... e l'orgoglio | scuola |
Non é perché ci ho lavorato per quasi 40 anni, né perché son figlio di maestri, né perché é una mia monomania o deformazione professionale, ma sono veramente convinto che la scuola sia il migliore investimento che una nazione possa fare.
Come per gli investimenti finanziari, anche l'investimento culturale si presta a tante scelte, ma anche qui sono i risultati che contano: i Giapponesi sono detentori di una percentuale enorme di brevetti di grande rilievo ed esprimono personalità eccellenti nel campo della cultura e dell'arte...
Qualcuno obietterà: "Ma sono anche detentori del più alto numero di studenti che si suicidano!". Sì, é vero: nessuno é perfetto e forse hanno esagerato.
Ma noi in Italia stiamo esagerando al contrario: abbiamo la più alta percentuale di "maturati" (oltre il 99 % !) e il più alto numero di insuccessi universitari di tutta Europa e, tranne che nel settore della moda, siamo dappertutto e pesantemente tributari di brevetti stranieri.
Questi sono DATI. E ciascuno può tenersi le sue opinioni.
Le mie le esprimo qui di seguito, sinteticamente ma con la sincerità che é la caratteristica di questo sito e con la competenza e l'esperienza che derivano dal mio curricolo.
L'ordine
é cronologico a ritroso: dall'alto in basso, dall'inserimento
più recente a quello più antico . Ciò che viene
inserito non viene più modificato; in caso di ripensamenti
si provvede con aggiunte postume, datate. Le immagini, invece, possono
essere aggiunte in ogni momento. |
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"La
cultura sta alla scuola come l'amore sta al matrimonio" Giuseppe Prezzolini. |
Educare al pensiero divergente | 16.02.2016 |
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Trascrivo qui sotto il link ad una pagina web che descrive perfettamente ciò che in tutti i miei anni di insegnamento è stato il mio credo, la mia stella polare : http://www.tuttaunaltrascuola.it/educazione-disimpariamola/Ed è stata una lotta ..., perchè per molti colleghi, genitori, capi di istituto, ... è molto più "normale" OMOLOGARE, omologarsi, piuttosto che scoprire, nutrire, la propria e altrui individualità ... ! |
Computer scontato ai docenti | 14.9.2004 |
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Finalmente sul sito ministeriale é possibile attuare la procedura per ottenere un PIN per poter acquistare computer portatili a prezzi scontati di almeno il 15 % Cliccando qui potrete dilettarvi a leggere il manuale di ben 20 pagine che vi spiega la farraginosa operazione ... Se vi secca leggere e "combattere" con pin, registrazioni, e amenità simili, fatevi un giretto per internet e ... troverete lo stesso pc in vendita ad un prezzo più basso di quello con lo "sconto ministeriale" ! Provare per credere ! E ... siccome io non critico mai se non ho una alternativa migliore, l'ineffabile MIUR anziché rifilare sta "sola" ai docenti italiani avrebbe dovuto semplicemente: 1) individuare un range di pc e notebook con il miglior rapporto prezzo/prestazioni; 2) chiedere ai docenti di prenotare il modello desiderato (con impegno di acquisto); 3) acquistare uno stock di pc sulla base delle prenotazioni, ricavando un prezzo pari o inferiore a quello che spuntano le grandi catene informatiche (i pezzi sarebbero stati migliaia); 4) spedire i pc prenotati ai provveditorali, pardon CSA, dove gli interessati avrebbero potuto ritirarli, pagandoli con ritenute sullo stipendio, ad un prezzo molto più basso di quello praticato da qualsiasi catena commerciale! Ma allora non si chiamerebbe più Ministero Inefficiente Utile a Raffazzonare ! |
Cambiare la scuola per restare competitivi | 6 luglio 2004 |
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Quanto si legge nel trafiletto qui accanto é rappresentativo di diverse decine di casi analoghi localizzabili anche in Romania, Bulgaria, Albania, ... oltre che nella stessa Cina, ed é emblematico di una realtà che tutti conosciamo ma che non induce chi "comanda" a modificare di un millimetro politiche economiche e sociali rimaste pressocché immutate da quasi un secolo. Tale realtà già da quasi vent'anni (quindi ci sarebbe stato tutto il tempo per mutare mutandis) avrebbe dovuto portare non i signor Ricci ma chi si é avvicendato al governo in Italia a fare questo semplice ragionamento: il costo della vita e il