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CORRADO II "Il Salico" (1024-1039).
Discendente di Corrado di Franconia e di Ottone I (sui trisnonni), è eletto
re da tutti i principi dell'Impero.
Si appoggia ai piccoli vassalli per limitare il potere dei duchi e della chiesa.
Combatte il figliastro Ernesto di Babenberg nel 1025, 1027, 1030 ed ancora
dopo la morte Rodolfo III re di Borgogna (1033), per il possesso di questo regno
che riesce ad annettere (1034). In questa lotta è
aiutato da Umberto "Biancamano", antenato dei conti di Savoia, da Ariberto arcivescovo di
Milano e da Bonifacio marchese di Toscana.
Scende in Italia, è incoronato re d'Italia a Milano (1026) e Imperatore a
Roma (1027), presente anche Canuto "Il Grande" re di Danimarca, Norvegia
ed Inghilterra, al quale ha ceduto lo Shleswig.
Per garantirsi i passi alpini eleva i vescovi di Trento e Bressanone a
principi dell'Impero, crea inoltre la Marca superiore della Mur (poi Marca
Stririana), staccandola dalla Carinzia.
Tornato in Germania respinge Boreslao, che ha assunto il titolo di re di Polonia (1025),
obbligandolo a riconoscersi vassallo (1031).
Scende in Italia la seconda volta (1036-8) contro Ariberto arcivescovo di
Milano ma non riesce a prendere la città (V 1037), quindi, per indebolire
la potenza dei vescovi, concede ai valvassori l'ereditarietà dei feudi.
In questa lotta è per la prima volta documentato l'uso del Carroccio Comunale.
ENRICO III "Il Nero" (1039-1056).
Figlio del precedente, deve il soprannome al colore della barba.
Effettua due spedizioni contro Boreslav re di Polonia (1040 e 1041)
obbligandolo a rendere Cracovia, Posen e Gnesen da lui occupate e a
riconoscersi vassallo dell'impero.
Aiuta Pietro "Il Veneziano" a farsi riconoscere re d'Ungheria dopo la
morte dello zio di questi Stefano Arpad. Con tre spedizioni (dal 1041 al
1044) giunge alla capitale Stuhlweissenburg, sconfigge sulla Raab (1044)
l'altro pretendente Samuel Aba, che è poi catturato e giustiziato.
I confini della Marca Orientale sono estesi alla Leitha ed alla Morava.
Pietro si riconosce vassallo dell'Impero (1045) che raggiunge così la sua
massima espansione verso est, ma già l'anno seguente Pietro è deposto dai
sudditi ribelli che disconoscono il vassallaggio.
Enrico III introduce in Germania la Tregua Dei, favorisce il
diffondesi dei monasteri Cluniacensi, nomina nuovi duchi in Baviera,
Svevia e Carinzia, staccando da quest'ultima la marca della Carniola.
Appoggiato dai Cluniacensi scende in Italia (1046), fa deporre dal sinodo di
Sutri i tre papi che si disputano il soglio e vi eleva Sugitero vescovo di
Babenberg, con nome Clemente II, che lo incorona imperatore.
Designa in seguito anche i tre papi successivi : Damaso II e Leone IX, per
il quale toglie Benevento ai duchi Longobardi (1053).
Muore appena trentanovenne.
ENRICO IV (1056-1106).
Figlio del precedente, eredita il trono a 6 anni.
La debole madre e reggente Agnese di Poitiers (1056-65) assegna al genero
Rodolfo di Rheinfelden il ducato di Svevia, al sassone Ottone di Nordheim
il ducato di Baviera ed a Bertoldo di Zähringen il ducato di Carinzia.
La tutela è poi contesa da Ottone di Nordhein, Annone arcivescovo di Colonia
e Adalberto arcivescovo di Brema, che costringono Agnese a ritirarsi in convento.
A quindici anni Enrico IV è dichiarato da Adalberto fuori dalla tutela, e
la dieta di Tribur (1066) subito estromette l'arcivescovo dal governo.
