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La Quinta Coalizione.
L’Inghilterra, impegnata contro i francesi in Spagna, ottiene l’alleanza di Ferdinando
I di Borbone re nominale di Napoli (30 III 1808) seguita da quella più
importante con l’Austria (9 IV 1809).
L’esercito austriaco è stato riorganizzato da Karl Ludwig Johann arciduca
d’Austria (già a Jemappes, Fleurs, Stockach, Hohenlinden e Caldiero), che ha
accresciuto l’artiglieria campale, creato 150 battaglioni di Landwehr (compresi
2 battaglioni a Trieste, 1808), adottato
le grandi unità di tipo francese, curato l’addestramento tattico e l’istruzione
degli ufficiali, istituito scuole d’equitazione, accresciuto le biblioteche e gli
archivi militari.
L’Austria dispone di 280.000 fanti, 36.000 cavalieri e 14.000 uomini tra artiglieri e
genieri, più 20.000 fanti e 15.000 cavalieri ungheresi (altre fonti indicano
500.000 combattenti in tutto):
3 corpi (Karl d’Asburgo arciduca d’Austria, arciduca Ludwing,
feldmaresciallo Johann Hiller) ed il II° corpo di riserva (Johann principe di
Liechinstein), per un totale di 90.000 uomini, sull’Inn.
Il IV° Corpo (feldmaresciallo Rosemberg) ed il I° Corpo di Riserva
(Kienmayer), per un totale di 40.000 uomini, lungo il Traun.
l’Armata di Boemia (feldmaresciallo Heinrich conte di Bellegarde,
50.000 uomini) in Boemia ai confini con la Sassonia.
La divisione del generale Franz Freiherr von Jellachich (10.000
uomini) ai confini con il Tirolo.
Il corpo di Johan arciduca d’Austria (95.000 uomini), in Stiria e
Carinzia, ai confini con l’Italia, con 7.000 ai confini con la Dalmazia. In questo corpo
servono 2 battaglioni di volontati triestini.
Il corpo di Ferdinand arciduca d’Austria (32.000 uomini) in
Galizia, ai confini con il granducato di Varsavia.
140-192.000 uomini nella riserva (Landwehrtruppen ed
Ersaktruppen).
40.000 "insurrezionali" (disponibili solo in caso di difesa) in
Ungheria.
I Francesi.
Con la chiamata della classe 1789 (I 1809) sono formati i quinti battaglioni dei
reggimenti e le truppe dei depositi sono raccolte in nuovi battaglioni. Le compagnie
sono raccolte in battaglioni di marcia. Gli ufficiali sono racimolati qua e
là.
Le unità così create mancano di coesione e di spirito di corpo e solo le
divisioni appartenute alla Grande Armeé (sciolta in ottobre del 1808)
non sono coinvolte in questo processo, rimanendo temprate e solide.
Napoleone prepara un magazzino di viveri a Ratisbona (II) e forma l’Armeé
d’Allemagne (175.000 fanti e 40.000 cavalieri) affidata al maggior generale
Alexandre Berthier principe di Neuchâtel, inviato a Strasburgo (III 1809):
II° C.A. (Lannes duca di Montebello): 3 divisioni (Tharreau,
Claparèdè, Grandjean), la divisione Saint-Hilaire, 1 divisione
corazzieri (Espangne) ed 1 brigata di cavalleggeri. In tutto 40.000 fanti, 6.000
cavalieri e circa 4.000 artiglieri, ma le divisioni Saint-Hilaire e Espagne sono tra
Ratisbona e Würzburg, mentre le 2 divisioni dell’ex corpo di Riserva (Oudinot,
18.000 uomini) sono ad Augusta.
III° C.A., ex Armata del Reno (Davout duca di Auerstädt): 4
divisioni di fanteria francesi (15 reggimenti), 1 divisione tedesca, 1 divisione
corazzieri (Saint-Sulpice) ed una divisione di cavalleggeri, per un totale di
50-60.000 uomini e 68 pezzi d’artiglieria, disposti presso Ratisbona.
IV° C.A., ex Corpo d’Osservazione (Massena duca di Rivoli): 2
divisioni di fanteria francesi e 2 franco-tedesche (Legrand, Carra Saint-Cyr, Boudet,
Molitor), 4 brigate di cavalleggeri e due reggimenti di cavalleria tedeschi, per un
totale di 30.000 fanti francesi, 10.000 fanti alleati, 10.000 tra cavalieri ed
artiglieri e 68 pezzi d’artiglieria, disposti presso Ulma.
VII° C.A. o Corpo Bavarese (Lefebvre duca di Danzica): 3 divisioni
di fanteria bavaresi (Ludwing Karl Auguste principe reale di Baviera, Deroy e
Wrède) e 3 brigate di cavalleria bavaresi, per un totale di 30.000 fanti,
4.000 cavalieri e 60 pezzi d’artiglieria, schierati lungo l’Inn.
VIII° C.A. (Augereau): divisione Dupas (10.000 fanti e 12 pezzi
d’artiglieria), 1 divisione di fanteria ed 1 di cavalleria Württemberghesi
(Vandamme, 20.000 uomini e 30 pezzi d’artiglieria). Sono truppe di Federico re del
Württemberg e si trovano tra Heidenheim, Würzburg e Magonza.
IX° C.A. (Bernadotte principe di Pontecorvo): 1 divisione sassone
a Dresda, altre 2 in arrivo dal Baltico e 2 divisioni polacche (Giuseppe Poniatowski
detto "Baiardo Polacco", 30.000 uomini) tra Varsavia e Breslavia. Sono truppe di
Federico Augusto re di Sassonia e granduca di Varsavia.
X° C.A. (Jèrôme Bonaparte re di Westfalia): 1
divisione Wesfaliana, 1 divisione Olandese (8.000 uomini), 1 divisione Renana (formata
dalle guarnigioni tedesche di Magdeburgo, Stettin, Köstrin ed Ambrugo).
Riserva di Cavalleria (maresciallo Jean Baptiste Bessiéres duca d'Istria): 2 divisioni di
cavalleggeri, 1 divisione di corazzieri, 1 divisione di carabinieri, 6 reggimenti di
dragoni (reparti dislocati presso i C.A.).
Guardia Imperiale (Bertiher): 1 reggimento di grenadiers ed 1 di
chasseurs (Vecchia Guardia), 2 di fusiliers e 2 di fiancheggiatori (Media Guardia),
2 nuovi reggimenti di fanteria leggera: tirailleurs e voltigeurs (1809, poi
chiamati Giovane Guardia); 4 reggimenti di cavalleria, 60 pezzi d’artiglieria, 1 compagnia di
pionieri ed una di pontieri (22.000 uomini).
