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(91) Bizantini di Maurizio.
Il Basileus Maurizio, per il quale viene compilato lo Strategikon, libro di tattica
e strategia, inizia una riforma militare completata poi dal successore Eraclio.
L'esercito è formato da fanti Illiri, Traci, Isauri, Pontici e Cappadoci semi-romanizzati
sottoposti a disciplina, appoggiati a ricchi arsenali di armi e macchine d'assedio. Ogni unità
si distingue per un diverso colore degli scudi. Al loro fianco combattono symmacchoi
(barbari), foideratoi (ausiliari scelti) e limitanei (ausiliari frontalieri),
soprattutto Armeni ed Arabi. Il campo è protetto da carri e presidiato da arcieri
(Fw).
Optimates: Cavalieri scelti di stanza presso la capitale
(Cv).
Kataphraktoi: Cavalieri pesanti che formano il nucleo
dell'esercito. Sono armati di spade, daghe, archi (i pesanti archi degli Avari), lance, elmi con pennacchio, maglie di ferro e
cavalli corazzati (Kn, Cv). Anche i bucellari sono radunati in un'unica
tagma.
Trapeziatoi: Cavalieri armati di lance, archi e
giavellotti (LH).
Skutatoi: Fanti armati di spade corte, lance corte,
giavellotti ed archi, protetti da maglie, elmi, gambali e scudi (Sp).
Psiliti: Fanti leggeri armati di giavellotti, fionde,
balestre e piccoli scudi (Ps).
I Balcani sono occupati dagli Avari (90), che giungono sotto Bisanzio e ottengono un tributo,
dagli Slavi (89) e dai Bulgari (87), coinvolti in continui cambi di alleanza dall'abile
politica Bizantina.
In Italia i Bizantini perdono lentamente terreno ad opera dei Longobardi (85) mentre in
Oriente i Sasanidi (73b) occupano Siria, Palestina, Egitto e giungono sotto Bisanzio
alleati agli Avari, ma sono poi ricacciati e piombano nella guerra civile, tuttavia la
riconquista ha breve durata per l'inizio dell'espansione degli Arabi mussulmani (96) che
occupano Palestina, Siria ed Egitto.
(92) Gallesi.
Popolazione celtica soggiogata dai Romani. Dopo l'evacuazione dell'isola da parte delle legioni,
combatte i Britanni romanizzati (82), contrasta le scorrerie dei Celti Irlandesi (61) e dei Vichinghi
(106a). Divisi in vari regni (Gwynedd, Powys, Dyfed, Morgannwg, Gwent), spesso in lotta tra loro (92),
i celti si alleano agli Irlandesi per contrastare gli attacchi degli Anglo-Sassoni (75a, 75b), ricevendo da
loro il nome di wälsch (stranieri).
Per difendersi dalle scorrerie dei Gallesi, il re di Mercia fa erigere un muro i cui resti sono ancora visibili.
I Gallesi offrono accanita resistenza ai Normanni (102c). Il Gwynedd ottiene la supremazia, è
riconosciuto principato dal re d'Inghilterra, ma dopo dure lotte e ribellioni è sottomesso al
regno inglese (113, 134, 145) che assegna all'erede del trono il titolo di principe del Galles.
Il terreno montuoso del Galles favorisce la guerriglia ed è inadatto alla cavalleria, che quindi
è poco numerosa (Cv). I fanti sono armati soprattutto del famoso arco lungo gallese (Lb, Ps) e di
lance (Bd, Ax, Wb).
(93) Khazari.
Con questo nome sono chiamati i Turchi a nord della Persia dallo storico islamico Firdawsi,
vissuto alla corte Gasnavide (115). Compiono incursioni e sono soggetti ad altri Turchi
(94).
Successivamente si spostano tra il Caspio ed il Caucaso fondando un regno che controlla le
vie commerciali, con capitale Itil sulle rive del Volga, governato da un Khaqan con
compiti religiosi e politici affiancato da un Pech che svolge compiti amministrativi e
militari.
Partecipano in Armenia alle guerre tra Bizantini (99) e Sasanidi (73b), più spesso alleati
ai primi, mentre a nord combattono gli Slavi (89). Vengono temporaneamente sottomessi da
Attila che assegna il regno Khazaro al suo primogenito, poi dagli Avari, infine riacquistano
l'antica potenza. Cacciano i Bulgari a ovest (87), ottengono tributi dalle tribù slave,
annettono la Crimea e dopo dure lotte fermano l'avanzata araba nel Caucaso (96, 100) pur dovendo
pagare un tributo e trasferire la capitale a Semender.
In seguito partecipano alle lotte civili bizantine e danno rifugio ai mercanti ebrei espulsi da
Bisanzio. Anche la dinastia reale si converte alla religione giudaica, senza tuttavia
perseguitare i propri sudditi islamici, cristiani e pagani.
Per contrastare le scorrerie dei Peceneghi (109) da Ovest chiamano i Magiari (107) che sono però
respinti, e ricevono aiuto dai bizantini per fortificare le città commerciali. Ma il regno viene
indebolito e di ciò approfitta il principato russo di Kiew (108) che gli toglie il controllo
sulle tribù slave poi lo abbatte. La Crimea, viene infine occupata dai Bizantini del basileus
Basilio II. I Khazari sono dispersi ed assimilati, alcuni riparano presso i Georgiani (121) ai
quali forniscono aiuti militari.
L'esercito comprende la tipica cavalleria turca (Cv, LH), affiancata da contingenti delle città
(Sp, Ps) e accompagnata da carri (WW) che usa disporre in circolo per proteggere il campo.
(94) Turchi Oghuz.
Popolazione turca che fonda un regno in Asia Centrale governato dalla dinastia Quaraquanide.
Occupa i territori dell'emirato samanide (100) fino all'Oxo, combatte a ovest i Khazari (93),
i Russi (108) ed i Peceneghi (109), a sud i Gasnavidi (115).
Sono i primi turchi ad accogliere la religione islamica. Spezzatosi in più regni, sono
sottomessi dai Kitan fuggitivi che fondano il regno Qara Quitai.
Gli ultimi Oghuz infestano il Kosoran.
L'esercito è formato da cavalleggeri tribali armati principalmente d'arco (LH, Bw, Ps), da
gulams (schiavi) del sultano (Cv) e degli emiri.
(95) Cinesi della dinastia T’ang e delle Cinque Dinastie.
La Cina è riunificata dalla dinastia Suei che dopo tre disastrose spedizioni contro la Corea (78)
è soppiantata dalla dinastia guerriera dei T'Ang, con capitale Chang'an.
I T'Ang respingono i Turchi ed occupano l'Asia Centrale (62), sottomettono la Corea (78),
espandono l'impero in Indocina ai danni di Annamiti (71), Birmani (98), Khmer e Champa
(110) distruggendo la capitale di questi ultimi.
La politica aggressiva rende superfluo il mantenimanto della Grande Muraglia che viene
quindi trascurata. A quest'epoca risale la stesura del manuali militare "Domande e Risposte",
l'invenzione della stampa e della polvere da sparo. Il confucianesimo è proclamato religione
di stato, ma sono tollerati anche i mussulmani, i nestoriani ed i buddisti mentre persecuzioni
politiche colpiscono i monaci taoisti.
