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CARLO IV (1347-1378).
Figlio di Giovanni di Lussemburgo re di Boemia, quindi nipote dell'Imperatore
Enrico VII.
Eredita il regno di Boemia ed è eletto anti-re di Germania da cinque
elettori con l'appoggio del papa Clemente VI e del re di Francia (1346), ma
ottiene il potere solo dopo la morte di Lodovico IV (1347).
Diviene uno dei più potenti principi dell'Impero grazie all'espansione dei
dominii familiari, inglobando:
La città imperiale di Eger, ricevuta in pegno da Lodovico
IV, diventa possesso della corona boema.
La Lusazia Superiore e la signoria di gran parte della Slesia,
ottenute all'estinguersi degli Ascani.
Il magraviato di Brandeburgo (dal 1373 al 1415).
La Lusazia Inferiore (1368).
Il resto della Slesia.
La Moravia appartiene al cugino Jodoco, figlio di Giovanni Enrico, inoltre
eleva a ducato la contea di Lussemburgo (1354).
Buon amministratore, è molto attivo in favore di Praga, elevata ad
arcivescovato, dove fonda la prima università della Germania (1348), rende
la Moldava navigabile, fa costruire il castello di Karlstein ed il duomo di
San Vito. La Boemia vede la fondazione di nuove colonie con il suo nome (Karlsbad e
Karlstein) ma è anche colpita dalla terribile Peste Nera, come tutta l'Europa.
Scende in Italia (1354) dove si limita a ricevere l'incoronazione Imperiale
a Roma, per mezzo di un legato di Innocenzo VI. (1355).
Emette poi la Bolla d'Oro (1356), con la quale regola l'elezione del re di
Germania:
Assegna il diritto elettorale agli Ascani di Sassonia-Wittemberg
(che lo disputavano con il ramo familiare dei Sassonia-Lauenburg).
Assegna il diritto elettorale ai Wittelsbach del Palatinato
Renano (lo disputavano con il ramo familiare di Baviera) ottenendo in cambio l'Alto
Palatinato.
Eleva Metz a città imperiale.
Concede ai principi elettori nuovi diritti, tra i quali
l'impossibilità di appellare all'Imperatore i loro giudizi.
Rodolfo IV d'Asburgo, detto "Il Magnanimo", vede nella Bolla d'Oro una
limitazione ai suoi diritti, si dichiara indipendente dall'Impero, appoggia
la lega di Basilea ed altre 11 città imperiali, ma è sconfitto a Treviri
(1362) da Arnauld de Cervoles, alla testa di bande mercenarie formate dai disoccupati della Guerra dei Cento Anni. Carlo IV, buon diplomatico,
ne ottiene la sottomissione stipulando la pace di Brünn (1364), che
riconosce agli Asburgo il possesso del Tirolo (lasciato loro da Margherita
Maultasch nel 1363), e promette la reciproca successione in caso di
mancanza di eredi.
Carlo IV scende in Italia la seconda volta ed incontra Urbano V a Roma
(1368), poi interviene vanamente in Toscana e si limita a vendere titoli e
privilegi, screditando il prestigio imperiale nella penisola.
Durante il suo regno l'Hansa sconfigge il regno di Danimarca (1367) e con la pace
di Stralsund (24 V 1370) ottiene numerose piazze in Danimarca e Norvegia,
ponendo fine al predominio danese nel Baltico.
In Germania scoppia la "Guerra delle Città" (1377-88), che coinvolge 80
città delle leghe Renana, Sveva e Anseatica e viene combattuta soprattutto
in Svevia e Franconia. La lega delle città Sveve sconfigge a Reutlingen
(14 V 1377) Ulrico, per il padre Eberardo II "Il Litigioso" conte di
Württember, ed ottiene il riconoscimento da Carlo IV.
L'imperatore divide i possedimenti tra i suoi figli:
Venceslao ottiene la Boemia (1363), la Slesia e la Lusazia
Occidentale.
Sigismondo ottiene il magraviato di Brandeburgo.
Giovanni di Görliz ottiene la Lusazia Orientale.
VENCESLAO I (1378-1400).