Parco del Genio: 1 battaglione di operai (800 uomini) ed altri
1.200 uomini. Ogni C.A. dispone inoltre di una compagnia di pontieri e due di
zappatori.
L’anticipo dell’apertura delle ostilità, che Napoleone prevedeva per il 15 IV,
impedisce a molte divisioni di raggiungere i propri comandanti di C.A. ed il II° C.A.
non viene costituito.
Sul fronte meridionale Eugène de Beauharnais vicerè d’Italia dispone
delle seguenti truppe:
In Friuli le divisioni Seras, Broussier, Grenier, Lamarque,
Basbou (20 III), più la divisione Moiollis in arrivo, per un totale di 60.000
uomini.
In Veneto e Lombardia 2 divisioni di fanteria italiane (20.000
uomini), 10.000 cavalieri, 708 pezzi d’artiglieria, più 5 reggimenti di
fanteria di riserva in formazione.
Nelle Provincie Illiriche l’Armèe de Dalmatie
(Marmont duca di Ragusa, 12.000 uomini).
Sono rafforzate la piazzeforti di Palmanova, Osoppo, Venezia,
Legnano, Peschiera e Mantova. È fatto installare un telegrafo da Milano a Parigi
(A Trieste alcuni ufficiali francesi ed italiani sono insultati dai cittadini).
Sui confini austriaci (Germania, Polonia, Italia e Dalmazia) si trovano quindi 300.000
francesi e 100.000 alleati.
Louis Bonaparte re d’Olanda con 20.000 olandesi presidia le coste Olandesi contro il
pericolo di sbarchi da parte inglese.
Per rimpiazzare le perdite sono previsti 30.000 uomini della coscrizione dal 1810.
L’Avanzata Austriaca.
Le notizie di movimenti austriaci al confine bavarese (3 IV) sono confermate dopo pochi
giorni (10 IV). Gli austriaci dalla Boemia risalgono lungo il Danubio e l’alto Raab,
dall’Inn all’Isar, e varcano il confine bavarese (10 IV).
L’Armata di Boemia (Bellagarde, 50.000 uomini) varca la frontiera
sassone (9 IV).
I 3 corpi dell’arciduca Karl, arciduca Ludwing, Hiller ed il II°
corpo di riserva (Johann principe di Liechinstein), per un totale di 50.000 uomini,
passano l’Inn a Braunau.
Il corpo di Hohenzollern (28.000 uomini) passa l’Inn a
Muhlheim.
Il corpo di Rosemberg ed il I° corpo di riserva (Kienmayer), per
un totale di 40.000 uomini, passano l’Inn a Scharding.
La divisione Jellachich (10.000 uomini) passa la Salz verso
Wasserbourg ed avanza su Monaco.
Il generale Vecsay (5.000 uomini), all’estrema destra, muove su
Passau che i sassoni non hanno adeguatamente fortificato, trascurando gli ordini di
Napoleone.
La notizia dell’attacco austriaco arriva a Parigi con il telegrafo ottico (12 IV).
L’esercito francese è disposto su un fronte di 300 Km, disperso negli
accantonamenti, privo di direttive, tanto più che Berthier sottovaluta le
intenzioni dell’avversario. I generali francesi attuano ciascuno le misure ritenute
più opportune:
Davout raccoglie presso Ratisbona il proprio III° C.A. (composto
da truppe veterane compreso il 111° reggimento italiano con la divisione Friant)
prendendo con sé anche la vicina divisione Saint Hilaire ed una di corazzieri
della riserva di cavalleria (60.000 uomini).
Il IV° C.A. (Massena) dall’Iller avanza alla Lech per sostenere le
due divisioni di Oudinot.
Il VII° C.A. "Bavarese" (Lefebvre) ripiega a Ingolstadt.
Berthier, secondo gli ordini di Napoleone, affida il comando a destra del Danubio a
Davout ed a sinistra a Massena (11 IV), raggiunge Lefebvre a Ingolstadt (13 IV) e gli
ordina di tornare sull’Isar. Oudinot deve invece raggiungere Ratisbona, riprendere la
divisione Saint Hilaire e quella di corazzieri. A sera Berthier riceve la lettera di
Napoleone che consiglia di ripiegare su Donauwörth o Ratisbona in caso le
ostilità non siano già iniziate, quindi revoca gli ordini a Lefebvre ed
Oudinot, che devono ora ripiegare sul Lech presso Augusta.
Napoleone prima di lasciare Parigi (13 IV) ha in realtà inviato un telegramma
che ordinava di ritirarsi a Donauwörth ma la nebbia che avvolge la capitale ne
ritarda l’invio.
14 IV - Mentre gran parte delle truppe francesi sono impiegate nelle marce,
Friant trova gli austriaci presso Amberg e li attacca audacemente, accertando che non
sono troppo numerosi. I bavaresi invece si accorgono della presenza di numerose truppe
austriache presso Landschut. L’avanzata austriaca causa anche la sollevazione dei
tirolesi contro la Baviera.
16 IV - L’arciduca Karl, alla testa di 6 C.A., avanza con prudenza verso
Landshut, sull’Isar, mentre da nord, oltre il Regen, le avanguardie austriache di
Bellagarde avanzano su Ratisbona, dove si trovano il III° C.A. (Davout), la divisione
Saint Hilaire e la divisione di corazzieri. Il IV° C.A. (Massena) e le due divisioni
di Oudinot sono presso Augusta, dove si dirige anche Berthier.
Presso Pfaffenhofen il 2° e 3° reggimento di cavalleggeri bavaresi si scontra con gli
ussari di Stipsicz ed i cavalleggeri di Rosenberg. A Landschut la divisione bavarese
Deroy oppone resistenza alle superiori forze austriache ma è minacciata
d’aggiramento e ripiega in ordine a Neustadt.
La Manovra di Ratisbona.
17 IV - Napoleone giunge a Donauwörth dove non trova né Berthier
né altri ufficiali che possono illustrargli la situazione, quindi esamina i
dispacci dei giorni precedenti e comprende il pericolo nel quale si trova l’armata
francese divisa. Alle 10:00 emana i nuovi ordini per raggruppare l’armata: il III° C.A.
(Davout) con le divisioni aggregate deve ripiegare da Ratisbona a Ingolstadt lungo la
destra del Danubio ed il VII° C.A. "Bavarese" (Lefebvre) deve fiancheggiarlo coprendo
eventuali provenienze da Landshut. Berthier è rimproverato per aver fatto il
contrario di quello che doveva.
Durante il pomeriggio ed il giorno seguente Napoleone completa la disposizione dei
corpi:
Il III° C.A. (Davout) con le divisioni aggregate (60.000 uomini)
si ferma sull’Abens mentre il VII° C.A. "Bavarese" (Lefebvre, 30.000 bavaresi)
raggiunge Abensberg. Questi due corpi formano l’avanguardia.
