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GLI ESERCITI DEL D.B.A.

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Epoca delle invasioni degli Arabi, Vichinghi ed Ungari (91-120).

(91) Bizantini di Maurizio.
Il Basileus Maurizio, per il quale viene compilato lo Strategikon, libro di tattica e strategia, inizia una riforma militare completata poi dal successore Eraclio.
L'esercito è formato da fanti Illiri, Traci, Isauri, Pontici e Cappadoci semi-romanizzati sottoposti a disciplina, appoggiati a ricchi arsenali di armi e macchine d'assedio. Ogni unità si distingue per un diverso colore degli scudi. Al loro fianco combattono symmacchoi (barbari), foideratoi (ausiliari scelti) e limitanei (ausiliari frontalieri), soprattutto Armeni ed Arabi. Il campo è protetto da carri e presidiato da arcieri (Fw).

I Balcani sono occupati dagli Avari (90), che giungono sotto Bisanzio e ottengono un tributo, dagli Slavi (89) e dai Bulgari (87), coinvolti in continui cambi di alleanza dall'abile politica Bizantina.
In Italia i Bizantini perdono lentamente terreno ad opera dei Longobardi (85) mentre in Oriente i Sasanidi (73b) occupano Siria, Palestina, Egitto e giungono sotto Bisanzio alleati agli Avari, ma sono poi ricacciati e piombano nella guerra civile, tuttavia la riconquista ha breve durata per l'inizio dell'espansione degli Arabi mussulmani (96) che occupano Palestina, Siria ed Egitto.

(92) Gallesi.
Popolazione celtica soggiogata dai Romani. Dopo l'evacuazione dell'isola da parte delle legioni, combatte i Britanni romanizzati (82), contrasta le scorrerie dei Celti Irlandesi (61) e dei Vichinghi (106a). Divisi in vari regni (Gwynedd, Powys, Dyfed, Morgannwg, Gwent), spesso in lotta tra loro (92), i celti si alleano agli Irlandesi per contrastare gli attacchi degli Anglo-Sassoni (75a, 75b), ricevendo da loro il nome di wälsch (stranieri).
Per difendersi dalle scorrerie dei Gallesi, il re di Mercia fa erigere un muro i cui resti sono ancora visibili.
I Gallesi offrono accanita resistenza ai Normanni (102c). Il Gwynedd ottiene la supremazia, è riconosciuto principato dal re d'Inghilterra, ma dopo dure lotte e ribellioni è sottomesso al regno inglese (113, 134, 145) che assegna all'erede del trono il titolo di principe del Galles.
Il terreno montuoso del Galles favorisce la guerriglia ed è inadatto alla cavalleria, che quindi è poco numerosa (Cv). I fanti sono armati soprattutto del famoso arco lungo gallese (Lb, Ps) e di lance (Bd, Ax, Wb).

(93) Khazari.
Con questo nome sono chiamati i Turchi a nord della Persia dallo storico islamico Firdawsi, vissuto alla corte Gasnavide (115). Compiono incursioni e sono soggetti ad altri Turchi (94).
Successivamente si spostano tra il Caspio ed il Caucaso fondando un regno che controlla le vie commerciali, con capitale Itil sulle rive del Volga, governato da un Khaqan con compiti religiosi e politici affiancato da un Pech che svolge compiti amministrativi e militari.
Partecipano in Armenia alle guerre tra Bizantini (99) e Sasanidi (73b), più spesso alleati ai primi, mentre a nord combattono gli Slavi (89). Vengono temporaneamente sottomessi da Attila che assegna il regno Khazaro al suo primogenito, poi dagli Avari, infine riacquistano l'antica potenza. Cacciano i Bulgari a ovest (87), ottengono tributi dalle tribù slave, annettono la Crimea e dopo dure lotte fermano l'avanzata araba nel Caucaso (96, 100) pur dovendo pagare un tributo e trasferire la capitale a Semender.
In seguito partecipano alle lotte civili bizantine e danno rifugio ai mercanti ebrei espulsi da Bisanzio. Anche la dinastia reale si converte alla religione giudaica, senza tuttavia perseguitare i propri sudditi islamici, cristiani e pagani.
Per contrastare le scorrerie dei Peceneghi (109) da Ovest chiamano i Magiari (107) che sono però respinti, e ricevono aiuto dai bizantini per fortificare le città commerciali. Ma il regno viene indebolito e di ciò approfitta il principato russo di Kiew (108) che gli toglie il controllo sulle tribù slave poi lo abbatte. La Crimea, viene infine occupata dai Bizantini del basileus Basilio II. I Khazari sono dispersi ed assimilati, alcuni riparano presso i Georgiani (121) ai quali forniscono aiuti militari.
L'esercito comprende la tipica cavalleria turca (Cv, LH), affiancata da contingenti delle città (Sp, Ps) e accompagnata da carri (WW) che usa disporre in circolo per proteggere il campo.

(94) Turchi Oghuz.
Popolazione turca che fonda un regno in Asia Centrale governato dalla dinastia Quaraquanide.
Occupa i territori dell'emirato samanide (100) fino all'Oxo, combatte a ovest i Khazari (93), i Russi (108) ed i Peceneghi (109), a sud i Gasnavidi (115).
Sono i primi turchi ad accogliere la religione islamica. Spezzatosi in più regni, sono sottomessi dai Kitan fuggitivi che fondano il regno Qara Quitai.
Gli ultimi Oghuz infestano il Kosoran.
L'esercito è formato da cavalleggeri tribali armati principalmente d'arco (LH, Bw, Ps), da gulams (schiavi) del sultano (Cv) e degli emiri.