I T'Ang subiscono poi l'avanzata araba in Asia (100), le ribellioni di militari e di
contadini, contro l'elevata tassazione, le invasioni
dei Tibetani (97), degli Uiguri e dei Khirghisi (62), che permettono a nord la formazione
del regno Khitan (114) e lo smembrarsi dell'impero nelle 5 dinastie (a nord) e nei 10 regni
(a sud).
L'esercito imperiale mantiene l'assetto tradizionale e si basa soprattutto sulla cavalleria
armata di lancia ed arco (Cv), su cavalli turchi, arabi e provenienti da allevamenti
locali. È dato impulso all'allavemento dei cavalli che sono marchiati con gli
ideogrammi "volatore" (per la guerra), "drago" (poste) o "vento" (servizio imperiale).
Va sparendo l'uso della corazza in pelle d'ippopotamo laccata di rosso. È introdotta la so-tse-k'ail (corazza
a maglie) dalla Persia, ma non si diffonde, la ni-k'ai (Armatura del Leone), a lamine e con trattamenti chimici su
imitazione dei "4 Re Celesti" del buddismo, e la corazza fatta di strati di carta piegati (la carta è importata
dalla Corea), che invece è molto utilizzata dai fanti.
La milizia di coscritti (Fu-Ping, Ps) è presto sostituita da
corpi professionisti cinesi che combattono in masse compatte di lancieri (Bd, Sp) o
balestrieri (Cb, Ps), da mercenari turchi, tibetani principalmente cavalieri (Cv, LH) o
arcieri nepalesi (Ps), ed è seguito da suonatori di xiao (flauto in
bambù), cembali, konghou (strumento a corde), tamburi e da indovini (Fw). Le
truppe scelte T'Ang sono denominate "Saltatori e Agitatori". Gli elefanti sono portati a
corte come curiosità.
(96) Arabi della Conquista.
Le tribù arabe (da arab, arido) sono unificate da Maometto grazie alla religione
islamica, che chiede di essere propagandata anche con la guerra.
Gli aderenti alla nuova religione sono chiamati anche "Maomettani" (seguaci di Maometto),
"Islamici" (dall'arabo Islam, "Donato a Dio") o "Mussulmani" (da Muslim,
plurale di Islam).
Sotto i primi 4 califfi elettivi, chiamati Rashidun (Rettamente Guidati), gli Arabi
travolgono lo sfiaccato impero Sasanide (73b), tolgono Palestina, Siria, Egitto, Africa
all'impero Bizantino (91) minacciandone la capitale ed abbattono il regno Visigoto
di Spagna (80). Solo i Khazari del Caucaso (93) resistono alla prima ondata dell'espansione
islamica.
L'esercito è chiamato umma (significa anche "nazione"), comprende una
cavalleria mobile (Cv, LH) ed una fanteria motivata armata principalmente di spade ed
archi (Wb, Bw, Ps).
La classificazione delle truppe, la divisione del bottino ed in seguito la paga, si basano
sull'anzianità di servizio:
Muhajirun (Emigrati): I Meccani che lasciano La Mecca con
Maometto al momento dell'Egira (data dalla quale i mussulmani contano gli anni).
Ansar (Aiutanti): I primi seguaci Medinesi di Maometto,
si distinguono per il turbate giallo. Assieme ai precedenti sono detti Compagni.
Quraysh: Il potente clan Coreiscita de La Mecca,
inizialmente ostile a Maometto.
Thaqeef: Abitanti della vicina città di Taif, la
prima conquistata e convertita all'Islam.
Le milizie delle cittadine della Hijaz (regione attorno La
Mecca), i banu Muzauna e parte dei banu Sulaym, tribù beduine nomadi della
stessa regione (rimasti fedeli durante la Ridda, la guerra scoppiata dopo la
morte di Maometto). I ribelli sottomessi, come i banu Temeen ed i banu Asad, sono
arruolati per far numero e pagati meno.
al-Ayyam: Truppe arruolate prima della vittoria di
Qadisiyya sui Sasanidi (nel 637). Comprendono beduini (da Badwiyyin, Uomini
del Deserto), Arabi, Yemeniti (esosi), Arabi Siriani (con influenze bizantine) ed i
banu Bekr, tribù araba che ha fornito truppe ausiliarie ai Sasanidi e combatte
con influenze Persiane.
Ahl al-Qadisiyya: Truppe arruolate dopo la battaglia di
Qadisiyya (molte tribù portano le prove, anche false, della loro presenza alla
battaglia, per rivendicare una paga più alta).
(97) Tibetani.
Abitano il vasto altipiano dell'Asia Centrale, formando un regno con capitale Lhasa che fatica ad
imporsi ai numerosi piccoli principati. Dopo la conversione al buddismo, che si fonde alla
primitiva religione Bön (da cui Bonzi), anche i monasteri divengono potenti.
Combattono a sud gli Hindù (83a) ed i Birmani (98), ma soprattutto cercano di espandersi a nord e
controllare la via della seta, scontrandosi con gli imperi dei nomadi (62), i mongoli Kitan
(114) che li respingono ed i cinesi T'Ang (95), che ne sollecitano l'intervento anche durante le
lotte civili.
Trasmettono il buddismo agli invasori Mongoli che concedono loro l'indipendenza sotto il governo
del superiore del monastero di Saskya.
L'esercito comprende valorosa cavalleria (Kn), affiancata da cavalieri nomadi (Cv, LH) e da
agguerriti montanari (Ax, Ps) addestrati anche alla cinese (Sp, Bw).
Sono rinomati per la loro disciplina e la loro abilità nella metallurgia.
(98) Birmani.
Popolazione tibetano-birmana semibarbara dotata di forte spirito d'indipendenza e di scarsa
moralità.
Abbattono i regni Mon (dai quali mutuano la cultura induizzata) e Pyu dell'Indocina occidentale,
che prende da loro il nome di Birmania, fondano un impero federale con capitale Pagan, nota
come "La Città dei Cento Templi". Praticano la coltivazione ed il commercio.
Il chakravartin (sovrano universale) nomina i wun (governatori), che si occupano
della riscossione delle tasse, dell'esercito e della polizia, ed i wungyi (ministri di
palazzo, letteralmente "portatori di grossi pesi").
I myosa (mangiatori di città) sono parenti del re inviati a governare distretti
periferici, spesso fuori dal controllo del sovrano.
Gli ahmudan sono gli elementi della popolazione di origine birmana, esenti da tasse
dirette, ricoprono funzione ereditarie al servizio del sovrano : tenuta di terre, nell'esercito
o nella flotta, tenuta di elefanti o come funzionari di palazzo a turno. Sono divisi in
asu (clan) ciascuno guidato da un myothugyi, capo ereditario che governa un
villaggio occupandosi della giustizia, della riscossione delle tasse e del reclutamento delle
truppe, che guida in guerra. Per distinguersi fanno uso di particolari tatuaggi.
Gli athi sono liberi di origine non birmana, dispongono delle terre non reali e pagano le
tasse, compresa una tassa militare.
In fondo alla catena sociale troviamo i debitori ed i prigionieri di guerra, che subiscono una
blanda schiavitù, principalmente al servizio dei monasteri.
L'epopea dei sovrani Birmani è celebrata nella "Cronaca del Palazzo di Vetro".