Figlio del precedente.
Dal 1363 re di Boemia appena duenne (dove è Venceslao IV), è eletto poi re
di Germania (1378).
Compie solo pochi tentativi di intervenire in Germania, dove continuano le
guerre tra principi, cavalieri e città:
Leopoldo III d'Asburgo (figlio di Rodolfo "Il Magnanimo") duca
di Stiria, Carinzia e Carniola e conte del Tirolo (ha inoltre ottenuto la dedizione di
Trieste nel 1382) affronta Lucerna, alleata alla lega Svizzera, e cade a Sempach (9
VII 1386).
Eberardo "Il Litigioso" si prende la rivincita contro la Lega
delle città Sveve a Döffingen (1388).
Roberto III del Palatinato Renano sconfigge la lega delle
città Renane a Worms (1388).
In Boemia Venceslao entra in disaccordo con la chiesa e la nobiltà.
Giovanni Napomuceno (cioè di Pomuk) vicario dell'Arcivescovo di Praga e
confessore della regina, per aver scomunicato un favorito del re viene torturato
e giustiziato (20 III 1393, è poi santificato).
I nobili formano contro Venceslao la "Lega dei Signori", alla quale aderiscono anche suo
fratello Sigismondo e suo cugino Jodoco magravio di di Moravia, riescono a
catturarlo (1394) e lo liberano solo dopo la cessione di numerosi privilegi (1396).
Venceslao vende a Gian Galeazzo Visconti signore di Milano il titolo di duca (1397) ma
questo fatto ed il disinteresse degli affari in Germania, provocano la sua
deposizione (20 VIII 1400) da parte dei tre arcivescovi elettori e di
Roberto III del Palatinato Renano, che è eletto al suo posto con l'appoggio
degli Asburgo.
Roberto non viene riconosciuto da tutti i principi, scende in Italia
ma è sconfitto dai viscontei presso Brescia (1400) e muore nel 1410.
Al suo posto è eletto Sigismondo di Lussemburgo (fratello di Venceslao).
I Polacchi infliggono ai Teutonici la disastrosa sconfitta di Tannenberg (1410) ed occupano
gran parte dei loro territori.
Venceslao cerca di rafforzarsi in Boemia dove favorisce i Cechi a scapito dei Tedeschi,
favorevoli alla sua deposizione, e con il decreto di Kutna-Hora (1409) parifica i loro
diritti all'università di Praga, il cui rettore Jan Hus riceve l'appoggio del
re (1409).
Il movimento Hussita trova aderenti sopratutto tra i contadini, per lo più
Cechi, in opposizione ai nobili e ai borghesi tedeschi, e la protesta
diviene, oltre che religiosa, anche sociale e nazionale.
Jan Hus è scomunicato dall'arcivescovo di Praga (1410) che poi lancia
l'interdetto sulla città, a causa delle violente dimostrazioni contro il
provvedimento (1411).
Nemmeno la rinuncia alla corona di Germania ed il riconoscimento del
fratello (1411) può oramai assicurare la pace in Boemia.
La vendita di indulgenze per finanziare una crociata contro il re di Napoli
provoca nuovi disordini (1412). In un tumulto i consiglieri cattolici del
re sono gettati dalle finestre sulle lance dei sottostanti (Prima
Defenestrazione di Praga, 30 VII 1419) mentre Venceslao muore durante un
tumulto anti-Hussita (15 VIII 1419).
SIGISMONDO I (1411-1437).
Fratello del precedente. Riceve dal padre il magraviato di Brandeburgo.
Sposa la sedicenne Maria d'Anjou "re" d'Ungheria (1387), regno che comprende Moldavia,
Valacchia, Bulgaria, Bosnia, Serbia e Dalmazia, ma è riconosciuto re d'Ungheria
solo dopo una lunga guerra contro la nobiltà.
Maria muore ventiquattrenne per una caduta da cavallo (1395).
Sigismondo deve affrontare l'avanzata dei Turchi Osmani nei Balcani, che hanno
sconfitto i Serbi, Bosniaci e Valacchi a Kossovo Polje, e sbaragliano
anche gli Ungheresi, aiutati da crociati Tedeschi, Francesi e Borgognoni
a Nicopoli (28 IX 1396). Sigismondo fugge a stento.
