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(31a) Primi Cartaginesi.
Quart Hadasht (Città Nuova), fondata dai Fenici di Tiro, espande il proprio impero
commerciale nel Mediterraneo occidentale, sulle coste Libiche (14b) e in Sicilia, dove si
scontra con le città stato Greche (34) che chiamano in proprio soccorso Pirro (43).
Il governo è in mano al sanhedrim (senato oligarchico eletto a vita). L'esercito è formato
da Libici addestrati alla greca (Sp), da Africani (Ps), da mercenari Ispanici (Cv, Ax, Ps) e
nobili celti con corazze ed elmi (Cv) seguiti dai loro clienti (Wb). Il carro (LCh) entra presto
in disuso.
(31b) Tardi Cartaginesi.
Cartagine espande i propri dominii in Libia (14b) e lotta per il predominio in Sicilia contro
Siracusa (34) ma ne è estromessa da Roma (46b). Si rifà occupando la Spagna (52) da dove
Annibale attacca nuovamente Roma, sconfiggendo per strada i Galli (35) che forniscono truppe,
ma dopo lunga lotta ne esce sconfitto. Il conflitto contro i Numidi (53) causa ancora
l'intervento di Roma che assedia e rade al suolo Cartagine.
L'esercito comprende anche cittadini cartaginesi (Sp), frombolieri balearici (Ps), ottimi
cavalleggeri numidi (LH), elefanti (El), alleati italici (Ax) a fianco delle truppe già viste
(Cv, Ax, Wb).
(32) Tardi Opliti Greci.
Le lunga guerra del Peloponeso coinvolge tutte le città greche ed i popoli confinanti:
Illiri (26), Traci (27) e satrapie Persiane dell'Asia Minore (33).
All'egemonia Ateniese segue quella Spartana, poi quella Tebana ed infine quella del regno di
Macedonia (36), che reprime i tentativi di ribellione (40).
Le truppe cittadine comprendono i tradizionali Opliti (Sp), ossatura degli eserciti, i
peltasti (Ax), i psiliti (Ps) e poca cavalleria (Cv, LH), ai quali si affiancano
alleati e misthophoroi (mercenari) a seconda del fronte:
Epilektoi, militari in servizio permanente armati di
sarissa e pelta (Sp), che sostituiscono lentamente gli opliti.
Cavalleggeri Sciti mercenari armati d'arco (LH).
Fanti Traci mercenari inclini al saccheggio (Ax).
Bellicosi ed infidi fanti Illiri mercenari (Ax).
Arcieri Cretesi e frombolieri di Rodi mercenari (Ps).
Contingenti alleati Macedoni, Tessali e Traci; nell'Egeo
Settentrionale (Cv, Sp, Ax, Ps).
Contingenti alleati Persiani; in Asia Minore (Cv, Ax, Ps).
Siracusani; subiscono l'assedio degli Ateniesi e forniscono
contingenti all'alleata Sparta in Asia minore (Sp, Ps) ed in Grecia, compresi
cavalleggeri armati di giavellotto (LH), mercenari Iberi e Celti (Ax).
Sicelioti; nell'assedio di Siracusa mercenari o alleati con
entrambi i partiti (Cv, Ax, Ps).
Tirreni (Etruschi); nell'assedio di Siracusa alleati agli
Ateniesi (Sp, Ps).
Lanciatori di giavellotto Japigi; mercenari Ateniesi
nell'assedio di Siracusa (Ps).
Catapulte e baliste (Art); usate normalmente negli assedi e da
Sparta anche in battaglia.
Tucidide descrive anche arieti coperti, guastatori subacquei e rudimentali
lanciafiamme.
Argo è governata da un consiglio e da ottanta anziani, dispone di 1.000 soldati
professionisti mantenuti ed addestrati a spese dello stato e raccoglie ne "I 5 Lochi" i
cittadini veterani.
Le città dell'Arcadia (Mantinea, Tegea, Megalopoli), regione del Peloponeso
centrale, sono governate dall'Assemblea dei 10.000 e possiedono un esercito federale di 5.000
Epariti.
(33) Tardi Persiani della dinastia Achemenide.
L'impero achemenide è amministrato localmente da khastrapanan (satrapi)
controllati da funzionari chiamati "Occhi del Re", costruisce strade, organizza un
servizio postale, uniforma i pesi (secondo l'uso babilonese), le monete (secondo l'uso
dei Lidi) e segue una politica di tolleranza religiosa.
Nell'esercito alla tradizionale cavalleria (Cv, LH) sono affiancati cavalieri maggiormente
protetti, con scudo, bracciali e selle corazzate, armati di kontos (lancia), creando
i primi catafratti (Kn) che attaccano in colonna o seguono i carri falcati (SCh). La fanteria
(Bw, Ax, Ps) è rafforzata con mercenari Greci (Sp). I cammelli sono impiegati
saltuariamente per il trasporto (Fw).
Dopo le guerre persiane gli Achemenidi respingono l'assalto di Sparta all'Asia Minore,
finanziano le altre città greche, intervengono nella guerra del Peloponeso (32) ma sono
colpiti dalle scorrerie degli Sciti (25), da crisi dinastiche e dalle rivolte di alcuni
satrapi (33). Riescono a rioccupare l'Egitto a lungo ribelle (29) ma l'impero viene conquistato
da Alessandro "Magno" (36).
(34) Siracusani.
Colonia Corinzia. I gamoridi (discendenti dei coloni greci) detengono i diritti
civili ed hanno come sottoposti i cilliri (discendenti della popolazione indigena).