(95) Cinesi della dinastia T’ang e delle Cinque Dinastie.
La Cina è riunificata dalla dinastia Suei che dopo tre disastrose spedizioni contro la Corea (78) è soppiantata dalla dinastia guerriera dei T'Ang, con capitale Chang'an.
I T'Ang respingono i Turchi ed occupano l'Asia Centrale (62), sottomettono la Corea (78), espandono l'impero in Indocina ai danni di Annamiti (71), Birmani (98), Khmer e Champa (110) distruggendo la capitale di questi ultimi.
La politica aggressiva rende superfluo il mantenimanto della Grande Muraglia che viene quindi trascurata. A quest'epoca risale la stesura del manuali militare "Domande e Risposte", l'invenzione della stampa e della polvere da sparo. Il confucianesimo è proclamato religione di stato, ma sono tollerati anche i mussulmani, i nestoriani ed i buddisti mentre persecuzioni politiche colpiscono i monaci taoisti.
I T'Ang subiscono poi l'avanzata araba in Asia (100), le ribellioni di militari e di contadini, contro l'elevata tassazione, le invasioni dei Tibetani (97), degli Uiguri e dei Khirghisi (62), che permettono a nord la formazione del regno Khitan (114) e lo smembrarsi dell'impero nelle 5 dinastie (a nord) e nei 10 regni (a sud).
L'esercito imperiale mantiene l'assetto tradizionale e si basa soprattutto sulla cavalleria armata di lancia ed arco (Cv), su cavalli turchi, arabi e provenienti da allevamenti locali. È dato impulso all'allavemento dei cavalli che sono marchiati con gli ideogrammi "volatore" (per la guerra), "drago" (poste) o "vento" (servizio imperiale).
Va sparendo l'uso della corazza in pelle d'ippopotamo laccata di rosso. È introdotta la so-tse-k'ail (corazza a maglie) dalla Persia, ma non si diffonde, la ni-k'ai (Armatura del Leone), a lamine e con trattamenti chimici su imitazione dei "4 Re Celesti" del buddismo, e la corazza fatta di strati di carta piegati (la carta è importata dalla Corea), che invece è molto utilizzata dai fanti.
La milizia di coscritti (Fu-Ping, Ps) è presto sostituita da corpi professionisti cinesi che combattono in masse compatte di lancieri (Bd, Sp) o balestrieri (Cb, Ps), da mercenari turchi, tibetani principalmente cavalieri (Cv, LH) o arcieri nepalesi (Ps), ed è seguito da suonatori di xiao (flauto in bambù), cembali, konghou (strumento a corde), tamburi e da indovini (Fw). Le truppe scelte T'Ang sono denominate "Saltatori e Agitatori". Gli elefanti sono portati a corte come curiosità.

(96) Arabi della Conquista.
Le tribù arabe (da arab, arido) sono unificate da Maometto grazie alla religione islamica, che chiede di essere propagandata anche con la guerra.
Gli aderenti alla nuova religione sono chiamati anche "Maomettani" (seguaci di Maometto), "Islamici" (dall'arabo Islam, "Donato a Dio") o "Mussulmani" (da Muslim, plurale di Islam). Sotto i primi 4 califfi elettivi, chiamati Rashidun (Rettamente Guidati), gli Arabi travolgono lo sfiaccato impero Sasanide (73b), tolgono Palestina, Siria, Egitto, Africa all'impero Bizantino (91) minacciandone la capitale ed abbattono il regno Visigoto di Spagna (80). Solo i Khazari del Caucaso (93) resistono alla prima ondata dell'espansione islamica.
L'esercito è chiamato umma (significa anche "nazione"), comprende una cavalleria mobile (Cv, LH) ed una fanteria motivata armata principalmente di spade ed archi (Wb, Bw, Ps).
La classificazione delle truppe, la divisione del bottino ed in seguito la paga, si basano sull'anzianità di servizio:


(97) Tibetani.
Abitano il vasto altipiano dell'Asia Centrale, formando un regno con capitale Lhasa che fatica ad imporsi ai numerosi piccoli principati. Dopo la conversione al buddismo, che si fonde alla primitiva religione Bön (da cui Bonzi), anche i monasteri divengono potenti.
Combattono a sud gli Hindù (83a) ed i Birmani (98), ma soprattutto cercano di espandersi a nord e controllare la via della seta, scontrandosi con gli imperi dei nomadi (62), i mongoli Kitan (114) che li respingono ed i cinesi T'Ang (95), che ne sollecitano l'intervento anche durante le lotte civili.
Trasmettono il buddismo agli invasori Mongoli che concedono loro l'indipendenza sotto il governo del superiore del monastero di Saskya.
L'esercito comprende valorosa cavalleria (Kn), affiancata da cavalieri nomadi (Cv, LH) e da agguerriti montanari (Ax, Ps) addestrati anche alla cinese (Sp, Bw).
Sono rinomati per la loro disciplina e la loro abilità nella metallurgia.