Insorgono gli Slavi pagani guidati da Cruto, uccidono Godescalco principe
degli Slavi Obodriti e Vendi cristiani (1066), incendiano le chiese e giungono
presso Amburgo prima di venir respinti.
Diffidando di Ottone di Nordheim duca di Baviera, Enrico lo depone ma
il duca insorge (1973) appoggiato da tutti i suoi sudditi. Dopo i primi
successi contro i castelli del re, Ottone è sconfitto a Homburg (1075) e
si sottomette.
La riforma della Chiesa in atto, promossa dai Cluniacensi, porta al soglio
il monaco senese Ildebrando (Gregorio VII) che proibisce le investiture
laiche (1075). Enrico convoca il concilio di Worms (I 1076) e depone il
papa che risponde scomunicandolo (II 1076).
Ha così inizio la Lotta per le Investiture (1076-1122).
Minacciato di deposizione da parte dei principi nella seconda dieta di Tribur
(1076), Enrico IV scende in Italia e si umilia a Canossa, ottenendo dal
papa la revoca della scomunica (22 I 1077).
I duchi di Sassonia, Baviera e Carinzia lo depongono comunque (dieta di
Forchheim, 1077) ed eleggono al suo posto Rodolfo di Rheinfelden duca di
Svevia, appoggiato anche da Gregorio VII che scomunica nuovamente Enrico IV
(1080).
La lotta è decisa presso Holen-Mölsen, nella pianura di Lipsia (15 X 1080),
dove l'anti-re Rodolfo ottiene la vittoria a prezzo della vita.
L'Imperatore assegna la Svevia al genero Federico di Staufen, che continua
la guerra in Germania contro il nuovo anti-re Ermanno di Lussemburgo, meno
pericoloso in quanto gode di minori appoggi.
Enrivo IV scende quindi in Italia la seconda volta, è incoronato re d'Italia
a Milano e, forte dell'appoggio del partito imperiale lombardo assedia più
volte Roma (1080-81, 1083) ottenendone infine la resa (III 1084).
Dopo l'incoronazione imperiale ad opera dell'anti-papa Clemente III deve
subito abbandonare la città per l'intervento dei Normanni guidati da
Roberto "Il Guiscardo" duca di Puglia e Calabria, che saccheggiano la città
ed offrono ospitalità a Gregorio VII, malvisto ora dalla popolazione (muore
in esilio nel maggio del 1085).
Il nuovo ed abile papa Urbano II tesse contro Enrico una vasta alleanza che comprende:
La principessa russa Adelaide, moglie dell'Imperatore.
Il figlio ed erede Corrado, che si ribella e toglie al padre il
controllo del regno d'Italia dal 1093 al 1101, anno della sua morte a Firenze.
I comuni dell'Italia settentrionale (Milano, Cremona, Lodi e
Piacenza).
Matilde di Canossa (possiede la marca Toscana ed altri feudi in
Italia centrale).
Il normanno Ruggero d'Altavilla duca di Sicilia, che riporta
Urbano II a Roma (1093).
Enrico IV scende in Italia la terza volta, sconfigge l'esercito di Matilde
di Canossa presso Mantova, assedia e prende questa città (1090-V 1091) ed
occupa nuovamente Roma.
Urbano II rientra ancora una volta a Roma, stavolta grazie all'esercito crociato di Ugo I
"Il Grande" conte di Vermandois, Roberto II conte di Fiandra, Roberto II "Couteheuse"
duca di Normandia ed Eustachio di Boulogne, diretti in Terrasanta (1097).
Anche il secondo genito Enrico, appoggiato da Pasquale II, si ribella
all'anziano padre (1104), appoggiato oramai solo dai Renani e dalle città
imperiali. Enrico finge di cercare l'accordo, attira il padre a Costanza
e lo arresta, obbligandolo ad abdicare (21 XII 1105).
Enrico IV, confinato nel castello di Böckelheim, riesce a fuggire e a
raggiungere l'amico Otberto vescovo di Liegi, ma non trova altri appoggi
per continuare la lotta. Muore a Liegi (7 VII 1106) ed è sepolto in terra sconsacrata,
perchè ancora scomunicato.