All’ala destra il VI° C.A. (Massena) arriva ad Aichach seguito
dalle 2 divisioni di Oudinot giunte a Pfaffenhofen e fiancheggiato a sud da una
divisione di cavalleria, verso Dachau.
All’ala sinistra il Corpo "Württemberghese" (Vandamme) ed i
corazzieri di Nansouty sono a Ingolstadt, con la divisione Rouyer lasciata a
Donauwörth per proteggere le comunicazioni per Strasburgo, Ulma e Ingolstadt.
18 IV - Solo durante la notte Napoleone riceve notizie sicure dei movimenti
austriaci (80.000 uomini):
Il corpo dell’arciduca Karl è presso Landshut.
Il corpo di Hohenzollern è presso Kelhem seguito dai due
corpi di Riserva.
Il corpo di Hiller è a Moosburg e Freising.
Il generale Jellachich guida una colonna fiancheggiante verso
Monaco.
l’Armata di Boemia (Bellegarde) avanza dal Palatinato verso
Ratisbona.
Emana quindi gli ordini per l’attacco:
All’ala destra il VI° C.A. (Massena, 3 divisioni) con le 2
divisioni di Oudinot e tutta la cavalleria deve raggiungere l’alto Abens e colpire
alle spalle l’arciduca Karl. Il dispaccio è chiuso con il post scruttum di
Napoleone "Activitè, Activitè, Vitesse! Je me raccomande à
Vous" ("Attività, Attività, Velocità! Mi raccomando a
Voi!").
Davout, con le divisioni Morand, Saint Hilaire, Friant, Goudin,
Dermont e la divisione di cavalleria Montbrun, deve raggiungere Ingolstadt il 18
aprile. In effetti la divisione Friant trattiene Bellegarde davanti Ratisbona mentre
e altre divisioni di Davout sfilano alle sue spalle e passano il Danubio. La divisione
Friant poi si disimpegna ma Davout non può raggiungere in tempo la sua
destinazione.
I bavaresi sono attaccati lungo l’Abens presso Siegenburg.
19 IV - Battaglia di Thann. Davout si mette in marcia attraversando il terreno
frastagliato e boscoso tra Teugen, Peising e Thann respingendo
gli austriaci. Al suono del cannone accorre anche il VII° C.A. "Bavarese" (Lefebvre),
che ha ricostruito il ponte ad Abensberg. I due corpi si congiungono a sera presso
Abensberg.
Secondo Davout si trattava dell’arciduca Karl con 80.000 uomini.
Il VI° C.A. (Massena, 3 divisioni) con le 2 divisioni di Oudinot (qualche divisione ha
percorso più di 100 Km in 40 ore) giungono a Pfaffenhoffen e cacciano le
avanguardie austriache, poi ricevono l’ordine di Napoleone (ore 12:00) di avanzare
verso Landshut per tagliare la ritirata agli austriaci sull’Isar. A sera però
Napoleone non ha notizie sicure sull’esito dello scontro di Davout quindi ordina a
Massena di fermarsi a Moosburg e Freising, per non allontanarsi troppo, e di inviare
le 2 divisioni di Oudinot a Davaut.
Il Corpo "Württemberghese" (Vandamme) riceve l’ordine di raggiunge Lefebvre a
Siegenburg.
20 IV - Battaglia di Abensberg. Napoleone in base alle notizie del giorno
precedente ritiene che gli austriaci siano in piena rotta, ordina (6:30) al IV° C.A.
(Massena) di procedere per Landshut ed avanza ad Abensberg,
dove trova gli austriaci in forze oltre l’Abens, li attacca su ampio fronte e li
sconfigge, convinto di aver riportato una grande vittoria.
Oudinot e Massena ricevono l’ordine di affrettarsi a Landschut; Davout quello di
attaccare gli austriaci ovunque li trovi, ma resta invece a Abach segnalando la
presenza di 40.000 austriaci sul suo fronte, verso Ratisbona.
Infatti l’Armata di Boemia (Bellegarde) ha raggiunto in giornata Ratisbona ottenendo la
resa del presidio, composto dal solo 65° reggimento privo di cartucce (colonnello
Coutard ed un migliaio di uomini), e si è unito all’armata dell’arciduca
Karl.
21 IV - Prima Battaglia di Eggmühl e combattimento di Landshut. Al
mattino Napoleone, convinto di aver sconfitto l’arciduca Karl, emana gli ordini per
sfruttare il successo, chiedendosi se la ritirata avvenga su Landshut, Straubing o
Ratisbona.
Il corpo rimaneggiato di Davout (3 divisioni) deve attaccare
Bellegarde presso Ratisbona (stimato sui 3 reggimenti) e spingerlo in Boemia. A
Langquaid gli sono inviate altre 3 divisioni (Demont, Boudet e la bavarese Deroy) ed
una brigata di corazzieri (Saint Germain) tolti al VII° C.A. "Bavarese" (Lefebvre) ed
a Oudinot.
Le tre divisioni di Davout si scontrano con l’armata di Boemia guidata dall’arciduca
Karl, schierata attorno Eggmühl. Prigionieri austriaci
confermano a Lefebvre di appartenere al corpo dell’arciduca Karl e la sua manovra
verso Ratisbona, informazioni subito trasmesse a Napoleone.
Napoleone, con il resto delle truppe, procede l’inseguimento verso
Landshut e Vienna per imporre la pace.
La sua avanzata subisce un ritardo causato dall’allarme provocato da alcuni reggimenti
del Baden e del Württember incontrati per strada e scambiati per nemici.
Il susseguirsi delle notizie inviate da Davout fanno capire a Napoleone di essersi
sbagliato, gli invia un’altra divisione e prosegue comunque verso l’Isar, spazza le
retrovie austriache e prende Landshut.
Le comunicazione dell’armata francese sono spostate da Strasburgo-Ulma-Abensberg
(lungo il Danubio) a Ulma-Augusta-Landshut. Le poche truppe catturate tuttavia
inducono Napoleone a cambiare idea, interrompere l’avanzata verso Vienna per attaccare
in forze l’arciduca Karl, emana quindi nuovi ordini (ore 19:00):
Una divisione di cavalleria è inviata a battere il terreno
a nord, tra l’Isar ed il Danubio, per accertarsi che sia priva di austriaci (infatti
sono tutti di fronte a Davout).
Jean Baptiste Bassières duca d'Istria, con 2 divisioni di fanteria (Molitor e
Wrède) ed una di cavalleria, mantiene l’occupazione di Landshut e continua
l’inseguimento di Hiller, catturando altri 1.500 prigionieri presso Neumarkt.