(98) Birmani.
Popolazione tibetano-birmana semibarbara dotata di forte spirito d'indipendenza e di scarsa moralità.
Abbattono i regni Mon (dai quali mutuano la cultura induizzata) e Pyu dell'Indocina occidentale, che prende da loro il nome di Birmania, fondano un impero federale con capitale Pagan, nota come "La Città dei Cento Templi". Praticano la coltivazione ed il commercio.
Il chakravartin (sovrano universale) nomina i wun (governatori), che si occupano della riscossione delle tasse, dell'esercito e della polizia, ed i wungyi (ministri di palazzo, letteralmente "portatori di grossi pesi").
I myosa (mangiatori di città) sono parenti del re inviati a governare distretti periferici, spesso fuori dal controllo del sovrano.
Gli ahmudan sono gli elementi della popolazione di origine birmana, esenti da tasse dirette, ricoprono funzione ereditarie al servizio del sovrano : tenuta di terre, nell'esercito o nella flotta, tenuta di elefanti o come funzionari di palazzo a turno. Sono divisi in asu (clan) ciascuno guidato da un myothugyi, capo ereditario che governa un villaggio occupandosi della giustizia, della riscossione delle tasse e del reclutamento delle truppe, che guida in guerra. Per distinguersi fanno uso di particolari tatuaggi.
Gli athi sono liberi di origine non birmana, dispongono delle terre non reali e pagano le tasse, compresa una tassa militare.
In fondo alla catena sociale troviamo i debitori ed i prigionieri di guerra, che subiscono una blanda schiavitù, principalmente al servizio dei monasteri.
L'epopea dei sovrani Birmani è celebrata nella "Cronaca del Palazzo di Vetro". Cacciano dalle coste i Chola (83a), respingono le invasioni degli Khmer (110) da est, contrastano le scorrerie degli Annamiti (71) da nord-ovest, resistono eroicamente all'espansione dei cinesi T'Ang (95) con i quali poi si alleano per contrastare i Tibetani (97), sono resi vassalli dai Sung (116) ma rifiutano di sottomettersi ai Mongoli (154) che distruggono l'impero (le battaglie sono descritte da Marco Polo).
In seguito sorgono a nord il regno di Ava dei Thai (Thai significa "Uomini Liberi") che danno il nome alla Thailandia, e a sud il regno di Pegu dei Mon.
Il comandante dell'esercito è chiamato mahasenapati. L'esercito risente di influenze cinesi (arco, cavalli), comprende cavalleria (Cv), elefanti (El, quelli albini cono considerati simbolo fausto), arcieri (Bw), balestrieri (Cb), fanteria (Ax, Ps) ed astrologi bramini (Fw). I soldati compiono offerte prima delle spedizioni militari, fanno uso di pozioni e di tatuaggi che garantiscono l'invulnerabilità.

(99) Bizantini dei Themi.
La dinastia Eraclide riduce l'impiego di mercenari e divide l'impero in themi, 12 europei e 17 asiatici (ma il numero varia con il variare dei confini), il cui nome deriva dal tipo di truppe che fornisce, ma in maggioranza sono arcieri a cavallo (Cv, LH, Sp, Ps); i themi Opsikion, Armeno ed Anatolico forniscono truppe scelte mentre il thema Carabisiano fornisce i marinai e le truppe imbarcate.
Uno stratego con poteri civili e militari governa ogni thema le cui terre sono assegnate a 10.000 contadini-soldati. Il sistema viene mantenuto dalle successive dinastie Isaurica, Amoriana e Macedone.
La guardia imperiale a cavallo, creata sotto la dinastia Isaurica, è chiamata tagmata (Cv), ed è poi accresciuta fino a 8.000 cavalieri in 5 unità.
Alle frontiere sono poste truppe chiamate clisure con compiti di guerriglia (Ps).
L'impero, grazie a questo nuovo esercito, alla proverbiale diplomazia, alle possenti mura della capitale ed al segreto del fuoco greco, respingere i violenti attacchi mossi da est e da ovest:


(100) Islamici degli Emirati.
Gli Arabi associano alle loro conquiste altre popolazioni guerriere adottando nuove armi: la spada indiana (hindi), il giavellotto etiope (harba), la lancia dai cavalieri bizantini (rumh, da "romani"). Le altre armi comprendono la mazza (dabbus, l'ascia (tabar), scudi, camice di maglia (dir), brigantine (kazaghand), brigantine senza maniche (karkal) ed elmi conici (gli islamici non usano mai elmi chiusi). Le tattiche sono riprese dagli imperi Bizantino e Persiano strutturando l'esercito in cinque corpi chiamati kamis (cioè "cinque") che formano il centro, le ali, l'avanguardia e la retroguardia.
La loro espansione è tuttavia fermata in Africa dagli Abissini (101a, 101b), sul Caucaso dai Khazari (93), in oriente da Turchi (94) e Cinesi (95) ed in Asia Minore da Bisanzio (99). Si fanno maggiormente sentire le divisioni interne, razziali, religiose e dinastiche, che causano le prime guerre civili (100).
Gli Ommayadi hanno la capitale a Damasco, innalzano bandiere azzurre ed il loro esercito comprende i seguenti tipi di truppe:

Gli Abassidi rovesciano la dinastia Ommayade e spostano la capitale a Bagdad, ma l'unità dell'impero è spezzata da una serie di principati sottomessi solo formalmente, i principali dei quali sono quello sciita dei Fatimidi in Africa (118), quello di Al-Andalus in Spagna (103) e quello Gasnavide in Persia (115).
L'esercito Abasside innalza bandiere nere, scudi laccati in oro e nero su rosso (colori molto di moda) e comprende i seguenti tipi di truppe:


(101a) Sudanesi Orientali.
Gli antichi chiamavano Sudan i vasti territori interni dell'Africa a sud della costa mediterranea.
Nel Sudan orientale l'economia si basa sulla pastorizia che non permette il formarsi di grossi imperi. Sorgono numerose città stato degli Hausa, munite di mura, ed i piccoli regni cristiani tra Khartum e Napata (cusita). Le lotte coinvolgono il vicino regno cusita di Axum (101b), i mussulmani a sud (100) ed i regni africani a ovest (120). Il regno teocratico di Dongola viene reso tributario dai Fatimidi (118) ed è infine distrutto dai Mamelucchi.
Il successivo regno di Bornu è governato da una ristretta classe di guerrieri che domina la massa di agricoltori, controlla il commercio, compreso quello degli schiavi, e vive di razzie.
Da nord si introduce l'impiego di cavalli (Cv) e di cammelli (Cm), è documentato l'uso di archi (Bw, Ps) a fianco delle tipiche zagaglie africane e degli scudi in pelle o paglia intrecciata (Wb, Ps).

(101b) Abissini.
Gli Abissini subiscono influenze arabiche, ebraiche ed ellenistiche.
Formano un regno con capitale Axum governato da un re dei re, seguono la religione monofisita, combattono gli altri africani a ovest (101a), distruggendo l'antico regno di Meroe. Poi subiscono le invasioni dei principati islamici yemenita (100) e dei Fatimidi (118). Axum è devastata da una misteriosa regina detta Essato (La Distruttrice).
L'esercito comprende cavalleria (Cv, LH) e bande (Bd, Wb, Ps) armate di giavellotti e scudi.