Solo cinque anni dopo è degnamente sepolto nel duomo di Spira.
ENRICO V (1106-1125).
Figlio del precedente. Sebbene ribelle al padre, una volta che ha ottenuto il trono segue la
politica paterna.
I vescovati di Magdeburg e l'arcivescovato di Brema proclamano per la prima volta la guerra
santa contro gli Slavi (1108).
Enrico V scende in Italia (1110) con un grosso esercito (30.000 cavalieri secondo le
cronache) espunga Novara (1110) e raggiunge con Pasquale II l'accordo di Sutri (1111)
che però all'atto della pubblicazione nella basilica di San Pietro a Roma non viene
accettato dai principi ecclesiastici, perchè prevede tra l'altro la restituzione dei
beni alla chiesa.
Pasquale II viene arrestato e deve cedere, incorona imperatore Enrico V (13 IV 1111) e toglie
al padre la scomunica (1112), ma riaccende la lotta appena Enrico torna in
Germania, dove deve combattere i ribelli Lotario II duca di Suppliburgo, l'arcivescovo di
Colonia, ed i principi di Turingia, Westfalia e Lorena (1113-5).
Enrico scende in Italia la seconda volta, occupa Roma (1117) e con il nuovo papa Callisto II
giunge alla definitiva composizione del conflitto firmando il concordato di Worms (23 IX 1122),
che separa l'investitura temporale da quella ecclesiastica. Il papato ne esce liberato
dalla tutela imperiale.
Nella lotta l'impero ha perduto la sua influenza in Italia (benché abbia
incamerato i territori di Matilde di Canossa), Borgogna, Polonia ed Ungheria.
Enrico V muore senza eredi ed è l'ultimo re della dinastia Salica.
LOTARIO III di SUPPLINBURG (1125-1137).
Nominato duca di Sassonia da Enrico V (1106) al quale poi si ribella.
Sebbene sia discendente di Ottone I, con lui il principio dell'elezione
prevale su quello ereditario (fatto dovuto all'influenza della chiesa).
E' eletto dai principi dell'Impero grazie all'appoggio di Enrico "Il
Superbo" duca di Baviera, la cui potente famiglia dei Welfen (Guelfi)
possiede beni anche in Svevia e Sassonia.
Lotario III con i Schauenburg conti di Holstein e gli Ascani della marca del
Nord continua l'espansione tedesca ad est contro gli Slavi Vagri, Oboriti
e Danesi (1125).
Contro di lui si ribellano i nipoti di Enrico V : Federico duca di Svevia e suo fratello Corrado duca di
Franconia, che è incoronato re d'Italia a Monza ed a Milano dall'arcivescovo Anselmo (1128).
Scende in Italia, assedia vanamente Crema alleata a Milano, raggiunge Roma dove è incoronato
Imperatore (VI 1132) da Innocenzo II in cambio dell'appoggio contro l'antipapa Anacleto II.
Anche Bernardo di Chiaravalle appoggia Innocenzo II e l'Imperatore, che ottiene la destituzione
di Anacleto e di Anselmo arcivescovo di Milano e la sottomissione di Corrado di Svevia.
Assegna ad Alberto "L'Orso" la marca del Nord (1134).
Nella seconda discesa combatte Ruggero II duca di Sicilia e delle Puglia (che sostiene Anacleto II),
con l'aiuto di Innocenzo III, Bisanzio, Venezia e Pisa, ma il duca di
Sicilia resiste ai numerosi avversari (1135-1137) aiutato da Amalfi (che ne
esce con la potenza marittima distrutta).
Muore durante il ritorno in Germania (X 1137) senza lasciare figli maschi,
ultimo della dinastia dei Billung (iniziata nel 1106).
Sua figlia Gertude porta il ducato di Sassonia al marito Enrico "Il Suberbo"
che poi ottiene anche il marchesato di Toscana.
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