Napoleone con il IV° C.A. (Massena, 3 divisioni) muove a nord verso
Eggmühl dove deve dirigersi anche Lannes, con i Württemberghesi, i corazzieri
di Saint Sulpice le divisioni Gudin e Morand (in tutto 40.000 uomini).
Davout (7 divisioni) può attaccare, resistere o ritirarsi
purché permetta la riunione delle forze lungo la direttrice Rohr, Rottenburg,
Landshut.
Rouyer, da Donauwörth, sorveglia la linea del Danubio e se
è attaccato deve ritirarsi su Augusta.
22 IV - Seconda battaglia di Eggmühl. L’arciduca Karl raccoglie le sue
truppe, le fa riposare ed a mezzogiorno attacca nuovamente le posizioni dei francesi
attorno Eggmühl ma la decisa controffensiva francese
lo costringe a ripiegare verso Ratisbona. La stanchezza impedisce ai francesi di
inseguire a fondo gli avversari.
23 IV - Ratisbona, difesa da 6 reggimenti austriaci, resiste tutto il giorno agli
attacchi francesi coprendo il grosso (90.000 uomini) che varca il Danubio. Napoleone
presso la città è ferito lievemente al piede destro e commenta dicendo
"Ce ne peut etre qu’un Tyrolen" (Non può essere che un Tirolese). La
città (alleata) è presa e saccheggiata con l’accusa di aver collaborato
con il nemico. Il colonnello Coutard del 65° reggimento è liberato.
Il IV° C.A. (Massena) è inviato a valle fino a Straubing per colpire gli
austriaci alle spalle ma il ponte di barche è trovato distrutto.
24 IV - Napoleone da Ratisbona emette un proclama che annuncia la cattura,
dall’inizio della campagna, di 50.000 prigionieri, 100 artiglierie, 40 bandiere, 3
equipaggi da ponte, 600 cassoni, 3.000 carri e numerose casse dei reggimenti. Davout,
già duca d’Auerstädt, è poi nominato principe di Eggmühl.
Per proseguire la campagna, Napoleone chiede dalla Francia nuovi reparti di cavalleria,
soprattutto corazzieri.
Quarta Campagna d'Italia - L'Avanzata Austriaca.
Johannes arciduca d’Austria attacca improvvisamente presso Pordenone la divisione
Broussier in marcia verso Udine, trovando i francesi ancora impreparati. Eugène
Beauharnais viceré d’Italia non ha ancora raccolto tutte le sue unità e
ripiega dietro il Tagliamento. La retroguardia del generale Sahuc (2 battaglioni del
35° ed un reggimento di cavalleggeri) è accerchiata a Pordenone dal generale
Nugent e dopo dura resistenza è costretta ad arrendersi.
Eugène Beauharnais con 35.000 uomini attacca da Sacile (16 IV) i 45.000 austriaci
ma dopo una battaglia maldiretta ed indecisa teme di essere aggirato ed ordina la
ritirata, coperto dalla divisione Broussier che resiste eroicamente agli attacchi
austriaci. I francesi si ritirano disordinatamente dietro il Piave, inseguiti
fiaccamente dagli austriaci, poi ancora dietro l’Adige dove sono raggiunti dalla
divisione di fanteria Lamarque, da quella di cavalleria di Grouchy e da Macdonald.
L’arciduca Johannes, indebolito dai distaccamenti che bloccano Palmanova, Venezia e da
quelli inviati in Dalmazia a fronteggiare Marmont, avanza a Caldiero, ma è
raggiunto dalla notizia della sconfitta di Eggmühl e ripiega dietro il Piave.
Gli Altri Fronti.
Sul Mare, il viceammiraglio francese Allemand con due divisioni
navali destinate alle Antille blocca nel golfo dei Baschi l’ammiraglio inglese
Gambier con 13 vascelli, accompagnati da fregate, corvette e brigantini, che si apre
la strada con 30 burlotti ed affonda 4 vascelli francesi (11-12 IV 1809).
In Tirolo e nel Voralberg Andrea Hofen ed il maggiore Teiner
uniscono 20.000 insorti ai 12.000 austriaci, sconfiggono facilmente gli sparsi
presidi bavaresi (5.000 uomini) ed una colonna di 3.000 coscritti francesi in marcia
dall’Italia alla valle del Danubio. Baraguay d’Hilliers deve abbandonare Trento, poi
anche Rovereto e ritirarsi a Riva.
Un corpo austriaco guidato da Chasteler e la divisione Jellachich giungono in aiuto
degli insorti ma quando il suo C.A. (Hiller) è costretto a ripiegare sull’Inn,
gli austriaci devo abbandonare Monaco.
La Polonia è invasa dalla Galizia da 36.000 austriaci
guidati da Ferdinand arciduca d’Austria. Il generale Giuseppe Poniatowoski con 12.000
polacchi affronta 30.000 invasori presso Raszyn ma è sconfitto, deve abbandonare
Varsavia e ripiegare tra Modlin e Sierock, dietro la Vistola.
La Germania è incitata alla lotta contro i francese da un
proclama austriaco. è stata infatti fondata una lega antifrancese chiamata
"Tugenbund" (Lega delle Virtù). Bande rivoluzionarie agiscono in Assia,
Sassonia, Svevia e Franconia. Un convoglio d’artiglieria in marcia da Danzica a
Magdeburgo è catturato dagli insorti. Le truppe westfaliane sono inquiete. Un
reggimento di ussari prussiano, guidato dal maggiore Ferdnand von Schill, si dà
alla campagna.
In Spagna interviene il secondo corpo di spedizione inglese,
guidato dal duca di Wellington (26 IV 1809) che caccia Soult dal Portogallo (V
1809).
Il Napoletano è minacciato dagli Inglesi, che s’impegnano a
mantenere in Sicilia 10.000 uomini ed a pagare un sussidio alla corte di Ferdinando I
di Borbone re di Napoli (13 V 1809).
Nous Voilà en Autriche.
Mentre Napoleone con il grosso procede lungo la destra del Danubio verso Vienna, Davout
insegue l’arciduca Karl (con 90.000 uomini) verso la Boemia, dove da Dresda convergono
anche le divisioni sassoni (Bernadotte).
L’arciduca Karl raduna uomini e materiale tra Cham e Bruck e si ritira lentamente, ma
potrebbe anche scendere lungo la sinistra del Danubio e da Passau raggiungere il corpo
di Hiller, che mantiene un atteggiamento aggressivo. Infatti frontalmente gli austriaci
passano l’Inn e costringono la cavalleria francese a ritirarsi a Neumarkt (23 IV).
