A Gasna.
Sulle monete bilingue, in arabico e devanagari, Mahmud si fregia del titolo ufficiale di Emiro,
ma dai sudditi, primo tra i mussulmani, è chiamato Sultano, cioè detentore del
potere temporale, o anche Schah (re in persiano).
L'amministrazione gasnavide è gestita da iranici mentre ai turchi è lasciato il
compito di governare le province e guidare l'esercito, ma l'emiro ha a
disposizione anche numerose spie, che stipendia direttamente per
sorvegliare feudatari, generali e familiari, travestite da mercanti,
soldati, schiavi o introdotte negli harem.
La corte è nota anche in paesi lontani e tra le ambasciate troviamo quella
dei Kitan, mongoli sinizzati che governano la Manciuria.
Tra le numerose persone colte cha trovano ospitalità presso Mahmud ci sono
lo storico ab-Utbi, il letterato al-Biruni ed il poeta Firdawsi (Firdusi).
Il vasto sapere di Abu ar-Rayan Muhammad ibn Ahmad al-Biruni
(cioè "Lo Straniero") abbraccia la matematica, la geometria,
l'astronomia, l'astrologia, lo studio dei calendari e della rotazione
della terra. Al seguito di Mahmud nelle campagne in India, dal 1018 in
poi, ha raccolto le sue osservazioni nell'importante "Kitab al Jind"
, dove descrive la cultura e il sapere dei popoli incontrati,
mentre quella iranica è raccolta nel suo "Athar al-baquieh"
(Vestigia delle Nazioni).
Abul Kasim Mansur Firdawsi (cioè "Il Paradisiaco") deve invece la
sua fama ai versi del poderoso "Shah Nameh" ("Il Libro dei Re"),
frutto di lunghe ricerche delle antiche leggende persiane. Nell'opera,
vasta 9 volte l'Odissea, glorifica l'antica aristocrazia iraniana
nell'epica lotta tra il bene ed il male, manifesta il proprio disprezzo per
ebrei, cristiani e arabi mentre evita di esprimersi sull'Islamismo e
sull'antica religione iraniana di Zoroastro, ma sopratutto dimostra di
provare un grande amore verso la Persia. Mahmud, al quale il poema è
dedicato, non ricompensa adeguatamente il poeta e questi, deluso e
indispettito, lascia la corte nel 1012.
Numerose altre opere che rendevano illustre Gasna sono andate perdute a
causa della posizione isolata della città.
Ben poco è rimasto della stessa capitale gasnavide, ai cui scavi hanno
lavorato alcuni archeologi francesi e italiani.
La città era un tempo ricca, munita di mura con quattro porte e circondata
di serragli che ne sottolineavano la sua importanza commerciale sulla via
per l'India.
Oltre all'incendio dei vassalli ribelli di Ghor a cui si è accennato (1148)
la città è stata presa dagli Oguz (1152) e ha poi subito i saccheggi e le
distruzioni di Gengis Khan (1222) e del Tamerlano (1383), mentre oggi la
zona è povera e sperduta.
A Gasna rimangono dei minareti monumentali e scarsi resti della grande
moschea Arusu 'l-Falak (Sposa del Cielo) fatta erigere da Mahmud
dopo la presa di Kanauj (1018). Ci sono poi le rovine affrescate del
palazzo reale di Laskar-i Bazar, quelle dei castelli nella città reale di
Bust e quelle di una diga, testimone di antiche grandi opere di
irrigazione.
La caratteristica principale dell'arte gasnavide è l'impiego dei caratteri
cufici a scopo decorativo (l'Islam vieta le immagini), idea importata
dall'India e trasmessa poi ai Selgiuchidi.
La tomba di Mahmud, decorata con marmo e alabastro, è posta tra le statue
di animali del Bag-i Firura (Giardino di Smeraldo), nel villaggio
di Rauzah. Il portale in legno intarsiato (ora rimosso) e le decorazioni
che denotano influssi indiani e islamici sono l'eco silenzioso delle sue
gesta.
Introduzione
Dalaimiti e Samanidi
Governatori Turchi a Gasna
Gihad in India
Espansione in Persia
L'avvento dei Selgiuchidi
A Gasna
L'esercito Gasnavide