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Rodoaldo (963-983).
FRIULI: Il patriarca riceve in dono dall’imperatore Ottone I il monastero benedettino di
Sesto al Reghena, il castello di Farra d’Isonzo, beni in Friuli, in Carso e tutto il
territorio tra la Strata Hungarorum ed il mare (29 IV 967). Fonda poi il castello
di Aviano (976).
L’Imperatore Ottone II sconfigge e depone il cugino ribelle Enrico II "Il Rissosso" duca
di Baviera (976) e gli toglie il ducato di Carinzia (dato con Pordenone ad Enrico di
Scheyren), la contea del Friuli e la marca Orientale (Alta Austria), data a suo nipote
Leopoldo I Babenberg che poi ottiene anche l’Istria con Trieste (995).
VENETO: L’imperatore Ottone II istituisce la marca Veronese staccandola dalla contea del
Friuli (982).
FRIULI: Il patriarca riceve in dono dall’Imperatore Ottone II i castelli di Buga (Buia),
Groang (Girvagno), Castrum Uteni (è il primo documento che menzioni la cittè
di Udine), Braitan (Brazzacco) e Fagagna (11 VI 983).
DALMAZIA: La flotta di Venezia prende le isole di Curzola, Lesina e sbaraglia i pirati
serbi di Narenta (997), dopo essersi alleata a Trieste, a numerose città istriane
(Pola, Parenzo, Capodistria, Emona, Rovigo, Umago), dalmate (Zara, Spalato, Sebenicco,
Trau, Belgrado, Almissa, Ragusa) ed isole dalmate (Coronata, Pago, Ossero, Ulissa, Brazza,
Arbe e Cherso).
FRIULI: L’imperatore Ottone III di Sassonia riconosce i diritti episcopali di Concordia
(11 IX 996).
Giovanni IV di Ravenna (984-1019).
DALMAZIA: Orseolo II doge di Venezia sconfigge nuovamente i Narentani (V 1000) ed ottiene
dal Basileus il titolo di Dux Dalmatae.
FRIULI: Il patriarca e Vahrient (Werifano) conte del Friuli e d’Istria ricevono in dono
dall’Imperatore Ottone II il castello di Silicanum (Salcano), villa Goriza (per la prima
volta menzionata) e le ville tra l’Isonzo, il Vipacco le Alpi (28 V 1001).
CARNIOLA: L’Imperatore Enrico II dona il castello di Bled ai vescovi di Bressanone (1004)
ai quali rimane fino all’epoca napoleonica.
ISTRIA: Ottone doge di Venezia ottiene un tributo da Arbe, Ossero e Veglia (1018).
Wolfang di Treffen (1019-1042).
Detto Poppone, è figlio del barone bavarese Ozi. Abolisce le leggi longobarde,
bavare e saliche proclamando valido il solo diritto romano.
FRIULI: Il patriarca accompagna l’Imperatore Enrico II “Il Santo ” (figlio di Enrico "Il Rissosso") in Campania contro i Normanni
(1022), poi toglie Grado a Venezia (1023) che la riprende (1025).
Il patriarca accompagna a Roma Corrado II "Il Salico" di Franconia per l’incoronazione imperiale (1027) e riceve una selva (9 X
1028). Il diritto di battere monete d’argento (datato 11 IX 1028) è invece un falso del patriarca Pelgrim II (1195-1204).
Alla morte di Marquardo di Mürzal, marito di Edvige (figlia di Vahrient), la contea del Friuli passa al figlio Azzone mentre il
castello di Scalcano e villa Gorizia passano al genero Marquardo III di Eppenstein (1029-1076)
avvocato della chiesa d’Aquileia e figlio di Adalberto di Eppenstein duca di Carinzia (1012-1035).
CARINZIA: L’Imperatore Corrado II "Il Salico" di Franconia sconfigge presso Ulma (1019) il ribelle Adalberto di Eppenstein duca
di Carinzia, margravio di Verona, e gli toglie i domini inutilmente reclamati alla dieta di Verona (1027), poi anche l’Istria (1031). Dalla
Carinzia separa poi la marca superiore della Mur (futura Stiria), assegnata a Arnold von Lambach (1035).
FRIULI: L’imperatore Corrado II “Il Salico” concede i “50 benefici” al patriarca (13 VII 1031) che riconsacra la basilica di Aquileia
(1031), riedificata in stile romanico. Al patriarca sono attribuite l’erezione del campanile di Aquileia (esistente, anche se rimaneggiato),
di un palazzo patriarcale (scomparso) e del monastero della Benedettine.
