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Il Patriarcato d'Aquileia - Patriarchi "Guelfi"

Gregorio da Montelongo (1251-1268).
È il primo patriarca italiano, originario del castello di Montelongo (presso Campobasso).
ISTRIA: Poiché il patriarca è un accanito sostenitore del papa, l’Imperatore Corrado IV di Svevia (figlio di Federico II) sobilla i comuni istriani alla rivolta e concede al comune di Parenzo libero commercio nel regno di Sicilia. A sua volta Gregorio concede il controllo del territorio circostante a Capodistria (1251) e la libera elezione del podestà a Pola ed a Pirano.
TIROLO: Dopo la morte di Alberto VI conte del Tirolo (1253) i suoi domini sono spartiti tra le sue due figlie: Adelaide, moglie di Mainardo III conte di Gorizia, ottiene le terre a sud del Brennero mentre quelle a nord sono assegnate ad Elisabetta, vedova di Ottone VIII di Andechs e risposata con Gebardo conte di Hirshberg. Entrambi mantengono il titolo di conti del Tirolo.
Mainardo I conte del Tirolo, III di Gorizia, ottiene alcune avvocature dai vescovi di Trento e Bressanone, l’eredità della zia Elisabetta priva di eredi e diviene uno dei più potenti principi dell’Impero. Possiede feudi in Istria, Stiria, Carinzia, Carniola, è imparentato con gli Asburgo, i Carraresi, i conti di Celje ed i Frankopani conti di Veglia e Modrussa.
TRIESTE: A Trieste prosegue l’affrancamento del comune dal Vescovo:

FRIULI: Gregorio da Montelongo (dopo un breve conflitto con Bernardo di Ortenburg-Sponheim duca di Carinzia) partecipa alla crociata contro Ezzelino, è personalmente alla difesa di Padova (VIII 1255) ed invia truppe ai crociati anche nel 1257. Il patriarca concede il castello di Cassacco in feudo ai Mantignacco (1254), un mercato a Tolmezzo (1258) e fa occupare Pordenone (1262).
GORIZIA E TIROLO: Alla morte di Mainardo I conte del Tirolo, III di Gorizia (22 VI 1258), i suoi domini passano ai figli Mainardo IV (sposato alla vedova dell’Imperatore Corrado IV), ed Alberto II (sposato a Eufemia di Ortenburg-Sponheim, della casa ducale Carinziana).
I due fratelli occupano Lucinico, Cormons e sconfiggono il patriarca costringendolo alla pace. Gregorio li affronta ma è sconfitto e costretto alla pace (1259).
Mainardo IV occupa poi Trento al vescovo Egone che lo scomunica (1265) e fa intervenire una commissione del papa Celestino V ma questa toglie la scomunica e media la pace (1268).
ISTRIA: Capodistria assale Parenzo che fa atto di dedizione a Venezia (6 VII 1267) accettando un podestà nominato dal doge.
FRIULI: Il Patriarca e ed Alberto II conte di Gorizia decidono di intervenire contro Venezia ma non trovano un accordo ed Alberto II fa rapire Gregorio da Montelongo, addormentato e seminudo, a Villanova dello Judrio (20 VII 1267), lo trattiene un mese (fino al 27 VIII), fa assassinare da Giacomo d’Orzone il vicedomino Vescovo di Concordia ed il suo seguito presso il colle di Medea (1268).
I Veneziani occupano Capodistria (1268) e si accordano con il patriarca per il ripristino status quo ante (IX 1268).
Gregorio muore l’anno seguente (8 IX 1269).

Filippo di Ortenburg-Sponheim (1269).
Arcivescovo di Salisburgo e fratello di Ulrico III di Ortenburg-Sponheim duca di Carinzia.
È eletto con l’appoggio del cugino Ottokar II Premsyl re di Boemia e marchese di Moravia ma muore dopo un mese senza aver ricevuto la conferma da papa Clemente IV.
Ulrico III svolge le funzioni di capitano ma muore senza eredi diretti. Ha così fine la casata di Ortenburg-Sponheim. La Carinzia, la Carniola e la marca Vendica passano a Ottokar II (1269).

