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(121) Georgiani.
L'antica locale dinastia dei Bagratidi si rende indipendente dai Turchi (124) indeboliti dalla
prima crociata e riunisce i principati georgiani (121) dell'antica Colchide ponendo la
capitale a Tiflis.
La popolazione, rinomata per la bellezza, segue la religione cristiana ma deve lottare per
l'indipendenza contro i Bizantini (117, 143) subendone l'influenza culturale. La sua posizione
le impedisce di cooperare con gli stati crociati, dà invece rifugio ai Khazari (93)
cacciati dai loro dominii tra Caspio e Mar Nero. In seguito è devastata dall'esercito
esule dei Covaresmi (146), poi dai Mongoli (154) che ottengono un tributo e da 8 spedizioni di
Tamerlano. Il declino e lo spezzettamento politico (121) favorisce infine la spartizione tra Osmani e
Safaridi.
L'esercito riceve influenze bizantine poi sempre più turcomanne, è basato sulla
cavalleria con corazze lamellari e lance (Kn) fornita dai aznaurs (nobili), arcieri a cavallo
(LH), compresi nomadi kipchak appositamente trapiantati, fanteria motivata (Sp, Bw),
che presta servizio obbligatorio, e montanari (Ps).
(122) Primi Polacchi.
Appartengono ai popoli slavi e prendono il nome da polc (Pianura), infatti i territori che
occupano sono pianeggianti e privi di frontiere naturali.
Inizialmente retti da duchi e voivoda in lotta tra loro, offrono poi il trono alla dinastia dei
Piasti (con capitale a Kruschwitz) che li guida nelle continue lotte tra confinanti : i
principati Russi di Kiev, soggetti temporaneamente a tributo, e di Novgorod (108, 129), i
principati tedeschi di Boemia, Lusazia, Sassonia, spesso appoggiati dall'Imperatore (136), il
regno d'Ungheria (119).
L'esercito è feudale, con cavalieri (Cv), fanti (Sp, Bw, Ps) ed eventuali cavalleggeri
(LH).
(123) Italiani Comunali.
Lo sviluppo commerciale permette alle città italiane di accentuare il loro ruolo politico ed
imporsi sui piccoli vassalli, estendendo il proprio controllo sulle campagne, caso unico
nell'Europa medioevale.
L'esercito comunale è formato da milites (Kn); ricchi borghesi cittadini e piccoli
feudatari, pedites; masse compatte di fanti armate d'asta (Sp) o balestra
(Cb)
organizzate per rione, leve dalla campagna (Ax, Ps) e dal caratteristico carroccio
(WW),
punto di raccolta e simbolo sacro della città, da difendere a oltranza.
I comuni meridionali sono presto sottomessi dalla signoria normanna (102c) mentre quelli
settentrionali, in perenne lotta tra loro (123), sono coinvolti nella lotta tra l'Impero (136),
unito sotto Federico II al regno di Sicilia (135), e il Papato, deciso a creare ed ampliare il
proprio dominio temporale (126), dando vita agli ondeggianti schieramenti Guelfo
(filo-papale) e Ghibellino (filo-imperiale) (da Weiblingen, castello
avito degli Hohenstaufen -Wurtenberg-).
(124) Selgiuchidi.
Proveniente dalle steppe centro-asiatiche, la dinastia selgiughide si pone alla guida di
numerose tribù turche islamizzate, travolge l'impero Gasnavide (115), occupa la Persia, prende
il controllo del califfato di Bagdad, sbaraglia i Bizantini (117) e dilaga in Asia Minore.
L'Impero si divide in orientale (Persia) e occidentale (Sultanato di Rum) secondo gli usi
turchi. Il primo lotta contro i Cumani (130) ed è infine abbattuto dagli ex vassalli
Covaresmi (146).
Il sultanato di Rum contende la Siria e la Palestina ai Fatimidi d'Egitto (118) ed agli altri
principati turchi sorti in Siria (139) ma è indebolito dalle prime crociate (138) che permettono
la formazione dei regni di Georgia (121), Cilicia (132) e Gerusalemme (141). Tuttavia resiste
alle successive crociate (141), all'espansione dell'impero formato da Saladino (143) ed ai
tentativi di riscossa della dinastia bizantina dei Comneni (133), che una volta spodestata
lascia il posto ai Paleologhi di Nicea (152), ma non al colpo portato dai Mongoli (154), dal
regno Ilkanide (159a) e dall'espansione dei Mamelucchi (158).
Lo stendardo imperiale è un dragone in campo nero, altre bandiere raffigurano aquile o leoni ed
è diffusa tra gli emiri la tugra, serie di code di cavallo annodate il cui numero
indica l'importanza del comandante. L'esercito è dapprima composto da cavalleggeri (LH) con
un nucleo di gulami (Cv), mentre quello del sultanato di Rum comprende le seguenti
truppe:
Gulami: Sschiavi di proprietà del sultano e degli
emiri. Bene addestrati, costituiscono il nucleo dell'esercito, combattono
principalmente a cavallo con armatura, spade, sciabole, mazze, archi compositi, frecce
di diversi tipi, elmi a punta e poche lance (Cv).
Ghazi: Principalmente guerrieri forniti dalle tribù
turcomanne, armati di sciabole, arco e lasso (LH).
Fityan (Fratellanze): Milizie urbane (Ax).
Igdish: Figli di matrimoni misti tra turchi e cristiani,
utilizzati come polizia urbana (Ps).
Jira khuars: Mercenari Curdi, Gergiani, Armeni e
Dalaimiti (Cv, Ax).
Mercenari occidentali: Soprattutto Greci e balestrieri italiani
(Ax, Ps).
