L'Esercito Gasnavide.
I primi principi di Gasna appartengono all'esercito, seguono una politica aggressiva
e sviluppano il loro stato su basi militari, ad esempio il
reclutamento, i rifornimenti ed i compiti amministrativi dell'esercito
sono svolti da appositi ministeri (diwan).
Il grosso delle truppe è composto da schiavi (ghilmar, mamalik
) di proprietà dello stato, acquistati da giovani e addestrati all'uso
delle armi. Privi di legami alla famiglia o ad un luogo, l'unico
riferimento diviene il loro comandante.
Il sistema è stato adottato dagli Abbasidi, riprendendo l'uso sasanide,
ed è diffuso negli eserciti islamici.
Gli schiavi dell'esercito gasnavide sono in maggioranza turchi, indiani
e kurassanidi, mentre gli ufficiali sono quasi tutti turchi, considerati
resistenti e leali anche se inadatti alla fine diplomazia islamica.
Per bilanciare la presenza turca i gasnavidi utilizzano schiavi rajput,
che si dimostrano altrettanto valorosi e più fedeli.
Oltre agli schiavi i gasnavidi impiegano mercenari, assoldati anche
dai governatori locali, e contingenti forniti dai vassalli.
Le diverse razze formano contingenti separatati, sia nei combattimenti
che negli accampamenti, per sfruttare le differenti caratteristiche e
lo spirito di emulazione.
I montanari afgani forniscono una buona fanteria irregolare, i kurdi e
i georgiani sono impiegati come mercenari in tutto il mondo islamico
e sono ritenuti valorosi, le tribù di nomadi arabi presenti in Persia
formano un'ottima cavalleria leggera, compresi i temerari Divsauvaran
(Sfida-diavolo), infine dal Ghilan e dal Dailam proviene una buona fanteria
armata di giavellotti dentati (zuhupin) ed enormi scudi.
A fianco di questi corpi specializzati combattono le leve della regione
ove è in corso la campagna militare e gruppi di valorosi avventurieri
(ghazis) per lo più turchi, attratti dalle fruttuose scorrerie
gasnavidi in India.
La fanteria è usata adeguatamente nelle battaglie e negli assedi ma
la cavalleria è più importante, più numerosa e meglio pagata.
I gasnavidi, come già i sasanidi e gli arabi, ne sfruttano la mobilità
per scorrerie e schermaglie e la capacità d'urto in battaglia.
La tattica usale è di dividere la cavalleria in corpi e lanciare
attacchi successivi a rotazione, permettendo così agli squadroni di
riformarsi dopo una carica senza che gli avversari abbiano il tempo di
riposarsi.
Si ha notizia di cavalieri con due cavalli ciascuno, uno di ricambio, per
trasportare viveri o bottino, ma anche i cammelli sono utilizzati per il
trasporto, e l'emiro dispone di un corpo chiamato Piyadagan-i dargahi
che combatte appiedato e impiega i cammelli per le marce.
Sia i cavalli che i cammelli sono marchiati con il simbolo dell'emiro.
A Gasna è acquartierata la guardia, portata da Mas'ud da 4.000 a 6.000
uomini. Solitamente in battaglia forma un unico corpo, schierato al centro
e impiegato come riserva, ma a volte prende parte a specifiche spedizioni
con piccoli distaccamenti.
L'armamento della guardia consiste in una corta lancia, una mazza ed un
arco, armi che nelle cerimonie sono riccamente ornate, e sul suo stendardo
è raffigurato il tradizionale leone persiano.
Le armi impiegate tra i gasnavidi sono comuni in Persia all'epoca.
E' diffuso l'arco, arma tipica della fanteria e usato anche dalla
cavalleria, sono impiegate la lancia (tirad o mitrad),
l'ascia, la mazza (guruz o amud), arma degli eroi, il
martello (chumaq), la spada corta e la lunga spada curva
(qalachur), arma tradizionale della cavalleria iranica e turca.
I cavalieri sono protetti dalla maglia di ferro ed è generalmente usato
lo scudo di cuoio o di metallo, mentre i cavalli non sono corazzati e
vengono forse protetti con gualdrappe imbottite.
In guerra trovano impiego il lazo, usato comunemente dai pastori, e
le bombe incendiarie a nafta già impiegate dagli abbasidi.
Tra gli eserciti islamici quello gasnavide è il primo a fare largo uso
di elefanti che si procura nella vicina India con scorrerie e tributi.
In battaglia è ripresa la tattica sasanide di utilizzarli come mezzo di
sfondamento dopo averli fatti infuriare, ad esempio con strumenti
musicali. La loro carica è efficace per disperdere le formazioni di
cavalleria tribale turca ma è facilmente elusa da truppe disciplinate.
Questi animali sono utilizzati anche per la caccia, nelle cerimonie
(riccamente addobbati), per il trasporto di materiali e macchine
d'assedio, per aprire piste nella fitta vegetazione, come punto
d'osservazione in battaglia e per eseguire teatrali condanne a morte.
Il loro possesso è riservato all'emiro e solo ad alcuni governatori
viene concesso il privilegio di usarli.
L'emiro nelle sue campagne militari è seguito dai principali ministri
con i loro impiegati, dalla tesoreria, dal guardaroba, dal proprio harem
e da alcuni astrologi divinatori.
Nel complesso l'esercito è un buon strumento in battaglia, specialmente
contro i numerosi e poco addestrati eserciti indiani, sufficientemente
mobile ma si dimostra inadatto a contrastare la guerriglia turca.
Introduzione
Dalaimiti e Samanidi
Governatori Turchi a Gasna
Gihad in India
Espansione in Persia
L'avvento dei Selgiuchidi
A Gasna
L'esercito Gasnavide