteggiate in millanae, ciascuna
delle quali fornisce 200 cavalieri (Kn).
Asdingi: Ricchi membri della tribù reale che devono
dimostrare maggior valore (Kn).
Cavalleggeri Alani: Fedeli compagni del lungo viaggio fino in
Africa, veloci e combattivi, impiegano anche il lazzo e seguono l’usanza di togliere
lo scalpo ai nemici (LH).
Milizie cittadine: Poco fidate ed in gran parte cristiane, si
limitano alla difesa delle città (Ps, Fw).
Berberi Mauri: Impiegano cammelli, archi, giavellotti (armi poco
diffuse tra i Vandali) e scudi (LH, Ps).
(85) Gepidi o Longobardi.
I Gepidi sono germani orientali affini ai Goti (70, 88).
Dal Baltico si spostano sul Mar Nero, sono sottomessi dagli Unni (79) dai quali adottano
l'impiego del cavallo in battaglia. Fondano poi un regno con capitale Sirmium, si espandono nei
Carpazi, lottano contro i Longobardi (entrambi istigati dai Bizantini) e sono sterminati da
questi alleati agli Avari (90). Forniscono truppe agli Avari.
Nelle tombe sono stati trovati i resti dei cavalli (Kn), numerosi archi (Bw, Ps) e lance in
lega di ferro e argento (Sp, Wb).
I Longobardi (affini a Frisi, Angli e Sassoni) si spostano dall'Elba, al Weser, alla
Pannonia, dove si rafforza il potere monarchico. Alleati a Bizantini, Turingi (75a) e Franchi
distruggono il regno degli Eruli e lottano contro il regno dei Gepidi (85). In seguito i
Bizantini (91) cambiano alleanza ma i Gepidi sono distrutti da Longobardi e Avari.
Minacciati dalla nuova alleanza tra Bisanzio (86) e gli Avari (90), i Longobardi occupano
l'Italia bizantina dove formano una trentina di ducati e contee, solo occasionalmente riunite
sotto un unico re. In Italia lottano contro i potentes locali (81), i Bizantini (99, 117),
tra loro (85), contro le incursioni di Avari e Slavi (89) da est e contro i Franchi (74) da
ovest che infine li sottomettono (102a). Gli ultimi principati meridionali sono sottomessi dai
Normanni (102c).
Lasciano il loro nome alla Longobardia (Lombardia), e per tutto il medioevo gli Italiani
sono chiamati Lombardi.
Sono cavalieri molto abili. In Italia rimangono popolo guerriero diviso secondo lo stato
sociale:
Arimanni (liberi): Prestano servizio militare a cavallo
armati di lunga spada a due tagli, lancia, raramente l'ascia. L'equipaggiamento
difensivo comprende la corazza lamellare su imitazione degli Avari (o dei Bizantini),
lo scudo, l'elmo in cuoio, più raramente l'elmo metallico piumato (Kn, Bd, Sp,
Wb).
Sono organizzati in fare, che comprendono anche faramanni armati solo di
lancia e mauphais (scudieri).
Questa classe comprende le cariche feudali: duchi, gastaldi, sculdasci e scarioni.
Aldii o Aldiones (semiliberi): Armati di arco e
frecce (Bw, Ps).
Seri (schiavi): Sono equiparati a merce.
Le decorazioni comprendono serpenti, aquile, cinghiali, cerchi e croci.
Sono inoltre impiegati mercenari Avari. In seguito il re emette una legge che obbliga i sudditi
ad armarsi secondo il censo:
Negotiantes Maiores: Cavallo, lorica, scudo e lancia
(Kn).
Negotiantes Sequente: Cavallo, scudo e lancia.
Negotiantes Minores: Arco e frecce (Bw, Ps).
(86) Primi Bizantini.
L'imperatore d'oriente Leone I "Il Grande" (457-474) arruola montanari isauri per sostituire i mercenari germanici, il cui capo
Aspar è assassinato (471). L'evento pone fine all'infiltrazione dei germani nell'impero d'oriente la cui storia quindi si
differenzia sensibilmente da quella delle regioni occidentali.