costo aziendale nei cosiddetti "Paesi emergenti" é di almeno 4 volte inferiore a quello italiano (approssimazione per difetto poiché in molti luoghi si arriva anche a 6 o 7 volte in meno), pertanto o siamo capaci di imporre e far valere solide barriere doganali oppure é meglio dislocare in tali Paesi tutte le produzioni che risultino non competitive con quelle di tali Paesi. Non mi dilungo sulla impossibilità ed inopportunità di barriere doganali, ma aggiungo soltanto che non giova a nessuno, e quindi é un comportamento intrinsecamente stupido continuare a produrre, ad esempio, sedie, o caffettiere, ... se possiamo importarle, identiche -e talora migliori- a un prezzo almeno pari ad un terzo di quanto costerebbe produrle in Italia. Ci risparmieremmo molto come consumatori, aiuteremmo le economie di tali Paesi senza ulteriore aggravio per le nostre tasche ed eviteremmo che le nostre aziende omologhe fossero costrette al fallimento. Perché anche se, per fantascientifica ipotesi, non solo il nostro governo fosse riuscito a liberare gli imprenditori dai mille "lacci e lacciuoli" burocratici che scoraggiano tale settore, ma addirittura (prendendo i soldi da qualche forziere magico ...!) lo stato avesse regalato a Luca Ricci una fabbrichetta da 2600 metri quadri chiavi in mano in Italia, assolutamente gratis, Luca Ricci nel giro di pochi anni sarebbe comunque destinato a fallire perché non potrebbe pagare 300 dollari al mese un operaio italiano e dovrebbe soccombere di fronte a chi, in Cina o altrove, lo paga 150. Cosa c'entra questo con la scuola e come far fronte ai milioni di disoccupati che teoricamente verrebbero creati dislocando tutte le produzioni non competivive nei Paesi emergenti. La scuola avrebbe dovuto (ma non é mai troppo tardi per cominciare!) non continuare a perseguire il fine ottocentesco della semplice "istruzione", ma quello dell'eccellenza e del pensiero creativo. In pratica un capovolgimento dell'attuale andazzo: i migliori docenti, nelle migliori scuole, preparerebbero non più milioni di semianalfabeti ma milioni di studenti preparatissimi che, completata la loro formazione in decine di Accademie, Politecnici e Istituti universitari d'eccellenza darebbero vita al secondo "Rinascimento italiano". Con quel che costa la manodopera in Cina e il trasporto marittimo, sarebbe conveniente per tutti che i mattoni, i pistoni e i bulloni li importassimo da lì, mentre noi venderemmo ovunque i prodotti del nostro know-how ingegneristico, tecnologico, artistico. La formazione d'eccellenza ci consentirebbe non solo di divenire e rimanere leaders mondiali nella ricerca, sperimentazione e realizzazione di progetti innovativi e di altissimo valore aggiunto, ma ci consentirebbe di avere sempre un margine di anticipazione rispetto alle "clonazioni" che i nostri prodotti inevitabilmente prima o poi subirebbero. La nostra produzione d'eccellenza e di lusso resterebbe quasi sempre senza competitori, con un numero di potenziali clienti costantemente in crescita (oltre 250.000 milionari -in dollari- nella sola Cina!). E poiché non tutti potremmo diventare ingegneri, progettisti, ricercatori, creatori di grafica, musica, pittura, ecc. dovremmo, semplicemente, restaurare e "vendere" le nostre bellezze climatiche, paesaggistiche, storiche e artistiche, uniche al mondo (dalla sola Cina, sono 100 milioni i cinesi economicamente in grado di venire in vacanza in Italia!). L'arte del restauro (e non dell'oblio), dell'artigianato di lusso, della ristorazione (e non della depredazione esosa), del soggiorno prolungato, guidato e reso ameno darebbero lavoro a milioni di italiani, ad ampia compensazione dei milioni di connazionali che perderebbero il posto a seguito della chiusura delle fabbriche di scarpe, caffettiere e quant'altro verrebbe prodotto nei Paesi emergenti, da imprenditori italiani e su progetto italiano. Questa non é utopia. Utopia é continuare a "sfornare" milioni di studenti mediocri, svogliati e incapaci, in attesa di "occupazione" (senza saper fare davvero nulla) con piccole percentuali di bravi allievi che, per poter mettere a frutto il loro talento, sono destinati ad emigrare verso gli USA e perfino verso Francia e Inghilterra, depauperando continuamente il nostro Paese delle intelligenze migliori e pensando di continuare a vivacchiare cogli extracomunitari, col lavoro