Governatori Turchi a Gasna.
Tra gli schiavi turchi che fanno carriera nell'esercito samanide c'è Alp Tegin
(Tegin in turco vuol dire principe) che diviene capo delle guardie e governatore della
ricca provincia del Khosoran. Caduto in disgrazia, si trasferisce nello Zebulistan, ai confini
orientali, e si installa a Gasna (961).
Dopo la sua morte (963), seguita tre anni dopo a quella del figlio, il governo della città
è conteso tra gli schiavi-ufficiali turchi: Bilge Tegin muore nel 975, Piri è
deposto (977) e la guardia nomina governatore Sebuk Tegin, probabilmente quarluq, ex-schiavo di
Alp Tegin divenuto suo genero e comandante della guardia.
Sebuk Tegin, come vassallo dell'emiro samanide Nun II ibn Nasr, espande i propri dominii e scaglia
la prima campagna contro i Shai, turchi induizzati che occupano il Punjab e parte
dell'Afganistan (986). Il primo grande successo, ai danni di Jaipal, è la presa di Kabul
(988), importante per le sue miniere d'argento, seguita dalla presa di Qusdar e dell'intera
regione (991).
L'espansione verso l'India è fermata dai problemi dell'emiro Nun II con i vicini turchi
Quarluq, uniti sotto la dinastia Qarakhanide.
Nel 992
Il bugra-han Harum (khan della tribù bugra, tribù del cammello),
appoggiato dai proprietari terrieri samanidi, prende Samarcanda e Bukhara (992) ma deve
abbandonare queste conquiste perchè si ammala. Nun II torna nella propria capitale con
l'aiuto del suo vassallo di Gasna (19 agosto) ma la ribellione di alcuni generali lo costringe a
chiedere nuovamente l'intervento di Sebuk Tegin in Transoxiana (993) ed in Khosoran (995).
Sebuk Tegin si dimostra un abile organizzatore militare, in quanto nel suo esercito sono compresi
numerosi elefanti, ed un abile politico, infatti senza sopprimere l'emirato Samanide si accorda
direttamente con il bugra-han Harum, riconoscendo l'Oxus come confine delle rispettive
aree di influenza (996). L'anno seguente muoiono sia Nuh II che Sebuk Tegin.
Sebuk è il fondatore della grandezza di Gasna, ne ha delineato le direttrici di
espansione, verso l'India e verso la Persia, ha ottenuto il titolo di Emiro di Gasna dai
Samanidi, ed è l'artefice di un'importante riforma per la centralizzazione dell'esercito,
pagato direttamente dai suoi ministri, limitando l'iqta alla riscossione delle tasse che
sono versate direttamente alla cassa dell'Emiro.
Abul-Quasim Mahmud nasce nel 971 ed è testimone dell'ascesa del padre Sebuk,
partecipandovi direttamente nel 994 quando è nominato da questi governatore
(iaqub) del khosoran, tolto ai generali ribelli.
Ricopre ancora questa carica alla morte del padre (997), mentre i suoi due fratelli Ismail e
Nasr governano rispettivamente Gasna e Bust. In pratica sono tre vassalli samanidi ma Mahmud,
superiore militarmente e come prestigio, sconfigge il fratello Ismail ed ottiene dall'emiro
samanide Abul Harith l'opportuno riconoscimento delle conquiste (Gasna, Balkh, Bust, Herat e
Tirmidh).
Dopo questo successo Mahmud non rinuncia al governo del prospero Khosoran e forse per questo si
urta con l'emiro Abd el-Malik ibn Nuh e lo sconfigge nel 999. E' il colpo finale all'emirato
samanide, che subisce anche la perdita di Samarcanda e Bukhara prontamente occupate dai
qarakhanidi del bugra-han Harum.
L'ultimo dei samanidi Ismail al-Muntasir (figlio di Adb el-Malik) è ucciso da alcuni
nomadi arabi delle steppe di Qaraqum, dove si era rifugiato dopo aver perso tutti i dominii
(1004).
Mashud compra l'investitura delle provincie occupate direttamente dal califfo di Baghdad
al-Qadir, con il titolo Amin ul-Mullat (Difensore della Fede) e Yamin ud-Daula
(Mano destra dello Stato), ma di fatto è un sovrano indipendente.
Introduzione
Dalaimiti e Samanidi
Governatori Turchi a Gasna
Gihad in India
Espansione in Persia
L'avvento dei Selgiuchidi
A Gasna
L'esercito Gasnavide