L’Anarchia (1269-1274).
I domini patriarcali piombano nell’anarchia.
FRIULI: Ottokar II Premsyl re di Boemia e marchese di Moravia prende possesso di Pordenone (1272).
ISTRIA: Venezia ottiene la dedizione di Umago (1269), Cittanova (1270) e San Lorenzo (1271), mentre a Pola, durante la processione del venerdì santo, i Gionatesi ed i loro seguaci si travestono da frati ed aggrediscono i rivali Sergi facendone strage (1271).
GORIZIA e TIROLO: I domini dei Lurngau sono divisi tra i due fratelli (1271-72): Alberto II tiene la contea di Gorizia, la marca Vendica, l’avvocatura del Patriarcato, i domini in Istria, Carsia, il palatinato Carinziano e la Pusteria, mentre Tirolo è assegnato a Mainardo II (IV come conte di Gorizia).
Nella dieta di Norimberga (1273), Mainardo II conte del Tirolo sostiene la candidatura di Rodolfo IV conte d’Asburgo al trono tedesco, eletto come Rodolfo I (1273-1291).

Raimondo della Torre (1273-1299).
Già vescovo di Como, appartiene alla famiglia milanese che guida il partito popolare. è nominato da Gregorio X appena nell’ottobre del 1273, giunge a Udine nell’agosto successivo.
ISTRIA: Il patriarca interviene contro l’espansione di Venezia ed inizia la Guerra di Capodistria (1274-1279):

FRIULI: Il patriarca tenta di comporre le dispute in Friuli ed Istria per potersi recare il Lombardia a combattere i Visconti, per la signoria di Milano (Guerra della Torre). Le trattative con Alberto II conte di Gorizia sono mediate da Gerardo da Camino e da Ottokar II re di Boemia, il cui lodo arbitrale (24 III 1281), assegna Cormons ai conti di Gorizia.
Raimondo è già in Lombardia, dove rimane due anni (1278-1279).
GORIZIA e TIROLO: Frattanto i fratelli Mainardo II conte del Tirolo e Alberto II conte di Gorizia combattono due guerre a fianco dell’imperatore Rodolfo I d’Asburgo contro Ottokar II re di Boemia:

FRIULI: Il patriarca fa restaurare la chiesa patriarcale di Aquileia (1279) ancora danneggiata dal terremoto del 1222, e torna in Lombardia con milizie patriarcali ma è sconfitto dai Viscontei a Vaprio (25 V 1281), dove cade suo fratello Gastone della Torre. Numerosi profughi Lombardi trovano rifugio in Friuli ed il patriarca affronta con maggior decisione i problemi locali (emana leggi, affranca numerosi servi e regola i costumi).
ISTRIA: Poiché Isola ha fatto atto di dedizione a Venezia (1280) il patriarca ospita un sinodo (1281) e scomunica chiunque occupi territori patriarcali. Venezia in risposta occupa Trieste, combatte una breve guerra, raggiunge un’instabile pace con Trieste ed Alberto II conte di Gorizia e marchese d’Istria, continuando la penetrazione politica in Istria fino ad ottenere la dedizione di Pirano e Rovigno (1283), che accettano podestà nominati dal doge.
Rimondo della Torre si allea con Alberto II conte di Gorizia e marchese d’Istria (nominato capitano generale), Treviso, Padova, Trieste, Genova ed inizia contro Venezia la Guerra di Trieste (1283-1291):

La pace con Venezia non pone fine alle lotte tra feudatari, sobillati da Gerardo III da Camino signore di Treviso, ed alle dispute tra comuni ed i loro vescovi:

TIROLO: Mainardo II conte del Tirolo e duca di Carinzia muore dopo aver debellato in Trentino i cavalieri-predoni, da lui favoriti nelle lotte contro i vescovi, e lascia eredi i figli Ottone, Ludovico ed Enrico (1295).
Raimondo della Torre istituisce la corte patriarcale nel castello di Suffumbergo (1298) e muore l'anno seguente (23 II 1299).

Corrado di Slesia (1299).
Eletto ma non confermato da papa Bonifacio VIII.
Il patriarcato è governato dal capitano Enrico II di Lurngau (figlio di Alberto II conte di Gorizia) che non lascia la carica neppure dopo la nomina dei due successivi patriarchi.
Il capitano Enrico II e Gerardo III da Camino signore di Treviso assediano vanamente Udine (1299). Venezia media un accordo.

Pietro II Gera da Farentino (1299-1301).
Vescovo di Capua, giunge in Friuli a fine settembre 1299 e muore dopo 17 mesi (10 II 1301).
ISTRIA: Venezia occupa Cittanuova d’Istria (1300).