(102a) Tardi Franchi.
Secondo il costume germanico il regno Franco viene diviso tra gli eredi ma gli ultimi "Re Fannulloni" Merovingi sono detronizzati dal loro Maggiordomo (Major Domus) che riunifica il regno fonda la dinastia Carolingia (prende nome dal più grande sovrano della dinastia, Carlo "Magno").
I Franchi respingono gli attacchi degli islamici Andalusi (103), creano una marca in Spagna (104), annettono l'Aquitania (102a), la Bretagna (102b), il regno Longobardo in Italia (85) entrando in contatto con l'impero Bizantino (99), sottomettono Sassoni, Bavari e Frisoni, distruggono il regno degli Avari (90) e rendono tributari gli Slavi.
Le lotte dinastiche favoriscono le devastanti incursioni dei Magiari (107) e dei Vichinghi (106a), per proteggersi dei quali a parte di loro è concesso il ducato di Normandia (102c).
L'esercito come lo stato è feudale, formato dai Vassi che servono come cavallarii in cambio di terre e muniti di armi proprie che grazie all'ottima metallurgia sono l'elemento decisivo. Spada e briunia (corazza lamellare) non possono essere esportate per legge.
I cavalli sono muniti di sella, staffe e ferratura e l'armamento è completato da scudo, lancia, arco, elmo conico e gambiere (Kn, Cv). A fianco della cavalleria pesante è presente una buona cavalleria leggera armata di scudo, lancia, spada, coltello e spesso munita di arco e frecce che hanno fama di usare con precisione (LH).
Tutti i liberi servono come fanteria alla chiamata del conte territoriale (Sp, Ps).

(102b) Bretoni
L'Armorica è poco romanizzata, rimane esclusa dalle grandi invasioni germaniche ed è occupata dai Celti e dai Britanni che abbandonano la propria isola di fronte alle invasioni Anglo-Sassoni, prendendo quindi il nome di Bretagna.
I Bretoni sono colpiti dalle scorrerie vichinghe (106a), lottano per l'indipendenza contro i Franchi (102a), poi contro il ducato di Normandia (102c) e la contea d'Anjou. Il re di Francia infine riconosce l'indipendenza della contea.
L'esercito comprende numerosa cavalleria (Cv, LH) e forte fanteria (Sp, Ps).

(102c) Normanni.
Per proteggersi dalle scorrerie vichinghe il re di Francia concede ad alcuni di loro un ducato costiero che prende quindi il nome di Normandia (da Normanni, uomini del nord).
Il governo feudale centralizzato favorisce l'espandersi del ducato anche a spese di principati francesi d'Anjou, del Maine, dello stesso regno di Francia (102a) e dei Bretoni (102b).
Il duca Guglielmo sbarca in Inghilterra, pone fine ad Hasting alla dinastia locale Anglo-Danese (113) ed espande i confini con i Gallesi (92), Scozzesi (111) ed Irlandesi (112).
Frattanto truppe mercenarie normanne giunte in Italia Meridionale conquistano gli ultimi principati Longobardi (85), occupano le città comunali (123) ed estromettono i Bizantini (117) con i quali combattono numerose guerre anche in Grecia (133).
I Normanni combattono soprattutto a cavallo, muniti di maglia di ferro e lancia (Kn). In Normandia sono affiancati da contingenti Bretoni, Franchi, Fiamminghi (Cv, LH), da corpi di fanteria (Sp) ed impiegano diffusamente balestre ed archi (Cb, Ps). In Italia meridionale l'esercito comprende nobili longobardi (Cv), milizie cittadine (Sp) e mercenari mussulmani (LH, Ps).

(103) Islamici di Al-Andalus.
La Spagna, conquistata ai Visigoti (80), diviene califfato indipendente ad opera dell'unico Omayyade sopravvissuto che innalza lo stendardo azzurro e lotta contro i principati islamici del nord-Africa (100). Il califfato continua la lotta contro i Franchi (102a) e subisce la reconquista da parte dei regni feudali spagnoli (104) fino a spezzarsi in numerosi reinos de taifas, regni in guerra tra loro (103) che chiamano in soccorso i regni berberi del nord-Africa e sono da questi occupati (125).
L'esercito inizialmente rispecchia quello omayyade ed è formato da chundi (Cv, Sp, Ps); truppe che prestano servizio obliggatorio ed inquadrati secondo le chundis (circoscrizioni) o i kura muchannada (distretti militari).
In seguito il califfo crea una esercito stipendiato permanente, principalmente cavalieri ai quali fornisce armi e dopositi (Cv, LH), formato da un nucleo di hawasi (guardia personale), un corpo di 5.000 schiavi occidentali, per lo più slavi, chiamati mamalik, saqaliba o "Silenziosi", e migliaia di hasam. L'esercito è completato da volontari.
Verso la fine del califfato sono adottati anche equiggiamenti degli spagnoli cristiani (Kn, Cb); il servizio obbliggatorio va in disuso, il grosso dell'esercito è formato da murtaziqua (mercenari), affiancati dalla guardia scelta di berberi, da benicazzi (ex-cristiani), da negri e da muttawia (volontari, sopratutto berberi). L'inquadramento è organizzato in gruppi di 5.000 uomini (guidati da un amir), 1.000 (da un qa'is), 200 (da un naqib), 40 (da un 'arif) ed 8 (da un nazir).

(104) Spagnoli Feudali.
I regni feudali spagnoli (Asturia, Leon, Navarra, Aragona, Castiglia, Portogallo), non sempre in comune accordo, portano avanti la reconquista della Spagna ai danni degli Islamici : Il califfato di Al-Andalus (103), soccorso e poi soppiantato dai regni berberi del nord-Africa (125), fino al regno di Granada (155), mentre a nord contendono le marche dei Pirenei e la Linguadoca prima all'impero Franco (102a), poi al regno di Francia (137).
L'esercito è composto da coraggiosi ricoshombres (nobili, Kn), hidalgos di nobile nascita ma non sempre ricchi (Cv), ordini militari (Kn), crociati stranieri, soprattutto Francesi (Kn), milizie cittadine (Sp, Cb), serrani, leve contadine armate di atrezzi vari, archi e fionde (Ps), mercenari mussulmani (LH).