Cacciano dalle coste i Chola (83a), respingono le invasioni degli Khmer (110) da est,
contrastano le scorrerie degli Annamiti (71) da nord-ovest, resistono eroicamente all'espansione
dei cinesi T'Ang (95) con i quali poi si alleano per contrastare i Tibetani (97), sono resi
vassalli dai Sung (116) ma rifiutano di sottomettersi ai Mongoli (154) che distruggono
l'impero (le battaglie sono descritte da Marco Polo).
In seguito sorgono a nord il regno di Ava dei Thai (Thai significa "Uomini Liberi") che danno
il nome alla Thailandia, e a sud il regno di Pegu dei Mon.
Il comandante dell'esercito è chiamato mahasenapati. L'esercito risente di
influenze cinesi (arco, cavalli), comprende cavalleria (Cv), elefanti (El, quelli albini cono
considerati simbolo fausto), arcieri (Bw), balestrieri (Cb), fanteria (Ax, Ps) ed astrologi
bramini (Fw). I soldati compiono offerte prima delle spedizioni militari, fanno uso di pozioni
e di tatuaggi che garantiscono l'invulnerabilità.
(99) Bizantini dei Themi.
La dinastia Eraclide riduce l'impiego di mercenari e divide l'impero in themi, 12 europei
e 17 asiatici (ma il numero varia con il variare dei confini), il cui nome deriva dal tipo di
truppe che fornisce, ma in maggioranza sono arcieri a cavallo (Cv, LH, Sp, Ps); i themi
Opsikion, Armeno ed Anatolico forniscono truppe scelte mentre il thema Carabisiano
fornisce i marinai e le truppe imbarcate.
Uno stratego con poteri civili e militari governa ogni thema le cui terre sono
assegnate a 10.000 contadini-soldati. Il sistema viene mantenuto dalle successive dinastie Isaurica,
Amoriana e Macedone.
La guardia imperiale a cavallo, creata sotto la dinastia Isaurica, è chiamata tagmata (Cv),
ed è poi accresciuta fino a 8.000 cavalieri in 5 unità.
Alle frontiere sono poste truppe chiamate clisure con compiti di guerriglia (Ps).
L'impero, grazie a questo nuovo esercito, alla proverbiale diplomazia, alle possenti mura della
capitale ed al segreto del fuoco greco, respingere i violenti attacchi
mossi da est e da ovest:
Bisanzio resiste a tre assedi degli Arabi (100), due dei Bulgari
(87), due dei Vichinghi provenienti dalla Russia ed uno dei Russi di Kiev (108).
In Italia gli Aglabiti (100) si affiancano come avversari ai
Longobardi (85), questi sono poi sostituiti dai Franchi (102a).
Nei Balcani e sul Mar Nero Bisanzio ora si allea ed ora combatte
Bulgari (87), Slavi (89), Khazari (93) e Peceneghi (109).
In Oriente riconquista l'Asia Minore eliminando l'emirato
Hamdanide di Aleppo (100).
(100) Islamici degli Emirati.
Gli Arabi associano alle loro conquiste altre popolazioni guerriere adottando nuove armi:
la spada indiana (hindi), il giavellotto etiope (harba), la lancia dai
cavalieri bizantini (rumh, da "romani"). Le altre armi comprendono la mazza (dabbus, l'ascia (tabar),
scudi, camice di maglia (dir), brigantine (kazaghand), brigantine senza maniche
(karkal) ed elmi conici (gli islamici non usano mai elmi chiusi). Le tattiche sono riprese dagli imperi Bizantino e
Persiano strutturando l'esercito in cinque corpi chiamati kamis (cioè "cinque") che formano il centro, le
ali, l'avanguardia e la retroguardia.
La loro espansione è tuttavia fermata in Africa dagli Abissini (101a, 101b), sul
Caucaso dai Khazari (93), in oriente da Turchi (94) e Cinesi (95) ed in Asia Minore da Bisanzio
(99). Si fanno maggiormente sentire le divisioni interne, razziali, religiose e dinastiche, che
causano le prime guerre civili (100).
Gli Ommayadi hanno la capitale a Damasco, innalzano bandiere azzurre ed il loro esercito
comprende i seguenti tipi di truppe:
Fursan: Cavalieri scelti di guardia al califfo (Cv).
Mujaffafa: Cavalieri corazzati (Cv).
Mujarrada: Cavalieri senza protezione (LH).
Asawira: Cavalieri pesanti in stile sasanide (Cv, Bw),
esonerati dal pagamento delle tasse anche se non convertiti all'Islam.
Ahl al-sham: Arabi e beduini trasferiti in Siria,
forniscono truppe scelte (Cv, Sp, Bw) e sono organizzati in 4 unità
amministrative chiamate agnad (plurale di jund).
I corpi di arcieri comprendono naffatun (lanciatori di nafta).
Amsar: Guarnigioni di città, strade o confini,
formate per lo più da beduini turbolenti deportati dall'Arabia e via via
smilitarizzati (Wb).
Muqatila: Milizia di scarsa qualità, in gran parte
araba, con pochi iraniani. È armata di spade, giavellotti e soprattutto archi
(Bw).
Ahdath: Polizia urbana occasionalmente usata in battaglia
(Ps).
Dihqans: Piccola nobiltà Persiana o Armena
convertita all'Islam e stipendiata (Cv).
Mawali: Non arabi convertiti con armi tipiche, sempre
più utilizzati. Fanti iranici con ascia e giavellotto (Wb, Ax), arcieri a
cavallo Turchi (LH, Bw), Dailamiti con giavellotti e scudo (Ax), fanti Sudanesi (Sp,
Bw).
Gli Abassidi rovesciano la dinastia Ommayade e spostano la capitale a Bagdad, ma l'unità
dell'impero è spezzata da una serie di principati sottomessi solo formalmente, i principali dei quali
sono quello sciita dei Fatimidi in Africa (118), quello di Al-Andalus in Spagna (103) e quello Gasnavide in Persia
(115).
L'esercito Abasside innalza bandiere nere, scudi laccati in oro e nero su rosso (colori molto di moda) e comprende i
seguenti tipi di truppe:
Abna: Truppe scelte formate per lo più da Arabi
iranizzati della Jazirah e dell'Iraq, hanno armatura, corta spada, lancia, arco (Cv,
Sp, Bw). Il titolo e i privilegi sono ereditari.
Ahl-kurasan (Korassani): Formano un Abna scelta
che sostituisce quelle di Siriani (Cv).
Jund al-Hadra: Guardia del califfo, hanno il mantello
marrone che poi viene esteso a tutte le truppe regolari abassidi.
Mawali: Come presso gli Ommayadi ma maggiormente
impiegati. Yemeniti (Wb, Ax), Dailamiti (Ax), Curdi (Cv).
Maghariba (occidentali): Beduini dell'Egitto e della
Libia (LH, Wb, Ps).
Ghazi: Volontari spinti da fervore religioso, Arabi o
Turchi.
Ghulami (schiavi): Formano un esercito di carriera, per
lo più cavalieri Turchi con corazze e archi (Cv), Sudanesi (Bw), Hindù
(Ax). Sono sempre più impiegati.
(101a) Sudanesi Orientali.
Gli antichi chiamavano Sudan i vasti territori interni dell'Africa a sud della costa mediterranea.