Il giorno seguente una divisione bavarese è respinta da Neumarkt su Vilsbiburg
lasciando gravi perdite (24 IV) ed anche la divisione Jellachich da Monaco mostra
segni aggressivi contro i francesi in marcia verso l’Inn. Queste notizie si aggiungono
a quelle preoccupanti del Tirolo, della Westfalia, della sconfitta di Sacile, ed
inducono Napoleone ad avanzare con maggior cautela (26 IV):
Davout deve interrompere l’avanzata verso la Boemia e raggiungere
invece Passau per riunirsi con il grosso.
Bernadotte interrompe egualmente l’avanzata verso la Boemia e
rimane a coprire Ratisbona.
Il grosso passa l’Isar ed avanza verso l’Inn, con il IV° C.A.
(Massena) all’ala sinistra che deve occupare Passau e Linz per separare l’arciduca
Karl dal corpo di Hiller. Bessières e Lannes giungono a Mühldorf.
Napoleone commenta "Nous Voilà en Autriche!" (Eccoci in Austria).
Il VII° C.A. "Bavarese" (Lefebvre) è distaccato in
Tirolo.
è creato il Corpo d’Osservazione dell’Elba (Kellerman
conte di Valmy) con 4 quarti battaglioni di fanteria (a Parigi), 3 mezze brigate di
riserva (a Mayence, Metz e Sedan), 3 reggimenti di dragoni in formazione e 12 cannoni
per un totale di 14.000 uomini. Il suo compito è di sorvegliare i tedeschi dalla
contea di Hanau, dando notizia di essere 50.000, e presidiare le coste contro il
pericolo di sbarchi inglesi.
Altri quarti e quinti battaglioni sono impiegati per presidiare
fortemente Augusta e Ratisbona, allo scopo di garantire le retrovie e prevenire
rivolte.
Federico re del Württemberg presidia le frontiere con il
Voralberg.
Hiller con il corpo dell’arciduca Johan (40.000 uomini) ripiega verso Vienna
rallentando l’avanzata francese dietro l’Inn, il Traun e l’Ems, mentre Kellachich deve
ripiegare in Tirolo.
Nella presa di Passau da parte del IV° C.A. (Massena) si distinguono i Cacciatori del
Po (parmigiani e piemontesi) che si lanciano sul ponte parzialmente interrotto ed
occupano la città facendo 300 prigionieri (26 IV). La città è
organizzata come piazza di deposito e munita con le artiglierie catturate agli
austriaci a Ratisbona.
Il IV° C.A. (Massena) occupa Linz, evacuata dagli austriaci affinché non subisca
danni, e attacca sul Traun 30.000 austriaci, forzando il passaggio presso
Ebersberg (3 V) con un sanguinoso combattimento che si
rivela inutile poiché il Corpo "Provvisorio" (Lannes) ha già occupato
Wels e minaccia Ebersberg scendendo lungo la destra del fiume.
L’arciduca Karl da Budweis può raggiungere Hiller per la valle del Traun o
attaccare i francesi alle spalle per Passau o Linz, che Napoleone fa quindi presidiare
dalle divisioni Rouyer e Dupas, del Corpo "Württemberghese" (Vandamme).
Dopo aver riparato i ponti sull’Ems (4-6 V), l’Armeé d’Allemagne è
costretta dalla mancanza di strade ad assumere uno schieramento in profondità.
L’avanzata prosegue con l’occupazione di Melk (7 V), per tenere separato l’arciduca
Karl da Hiller, ma quest’ultimo riesce a passare sulla sinistra del Danubio a Krems
(8 V).
I francesi investono Vienna (11 V) ed effettuano un breve bombardamento (1.600
proiettili). Il ventitreenne arciduca Maximilian (fratello dell’imperatore) si ritira
sulla sinistra del Danubio e distrugge i ponti, lasciando che la città si
arrenda (12 V). A meno di un mese dall’inizio delle ostilità Napoleone entra
nella capitale nemica, ma il grosso dell’esercito austriaco (100.000 uomini) è
ancora in campo.
I Tentativi di Forzare il Danubio.
Saint Hilaire effettua il primo tentativo di passare il Danubio, attraverso l’isola di
Shwarze-Laken di fronte al sobborgo di Nussdorf (a nord di Vienna), ma i 500 francesi
sono attaccati da forze superiori austriache e devono ritirarsi (13 V).
Il grosso dell’esercito austriaco, guidato dall’arciduca Karl, si avvicina ed arriva a
Stockerau (15 V).
Vadamme, sul fianco francese, è attaccato presso Linz (19 V) da numerose forze
austriache che Napoleone crede siano quelle dell’arciduca. Il Corpo
"Württemberghese" (Vandamme, 9.000 uomini), sostenuto dalle divisioni sassoni
(Bernadotte, 22.000 uomini), respinge gli attaccanti e scopre dai prigionieri che si
trattava del III° corpo austriaco (generale Kollowrath, 22.259 uomini).
Napoleone si appresta a forzare il Danubio da Ebersdorf, all’estesa isola di Lobau per
poi sfociare nella piana di Marchfeld. Il Corpo "Württemberghese" (Vandamme) e
Davout, con le divisioni Friant, Morand e Gudin, devono sorvegliare il Danubio a nord
di Vienna mentre più a monte Berandotte deve passare il Danubio per coprire
Linz, allontanare gli austriaci dal fiume e scoprire le loro posizioni (19 V).
Molitor con numerosi voltiguers del 2° di linea in 5 grandi barche caccia un
centinaio di austriaci dall’isola di Lobau (19 V). Per la costruzione dei ponti sono
necessari da 60 a 80 battelli per una lunghezza complessiva di 920 metri.
Ad Ebesdorf sono raccolti il il IV° C.A. (Massena), la divisione di corazzieri Espagne,
la divisione Saint Souplice, la divisione Nansouty, le brigate di cavalleggeri
Piré e Bruvères (affidate a Lannes) e la divisione di cavalleggeri
Marulaz.
Alcuni dei ponti gettati verso l’isola di Lobau sono distrutti da una piena (20 V) ma
alla sera il IV° C.A. (Massena) riesce a prendere posizione sull’altra riva tra i
villaggi di Aspern ed Essling con 2 divisioni di fanteria ed una di cavalleria,
più 2 divisioni della Riserva di Cavalleria (Bessières). A nord numerosi
fuochi segnalano la presenza dell’armata austriaca.
Il giorno seguente (21 V) la cavalleria smentisce la presenza degli austriaci, che si
limitano a sorvegliare i francesi dalle alture del Bisamberg. Napoleone si convince
che l’arciduca Karl sia ancora lontano ed ordina a Massena di far posto agli altri
corpi, ma così è trascurato il lavoro alle fortificazioni campali.