Resiste all'assedio Ateniese (è la più antica guerra documentata in Italia) ed
estende la propria influenza in Sicilia scontrandosi con Cartagine (31a, 31b) che minaccia anche
con una spedizione in Africa. Occupa basi in Tirreno, Adriatico, effettua spedizioni militari in
Etruria, Epiro e Grecia.
Le lotte interne che vedono l'alternarsi di oligarchie, democrazie e tiranni ne causano la
decadenza costringendola a chiamare in aiuto Pirro, che poi abbandona per le sue mire
espansionistiche (43). La più grande città italiana dell'epoca viene infine
assediata, espugnata e distrutta da Roma (46), ultima colonia greca in Italia a perdere la
propria indipendenza.
Stato militare, l'esercito è guidato da strateghi e dispone di cavalli, più
numerosi in Sicilia che in Grecia (Cv, LH), opliti (Sp), compreso un nucleo permanente di
600 uomini, arcieri e frombolieri (Ps), aiuti Spartani, mercenari Galli (Wb) ed Iberici
(Cv, Ax), alleati Lucani (LH) e migliora notevolmente le macchine da guerra (Art), tra le
quali i celebri "specchi ustori" del matematico Archimede Pitagorico.
(35) Galli.
I Celti (indoeuropei) sono chiamati dai latini "Galli" (dall'indo-europeo gall, forza o grido).
Diffondono la loro cultura in Europa occidentale, espandendosi in Spagna (52), nella Pianura
Padana ai danni degli Etruschi (30b) con puntate offensive contro i popoli italici (30a, 30b,
30c) ed ai confini con l'Illiria (26).
Sono divisi in popoli e tribù spesso in lotta tra loro (35), governati dall'oligarchia
appoggiata dalla potente casta dei druidi (Fw), da Dru Wids (Esperti in Quercie),
custodi dei Dru Nemeton (Querce-Santuari). Solo in caso di minacce esterne eleggono
un capo comune.
La Gallia Meridionale è attraversata da Annibale (31b), diretto in Italia, e viene poi
occupata dai Romani (46b). La pressione dei Germani (57) dal Reno fornisce l'occasione di
intervento a Cesare (59) che sottomette tutta la Gallia e reprime la grande rivolta guidata da
Vergingetorige. I Galli vengono romanizzati.
L’arma principale dei Galli è la cavalleria, formata dai nobili e dai loro clienti
(ambacts in celtico) che combattono su carri (LCh) o a cavallo (Cv), generalmente
equipaggiati meglio dei fanti, questi sono contadini tenuti in scarsa considerazione militare
(Wb, Ps). Il campo può essere formato da pesanti carri a quattro ruote ed in casi
disperati anche le donne si armano e combattono (Fw).
Le armi offensive comprendono lunghe spade, lance, gaesum (giavellotto celtico),
mataris (giavellotto) più raramente archi (usati per la caccia), fionde ed asce.
Le armi difensive consistono in corazze di cuoio, elmi in bronzo e scudi piatti di forma
rotonda, ovale o meno spesso rettangolare. Solo i più ricchi hanno cotte di maglia di
ferro. Portano vesti, brache e mantelli ampi e colorati, spesso la barba, i baffi (simbolo di
nobiltà), capelli acconciati verso l’alto e tinti con calce ed ornamenti d’oro.
Completano l’equipaggiamento il carnyx (tromba da guerra) e l’insegna a forma di
cinghiale, che rappresenta il dio della guerra Tutatis.
Una delle più belle raffigurazioni di guerrieri celtici si trova sul Calderone di
Gunderstrup.
I Celti hanno fama di essere valorosi e forniscono contingenti mercenari in tutto il Mediterraneo a
quasi tutti gli eserciti dell’antichità (Greci, Cartaginesi, Diadochi, Romani).
(36) Macedoni di Alessandro "Magno".
Formatosi il regno di Macedonia, l'esercito viene riorganizzato con servizio militare
obbligatorio e comprende:
Hetairoi ("Amici del Re"):
Cavalieri macedoni per lo più nobili, armati di lancia, spada, corazza, elmo,
privi di scudo (Kn), organizzati in ile di 1.500-1.800 uomini. Il nome era
utilizzato per indicare i mirmidoni di Achille.
Agema: è un'ila scelta addetta alla guardia
del re.
Pezhetairoi ("Amici a Piedi"): 3.072 falangisti armati di
sarissa lunga sei metri, pelta (scudo), schinieri e pettorale in cuoio imbottito
rivestito in metallo (Pk). Sono organizzati in due taxeis di 1.536 uomini.
Hypaspystes: fanti leggeri di collegamento tra la falange
e la cavalleria, organizzati in tre corpi di 1.000 uomini (Ax), uno dei quali è
chiamato Agema ed è addetto alla guardie del re (Sp).
Angriani: Fidato contingente tribale della Macedonia
settentrionale (Ps).
Peoni: Cavalieri macedoni (Cv).
Sarissophoroi: Esploratori a cavallo armati di lancia, per
lo più tessali (LH).
I Macedoni sono affiancati da alleati e mercenari Greci (Sp), peltasti (Ax),
cavalieri Traci, Tessali (Cv) ed in battaglia sono per la prima volta largamente
utilizzate baliste e catapulte (secondo l'eseperienza delle guerra tra Greci e
Cartaginesi in Sicilia), montate su carri (Art).