(105) Aztechi.
Popolo guerriero provenienti dalla mitica Aztlan, chiamato anche Mexica, dal leggendario eroe Mexitli.
Fondata la capitale Tenochtitlan (odierna Città del Messico), si alleano alle popolazioni affini Tlacomano e Tlacopan e distruggono l'egemonia Tepaneca. Si alleano poi ai Tlaxala espandendosi sull'altipiano Messicano da costa a costa, divenendo unica potenza egemone (105). Le popolazioni mesoamericane sottomesse conservano i loro sovrani e governi che però devono pagare tributi ed accogliere colonie militari. L'Impero è rapidamente distrutto dagli Spagnoli con aiuti dei regni indigeni sottomessi.
Il sovrano è detto Tlatonami (Annunziatore), è eletto da quattro cittadini eminenti scegliendolo tra i fratelli ed i nipoti del predecessore ed è investito solo dopo una campagna militare con un numero di prigionieri sufficiente alla cerimonia.
Le caste comprendono il Cinacoatl, rappresentante del sovrano, i sacerdoti ed i Tecutli (dignitari), alte cariche di governo e militari, i Pochteca (ricchi mercanti) ed i Maceualli (poveri contadini).
I guerrieri sono addestrati dallo stato in apposite scuole di quartiere (capulli) e sono promossi o retrocessi in base ai prigionieri catturati (Ax, Bw, Ps). I più valorosi sono inclusi negli ordini dei Cavalieri della Freccia, del Leopardo e dell’Aquila (Bd), seguiti dai servitori con le corde per legare i prigionieri (Fw).
Le armi mirano più a stordire che a uccidere e comprendono archi, fionde, bolas, lacci uncinati, giavellotti con triplice punta in osso o ossidiana muniti di cordicella per il recupero e micidiali mazze con schegge di ossidiana (maquiahuitl). Per protezione tutti usano lo scudo piumato, è diffuso l'elmo, anch'esso piumato ed i tipici gambali in cuoio e pelle che giungono al ginocchio (cozehuatl). Gli ufficiali indossano un farsetto imbottito di cotone (adottato poi anche dagli spagnoli) o una corazza a squame d'oro e argento.
I soldati semplici combattono vestiti del solo perizoma e con il corpo dipinto, in unità di 400 uomini munite di strumenti musicali (tamburi e corni di conchiglia) e di insegne decorate con animali araldici d'oro e piume. Gli ufficiali superiori guidano raggruppamenti di 8.000 uomini.
Scopo della guerra è il sacrificio in massa dei prigionieri per impedire la fine del mondo e le "Guerre dei Fiori" sono combattute esclusivamente per questo scopo. Ogni guerriero caduto valorosamente in battaglia diviene quauhtecatl (Compagno del Sole), dopo quattro anni torna sulla terra sotto forma di colibrì ed infine diventa spirito.

(106a) Vichinghi.
Danesi e Norvegesi usavano questo termine per identificare i "Guerrieri del Mere", mentre dagli occidentali erano chiamati Normanni (Uomini del Nord).
Devastano le coste dell'Impero Franco (102a, 102b), della Scozia (111, 128, 140) e dei regni dell'Eptarchia (82, 75b, 92) seminando terrore e distruzione. Alcune spedizioni colpiscono la Spagna mussulmana, la Provenza e la Toscana.
Occupano parte dell'Irlanda (61) dove si fondono alla popolazione gaelica (112). In Inghilterra colonizzano il Danelaw (113), assumono la corona inglese per breve tempo e sono infine estromessi. Anche i troni Danese e Norvegese sono spesso causa di lotte dinastiche (106a).
Altri Scandinavi penetrano nella Russia slava (89) divenendo classe dominante (129).
Alcuni accettano di proteggere le coste da altri Normanni (106a) in cambio di terre. Nascono così feudi in Frisia (temporaneo) e Normandia, altri in Italia meridionale forniscono servizio mercenario e fondano principati propri.
Il loro punto di forza è la disciplina, il culto del coraggio e dell'amicizia tra compagni. L'esercito è formato dai bondi, la classe dominante di piccoli proprietari terrieri, da huscarls, guardie del corpo dei comandanti, e da berserkers, guerrieri che fanno uso di droghe per combattere furiosamente ignorando le ferite. Innalzano stendardi bianchi con figure di mostri e sono famosi per il loro terrificante urlo di battaglia simile ad un ululato.
Adottano dal continente le armature a maglie e gli elmi, divenendo ottimi fabbri. L’armamento difensivo è completato da scudi rotondi dipinti a colori vivaci. Le armi più diffuse comprendono lance, spade, a volte grosse e a due mani, asce, spade corte (Bd, Wb), giavellotti ed archi (Bw, Ps).

(106b) Leidang.
Con questo termine i Normanni (106a) chiamavano il servizio militare obbligatorio, poi mutato in tassa per pagare mercenari, soprattutto Inglesi e Gallesi.

(107) Magiari.
Popolazione nomade ugro-finnica.
Prima si stabilisce in Russia Meridionale e combatte i Khazari (93), Vichinghi (106a) e Russi (108), poi è sospinta verso ovest dai Peceneghi (109), distrugge la Grande Moravia (89) e si installa nell'attuale Ungheria (che da loro prende il nome).
Da qui lancia devastanti incursioni in Turingia, Baviera, Svevia (102a) e Longobardia fino alla sconfitta ad opera dei Tedeschi. A Est combatte i Bulgari (87).
Gli Ungari combattono a cavallo, con ricchi finimenti, armati di archi e frecce, spade, lance, piccoli scudi rotondi e corazze lamellari. Sono disciplinati, usano disporre di cavalli di ricambio e di riserve (Cv, LH, Sp, Ax, Ps). Nelle tombe seppelliscono anche i loro cavalli e le loro armi.
Con i loro saccheggi si sono fatti una fama terrificante, e dal nome Magiari con il quale chiamano se stessi, vengono identificati con il popolo di Magog dell’Apocalisse. Da "Ungaro" viene inoltre il termine "Ogre" con i relativi "Stivali delle Sette Leghe" che alludono alla loro mobilità.