Gli austriaci attaccano in forze i francesi lungo tutta la linea
Aspern-Essling (22-23 V) e sono respinti ma inducono
Napoleone ad abbandonale la riva sinistra e ripiegare sull’isola di Lobau.
L’imperatore chiama a sé anche le Eugene Beauharnais vicerè d’Italia con
le sue truppe, Marmont dalla Dalmazia, il VII° C.A. "Bavarese" (Lefebvre) dal Tirolo
ancora ribelle e sollecita l’arrivo di 24.000 uomini in arrivo dalla Francia.
I ponti sono riattati (25 V) e Napoleone torna sulla riva sinistra del Danubio
lasciano il IV° C.A. (Massena) sull’isola di Lobau.
Quarta Campagna d'Italia - La Ritirata Austriaca.
Eugene de Beauharnais viceré d’Italia riceve rinforzi da Murat re di Napoli ed
insegue l’arciduca Johann in ritirata, riportando alcuni successi sul Piave (7 V),
dove gli causa 2.500 tra caduti e feriti ed altrettanti prigionieri, a Conegliano
(9 V) e sul Tagliamento (10 V), causandogli altri 1.500 tra caduti e prigionieri.
Giulay con 10.000 uomini ripiega verso Laybach (Lubiana), poi verso Grätz, inseguito da Marmont con 16.000 uomini.
L’arciduca Johann con 20.000 uomini (compresi 2 battaglioni triestini) si ritira per Vipacco, il
Predil e per la val Fella, inseguito da Eugene con 30.000 uomini. L’inseguimento
è ritardato al forte di Malborghetto che è infine preso d’assalto dai
francesi (17 V) con la perdita da parte austriaca di altri 3.000 uomini e 15
bandiere.
I francesi, guidati dal generale Joubert, occupano per la terza volta Trieste (18 V 1809).
Davanti la città giunge una squadra navale inglese che ripiega a causa della presenza di una squadra navale russa e
torna, appoggiata da terra da un corpo di milizie austriache arrivato da Fiume. Mentre i francesi respingono gli austriaci,
gli inglesi bombardano la città, contrastati da alcuni cannoni russi sbarcati sul molo.
La flotta inglese è costretta a ripiegare, gli austriaci ripiegano dopo tre giorni di schermaglie.
L’arciduca Johann e Giulay si riuniscono a Grätz (metà V). La campagna
d’Italia si conclude per gli austriaci con un bilancio passivo di 25.000 prigionieri,
60 cannoni e 15 bandiere.
Napoleone invia ad Eugene Colbert ed il generale Montbrun con le brigate Jaquinot e
Pirè a Bruck portando gli effettivi di cavalleria a 11 reggimenti di cavalleria
e 3 reggimenti di dragoni. L’armata ammonta a 36.000 uomini, ai quali si unisce poi
anche la divisione Marulaz.
L’arciduca Johann, tallonato da Eugene de Beauharnais per Leoben, Wiener Neustadt e
Spron, è costretto a scendere lungo la Raab verso l’Ungheria, è
raggiunto presso Gyö:r sulla Raab (14 VI) ed è
sconfitto ma riesce a sottrarsi dall’inseguimento, passa sulla riva sinistra del
Danubio a Komaron ed arriva con i resti della sua armata Presburgo (la cui testa di
ponte sulla riva destra è stata inutilmente attaccata da Davout).
La divisione italiana Saveroli è lasciata a fronteggiare l’arciduca Johann
mentre il grosso dell’Armée d’Italie raggiunge Napoleone.
Gli Altri Fronti.
In Galizia l’armata dell’arciduca Ferdinand è (tardivamente)
minacciata dall’armata russa del principe Sergio Galitsyne: 4 divisioni di fanteria,
4 divisioni della riserva di fanteria ed 1 divisione della riserva di cavalleria, per
un totale di 30-45-60.000 uomini, che varca la frontiera (3 VI 1809) ed avanza
lentamente.
In Tirolo Lefebvre con 2 divisioni attacca il generale Chasteler
che ha occupato una buona posizione difensiva presso Worgell (13 V), lo mette in piena
rotta catturando 3.000 uomini, ed occupa Innsbruk. Liofer ed il maggiore Teiner
riparano sulle Alpi del Brennero mentre Chasteler e Jellachich ripiegano verso
l’Ungheria. La divisione Jelacich tuttavia ha la strada tagliata dall’Armée
d’Italie e si arrende a Saint-Michel. La rivolta si riaccende alla notizia dello
scacco subito da Napoleone ad Aspern-Essling.
La Sassonia, la Franconia ed il Palatinato sono invase da colonne
austriache che sperano di provocare insurrezioni contro i governi filo-francesi, a
Dresda, Bayreut e Norimberga, ma i tedeschi rimangono tranquilli. In Franconia
intervengono anche Jerome Bonaparte re di Westfalia e Kellerman.
In Spagna Ney è costretto ad evacuare la Galizia (VI
1809).
In Calabria ed a Villa San Giovanni (presso Sapri) sbarcano 3.000
uomini guidati da Leopoldo di Borbone principe di Salerno (figlio del re di Napoli) e
dal generale inglese Stuard che dispone di 60 vascelli di linea e 206 bastimenti da
trasporto (11 VI). La spedizione occupa poi Ischia e Procida (24 VI).
I Preparativi Francesi ed Austriaci.
In sei settimane 35.000 uomini colmano i vuoti dell’Armeé d’Allemagne
attorno Vienna. Giungono munizioni, materiali ed equipaggiamenti. Dalla Francia sono
chiamati 40.000 coscritti e 13.000 cavalli, a fianco di contingenti tedeschi, toscani
e napoletani. Giungono anche l’Armée d’Italie e (lentamente)
l’Armèe de Dalmatie. L’artiglieria campale è accresciuta e sono
assegnati i pezzi ai battaglioni.
Le truppe ricevono doppia razione giornaliera di vino, grazie alla requisizione delle
scorte dei principi e dei grandi signori dalle cantine di Vienna.
I ponti all’isola di Lobau sono rinforzati, sono erette palafitte frangiflutti, un
ponte galleggiate è largo 3 corsie ed è illuminato. È utilizzata
anche la "Catena dei Turchi" conservata nell’arsenale di Vienna dal tempo dell’assedio
degli osmani (1684). Sono approntati altri 7 ponti da gettare dall’isola di Lobau alla
sponda sinistra del Danubio (ma più a valle, dietro un’ansa). Il Danubio
è sorvegliato da una flottiglia di cannoniere. L’isola si riempie di strade,
baracche, fortificazioni e sono messi in batteria 113 pezzi d’artiglieria mascherati
da finta vegetazione.