(125) Berberi.
Dopo dura lotta, le tribù berbere d'Africa sono sottomesse dagli Arabi, si
islamizzano ma mantengono lo spirito d'indipendenza accompagnato da contestazioni
religiose.
Gli eserciti si basano principalmente sulla cavalleria variamente armata (Cv, LH) e su
masse disciplinate e spesso fanatiche di fanti (Sp), appoggiate da fanti leggeri (Ps)
che muovono su cammelli e combattono a piedi. Sono adottati i cavalieri pesanti (Kn)
e balestrieri (Cb), su imitazione spagnola, e truppe cammellate (Cm).
In Africa settentrionale si susseguono le seguenti dinastie:
Idrisidi: Dinastia sciita in Marrocco con capitale Fez, si
disgrega ed i territori sono occupati dagli Omayyadi di Spagna (103).
Aglabidi: Dinastia araba fondata da un generale degli Abassidi
con capitale Kairuan, toglie la Sicilia ai Bizantini, viene spodestata dai Fatimidi
(118).
Hammadidi: Ribelli ai Fatimidi che inviano dall'Egitto i Banu
Hilal. Gli Hammadidi sono costretti a spostare la capitale da Kalaa a Bugia. Le
città costiere sono occupate dai Normanni di Sicilia (135) e la dinastia
è abbattuta dagli Almoravidi.
Hilaliani (Banu Hilal, cioè "Figli della Luna"):
Tribù araba ribelle a Bagdad confinata quindi nell'Alto Egitto, poi inviata dai
Fatimidi contro gli Hammadidi ribelli. Devastano la Tunisia e creano un regno che dopo
un secolo è distrutto dagli Almohadi. I resti degli Hilaliani sono deportati in
Marocco e Algeria. La loro epopea guerriera ha ispirato un ciclo epico.
Regno di Tahart: Regno karingita governato da un imam,
distrutto dai montanari sciiti Kotama.
Almoravidi: Tribù berbera nomade tra Marocco e Nigeria,
forma una confraternita di monaci guerrieri detti el Morabitun, cioè
"Quelli del ribat" (monastero fortificato), con capitale Kairuan. Abbatte
l'impero del Ghana (120), occupa il Marocco ponendo la capitale a Marrakech, si espande
in Africa settentrionale fino ad Algeri, sconfigge gli Hilaliani, abbatte gli
Hammadidi ed interviene in Spagna contro i regni cristiani (104) e mussulmani (103). La
setta è abbattuta dagli Almohadi.
Almohadi: Guidati da un mahdi (profeta), sono detti
el Mowahhidun (Credenti dell'Unità Divina). Tolgono agli Almoravidi il
Marrocco, agli Hilaliani la Tunisia, ai Normanni i porti Tunisini (135). Sono gli
unici ad unificare il Magreb. Intervengono in Spagna fondando un califfato ma ne sono
cacciati dai Regni cristiani (104), vedono smembrarsi i loro dominii e sono abbattuti
dai Merinidi.
Hafsidi: Dinastia fondata dal governatore almohade con capitale
Tunisi, prende il titolo di Califfo. Favorita dai commerci tra Africa ed Italia,
resiste alla settima Crociata guidata da Luigi IX re di Francia, paga un tributo a
Carlo d'Anjou re di Sicilia, si espande prendendo Algeri ed è infine abbattuta
dal corsaro turco Barbarossa.
Abdelwadidi: Dinastia berbera già vassalla almohade,
fonda in Algeria un regno con capitale Tlemcen. Si espande in Algeria ma perde Fez ad
opera dei Merinidi, sottomessa dagli Spagnoli (171) e dal pirata turco Barbarossa,
è infine abbattuta dai turchi di Algeri.
Merinidi: Berberi che occupano Fez elevandola capitale, si
espandono in Marrocco, prendono Marrakech ed intervengono in Spagna. I loro dominii
si sgretolano per le ribellioni delle tribù arabe e l'occupazione delle
città costiere ad opera dei Portoghesi (171).
(126) Pontifici.
Del decadere del potere Bizantino in Italia approfitta la curia Pontificia che espande il proprio,
vede riconosciuti i propri dominii dai re Franchi anche grazie alla falsa "Donatio
Costantini" e si libera della tutela imperiale (136) coinvolgendo nella lotta i Normanni di
Sicilia (135), con i quali deve anche scontrarsi, ed i comuni italiani (123).
Gli eserciti sono principalmente composti da mercenari (Kn, Sp, Cb, Bd), finanziati dagli
introiti ecclesiastici provenienti da mezza Europa, da guelfi (Kn, Sp,
Cb, Ps) inviati
dai comuni o esuli. Sono accompagnati dalla promessa d'indulgenza e dal simbolo delle "Chiavi
di san Pietro", perciò detti anche Clavisignati.
Il comune di Roma e le famiglie aristocratiche laziali seguono la propria politica e solo
occasionalmente collaborano con la curia pontificia. Il papa è costretto da queste lotte
all'esilio cinquantennale ad Avignone (detto "Cattività Babilonese") e dopo essere rientrato a
Roma fa uso di Condottieri come gli altri principati italiani.
(127a) Primi Giapponesi.
I Giapponesi, assimilando le influenze cinesi, fondano un impero che unifica l'arcipelago.
Il potere è in mano alla burocrazia e le terre diventano proprietà dello stato. In seguito
funzionari e monasteri ottengono la concessione di tenute private (shoen) e l'esenzione
delle tasse ma questa nobiltà guerriera rovescia i funzionari di corte e combatte per il potere
elevando al trono imperatori fantoccio (127a). Castelli e monasteri vengono fortificati. I clan
combattono per la carica di shogug (generalissimo) e la divisione politica non impedisce
loro di installare possedimenti in Corea Meridionale (78), respingere due tentativi d'invasione
dei Mongoli (154) e infestare con la pirateria le coste Cinesi (116, 174).