Ottobono Rovari de Razzi (1302-1315).
Piacentino, già vescovo di Padova. La sua nomina è contestata da Gherardo III da Camino, Gualtier Pertold III signore di Spilimbergo ed altri feudatari appoggiati dagli Ortenburg.
Il patriarca concede a Guglielmo di Walsee visconte di Mels e feudatario di Venzone il permesso di edificare un nuovo castello presso l’antico di Meles; il castello e la famiglia assumono il nome di Colloredo (1302).
GORIZIA: Alberto II conte di Gorizia vive i suoi ultimi anni a Lienz e prima della sua morte (1304) effettua la divisione dei suoi domini tra i suoi due figli che in seguito la modificano (1307): Enrico II (1304-1323), ottiene i feudi in Friuli, Istria, Carniola, Carinzia, lasciando ad Alberto III (1307-1327) solo la Pusteria (in Tirolo).
TIROLO: I fratelli Ottone, Ludovico ed Enrico conti del Tirolo e duchi di Carinzia subiscono l’invasione delle forze inviate da Filippo Buonaccolsi vescovo esiliato di Trento, suo fratello Guido Buonaccolsi signore di Mantova, Alberto della Scala signore di Verona (1301) e devono firmare la pace a Verona (22 I 1302) con la quale rendono al vescovo i beni usurpati ricevendoli in feudo, ma costringono all’esilio anche il vescovo successore (1305).
Con Rizzardo IV da Camino signore di Treviso assediano tre mesi il castello di Spilimbergo e lo prendono (1305).
Enrico conte del Tirolo e duca di Carinzia perde i suoi due fratelli e co-governanti Ludovico (1305) ed Ottone (1310), ed alla morte del suocero Venceslao III Premsyl re di Boemia, ottiene questa corona (1308), ma la perde subito ad opera dell’ostilità della nobiltà locale e dei Lussemburgo (1310).
La regione è dominata dalla politica di Enrico II conte di Gorizia:

Il patriarca prende parte al concilio di Vienne (1311), presenti altri 30 vescovi, dove è soppresso l’ordine dei Templari, concede a Cividale l’università (sulla carta), ma i disordini lo costringono a rifugiarsi presso il cardinale Luca Fieschi. Mentre è diretto ad Avignone per l’elezione papale, alla quale si candida, muore nel proprio castello di Arguto, nel piacentino (3 I 1315).

Gillone di Vall’Alta e Caporiaco (1315).
Arcidiacono d’Aquileia, eletto patriarca si reca ad Avignone ma non riceve la conferma da Giovanni XXII.
Il patriarcato è governato da Enrico II conte di Gorizia, confermato capitano dal parlamento.

Gastone della Torre (1317-1318).
Arcivescovo di Milano, nipote del patriarca Raimondo della Torre, è nominato patriarca su raccomandazione di Roberto I d’Anjou re di Napoli ma muore a Firenza per una caduta da cavallo (VIII 1318), senza raggiungere la sede.
ISTRIA: Venezia occupa Valle e Pola cacciando i Sergi (1318).