Nel Sudan orientale l'economia si basa sulla pastorizia che non permette il formarsi di grossi imperi. Sorgono
numerose città stato degli Hausa, munite di mura, ed i piccoli regni cristiani tra Khartum e Napata (cusita).
Le lotte coinvolgono il vicino regno cusita di Axum (101b), i mussulmani a sud (100) ed i regni africani a ovest (120).
Il regno teocratico di Dongola viene reso tributario dai Fatimidi (118) ed è infine distrutto dai
Mamelucchi.
Il successivo regno di Bornu è governato da una ristretta classe di guerrieri che domina la massa di agricoltori,
controlla il commercio, compreso quello degli schiavi, e vive di razzie.
Da nord si introduce l'impiego di cavalli (Cv) e di cammelli (Cm), è documentato l'uso di archi
(Bw, Ps) a fianco delle tipiche zagaglie africane e degli scudi in pelle o paglia intrecciata (Wb, Ps).
(101b) Abissini.
Gli Abissini subiscono influenze arabiche, ebraiche ed ellenistiche.
Formano un regno con capitale Axum governato da un re dei re, seguono la religione monofisita,
combattono gli altri africani a ovest (101a), distruggendo l'antico regno di Meroe. Poi
subiscono le invasioni dei principati islamici yemenita (100) e dei Fatimidi (118). Axum è
devastata da una misteriosa regina detta Essato (La Distruttrice).
L'esercito comprende cavalleria (Cv, LH) e bande (Bd, Wb, Ps) armate di giavellotti e scudi.
(102a) Tardi Franchi.
Secondo il costume germanico il regno Franco viene diviso tra gli eredi ma gli ultimi "Re
Fannulloni" Merovingi sono detronizzati dal loro Maggiordomo (Major Domus) che riunifica
il regno fonda la dinastia Carolingia (prende nome dal più grande sovrano della dinastia,
Carlo "Magno").
I Franchi respingono gli attacchi degli islamici Andalusi (103), creano una marca in Spagna
(104), annettono l'Aquitania (102a), la Bretagna (102b), il regno Longobardo in Italia (85)
entrando in contatto con l'impero Bizantino (99), sottomettono Sassoni, Bavari e Frisoni,
distruggono il regno degli Avari (90) e rendono tributari gli Slavi.
Le lotte dinastiche favoriscono le devastanti incursioni dei Magiari (107) e dei Vichinghi
(106a), per proteggersi dei quali a parte di loro è concesso il ducato di Normandia (102c).
L'esercito come lo stato è feudale, formato dai Vassi che servono come cavallarii
in cambio di terre e muniti di armi proprie che grazie all'ottima metallurgia sono l'elemento
decisivo. Spada e briunia (corazza lamellare) non possono essere esportate per legge.
I cavalli sono muniti di sella, staffe e ferratura e l'armamento è completato da scudo, lancia,
arco, elmo conico e gambiere (Kn, Cv). A fianco della cavalleria pesante è presente una buona
cavalleria leggera armata di scudo, lancia, spada, coltello e spesso munita di arco e frecce che
hanno fama di usare con precisione (LH).
Tutti i liberi servono come fanteria alla chiamata del conte territoriale (Sp, Ps).
(102b) Bretoni
L'Armorica è poco romanizzata, rimane esclusa dalle grandi invasioni germaniche ed è occupata dai
Celti e dai Britanni che abbandonano la propria isola di fronte alle invasioni Anglo-Sassoni,
prendendo quindi il nome di Bretagna.
I Bretoni sono colpiti dalle scorrerie vichinghe (106a), lottano per l'indipendenza contro i
Franchi (102a), poi contro il ducato di Normandia (102c) e la contea d'Anjou. Il re di Francia
infine riconosce l'indipendenza della contea.
L'esercito comprende numerosa cavalleria (Cv, LH) e forte fanteria (Sp, Ps).
(102c) Normanni.
Per proteggersi dalle scorrerie vichinghe il re di Francia concede ad alcuni di loro un ducato
costiero che prende quindi il nome di Normandia (da Normanni, uomini del nord).
Il governo feudale centralizzato favorisce l'espandersi del ducato anche a spese di principati
francesi d'Anjou, del Maine, dello stesso regno di Francia (102a) e dei Bretoni (102b).
Il duca Guglielmo sbarca in Inghilterra, pone fine ad Hasting alla dinastia locale Anglo-Danese
(113) ed espande i confini con i Gallesi (92), Scozzesi (111) ed Irlandesi (112).
Frattanto truppe mercenarie normanne giunte in Italia Meridionale conquistano gli ultimi
principati Longobardi (85), occupano le città comunali (123) ed estromettono i Bizantini (117)
con i quali combattono numerose guerre anche in Grecia (133).
I Normanni combattono soprattutto a cavallo, muniti di maglia di ferro e lancia (Kn).
In Normandia sono affiancati da contingenti Bretoni, Franchi, Fiamminghi (Cv, LH), da corpi di
fanteria (Sp) ed impiegano diffusamente balestre ed archi (Cb, Ps). In Italia meridionale
l'esercito comprende nobili longobardi (Cv), milizie cittadine (Sp) e mercenari mussulmani
(LH, Ps).
(103) Islamici di Al-Andalus.
La Spagna, conquistata ai Visigoti (80), diviene califfato indipendente ad opera dell'unico
Omayyade sopravvissuto che innalza lo stendardo azzurro e lotta contro i principati islamici
del nord-Africa (100). Il califfato continua la lotta contro i Franchi (102a) e subisce la
reconquista da parte dei regni feudali spagnoli (104) fino a spezzarsi in numerosi
reinos de taifas, regni in guerra tra loro (103) che chiamano in soccorso i regni berberi
del nord-Africa e sono da questi occupati (125).
L'esercito inizialmente rispecchia quello omayyade ed è formato da chundi (Cv, Sp, Ps); truppe che prestano
servizio obliggatorio ed inquadrati secondo le chundis (circoscrizioni) o i kura muchannada (distretti
militari).
In seguito il califfo crea una esercito stipendiato permanente, principalmente cavalieri ai quali fornisce armi e
dopositi (Cv, LH), formato da un nucleo di hawasi (guardia personale), un corpo di 5.000 schiavi occidentali,
per lo più slavi, chiamati mamalik, saqaliba o "Silenziosi", e migliaia di hasam. L'esercito
è completato da volontari.
Verso la fine del califfato sono adottati anche equiggiamenti degli spagnoli cristiani (Kn, Cb); il servizio
obbliggatorio va in disuso, il grosso dell'esercito è formato da murtaziqua (mercenari), affiancati dalla
guardia scelta di berberi, da benicazzi (ex-cristiani), da negri e da muttawia (volontari, sopratutto
berberi). L'inquadramento è organizzato in gruppi di 5.000 uomini (guidati da un amir), 1.000
(da un qa'is), 200 (da un naqib), 40 (da un 'arif) ed 8 (da un nazir).
(104) Spagnoli Feudali.
I regni feudali spagnoli (Asturia, Leon, Navarra, Aragona, Castiglia, Portogallo), non sempre in
comune accordo, portano avanti la reconquista della Spagna ai danni degli Islamici : Il
califfato di Al-Andalus (103), soccorso e poi soppiantato dai regni berberi del nord-Africa
(125), fino al regno di Granada (155), mentre a nord contendono le marche dei Pirenei e la
Linguadoca prima all'impero Franco (102a), poi al regno di Francia (137).