L'ossatura degli eserciti sono i samurai, dapprima contadini-soldati, poi casta sempre
più privilegiata. Il loro codice d'onore, il bushido, deriva dalla fusione tra l'antico
shintoismo (religione ancora seguita in Giappone) e il buddismo Zen. Prevede fedeltà assoluta
al proprio signore, la venerazione della propria spada e il harakiri, suicidio
d'onore.
I samurai dispongono di ottime spade, di archi, di ricche armature a piastre metalliche
laccate, di cavalli (Cv, Bd, Bw). Combattono affiancati da monaci-guerrieri e da ashigaru
("Piedi Leggeri") composti da contadini mobilitati (Ax).
Una delle più famose leggende giapponesi narra l'epopea dei ronin, samurai esuli
che vendicano la morte del proprio signore e poi compiono harahiri.
(127b) Tardi Giapponesi.
Non differiscono molto dai precedenti ma aumenta l'impiego di ashigaru.
(128) Scozzesi delle Isole e delle Highlands.
I Vichinghi (106a) fondano principati personali nelle Ebridi, abitate da Celti, nelle Orcadi
(67 isole con capitale Kirkwall), abitate da Pitti, nelle Shetland e nell'isola di Man.
Questi principi partecipano alle dispute in Irlanda (112, 164) ed in seguito sono sottomessi al
regno di Norvegia (131a), pur mantenendo notevoli autonomie. Dopo il vasto regno insulare
creato dall'unione sotto un solo signore delle Ebridi e dell'Isola di Man, le isole sono
contese tra Norvegia e Scozia (111, 140) e restano a quest'ultima, che deve difendere l'isola
di Man rivendicata dall'Inghilterra.
Gli Highlanders frattanto rimangono divisi in Clan praticamente indipendenti sull'altipiano
nordoccidentale della Scozia (Terre Alte), prendendo parte alle lotte feudali scozzesi.
Gli eserciti sono come quelli vichinghi (Bd, Bw), con un maggior impiego di bande locali
(Wb, Ax, Ps), soprattutto tra gli Highlanders.
(129) Russi dei Principati.
Il principato di Kiev decade e piomba nelle guerre civili alle quale partecipa anche quello di
Novgorod (129). La Russia si smembra in numerosi principati, come quelli di
Suzdalm, Galizia
e Rjazan, e repubbliche come Novgorod, dove tutte le cariche divengono elettive, compresa quella
del vescovo e del tysjackij (comandante militare), nominate delle vece
(assemblee) che sono controllate dai mercanti.
La divisione favorisce le invasioni esterne. La Svezia (106a) si espande in Finlandia, i Polacchi
(122, 149) occupano la Galizia, i Cumani (130) la Russia meridionale dove si espande anche
l'Ungheria (119), i Mongoli (154) saccheggiano Rjazan, Suzdal, sottomettono Novgorod e
Kiev.
Gli eserciti comprendono cavalleria feudale (Cv) fornita dalla druzina (nobiltà),
cavalleggeri ausiliari turchi (LH), milizie cittadine (Sp) e leve contadine (Ps).
(130) Cumani.
Popolazione turca imparentata con gli Uiguri, che prende il nome dal colore giallognolo
(Qu) dei cavalli e perciò sono detti Polovtsky dai Russi.
Fondano un regno in Russia Meridionale. Alleati a Bisanzio sterminano i Pecenechi (109) e si
espandono nei loro territori dell'attuale Romania, effettuano incursioni contro i Bulgari (147)
e, più spesso, contro i Bizantini (133). Passati alla religione ortodossa, combattono gli
Ungheresi (119) per la Transilvania, i Selgiuchidi (124) nei Causcaso, i Covaresmi (146) sul
Caspio ed i Russi (129) a nord. Si alleano a questi ultimi per contrastare l'avanzata Mongola
(154) ma sono sconfitti, sottomessi e assimilati.
In Ungheria lasciano il loro nome alle regioni Pest-Kis-Kun (Pest Piccola
Cumania) e
Jast-Nagy-Kun (Iazygia e Grande Cumania).
L'esercito è tipicamente turco, composto di cavalleria (Cv, LH) e pochi fanti
(Ax, Ps).
(131a) Primi Scandinavi.
La Norvegia è divisa in piccoli regni (131a), solo temporaneamente uniti, viene poi incorporata
nel vasto impero nordico anglo-danese ma ricade in lunghe lotte dinastiche. Nuovamente riunificata, si
espande occupando l'Islanda, la Groenlandia ed i regni vichinghi delle isole a nord della Scozia.
Queste ultime, dopo lunghe lotte, sono cedute al regno di Scozia (140).
La Svezia è formata da una federazione di principati sotto la debole monarchia della dinastia
Folkung, affiancata da un consiglio di nobili ed ecclesiastici. Contende la Finlandia al
principato di Novgorod e viene unita dinasticamente alla Norvegia.
La Danimarca forma una monarchia assoluta sotto i Valdemar e si espande nel Baltico ai danni dei
Vendi combattendo anche i principi dell'Impero (136).
A fianco delle truppe tradizionali (Cv, Bd, Bw) sono introdotti cavalieri in stile
germanico (Kn).
(131b) Tardi Scandinavi.