Pagano della Torre (1318-1332).
Già candidato al patriarcato nel 1302, elevato invece al vescovado di Padova lasciato libero da Ottobono Rovari.
FRIULI: Il patriarca giunge in Friuli (12 XI 1319) accompagnato dal poeta Dante Alighieri, poi ospite anche di Ugone VI signore di Duino.
TRIESTE: Alcune famiglie ghibelline esuli dalla Toscana, ed anche Corso di Arlberto Ristori, cacciato assieme a Dante Alighieri da Firenze (1302), si trasferiscono a Trieste, dove si dedicano al commercio (principalmente con Ferrara, Ragusa ma anche con le Fiandre e l’Inghilterra). Le merci comuni comprendono legname, frumento, pellami e carne, quelle di lusso panni, seterie ed olio di Puglia.
Raimondo della Torre è nominato capitano a Trieste (1318) dove l’anno seguente sono eletti due vescovi, Giusto e Guidone, che danno il via ad una serie di azioni legali finché sono entrambi deposti e sostituiti da Pace de Vedano (1327).
GORIZIA Enrico II conte di Gorizia si accorda con il patriarca, rinuncia alla carica di capitano generale in cambio delle terre acquisite, di una rendita e della Carnia in pegno.
Enrico II è poi nominato vicario imperiale di Federico III "Il Bello" d’Asburgo (che contende la corona tedesca a Ludovico IV di Wittelsbach, I duca dell’Alta Baviera, detto "Il Bavaro"). Con i fratelli Jacopo e Marsilio da Carrara soccorre Padova assediata dagli Scaligeri che sono sconfitti a Bassanello (25 VII 1320), entra in città ma si fa corrompere e torna a Gorizia. Enrico II riceve la nomina di capitano da Trieste (1320) giungendo all’apice della potenza. Marsilio da Carrara è nominato dal duca di Carinzia vicario di Padova (1323) e si fa nominare signore dai cittadini (1324).
FRIULI: Pagano della Torre partecipa alla crociata contro i Visconti, finanziata con la vendita d’indulgenze (pubblicate anche a Trieste, il 13 I 1322). Con i crociati in Lombardia subisce le sconfitte di Bassignana (6 VII 1322) e Vaprio (16 VIII 1324). Rientrato in Friuli risiede ad Udine favorendo i Savorgnan ed altri nobili, mentre il parlamento si afferma anche in campo esecutivo. I debiti tuttavia lo costringono a vendere la mitra e la biblioteca.
Il gastaldo di Cividale, dopo inutili lotte contro i briganti che infestano le Alpi Giulie, concede loro un diploma che li autorizza ad esercitare la loro attività eccetto che nel Canale di Tolmino (1324).
GORIZIA: Enrico II conte di Gorizia muore improvvisamente (1323) ed è sepolto nella tomba di famiglia a Rosazzo. Suo figlio ed erede Giovanni Enrico (1323-1338) ha appena due mesi ed è sotto la tutela dell’abile madre Beatrice di Baviera (l’altro figlio, Mainardo VI, è morto nel 1318). Giovanni Enrico è confermato come vicario imperiale di Treviso e della marca Trevigiana ma queste sono occupate dagli Scaligeri (1328).
Rizzardo VI da Camino signore di Treviso interviene contro Beatrice di Baviera me è sconfitto e ferito a Sacile.
FRIULI: Il patriarca respinge le truppe dell’imperatore Ludovico “Il Bavaro” che effettuano una spedizione in Friuli (1328) e si allea a Mastino della Scala signore di Verona per bloccare i passi alpini all’imperatore (1332).
ISTRIA: L’aumento di tassazione induce Rovigno (1330), Pola (1331), Valle (22 XII 1332) ed altre città istriane a fare atto di dedizione a Venezia. I Sergi esiliano da Pola a Treviso. Il Patriarca saccheggia il territorio Veneziano ma è catturato da Giovanni Corner. La pace è mediata dal papa Giovanni XXII (1332).
Pagano muore il 18 dicembre 1332.

Bertrand de Saint Geniés (1334-1350).
Ultra settantenne francese.
FRIULI: Il patriarca riorganizza l’amministrazione, l’esercito, indice un concilio ad Udine (1335), seguito da quattro sinodi con i quali riforma la vita religiosa, e reprime i feudatari, mirando soprattutto al controllo dei passi alpini:

TIROLO e CARINZIA: Muore Enrico conte del Tirolo, duca di Carinzia e re spodestato di Boemia (1335) che ha seguito una politica di neutralità tra “Il Bavaro” ed i Lussemburgo, ha restituito i beni ai vescovi, ha accresciuto il potere delle comunità cittadine ed è rimasto tre volte vedovo (da Anna di Boemia, Beatrice di Brunswick e Beatrice di Savoia). La Carinzia e la marca Carniola (elevata a ducato nel 1364) sono assegnate da Ludovico "Il Bavaro" dietro pagamento ad Alberto II “Il Saggio” ed Ottone “L’Allegro” d’Asburgo (1335). Il Tirolo rimane a Margherita di Carinzia “Maultasch” (“Boccalarga”, della seconda moglie) grazie all’appoggio del marito Giovanni Enrico di Boemia e del suocero Giovanni di Lussemburgo re di Boemia.
GORIZIA: Giovanni Enrico conte di Gorizia reclama invano parte dell’eredità della linea del Tirolo e muore senza eredi diretti (1338). La contea di Gorizia passa ai cugini del piccolo feudo di val Pusteria (figli di Alberto III): Alberto IV (1338-1374), Mainardo VII (1338-1385) ed Enrico III (1338-1363) che risiedono quasi sempre a Lienz o a Vienna, favoriscono il clero, non seguono una politica concorde e si indebitano dovendo cedere numerosi beni in garanzia.
FRIULI: Il patriarca indice un concilio ad Aquileia (1339) e conferma le norme contro gli eretici emesse dal patriarca Pertold di Andechs (1218-1251).
Per il possesso di Venzone, i conti di Gorizia, favorevoli a Alberto V duca d’Austria, invadono le terre del patriarca, favorevole ai Lussemburgo:

TIROLO: Margherita di Carinzia “Maultasch”, appoggiata dalla nobiltà trentina e da Ludovico “Il Vecchio” di Wittelsbach margravio di Brandeburgo (figlio di Ludovico “Il Bavaro”), estromette il marito Giovanni Enrico (2 IX 1341), fa annullare il matrimonio dichiarandolo non consumato e sposa Ludovico “Il Bavaro” (1342). Il vescovo di Frisinga, che celebra le nozze ignorando le scomuniche papali, muore poco dopo per una caduta da cavallo. L’imperatore Ludovico “Il Bavaro” si assicura così il passaggio alpino per scendere in Italia.
GORIZIA: I conti di Gorizia raggiungono un accordo per la spartizione dei domini (1342): Alberto IV ottiene i beni in Istria (che assumono il nome di “contea” d’Istria, perché governati da un conte) e la marca Vendica, Mainardo VII ed Enrico III tengono la contea di Gorizia, i beni in Carsia, Friuli, Carinzia e Pusteria.
Alberto IV apre le ostilità contro Venezia per il possesso di San Lorenzo ma è sconfitto e catturato presso Antignana (1344). Una volta rimesso in libertà deve recarsi a Venezia ed accettare dure condizioni di pace.
FRIULI: Il Patriarca protegge le arti, istituisce a Cividale l’università (1344, dopo la concessione papale del 1339), partecipa alla spedizione di Luigi “Il Grande” re d’Ungheria in soccorso di Zara (V-VII 1346), assediata e presa dai Veneziani, fa costruire una nuova cinta muraria a Sacile (1347) e trasferisce numerosi dicasteri amministrativi da Cividale a Udine, dove completa e riconsacra il duomo, convoca due concili provinciali e quattro sinodi diocesani.
Francesco d’Emilia vescovo di Trieste è inviato come nunzio in Ungheria a seguito dell’assassinio a Napoli di Andrea d’Ungheria, imputato alla moglie Giovanna d’Anjou regina di Napoli (1345).
TIROLO: Mentre Ludovico “Il Vecchio” di Wittelsbach margravio di Brandeburgo è con il padre a una crociata contro i Prussiani, Carlo di Lussemburgo re di Boemia ed il figlio Giovanni Enrico invadono il Tirolo, occupano Trento, Bolzano, Merano (1347) ma non riescono a prendere il castello di Tirolo, tenacemente difeso da Margherita di Carinzia “Maultasch” che resiste fino all’arrivo dei soccorsi guidati dal marito. Gli assedianti sono costretti a ritirarsi.
FRIULI: Il Patriarcato è colpita da un grosso terremoto che distrugge Gemona, Venzone, il palazzo patriarcale di Udine e la parte alta della basilica di Aquileia (1348), poi dalla Peste Nera, che dilaga in tutta Europa.
Il Patriarca si allea ai conti di Gorizia, al loro fratello Alberto IV conte d’Istria, ad Alberto II “Il Saggio” d’Asburgo duca d’Austria ed ai Croati contro Venezia (1348) invadendone le terre istriane. Capodistria si ribella ma è assediata dai Veneziani che la costringono alla resa ed ottengono dal conte d’Istria la restituzione delle terre occupate.
Dopo la breve alleanza si riaccende la guerra tra il Patriarca ed i conti di Gorizia:

TRIESTE: Antonio Negri vescovo di Trieste usa per la prima volta il titolo di conte (sarà soppresso nel 1789), reclama il dominio della città e del territorio, scomunica il comune e gli fa causa (1349).
Il comune di Trieste compila il Codice degli Statuti (1350), che dichiara validi in appello i codici Romano, Teodosiano, Giustinianeo, Imperiale e le consuetudini (ma non nomina il diritto canonico).
Riguardo la causa intentata dal vescovo, gli arbitri danno ragione al comune (1352).
FRIULI: Muore a Udine fra Odarico Mattussi da Pordenone (1351, poi beato), nato a Villanova di Pordenone (1265).
Verso il 1320 parte missionario per l’Oriente, visita Tresibonda, Erzarum, Homs, Baghdad, Ceylon, Canton e dopo 8 anni di viaggio giunge a Pechino dove è ospite dell’Imperatore per tre anni. Al ritorno visita la Cina, il Tibet con la capitale Lhasa (primo tra gli europei), la Persia, l’Armenia e giunge in Europa. Mentre è diretto dal papa ad Avignone si ammala e torna ad Udine dove muore.
Lascia interessanti memorie raccolte nell’Itinerarium Terrarum.