(108) Russi.
Gli Slavi di Russia sono divisi in clan e formano alcune knjazenija (confederazioni). Lottano contro Khazari (93), Bulgari (87) ed assoldano mercenari scandinavi chiamati Vereghi (al primitivo significato di mercanti si sostituisce quello di guerrieri), o Russ, per il colore dei capelli.
I Russ divengono classe dominante, con titolo di knjaz' (principe) governano le città di Novgorod, Kiev ed altre minori, affiancati dalla druzhina (esercito privato) dal veche (consiglio), dai boiari (nobili) e dai vescovi, che danno spesso vita a partiti rivali.
I Principati russi sottomettono gli Slavi (89), respingono i Peceneghi (109), distruggono il regno Khazaro (93), combattono i turchi Oguz a est (94), si espandono nei Balcani combattendo Bulgari, Ungheresi (107, 119) e Bizantini (99, 117) effettuando alcune spedizioni contro la loro stessa capitale Bisanzio.
Tuttavia le lotte tra città, quelle dinastiche (108) e le rivolte contadine smembrano i principati (Rostov, Murom, Tmutarakan) favorendo l'intervento del regno di Polonia (122) che ottiene un tributo da Kiev.
L'esercito comprende nobili a cavallo (Cv), solo occasionalmente smontati (Bd), contingenti delle ricche città mercantili (Cv, Sp) e leve contadine (Ps).

(109) Peceneghi.
I Bizantini chiamano così le popolazioni turche stabilitesi a nord del mar Caspio, provenienti dall'Asia centrale dopo la caduta del regno turco occidentale (94). Praticano l'allevamento ed il commercio riuniti in tribù rette da principi, affiancati da un consiglio di anziani.
Le loro scorrerie colpiscono i Khazari (93) che chiamano in aiuto i Magiari (107) ma questi sono respinti sul Danubio con l'aiuto dei Bulgari. I Peceneghi si stanziano nell'attuale Romania ed intraprendono dure lotte contro i Russi di Kiew (108) alleandosi a Bisanzio, contro i Bulgari (87), gli Slavi (89), gli Ungheresi (119) per la Transilvania ed i Bizantini (99, 117, 133) che infine li sterminano con l'aiuto di Bulgari, Valacchi e Cumani (130).
L'esercito è tipicamente turco, formato principalmente da arcieri a cavallo (Cv, LH), carri (WW) e pochi fanti (Ps). Forniscono truppe ai regni di Ungheria e Polonia.

(110) Khmer e Cham.
Gli Khmer sono Tibetani mescolati ad Hindù che poi cambiano nome in Kambuja (da cui Cambogia).
Rovesciano il regno Funam e formano in Laos un regno centralizzato con capitale Chenla, poi un vasto impero feudale con capitale Ankgor. Subiscono influssi hindù (lingua sanscrita e religione buddista) e cinesi (confucianesimo).
Sono governati da un sovrano divino chiamato chakravartin (dominatore universale) e suddivisi nelle seguenti classi:

Gli eserciti, raffigurati in marcia o in battaglia sui templi di Ankgor, comprendono inoltre carri, elefanti (El), bande militari e mercenari professionisti Thai (Bd). La principale divinità è Naga, rappresentata dal serpente a nove teste.
Gli Khmer si espandono in Bengala e Malacca, sono respinti dai Birmani (98), annettono il regno Champa, sottomettono a sud i Thai, ma le rivolte dei Thai (che saccheggiano Ankgor) e dei Cham favoriscono l'invasione dei Cinesi T'Ang (95) mentre più tardi i Mongoli si limitano a chiedere un tributo.
I Cham sono una popolazione malacco-polinesiana fortemente induizzata che formano il regno feudale Champa (Lin-Yi per i Cinesi), si espandono dopo la caduta del regno Funan ed il declino della dinastia cinese Han.
La monarchia è centralizzata, matriarcale, si appoggia ad una forte oligarchia, che ricopre cariche di palazzo o governa jagir (feudi), e ad una potente casta sacerdotale. I sudditi hanno fama di essere guerrieri, pirati, abili nella metallurgia ed usano ornarsi con grandi pendagli nei lobi delle orecchie.
Gli eserciti sono piccoli e disciplinati, comprendono la guardia del re e dei nobili (Bd), balestrieri a cavallo (Cv), numerosi elefanti (El), contingenti feudali di fanteria (Ax) ed arcieri (Ps, Art). Il comandante è chiamato Mahasenapati, i generali Senapati ed il dio della guerra si chiama Skanda. Gli accampamenti sono protetti da palizzate.
I Cham combattono a nord con gli Annamiti (71) e con i Cinesi dei Tre Regni (72) e T'Ang (95) che riescono a distruggere la loro capitale, sono sottomessi dagli Khmer, dai quali riescono a liberarsi, poi dai Mongoli (154) ed infine dagli Annamiti (71).

(111) Scozzesi pre-Feudali.
I Pitti e gli Scoti sono riuniti in un unico regno sotto la dinastia dei Canmore.
Combattono a sud i Britanni romanizzati (82), contrastano l'espansione dei regni Anglo-Sassoni di Mercia e Northumbria (75b) e le scorrerie degli Irlandesi (112).
In seguito subiscono le scorrerie vichinghe (106a, 128) e combattono i Normanni (102c) che hanno occupato l'Inghilterra. Numerosi nobili Sassoni trovano rifugio in Scozia le cui potenti famiglie aristrocratiche (Bruce, Balliol, Stuart, Douglas, Hamilton) si disputano il trono (111) alleandosi ai capi dei clan delle Highlands (Le Terre Alte).
Nonostante queste debolezze i fieri Scozzesi riescono ad opporsi ai numerosi tentativi di sottometterli del regno Inglese (113, 134).
L'esercito è feudale, con pochi nobili che combattono a cavallo (Cv, LH) e numerosa fanteria che combatte per clan (Sp, Ax), affiancata dagli highlander (Wb) e da pochi arcieri (Ps).