La regina di Danimarca ottiene per via matrimoniale anche le corone Svedese e Norvegese (Unione
di Kalmar), tuttavia la Svezia deve essere sottomessa con la forza (131b). Il regno si espande
in Estonia (148a) ma perde tutti i domini Baltici ad opera dei principi Tedeschi,
dell'Hansa (136, 167) e dei cavalieri Teutonici (151). La monarchia si indebolisce di
fronte alla nobiltà ed all'avvento della dinastia Oldenburg la Svezia si ribella
nuovamente guidata dai Vasa ottenendo l'indipendenza.
L'esercito è formato da cavalieri (Kn, Cv), milizie (Bd, Sp, Pk, Ps) e
balestrieri (Cb).
(132) Armeni di Cilicia.
I discendenti dell'antica dinastia armena dei Pagratidi approfittano del passaggio della prima
crociata per formare un regno in Cilicia, ai danni dei Salgiuchidi (124).
Il regno combatte contro Bisanzio (133), il principato di Antiochia (138, 141), gli emirati
turchi di Siria (139) e gli Ayyubidi (143). Si riconosce vassallo dei Mongoli fornendo truppe
ausiliarie, ed in seguito di Tamerlano (159b), passa sotto la dinastia dei Lusignano ed è
infine occupato dai Mamelucchi d'Egitto (158).
L'esercito è di tipo feudale, formato da cavalieri (Kn) armati dai spade, lance, mazze e
giavellotti, che comprendono ishkhan (nobili superiori), nacharark
(nobili inferiori) e azakt (piccolà nobiltà al seguito). I sepouh (liberi), i
servi e gli ausiliari non Armeni formano la fanteria (Sp, Ax, Ps).
(133) Bizantini della dinastia Comnena.
La famiglia aristocratica dei Comneni sale al trono imperiale e intraprende una politica di
riconquista dei territori perduti.
Nei Balcani combattono contro Ungheresi (119), Cumani, chiamati Polovtsy (130) e
alleati a questi sterminano i Peceneghi (109). Insorgono i Serbi (142a), i Bulgari ed i Croati
che vengono sottomessi ma riconosciuti come stati vassalli sotto sovrani propri. L'Epiro e
la Grecia sono più volte invase dai Normanni del regno di Sicilia (102c) che sono respinti dopo
dure lotte.
Alcuni scontri sono causati dal passaggio dei Crociati (138) ed i principati latini di Siria
da loro fondati (138, 141), come quello Armeno di Cilicia (132), necessitano di alcune
spedizioni per veder riconosciuto almeno un debole legame di vassallaggio in modo da combattere
i turchi di Siria (139) e l'impero del Saladino (143). Fallisce invece la riconquista dei
territori in mano ai Turchi Selgiuchidi (124).
Le lotte dinastiche favoriscono l'intervento dei crociati (141), guidati dai Veneziani, che
saccheggiano Bisanzio e fondano l'Impero Latino d'Oriente.
Alla cavalleria (Cv) ed alla fanteria (Sp, Ps) fornite dai pronoia (piccoli feudi) sono affiancate
numerose truppe mercenarie : la guardia Variaga (Bd), Turchi (Cv, LH, Ps), Bulgari (Bd, Ax),
Alani (LH), Normanni ed altri occidentali chiamati comunemente Franchi (Kn).
(134) Anglo-Normanni.
I Normanni creano in Inghilterra uno stato feudale centralizzato e difendono la Normandia dai
tentativi d'espansione Francese (137). Il trono è poi conteso tra Blois e Plantageneti (134) e
rimane a questi che respingono l'intervento scozzese (111) combattendo a lungo questo regno
(140), conquistano il Galles (92) e si espandono in Irlanda (112).
L'esercito è tipicamente feudale con cavalieri nobili (Kn) variamente armati che combattono anche
smontati (Bd), milizie feudali ed urbane (Sp, Ps) e sempre più mercenari dal continente
(Kn, Cb) e Gallesi (Ax).
(135) Siciliani.
I Normanni dell'Italia meridionale cacciano i Mussulmani dalla Sicilia (125), sottomettono gli
ultimi comuni liberi (123), spesso appoggiati dal Papa (126) che è costretto a riconoscere il
loro regno. La capitale è Palermo. In seguito appoggiano il papa contro l'Impero (136) e
sottomettono le città costiere libiche e tunisine (125).
Alla dinastia Normanna segue per matrimonio quella Sveva, spodestata dagli Anjou, che tentano di
espandere la propria influenza nel nord della penisola partecipando alle lotte tra Guelfi e
Ghibellini (123).
L'esercito comprende cavalieri feudali (Kn), milizie cittadine (Sp, Cb) e leve (Ax,
Ps).
I Normanni impiegano contingenti dei principati Longobardi sottomessi (Cv, Ax) e truppe
mussulmane siciliane o nord-africane (LH, Ps). Gli Svevi impiegano i noti saraceni della
colonia militare di Lucera (Cv, LH, Ps) ed ingaggiano mercenari tedeschi (Kn), pisani e
genovesi (Cb). Gli Angioini ingaggiano mercenari francesi, brogognoni (Kn), fiamminghi,
catalani (Ax), pisani, genovesi (Cb) ed in seguito compagnie di ventura.
(136) Imperiali.
Le lotte tra grandi e piccoli principati feudali tedeschi, oltre che per le terre ed il
prestigio, sono combattute per il titolo regio, che è elettivo e dà diritto a chiedere la
corona imperiale al papa.
Proprio contro il papato (126) scoppiano i conflitti più gravi a causa dei principati
ecclesiastici e dei dominii imperiali in Italia. A fianco del papa, o per proprio conto,
combattono i comuni guelfi dell'Italia centro-settentrionale (123), il regno di Sicilia
(135) sotto le dinastie Normanna e Angioina (ma anche nell'intervallo Svevo Federico II deve
intervenire in Germania), ed il regno di Francia (137).
