Pino Curatolo: opinioni, commenti,osservazioni e proposte dell'autore su ambiente, energia, costume ...
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... e l'orgoglio
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Ammiro quelle persone molto razionali, ordinate, sistematiche che conservano, archiviano foto, documenti e quant'altro li riguardi ..., io non sono tra questi, quindi ho perso (e continuo, nonostante tutto, a perdere ...) molto di ciò che faccio, forse perché non lo considero degno di conservazione, o per mancanza di tempo o di ... interesse, visto che tendenzialmente sono più rivolto a "guardare avanti", a confrontarmi o esplorare il nuovo, piuttosto che crogiolarmi nel deja vu ...
Tuttavia qualcosina ogni tanto vado salvando in questa pagina, particolarmente ciò che ho scritto a giornali o su giornali, o a forum e simili, e che magari non é "etichettabile" semplicemente come "rabbia" o "orgoglio", ma rappresenta un punto di vista che in quel momento mi son sentito di esprimere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ordine é cronologico a ritroso: dall'alto in basso, dall'inserimento più recente a quello più antico . Ciò che viene inserito non viene più modificato; in caso di ripensamenti si provvede con aggiunte postume, datate. Le immagini, invece, possono essere aggiunte in ogni momento.
Pinus Curatulus dixit:
Passato e futuro
- Umanità

 

 
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  O si cambia adesso o ... è finita!
21 febbraio 2018
 

 