Il regno macedone assoggetta i Greci (32), respinge gli Sciti oltre Danubio, sottomette alcune
tribù illiriche (26), sottomette parte della Tracia (27), e sotto la guida di Alessandro
"Magno" conquista in pochi anni il grande Impero Persiano (33).
(37) Imperiali di Alessandro.
Dopo la conquista dell'impero Persiano Alessandro continua la marcia verso est respingendo gli
Sciti (25) in Asia centrale e invadendo l'India (21a), dove però le sue truppe pretendono di
tornare indietro.
L'esercito non differisce dal precedente tranne che per l'introduzione di vesti persiane,
l'aggiunta di aghemata; ausiliari forniti dai popoli sottomessi (Ax) e l'arruolamento di mercenari
Sciti (LH).
(38a) Antigonidi.
Dopo la morte di Eumene, Antigono "Monoftalmo" ("Monocolo") governatore della Frigia e della
Licia tenta di riunire tutti i dominii di Alessandro "Magno", sostenuto anche dal figlio
Demetrio "Poliorcete" ("Espugnatore"; abile negli assedi) e dal genero Cratero, comandante della
fanteria della guardia di Alessandro, che ha guidato i veterani macedoni in patria.
Antigono occupa alcuni territori di Seuleco (41a) e marcia contro Tolomeo (42) ma è sconfitto dai
suoi nemici coalizzati perdendo Siria e Mesopotamia. Rioccupa la Siria, entra in contatto con
gli Arabi (5), si impossessa dell'Asia Minore (38b, 44) e della Grecia (39) ma è sconfitto e
ucciso da una nuova coalizione.
I suoi successori conquistano il trono macedone.
Il suo esercito ellenistico comprende cavalieri (Kn, Cv, LH), picchieri (Pk), peltasti
(Ax), elefanti (El) e leve locali (Ps).
(38b) Eumenidi.
Eumene satrapo di Cappadocia e Paflagonia, comandante degli Eteri, sostiene il reggente
Perdicca e diviene reggente dopo l'assassinio di questo (40), occupa Ponto, Bitinia e
Macedonia ma cade marciando contro Tolomeo. Il successore da lui designato non viene
riconosciuto da nessuno ed i suoi dominii sono occupati da Antigono (38a).
L'esercito è tipicamente ellenistico con falangisti alla macedone (Pk), cavalieri (Kn, Cv),
elefanti (El) e montanari dell'Asia Minore (Ps).
(39) Lisimaco.
Governatore di Tracia, contrasta le scorrerie di Traci (27) e Illiri (26), partecipa alle guerre
tra Diadochi (40, 38a) espandendosi in Ponto e Bitinia. Combattendo Pirro re dell'Epiro (43) e
subisce l'occupazione da parte dei Seleucidi (41a).
L'esercito tipicamente ellenistico (Kn, Cv, Pk, Ps, El) è affiancato da mercenari greci
(Sp) e Traci (LH, Ax).
(40) Diadochi.
Dopo la morte di Alessandro "Magno", suo fratello Arrideo e suo figlio postumo Ego non sono che
pedine dinastiche nella lotta per la successione dei generali (Predicca, suo fratello Alceta,
Antipatro) chiamati Diadochi (successori).
Le guerre tra Diadochi (40) ed il bisogno di difendersi da vicini e ribelli (26, 27, 32, 45),
causa la disgregazione dell'impero di Alessandro in una serie di grandi regni (41a, 42a) e
regni minori (38b, 39, 43, 47) in lotta tra loro.
Gli eserciti dei Diadochi rispecchiano quello di Alessandro con picchieri alla macedone (Pk),
cavalieri (Kn, Cv), peltasti (Ax), elefanti (El) e leve dei territori controllati
(Ps).
(41a) Primi Seleucidi.
Seleuco I "Nicatore" ("Vincitore") dopo la morte di Alessandro "Magno" combatte al
fianco di Perdicca ma partecipa poi al suo assassinio ed ottiene la satrapia di
Babilonia.
In oriente è coinvolto nelle lotte tra satrapi asiatici (40), è
spodestato da Antigono "Monoftalmo" (38a) ma riottiene la Babilonia con l'aiuto di
Tolomeo, espande i confini a est (40), occupa la Battriana (50) e giunge all'Indo
(21a), dove si accorda con il sovrano Maurya che gli consegna numerosi elefanti da
guerra.
Quindi si rivolge a ovest, assume titolo di re, fonda la nuova capitale Antiochia, si
allea a Demetrio "Poliorcete" contro Tolomeo (42a) e Lisimaco (39), tradisce il primo
(38a), ne occupa i dominii asiatici ed abbatte il terzo ed è assassinato mentre
invade la Grecia.
Le lotte tra Diadochi sono continuate dal figlio Antioco I che inoltre combatte le
scorrerie degli Arabi (5) e sconfigge i Galati (45), ottenendo il soprannome di
"Soter" (Salvatore).
L'esercito è ellenistico, comprende cavalieri (Kn), lancieri Lidi (Kn), nomadi
asiatici (LH), fanti Siri addestrati alla macedone (Pk), che formano anche la falange scelta
degli argyraspidi, numerosi elefanti indiani (El), fanti locali (Ps), mercenari arabi ed
arcieri cretesi (Ps).
(41b) Tardi Seleucidi.
I successori di Seleuco I continuano la lotta contro l'Egitto Tolemaico (42b) ma non riescono a
tenere unito il vasto impero : sono espulsi dall'Europa ad opera della Macedonia (49), si
rendono indipendenti l'Armenia (44), il Ponto, la Bitinia, la Galazia (45), la Cappadocia,
la Battriana (50), la Partia (51) e Israele (56). Pergamo (48) si espande in Asia Minore.