L'avversario principale è l'impero Sasanide (73b), con il coinvolgimento delle tribù arabe (63).
Un tregua permette ai Bizantini di rivolgersi ad ovest, abbattere il regno Vandalo d'Africa (84),
che bisogna però difendere dalle incursioni di Mauri (65). Due dure guerre sono necessarie per
la riconquista dell'Italia agli Ostrogoti (88), liberata poi dalle scorrerie dei Franchi e degli
Alemanni (74), mentre in Spagna solo la zona attorno a Siviglia viene strappata ai Visigoti
(80).
L'Italia è in gran parte occupata dai Longobardi (85), mentre Bulgari (87) e Avari (90)
invadono i Balcani (ma Bisanzio riesce a metterli uno contro l'altro) e ad est riprendono le lotte contro i Sasanidi.
L'esercito è formato dai seguenti tipi di truppe:
ordinari o numeri: ultimi eredi delle legioni, sono reparti composti da buona cavalleria ben
protetta, armata di lancia, spada ed arco (Cv), da skoutatoi, fanti pesanti armati di lance e scudi (Sp) e da psiloi,
fanti leggeri armati di archi, fionde e giavellotti (Ps). La fanteria è spesso scadente, formata anche da schiavi e variamente
armata (Ax, Ps).
bucellarii: eserciti privati dei nobili di varia qualità, in alcuni casi ottima (Cv, Sp).
foederati: contingenti mercenari, soprattutto ottimi arcieri unni (LH, Ps) ma anche traci, isauri e
illiri (Sp, Ax, Ps), arcieri a cavallo persiani (LH, Ps), gepidi (Kn, Bd).
simmachoi: contingenti forniti dagli alleati.
(87) Primi Bulgari.
Popolo di origine turca, governata da un khan, occupa la zona del Volga a nord del
Caucaso con capitale Bolgary. Combatte i Pecenghi (109) ed è respinto a ovest dai Khazari
(93).
Occupa Mesia e Tracia dove si allea a sette tribù slave, sottomette quelle in Macedonia (89),
toglie agli Avari (90) la Transilvania entrando in contatto con l'impero Franco ed inizia una
dura lotta con l'impero Bizantino (86, 91, 99, 117) alleandosi anche ai Mussulmani. I Greci
dei territori occupati sono deportati a nord del Danubio.
Frattanto adottano la religione cristiana, si slavizzano, subiscono influenze bizantine
e sostituiscono il titolo khan con Czar (Cesare).
I Bizantini resistono a due assedi della loro capitale, si alleano agli Ungari (107) ed in
seguito approfittano dell'espansione del principato di Kiew da nord (108) per occupare il regno
bulgaro, deportando numerosi principi in Asia Minore.
I nobili combattono a cavallo armati pesantemente (Cv), affiancati da arcieri a cavallo (LH), fanti (Sp), ausiliari Slavi (Ax, Ps) ed
Avari (LH). Forniscono ai Bizantini mercenari apprezzati per la loro disciplina.
(88) Ostrogoti del regno d'Italia.
Occupano l'Italia togliendola agli Eruli e agli altri mercenari ribellatisi a Roma.
Si espandono ai danni dei vicini Rugi a est (74) venendo in contatto con i Longobardi (85),
i Franchi a ovest (74), ora aiutano ed ora combattono i confratelli Visigoti (80) e dopo dura
lotta sono sconfitti dai Bizantini (86) che riconquistano l'Italia.