(112) Irlanda Vichinga.
L'Irlanda è divisa in cinque regni (Ulster, Munster, Leinster, Connacht e Meath), a loro volta divisi in numerosi regni minori e clans in guerra tra loro (112). Compiono scorrerie ai danni degli Scozzesi (111), subiscono le invasioni e le incursioni dei Vichinghi (106a, 128).
La divisione facilita l'intervento degli Inglesi (102c) che occupano Dublino e si espandono lentamente all'interno (134, 144).
Gli eserciti sono formati dai gaiscedach (guerrieri) appartenenti ai clans, principalmente fanti (Ax, Ps), tra i quali si distinguono le bellicose tribù gaeliche (Bd, Wb) ed i vichinghi naturalizzati (Bd).
A fianco delle tipiche armi gaeliche (spade lunghe, picche, scudi oblunghi in legno) sono utilizzati, sebbene non diffusamente, mazze, archi, elmi e cotte di maglia.
Le gesta degli eroi sono cantate dai bardi (Fw) ed il pricipale poema epico è Lebor Gabála Érenn (Ciclo delle Invasioni).

(113) Anglo-Danesi.
Canuto "Il Grande" re di Danimarca e Norvegia ottiene anche la corona inglese ma dopo la sua morte l'impero nordico si sfascia a causa delle guerre dinastiche (113).
Gallesi (92) e Scozzesi (111) combattono sia il regno Danese che la successiva dinastia Sassone tornata sul trono. Questa respinge le ultime invasioni vichinghe (106a) ma dopo breve periodo subisce l'invasione e l'occupazione dei Normanni (102c).
L’esercito è composto prevalentemente da fyrd, leva generale obbligatoria temporanea con compiti difesivi (Sp, Ps), mentre i theng lasciano il posto agli hauscharls, prima come guardie del corpo poi come nucleo professionista permanente (Bd).
Gli Anglo-Danesi si spostano a cavallo (Cv) ma combattono prevalentemente a piedi. Le armi più comuni sono la lancia, usata anche per la caccia, la spada a due tagli, più pesante di quella vichinga, lo scarmasax germanico, lo scudo rotondo in legno con rosone in ferro, talvolta coperto di pelle, la giacca di cuoio. Più rare sono le asce, gli elmi, gli archi (usati per la caccia), i giavellotti, le francische (di origine franca) e le tuniche di maglia.

(114) Khitan-Liao.
I mongoli Khitan, per secoli sottomessi ai Cinesi o agli imperi turchi dell'Asia Centrale, si liberano dall'impero T'Ang (95) e fondano in Manciuria il primo impero mongolo, con nome dinastico Liao.
Smembratosi l'impero T'Ang, i Khitan combattono accanitamente la nuova dinastia Sung (116) finché i due imperatori si riconoscono "fratelli". È il primo popolo con il quale i Cinesi stipulano un trattato alla pari. La lunga pace con la Cina, che versa un tributo, permette ai Kitan di espandersi verso l'interno dell'Asia ai danni dei Turchi (62), mentre a est sono duramente contrastati dai Coreani (78). Infine vengono sopraffatti dai nomadi Jurcet.
L'esercito imperiale Liao comprende numerosi cavalieri professionisti (Kn, Cv, LH) organizzati in ordo, milizie ausiliarie cinesi (Bd) compresi balestrieri (Cb), ed infine contingenti dei popoli nomadi sottomessi (LH, Ps).

(115) Ghasnavidi.
A Gasna si istalla una dinastia turca islamica, che grazie alla centralizzazione dell'esercito ed alle risorse delle devastanti incursioni ai danni dei principati Indiani (83a), si espande in Persia inglobando altri stati Islamici e contendendo ai Buiydi il controllo di Bagdad (100), giunge fino alle sponde del Caspio dove si scontra con i Khazari (93) e contiene le scorrerie dei turchi Oghuz dell'Asia centrale (94) ma è infine travolto dall'avanzata dai turchi Selgiuchidi (124).
Il punto forte dell'esercito gasnavide è la cavalleria, armata di lance ed archi (Cv), affiancata da cavalleggeri turchi o delle tribù arabe nomadi giunte in Asia Centrale (LH). La fanteria comprende reparti di gulami (schiavi) del sultano ben addestrati e armati lancia (Sp), archi e bombe alla nafta (Bw), mercenari Dailamiti armati di scudi e giavellotti (Ax), raiput indiani (Wb), ghazis (volontari turchi, Wb, Ps) e contingenti dei vassalli persiani ed indiani. Questi pagano anche tributi in Elefanti (El), per la prima volta largamente utilizzati da un esercito islamico.

