... e l'orgoglio |
... ci sono fatti e persone che mi destano un'emozione che va al di là della semplice stima, simpatia o apprezzamento,fatti e persone che mi fanno essere orgoglioso di appartenere al genere umano ...!
L'ordine
é cronologico a ritroso: dall'alto in basso, dall'inserimento
più recente a quello più antico . Ciò che viene
inserito non viene più modificato; in caso di ripensamenti
si provvede con aggiunte postume, datate. Le immagini, invece, possono
essere aggiunte in ogni momento. |
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La mia stella polare | ||||
La stella polare che ho fatto mia,
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Se Se Se Se Se Se Se Se Se Se Se Se E quel che più conta: Rudyard Kipling |
Nino Italico Amico | 4.4.2018 |
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Un greve silenzio accompagna al regno dei morti un altro illustre nisseno, amato ma evidentemente anche invidiato da molti che non gli hanno mai perdonato di essere, come amava definirsi, "un uomo libero" ! Perchè gli uomini liberi mentre sono in vita suggestionano, emozionano e trascinano donne ed uomini coraggiosi, mentre contemporaneamente disorientano e atterriscono donne ed uomini pavidi che poi, dopo la loro morte, forse con l'oblio tentano di placare il sentimento di inferiorità che forse hanno provato confrontandosi con queste persone rare. Perchè tale è stato Nino Italico Amico, da quando la sua famiglia tornò a Caltanissetta fuggendo fortunosamente dalle terre non più italiane dell'Istria portando con sè niente altro che gli abiti che aveva addosso e una sovrumana voglia di non arrendersi e di ricominciare. E così con fatica, impegno e merito personale, senza "aiuti" e anzi superando preconcetti e invidie politiche, riusci a ricostruirsi una vita contando unicamente sulle proprie capacità e sorretto dai propri ideali. Ecco allora che fa nascere "Telenissa", la seconda TV libera dopo Telebiella, cablando alcuni palazzi intorno a via Carnevale a Caltanissetta, poichè le leggi ancora non permettevano la libera diffusione via etere. Fonda così "I Liberi di Sicilia", un nuovo partito sicilianista che vuole unificare i tanti piccoli movimenti simili e impugnare lo Statuto della Regione Siciliana, fino ad allora e tutt'ora tradito e negletto. La sua salute non gli consentirà di raggiungere impegni maggiori ma continuerà ad essere tra i più vivaci uomini di cultura del nostro tempo, scrivendo articoli, poesie, romanzi e coltivando fino alla fine il gusto del bello e soprattutto dell'onestà e della libertà. E così io, che indegnamente ho avuto il privilegio di essere tra i suoi amici, voglio continuare a ricordarlo: un uomo libero e onesto, sensibile e generoso, un esempio per le generazioni future. |
SONO TORNATO | 14 febbraio 2018 |
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Consiglio a tutti di vederlo perchè, fascisti, antifascisti, qualunquisti, menefreghisti, ... forse siamo cambiati in peggio o forse ... siamo rimasti gli stessi ...! |
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Baària | 13 ottobre 2009 |
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Certo, a voler trovare il "pelo nell'uovo" forse qualche "truciolo" avrebbe potuto essere rimosso ..., forse il livello di bellezza a tutto tondo di "Nuovo cinema Paradiso" non è stato eguagliato, ma sicuramente ci troviamo dinanzi ad un capolavoro. Peccato che avendolo definito tale Berlusconi poco prima che fosse visionato a Venezia, NON gli ha fatto vincere il Leone d'oro che sicuramente avrebbe meritato ..., ma questa è un'ulteriore prova della faziosità ideologica della nostra "intellighenzia" e nulla toglie al valore di un artista come Tornatore che, secondo me, ben poco ha da invidiare a Fellini ... Per me anzi lui è "il Fellini del Sud", con la stessa vis artistica dell'indimenticabile maestro ma coi toni tipici del meridione: entrambi amano ri-cordare, ri-vivere, ri-percorrere fatti, facce, atmosfere, quasi profumi del passato, ma Fellini guarda tutto ciò con l'occhio del "bon-vivent", cercando, sottolineando, apprezzando piacere, sensualità, erotismo, joie de vivre, ... mentre Tornatore, pur non disprezzando gioco ed ironia, non riesce a staccarsi da quella visione austera, dolorante e lacerata tipica proprio del sud e, in particolare, dei siciliani. Ne viene fuori una