Nerbo dell’esercito è la cavalleria pesante (Kn), armata principalmente di corazza a piastre o
di una tunica corazzata, lunga fino ai piedi, elmo a cono, lancia lunga (contus) e
sciabola, usata anche con entrambe le mani. La sua tattica usuale è la classica carica
frontale. La fanteria, armata principalmente di archi e lance (Ps), è tenuta in scarsissimo
conto e solitamente è schierata in seconda fila, rinforzata da schiavi italici affrancati, poco
validi militarmente e desiderosi di bottino. Le milizie urbane si limitano a difendere le
proprie città (Sp). Sono inoltre utilizzati cavalieri germani mercenari, alleati Franchi ed
Alemanni.contus
(89) Slavi.
Gruppo numeroso di popoli indoeuropei suddiviso in tribù in lotta tra loro (89), guidate da zupan, riunite sotto
voivoda. Erigono campi fortificati con terrapieni chiamati grad. Combattono per lo più a piedi armati di
giavellotti, favoriti dal terreno rotto (Ax, Ps), solo i capi hanno un piccolo seguito a cavallo chiamato druzina (Cv).
La principale divinità è il dio del cielo, del tuono e della guerra, uccisore del drago, chiamato Perun, Svantevit o
Rujevit, affiancato da Veles, dio della magia e dell'aldilà e dalle divinità delle singole tribù
Stanziati in Russia ricevono le influenze dei popoli confinanti (Germani, Baltici, Sciti), sono sottomessi dai Goti, dagli Unni, dai
Khazari (93), dai Magiari (107), dai Peceneghi (109) fornendo truppe a questi popoli. Gli Svedesi (106a) creano in Russia
settentrionale dei principati, si slavizzano e allargano i loro dominî (108).
Altri Slavi seguono le migrazioni germaniche verso ovest, occupano la Germania Orientale (74, 75a) ed i Balcani ai danni di
Bisanzio (91, 99). Sono sottomessi dai Bulgari (87) che presto si slavizzano mentre sul Danubio sono sottomessi dagli Avari (90).
Altri Slavi Balcanici combattono lungo il confine del regno Longobardo d'Italia (85), e sono in parte sottomessi dal
successivo impero dei Franchi (102a).
Danno poi vita a regni autonomi (Polonia, Croazia, Serbia) o sotto classi dominanti straniere (Russia, Boemia, Bulgaria), mentre
quelli occidentali, divisi in tribù, sono sottomessi dai Tedeschi che li chiamano Vendi (pastori).
(90) Avari.
Nomadi delle steppe asiatiche, di origine turca affini agli Unni.
Il sovrano è sostenuto dagli sciamani (Fw) e dall'aristocrazia guerriera.
Dalla Russia Meridionale distruggono il regno dei Gepidi (85), si istallano nei Balcani da dove
sottomettono le tribù slave (più volte ribelli), compiono scorrerie in Germania (74, 75a)
contrastati dai Bavari, in Illiria (89) e ai danni dei Bizantini (86, 91). Alleati ai Sasanidi
assediano invano la stessa Bisanzio. Perdono parte del proprio territorio ad opera dei Bulgari
(87), dai quali adottano la sciabola a lama lunga, e sono infine assoggettati dai Franchi (102a).
Secondo l'uso delle steppe combattono prevalentemente a cavallo (Cv, LH), che seppelliscono nelle
loro tombe. Ogni cavalieri porta con sé uno o due cavalli di riserva. Utilizzano staffe in ferro che consentono
loro di alzarsi in piedi per tirare meglio con l'arco. Occasionalmente combattono smontati (Ax, Ps) o affiancati da
ausiliari forniti dai popoli sottomessi. Impiegano corazze lamellari, pesanti archi compositi in legno ed osso (e
frecce pesanti), spade, sciabole (uso appreso dai Bulgari), lunghe lance (sia i fanti che i cavalieri) ed introducono
in Europa l'uso della staffa. Alle decorazioni geometriche affiancano poi piante ed animali secondo l'uso bizantino.
Epoca dell'impero Romano e dei regni Romano-Barbarici (61-90).
Epoca delle invasioni degli Arabi, Vichinghi ed Ungari (91-120).
Epoca dell'impero Osmano e della Guerra dei Cent'Anni (151-180).
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