Niccolò I di Lussemburgo (1350-1358).
Figlio di Giovanni I di Lussemburgo re di Boemia, favorisce i comuni e reprime con violenza i feudatari ribelli (fino al giugno 1353) ma non i conti di Gorizia ed i signori di Spilimbergo:

Il patriarca ottiene dal fratello naturale Carlo IV di Lussemburgo re di Germania il privilegio di istituire un’università (1353), la nomina a vicario per Trieste e distretto (1354), lo ospita in Friuli (1354) e lo accompagna a Roma dove riceve la corona imperiale (1355).
TRIESTE: Il comune installa il primo orologio pubblico (1356).
Il vescovo ed il clero di Trieste sono scomunicati per il ritardo nei pagamenti delle collette pontificie (1357).
ISTRIA: I Veneziani guidati da Paganino Doria saccheggiano Parenzo (1354).
Contro Venezia si forma una lega tra il patriarca, i conti di Gorizia, Francesco “Il Vecchio” da Carrara signorie di Padova, Carlo IV di Lussemburgo re di Germania, Luigi I d’Anjou "Il Grande" re d’Ungheria e gli Asburgo duchi d’Austria.

Niccolò muore a Belluno (30 VII 1358).

Lodovico II della Torre (1359-1365).
Già vescovo di Trieste (1347-1350), discende da una famiglia stabilitasi in Friuli dopo la sconfitta di Desio (1277).
Concede a Cáneva di dotarsi di statuto comunale (V 1360).
TRIESTE: Il vescovo ed il clero di Trieste sono nuovamente scomunicati per il ritardo nei pagamenti delle collette pontificie (1359, 1362).
La scena politica è dominata da Rodolfo IV d’Asburgo "Il Magnanimo" duca d’Austria (figlio di Alberto II “Il Saggio”):


Marquard di Randeck (1365-1381).
Nato ad Augusta, ne diviene vescovo.
Gran cancelliere dell’imperatore Carlo IV di Lussemburgo, con lui a Pisa contro i Gambacorta (1355), vicario imperiale contro i Visconti, è sconfitto e catturato a Casorate Primo, presso Pavia (13 IX 1356), da Lodrisio Visconti.

La pace permette al patriarca di dedicarsi al governo della regione:

Contro Venezia, alleata con i Visconti signori di Milano e con i Lusignano re di Cipro, si forma l’alleanza tra il patriarca, Luigi I "Il Grande" re d’Ungheria (dal 17 XI 1370 anche re di Polonia), Alberto III e Leopoldo III “Il Pio” d’Asburgo, la repubblica di Genova, Enrico IV (1374-1454) e Giovanni Mainardo conti di Gorizia (1374-1430) ancora minorenni, e Francesco "Il Vecchio" da Carrara signore di Padova:

ISTRIA: Alla morte di Alberto IV “conte” d’Istria senza eredi (1374) questo feudo, con la signoria della Carsia e la marca Vendica, passa a Leopoldo III “Il Pio” d’Asburgo, che lo dà in pegno a Ugo signore di Duino (1380). Il feudo di Pisino è confermato a Leopoldo III dal vescovo di Parenzo (8 X 1381).
Il patriarca fa erigere il castello di Muggia (1375).
La lega anti-veneziana è rinnovata (1 VI 1376). Dopo che Genova sostiene un cambio dinastico a Bisanzio ai danni di Venezia (12 VIII 1376), scoppia la Guerra di Chioggia (1378-1381):

FRIULI: Frattanto Cividale acquista Tolmino (1379) ed ottiene il controllo dei passi alpini verso la Carniola e la Carinzia.