Se non fossimo direttamente interessati, questa campagna elettorale per il prossimo 4 marzo potrebbe passare alla storia come la più comica (o tragi-comica...) di tutte le altre, infatti non ci stiamo facendo mancare proprio niente...: gli indagati e i fiancheggiatori di cricche non mancano in quasi tutte le liste più importanti, ma questo è ormai "tradizione"..., ora invece abbiamo la novità dei furbetti dal bonifico taroccato, che fino a ieri inneggiavano all'onestà ma che fino ad oggi son pian piano arrivati al numero di 14 ...su circa 180 parlamentari complessivi !
Alle promesse eravamo già avvezzi, ma mai come stavolta la gara è stata più combattuta e, salvo "ulteriori rilanci" il trionfatore è stato il redivivo Silvio Berlusconi che ha praticamente promesso "tutto a tutti" : mille euro al mese ai disoccupati, più mille ai pensionati che non raggiungono tale cifra mensile, più mille alle "mamme casalinghe senza pensione", più abolizione di IMU, bollo auto e tassa RAI, più esenzione dai contributi previdenziali per i primi sei anni per chi assume giovani a tempo indeterminato, più espulsione di 600.000 immigrati clandestini, più flat tax uguale per tutti al 24 %, più sconto sui debiti fiscali pregressi, più, a giorni alterni, condono per costruzioni "per necessità" oppure semicondono da valutare caso per caso ...!
Fantastico!
Tutti gli altri suoi competitors con le altre "offerte", dal solito aumento dei posti di lavoro, al reddito di cittadinanza, all'abolizione delle tasse universitarie ..., sono rimasti spiazzati di fronte a tale "copertura totale" che si avvale di una novità geniale, quella, appunto, della modulazione dell'offerta "a giorni alterni", che riesce a riverniciare in positivo la realtà negativa di un'alleanza di centrodestra eterogenea e recalcitrante ...!
Così come non si è capito bene se il condono edilizio promesso ci sarà, per chi e come sarà, un giorno si afferma che la flat tax sarà al 24 %, un altro al 14 % perchè uno degli alleati la vorrebbe così, mentre un giorno si promette l'abolizione della legge sulle unioni civili, un altro no, un giorno si giura che non si faranno inciuci, l'altro ci si dice tutto sommato disponibili, un giorno si promette di abolire la Fornero, un altro solo di riformarla ..., così gira e rigira si finisce col promettere "tutto a tutti" e la cosa più tragica è che ... un gran numero di elettori ci crede!
Così almeno dicono tutti i sondaggi che, proprio grazie a tale strategia da venditore di pomata universale per tutti i mali, hanno sino ad ora confermato l'armata di centrodestra come vincente!
L'altra armata Brancaleone del centrosinistra, costretta a difendersi su tre fronti: centrodestra, grillini e sinistra/sinistra, non riuscirà a farsi perdonare l'incredibile arretramento dei diritti dei lavoratori che ha saputo far regredire quasi a condizioni medievali, e arranca malamente per salvare i seggi dei più fedeli e mantenere i numeri necessari per "inciuciare" col centrodestra nel caso questo da solo non riuscisse ad avere una piena maggioranza!
La sinistra/sinistra, col nome che riecheggia uno shampo degli anni 70, Liberi e Uguali, si sforza di recuperare i voti dei delusi e dei nemici di Renzi, promettendo "politiche di sinistra" e disponibilità ad eventuali inciuci con i grillini, i quali invece respingono l'offerta al mittente e proseguono la loro battaglia, soli contro tutti!
Peccato che il terreno dello scontro è la nostra Patria, su uno sfondo internazionale che non promette nulla di buono anzi rischi "a sorpresa", stante l'inaffidabilità di Trump, la lucida follia di Kim-Jong-Un, le satrapie di Ankara e Teheran, l'astuzia di Putin e la sempre crescente potenza della Cina ...!
E in questa situazione, resa pericolosissima dall'attuale legge elettorale che non solo rende incerto l'esito della competizione, ma rende quasi certa l'eventualità di ripetere le votazioni o di ricreare governicchi "balneari" ... c'è ancora quasi un 30 % di italiani che o si dichiara ancora incerto o addirittura afferma di non voler neanche andare a votare!
Quella che in altre elezioni è stata definita la "maggioranza silenziosa" o il partito dei disillusi, degli sfiduciati della politica, attribuendogli quasi un'aureola di "purezza", di incontaminabilità contro tutto questo circo equestre che ho appena finito di descrivere per sommi capi, non si rende conto che questa volta NON è come le altre!
Queste elezioni saranno più paragonabili al referendum monarchia-repubblica, piuttosto che a qualsiasi altra votazione, perchè rappresenteranno, proprio come quel referendum, la possibilità di cambiare radicalmente l'impianto del potere oppure di continuare a soggiacere ai poteri in auge.