I tentativi di riconquistare questi territori causano l'intervento di Roma (46b) a fianco dei
piccoli stati asiatici minacciati (Pergamo, Rodi) e le rivalità interne del regno
Seleucida (41b) ne facilitano l'annessione.
L'esercito è come il precedente (Kn, LH, Pk, El, Ps) con l'aggiunta di mercenari Galati
(Wb), truppe addestrate "alla romana" (Bd), carri falcati (SCh), ausiliari dei popoli
sottomessi come Arabi, Medi (Ax), catapulte e baliste (Art).
(42a) Primi Tolomei.
Il generale macedone Tolomeo I "Soter" ("Il Salvatore"), detto anche "Lago" (da cui dinastia dei
Lagidi), alla morte di Alessandro "Magno" governa l'Egitto con capitale Alessandria.
Combatte Perdicca, il satrapo Cleomene inviato a sostituirlo (40) ed Antigono "Monoftlamo" che
tenta l'occupazione dell'Egitto (38a). Assume titolo di re, persegue una politica marittima ed
occupa Siria, Palestina, Cipro, Cirenaica (14b), minacciato dal ritorno a ovest di Seleuco I
(41a).
L'esercito è ellenistico, comprende cavalieri (Kn, LH), falangisti greci e macedoni forniti
da colonie-militari (Pk), africani alla macedone (Ax), peltasti (Ax), mercenari Galati
(Wb), Arabi (LH, Ps), arcieri cretesi (Ps) ma pochi Egiziani perché inaffidabili e facili
alla ribellione.
(42b) Tardi Tolomei.
I successori di Tolomeo proseguono la sua politica marittima occupando la costa libica (14b),
quella mediterranea dell'Asia Minore e numerose isole Egee. Simboli di questa espansione
sono la torre di segnalazione costruita sull'isola di Pharos, in marmo bianco,
alta 135 m., la ricca biblioteca di Alessandria e gli studi astronomici (Sistema Tolemaico).
Una spedizione contro i Seleucidi (41b) giunge in Babilonia e recupera gli idoli dei Faraoni
asportati dagli Achemenidi. Le lotte dinastiche e le rivolte interne favoriscono infine
l'occupazione Romana (59).
L'esercito, raffigurato sui rilievi di Medinet Habu (nella necropoli di Tebe), rispecchia il
precedente (Kn, LH, Pk, Ax, Wb, Ps) con l'aggiunta di elefanti libici (El), mercenari Galli
(Wb), Traci (Ax) e truppe addestrate "alla romana" (Bd).
(43) Epiroti.
Il regno ellenistico dell'Epiro combatte contro le tribù Illiriche (26), gli altri regni
ellenistici (39, 40) ma è noto sopratutto per la spedizione di Pirro contro Roma (46a,
46b) ed in Sicilia (31a, 34), con le sue vittorie pagate a caro prezzo rimaste proverbiali
(Vittoria di Pirro).
L'esercito è tipicamente ellenistico con falangisti alla macedone (Pk), ottimi cavalieri
tessali ed epiroti (Kn, Cv, LH), peltasti (Ax), aiuti degli alleati greci (Sp),
dei Tolemei (El, LH), Italici e leve (Ps).
(44) Primi Armeni.
Popolazione indoeuropea, in armeno Haik.
Vassalli dei Medi, già sotto i Persiani i satrapi godono di notevole indipendenza che
acquistano del tutto ad opera di due generali di Antioco III (38a, 41b).
La Piccola Armenia è presto occupata dai Romani. La Grande Armenia, con capitale Artaxata,
si libera dal dominio dei Parti (51), si espande in alta Mesopotamia, è a lungo contesa
tra l'impero Romano (59, 64, 69, 77b) e quello Persiano (51, 73a), ai quali fornisce truppe
ausiliarie, ed è infine spartita tra i due. È il primo stato al mondo a
dichiarare il cristianesimo religione ufficiale.
L'esercito, raffigurato anche sull'Arco di Galerio, comprende cavalieri catafratti (Kn) forniti
dai marzapan (governatori di confine), abili cavalleggeri (LH) e fanteria locale con
armature, lance e scudi (Ax) o fionde (Ps).
(45) Galati.
I Celti sono un popolo guerriero e forniscono mercenari a tutto il mondo antico mediterraneo.
Giunti in Grecia tentano di impossessarsi di territori a spese di Traci (27) e Macedoni (40) ma
sono respinti all'interno dell'Asia Minore dai Seleucidi (41a). Qui sono chiamati Galati, o anche
Gallo-Greci, continuano le scorreria ai danni di Pergamo (48), del Ponto (58) e dei Seleucidi (41b),
ai quali forniscono anche truppe mercenarie, e sono infine sottomessi dai Romani.
L'esercito è formato da una nobiltà guerriera che combatte a cavallo (Cv, LH) e su carri
falcati (SCh, LCh), seguita da clienti (Wb, Ps) ed in seguito da truppe addestrate alla
romana (Bd).
(46a) Romani di Camillo.
Il terreno montano delle guerre sannitiche porta all'abolizione della falange e all'adozione
dell'esercito manipolare. I combattenti non sono più classificati in base al censo ma scelti
(legere = scegliere) in base al fisico e ricevono l'armamento a spese dello stato.
Una legione è così formata:
10 manipoli (di 120 uomini) di hastati armati di spada
corta etrusca, scutum e pilum (Bd).