Filippo d’Alençon (1381-1388).
Cardinale figlio di Carlo d’Alençon, nipote di Filippo VI di Valois re di Francia e parente di Luigi "Il Grande" re d’Ungheria e Polonia. è nominato patriarca in commenda (cioè con il permesso di risiedere altrove).
La sua nomina è contestata dai comuni di Udine, Sacile, Marano, dai feudatari Federico Savorgnan, Venceslao da Spilimbergo, Nicoletto da Castello, i conti di Colloredo, i conti di Maniago, appoggiati da Venezia, dai signori di Duino e da Antonio della Scala signore di Verona, che si alleano formando la "Felice Unione" (8 II 1382).
Filippo d’Alençon è appoggiato da Cividale, da Francesco “Il Vecchio” da Carrara signore di Padova e dal re d’Ungheria. Scoppia quindi la Guerra di Successione del Patriarcato (1381-1388):


Giovanni IV di Sobieslav (1388-1394).
Fratello di Jodoco marchese di Moravia e nipote dell’Imperatore Carlo IV di Lussemburgo.
Per contrastare i Savorgnan, il patriarca aumenta la rappresentanza popolare nel consiglio di Udine.
Il maresciallo del patriarca assassina Federico Savorgnan nella chiesa di Santo Stefano a Udine causando un’insurrezione popolare, appoggiata da Venezia, che costringe il patriarca a rifugiarsi nel castello di Soffumbergo.
Agostino vescovo di Concordia è a sua volta assassinato presso Venzone da Nicolò Savorgnan (22 VI 1392).
Il patriarca è attirato a Udine con finte trattative, è assassinato da Tristano Savorgnan (figlio di Federico) e sepolto di nascosto la notte stessa nel duomo per evitare reazioni popolari (13 X 1394). Il giorno seguente Tristano Savorgnan è eletto capitano di Udine.

Antonio I Caetani (1395-1402).
Vescovo di Concordia, di nobile famiglia romana.
Riorganizza la cancelleria e l’archivio, stermina i briganti che infestano il Carso.
GORIZIA: I fratelli Enrico IV e Giovanni Mainardo conti Gorizia escono dalla minorità (1394) ma i numerosi debiti li costringono ad accordarsi per la reciproca successione con gli Asburgo (questi solo per i beni in Carniola ed Istria), patto rinnovato due anni dopo (1396).
DUINO: Alla morte di Ugo VII signore di Duino (1399) termina la dinastia ed il parente Lamberto barone di Walsee è investito della signoria dagli Asburgo.
FRIULI: Il patriarca abbandona il Friuli (1401), acquista la porpora cardinalizia e lascia l’incarico.

Antonio II Pancera (1402-1408).
Nato a Protogruaro, già vescovo di Concordia, è nominato patriarca dall’anti-papa Bonifacio IX.
Il castello di Torre di Pordenone è assalito ed incendiato, Giovanni di Ragona è ucciso con tutti i suoi familiari (1402).
Il patriarca assegna alla propria famiglia il castello di Zoppola (1405) e segue politica filo-Veneziana suscitando le proteste di Cividale che scrive a Roma (1407). Gregorio XII lo rimuove dall’incarico (1408) ma è confermato dal concilio di Pisa.
DUINO: Lamberto Walsee signore di Duino ottiene in pegno la “contea” d’Istria (1407).

Antonio III da Ponte (1409-1412).
Veneziano, vescovo di Concordia.
FRIULI: Nominato al posto del precedente da Gregorio XII che indice a Udine il concilio ecumenico (VI 1409) ma l’ostilità dei Savorgnan, degli Udinesi e di Venezia che appoggiano Antonio Pancera costringono il papa a fuggire con pochi conciliari. Presso Belgrado il papa è assalito da alcune centinaia di cavalieri e fanti, perde il bagaglio ma ripara a Porto Latisana dove s’imbarca per Rimini.
Cividale trova l’aiuto di Sigismondo I di Lussemburgo re d’Ungheria (figlio dell’imperatore Carlo IV) e di Enrico IV conte di Gorizia, mentre il fratello Giovanni Mainardo patteggia per Antonio II Pancera.
Federico di Ortenburg conte di Carinzia, rettore imperiale del patriarcato, occupa alcune località friulane, è accolto a Cividale (XII 1409), e guerreggia contro Udine con brevi tregue d’intervallo.
Antonio da Ponte rimane latitante, si limita ad avere rapporti epistolari con Udine finché riceve la nomina a cardinale dall’antipapa Giovanni XXIII ed è sollevato dall’incarico (VI 1411) assieme ad Antonio II Pancera.