Il referendum del 1946 (indipendenemente dal fatto che fosse stato alterato o no da brogli...) rappresentò la fine della monarchia, l'esilio della casa Savoia, la nascita di una costituzione molto equilibrata e di una nuova classe politica inizialmente polarizzata dal supremo interesse di far rinascere l'Italia dalle macerie della guerra persa.
Le elezioni del 4 marzo 2018 rappresenteranno la restaurazione dei principi fondanti della nostra costituzione e la sconfitta delle "camarille" e dei "poteri forti" oppure, viceversa, il rafforzamento ad oltranza di tali vere e proprie cosche di potere, dedite solo alla prosperità di pochissimi privilegiati a fronte di un degrado culturale, economico e sociale di una sempre più grande massa di moderni schiavi, come all'epoca che poi inevitabilmente partorì la Rivoluzione Francese.
Non si tratta di elezioni "qualsiasi" o "come tante" ..., per cui ci sarà, come al solito, chi comprerà voti, chi li venderà, chi annullerà la scheda, chi non andrà a votare affermando che "così dall'elevato numero di astensioni si capirà quanto è forte la protesta ...", per poi o varare il solito governo frutto di troppi compromessi per poter governare realmente o, addirittura essere costretti a tornare alle urne per l'impossibilità di poter formare persino una parvenza di governo ...!
No ! Questa volta ci troviamo di fronte ad una scelta epocale, proprio quasi come nel 1946, in un'Italia in cui pochissimi privilegiati, in forza di leggi e non del loro merito, portano a casa stipendi pubblici di centinaia di migliaia di euro all'anno e moltissimi disgraziati si sforzano di sopravvivere con 450 euro al mese!
Un'Italia in cui grandi lestofanti hanno fatto fallire banche e aziende con buchi multimilionari e continuano a vivere liberi nelle loro ville opportunamente intestate ad altri, mentre grandi onesti lavoratori falliscono per inadempienza contrattuale di enti pubblici e vengono espropriati persino della propria unica casa di abitazione!
Proprio a causa di questo grande squilibrio sociale, aggravato da un numero sempre crescente e ingovernato di immigrati per lo più vaganti, sfruttati o delinquenti, proprio per reazione alla "malapolitica", "malasanità", "malgoverno" su cui grande parte dell'opinione pubblica è concorde, si fanno strada i "qualunquismi" del tipo "sono tutti uguali, quindi io non voto per nessuno", oppure ci si lascia sedurre dalle mirabolanti promesse dei vecchi e nuovi "salvatori della patria".
E allora che fare?
Innanzi tutto bisogna assumersi le proprie responsabilità e ANDARE A VOTARE, perchè anche un solo voto in più o in meno può decidere se la nostra barca continuerà a sprofondare o tornerà a galla, rendendosi conto che, a differenza di tutte le altre volte in cui chi non votava "esprimeva un'opinione" altrettanto rispettabile al confronto di quella di chi invece votava, stavolta, per i motivi che ho enumerato, chi non vota è solo un vigliacco.
Ma per chi votare?
Montanelli ai "bei tempi" sosteneva che lui, pur non essendo democristiano,votava DC "turandosi il naso" ...e dispiace che ancora oggi qualcuno debba turarsi non solo il naso, ma anche occhi e orecchie ..., ma bisogna rendersi conto che l'unico modo per non restare in queste sabbie mobili maleodoranti è sicuramente NON VOTARE I PARTITI "tradizionali", resistere alle sirene berlusconiane, renziane, e di tutti gli altri "vecchi" della politica, per puntare TUTTO sull'unico partito dell'antipolitica che è, e sino ad ora resta, il Movimento 5 stelle.
Perchè di questo partito possiamo deprecare i furbastri dei bonifici fasulli, ma non dobbiamo dimenticare che in poche ore sono stati messi fuori dal partito e TUTTI gli altri parlamentari 5stelle invece hanno confermato la loro onestà versando oltre 23 milioni nelle casse dello stato a sostegno della piccola e media impresa.
Nè dobbiamo dimenticare che restano l'UNICO partito ad aver fatto questa libera donazione, mentre tutti gli altri non solo non l'hanno mai fatto ma si sono anche intascati diversi milioni di rimborsi elettorali a cui i 5stelle hanno RINUNCIATO e hanno avuto decine di assessori regionali condannati anche per appropriazione indebita dei nostri soldi!
Già solo questo li rende meritevoli del voto delle persone oneste, della "maggioranza silenziosa" dei disgustati dalla politica, ma non solo per questo io, che ai 5stelle non mi sono mai iscritto e a cui non ho mai risparmiato critiche, voterò per loro.