serie di flashback molto bene "intrecciati" e fluidi che avvincono gli spettatori per tre lunghe ore che volano via come fossero ... tre minuti, ma tre minuti intensi, di storie, di facce, di percezioni sottili, di sfumature intense che ti danno quasi l'impressione persino del ...profumo di ciò che si vede sullo schermo, profumi antichi, di sudore e povertà, ma anche di tanta forza. Spero proprio che questo film venga visto, con adeguati cineforum, nelle nostre scuole, perchè, ancora una volta, proprio quando ci si sente disorientati, come oggi sono molti ragazzi e ragazze, bulletti che devastano "per gioco" le scuole, puttanelle che la danno per una ricarica ..., si ha il bisogno di ri-trovare, ri-scoprire, ri-apprezzare le proprie radici più antiche... E spero che ad Hollywood questo capolavoro trovi giudici più colti e liberi di quelli di Venezia, gratificando con più oscar Baària, anche se credo che anche senza oscar o senza leoni d'oro resterà per sempre tra le più belle opere artistiche dell'umanità. |
Nassiriya | 13.5.2004 |
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Fabrizio Quattrocchi, morto da eroe per mano di barbari, in nome di Allah |
Non ho commentato sul momento la tragedia di Nassiriya, lo faccio adesso con i versi di un collega, che di seguito trascrivo: Nassiriya Ils sont tombés Ils sont tombés Ils sont tombés Ils sont tombés Ils vivent dans nos coeurs Ils vivent ils vivent ils vivent Francesco Lo Valvo A questi nostri martiri nel frattempo si é aggiunto un altro ragazzo Fabrizio Quattrocchi, colpevole solo di essere italiano e di essere finito nelle mani di un pugno di incivili fanatici, che ha saputo morire senza piagnucolare, anzi cercando di togliersi la benda dicendo "Ora vi faccio vedere come sa morire un italiano !" mentre veniva assassinato dinanzi alla telecamera, in nome di Allah. E ogni giorno si allunga l'implacabile stillicidio di altri ragazzi, americani, che vorrebbero tornarsene a casa propria al più presto ma che restano lì obbedendo a degli ordini, mantenendo fede a un impegno, anche se sanno di rischiare la morte ogni giorno. A loro la mia stima e gratitudine, perché con le loro vite stanno difendendo anche me, la civiltà dell'Occidente e dell'Europa e anche la libertà di altri uomini che li sbeffeggiano, li irridono, li disprezzano, bruciano la loro bandiera ingrati e dimentichi che non potrebbero più esprimere tale odio, non potrebbero più sventolare le loro bandiere rosse o iridate se dovessero farlo in un Paese dittatoriale, come quello di Saddam prima di questa guerra, o come tutt'ora è Cuba, il Tibet, la Cina, l' Iran ... |
Addio ad un piccolo grande uomo : LUIGI DI BELLA | 1 luglio 2003 |
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Una morte fisiologica, naturale, ad un'età che può anche considerarsi longeva, ma che ha gettato nello sconforto migliaia di pazienti che forse avrebbero desiderato l'immortalità per questo uomo fisicamente piccolo, ma grande, grandissimo, sia come uomo che come medico, che come scienziato. La cosiddetta "scienza ufficiale", quella stessa che a suo tempo decretò che "il motore a scoppio non avrebbe potuto avere un futuro" o che "l'ulcera gastrica poteva solo essere operata, ma non curata", lo ha catalogato se non tra i cialtroni, tra gli ingenui inventori di terapie inefficaci, ma diverse migliaia di pazienti guariti stanno a dimostrare, anche con le loro cartelle cliniche, la grandezza di questo scienziato. Uno scienziato dalla grande modestia, che ha continuato a lavorare fino alla sua morte visitando e curando pazienti con il suo coctail di farmaci a base di melatonina, bromocriptina, vitamine e complesso ai retinoidi a cui aggiunse (nel 1978) la somatostatina, componenti a cui anche la comunità scientifica riconosce attività anticancerogene. Uno scienziato che non solo non si faceva pagare dai suoi pazienti, ma che a volte regalava pure i farmaci, e che non esitò a rendere pubblico il suo protocollo di cura, senza nulla chiedere in cambio, sottoponendosi ad una sperimentazione che potremmo definire una "farsa all'italiana" se non fosse stata una tragedia per migliaia di pazienti, oltre che una immeritata bocciatura per una terapia valida ed una beffarda, svilente sconfessione per il suo autore, che pur continuò ad affinarla e ad applicarla con stupefacenti risultati, nonostante l'avanzare