Il patriarca trattiene Ariberto arcivescovo di Milano in prigionia per conto di Corrado II (1037), ed ospita l’imperatore di ritorno in
Germania (1038).
ISTRIA: L’imperatore Enrico III "Il Nero" di Franconia concede ad Ulrico I di Weimar conte d’Istria (1037-1040), il titolo di
margravio d’Istria (1040-1070), staccato dal ducato di Carinzia, ereditario e dipendente dal re di Germania, poi anche la
Carniola (elevata a margraviato, 1039). Il margravio controlla la milizia, la giustizia, la dogana, i pedaggi e governa i propri domini
mediante la nomina di un Nuntius Marchonis, di Locopositi e Gastaldi, mentre gli Scabini cittadini sono eletti
dall’Arengo.
FRIULI: Il patriarca toglie nuovamente Grado a Venezia e la saccheggia (1042).
Everardo d’Augusta (1042-1062).
ISTRIA: Nella guerra di successione del ducato di Carinzia, Ulrico I di Weimar margravio d’Istria partecipa con
l’Imperatore Enrico III “Il Nero” alla campagna contro l’Ungheria (1041-44), sposa Sofia, figlia di Bela re d’Ungheria, e riceve il
margraviato di Carniola (1044).
Gedeboldo di Spira (1049-1062).
FRIULI: L’imperatore Enrico III investe il patriarca del comitato del Friuli e del marchesato d’Istria (1050).
GORIZIA: Un documento nomina Marquardo III di Eppenstein conte di Gorizia (1060), titolo documentato per la prima
volta.
ISTRIA: Ulrico I di Weimar margravio d’Istria fa giurare la “Pace Generale” ai grandi feudatari, ai vescovi, ai liberi delle
città, dei castelli e delle ville (1061).
Sigeardo di Tengling (1068-1077).
ISTRIA: Ulrico I di Weimar margravio d’Istria muore (1070) lasciando due figli minorenni: Popone III ed Ulrico II.
TRIESTE: La carica elettiva degli Scabini, di origine germanica, è sostituita dall’analoga dei Iudices, di origine romana
(1072).
GORIZIA: L’Imperatore Enrico IV di Franconia toglie il ducato di Carinzia al ribelle Bertoldo di Zähringen e lo assegna a Marquardo
III di Eppenstein conte di Gorizia (1073).
FRIULI: Scoppiata la "Lotta delle Investiture" (1075), Sigeardo di Tengling patriarca di Aquileia (1068-1077), Lodovico conte dei
Friuli, Marquardo III di Eppenstein conte di Gorizia e duca di Carinzia, Bertoldo marchese di Verona ed il principe di Salisburgo
sono tra i principi ribelli all’imperatore. Sigeardo partecipa come legato papale alla dieta di Tribur (X 1076).
GORIZIA: Alla morte di Marquardo III di Eppenstein (1076) il primogenito Luitpoldo (1076-1090) ottiene il ducato di Carinzia
mentre il secondogenito Enrico (1076-1090) ottiene la contea di Gorizia.
FRIULI: Dopo la rappacificazione con il papa a Canossa (22 I 1077), il patriarca passa dalla parte dell’Imperatore che riesce a
rientrare in Germania, depone Lodovico conte del Friuli, concede a Sigeardo l’investitura del comitato del Friuli (dieta di Pavia, 3 IV
1077), il margraviato di Carniola ed il margraviato d’Istria (dieta di Norimberga, 11 VI 1077), ma muore lo stesso anno. Il
patriarcato diviene un grande Principato.
Henrich (1077-1084).
Già canonico di Augusta ed arcidiacono di Aquileia.
Giura fedeltà al pontefice e si vede quindi togliere dall’Imperatore Enrico IV i margraviati di Carniola e d’Istria, quest’ultimo
è dato a Enrico di Eppenstein conte di Gorizia.
Il patriarca passa poi dalla parte imperiale (1081) ed ottiene dall’imperatore il privilegio di nominare i vescovi di Trieste e di Parenzo
(20 VII 1081), riconfermato per Trieste (22 VIII 1082), per la quale evidentemente sono sorte contestazioni.
Al concilio di Bressanone partecipa con altri 24 vescovi all’elezione dell’antipapa Clemente III (ed è per questo scomunicato
da papa Gregorio VII), ed accompagna l’imperatore Enrico IV all’assedio di Roma dove muore (21 III 1084).
Swatobor (1084-1086).