Li voterò perchè hanno contro TUTTI, proprio tutti i "poteri forti": hanno contro l'alta finanza e le banche perchè promettono di non lasciarsi più dettare le leggi da loro e finalmente di controllarle; hanno contro i grandi gruppi industriali monopolistici come Telecom, Wind, Autostrade, ecc., ... perchè si impegnano a imporre loro leggi limitanti il loro strapotere e favorevoli ai consumatori; hanno contro quasi tutti i giornali, Rai, Mediaset, e gli altri media perchè sicuramente taglieranno i finanziamenti pubblici ai giornali e non faranno sconti sulla documentabilità delle notizie e sui conflitti di interesse; hanno contro le mafie, la massoneria, i poteri occulti, perchè non hanno scheletri nell'armadio per cui farsi ricattare e tanto coraggio per lottarle per davvero; hanno contro "L'Europa" perchè hanno solennemente dichiarato che faranno valere il peso, anche ma non solo contributivo, dell'Italia e non accetteranno più che il nostro Paese sia l'unico approdo per i migranti ..., hanno contro TUTTI gli altri partiti perchè se davvero avranno la maggioranza allora vedrete che gli stipendi della casta stavolta saranno tagliati obbligatoriamente, insieme a molti privilegi assurdi e costosi ...!
Già solo il numero e l'importanza dei loro avversari deve far capire a ciascuno di noi elettori che se li stanno attaccando TUTTI e ricorrendo ad ogni mezzo, vuol dire che loro sono i primi a temerli davvero perchè sono sicuri che faranno sul serio!
L'attacco contro i 5stelle è concentrico, insistendo con l'accusa di essere incompetenti e incapaci, trascurando il fatto che tutte le realtà locali che stanno amministrando le hanno conquistate perchè erano così sfasciate, infiltrate, ammorbate, che nessun altro se la sentiva di provarci davvero e che, comunque, in tutte hanno risanato i bilanci o ridotto notevolmente i debiti!
Ma non è da sottovalutare anche l'attacco interno da parte sia di quei militanti che secondo me sono stati rinnegati ingiustamente, come Pizzarotti, sia di quei militanti che hanno scoperto solo "dopo" che l' "uno vale uno" non poteva essere e non era realistico, sia di quei militanti che per altri motivi hanno sentito il bisogno di prendere le distanze da certi comportamenti che non hanno ritenuto coerenti con il movimento delle origini.
Ma noi i 5stelle non dobbiamo sposarceli a vita! Dobbiamo solo dargli una vera valanga di voti in modo che possano fare un serio governo con una solida maggioranza, senza le ipoteche e i ricatti che invece già adesso dilaniano i raggruppamenti avversari, in modo che non abbiano nessuna scusante per non attuare fino in fondo il loro programma di "sconti a nessuno", rinnovamento della politica, e dignità per i più deboli.
Ne saranno capaci? Se gli faremo raggiungere il 43 % potremo giudicarli tra 5 anni. Di sicuro sappiamo che i loro avversari, che hanno avuto il potere in questi ultimi decenni, non ne sono stati capaci ! Questa è una solare certezza!
Del resto, mentre tutti gli altri non sanno con sicurezza neppure chi sarà il premier che indicheranno a Mattarella, noi già da mesi conosciamo che il loro premier sarà Luigi di Maio che, contrariamente a quanto afferma Sgarbi, tanto bravo nel campo dell'arte, quanto instabile e contraddittorio in politica, è stato un ottimo vicepresidente della Camera e sicuramente saprà bene inserirsi tra i più giovani premier europei, alla testa di un governo che, per la prima volta, conosceremo tutto PRIMA del 4 marzo, con una "vision" decisamente slegata da interessi di lobbies, capace di proiettare l'Italia verso uno sviluppo ecosostenibile e di riportarla all'avanguardia tra i Paesi più innovatori!
Certo, i ministri li deve nominare Mattarella, certo non sarà facile raggiungere, da soli, il 43 %, ma sono convinto che se davvero chi fino ad oggi, per motivi vari ha scelto di starsene a guardare, invece voterà 5stelle, insieme a tanti che non vorranno farsi nuovamente fregare dal vecchio venditore di pomate o dal nuovo venditore di padelle, allora tale partito potrebbe raggiungere anche il 55 %
E se non dovesse riuscirci, almeno sarà abbastanza forte o da responsabilizzare i pochi altri parlamentari onesti che stanno tra i partiti avversari in modo comunque da formare una maggioranza, oppure costituirà una minoranza ben coesa e agguerrita capace di impedire nuovi inciuci e vecchie consorterie a delinquere.
Ma votiamoli massicciamente stavolta, non stiamo a guardare il capello, non abbocchiamo agli scoop della vigilia ma ricordiamoci che, come nel 1946, qui dipende da tutti noi, da ciascuno di noi che l' Italia possa cambiare rotta o colare a picco, trascinando con sè i sacrifici dei nostri padri e compromettendo irreparabilmente il destino dei nostri figli e nipoti.
 