Frattanto l’arciduca Karl riceve altri 50.000 uomini della riserva, delle guarnigioni e
le leve di Moravia ed Ungheria, delle landwerher provinciali. Sono requisiti il
maggior numero di cavalli. Tra Aspers ed Enzersdorf sono erette fortificazioni,
ridotte, palizzate, abbattute. La linea è presidiata da 150 pezzi d’artiglieria
asportati dalle fortezze di Boemia e Moravia. Alla "Casa Bianca", presso Enzersforf,
è costruita una ridotta con 6 cannoni.
Il Forzamento del Danubio.
31 V - Gli austriaci effettuano un tentativo di passare il Danubio tra Krems ed
Hollenburg ma i 1.200 uomini sono respinti dal corpo di Vandamme appoggiato dalla
cavalleria di Pajol.
30 VI - Il IV° C.A. (Massena) getta un ponte di barche in fondo all’ansa del
Mulino e passa il fiume con una divisione, protetto da un poderoso fuoco d’artiglieria,
creando un diversivo. La notte gli austriaci si schierano tra Aspern ed Essling.
1 VII - Le truppe francesi iniziano il passaggio sull’isola di Lobau. Gli
austriaci lanciano inutilmente alcuni burlotti contro i ponti.
4 VII - L’artiglieria francese induce l’arciduca Karl a ritirarsi oltre la Russ,
garantendosi la via di ritirata per la Boemia o la Moravia. Il cavallo di Massena cade
con il suo cavaliere che è leggermente ferito.
Durante tutta la notte l’artiglieria continua il fuoco sulle posizioni austriache, le
cannoniere effettuano attacchi di disturbo, il Danubio è attraversato dalle
vetture che trasportano viveri e munizioni e sono gettati 4 ponti dall’isola alla riva
sinistra, a sud di Enzerdorf (ore 23:30). La testa di ponte è subito rinforzata
da 4-5 ridotte munite da pezzi d’assedio e mortai.
5 VII - Napoleone, ignaro dell’arretramento austriaco, inizia il passaggio del
grosso sulla riva sinistra (ore 4:00) sotto la protezione del continuo fuoco
d’artiglieria e della cannoniere. Sono necessari solo brevi combattimenti a
Enzersdorf (Saint-Croix con 2.500 granatieri), al castello di Sachsengang, ed a
Mühlletten. La manovra sorprende l’arciduca Karl che ha presidiato questo settore solo
con il corpo di Nordmann.
I francesi passano con 70.000 uomini (ore 9:00) ed iniziano a schierarsi:
I corpi di Massena (ala sinistra, presso Enzerdorf,), Oudinot
(centro) e Davout (ala destra, presso Ratzendorf,) si schierano ed avanzano lentamente
per far posto agli altri corpi.
In seconda fila si dispongono il corpo di Bernadotte (ala
sinistra), Marmont e Wrède (centro), e L’Armée d’Italie (ala destra).
In terza fila si dispongono la Guardia Imperiale i corazzieri di
Bessières.
Ultimato il passaggio e lo schieramento, i francesi proseguono decisamente l’avanzata
contro gli austriaci allargando il loro schieramento:
Bernadotte ed Eugene affiancano il centro della prima linea
permettendo alle ali di allargarsi.
Massena occupa Essling e Breitenlee, con le orami inutili
fortificazioni erette dagli austriaci.
Oudinot si sposta all’ala destra ed avanza contro il villaggio di
Rutzendorf, fatto occupare dall’arciduca Karl.
Davout prende il posto di Oudinot al centro, raggiunge ed occupa
Glinzerdorf, ostacolato dai campi incendiati dagli obici austriaci (i cassoni rischiano
di saltare).
A sera Bernadotte, Eugene e Oudinot passano il profondo ruscello paludoso di Russbach
sotto il fuoco austriaco.
Davout ha l’ordine di prendere Wagram ma l’oscurità disordina due divisioni
sassoni e due francesi che si scambiano alcune fucilate, scambiano la brigata di
cavalleria Salme per austriaca e ripiegano prese dal panico (il giorno seguente non
possono essere impiegate). Al centro l’attacco confuso contro Baumersdorf è
respinto e solo Neusiedel, all’ala destra, è occupato perché poco
presidiato, ma Napoleone ordina di ripassare il Russbach e la ritirata avviene in
disordine, senza che gli austriaci intervengano.
Alla fine degli scontri (ore 23:00) i francesi hanno scoperto che gli austriaci sono in
forze sulla linea Stadelau-Gerarsdorf-Wagram-Neusiedel e non sono intenzionati a
disimpegnarsi. Oudinot lascia 5.000 caduti.
L’arciduca Johann da Presburgo ha raggiunto Marchfeld per unirsi al grosso.
Napoleone rafforza il centro ed emana le disposizioni per la battaglia, mentre
l’arciduca Karl estende e rafforza le ali del proprio schieramento. La notte è
fredda ed all’armata francese manca legna per i bivacchi.
6 VII - Battaglia di Wagram. I francesi, guidati da
Napoleone, sconfiggono gli austriaci.
L’Inseguimento.
7 VII - Bellegarde, Klenau e Kolowrarh con 60.000 austriaci ripiegano per Karl,
Znaym ed Iglau verso Praga, protetti da principe di Reuss alla retroguardia, mentre
Rosenberg e Hohenzollern con altri 20.000 uomini si ritirano verso Nikolsburg. I
francesi devono scoprire la direzione della ritirata avversaria:
All’estrema sinistra Massena avanza verso Kornneuburg; Davout avanza verso Wolkersdorf,
Napoleone verso Stammersdorf, Montbrun verso Brünn (e la Moravia) con tre brigate
leggere (500 cavalieri), Eugenio e Nansouty verso Stocherau e Marmont verso
Nikolsburg.
8 VII - Napoleone con la cavalleria pesante della guardia raggiunge Wolkersdort
dove a causa della stanchezza sta male e deve fermarsi. Bassières, Oudinot e la
Guardia Imperiale procedono per Nikolsburg e Znaïm.
Jerôme con 20-25.000 avanza verso Dresda, Massena con una divisione di cavalleria
pesante e tre divisioni di fanteria (Legrand, Carra Saint-Cyr e Molitor) avanza oltre
Stocherau e scopre la retroguardia austriaca (principe di Reuss). Marmont, con il
corpo giunto dalla Dalmazia ridotto ad 1/4 degli uomini, giunge a Laa.
9 VII - Massena raggiunge il principe di Reuss. Napoleone fa convergere a
Nikolsburg Marmont, Davout, la cavalleria e l’artiglieria della Guardia, seguiti da
Oudinot con la fanteria della Guardia.