L'esercito è composto da coraggiosi ricoshombres (nobili, Kn), hidalgos di nobile
nascita ma non sempre ricchi (Cv), ordini militari (Kn), crociati stranieri, soprattutto
Francesi (Kn), milizie cittadine (Sp, Cb), serrani, leve contadine armate di atrezzi
vari, archi e fionde (Ps), mercenari mussulmani (LH).
(105) Aztechi.
Popolo guerriero provenienti dalla mitica Aztlan, chiamato anche Mexica, dal leggendario eroe Mexitli.
Fondata la capitale Tenochtitlan (odierna Città del Messico), si alleano alle popolazioni
affini Tlacomano e Tlacopan e distruggono l'egemonia Tepaneca. Si alleano poi ai Tlaxala
espandendosi sull'altipiano Messicano da costa a costa, divenendo unica potenza egemone (105). Le
popolazioni mesoamericane sottomesse conservano i loro sovrani e governi che
però devono pagare tributi ed accogliere colonie militari. L'Impero è rapidamente
distrutto dagli Spagnoli con aiuti dei regni indigeni sottomessi.
Il sovrano è detto Tlatonami (Annunziatore), è eletto da quattro cittadini
eminenti scegliendolo tra i fratelli ed i nipoti del predecessore ed è investito solo
dopo una campagna militare con un numero di prigionieri sufficiente alla cerimonia.
Le caste comprendono il Cinacoatl, rappresentante del sovrano, i sacerdoti ed i
Tecutli (dignitari), alte cariche di governo e militari, i Pochteca (ricchi
mercanti) ed i Maceualli (poveri contadini).
I guerrieri sono addestrati dallo stato in apposite scuole di quartiere (capulli) e sono
promossi o retrocessi in base ai prigionieri catturati (Ax, Bw, Ps). I più valorosi sono
inclusi negli ordini dei Cavalieri della Freccia, del Leopardo e dell’Aquila (Bd), seguiti dai
servitori con le corde per legare i prigionieri (Fw).
Le armi mirano più a stordire che a uccidere e comprendono archi, fionde, bolas,
lacci uncinati, giavellotti con triplice punta in osso o ossidiana muniti di cordicella per il
recupero e micidiali mazze con schegge di ossidiana (maquiahuitl). Per protezione tutti
usano lo scudo piumato, è diffuso l'elmo, anch'esso piumato ed i tipici gambali in cuoio
e pelle che giungono al ginocchio (cozehuatl). Gli ufficiali indossano un farsetto
imbottito di cotone (adottato poi anche dagli spagnoli) o una corazza a squame d'oro e
argento.
I soldati semplici combattono vestiti del solo perizoma e con il corpo dipinto, in unità
di 400 uomini munite di strumenti musicali (tamburi e corni di conchiglia) e di insegne decorate
con animali araldici d'oro e piume. Gli ufficiali superiori guidano raggruppamenti di
8.000 uomini.
Scopo della guerra è il sacrificio in massa dei prigionieri per impedire la fine del
mondo e le "Guerre dei Fiori" sono combattute esclusivamente per questo scopo. Ogni
guerriero caduto valorosamente in battaglia diviene quauhtecatl (Compagno del
Sole), dopo quattro anni torna sulla terra sotto forma di colibrì ed infine diventa
spirito.
(106a) Vichinghi.
Danesi e Norvegesi usavano questo termine per identificare i "Guerrieri del Mere", mentre dagli
occidentali erano chiamati Normanni (Uomini del Nord).
Devastano le coste dell'Impero Franco (102a, 102b), della Scozia (111, 128, 140) e dei regni
dell'Eptarchia (82, 75b, 92) seminando terrore e distruzione. Alcune spedizioni colpiscono la
Spagna mussulmana, la Provenza e la Toscana.
Occupano parte dell'Irlanda (61) dove si fondono alla popolazione gaelica (112). In Inghilterra
colonizzano il Danelaw (113), assumono la corona inglese per breve tempo e sono infine
estromessi. Anche i troni Danese e Norvegese sono spesso causa di lotte dinastiche (106a).
Altri Scandinavi penetrano nella Russia slava (89) divenendo classe dominante (129).
Alcuni accettano di proteggere le coste da altri Normanni (106a) in cambio di terre. Nascono così
feudi in Frisia (temporaneo) e Normandia, altri in Italia meridionale forniscono servizio
mercenario e fondano principati propri.
Il loro punto di forza è la disciplina, il culto del coraggio e dell'amicizia tra
compagni. L'esercito è formato dai bondi, la classe dominante di piccoli
proprietari terrieri, da huscarls, guardie del corpo dei comandanti, e da
berserkers, guerrieri che fanno uso di droghe per combattere furiosamente ignorando le
ferite. Innalzano stendardi bianchi con figure di mostri e sono famosi per il loro terrificante
urlo di battaglia simile ad un ululato.
Adottano dal continente le armature a maglie e gli elmi, divenendo ottimi fabbri. L’armamento
difensivo è completato da scudi rotondi dipinti a colori vivaci. Le armi più diffuse comprendono
lance, spade, a volte grosse e a due mani, asce, spade corte (Bd, Wb), giavellotti ed archi
(Bw, Ps).
(106b) Leidang.
Con questo termine i Normanni (106a) chiamavano il servizio militare obbligatorio, poi mutato in
tassa per pagare mercenari, soprattutto Inglesi e Gallesi.
(107) Magiari.
Popolazione nomade ugro-finnica.
Prima si stabilisce in Russia Meridionale e combatte i Khazari (93), Vichinghi (106a) e Russi
(108), poi è sospinta verso ovest dai Peceneghi (109), distrugge la Grande Moravia (89) e
si installa nell'attuale Ungheria (che da loro prende il nome).
Da qui lancia devastanti incursioni in Turingia, Baviera, Svevia (102a) e Longobardia fino alla
sconfitta ad opera dei Tedeschi. A Est combatte i Bulgari (87).
Gli Ungari combattono a cavallo, con ricchi finimenti, armati di archi e frecce, spade, lance,
piccoli scudi rotondi e corazze lamellari. Sono disciplinati, usano disporre di cavalli di
ricambio e di riserve (Cv, LH, Sp, Ax, Ps). Nelle tombe seppelliscono anche i loro cavalli e
le loro armi.
Con i loro saccheggi si sono fatti una fama terrificante, e dal nome Magiari con il quale
chiamano se stessi, vengono identificati con il popolo di Magog dell’Apocalisse. Da "Ungaro"
viene inoltre il termine "Ogre" con i relativi "Stivali delle Sette Leghe" che alludono alla
loro mobilità.
(108) Russi.
Gli Slavi di Russia sono divisi in clan e formano alcune knjazenija (confederazioni).
Lottano contro Khazari (93), Bulgari (87) ed assoldano mercenari scandinavi chiamati
Vereghi (al primitivo significato di mercanti si sostituisce quello di guerrieri), o
Russ, per il colore dei capelli.
I Russ divengono classe dominante, con titolo di knjaz' (principe) governano le
città di Novgorod, Kiev ed altre minori, affiancati dalla druzhina
(esercito privato) dal veche (consiglio), dai boiari (nobili) e dai vescovi,
che danno spesso vita a partiti rivali.