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  M5s: capire la lezione siciliana
7 novembre 2017
 

 


Il risultato elettorale siciliano si presta a tantissime considerazioni ma mi soffermerò solo sul risultato conseguito dal Movimento 5 stelle che ha davvero sfiorato la possibilità di eleggere il presidente dell'assemblea regionale siciliana, con una vera valanga di voti proveniente non solo dai "grillini".

Sicuramente la "macchina da guerra" messa in campo dal centrodestra, che ha arruolato spudoratamente noti "possessori di pacchetti di voti" e ha candidato una persona molto nota e molto stimata come Musumeci, ha funzionato alla perfezione, ma nonostante tale sua "efficienza" io sono convinto che il movimento di Grillo non è riuscito a batterla perchè ha commesso diversi sbagli sui quali penso debba riflettere seriamente se non vorrà ripetere la stessa scena alle prossime elezioni nazionali.

Il primo errore è stato quello di essersi permesso il lusso spocchioso di perdere migliaia di iscritti e simpatizzanti della prima ora imponendo Cancelleri senza un vero dibattito interno, un vero confronto, una vera scelta condivisa da tutti gli attivisti e da tutti i competitors dello stesso.
Non ho nulla contro Cancelleri, riconosco sia tra i fondatori del movimento in Sicilia, riconosco che sia un personaggio politico molto noto in Sicilia e che forse la sua sua designazione alla carica di governatore aveva il suo perchè, ma non si può tacere che ciò abbia causato reazioni diasporiche all'interno del movimento, che hanno contribuito alla sua mancata elezione a presidente della Sicilia.

Dopo tutto è successo anche in Sicilia ciò che è avvenuto con la designazione di Di Maio a candidato premier, una persona che stimo molto, che forse avrei scelto anch'io, ma che anch'essa è stata praticamente "nominata" per investitura dall'alto anzichè a seguito di un confronto tra diverse altre belle figure del movimento.

Il secondo errore è stato quello non solo di non cercare di "recuperare" quegli attivisti che per un motivo o per l'altro si sono non solo allontanati, ma hanno anche dato vita ad un'altra formazione politica, ma continuare ad aggredirli come fossero nemici e non persone che hanno creduto nei 5stelle fin dall'inizio, ci hanno creduto al punto di bersi quell' "uno vale uno" che si è presto dimostrato ciò che era: utopico e ipocrita.

Questi ex grillini "duri e puri" a loro volta hanno commesso l'imperdonabile errore di fare propaganda contro il movimento 5 stelle e contro Cancelleri esattamente come chi si evira per ... fare uno scorno alla moglie!

Il terzo errore è stato quello di non individuare personalità davvero eccelse quali assessori in pectore, persone di indiscusso prestigio che, anche senza un contributo attivo sul campo, avrebbero attirato sicuramente i consensi di molti dubbiosi o indecisi.

Tanto per fare un solo esempio, quanti voti ha fatto guadagnare e quanti ne ha fatto perdere la candidatura dell'ex sindaco licatese Cambiano, non solo certamente inviso alle migliaia di siciliani che le case le hanno avute già abbattute o che se le vedranno abbattere nonostante lo stesso Cancelleri, a pochi giorni delle votazioni, avesse tentato diesorcizzare con il distinguo delle "case abusive per necessità" che aveva lasciato sperare in un'applicazione più realistica o in una modifica della legge schiacciasassi della "inedificabilità assoluta" ?

Infine, conoscendo la realtà siciliana e l'inveterata "protesta" del "non voto", lo staff grillino può davvero autoassolversi per non aver saputo perforare tale diffusa realtà, magari portando la politica fuori dalle grandi piazze ma dentro i quartieri degradati, dimenticati, abbandonati, assumendosi impegni precisi di soluzione dei loro problemi e di risposte concrete alla atavica carenza idrica e cattiva gestione del territorio?

Penso che sommando insieme le decine di migliaia di voti che per ciascuno dei motivi sopra elencati non sono andati al M5s si sarebbero ottenuti quei circa 6 punti percentuali che hanno fatto la differenza tra chi governerà la Sicilia e chi resterà all'opposizione.

Mancano almeno 4 mesi alle prossime elezioni nazionali; non sono molti ma non sono neanche pochi per trarre insegnamento dalle recenti elezioni siciliane.

Qualcuno dovrà avere il coraggio di recitare il mea culpa ma io sono convinto che se a livello nazionale si chiederà scusa (finalmente e doverosamente!) ai tanti Pizzarotti, Cassimatis, ecc., ri-coinvolgendoli ed integrandoli nella lotta comune, se si indicheranno quali ministri in pectore personalità immacolate e capaci, tipo Gratteri per la Giustizia, ad esempio ..., se si stilerà un programma realistico e non utopico con scelte non ambigue (su abusivismo, euro, Europa, pensioni, anziani, energia, cuneo fiscale, ecc.), se si farà una grande campagna contro l'astensionismo, impegnando il dimezzamento degli stipendi di questi 4 mesi per questa campagna elettorale in modo da contrastare efficacemente i pennivendoli e le testate di regime, allora davvero il M5s potrà sia raggiungere e superare da solo il 40 % dei voti, sia contare su una splendida squadra di governo che potrà realisticamente invertire la corsa dell' Italia verso il baratro della disoccupazione, dello sfruttamento dei lavoratori, dello strozzinaggio dello spread e imboccare la strada dell'innovazione, di un vero Nuovo Risorgimento italiano !