della sua età e l'amarezza dell'incomprensione. Nessuno scienziato, se non un grande uomo come Di Bella, avrebbe accettato di far eseguire, testare e giudicare il suo protocollo da parte di medici che palesemente avevano dichiarato la loro ostilità a tale terapia (Veronesi e Tirelli, tanto per citarne qualcuno...), giungendo anche alle ingiurie professionali e alla denigrazione dei pazienti; utilizzando prodotti confezionati dall'istituto farmaceutico militare che successivamente, dopo procedimento giudiziario, dovette ammettere di non aver scrupolosamente rispettato il protocollo di confezionamento oltre che di aver immesso in circolazione preparati scaduti; sperimentando su pazienti già in fase terminale e già trattati, inefficacemente, con le terapie invasive tradizionali. Nell'invitare chi legge a saperne di più su http://www.luigidibella.it/ o http://www.tinet.ch/dibella/note.html o altre decine di siti sorti spontaneamente, mi auguro che le sue doti umane (che gli valsero anche l'attribuzione di un Premio della Bontà) e la sua deontologia professionale incentrata sul singolo paziente per calibrare su ciascuno la terapia più idonea, servano da esempio, da stella polare per tutti. E mi auguro che, sedate le invidiuzze malcelate dei "luminari" che sino ad ora lo hanno osteggiato, giunga, seppur postuma, una sperimentazione seria che, verificata la certezza dei risultati, renda disponibile universalmente tale terapia, nonostante le resistenze lobbistiche ed ideologiche. Il Prof. Di Bella desiderava solo questo. |
Luigi Di Bella
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Ciampi: medaglie per i due eroi dell'estate | 17 agosto 2002 |
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Trascrizione dal Noto con commozione che anche il Presidente Ciampi la pensa come me. E noto nelle interviste televisive che molti taliani quasi si vergognano ad usare la parola "eroi", come se fosse talmente desueta e arcaica da divenire impronunciabile. Forse é stata ed é abusata a sproposito (vedi kamikaze palestinesi ...!) ma spero che, anche con l'aiuto di Ciampi, possa essere rivalutata nel suo significato più puro, esclusivo, profondo |
precisazione | 16 agosto 2002 |
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Mi rammarico di non riuscire a citare tutti i nomi di protagonisti di atti di eroismo quali questi qui citati. Sono tanti e non solo italiani, e non tutti hanno l' "onore" di un trafiletto in cronaca. Perché la cronaca privilegia spesso l'economia, la politica, ... altre cose cosiddette "importanti", relegando in quarta, o trentesima pagina notizie come queste: storie non comuni di "ordinario" eroismo che una volta venivano additate ad esempio. Oggi, in una civiltà sempre più egocentrica, egoista, superficiale e sprezzante dei valori più nobili (perché tali valori, come in questo caso, arrivano a costare la propria vita), mi rincuora che esistano uomini come Paolo Foglia o Cesare Sacchi. |
Paolo Foglia | 16 agosto 2002 |
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PAVIA - Un uomo di 35 anni di Bresso (Milano) si è tuffato nelle acque del Ticino per salvare tre persone che rischiavano di annegare, ma dopo averle salvate tutte e tre è stato risucchiato dalla corrente del fiume ed è morto. La tragedia è avvenuta ieri, vicino al ponte imbarchi di Bereguardo (Pavia) IL FATTO - La vittima si chiamava Paolo Foglia, era un nuotatore esperto e proprio ieri festeggiava il suo compleanno. L'uomo non ha estitato a tuffarsi in acqua dopo aver visto un bambino che non riusciva a riemergere. Era un ragazzino albanese di dieci anni. Suo padre e una ragazza stavano inutilmente cercando di riportarlo a riva, correndo lo stesso suo rischio di annegare. LE INDAGINI - I tentativi di soccorso sono stati inutili: quando Paolo Foglia è stato riportato a riva dai vigili del fuoco, era già morto. Il papà del bambino, un operaio di 30 annni, si trova in prognosi riservata, mentre per il piccolo, ricoverato per un principio di annegamento all'ospedale di Pavia, le condizioni sono buone. Trascrizione dal Nessun commento mio. Si commenta da sé. |
Cesare Sacchi | 15 agosto 2002 |
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Rimane ai comandi per evitare i bagnanti Trascrizione dal Nessun commento mio. Si commenta da sé. |
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