(116) Cinesi della dinastia Sung.
La dinastia meridionale Sung riunifica la Cina con capitale Kaifeng (Sung Settentrionali) poi spostata a Hangzhou (Sung Meridionali).
L'impero ha un governo centralizzato, sviluppa il commercio, l'artigianato delle porcellane di lusso, la flotta, sono stampate le prime enciclopedie e si diffonde il Neo-Confucianesimo (con influssi Buddisti e Taoisti).
A quest'epoca risale la scrittura del manuale militare "Balzhan Qilüe" (Cento Strategie Non Ortodosse) e per gli esami di stato sono adottati "I Sette Classici Militari" delle epoche precedenti: "Sei Insegnamenti Segreti" (epoca Chou), "Arte della Guerra", "Le Tre Strategie", "Wuzi" e "Wei Liaozi" (epoca dei Regni Combattenti), "Sima Fa" (epoca Han), "Domande e Risposte" (epoca T'ang). Rimane escluso il manuale di epoca Han "Metodi Militari", giudicato eccessivamente violento.
Il Ministero della Guerra si occupa delle promozioni, della strategia e degli approvvigionamenti di viveri e armi.
L'esercito mantiene l’aspetto tradizionale ed è suddiviso in corpi distinti: Guardia Imperiale, guarnigioni delle provincie, presidi lungo le coste ed alle frontiere con truppe speciali in relazione al terreno (Cv, LH, Bd, Cb). Sono arruolati leve, barbari, criminali e prigionieri (Ps). In battaglia sono impiegati lanciarazzi, granate a mano, grosse balestre multiple (Art) ed occasionalmente mandrie imbizzarrite (SC).
I Sung non riescono a scalzare il regno Kitan (114) con il quale firmano un trattato potendo dedicasi alle altre frontiere, dove tuttavia subiscono continue perdite territoriali : a sud contro gli Annamiti (71) ed i Birmani (98), a nord-est contro i Coreani (78) e le scorrerie dei pirati Giapponesi (127). Devono poi lottare contro i Chin (62), che hanno abbattuto i Kitan, e contro i Mongoli (154) che occupano tutta la Cina.

(117) Bizantini di Niceforo.
Il generale Neceforo Foca, dopo una vittoriosa campagna contro gli Hamadamidi di Aleppo, rovescia la dinastia Macedone e riforma lo stato favorendo l'aristocrazia.
I contadini-soldati (Cv) sono sempre più ridotti di numero a vantaggio dei contingenti feudali (Kn, Cv, LH, Sp, Ps) e mercenari, suddivisi in base alla provenienza:

Internamente le famiglie aristocratiche (Ducas, Comneni) causano guerre civili (117), alle quale partecipano gli eunuchi di corte e la chiesa, che giunge allo scisma con Roma. C'è anche il caso di una Basilissa sul trono senza consorte.
Nei Balcani Bisanzio continua la politica delle alleanze con e contro i Bulgari (87), che sono sottomessi, i Pecenechi (109) che insorgono, l'espansione del regno d'Ungheria (119) e del principato di Kiev (108).
In Italia la lotta tra Bizantini, principati Longobardi (85) e Normanni (102c) si risolve a vantaggio di questi ultimi.
In Oriente Bisanzio contende la Siria e la Palestina ai Fatimidi d'Egitto (118) e l'Armenia al nuovo regno Georgiano (121) ma la sconfitta di Mazinkert ad opera dei turchi Selgiuchidi (124) segna la perdita definitiva di gran parte dell'Asia Minore.

(118) Fatimidi.
Dinastia di origine Siriana che proclama la propria discendenza da Fatima, figlia di Alì, ed innalza gli stendardi verdi sciiti ribellandosi agli Aglabiti (125).
Crea un califfato indipendente in Tripolitania e Magreb, toglie la Sicilia a Bisanzio (117), si impossessa dell'Egitto islamico (100) trasferendo poi la capitale da Kairuan a El-Qahira (La Vittoriosa, Il Cairo).
Si espande in Arabia, Yemen (100), a sud combatte i Sudanesi (101a) e gli Etiopi (101b), contende la Siria ai Turchi Segiuchidi (124), alla setta ismaelita degli Assassini sorta da uno scisma religioso, e perde questa provincia ad opera dei primi Crociati (138). Nel Magreb le dinastie berbere (128) si rendono indipendenti, gli intrighi e le rivolte militari favoriscono il colpo di stato del generale curdo Saladino che abbatte il califfato.
Il campo è protetto da fossati, per il trasporto sono impiegati muli e cammelli (Fw) e l'esercito comprende i seguenti corpi:


(119) Primi Ungheresi.
Gli Ungari, convertiti al cristianesimo, adottano il sistema franco dei comitati ed ottengono il titolo regio. Alla corte giungono anche influenze bizantine.
Si espandono nei Balcani combattendo contro Bizantini (117, 133), Serbi (142a) e Bulgari (147), occupando la Croazia. A est si scontrano con Polacchi (122), Russi (108, 129), Peceneghi (109) e sottomettono i Cumani (130). A ovest combattono i principi dell'Impero (136) e contendono a Venezia il possesso della Dalmazia e del Friuli. I Mongoli (154) invadono temporaneamente il regno e costringono il re a fuggire su un'isola dell'Adriatico.
L'esercito è costituito da contingenti feudali (Kn, Cv, Sp), mercenari tedeschi (Kn), Cumani (LH), Italiani (Kn, Sp), milizie cittadine (Sp) e contadine (Ps).

(120) Sudanesi Occidentali.
Nel Sudan Occidentale, chiamato dai mussulmani "Il Paese dell'Oro", si susseguono vari regni la cui economia è basata sull'agricoltura, sul commercio e sul controllo delle vie carovanieri. I più grandi sono i seguenti:

Gli eserciti sono reclutati territorialmente, guidati da capi locali o da membri della famiglia reale. Dai berberi è introdotto l'impiego di cavalli (Kn, Cv, LH) e di cammelli (Cm), è documentato l'uso di spade ed archi (Bw) a fianco delle tipiche zagaglie africane e degli scudi di pelle o di paglia intrecciata (Sp).

  1. Introduzione.

  2. Indice Alfabetico.

  3. Epoca degli imperi Medio-Orientali (1-30).

  4. Epoca dei regni Ellenistici e Roma Repubblicana (31-60).

  5. Epoca dell'impero Romano e dei regni Romano-Barbarici (61-90).

  6. Epoca delle invasioni degli Arabi, Vichinghi ed Ungari (91-120).

  7. Epoca Feudale e delle Crociate (121-150).

  8. Epoca dell'impero Osmano e della Guerra dei Cent'Anni (151-180).

  9. Eserciti non ufficiali.

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