Nonostante la perdita di potere in Italia e le divisioni interne, i principi tedeschi riescono
ad influire nella politica interna dei vicini e li coinvolgono nella loro, soprattutto con i
principati dell'ex-Lotaringia (163), l'Ungheria (119), la Polonia (122, 149), la Danimarca e
la Svezia (131a, 131b).
L'esercito è tipicamente feudale, composto da cavalieri pesanti nobili, ministeriales o
mercenari (Kn, Bd), da contingenti di cavalleggeri dell'Europa orientale (LH), da milizie
cittadine, mercenarie (Sp, Cb) o contadine (Ps).
(137) Francesi Feudali.
La dinastia Capetingia, appoggiata dal clero, dal popolo ed in seguito anche dalle città, estende
il proprio potere sui vassalli (137) dando vita ad un potente stato.
I Francesi occupano la Navarra (156), con la crociata contro gli Albigesi conquistano la
Provenza resistendo all'intervento Aragonese (104), dopo lunghe lotte tolgono numerosi feudi ai
Plantageneti (134, 145), inutilmente alleati all'Impero (136) e reprimono con la forza le
insurrezioni delle città Fiamminghe (163).
L'esercito è composto in gran parte da cavalieri nobili e feudali (Kn, Cv), da mercenari (Kn,
Cv, Sp), milizie urbane (Sp, Cb, Ps), balestrieri genovesi (Cb), fanti leggeri guasconi
chiamati bideaux (Ax, Ps) e leve contadine (Ps).
(138) Primi Crociati.
La prima crociata, composta principalmente da nobili francesi, renani e normanni (anche
dall'Italia meridionale) si apre faticosamente la strada attraverso i dominii dei Bizantini
(133) e dei Turchi Selgiuchidi dell'Asia Minore (124), riuscendo a strappare alle dinastie
turche di Siria (139) le città costiere (Antiochia, Tiro ma anche Edessa all'Interno), ed ai
Fatimidi d'Egitto (118) Gerusalemme.
I principati così sorti devono difendersi da Bizantini, Turchi e Fatimidi, oltre che dallo
stato armeno di Cilicia (132).
Le successive spedizioni di Francesi, Tedeschi e Lombardi sono sbaragliate in Asia
Minore dai Selgiuchidi e l'unica che arriva in terrasanta (la IIa crociata), non
ottiene alcun risultato.
Gli eserciti comprendono numerosi cavalieri nobili, tra i quali i meglio organizzati risultano
i Normanni (Kn) che combattono anche smontati (spesso per mancanza di cavalli), seguiti da
fanterie non specializzate e variamente armate (Sp, Ax), arcieri, balestrieri (Ps), frati e
pellegrini (Fw).
(139) Turchi di Siria.
Gli emirati islamici siriani cadono sotto il controllo di atabeg (principi-padri, cioè
tutori) e dinastie turche, solo nominalmente sottomessi al califfo Abasside di Bagdad. I
principali sono quelli di Damasco, Mosul, Aleppo e Kerak, che combattono i Selgiuchidi a nord
(124), i principati fondati dai Crociati (138, 141) solo occasionalmente aiutati dai Bizantini
(133) ed il regno Armeno sorto in Cilicia (132).
Dopo lo smembramento dell'impero Ajjubita la Siria torna ad essere divisa in principati che
subiscono le devastazioni dell'esercito esule dei Covaresmi (146) e partecipano alle lotte
tra Ilkanidi (159a) e Mamelucchi (158).
Il campo comprende un suq al-askar (mercato) ed è solitamente circondato da trincee o
triboli. L'esercito, seguito da capi religiosi, giudici e greggi (Fw), comprende:
Gulami (schiavi): Formano il nucleo dell'armata
permanente, simili a quelli dei Selgiuchidi (Cv).
Askari: Milizie cittadine armate di lance, spade, scudi
rotondi, usberghi di maglia ed elmi (Sp), oppure di archi e balestre (Ps) frammisti a
naffatin (lanciatori di nafta).
Ghazi: Volontari che combattono per la fede, per lo
più turcomanni (LH), che se partecipano solo a singole campagne sono detti
mutawi'ah.
Mercenari Curdi, Armeni cristiani (Cv) o beduini (LH).
(140) Scozzesi.
Gli Scozzesi subiscono parzialmente influenze sassoni, normanne ed inglesi. Sono colpiti dalle
scorrerie vichinghe (106a) e vedono il formarsi di alcuni regni vichinghi sulle vicine isole
(128), che il regno di Scozia contende a quello di Norvegia (131a) ed infine ottiene.
Le lotte feudali e dinastiche, nelle quali sono coinvolti anche i clans delle Highlands (128),
favoriscono l'intervento del regno d'Inghilterra (134, 145) che ottiene il riconoscimento
da parte della nobiltà ma è cacciato dall'insurrezione del popolo scozzese
(Scots Common).
Gli Scozzesi intervengono anche in Irlanda (144, 164), partecipano più che altro con
raid (da road) alla guerra dei Cent'Anni (168) alleati alla Francia ed alla
Guerra delle due Rose appoggiando i Lancaster contro gli York (179).
Oggi sono la nazionalità più unita e meglio definita al mondo.
L'esercito è formato principalmente da popolani che usano combattere in schiltrons,
circoli di picchieri (Pk), appoggiati dalla poco numerosa nobiltà (Kn), da arcieri (Bw, Ps) e
spesso da bande di fieri highlanders (Wb).
(141) Tardi Crociati.