nero e con un debito pubblico che non potrà mai ridursi se non saremo capaci di produrre più ricchezza. E' un processo di cambiamento, quello da me indicato, che non si conclude in una o due generazioni e che ha bisogno di lungimiranza e stabilità politica (chimere ?), di responsabilità sindacale (assurdità ?) e di maturità sociale (utopia ?), ma proprio per questo bisogna cominciare SUBITO, e cominciare dalla scuola. Temo però che, con questo clima di contrapposizione ostentata ed ideologica, con questa resistenza al cambiamento manifestata dalla scuola sia contro la riforma Berlinguer, sia adesso contro quella della Moratti, difficilmente potrò sperare che questo lento ma inarrestabile declino del nostro Paese si arresti mentre sarò ancora in vita (anche se spero di campare cent'anni!), perché né a destra, né a sinistra, né al centro intravvedo le capacità di far progetti a lunga scadenza, la consapevolezza di un impegno super partes e la "grinta" per superare le inevitabili resistenze. |
Lettera aperta al ministro Moratti | 22 settembre 2003 |
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Gentile Ministro Moratti, scrivo a Lei come già scrissi a D'Onofrio (1° governo Berlusconi) e a Mario Fierli all'epoca di Berlinguer, con la differenza che stavolta invio copia anche ai giornali, essendomi rammaricato di non averlo fatto le volte precedenti, confidando esclusivamente nell'urbanità dei miei interlocutori che, invece, in perfetto stile "prima repubblica", non mi hanno degnato di una qualche risposta. Non Le mando un dettagliato disegno di legge di riforma della scuola come feci con D'Onofrio, né un circostanziato studio sull'introduzione dell'e-book in sostituzione dei libri di testo cartacei come feci con Fierli: mi sono stufato di dedicare il mio tempo a progetti che vengono cestinati senza neppure dirmi perché. Ma poiché continuo a pensare, testardamente, di essere un cittadino e non un suddito, e che il "mio" ministro abbia il dovere di ascoltare (se non di ricevere personalmente, come mi risulta facciano gli omologhi francesi ..., che non credo siano gli unici) ogni cittadino che abbia un buon motivo, Le scrivo, seppur sinteticamente, confidando anche sul fatto che Lei non è un politico di professione, é una signora bene educata ed é un ministro coraggioso. Il Suo coraggio (pur in epoca di vacche magre, ha varato una riforma che neppure Berlinguer in 5 anni, con grancassa di sinistra e placet CGIL é riuscito a far partire) rischia di essere vanificato non solo da chi rema contro per motivi ideologici, ma da chi non sa, non può o non vuole né smettere di fare nuovi buchi, né turare le falle esistenti. Nessuno più di me condivide la necessità di dare nuovi fondi all'Istruzione (credo che bisognerebbe almeno quadruplicare i bilanci correnti !) ma nell'attuale congiuntura economica credo sia irresponsabile rifiutare la "Sua" politica di tagli, come credo sia imperativo razionalizzare gli attuali investimenti e spendere molto oculatamente. 1) Innanzi tutto perché non imporre a ciascuna scuola di rendere pubblico il proprio bilancio, e in modo anche più dettagliato di quanto, ad esempio, già da tempo sono obbligati a fare i giornali ? 2) E perché perpetuare l'attuale assurdità per cui le scuole debbano contemporaneamente ricevere (e spesso aspettando a lungo!) fondi dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni, oltre che dalla Comunità Europea ? Bossi impone di decentrare ? Che si decentri (anche se io aborrisco tale andazzo), ma che sia UN SOLO ente locale (io sceglierei il Comune) deputato a dare fondi alle scuole, oltre alla C.E. E che tale ente locale eviti quell'incredibile "giochino" per cui, ad esempio, con una mano da (o si impegna a dare) un finanziamento e con l'altra pretenda il pagamento di un servizio, quando potrebbe detrarlo all'origine, ovvero esautori o confligga con i dirigenti scolastici circa la gestione del personale comunale in servizio presso le scuole ! 3) E perché non responsabilizzare, con incentivi e disincentivi economici, sia docenti e non docenti, sia soprattutto i dirigenti scolastici (a tutti i livelli) circa la gestione dei fondi d'istituto ? Ti do questi fondi per raggiungere questo obiettivo: se lo superi ti premio (economicamente), se non lo raggiungi, ti trattengo in busta paga una penalizzazione. Stessa cosa per il rispetto delle scadenze: le rispetti ? Ti premio. Non le rispetti ? Ti penalizzo. 