Chiamato anche Federico. è nipote del duca di Boemia ed è l’unico patriarca slavo (i seguenti sono tedeschi fino al
1251). è ucciso un anno e mezzo dopo l’elezione.
Ulrich I di Eppenstein (1086-1121).
Figlio di Marquardo III di Eppenstein duca di Carinzia, conte di Gorizia e d’Istria.
Già abate di San Gallo. Viene scomunicato due volte.
CARINZIA e GORIZIA: Suo fratello minore Enrico di Eppenstein conte di Gorizia e margravio d’Istria succede al fratello maggiore
Luitpoldo nel ducato di Carinzia (1090), rende l’Istria a Popone III ed Ulrico II di Weimar (figli di Ulrico I) e cede la contea di
Gorizia al parente carinziano Mainardo I di Lurngau-Heimöfls (1090-1149), già conte di Pusteria, di Lurn (con Lienz) e
possessore di terre presso il Möll (i suoi discendenti saliranno al governo di Istria, Tirolo, Carinzia e Boemia, la dinastia
termina nel 1500).
FRIULI: Il patriarca ottiene dall’Imperatore Enrico IV il margraviato di Carniola (1093), da Ulrico II di Weimar monasteri e ville in
Istria.
I guerrieri ed i pellegrini che prendono parte alle prime crociate (conte di Tolosa e Ademaro di Puy) transitano per la regione (1097),
in seguito sorgono numerosi ospizi dei cavalieri Ospitalieri e Teutonici.
ISTRIA: Un documento attesta, per la prima volta, l’esistenza di villaggi con nomi slavi in Istria (1102), un altro è il
più antico documento in volgare istriano (1106), dialetto indicato anche da Dante nel De Volgari Eloquentia.
Dopo la morte di Popone III ed Ulrico II di Weimar (1102), i loro beni passano alla chiesa Aquileiese che reclama anche il
margraviato d’Istria, concesso invece dall’imperatore Enrico V di Franconia a Burcardo (di Moosburg ?), poi al bavarese
Enghelbert II di Ortenburg-Sponheim (1112-1124).
FRIULI: Il patriarca accompagna Enrico V a Roma, tiene prigioniero papa Pasquale II e media la pace tra i due (1112). In regione
favorisce la fondazione di numerosi monasteri secondo lo spirito di riforma partito da Cluny. Eleva ad abbazia il monastero di
Rosazzo (1090), fonda il monastero di Moggio (1119), ricostruisce i monasteri di San Giovanni in Tuba, Belligna ed Arnoldstein
(Carinzia).
Gerardo di Premariacco (1122-1129).
Il patriarca appoggia l’imperatore Enrico V contro il papato ed è perciò privato dell’investitura da Onorio II,
assieme a Giovanni V patriarca di Grado e ad altri vescovi.
CARINZIA: Enrico di Eppenstein duca di Carinzia muore (1122) senza eredi diretti, ultimo della casata. Gli succede Enrico III di
Ortenburg-Sponheim (1122-1124) poi suo fratello Enghelbert II margravio d’Istria, che cede questo domino al suo secondogenito
Enghelbert III (1124-1173), quasi sempre assente (La casata governa la Carinzia fino al 1269). Pordenone passa invece a Leopoldo
III “Il Forte” margravio di Stiria (1122-1129).
Enghelbert (1130-1131).
Pilgrim I di Pao e Beseno (1131-1161).
La famiglia è di Trento. Fonda i monasteri di Wiktring (Carinzia) e Sittich (Slovenia).
TRIESTE: Dietemaro vescovo di Trieste compone le prime dispute di confine con Dieltamo burgravio di Duino (1139), che
possiede feudi anche in Carsia ed in Istria. Sono per la prima volta documentati il titolo di burgravio di Duino, feudatario patriarcale,
e l’esistenza del Comune di Trieste (1139).
FRIULI: Il patriarca è con papa Innocenzo II contro Rinaldo abate di Montecassino che appoggia lo scismatico Anacleto II
(1137), poi con papa Eugenio III a Brescia (1146).
ISTRIA: Venezia sottomette Pola e Capodistria (1145), inutilmente contrastata da Enrico di Lurngau (figlio di Mainardo I conte di
Gorizia).
Enghelbert II di Lurngau conte di Gorizia (1149-1187) accompagna Corrado III di Svevia re di Germania alla seconda crociata. Al
ritorno Corrado III soggiorna a Pola (II 1149) ed il partito anti-veneziano torna al potere. Venezia sottomette nuovamente Pola
(1150) ed ottiene un tributo, lo stesso da Rovigno, Parenzo, Umago, Cittanova e Pirano. Il doge assume il titolo di Duces Totius
Istriae.