Lodovico III di Teck (1412-1439).
Magnate Ungherese, nominato principe temporale (non patriarca) da Sigimondo I di Lussemburgo re di Germania, (dal 21 VII 1411).
Riceve l’investitura da Enrico IV conte di Gorizia (10 VII 1412).
È frattanto scoppiata la Guerra tra Venezia e l’Ungheria (1411-1413), la prima mira al controllo dei passi alpini mentre la seconda cerca uno sbocco sull’Adriatico:

TRIESTE: Il comune di Trieste per evitare di farsi coinvolgere nella guerra affida per quattro mesi il governo a 6 patrizi riuniti nel Collegio della Balia (31 I 1411). Perdurando la guerra il collegio vede rinnovati i propri poteri e ne abusa, soprattutto ai danni della curia vescovile alla quale occupa il castello di Vichumberg all’estinzine dei vassalli, usurpa i beni (1416), avvoca a sé l’amministrazione e la burocrazia, si intromette nell’elezione del vescovo (viene perciò scomunicato). Il Collegio inoltre autorizza un omicidio, espelle dal concilio tre patrizi e li mette al bando, ma questi si appellano al duca che impone di sciogliere il collegio. Tranne l’espulsione dei tre patrizi tutte le altre sentenze rimangono valide, è garantita l’impunità e la protezione ai membri del collegio, gli statuti e gli atti del collegio sono bruciati (per far sparire prove compromettenti).

FRIULI: Mentre l’Ungheria combatte nei Balcani, Venezia sconfigge rapidamente gli Osmani sul mare, firma con essi la pace (9 VII 1416) ed intraprende l’Occupazione del Patriarcato (1418-1420):

Occupato il patriarcato, Venezia lo difende dai tentativi di riscossa diplomatici e militari di Ludovico di Teck:




Principali Cariche della “Contea” d’Istria

Capitano

Rappresenta il conte di Gorizia (poi il duca d’Austria). Si occupa della difesa e della giustizia, esclusa la pena di morte.

Landrichter (Giudice)

Si occupa della giustizia.

Gastaldo

Si occupa della riscossione delle decime e delle prestazioni, registrati negli Urbari. Nessuna città gode di autonomie municipali.

Nobili

Governano feudi diretti o d’abitanza. Forniscono servizio militare gratuito nel territorio della contea, a pagamento se fuori. Si riuniscono in assemblea dai poteri limitati.

Zupani

Eletti annualmente dai capifamiglia e confermati dal capitano. Curano l’ordine pubblico e la bassa giustizia delle ville affiancati da giudici. Sono inoltre eletti un portinaro, uno sbirro, un mesner ed un fabro.




Principali Cariche dei Comuni nel Marchesato d’Istria

Podestà

Detiene i poteri civili e militari.
Ha sostituito i Consoli nel XII sec., documentato per la prima volta a Capodistria (1186), Pirano (1192), Parenzo (1194), Pola (1199) e Trieste (1216).
In seguito è nominato da Venezia alla quale giura fedeltà, e ne segue le disposizioni.

Consoli
o Giudici

Curano l’amministrazione, le milizie o la giustizia, in seguito sono solo consiglieri affiancati al podestà.
Hanno sostituito gli Scabini, nominati dal marchese, nel XI-XII sec..

Consiglio Minore,
di Credenza
o di Governo

Cura l’amministrazione e il governo cittadino.

Consiglio Maggiore
o del Popolo

Vota le leggi, decide la pace e la guerra, determina le imposte ed elegge i magistrati.

Arengo

Riunione di tutto il popolo, riunito sempre più raramente e solo per comunicazioni importanti.
Il Palazzo comunale è documentato a Parenzo (1297), Pirano (1295), Trieste (1295) e Pola (1300).
Gli Statuti, compilati tra il 1180 ed il 1200, rimangono in uso fino all’avvento del Codice Napoleonico (1 V 1806).




  1. Introduzione.
  2. La Dominazione Romana - Periodo Repubblicano.
  3. La Dominazione Romana - Periodo Imperiale.
  4. I Regni Barbarici - Ostrogoti, Bizantini e Longobardi.
  5. La Dominazione Franca e l'Avvento dell'Impero.
  6. Il Patriarcato d'Aquileia - Patriarchi "Ghibellini".
  7. Il Patriarcato d'Aquileia - Patriarchi "Guelfi".
  8. La Dominazione Veneziana (fino al 1500).

  9. Dinastie e Genealogie.
  10. Campagne D.B.A. nella regione Friuli-Venezia Giulia.


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