I Principati russi sottomettono gli Slavi (89), respingono i Peceneghi (109), distruggono il
regno Khazaro (93), combattono i turchi Oguz a est (94), si espandono nei Balcani combattendo
Bulgari, Ungheresi (107, 119) e Bizantini (99, 117) effettuando alcune spedizioni contro la loro
stessa capitale Bisanzio.
Tuttavia le lotte tra città, quelle dinastiche (108) e le rivolte contadine smembrano i
principati (Rostov, Murom, Tmutarakan) favorendo l'intervento del regno di Polonia (122) che
ottiene un tributo da Kiev.
L'esercito comprende nobili a cavallo (Cv), solo occasionalmente smontati (Bd), contingenti delle
ricche città mercantili (Cv, Sp) e leve contadine (Ps).
(109) Peceneghi.
I Bizantini chiamano così le popolazioni turche stabilitesi a nord del mar Caspio, provenienti
dall'Asia centrale dopo la caduta del regno turco occidentale (94). Praticano l'allevamento ed
il commercio riuniti in tribù rette da principi, affiancati da un consiglio di anziani.
Le loro scorrerie colpiscono i Khazari (93) che chiamano in aiuto i Magiari (107) ma questi sono
respinti sul Danubio con l'aiuto dei Bulgari. I Peceneghi si stanziano nell'attuale Romania ed
intraprendono dure lotte contro i Russi di Kiew (108) alleandosi a Bisanzio, contro i
Bulgari (87), gli Slavi (89), gli Ungheresi (119) per la Transilvania ed i Bizantini (99, 117,
133) che infine li sterminano con l'aiuto di Bulgari, Valacchi e Cumani (130).
L'esercito è tipicamente turco, formato principalmente da arcieri a cavallo (Cv, LH), carri (WW) e
pochi fanti (Ps). Forniscono truppe ai regni di Ungheria e Polonia.
(110) Khmer e Cham.
Gli Khmer sono Tibetani mescolati ad Hindù che poi cambiano nome in
Kambuja (da cui Cambogia).
Rovesciano il regno Funam e formano in Laos un regno centralizzato con capitale Chenla, poi un
vasto impero feudale con capitale Ankgor. Subiscono influssi hindù (lingua sanscrita e
religione buddista) e cinesi (confucianesimo).
Sono governati da un sovrano divino chiamato chakravartin (dominatore universale) e
suddivisi nelle seguenti classi:
Hotar (sacerdoti bramani): Affiancano il re nel governo.
Comprendono il Purohita (primo sacerdote); principale funzionario, il
Bako; bramino portatore della sacra spada e l'astrologo reale (Fw). Presiedono
il consiglio incaricato di determinare la successione al trono.
Kshatriya (guerrieri): Si distinguono per l'abbigliamento
riccamente decorato con oro, argento e pietre preziose (Bd, Cv).
Plebei: Forniscono manodopera per i lavori idraulici nelle ricche
risaie delle vaste paludi del fiume Mekong, per la costruzione di templi, palazzi,
strade militari sopraelevate, e leve militari armate di sciabole (in bronzo e in
ferro) ed archi (Ax).
Schiavi: Comprendono debitori insolventi, prigionieri di guerra
o ribelli, lavorano al servizio delle caste superiori e come portatori nell'esercito
(Fw).
Montanari selvaggi: Combattono con dardi avvelenati (Ax).
Gli eserciti, raffigurati in marcia o in battaglia sui templi di Ankgor, comprendono inoltre
carri, elefanti (El), bande militari e mercenari professionisti Thai (Bd). La principale
divinità è Naga, rappresentata dal serpente a nove teste.
Gli Khmer si espandono in Bengala e Malacca, sono respinti dai Birmani (98), annettono il regno
Champa, sottomettono a sud i Thai, ma le rivolte dei Thai (che saccheggiano Ankgor) e dei
Cham favoriscono l'invasione dei Cinesi T'Ang (95) mentre più tardi i Mongoli si
limitano a chiedere un tributo.
I Cham sono una popolazione malacco-polinesiana fortemente induizzata che formano il
regno feudale Champa (Lin-Yi per i Cinesi), si espandono dopo la caduta del regno Funan
ed il declino della dinastia cinese Han.
La monarchia è centralizzata, matriarcale, si appoggia ad una forte oligarchia, che
ricopre cariche di palazzo o governa jagir (feudi), e ad una potente casta sacerdotale.
I sudditi hanno fama di essere guerrieri, pirati, abili nella metallurgia ed usano ornarsi
con grandi pendagli nei lobi delle orecchie.
Gli eserciti sono piccoli e disciplinati, comprendono la guardia del re e dei nobili (Bd),
balestrieri a cavallo (Cv), numerosi elefanti (El), contingenti feudali di fanteria (Ax) ed
arcieri (Ps, Art). Il comandante è chiamato Mahasenapati, i generali Senapati
ed il dio della guerra si chiama Skanda. Gli accampamenti sono protetti da palizzate.
I Cham combattono a nord con gli Annamiti (71) e con i Cinesi dei Tre Regni (72) e T'Ang (95)
che riescono a distruggere la loro capitale, sono sottomessi dagli Khmer, dai quali riescono a
liberarsi, poi dai Mongoli (154) ed infine dagli Annamiti (71).
(111) Scozzesi pre-Feudali.
I Pitti e gli Scoti sono riuniti in un unico regno sotto la dinastia dei Canmore.
Combattono a sud i Britanni romanizzati (82), contrastano l'espansione dei regni Anglo-Sassoni di
Mercia e Northumbria (75b) e le scorrerie degli Irlandesi (112).
In seguito subiscono le scorrerie vichinghe (106a, 128) e combattono i Normanni (102c) che hanno
occupato l'Inghilterra. Numerosi nobili Sassoni trovano rifugio in Scozia le cui potenti
famiglie aristrocratiche (Bruce, Balliol, Stuart, Douglas, Hamilton) si disputano il trono
(111) alleandosi ai capi dei clan delle Highlands (Le Terre Alte).
Nonostante queste debolezze i fieri Scozzesi riescono ad opporsi ai numerosi tentativi di
sottometterli del regno Inglese (113, 134).
L'esercito è feudale, con pochi nobili che combattono a cavallo (Cv, LH) e numerosa fanteria
che combatte per clan (Sp, Ax), affiancata dagli highlander (Wb) e da pochi
arcieri (Ps).
(112) Irlanda Vichinga.
L'Irlanda è divisa in cinque regni (Ulster, Munster, Leinster, Connacht e Meath), a loro volta
divisi in numerosi regni minori e clans in guerra tra loro (112). Compiono scorrerie ai danni
degli Scozzesi (111), subiscono le invasioni e le incursioni dei Vichinghi (106a, 128).
La divisione facilita l'intervento degli Inglesi (102c) che occupano Dublino e si espandono
lentamente all'interno (134, 144).
Gli eserciti sono formati dai gaiscedach (guerrieri) appartenenti ai clans,
principalmente fanti (Ax, Ps), tra i quali si distinguono le bellicose tribù
gaeliche (Bd, Wb) ed i vichinghi naturalizzati (Bd).