4) E perché non distruggere questo perverso e avvilente meccanismo del "fondo incentivante" e delle "Funzioni Obiettivo" e far gestire le stesse somme ai Dirigenti Scolastici che ben conoscono chi lavora di più e chi meno, chi meglio e chi peggio, obbligandoli a sentire le proposte dei docenti o genitori che volessero farne e a motivare e pubblicizzare le loro scelte ? 5) Mentre sin qui ho proposto solo una diversa gestione degli attuali fondi (senza variazioni in più o in meno), adesso passo ai risparmi o addirittura ai "guadagni": perché non affidare le pulizie delle scuole a ben più efficienti ed economiche imprese esterne, o a cooperative volontarie di genitori, e ridurre il numero di bidelli a quelli strettamente indispensabili durante le attività scolastiche? 6) E perché non incentivare le scuole ad ospitare eventi fieristici, congressuali e "aggregativi" durante la sospensione delle lezioni, consentendo così di raggranellare fondi sussidiari da reinvestire in ambito didattico ? Qualche Dirigente Scolastico "illuminato" fa già qualcosa di simile, con grande invidia dei colleghi che vedono tali scuole divenire vieppiù attrezzate ed ambite, mentre altre chiudono corsi e cadono a pezzi! 7) E perché non far pagare agli stessi alunni i corsi di recupero che sono obbligati a frequentare a causa del loro disimpegno durante l'anno scolastico che li ha portati ad accumulare "debiti formativi" ? La scuola dovrebbe solo limitarsi ad integrare tali somme ove insufficienti o a farsene carico solo in rari casi di indigenza. 8) E perché non incentivare i docenti capaci ad utilizzare le strutture scolastiche (laboratori, palestre, ecc.), in orario extrascolastico, per intraprendere corsi non curricolari rivolti al pubblico (ceramica, arte drammatica, danza, informatica, musica, lingua, ecc. ecc.) o veri e propri "minimaster" a pagamento, i cui proventi venissero divisi tra gli stessi docenti e la scuola ? 9) E perché durante l'estate non utilizzare i convitti statali (attualmente d'estate senza convittori ma con quasi tutto il personale regolarmente" in servizio"!) per ospitare e far fare un'esperienza linguistica, culturale e turistica ad alunni di altre zone del mondo consentendo in tal modo sia alla scuola che al suo personale (in percentuali diverse, poiché il personale gode già del suo stipendio) di raggranellare fondi aggiuntivi ? 10) E perché non ricoprire i tetti degli edifici scolastici con pannelli fotovoltaici che se in un primo tempo costituirebbero una spesa (parzialmente compensata dall'effetto occupazionale nel settore) porterebbero un significativo abbattimento dei costi energetici, continuamente in ascesa ? Sempre disponibile per qualsiasi approfondimento, resto in attesa di altrettante risposte. Nessuna risposta mi é sino ad ora pervenuta dal Ministro Moratti: maleducazione del Ministro, inefficienza (o sabotaggio) del suo staff, o ... bisogna chiamarsi Bossi e sparare cazzate per essere presi in considerazione ? |
DS e PRC attaccano il decreto Granata | 26 agosto 2002 |
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"PALERMO - «Le ragioni climatiche ed economiche per il rinvio dell' anno scolastico sono solo un paravento, la vera ragione dello slittamento della data d' inizio dell' anno scolastico è da ricercare nella volontà del Governo Cuffaro di far partire, già da quest' anno, il buono scuola». Lo sostiene il segretario del PrcGiusto Catania. «La ragione dello scontro a destra è tra laici e cattolici - continua Catania - Cuffaro ha un debito da pagare immediatamente alle scuole private di tendenza, infatti non è un caso che il primo provvedimento messo in calendario per la ripresa dei lavori all' Ars sia la legge d' istituzione del buono scuola che, se approvato i primi di settembre, potrebbe essere esecutiva entro la data d' inizio della scuola». «Solo in questo modo - conclude Catania - può spiegarsi tanto accanimento su un provvedimento che non affronta i problemi reali della scuola in Sicilia». «Le lotte intestine che covano nel governo Cuffaro esplodono irresponsabilmente sulla scuola». Per il segretario regionale dei ds, Antonello Cracolici, «La decisione dell' assessore Fabio Granata di rinviare l' inizio dell' anno scolastico dimostra la superficialità