10 VII - Massena con 8.000 uomini ingaggia presso Hollabrunn la retroguardia il
principe di Reuss e la respinge in disordine.
16 VII - Combattimento di Znaïm. Marmont supera la Thaya a valle di
Znaïm. La divisione Glauser caccia 5-6.000 austriaci dal bacino di Znaïm e
cattura due bandiere del reggimento Arciduca Karl. Oltre la Thaya i francesi scoprono
il grosso degli austriaci in marcia sulla strada di Hollabrunn.
Montbrun accerchia il villaggio di Znaïm, cattura 300 austriaci e se ne trova
davanti 40.000, quindi assume posizione difensiva su una scarpata appoggiandosi al
villaggio di Tesswitz. Massena accorre al tuono del cannone.
Gli austriaci attaccano, prendono e perdono più volte il villaggio che a sera
è ancora in mano ai francesi.
17 VII - Napoleone rimuove Marmont, colpevole di non aver dato sue notizie, e
raggiunge Massena con i cavalleggeri polacchi. Massena invia verso Schallersdorf la
divisione Lagrand, questa attacca il ponte sulla Thaya, barricato dagli austriaci, e
se ne impossessa. Nel pomeriggio un temporale obbliga la temporanea sospensione dei
combattimenti, poi gli austriaci riprendono il ponte ma arriva la divisione Carra
Saint-Cyr che riconquista i ponte e cattura 800 uomini.
Arrivano poi Marmont, che avvolge Tesswitz, e la cavalleria della Guardia (Montbrun ed
i corazzieri di Saint-Suplice). Napoleone propone un armistizio (ore 21:00) che gli
austriaci accettano.
Massena lascia 2.000 tra caduti e feriti contro 5.000 prigionieri, 3.000 caduti e
feriti austriaci. I combattimenti terminano alle grida di "Vive L’Empereur!" e
"La Paix!".
La Spedizione Inglese in Olanda.
Gli inglesi approntano una spedizione contro Anversa stimando che l’Olanda sia difesa da
8.000 uomini, mentre sono presenti solo qualche brigata provvisoria e le guardie
nazionali, senza artiglieria né cavalleria.
25 VII - La spedizione esce dai porti inglesi. L’ammiraglio John Stracham guida
40 vascelli, 30 fregate, 82 corvette e brigantini, 500 trasporti e numerose scialuppe
(ma il tonnellaggio è 1/4 di quello previsto). Lord Chatham dispone di 30.000
fanti, 2.500 cavalieri e 3.000 artiglieri con 150 cannoni.
29 VII - La flotta inglese è in vista delle coste della Fiandra, presso
l’isola di Walcheren, ma un forte vento impedisce lo sbarco. I trasporti restano
all’imboccatura del canale di Walcheren (entro il quale si è rifugiato
l’ammiraglio Missiessy con la flotta francese) mentre le navi penetrano nel canale di
Weeregat, sbarcano 15.000 uomini, sconfiggono il generale Osten con 1.500 uomini,
catturando 2 cannoni e prendono Middlebourg.
2 VIII - La divisione inglese Hope, sbarcata sull’isola di Sud-Bevelard, ottiene
la resa del forte di Batz dal generale olandese Bruce che nonostante abbia 30 cannoni
non offre resistenza. Napoleone chiede il suo arresto e la sua esecuzione.
Fouchè ed il ministro della guerra Clarke dirigono su Anversa 20.000 uomini tra
truppe francesi, polacche, gendarmi, guardie nazionali e 10.000 olandesi. Louis
Bonaparte re d’Olanda propone di allagare vaste zone e di bloccare tutti i canali
affondano alcune navi, ma Decaux lo calma. Napoleone crea l’Armeé du Nord
affidata a Bernadotte.
11 VIII - Gli inglesi bombardano Flessinga con 1.000 cannoni della flotta e 60
sbarcati.
15 VIII - L’Armeé du Nord (Bernadotte, 20.000 uomini e 24 cannoni)
entra ad Anversa.
16 VIII - Il generale Monnet, difensore di Flessinga, si arrende.
25 VIII - I primi vascelli inglesi, risalendo il canale di Walcheren verso
Anversa, giungono davanti Batz ma la febbre decima le truppe. I malati sono 7.000.
2 IX - La spedizione è sospesa. I malati (25.000 su 44.000) sono
evacuati. A Walcheren restano 12.000 inglesi.
Gli Altri Fronti
In Galizia il principe Sergio Galitsyne con due divisioni russe
(24.000 uomini) giunge sulla Saar ma non sostiene il generale polacco Sokolncki che
è costretto ad evaquare Sandomir. Alla notizia della battaglia di Wagram,
Poniatowski riprende l’avanzata e costringe gli austriaci ad evacuare Cracovia (14
VIII), ma dopo l’armistizio gli austriaci consegnano la città ai russi.
Poniatowski entra a Cracovia e dopo uno scontro con gli ussari russi sulla piazza
d’armi raggiunge un accordo per l’occupazione in comune.
In Calabria il generale Partouneaux ributta in mare i 3.000
siciliani che bloccano il forte di Scilla e lo fa saltare. Gli Inglesi sgombrano la
Calabria.
Le ribellioni in Germania si dissolvono. Il maggiore Ferdinand
von Schill è catturato e fucilato.
In Tirolo le truppe bavaresi di Lefebvre sono raggiunte da
Baraguay d’Hilliers con 6.000 italiani e da truppe würtemberghesi. La regione, a
prezzo di gravi sforzi, è apparentemente sottomessa.
La Pace di Schönbrunn.
L’armistizio di Znaïm è trasformato nella pace di Schönbrunn, detta
anche Pace di Vienna (14 X 1809). L’Austria accetta le seguenti imposizioni:
Sciogliere la Landwehr, ridurre l’armata di linea della
metà, distruggere le fortificazioni di Vienna, Brünn, Grätz,
Klagenfurt, Raab e Spitz.
Riconoscere le conquiste francesi, l’annessione di Roma, i diritti
francesi sul Portogallo, quelli di Murat sulla Sicilia.
Impegnarsi a partecipare al Blocco Continentale.
Espellere i francesi ed i belgi al suo servizio.
Cedere parte della Galizia al granducato di Varsavia e parte alla
Russia, il Salisburghese al regno di Baviera, la Carniola, parte della Carinzia ed il
Friuli al regno d’Italia, e i territori tra la Sava e l'Adriatico alla Francia.
Sono istituite 7 provincie illiriche (29 XI) con capitale Lubiana: Carinzia, Carniola, Istria (con l'intendenza a Trieste),
Dalmazia, Ragusa, Croazia civile e Croazia militare. Il governo è affidato a Marmont.
A Parigi 100 cannoni salutano la pace. L’Impero è al suo apogeo.
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