GORIZIA: Enghelbert II conte di Gorizia ottiene il palatinato Carinziano (cioè l’amministrazione dei beni imperiali in
Carinzia) mentre per i feudi in Friuli è accusato di abusi dalla corte patriarcale, si presenta armato ed imprigiona Piligrim I, ma
deve liberarlo per le pressioni degli altri feudatari (1150).
DALMAZIA: Enrico patriarca di Grado ottiene dal papa Adriano IV la giurisdizione di Zara, elevata ad arcivescovato, e dei vescovi
del territorio bizantino (1157).
FRIULI: Il patriarca partecipa con l’imperatore Federico I di Hohenstaufen, detto "Barbarossa" (appoggiato anche da Enghelbert II
conte di Gorizia), al primo assedio di Milano (1158, con Enrico I Jasomirgott duca d’Austria), all’assedio di Crema (1159-1160),
all’elezione dell’antipapa Vittore IV a Pavia (1160) ed al secondo assedio di Milano, che è rasa al suolo (1161-1162).
Ulrich II di Treffen (1161-1182).
Dei conti bavaresi Ozi di Treffen.
FRIULI: Il patriarca aumenta il feudalesimo, riforma il clero, assegna privilegi alla nobiltà, favorisce l’immigrazione di militi
tedeschi ed appoggia l’imperatore Federico I “Barbarossa”.
Conquista Grado (1162) ma l’anno seguente è catturato, con 12 canonici e 70 nobili friulani, dal doge Vitale Micheli ed
è dileggiato pubblicamente in Piazza San Marco.
Guecelletto da Prata è sconfitto dal suocero Ezzelino I "Il Balbo" (15 VIII 1165).
ISTRIA: L’Imperatore Federico I “Barbarossa” assegna il marchesato d’Istria a Bertoldo III conte di Andechs (1173-1185) che
possiede feudi in Tirolo, Baviera, Carniola e Carinzia (anche Trieste), è imparentato con il re di Francia, con il re d’Ungheria
e con il duca di Slesia. Bertoldo III è con l’Imperatore al vano assedio di Alessandria (1175) ed alla sconfitta di Legnano
(29 V 1176).
FRIULI: Il patriarca è nominato vicario imperiale, legato pontificio e media le trattative tra l’imperatore, il papa ed i comuni
lombardi fino alla pace di Venezia (1 VIII 1177).
Guecelletto da Prata è nominato podestà di Treviso (dal 1179 al 1182).
ISTRIA: Nel concilio Lateranense (1180) il patriarca compone le dispute con Enrico patriarca di Grado riguardo l’Istria, ottenendo
Trieste, Capodistria, Parenzo, Cittanova, Pola e Pedena. Dalla stessa data il patriarcato inizia a coniare monete d’argento.
Otto von Wittelsbach è nominato duca di Baviera dall’imperatore Federico I (1180, la sua casa lo terrà fino al
1918).
Bertoldo III conte di Andechs, I marchese d’Istria è investito del piccolo ducato di Merania, attorno alla cittadina di Merano,
in Tirolo (1180), ed è poi tra i firmatari della pace di Costanza (25 VI 1183).
Il comune di Capodistria ottiene da Venezia il monopolio marittimo del sale istriano (1182).
Gottfried di Hohenstaufen (1182-1194).
FRIULI: Il patriarca è investito del comitato del Friuli, del marchesato d’Istria e del contado di Giapidia, è il primo
ad indicare il proprio nome sulle monete (imitato dai successori). Sotto i suo governo iniziano le guerre contro il vicino
comune di Treviso (1183), per il controllo dei vescovadi di Feltre, Belluno e Ceneda.
Il vescovo di Trieste è presente a Costanza alla siglatura della pace tra papato ed impero (1183).
Il patriarca incorona a Milano Enrico di Svevia (figlio di Federico “Barbarossa”) re d’Italia (I 1186).
STIRIA: Ottocaro VI duca di Stiria vende i domini (compresa Pordenone) al suocero Leopoldo V di Babenberg duca d’Austria
(1186), poi muore senza lasciare eredi diretti (1192).
ISTRIA: Papa Alessandro III eleva Capodistria a sede vescovile (1186). Il comune di Rovigno conclude un trattato commerciale
con Ragusa (1188) ed il comune di Pirano conclude un trattato commerciale con Spalato (1192).