Gli stati latini fondati dai crociati (Gerusalemme, Antiochia, Tripoli, Tiro) adattano le loro
tattiche di guerra per meglio affrontare la mobilità degli eserciti islamici.
La cavalleria pesante (Kn) è formata da nobili e sergenti forniti dai vassalli, dagli ordini
cavallereschi (Ospitalieri, Templari, Teutonici, di San Lazzaro) ed è affiancata da
mercenari turcopoli (Cv) ingaggiati tra i locali. La fanteria è utilizzata in masse
compatte (Sp, Cb) e comprende mercenari locali armati di giavellotti o archi (Ps).
Anche le successive spedizioni in Siria ed Egitto sono preparate con maggior impegno diplomatico
e finanziario ma non raggiungono risultati concreti. Il principato di Antiochia combatte
soprattutto contro il sultanato di Rum (124), il regno Armeno di Cilicia (132) ed i Bizantini
(133). Il regno di Gerusalemme combatte i principati mussulmani di Siria (139) ma perde la
capitale e gran parte dei territori ad opera degli Ajjubiti (143). I latini partecipano alle
successive lotte tra principati Ajjubiti, che coinvolgono anche i Covaresmi (141), ed a quelle
tra Mamelucchi (158) ed Ilkanidi (159a), ma sono politicamente divisi e spesso in campo
opposto. Infine sono definitivamente cancellati dai Mamelucchi.
(142a) Primi Serbi.
Popolazione slava proveniente dalla Galizia, ottiene da Bisanzio il permesso di Stabilirsi in
Mesia Superiore e si converte al cristianesimo. Sono divisi in vari principati governati da
Zupani, i principale dei quali sono quelli di Rascia e di Zeta.
Sono sottomessi dai Bulgari, poi insorgono insieme contro Bisanzio (133) ma sono sconfitti,
mentre da Nord si espande il regno Ungherese (119).
L'esercito è formato principalmente da fanteria armata di lance, archi e giavellotti (Ax, Bw, Ps) e
lo sfruttamento delle miniere permette di ingaggiare cavalieri mercenari (Kn) da affiancare ai cavalieri
nobili armati d'arco.
(142b) Tardi Serbi.
La Dinastia Nemanide, grazie all'aiuto Ungherese, si rende indipendente da Bisanzio (153),
ottiene il titolo regio dal papa e pone la capitale a Skopje.
In seguito aiuta i Bulgari a ribellarsi a Bisanzio, li rende tributari (147), si espande in
Macedoia, Albania ed Epiro.
Le guerre civili favoriscono l'avanzata Osmana (160a) che rende vassallo il paese e dopo dura
lotta lo occupa. Forniscono truppe agli Osmani contro l'Ungheria (166) e contro
l'invasione del Tamerlano (159b), in Asia Minore.
Il nucleo dell'esercito è costituito dalla cavalleria dei nobili chiamata vlastela, armata di lancia
ed arco secondo lo stile bizantino (Kn), con il proprio seguito armato di giavellotti, archi e balestre (Ax, Bw, Ps),
ausiliari bulgari (Sp) e valacchi (LH, Ax), mercenari tedeschi (Kn), cavalleggeri turchi, ungheresi e tartari (LH)
ed in un caso anche spagnoli. I cavalleggeri mercenari sono poi sostituiti da cavalleggeri serbi armati di lancia
chiamati gusars.
(143) Ayyubiti.
Il generale curdo Saladino abbatte il califfato scita Fatimida in Egitto e si proclama
sultano fondando la dinastia Ayyubida. La capitale rimane El-Qahira (Il Cairo).
Estende i dominii in Arabia, Siria e Iraq combattendo contro gli stati latini di Siria (141),
i Selgiuchidi (124), gli Armeni di Cilicia (132), i Georgiani (121) ed i Bizantini (133). Alla
sua morte l'impero è diviso tra gli eredi che lottano tra loro coinvolgendo anche gli esuli
Covaresmi (146).
La dinastia egiziana respinge due crociate sul suo territorio ma è abbattuta da un colpo di
stato dell'esercito, guidato dagli schiavi mamelucchi. I principati di Aleppo e Damasco cadono
invece ad opera dei Mongoli.
L’esercito ajubbita è composto in maggioranza da schiavi chiamati gulam o
mamalik (mamelucchi), di proprietà del sultano e degli emiri, questi in
cambio ricevono rendite fondiarie (iqta).
Curdi, turchi e turcomanni in genere sono pagati meglio degli armeni, arabi ed
egiziani:
Toassin: Cavalieri pesanti scelti che comprendono la
guardia mamelucca in uniforme gialla (5.000 uomini all'epoca del Saladino, che li
chiama "Carboni Ardenti dell'Islam"), la "Guardia Giovane" (500 uomini scelti) ed il
"Corpo dei Paggi", dal quale sono promossi gli emiri (Cv).
Abtal: Cavalieri con corazze lamellari, cotte di maglie o
kazaghand (cotone imbottito), scudi di tipo bizantino, spade iraniche e lance,
cavalli con badature, principalmente Curdi o provenienti dalla Jazira (Cv).
Costituiscono un piccolo nucleo.
Kumah (velati): Cavalleggeri con spade, mazze e lance
(LH).
Jaridah: Truppe leggere armate di archi, mazze, spade,
lance leggere, costituite prevalentemente da beduini arabi, Turcomanni e Circassi
(LH).
Thaqlan: Fanti con usberghi di cotta di maglia, scudi di
legno e cuoio, come il tipico tariga a forma di aquilone, spade, asce, mazze,
giavellotti (Sp), balestre, granate incendiarie a nafta (Bw). Per la marcia sfruttano
muli e cammelli (Fw).