Diversamente, sarà un'altra occasione persa, per i 5 stelle e soprattutto per l'Italia, che ben difficilmente potrà uscire dal circolo vizioso in cui da anni è entrata, alla mercè della vecchia politica dei vecchi pupari.

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  La deprivazione sessuale è disumana
5 novembre 2015
 

 


Uno dei riti di affiliazione della Yakuza prevede il taglio della prima falange del dito mignolo ....
Vuoi far parte della Yakuza? Devi accettare questa mutilazione. Non ti sta bene? Nessuno ti costringe ad entrare.
Vuoi far parte dei preti? Devi accettare il celibato. Non ti sta bene? Puoi anche fingere di accettare la "castità", purchè i tuoi rapporti sessuali restino nascosti, non diano ... scandalo ...
Questa è stata, ed è tutt'ora, la prassi della chiesa cattolica che, a differenza di altre chiese cristiane che invece ben consentono ai preti di sposarsi, è voluta restare "nei secoli fedele" ad un feticcio: la "castità", da essa stessa creato e mai passato per la mente di Cristo ...!
Ecco così l' "usanza" delle perpetue, di inconfessabili rapporti etero ed omosessuali, e perfino di pedofilia ...!
Chi continua a ripetere che Mons. Charamsa aveva accettato il celibato, e addirittura sul celibato aveva anche scritto diversi libri, per cui se non gli sta più bene "esca dal club" ..., dimentica che Charamsa ha tenuto a sottolineare quanto la deprivazione sessuale sia disumana.

La deprivazione sessuale è disumana.

Al punto che in diversi stati persino ai carcerati viene concesso di avere rapporti sessuali con delle professioniste o con le proprie mogli. Ma ai preti no. Ha un qualche senso intelligente tutto ciò?
Vero è che una religione basata su "rivelazioni", su "tavole della legge" scritte di pugno dal suo dio, su "misteri della fede" per nulla sperimentabili, ... evidentemente con la logica e l'intelligenza cartesiana ha ben poco da spartire ..., ma almeno con la biologia dell'essere umano potrebbe cercare di non confliggere ...!
Charamsa non è nè il primo, nè il solo prete ad avere tradito l'obbligo del club a vivere da asessuato, e il club fa benissimo a non volerlo più tra i suoi adepti, come la Yakuza non accetta chi non vuole tagliarsi il mignolino, ma mentre quest'ultima è una menomazione di poco conto, la deprivazione sessuale per molte persone può essere devastante.
E la chiesa cattolica può anche continuare a considerare l'omosessualità una "malattia", ogni club si dà le regole che vuole, i dogmi che vuole, ma la scienza da decenni ormai non la considera neppure una "devianza", ma una delle tante manifestazioni della sessualità dell'essere umano ...
E papa Francesco, se davvero pensa le parole che ha detto in proposito "e chi sono io per giudicare", dovrebbe approfittare sia di questo sinodo, sia di questo forte "grido di dolore" di Charamsa per, quantomeno, non andare più contro la scienza ed andare DAVVERO più a favore dell'UOMO, intero, completo, con i suoi pregi e i suoi difetti e, soprattutto, anche con la sua sessualità che è per fortuna ricca ed ampia.

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  Je suis Charlie
23 febbraio 2015
 