e l' improvvisazione che regna nell' azione di governo». «Si produce un danno a centinaia di migliaia di famiglie siciliane - sostiene Cracolici - per un capriccio dell' assessore e del suo partito che si richiamano ad un presunto ritorno alla tradizione del passato. Si abbia il coraggio di ritornare sui propri passi consentendo ai ragazzi siciliani di iniziare l' anno scolastico come nella gran parte del Paese». «Continuare in maniera arrogante - conclude Cracolici - a sostenere questa decisione assurda, contro la gran parte del mondo scolastico, significa pensare che governare vuol dire comandare sui cittadini e non amministrare nell' interesse della collettività." Trascrizione da "La Sicilia" Se fosse vero l'assunto del segretario del PRC penso che mai come in questo caso "il fine giustifica i mezzi" sia il commento adeguato, perché il tanto vituperato (a sinistra) "buono scuola", già positivamente collaudato in Lombardia, non é altro che il metodo più democratico ed efficiente per mettere in condizione i genitori di scegliere la scuola a loro giudizio "migliore" o più adeguata per i propri figli. Dove riterranno siano le scuole statali, saranno queste ad incassare il "buono scuola", dove saranno invece le private, é giusto siano queste a riceverlo. Io non sono cattolico, non sono tendenzialmente favorevole alle scuole "cattoliche" (come alle scuole "musulmane", o "luterane" o altro...), ma sono favorevole alle scuole "migliori", perché abbiamo bisogno di scuole migliori, e i genitori (e non solo loro ...!) sanno quali sono (dove ci sono!), mi sembra giusto che possano premiarle e possano "dare la sveglia" alle scuole che vedranno venir meno gli "utenti". Ma se l'assunto non fosse vero, vorrei proprio mi si dettagliasse a quale "danno a centinaia di migliaia di famiglie siciliane" si intenda riferire il segretario regionale dei DS. Io, e come me milioni di persone che quando eravamo ragazzi abbiamo sempre iniziato i nostri studi il primo ottobre, non siamo mai stati danneggiati, e non credo affatto che il licenziato dalla "vecchia" scuola elementare, quella col maestro unico, inizio ad ottobre e "sole" 4 ore di lezioni al giorno, fosse meno preparato dei ragazzi licenziati oggi dall'attuale scuola elementare, con inizio a settembre, non meno di 5 ore di lezione al giorno e carosello di insegnanti. Non é una mia opinione soltanto, ma basta confrontare gli elaborati degli esami di quinta del 2002 (per fortuna gli ultimi esami), con quelli degli anni 50 o 60. Basta rileggere e confrontare i programmi d'esami per rilevare in modo lampante che si studiava e si sapeva di più allora piuttosto che oggi. E allora il danno? Il numero complessivo dei giorni di lezione non cambia, si inizia con una temperatura più idonea e si inizia con gli insegnanti al loro posto e una scuola pronta, funzionante. Dov'é il danno ? Perché é proibito andare controcorrente? Perché l'assessore regionale non può esercitare il mandato che gli dà lo Statuto speciale siciliano, visto che in passato quasi mai e in malo modo é stato esercitato? Perché si creano le migliori precondizioni non solo per un buon avvio dell'anno scolastico, ma anche della riforma sperimentale? Perché quel cambiamento della scuola che Berlinguer non riuscì a fare in 5 anni, Moratti lo sta facendo in due anni e nonostante non ci siano soldi (mentre il governo dell'Ulivo restituì, seppur a fini elettorali, soldi ai contribuenti !) ? Già i capi d'istituto, pardon,"dirigenti scolastici" ulivisti stanno preparando la "rivolta dell'autonomia", cioé si propongono di usare quell'autonomia scolastica che in parte é obiettivamente fittizia, ma in larga parte non é stata mai usata per incapacità e pavidità dei dirigenti e dei collegi dei docenti, per avversare la decisione dell' Assessore regionale ed iniziare comunque la scuola il 17 settembre. Se ci saranno disguidi tanto meglio! Così l'assessore impara chi comanda davvero! Che bello spettacolo stiamo dando agli alunni ! Davvero "educativo": la contrapposizione istituzionale anziché la collaborazione, lo scontro ideologico e preconcetto anziché il confronto sui dati oggettivi, il caos e l'incertezza al posto dell'ordine e della chiarezza. Ma tanto, loro, sanno già che "comunque vada, sarà un successo": tutti promossi comunque! |
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