10 manipoli (di 120 uomini) di princeps armati come i
precedenti (Bd).
10 manipoli (di 60 veterani) di triarii armati di lancia
(Sp).
1.200 velites armati di giavellotto (Ps).
10 turmae di 30 cavalieri (Cv).
Le legioni romane (inizialmente 2, poi 4) sono affiancate da legioni fornite dai socii, con
doppio numero di cavalieri.
Roma sottomette dopo dure guerre Etruschi (30b), Sanniti, Umbri (30c), Campani, Apulii (30d),
e resiste alle invasioni dei Celti (35), chiamati Galli dai latini. Padrona dell'Italia Centrale
estende la sua influenza sulle città greche del sud, entra in conflitto con Taranto (30d)
che chiama in suo aiuto Pirro (43).
(46b) Romani di Polibio.
Dopo la dura guerra contro Pirro (43) e le lunghe guerre contro e Cartagine (31b), Roma rimane la
potenza egemone del Mediterraneo occidentale, pone fine all'indipendenza di Siracusa (34),
occupa la Gallia Cisalpina (35), la Spagna (52), le coste Illiriche (26), la Numidia (53) ed
interviene in Oriente dove isola politicamente e sconfigge le potenze Macedone (49) e Seleucida
(41b).
L'esercito è simile al precedente per un massimo di una ventina di legioni, occasionalmente
affiancato da truppe mercenarie la cui prima menzione riguarda degli arcieri siracusani (Ps) e
dei guerrieri spagnoli.
(47) Greci Ellenistici.
Al disgregarsi dell'impero di Alessandro "Magno", la Grecia torna al frazionamento politico,
aggravato dal declino economico e culturale. La necessità di difendersi dai Diadochi
(40) impone tuttavia il formarsi delle potenti leghe rivali Etolica ed Achea (47), che cadono
infine sotto il dominio romano.
Gli eserciti comprendono cavalieri (Kn, Cv, LH), fanti (Ax), psiliti (Ps), mercenari Traci (Ax)
e Galati (Wb).
(48) Pergamo.
L'eunuco Filitero sottrae a Lisimaco la città di Pergamo con i suoi tesori, i suoi
discendenti sconfiggono Antioco, acquistano piena indipendenza ed assumono il titolo di re.
Il regno si espande in Asia Minore ai danni dei Seleucidi (41b), duramente contrastato dalle
tribù guerriere dei Galati (45). Minacciato dall'espansione della Macedonia si affida alla
nascente potenza di Roma che ne eredita i dominii.
Pergamo è famosa per la diffusione della Pergamena, ricavata da pelli di animali per
contrastare il commercio del papiro dei rivali Tolomei d'Egitto.
L'esercito comprende cavalieri (Kn, LH), fanti locali, mercenari greci (Ax, Ps) e mercenari
Galati (Wb).
(49) Tardi Macedoni.
La dinastia Antigone sul trono della Macedonia mantiene l'egemonia in Grecia, combatte Traci (27)
ed Illiri (26), si espande ai danni dei Seleucidi (41b) e minaccia i piccoli regni ellenistici
di Pegamo e Rodi che chiamano in causa Roma (46b). La Macedonia viene sconfitta e ridotta a
provincia.
L'esercito comprende cavalieri (Cv, LH), falangisti (Pk), peltasti (Ax), psiliti (Ps),
mercenari Traci (Ax) e Galati (Wb), occasionalmente catapulte e baliste (Art).
(50) Battriani e Indo-Greci.
Il governatore seleucida Diodoto si proclama indipendente e fonda un regno di tipo feudale,
governato dall'élite greca su popolazione iranica.
Il regno resiste ai tentativi Seleucidi di sottometterlo (41a, 41b), si espande in Punjam e nel
Sindh (21a) dove fonda altri regni indo-greci autonomi ed adotta la religione buddista. In
seguito resiste all'espansione dei Parti (51) ma è abbattuto dai Saci (25).
L'esercito è irano-ellenistico con cavalieri (Kn), falangisti alla macedone (Pk), peltasti (Ps),
ausiliari sciti (LH) ed indiani (Lb, El).
(51) Parti.
Tribù nomade di origine iranica governata dalla dinastia Arsacide, ribelle più volte ai
Seleucidi (41b), riesce infine a rendersi indipendente e si espande in Iran.
Lo stato è feudale con una potente nobiltà, impegnata a volte in lotte intestine o dinastiche
(51). L'esercito comprende abili cavalieri ed arcieri (LH, Ps) affiancati dai tradizionali
catafratti persiani (Kn).
Conquista la Babilonia, pone la capitale a Ctesifonte e combatte gli altri regni formatisi
dal disgregarsi dell'impero di Alessandro : Ponto (58), Kusan (21b) e Battriana (50).
Il regno contrasta l'espansione Han (54), le incursioni degli Sciti (25), Alani (55a) e Sarmati
(55c), è impegnato in una lunga lotta contro Roma (59, 64, 69) alla quale contende il controllo
dell'Armenia (44) ed è infine abbattuto dai vassalli Sasanidi (73a).
(52) Iberici.
Popolazione di origine incerta, dopo l'età del bronzo subisce l'influenza delle colonie greche,
fenicie e l'infiltrazione dei Celti dalla Gallia (35).
La mancanza di unione tra le tribù (52) favorisce la colonizzazione delle coste da parte di
Cartagine (31b) che penetra poi nell'interno, sostituita da Roma. Dopo accanite lotte i
Romani (46b, 59) occupano tutta la penisola.