Askari: Mercenari (Greci, Europei, Sudanesi) e milizie
(Ax).
Ghazis: Volontari provenienti da tutto il mondo islamico
(LH, Bw), detti Muttawi'ah se partecipano ad una singola campagna.
Kinanah: Fanti di scarso valore impiegati negli assedi,
già dai Fatimidi.
Asaqilah: Fanti di scarso valore impiegati negli
assedi.
(144) Anglo-Irlandesi.
I nobili Inglesi si inseriscono nelle lotte tra regni e clan irlandesi (112), lottando anche tra
loro in continui cambi d'alleanza che a volte coinvolgono anche i regni d'Inghilterra (164) o
di Scozia (140).
Gli eserciti sono un misto tra i precedenti dei clan irlandesi (Ax, Ps) e quelli anglo-normanno
(Kn, Cv, LH, Bd) con contigenti gallesi (Ax, Lb) e bardi al seguito (Fw).
(145) Inglesi Feudali.
La dinastia Plantageneta combatte soprattutto per i propri dominii in Francia (137), dopo dura
lotta occupa il Galles (92) mentre non riesce a fare altrettanto con la Scozia (140).
L'esercito comprende cavalieri nobili o mercenari (Kn), numerosa fanteria mobilitata, urbana o
mercenaria, (Sp, Ax), arcieri (Bw, Lb), balestrieri (Cb). Tra i provvedimenti militari
troviamo:
Il Distraiht of kinghthood (Imposizione Regia), che
obbliga i sudditi ad armarsi in base alla terra posseduta, specificando
l'equipaggiamento.
La Scutage, tassa impiegata per ingaggiare truppe
mercenarie, imposta al clero poi estesa alle altre categorie.
Le Commission of Array, con le quali il re delega ai
capitani l'ingaggio ed il pagamento delle truppe. In seguito questi contingenti
divengono simili alle compagnie di ventura.
Le truppe feudali sono mantenute sui confini Gallese e
Scozzese. La monarchia riesce a reprimere alcune rivolte dei baroni (145).
(146) Covaresmi.
Il coppiere del sultano Selgiuchide fonda una dinastia turca di governatori che in seguito
solleva la popolazione turco-iranica e resiste ai tentativi di sottomissione (124).
I Covaresmi si riconoscono tributari del regno Qara-Qitai, combattono a est i Cumani (130),
si espandono nel Kosoran e in Iraq scontrandosi con i Guridi (ex vassalli Gasnavidi) che infine sono
abbattuti. Poi approfittano dello sfaldamento del regno Qara-Qitai, occupano i territori oltre
l'Oxus ed entrano in contatto con i Mongoli di Gengis Khan che ne distruggono il regno
(154).
L'ultimo principe superstite è inseguito fino in India, sconfitto sull'Indo e si salva a stento
rifugiandosi presso il sultano di Dheli. I resti dell'esercito fuggono verso occidente,
sbaragliano i Georgiani (121), trovano impiego come mercenari in Siria, nelle lotte tra
Turchi (139), Ajjubiti (143) e Gerosolomitani (141), infine sono dispersi.
L'esercito è formato principalmente da gulams (schiavi) turchi, che combattono con arco
(LH) o con usberghi di maglia (Cv), a volte affiancati da mercenari nomadi turcomanni (LH),
Cumani (LH) e fanteria iranica (Sp, Bw).
(147) Tardi Bulgari.
La rivolta di due principi valacchi contro Bisanzio e l'intervento dei Cumani (130) consente ai
Bulgari di riacquistare la propria indipendenza.
Lo czar ottiene dal papa il titolo di "Re dei Bulgari e dei Valacchi" e pone la capitale
a Tirnovo. Approfitta della caduta di Bisanzio ad opera dei crociati per occupare la Macedonia
poi sconfigge questi ultimi (152) con l'aiuto dei Cumani.
In seguito combatte gli Ungheresi (119,166), i Bizantini rientrati nella loro capitale (153),
deve riconoscersi tributario del regno Serbo (142b) e subisce l'occupazione dagli Osmani
(160a).
L'esercito è formato dai knezes (principi) e boljars (nobili) con il loro
seguito (Kn, Sp, Ps), cavalieri valacchi, arcieri a cavallo bulgari, cavalleggeri alleati Cumani
(LH) armati d'arco ed occasionalmente mercenari Russi (Sp).
(148a) Prussi o Estoni.
Le tribù dei Prussi, in lotta tra loro (148a) e contro i vicini Lituani (148b),
contrastano la penetrazione germanica e compiono scorrerie nel ducato polacco di Masovia (149)
che chiama in aiuto i Cavalieri Teutonici (151). L'Ordine, dopo dura lotta e ribellioni,
sottomette i Prussi e colonizza le rive del Baltico con Tedeschi e Fiamminghi, che popolano
le fiorenti città mercantili. Queste per liberarsi della tutela teutonica si riconoscono
vassalle polacche.
Gli Estoni, Finno-Ugri, sono politicamente poco organizzati; ogni villaggio è
guidato da un anziano che guida anche i guerrieri in battaglia; gli anziani si riuniscono
in concili per prendere decisioni che riguardano gruppi più o meno estesi di villaggi.
Combattono tra loro, i vicini Lituani (148b), sono sottomessi dai coloni tedeschi di Riga, poi dai
Danesi (131b) che vendono la colonia ai Teutonici.