FRIULI: Scontri armati tra patriarcali e Trevigiani (1188). Federico di Cuccagna rapisce Ginevra, figlia di Artico de Strasho (1188).
Gemona diviene libero comune (1189). Il comune di Sacile riceve dall’imperatore Federico I “Barbarossa” il permesso di darsi uno
statuto, il più antico del Friuli (1190).
L’imperatore nomina vicario imperiale il patriarca d’Aquileia e parte per la terza crociata (1190) assieme a Bertoldo IV conte di
Andechs, II duca di Merania, marchese d’Istria (1188-1204), successo al padre Bertoldo III.
TRIESTE: Dopo due anni di dispute, l’elezione del vescovo di Trieste è delegata al capitolo (1192).
GORIZIA: Mainardo II conte di Gorizia (1187-1233), successo con il fratello Enghelbert III (1187-1220) al padre Enghelbert II di
Lurngau conte di Gorizia, tenta di catturare Riccardo “Cuordileone” re d’Inghilterra di ritorno dalla terza crociata (1192) che sfugge
ma è preso da Leopoldo V di Babenberg duca d’Austria e di Stiria.
FRIULI: Il comune di Treviso saccheggia le terre di Feltre, Belluno e Ceneda. Il patriarca reagisce devastando una settantina di
villaggi nel Trevigiano, ma muore (9 X 1194) lasciando in eredità al successore grossi debiti e la guerra contro il comune di
Treviso.
Pelgrim II di Ortenburg-Sponheim (1195-1204).
Nato a Cividale, preposto del capitolo Cividalese, arcidiacono d’Aquileia, è figlio di Enghelbert III di Ortenburg-Sponheim
margravio d’Istria (1124-1173). Suo nipote Ulrico II è duca di Carinzia (1181-1202).
ISTRIA: La repubblica di Venezia ottiene il giuramento di fedeltà da Pola (1195).
GORIZIA: Mainardo II conte di Gorizia effettua una spedizione in Terrasanta (1198) ed è presente ad Acri alla morte di
Federico I “Il Cattolico” di Babenberg duca d’Austria (31 XII 1198), figlio di Leopoldo V.
FRIULI: Il patriarca si mantiene neutrale nella guerra scoppiata nel 1198 tra il ghibellino Filippo di Svevia re di Germania (figlio di
Federico “Barbarossa”) ed il guelfo ribelle Ottone duca di Brunswich ma prosegue la guerra contro Treviso:
Guecelletto da Prata sconfitto dai Ezzelino II da Romano podestà di Treviso (1190) e nuovamente dai
trevigiani (1193 e 1199) deve costituirsi loro cittadino.
Pordenone (dei Babemberg) entra nella lega Ghibellina che comprende il comune di Treviso (con i da Camino),
Ezzelino II “Il Monaco” ed alcuni feudatari del patriarcato: Guecelletto e Gabriele di Prata, Mainardo II ed Enghelbert III conti di
Gorizia (1200).
I patriarcali assediano Pordenone ma sono sconfitti dalla lega presso Valvasone (1200).
Ulrico II di Ortenburg-Sponheim duca di Carinzia, suo fratello Bernardo, Leopoldo VI “Il Glorioso” di
Babenberg duca d’Austria (dal fratello Federico I) e di Stiria (dal padre Leopoldo V), Bertoldo IV conte di Andechs, II duca di
Merania, IV marchese d’Istria cercano di mediare la pace. Un congresso a San Quirino, presso Cormons, (27 I o 13 XII 1202)
definisce il dissidio del Patriarca con Mainardo II ed Enghelbert III conti di Gorizia che escono dalla lega ghibellina, ottengono
piena sovranità per il castello di Gorizia ed il possesso delle terre occupate. I conti di Gorizia emettono le prime
monete.
Il patriarca provoca l’intervento della repubblica di Venezia contro Treviso che accetta la pace. Pordenone
rimane ai Babenberg (1203).
ISTRIA: Mainardo II conte di Gorizia è nominato per l’Istria nuntius marchionis dal cognato Bertoldo IV conte di
Andechs, II duca di Merania, IV marchese d’Istria, ottiene dal vescovo di Parenzo l’avvocatura del castello di Pisino, al quale si
aggiungono altre avvocature dai vescovi di Pola, di Trieste (Pedena) e dal patriarca.
La flotta allestita da Venezia per la quarta crociata ottiene la sottomissione di Pola, del comune di Trieste e di Muggia (5 X 1202).
All’epoca il comune di Trieste comprende un gastaldo, tre giudici ed altre 344 persone.