Le truppe comprendono cavalieri spesso armati di lancia (Cv, LH), bande di scutati (Ax),
caetrati (Ps), fanti leggeri armati di giavellotto (Ps) e bellicosi Celtiberi (Wb). Sono
diffusi il gladio (adottato poi dai Romani), la sciabola, la picca e l'elmo ma non
l'armatura.
(53) Numidi.
Popolazione nomade (perciò dei latini chiamati Numidi) che dispone di ottimi cavalieri (LH)
appoggiati da fanti leggeri armati per lo più di giavellotti (Ps), da elefanti (El) e da
mercenari Iberi, Galli (Cv, Ax) o Africani addestrati alla romana (Bd, Ax).
Il regno numida viene coinvolto nelle guerre tra Roma (46) e Cartagine (31b) che elevano propri
pretendenti al trono numida (53) e dopo dura campagna è sottomesso dai Romani (59) ma le
scorrerie delle tribù continuano anche durante l'Impero (64).
(54) Cinesi della dinastia Han.
Regno feudale che prende nome da un fiume, unifica la Cina (16c) e fonda una dinastia durata
quattro secoli. Il sovrano adotta il titolo di Kao Tsu (Alto Progenitore).
Stabilisce un'amministrazione centralizzata, monopoli statali su monete, sale, tasse e ferro,
riprende la costruzione della Grande Muraglia, adotta il Confucianesimo come dottrina ufficiale
e per la selezione dei funzionarid istituisce esami di stato con i "Cinque Classici" del Confucianesimo:
I Cing (Libro dei Mutamenti), Shu-Ching (Libro dei Documenti), Shih-Ching
(Libro delle Odi), Li-Ching (Libro dei Riti) e Ch'un Ch'in (Primavere e Autunni).
Istituiti nel 125 a.C., gli esami sono aboliti nel 1912.
In questo periodo sono scritti i manuali "Metodi Militari", con la storia dei principali generali
dell'epoca dei Regni Combattenti, ed i "Sima Fa" (Metodi del Sima, ministro
della guerra), in gran parte perduto. Lo studio dell'astronomia rende possibile
l'invenzione della meridiana e dell'orologio ad acqua, la stesaura di un calendario
lunare ed il calcolo delle eclissi. In matemarica è adottato il sistema
posizionale ed è inventato il compasso. Il ferro sostituisce completamente il
bronzo.
L'esercito è formato da sudditi che devono prestare servizio obbligatorio per due
anni, richiamabili in caso di necessità. I carri (HCh), a volte disposti in
circolo, vanno in disuso a favore dell'impiego della cavalleria (Cv), che è
riformata per affrontare gli Hsiung-Nu (62), armata di chien (spade in ferro a 2 fili), tun (scudi) rotondi,
e balestre, ma i cavalli devono essere importati dal Ferghana o da Samarcanda. Sono presenti truppe
scelte denominate "Valorosi dei Tre Fiumi". Le armi sono simili a quelle della precedente
dinastia Ch'in: la k'ai (armature di ferro) diviene arma protettiva principale, permangono le chia (armature
in cuoio, anche quelle in pelle di ippopotamo laccata di rosso), le chiai (corazze a scaglie, probabilmente in
cuoio), i mou (elmi in ferro) ed i kan (scudi in legno a forma di tetto). Si diffonde l'impiego di
tun (scudi) rettangolari o semi-circolari verniciati di rosso. Tra le armi offensive permangono i ko
(asce-daghe simili ad alabarde, Sp) e le balestre (Cb) e le ultime spade di bronzo. L'esercito è accompagnato da
portatori (Ps) e prostitute (Fw).
La miglior documentazione archeologica proviene dalla Tomba di Lei-T'ai, di un generale, dove sono state trovate
le figurine in parata di 39 cavalli, 14 carri, 17 cavalieri e 20 servitori.
Dopo lunga lotta l'impero Han respinge gli Hsiung-Nu e colonizza l'Asia centrale con militari,
tribù nomadi sottomesse (62) ed evasori fiscali. Si espande in Manciuria, Corea e
Annam (71). La burocrazia controlla gli ultimi imperatori ed eleva la breve dinastia
militare Hsin, ma la rivolta religiosa di nobili latifondisti e contadini che si
dipingono la faccia di rosso e sono quindi chiamati "Sopraccigli Rossi" rendono il trono
agli Han con nuova capitale Lo-Yang.
Le nuove spedizioni in Asia Centrale (tra le quali la più nota è quella del
generale Pan-Ch'ao) ed i contatti con Parti (51) e Kuhsana introducono il cavallo arabo
(LH), l'armatura lamellare e la tipica spada corta cinese ad imitazione della
akinakes delle steppe. Il costume nomade sostituisce le vesti svolazzanti e sono
ancora diffuse le corazze di cuoio.
I militari sedano la rivolta dei contadini taoisti denominati "Turbanti Gialli" ma poi si
scontrano per il potere spezzando la Cina nei San-Kuo (tre Regni).
(55a) Primi Rossolani.
I Rossolani sono una tribù sarmata (iraniani) che, spinta dai nomadi asiatici (25), si
stabilisce a nord del Mar Nero e sul Caucaso, effettua scorrerie contro i vicini Bosforiani
(55b), il regno del Ponto (58) i Parti (51) e Roma (64).
L'arrivo di altre tribù sarmate (55c) li costringe a spostarsi sul Danubio.
L'esercito è tipicamente sarmata, con numerosi cavalieri (Kn, Cv) e pochi fanti leggeri (Ps).
(55b) Bosforiani.