La tattica preferita è la guerriglia, ed usano il cavallo per spostarsi (Cv), anche se combattono
preferibilmente a piedi, armati di archi e fecce con punte metalliche, giavellotti (Ps), lance, spade a
doppio taglio o daghe a un solo filo, asce, martelli (Wb, Ax); usano gridi di battaglia e battono le
armi sugli scudi di legno foderati di cuoio. Non usano armature.
(148b) Lituani.
I Lituani sono una mescolanza di popolazioni germaniche, nordiche, slave e finniche.
Formano numerosi principati in lotta tra loro (148b), contro i vicini Prussi (148a), contrastano
la penetrazione Danese (131b) sulle coste Baltiche seguita da quella dei Teutonici (151).
Guidati dalla dinastia guerriera dei Gedymin, formano un vasto principato tra la Polonia (149) ed
i Principati Russi (157), occupano Kiev, estendono i dominii fino al Mar Nero ed attaccano
più volte Mosca.
Per via matrimoniale ottengono la corona Polacca accettando il cristianesimo, ultimo popolo
europeo a convertirsi, ma i principi lituani continuano una politica indipendente, combattono i
Russi (soprattutto l'espansione del principato di Moscovia), i Tartari e successivamente gli
Osmani (160b).
L'esercito è composto da hetman (nobili, Cv), cavalleggeri tribali (LH) e bande
(Ax, Ps).
(149) Tardi Polacchi.
Le dispute tra re e feudatari spezzano il regno in quattro ducati e favoriscono gli interventi
dei principati vicini: Lituania (148b), Kiev (129), Ungheria (166), Boemia, Slesia e Impero
(136, 167). Il ducato di Masovia, per sottomettere i ribelli Prussiani (148a) chiama i Cavalieri
Teutonici (151) che si creano un dominio personale sul Baltico.
Neppure l'invasione dei mongoli (154) e le loro successive continue scorrerie, pongono fine alle
lotte, creando invece nuove dispute dinastiche per il possesso dei beni dei nobili caduti.
Dopo la dinastia dei Piasti il trono è conteso dagli Anjou, dai Brandemburgo e dai
feudatari polacchi, dai quali esce infine la dinastia dei Jagelloni, già principi di
Lituania.
Sotto questi sovrani (con capitale Cracovia) i Polacchi proseguono le lotte con i Russi (157) e
gli altri vicini, ottengono la sottomissione delle città prussiane (148a) e dopo dure
lotte riescono ad imporre il vassallaggio ai Teutonici (151). Gli Jegelloni uniscono
temporaneamente la corona Polacca con quella Ungherese ma devono combattere i Turchi Osmani nei
Balcani (160b), ricevendo il soprannome di "Scudo della Cristianità".
L'esercito è feudale, basato soprattutto sulla cavalleria (Kn, Cv) fornita dalla
szlachta, la piccola e potente nobiltà terriera, affiancata da mercenari tedeschi
e Boemi (Kn) e cavalleggeri Lituani (LH). La fanteria è formata da leve di contadini
lazigi (liberi) e servi, affiancata in seguito dalle pospolite ruszenie (milizie
polacche) fornite prevalentemente delle città, ma è tenuta in scarsa
considerazione (Bw) ed è infine sostituita da tasse per il pagamento di mercenari.
(150) Incas.
Nome attribuito al sovrano, poi anche alla casta dominante.
Creano un vasto impero andino con capitale Cuzco sottomettendo le popolazioni andine dell'Equador, Colombia, Cile, Bolivia e
Perù.
L'impero è governato da un Sapai Inca (Unico Signore), essere divino che sposa la propria
sorella per preservare la razza. Alla sua morte viene mummificato, le concubine sacrificate ed
il suo palazzo è abbandonato. Il fratello minore del sovrano ricopre la carica di primo sacerdote, chiamato
Willac Uma (Testa Parlante). Lo stato è proprietario di tutta la terra e tutto il bastiame
che assegna ai sacerdoti o alla popolazione.
La lingua Quechua è imposta come lingua di stato (è poi usata dai sacerdoti spagnoli) ed i
sudditi più bellicosi vengono deportati. Non fanno uso di scrittura mentre eccellono nella medicina e nella
chirurgia, ma se un medico perde il paziente è seppellito col lui.
Realizzano una vasta rete stradale (la strada Capac-nan è lunga quanto la distanza
tra Oslo e La Mecca) per scopi militari e commerciali, colossali ponti sospesi (in uso fino al
1714), un efficiente sistema di corrieri chiamati chasqui (Fw) e grandi fortificazioni,
come la famosa Macchu Picchu. La fortezza di Muyukawa è munita di tre muraglie concentriche che
resistono alle artiglierie spagnole, numerosi torri e corridoi sotterranei. A Cuzco troviamo le
terme e le sue mura ciclopiche sono l'unica costruzione rimasta in piedi dopo il terremoto del
1650.
L'esercito comprende guerrieri con armi in bronzo e rame (Ax, Ps), mentre la ruota è sconosciuta.
La casta dominante porta ornamenti d'oro, d'argento ed una fascia di lana bianca sulla fronte,
l'Imperatore l'ha rossa. I Sinchi (Valorosi) sono principi guerrieri che formano una
casta privilegiata, i Curacas sono invece capitribù e sovrani sottomessi. I guerrieri eroici
dopo la morte sono mimmificati in posizione eretta e portati in guerra (Fw). I combattenti ricevono coca
(monopolio imperiale) per affrontare le marce faticose e la sera prima della battaglia.
Una guerra dinastica (150) favorisce la conquista spagnola.
Epoca dell'impero Romano e dei regni Romano-Barbarici (61-90).
Epoca delle invasioni degli Arabi, Vichinghi ed Ungari (91-120).
Epoca dell'impero Osmano e della Guerra dei Cent'Anni (151-180).
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