Wolfger di Erla (1204-1218).
Nobile bavarese (detto anche di Ellenbrechtskirchen o di Leubrechtskirchen).
Persegue un’abile politica grazie alla quale riporta le terre patriarcali alla loro massima espansione divenendo il più vasto stato
italiano dell’epoca. Accoglie banchieri senesi, regola la trasmissione dei feudi, favorisce il parlamento del patriarcato. Durante il suo
governo nella regione giungono i primi francescani ma si ha notizia anche della presenza di eretici patarini. Il patriarca inoltre ospita
alcuni minnesäger (Cantori d’Amore) tra i quali il bavarese Wolfram von Eschenbach (1170-1220), autore del “Parzival”
ed il friulano Tomasino di Zercläre, autore del poema moraleggiante “Wälischer Gast” (Ospite Cisalpino).
Dopo l’assassinio dell’imperatore Filippo di Svevia (21 VI 1208), il patriarca appoggia Ottone IV di Brunswich ed è suo
legato in Lombardia (IV 1209), dove ottiene la fedeltà di Milano, Pavia, Piacenza, Cremona e Brescia.
ISTRIA: Ottone di Brunswich accusa Enrico IV di Andechs margravio d’Istria (1204-1208), secondogenito di Bertoldo IV, di
complicità nell’assassinio di Filippo di Svevia, lo depone ed assegna il margraviato a Ludwig I di Wittelsbach duca di
Baviera, detto "Kelhwimer" (figlio di Otto).
Il margraviato è rivendicato da Ottone VII conte di Andechs, I duca di Merania (fratello maggiore di Enrico), da Bernardo di
Sponheim-Ortenburg duca di Carinzia e dal patriarca (in virtù dell’assegnazione di Enrico IV del 1077) che dopo la
rinuncia di Ludwig I duca di Baviera (1208) lo ottiene temporaneamente alla dieta di Augusta (1209) con il palatinato di
Stiria. L'Istria però si ribella al dominio patriarcale.
Enrico IV di Andechs si riconcilia con Ottone IV, riottiene alcuni beni ma non i feudi, tuttavia mantiene il titolo di margravio
dell’Istria fino sua alla morte (1228). Ne approfitta Venezia che occupa Pola (1209) e toglie Umago a Trieste.
FRIULI: Rotta l’alleanza tra l’imperatore Ottone IV e papa Innocenzo III (XI 1210), il patriarca è con la maggioranza dei
principi tedeschi, a favore del pontefice e di Federico II di Svevia, presso il quale invia come ambasciatore ad Augusta Corrado
vescovo di Trieste (1212).
ISTRIA: In Istria il patriarca favorisce i baroni ed i vescovi a scapito dei comuni (divisi tra loro ed internamente). Le scomuniche e
l’esercito, guidato da Mainardo II conte di Gorizia, si rivelano vani ed il patriarca concede ai comuni la nomina dei podestà,
purché scelti in Istria o in Friuli. Trieste e Capodistria nominano quindi per la prima volta un podestà al posto del
gastaldo (1216, il fatto non si ripete fino al 1295).
Il comune di Capodistria conclude un trattato commerciale con Trau (1219).
Pertold V di Andechs (1218-1251).
Poiché il capitolo è diviso sull’elezione, il papa Onorio III gli toglie il diritto di elezione e nomina Pertold di Andechs
arcivescovo di Colonia, figlio terzogenito di Berdoldo IV conte di Andechs, II duca di Merania, margravio d’Istria.
Il patriarca favorisce la diffusione dei francescani, emette le norme dell’Imperatore Federico II contro gli eretici ed i flagellanti,
presenti in regione (1219 ca.).
FRIULI: Il comune di Treviso, alleato con il conte del Tirolo e con Bernardo di Ortenburg-Sponheim duca di Carinzia (Gran
Coppiere del patriarcato), sobilla alla rivolta alcuni feudatari del patriarcato ma Pertold trova l’appoggio del papa, della repubblica
di Venezia, dei comuni di Padova, Vicenza e Verona. I Patriarcali sconfiggono i ribelli a Cavolano (presso Pordenone), saccheggiano
Pordenone, Prata, Porcia, Ceneda (1219) e costringono Treviso alla pace (13 VII 1221), mediata da Ezzelino II da Romano,
fissando il confine sul Livenza. Tuttavia il lodo del legato papale dà torto al patriarca (30 IX 1221).
Dopo che un terremoto distrugge il palazzo patriarcale di Cividale (25 XII 1222), il patriarca risiede abitualmente nel castello di Udine
e concede a questa città (ha circa 1.200 abitanti) un mercato settimanale (1248).