Coloni greci delle città stato del Mar Nero uniti alle tribù scite dell'entroterra, formano
delle repubbliche guidate da arconti, in lotta tra loro, poi unificate da una dinastia di
tiranni (55b).
Per combattere gli Sciti chiedono aiuto al regno del Ponto che li sottomette (58). Ritrovano
l'autonomia sotto la protezione di Roma (64, 68). Combattono i vicini Rossolani (55a), i Daci
(68) e sono infine sottomessi dai Goti (70).
L'esercito, guidato da strateghi, comprende cavalieri (Kn), carri pesanti con balestrieri,
milizie cittadine e contadine (Ax, Ps), balestrieri (Ps), macchine e sindi cioè ausiliari
barbari di provenienza asiatica (Kn).
(55c) Sircaci, Iazigi o Tardi Rossolani.
Tribù sarmate di origine iraniana, dall'Asia Centrale occupano la Russia Meridionale ed il
Caucaso, effettuano incursioni contro i vicini Rossolani (55a), Bosforiani (55b), contro il
Ponto (58) ed i Parti (51). Spostatisi poi sul Danubio combattono il regno dei Daci (68), Roma
(64), sono sottomesse dagli Unni (79) ed infine dai Goti (70). Si fondono agli Slavi.
Sono principalmente cavalieri (Kn) affiancati da Alani o altri nomadi asiatici sottomessi
(LH, Ps).
(55d) Tardi Alani.
Il termine identifica l'ultima ondata di tribù sarmate che invadono l'Europa.
Dal Caucaso si trasferiscono sul Danubio e si scontrano con l'impero Romano. Sono sottomessi
dagli Unni (79), dai Visigoti (70), invadono poi la Gallia Romana (77a) e passano in Lusitania
dove sono annientati dai Visigoti. I resti si uniscono ai Vandali.
Alcune tribù Alane rimaste sul Danubio trovano impiego presso l'impero Bizantino ma
entrano in rivalità con i "colleghi" della Compagnia Catalana (165).
Come gli altri Sarmati (tranne gli Iazigi) usano deformare il cranio dei bambini come segno di
distinzione e nelle tombe seppelliscono anche i cavalli e le armi (corte spade e daghe). I
guerrieri comprendono numerosi arcieri a cavallo (LH), alcuni cavalieri corazzati di tipo
sarmata (Kn) e fanti germanici (Bd, Ps).
(56) Israeliti Maccabei.
La famiglia degli Asmonei guida l'insurrezione degli Israeliti contro l'ellenizzazione e la
profanazione del Tempio da parte dei sovrani Selgiucidi (41b), ricevendo il soprannome
di "Maccabei" (Martellatori).
Dopo numerosi successi gli Israeliti raggiungono l'indipendenza, prontamente riconosciuta da
Roma e dall'Egitto, forniscono truppe nelle guerre dinastiche dei Selgiucidi, respingono le
incursioni degli Arabi, ma il paese è travagliato da dispute politico-religiose e
diviene protettorato romano.
L'esercito comprende cavalieri (Kn, LH) e bande di fanti (Ax, Ps).
(57) Primi Germani.
Popolazioni indoeuropee che prendono il nome da War-man (Uomini della
Guerra), da garm (grido di guerra) o dalla tribù dei Jerman, una delle
prime incontrate dai Celti.
Si mescolano ai Celti in Germania, rimanendo divise in 40-100 tribù in guerra tra
loro (57). Le attività principali sono la pastorizia e la caccia. La proprietà
privata è limitata alla casa e all'orto, i terreni coltivabili sono assegnati a sorte
alle sippe (famiglie) mentre foreste e pascoli sono terre comuni.
Wodan è il dio supremo e della guerra ed i guerrieri caduti valorosamente sono
accolti nel Walhall. Il loro albero sacro è l'Yggdpasyl (Frassino) ma,
a differenza dai celti, non hanno una casta sacerdotale.
I re hanno poteri fortemente limitati dalle assemblee dei liberi e solo in caso di guerra viene
eletto un capo con pieni poteri, al quale i giovani guerrieri giurano fedeltà assoluta
formando un gruppo scelto (che Tacito chiama comitatus, altri "Energumeni"). A
fianco di questi (Cv, Bd) combattono bande schierate a cuneo per wod (lega di
guerrieri) o per tribù (Wb, Ps) e spesso fanti leggeri (Ps) mischiati ai cavalieri, che
più spesso hanno compiti secondari.
L'arma tipica è la framea, giavellotto usato anche nel corpo a corpo, con fionde, archi,
grandi scudi, sahs, asce e martelli. Più raramente spade e lance.
Tra le popolazioni Germaniche ricordiamo:
Cimbri e Teutoni: Invadono la Rezia, la Gallia e minacciano
l'Italia ma sono annientati da Mario (59).
Elvezi: Tentano di penetrare in Gallia causando l'intervento di
Cesare (59).
Suebi (forse da sweboz, contrario di "Estranei",
o inteso come "I Puri"): Guidati dall'abile Ariovisto intervengono nelle
lotte tra tribù galliche (57), si impossessano di un territorio e lo espandono
inizialmente appoggiati da Roma. Sono poi sconfitti e cacciati oltre il Reno da Cesare
(59) che estende così l'influenza romana in Gallia. Cesare li descrive come
abili cavalieri che tuttavia combattono a piedi, senza corazze ne' altre
protezioni.
Butteri: Combattono contro l'Impero romano (64) e si mescolano
poi ai Franchi.