Combatte Venezia per il controllo del Patriarcato d'Aquileia (1409-1410).
Dopo la morte dell'anti-re Roberto del Palatinato (con lui a Nicopoli),
viene eletto re di Germania da alcuni elettori (21 VII 1411).
Gli altri gli contrappongono il cugino Jodoco margravio di Moravia che però
muore l'anno seguente. Sigismondo è riconosciuto dal fratello Venceslao
(1411), da tutti gli altri principi e viene incoronato ad Aquisgrana nel
1414.
L'anno seguente ricompensa Federico VI Hohenzollern bugravio di Norimberga
cedendogli la marca di Brandeburgo con diritto elettorale (possiede inoltre
già Ansbach e l'Alta Baviera).
Come re di Germania convoca il concilio di Costanza (1414-18) che affronta
i problemi della Chiesa:
Il "Grande Scisma":
Iniziato nel 1309, vede un papa a Roma, riconosciuto da Germania,
Inghilterra, Portogallo e Polonia ed uno ad Avignone, riconosciuto da
Francia, regni spagnoli, Scozia e regno di Napoli.
Ogni carica ecclesiastica è diviene motivo di scontro tra i pretendenti
dei due partiti, spesso come semplice pretesto.
L'elezione di Martino V pone fine allo scisma (1417).
L'eresia Hussita:
Jon Huss rifiuta di ritrattare le sue tesi, è messo al rogo (1415),
nonostante il salvacondotto di Sigismondo, e diviene un martire della
causa Hussita.
La riforma della Chiesa:
Si elimina parte dell'eccessiva corruzione della Chiesa, ma questo punto
è quasi trascurato, ed infine demandato ad un successivo concilio.
È significativo il fatto che, vista la numerosa presenza del clero
italiano, si sia deciso di votare per "Lingua" (Italiano, Tedesco, Francese
e Spagnolo), anteprima della futura nazionalizzazione del clero.
Dopo la morte del fratello Venceslao, Sigismondo eredita la corona Boema ma deve
farsi incoronare fuori Praga (1420) per la reazione Hussita, guidata dall'abile
John Zizka. Iniziano così le Guerre Hussite (1420-1434).
Gli Hussiti subiscono una serie di crociate ma impiegando la tattica della
Wagenburg (Fortezza Mobile) sbaragliano Sigismondo ed
il suo condottiero fiorentino Filippo degli Scolari, detto "Pippo Spano", a
Wischehrad (o Vitkov, 14 VIII 1420), a Khtna-Hora (21 XII 1421) ed a
Deutschbrod (6 I 1422). Un nuovo esercito crociato è sconfitto ad Aussig
(1426).
Le devastazioni della Boemia costringono poi gli Hussiti a compiere
campagne offensive contro i paesi confinanti (1427-31), colpendo la Slesia,
l'Austria, la Baviera, la Sassonia ed il Brandeburgo, che formano una lega
ma sono sconfitti a Mies (1247) e Taus (1431) da Prokopy "Veliky" (cioè "Il
Grande") successore di Zizka.
Sigismondo frattanto scende in Italia e riceve la corona imperiale a Roma (V 1433).
La rivolta Hussita è indebolita politicamente dai Compacta (patti)
proposti dal concilio di Basilea, che solo gli Hussiti più estremisti
(Taboriti) rigettano fino alla loro sconfitta a Lipan (1434) ad opera dei
Tedeschi e dei nobili Boemi.
La dieta di Iglau segna la fine delle Guerre Hussite ed il riconoscimento di
Sigismondo a re di Boemia, in cambio di libertà religiosa agli Hussiti
(tuttora esistenti) e del conferimento di numerose cariche ai nobili
Cechi. La Boemia ne esce impoverita, maggiormente feudalizzata e con una
classe contadina ridotta in servitù.
Sigismondo, che ha adottato come simbolo l'Aquila Bicipite, muore senza
lasciare figli maschi, mentre la figlia Elisabetta sposa Alberto V
d'Asburgo.
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