TRIESTE: Il comune di Trieste inizia ad imporsi nel governo con la nomina i consoli (1223). Corrado vescovo di Trieste conia le
prime monete (1223), regola i confini con i signori di Duino (XI 1223), deve cedere alcune località a Giacomo
Tiepolo patriarca di Grado (1229), ed è con il patriarca d’Aquileia a san Germano, quando media la pace tra
l’imperatore Federico II e papa Onorio III (28 VII 1230). È presente anche Leopoldo VI “Il Glorioso” di Babenberg
duca d’Austria, di Stiria e signore di Pordenone.
FRIULI: Il Patriarca si accorda con Mainardo II conte di Gorizia che restituisce le terre del Friuli usurpate e le riottiene in feudo
(1226), garantendo la pace fino alla morte del conte (1233).
Pertold accompagna Federico II in Terrasanta (1228-1229) e riconsacra l’altare del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
ISTRIA: Dal fratello Ottone VII conte di Andechs, I duca di Merania, il patriarca ottiene il marchesato d’Istria (1230) a scapito di
Bernardo di Ortenburg-Sponheim duca di Carinzia, che assale Trieste ma è scomunicato e si ritira. Le spese sostenute per la
difesa costringono Giovanni, vescovo della città, a vendere al comune il diritto di battere moneta ed altri privilegi (1236), ma
solo per la durata del suo incarico, tornando di diritto al successore.
I comuni istriani vogliono mantenere le loro autonomie; Pola è messa al bando dell’Impero e visto inutile l’invio di un esercito
il patriarca concede la nomina dei podestà anche da altre provincie purché confermati dal patriarca.
FRIULI: Nella campagna in Italia del 1231, Federico II ha al proprio fianco il patriarca Pertold, Mainardo III di Lurngau (figlio di
Enghelberto III conte di Gorizia e Matilde Andechs). Il patriarca è presente alla dieta di Ravenna (1231) ed a quella di
Cividale (V 1232).
Gerardo da Camino è invece debellato da Ezzelino da Romano che gli toglie Oderzo (1234) e Motta.
Il Patriarca è all’assedio di Brescia (1238) con l’imperatore Federico II, Mainardo III conte di Gorizia (1233-1258) e
Voldarico vescovo di Trieste, ma subisce una scomunica per pochi mesi (1239), si reca a Roma e si riconcilia con Innocenzo
IV.
ISTRIA: Venezia occupa Pola (1242), dilaniata dalla rivalità tra le famiglie dei Sergi (patrizi e filo-patriarcali) e dei Gionatasi
(popolari e filo-veneziani). La città deve smantellare parte delle mura, consegnare ostaggi, giurare fedeltà ed accettare
un podestà veneziano.
FRIULI: La defezione del patriarca dal partito imperiale causa le incursioni in Friuli di Ezzelino da Romano (1244) e del feudatario
ribelle Guecello di Prata, che sorprende il patriarca con un’imboscata presso Sacile e per poco non lo cattura.
Il patriarca e Voldarico vescovo di Trieste partecipano al concilio di Lione (1245), indetto per confermare la scomunica di Federico
II.
TRIESTE: Le maggiori famiglie nobili di Trieste si uniscono nella Confraternita delle Tredici Casade (1246).
AUSTRIA, STIRIA e CARNIOLA: Federico II “Il Battagliero” di Babemberg duca d’Austria, di Stiria, margravio di Carniola,
signore di Pordenone, che detiene anche il titolo onorifico di Dapifero del Patriarcato (figlio di Leopoldo VI), muore combattendo
gli Ungheresi sulla Leitha (15 VI 1246), privo di eredi. Scoppia la Guerra di Successione per i domini dei Babenberg (1246),
che coinvolge Carinzia, Patriarcato, Gorizia, Ungheria e Boemia.
L’Austria è invasa da Ottokar II Premsyl di Boemia (1246), che sposa Margherita (sorella di Federico II
di Babemberg).
Il palatinato di Stiria è assegnato dall’Imperatore Federico II a Mainardo III conte di Gorizia (1249) che
occupa anche Pordenone.
La Stiria e la Carniola sono occupate da Bela IV re d’Ungheria, che ha acquistato i diritti da Geltrude (nipote di
Federico II di Babemberg), ma dopo una guerra deve cederle ad Ottokar II (pace di Buda, 1254).