A fianco delle tipiche armi gaeliche (spade lunghe, picche, scudi oblunghi in legno)
sono utilizzati, sebbene non diffusamente, mazze, archi, elmi e cotte di maglia.
Le gesta degli eroi sono cantate dai bardi (Fw) ed il pricipale poema epico è
Lebor Gabála Érenn (Ciclo delle Invasioni).
(113) Anglo-Danesi.
Canuto "Il Grande" re di Danimarca e Norvegia ottiene anche la corona inglese ma dopo la sua
morte l'impero nordico si sfascia a causa delle guerre dinastiche (113).
Gallesi (92) e Scozzesi (111) combattono sia il regno Danese che la successiva dinastia Sassone
tornata sul trono. Questa respinge le ultime invasioni vichinghe (106a) ma dopo breve periodo
subisce l'invasione e l'occupazione dei Normanni (102c).
L’esercito è composto prevalentemente da fyrd, leva generale obbligatoria temporanea con
compiti difesivi (Sp, Ps), mentre i theng lasciano il posto agli hauscharls,
prima come guardie del corpo poi come nucleo professionista permanente (Bd).
Gli Anglo-Danesi si spostano a cavallo (Cv) ma combattono prevalentemente a piedi. Le armi più
comuni sono la lancia, usata anche per la caccia, la spada a due tagli, più pesante di quella
vichinga, lo scarmasax germanico, lo scudo rotondo in legno con rosone in ferro, talvolta
coperto di pelle, la giacca di cuoio. Più rare sono le asce, gli elmi, gli archi (usati per la
caccia), i giavellotti, le francische (di origine franca) e le tuniche di maglia.
(114) Khitan-Liao.
I mongoli Khitan, per secoli sottomessi ai Cinesi o agli imperi turchi dell'Asia Centrale, si
liberano dall'impero T'Ang (95) e fondano in Manciuria il primo impero mongolo, con nome
dinastico Liao.
Smembratosi l'impero T'Ang, i Khitan combattono accanitamente la nuova dinastia Sung (116)
finché i due imperatori si riconoscono "fratelli". È il primo popolo con il quale i
Cinesi stipulano un trattato alla pari. La lunga pace con la Cina, che versa un tributo,
permette ai Kitan di espandersi verso l'interno dell'Asia ai danni dei Turchi (62), mentre a est
sono duramente contrastati dai Coreani (78). Infine vengono sopraffatti dai nomadi Jurcet.
L'esercito imperiale Liao comprende numerosi cavalieri professionisti (Kn, Cv, LH) organizzati
in ordo, milizie ausiliarie cinesi (Bd) compresi balestrieri (Cb), ed infine
contingenti dei popoli nomadi sottomessi (LH, Ps).
(115) Ghasnavidi.
A Gasna si istalla una dinastia turca islamica, che grazie alla centralizzazione dell'esercito
ed alle risorse delle devastanti incursioni ai danni dei principati Indiani (83a), si espande
in Persia inglobando altri stati Islamici e contendendo ai Buiydi il controllo di Bagdad (100),
giunge fino alle sponde del Caspio dove si scontra con i Khazari (93) e contiene le scorrerie
dei turchi Oghuz dell'Asia centrale (94) ma è infine travolto dall'avanzata dai
turchi Selgiuchidi (124).
Il punto forte dell'esercito gasnavide è la cavalleria, armata di lance ed archi (Cv),
affiancata da cavalleggeri turchi o delle tribù arabe nomadi giunte in Asia Centrale (LH). La
fanteria comprende reparti di gulami (schiavi) del sultano ben addestrati e armati
lancia (Sp), archi e bombe alla nafta (Bw), mercenari Dailamiti armati di scudi e giavellotti
(Ax), raiput indiani (Wb), ghazis (volontari turchi, Wb, Ps) e contingenti
dei vassalli persiani ed indiani. Questi pagano anche tributi in Elefanti (El), per la prima
volta largamente utilizzati da un esercito islamico.
(116) Cinesi della dinastia Sung.
La dinastia meridionale Sung riunifica la Cina con capitale Kaifeng (Sung Settentrionali)
poi spostata a Hangzhou (Sung Meridionali).
L'impero ha un governo centralizzato, sviluppa il commercio, l'artigianato delle
porcellane di lusso, la flotta, sono stampate le prime enciclopedie e si diffonde il
Neo-Confucianesimo (con influssi Buddisti e Taoisti).
A quest'epoca risale la scrittura del manuale militare "Balzhan Qilüe" (Cento
Strategie Non Ortodosse) e per gli esami di stato sono adottati "I Sette Classici Militari"
delle epoche precedenti: "Sei Insegnamenti Segreti" (epoca Chou), "Arte della Guerra", "Le Tre
Strategie", "Wuzi" e "Wei Liaozi" (epoca dei Regni Combattenti), "Sima Fa"
(epoca Han), "Domande e Risposte" (epoca T'ang). Rimane escluso il manuale di epoca Han
"Metodi Militari", giudicato eccessivamente violento.
Il Ministero della Guerra si occupa delle promozioni, della strategia e degli
approvvigionamenti di viveri e armi.
L'esercito mantiene l’aspetto tradizionale ed è suddiviso in corpi distinti: Guardia
Imperiale, guarnigioni delle provincie, presidi lungo le coste ed alle frontiere con truppe
speciali in relazione al terreno (Cv, LH, Bd, Cb). Sono arruolati leve, barbari, criminali e
prigionieri (Ps). In battaglia sono impiegati lanciarazzi, granate a mano, grosse balestre
multiple (Art) ed occasionalmente mandrie imbizzarrite (SC).
I Sung non riescono a scalzare il regno Kitan (114) con
il quale firmano un trattato potendo dedicasi alle altre frontiere, dove tuttavia subiscono
continue perdite territoriali : a sud contro gli Annamiti (71) ed i Birmani (98), a nord-est
contro i Coreani (78) e le scorrerie dei pirati Giapponesi (127). Devono poi lottare contro i
Chin (62), che hanno abbattuto i Kitan, e contro i Mongoli (154) che occupano tutta la Cina.
(117) Bizantini di Niceforo.
Il generale Neceforo Foca, dopo una vittoriosa campagna contro gli Hamadamidi di Aleppo,
rovescia la dinastia Macedone e riforma lo stato favorendo l'aristocrazia.
I contadini-soldati (Cv) sono sempre più ridotti di numero a vantaggio dei contingenti feudali
(Kn, Cv, LH, Sp, Ps) e mercenari, suddivisi in base alla provenienza:
vardarioti: turchi convertiti (LH),
latinikon: mercenari latini e normanni (Kn, Sp),
varangiani: vichinghi e anglosassoni armati principalmente d'ascia, muovono a cavallo e combattono smontati (Bd),
skythikon: pecenghi e cumani (LH),
turcopouli: turchi (LH).
Internamente le famiglie aristocratiche (Ducas, Comneni) causano
guerre civili (117), alle quale partecipano gli eunuchi di corte e la chiesa, che
giunge allo scisma con Roma. C'è anche il caso di una Basilissa sul trono senza
consorte.
Nei Balcani Bisanzio continua la politica delle alleanze con e
contro i Bulgari (87), che sono sottomessi, i Pecenechi (109) che insorgono,
l'espansione del regno d'Ungheria (119) e del principato di Kiev (108).