Catti: Tra i più bellicosi, conducono numerose scorrerie ai danni dell'Impero romano (64) e si mescolano in seguito ai Franchi.
Cherusci (da Heru, cioè Spada): Sollevano altre
tribù germaniche ed infliggono ai Romani (64) la disfatta di Teutoburgo,
costringendo Roma dopo dure lotte a desistere dall'invasione della Germania.
Marcomanni (da Mark-Manner, cioè Uomini di
Frontiera): Stanziati sul Meno, cacciano in seguito i celti Boi dalla Boemia e ne sono
cacciati dai Cherusci. Intraprendono la prima grossa guerra contro l'Impero romano
(64) giungendo con i Quadi fin nell'Italia settentrionale dove sono respinti e
scompaiono dalla storia.
Quadi: Scendono con i Marcomanni in Italia e sono più
tardi con i Vandali ed gli Alani in Spagna.
(58) Pontici.
È uno dei regni ellenistici sorti in Asia Minore dal dissolversi dell'Impero di Alessandro
"Magno".
Combatte le tribù Galate (45), si espande sulle coste del Mar Nero ai danni di Rossolani e
Bosforiani (55a, 55b), combatte i Parti (51), contrasta efficacemente le scorrerie di Sciti
(25) e Sarmati (55c), che poi forniscono truppe.
Rimasta l'unica grande potenza ellenistica, cerca di riunire i regni Orientali e la Grecia
contro Roma (59) alla quale cede dopo quattro accanite guerre.
L'esercito comprende ottima cavalleria (Kn, Cv), mercenari Sciti (LH), quadrighe falcate (SCh),
mercenari addestrati alla macedone (Pk) da istruttori Greci, in seguito "alla romana" (Bd),
mercenari Galati (Ax) e fanti forniti dai popoli sottomessi (Ax, Ps).
(59) Romani di Mario.
Il console Mario, vista la carenza di volontari per la guerra Giugurtina, arruola cittadini
privi di censo offrendo paga più alta. L'armamento viene uniformato adottando il gladio
spagnolo già in uso dai gladiatori, dai quali si copia anche il tipo di addestramento.
I manipoli sono riuniti in cohortes perdendo in flessibilità ma aumentando in forza
d'urto e capacità di combattere autonomamente. La legione (Bd) è affiancata
da corpi specializzati di auxilia, mercenari non romani organizzati in cohortes di fanti
o alae di cavalieri. I più noti sono i frombolieri balearici, gli arcieri cretesi, i numidi
armati di giavellotto (Ps), i cavalieri Germani o Ispanici (Cv).
I militari diventano professionisti legati ai loro generali, cosa che causa numerose guerre
civili:
Mario: Pone fine alla guerra Giugurtina (53), sbaraglia gli
invasori Cimbri e Teutoni (57), primo contatto tra Roma ed i Germani, si mette alla
guida del partito popolare ai danni dei patrizi.
Silla: Combatte in oriente il Ponto (58) e sbaraglia i Mariani
(59).
Pompeo "Magno": Appoggia Silla, reprime la rivolta di Sertorio
in Spagna (59), annette il Ponto (58), rende "clienti" la Tracia (27), l'Armenia (44)
e la Giudea. Forma il primo triunvirato con Cesare e Crasso, passa poi con i Patrizi
ma è sconfitto da Cesare (59).
Crasso: Reprime la rivolta degli schiavi guidata da Spartaco,
forma il primo triunvirato, tenta di ripetere l'espansione in Oriente di Alessandro
"Magno" ma subisce la disastrosa sconfitta di Carrhe nel primo scontro tra Romani e
Parti (51).
Cesare: Occupa la Gallia (35), compie puntate oltre il Reno (57)
ed oltre la Manica (60). Sconfigge i Pompeiani (59) in Italia, Spagna, Illirico,
Tessaglia, insegue Pompeo in Egitto dove pone a forza Cleopatra sul trono dei Tolomei
(42b), sbaraglia l'ultimo tentativo di riscossa del Ponto (58) annunciando la vittoria
con il noto "Veni, Vidi, Vici". Spezza gli ultimi tentativi pompeiani in Africa
e Spagna.
Altri generali minori proseguono la penetrazione romana in
Illiria (26) e Spagna (52), definitivamente pacificate sotto Augusto.
(60) Britanni.
Celti con influenze dalle tribù dei Belgi (quindi germanizzati) sono suddivisi in tribù in guerra
tra loro (60). Subiscono le incursioni di Cesare (59) che ottiene da loro solo la promessa di
un tributo, seguite più tardi dall'invasione di Roma Imperiale (64) che riesce a soggiogarli
dopo lunghe e sanguinose lotte e ribellioni, la più famosa delle quali è quella guidata dalla
regina Baodicea.
I guerrieri britanni (Wb, Ps) usano dipingersi di blu, per rendere il proprio aspetto più
terrificante, sono armati di spade, giavellotti, elmi e scudi oblunghi di vimini o di legno,
sono affiancati da cavalleggeri (LH) e da carri a due cavalli (essedie), dai quali i
guerrieri lanciano giavellotti, all’occorrenza smontano per combattere appiedati (LCh/Bd) e che
fungono da centro di raccolta per disimpegnarsi velocemente. Infatti la loro tattica preferita è
la guerriglia.
Epoca dell'impero Romano e dei regni Romano-Barbarici (61-90).
Epoca delle invasioni degli Arabi, Vichinghi ed Ungari (91-120).
Epoca dell'impero Osmano e della Guerra dei Cent'Anni (151-180).
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