Moltissimi hanno solidarizzato con i redattori (superstiti) di Charlie Hebdo sull'onda dell'emozione suscitata dalla strage perpetrata dai fanatici seguaci dell'ISIS a Parigi. Tantissimi, tranne il vecchio Lepen, che ci ha tenuto a dire "Non, je ne suis pas Charlie" pur manifestando il suo sdegno e orrore per la strage.
E come Lepen tanti, soprattutto cattolici, dopo aver avuto in mano la copia di Charlie Hebdo venduta in tutta Europa allegata a molti quotidiani, si son detti schifati per le "vignette blasfeme" contro la religione cristiana e il papa, ben più "pesanti" di quelle riservate a Maometto ...
E si sono moltiplicati i distinguo o addirittura le irritazioni di molti credenti, non importa se in Dio, in Allah o in chicchessia, sostenendo che "nessuno ha il diritto di offendere le religioni o le credenze di chiunque" ..., o addirittura che la morte i vignettisti di Charlie "se la sono andata a cercare"...
Affermazione che in un primo momento può sembrare condivisibile: perchè mai io che non credo, o credo in un altro dio diverso dal tuo, devo irridere al TUO dio?
E addirittura papa Francesco si è lasciato scappare che offendere il credo altrui è come offendere la mamma e "a chi offende la mia mamma io gli do un pugno!"
A parte il palese contrasto con l'evangelico "a chi ti percuote una guancia offri l'altra guancia" e il solito contorcimento sofistico dei cattolici per cercare di dimostrare che 1+1=1 e non 2, e cioè che contemporaneamente si può sia porgere l'altra guancia sia dare un pugno, seppur per nobili fini, perchè tutto va (come sempre e come al solito ...) "interpretato" ..., io invece oltre a sostenere che non si può rispondere con la morte a chi usa le parole, sostengo anche che ciascuno abbia il diritto di dire ciò che pensa o fantastica nei confronti di idee politiche, costumi, religioni, usanze, ecc. e chi se ne sente offeso è soltanto un ignorante primitivo.
Anch'io, che non sono cristiano, trovo oltre che "forti" anche gratuite diverse vignette satiriche contro dei, santi, papi, profeti e compagnia cantando, ma non riesco a trovare il motivo per cui chi le ha concepite dovrebbe astenersi dal disegnarle, tantopiù all'interno di un giornale che ciascuno può scegliere di comprare o non comprare.
Quotidianamente ciascuno di noi dice o scrive qualcosa che può offendere altri che non la pensano come noi, eppure molti si dicono disgustati della pratica della caccia, infischiandosene di offendere i cacciatori, molti dicono che "i politici sono tutti ladri" senza curarsi nè di fare di tutte le erbe un fascio, nè di offendere anche i politici onesti, molti si dichiarano disgustati dal fumo, considerandolo non solo un "vizio" ma un danno alla salute al punto di proibirlo in molte situazioni, assolutamente fregandosene di chi invece non sa vivere senza fumare ...
E gli esempi potrebbero continuare, perchè per fortuna non la pensiamo tutti alla stessa maniera, nè tutti abbiamo il buongusto di non parlare di corda a casa dell'impiccato ...!
Il buongusto: mi piace molto di più questo confine, anche se è anch'esso opinabile e mutevole e ciò che è di buongusto per me può essere orrendo per un'altro ...
E allora o accettiamo di poter dire liberamente ciò che pensiamo, o torniamo ai costumi ottocenteschi o ancora precedenti) in cui si coprivano le gambe dei pianoforti e si intercalava la frase "con rispetto parlando", o a non molti anni fa quando era proibito parlare in RAI di "membri" del parlamento e un pretore censurava gli hot pant perchè "offendevano il comune senso del pudore".
Parlare dei gay come dei "poveretti", dei "malati" è sicuramente offensivo (oltre che infondato), eppure milioni di cattolici e musulmani lo hanno fatto e continuano a farlo senza che nessuno di quelli che si scandalizzano per le vignette di Charlie abbia mai inarcato un sopracciglio, anzi ha sempre accettato col solito sorrisetto ...
Come pure si sprecano le barzellette postulanti l'ottusità dei carabinieri, ma la mancanza di reazione degli stessi se non addirittura il fatto che siano i primi a riderne e a inventarne altre, è stata la sicura e migliore dimostrazione della loro intelligenza ...!
E allora, dei gay, dei carabinieri (e di tanti altri) possiamo liberamente ridere perchè non ci uccidono e non ci denunciano, mentre dei "credenti" cristiani, musulmani o altro non possiamo perchè i primi ci scomunicano o ci danno "un pugno in faccia" e i secondi ci uccidono e progettano di invaderci?
Per moltissimi musulmani le nostre abitudini occidentali sono depravate, allora smettiamo di andare al mare uomini e donne insieme, smettiamo di mangiare salame e prosciutti, di bere vino, di usare minigonne, ... per timore che qualche loro fanatico ci uccida o ci invada?
E dico qualche loro fanatico e non qualsiasi musulmano perchè, come tra i cristiani, ci sono tra loro i fondamentalisti, i talebani, gli estremisti ma ci sono anche i "moderati" o, se vogliamo essere più sinceri, gli ipocriti che pur recitando il corano e portando la moglie velata in pubblico, in privato si strafanno di prosciutto e di wiski e praticano l'usanza della "moglie per una notte"...!
Ecco perchè pur trovando sgradevoli certe vignette penso che dobbiamo difendere chi le disegna, perchè diversamente, CHI e QUANDO e COME deve censurare COSA ?
E dopo avere censurato le vignette su Allah, Maometto, Dio e Papa, perchè non dovremmo censurare anche quelle sui Capi di Stato e di Governo? Forse sono autorità meno meritevoli di rispetto? E perchè non anche i mullah, i preti e i ... carabinieri allora?
E perchè limitarsi alle vignette e non anche agli scritti, ai libri, ai manifesti, ad internet, alla parola?
Vivremmo in tal modo in un mondo più sicuro o in una riedizione su scala globale del sistema fascista, o stalinista, o della Germania Est, o maoista, o di tanti altri sistemi purtroppo ampiamente sperimentati o tutt'ora ancora vigenti in diversi paesi del mondo?
Ecco perchè è stato importante reagire come a milioni abbiamo reagito, all'attacco stragista a Charlie Hebdo, ed ecco perchè è importante, in tutti i Paesi che vogliano considerarsi liberi, difendere la satira, lo sberleffo che non guarda in faccia nessuno e che suscita dibattito, approfondimento, crescita in maturità e in libertà.