MERANIA: Muove Ottone VIII conte di Anches, II duca di Merania (1248) lasciando erede la figlia Agnese che trasmette i feudi (ma
non il titolo ducale) ad Alberto I conte del Tirolo.
FRIULI: Dopo che il patriarca aderisce alla lega Guelfa (1248), Mainardo III ed Ezzelino da Romano si alleano e saccheggiano il
Friuli. Ezzelino occupa Fagagna e fronteggia Pertold di Andechs a San Vito, ma la battaglia non ha luogo (1250). Il patriarca riesce a
rappacificarsi con Mainardo III ed Ezzelino evacua i territori occupati. In questo conflitto le milizie triestine guidate dal capitano
Antonio Ravizza combattono contro Mainardo.
Alla morte del patriarca ha termina la casata degli Andechs e la serie di patriarchi tedeschi.
Generalmente si ritiene che i patriarchi siano stati tutti filo-imperiali (ghibellini) fino al voltafaccia Pertold V (1248), e da allora in poi
tutti filo-papali (guelfi). I fatti dimostrano che i patriarchi (e non solo loro) hanno spesso effettuato scelte politiche più
flessibili e spregiudicate.
Principali Cariche del Patriarcato di Aquileia | |
---|---|
Patriarca |
Principe temporale e metropolita ecclesiastico. Riceve l’investitura imperiale nel duomo di Cividale ed
è consacrato nella basilica di Aquileia. |
Vicario "in Spiritualibus" |
Si occupa degli affari ecclesiastici aiutato da altri prelati. |
Vicario "in Temporaliibus" |
Si occupa degli affari temporali aiutato da altri dignitari. |
Capitano Generale |
Guida l’esercito che arriva a comprendere circa 500 elmi (cavalieri con scudiero e servente) forniti
dai nobili vassalli liberi, ecclesiastici o ministeriali e 20.000 pedoni teorici (poche migliaia in realtà) raccolti nei feudi (servi di
masnada, taglie) e nelle gastaldie, ed organizzati in decene. |
Avvocato |
Rappresenta e tutela legalmente il patriarcato ed il principato. La carica ereditaria è tenuta dai potenti conti di Gorizia. |
Baroni |
Grandi Feudatari con obbligo di omaggio al patriarca e servizio militare personale, diritto di esercitare giustizia e
sub-infeudazione. Tra i maggiori ci sono i conti di Gorizia, i signori di Prata, di Porcia (avvocati del vescovo di Ceneda). Sono
giudicati solo da loro pari. Il feudo si trasmette solo per linea maschile. La nobiltà è tedesca. |
Vescovi, Abati e Capitoli |
Feudatari ecclesiastici, esentati dal prestare servizio militare personale. Tra i maggiori ci sono
l’abate di Moggio, i vescovi di Concordia e di Ceneda (Vittorio Veneto). |
Habitatores |
Feudatari (Gastaldi e Capitani) che amministrano Abitanze Nobili (con diritto di giurisdizione),
Abitanze Minori (riscossione tasse e dazi), castellanie e ville (circa un centinaio). |
Ministeriali (Gasindi o Masnadieri) |
Ministri del Patriarcato, si trasmettono anche in linea femminile: |
Ministeriali Ignobili |
Prestano servizio alla corte patriarcale in cambio di un appezzamento di terra (cocchieri, barbieri, lavandai). |
Arcidiaconi |
Hanno giurisdizione ecclesiastica su circoscrizioni, che comprendono più pievi. |
Municipi |
Comunità urbane dotate di privilegi economici. Il Gastaldo, Podestà o Capitano è
nominato dal Patriarca ed è affiancato da scabini, giudici, il consiglio maggiore e l’arengo (consiglio popolare). |
Vicinie |
Comunità rurali governate da una carica elettiva: sindaco, un decano o un zupan (giudice),
sottoposte ad un feudatario o un municipio. Eleggono inoltre un cameraro che amministra le chiese. |
Parlamento | Assemblea dei rappresentanti del clero (Vescovi, Abati e Capitoli), dei Baroni, dei Ministeriali, degli
Habitatores e dei Municipi (dal XII° sec.). Riunita ogni tre anni. Svolge le funzioni di corte d’appello, anche per i baroni. |
La popolazione è formata da pochi liberi, per lo più nelle città, e dai servi della gleba (80% della popolazione) di
proprietà dei feudatari. L’inizio dell’affrancamento è determinato dalle predicazioni dei domenicani e dei francescani
(XIII° sec.) ma i coloni restano legati alla terra, devono prestare servizi gratuiti e pagare le tasse in natura. |
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