In Italia la lotta tra Bizantini, principati Longobardi (85) e
Normanni (102c) si risolve a vantaggio di questi ultimi.
In Oriente Bisanzio contende la Siria e la Palestina ai Fatimidi
d'Egitto (118) e l'Armenia al nuovo regno Georgiano (121) ma la sconfitta di
Mazinkert ad opera dei turchi Selgiuchidi (124) segna la perdita definitiva di gran
parte dell'Asia Minore.
(118) Fatimidi.
Dinastia di origine Siriana che proclama la propria discendenza da Fatima, figlia di Alì, ed
innalza gli stendardi verdi sciiti ribellandosi agli Aglabiti (125).
Crea un califfato indipendente in Tripolitania e Magreb, toglie la Sicilia a Bisanzio (117), si
impossessa dell'Egitto islamico (100) trasferendo poi la capitale da Kairuan a El-Qahira (La
Vittoriosa, Il Cairo).
Si espande in Arabia, Yemen (100), a sud combatte i Sudanesi (101a) e gli Etiopi (101b), contende
la Siria ai Turchi Segiuchidi (124), alla setta ismaelita degli Assassini sorta da uno scisma
religioso, e perde questa provincia ad opera dei primi Crociati (138). Nel Magreb le dinastie
berbere (128) si rendono indipendenti, gli intrighi e le rivolte militari favoriscono il colpo
di stato del generale curdo Saladino che abbatte il califfato.
Il campo è protetto da fossati, per il trasporto sono impiegati muli e cammelli (Fw) e
l'esercito comprende i seguenti corpi:
Maghariba (occidentali): berberi del Maghreb,
inizialmente costituiscono il grosso della cavalleria, armati di lancia e scudo (Cv),
poi sono sempre meno numerosi.
Mashriqa (orientali): Sono introdotti dopo le prime
campagne in Siria e comprendono iranici (Cv, Ps), cavalieri turchi armati d'arco (LH),
arcieri armeni (Bw), dalaimiti con giavellotti, asce e grandi scudi (Ax).
Gulami (schiavi): Di proprietà del sultano e degli
emiri.
I cavalieri sono principalmente Turchi armati di archi (Cv), sostituiscono i precedenti.
I fanti sono Sudanesi, Etiopi e Nubiani armati di archi, mazze, giavellotti, lance, scudi in
cuoio rotondi (Bw, Ps), usano formare un muro di scudi per proteggere i lanciatori e dar riparo
ai cavalieri.
Barqiyah (berberi della regione attorno Barca, Libia
orientale): Permangono nella cavalleria (Cv).
Saqalibah (schiavi europei): Come i gulami, sono
principalmente Slavi.
Muttawi'ah: Volontari che intervengono a singole
campagne per voto religioso, variamente armati ed equipaggiati.
Hadath: Milizie urbane bene armate ed addestrate di
presidio alle città egiziane e siriane (Bd, Bw).
Kinanah: Fanti di scarso valore militare impiegati negli
assedi (Ps, Fw).
Mercenari inquadrati secondo la nazionalità:
occidentali (soprattutto Italiani), pochi beduini Arabi e Yemeniti (LH, Ps).
Formazioni regolari di cavalieri egiziani con corazze e lance
(Cv) sono istituite solo verso la fine della dinastia, tra i quali il corpo scelto
al-Azizia dell'Imam al-Aziz.
(119) Primi Ungheresi.
Gli Ungari, convertiti al cristianesimo, adottano il sistema franco dei comitati ed ottengono il
titolo regio. Alla corte giungono anche influenze bizantine.
Si espandono nei Balcani combattendo contro Bizantini (117, 133), Serbi (142a) e Bulgari
(147), occupando la Croazia. A est si scontrano con Polacchi (122), Russi (108, 129), Peceneghi
(109) e sottomettono i Cumani (130). A ovest combattono i principi dell'Impero (136) e
contendono a Venezia il possesso della Dalmazia e del Friuli. I Mongoli (154) invadono
temporaneamente il regno e costringono il re a fuggire su un'isola dell'Adriatico.
L'esercito è costituito da contingenti feudali (Kn, Cv, Sp), mercenari tedeschi (Kn), Cumani
(LH), Italiani (Kn, Sp), milizie cittadine (Sp) e contadine (Ps).
(120) Sudanesi Occidentali.
Nel Sudan Occidentale, chiamato dai mussulmani "Il Paese dell'Oro", si susseguono vari
regni la cui economia è basata sull'agricoltura, sul commercio e sul controllo
delle vie carovanieri. I più grandi sono i seguenti:
Il regno del Kanem ha capitale Njimi, presso il lago Ciad. Si espande a nord lungo le piste
del Sahara e a est nel Bornu (101a). Convertito all'islam, occupa il Fezzan entrando in contatto
con gli Almohadi (125) ed ottiene tributi dai regni Kano e Katsna, ma si disgrega a causa delle
lotte civili e delle scorrerie dei Sao e dei Bulala da est (101a).
Il regno del Ghana è fondato dopo aver rovesciato una dinastia berbera. La dinastia
Sisè (di colore), ha la capitale a Kumbi, combatte i nomadi Berberi nel Sahara mauritano a nord, si espande nel
Niger e nel Senegal fino ai confini con l'Atlantico, riuscendo ad occupare l'importante mercato di Awdaghast, che
però è ripreso dagli Almoravidi (125). Dopo lunga guerra gli Almoravidi saccheggiano Kumbi spezzando
l'impero in piccoli regni in lotta tra loro (120), tra i quali prevale il regno
ex-vassallo di Mosso.
Più tardi la zona è nuovamente riunita dal regno
mussulmano del Mali, con capitale Djeriba, poi spostata a Niani, infine a
Timbuctù.
In lingua mandingo l'imperatore è chiamato Mansa, chi appartiene alla classe dominante Malinke è
chiamato dyula (mercante), la cui corporazione detiene il monopolio del commercio dell'oro. Il regno si espande
lungo il Niger, occupa la capitale dei Shongai Gao ed il Walata, ottiene tributi dal sovrano dei Takrûr nel
Senegal e da quello di Gambia, ma la pressione fiscale e le scorrerie dei Tuareg, che saccheggiano la capitale, ne
causano il rapido declino.
Gli Songhai del Gao rovesciano i Tuareg occupando
Timbuctù e si estendono sugli antichi
dominii del Mali. Occupano l'imprendibile Djennè sottomettono i sette regni Habe della Nigeria settentrionale ed
il sovrano ottiene il titolo di Califfo. Sono invece respinti dal regno Borgu del Niger. Timbuctù viene presa
dai Marocchini (equipaggiati con armi da fuoco) ed il regno Songhai si divide.
Gli eserciti sono reclutati territorialmente, guidati da capi locali o da membri della famiglia
reale. Dai berberi è introdotto l'impiego di cavalli (Kn, Cv, LH) e di cammelli (Cm), è
documentato l'uso di spade ed archi (Bw) a fianco delle tipiche zagaglie africane e degli scudi di pelle o di paglia
intrecciata (Sp).
Epoca dell'impero Romano e dei regni Romano-Barbarici (61-90).
Epoca delle invasioni degli Arabi, Vichinghi ed Ungari (91-120).
Epoca dell'impero Osmano e della Guerra dei Cent'Anni (151-180).
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