charlie

Il nuovo numero in edicola dopo la pausa successiva alla strage

 

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Aiutiamoli a casa loro
13.4.2011  
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quattrocchi

Il divario democratico ed economico tra i Paesi più industrializzati e quelli "in via di sviluppo" da parecchi decenni ha fatto logicamente ipotizzare un esodo sempre più massiccio verso "il benessere" o quantomeno "la speranza", ma nessun Paese sviluppato ha seriamente predisposto azioni per ridurre questo divario e quindi scongiurare esodi di massa.
Quando era periodo di "vacche grasse", durante e subito dopo il cosiddetto "boom economico" postbellico, le grandi potenze, e con esse anche l'Italia, fecero a gara nel dispensare "aiuti economici" al "terzo mondo" di cui forse meno del 5 % arrivò alle popolazioni, mentre il resto fu fagocitato da dittatori e classi dirigenti locali corrotte, da imprese occidentali truffaldine e persino, di ritorno, dagli stessi Paesi eroganti ai quali gli "aiuti" ritornavano sotto forma di commissioni militari...!
Ma finite le vacche grasse, mentre nei Paesi più sviluppati si stringe la cinghia e aumentano disoccupati e "nuovi poveri", nei Paesi sottosviluppati è ... semplicemente la fame, acuita da desideri mai sopiti di libertà e sottolineata dal maggiore divario economico tra caste, tribù, lobby locali che continuano a detenere potere economico e politico, e chi, non avendo più nulla da perdere, arriva persino a rischiare la propria vita pur di uscire dal suo inferno.
Quando poi alle ragioni economiche si aggiungono e sovrappongono anche le paure per vere e proprie rivoluzioni epocali in atto, il fenomeno emigrazione diventa molto difficile da gestire, qualunque sia il governo.
Ma come per il singolo individuo, anche per i governi la grandezza della sfida è misura della propria grandezza o incapacità.
La Germania dell'Ovest ha affrontato e "digerito" con sacrifici ma con orgoglio il non meno piccolo problema dell'unificazione. Certo, erano "fratelli separati", non erano stranieri, ma è stata capace di accogliere anche centinaia di migliaia tra turchi, kossovari, serbi ...
E l'Italia? Giusto chiedere che il problema degli immigrati è problema europeo e non solo italiano, giusto cercare di ri-attivare trattati coi paesi frontalieri per bloccare il flusso all'origine, ma se il flusso permane e arriva a superare anche i 1000 sbarchi al giorno e ... tutti a Lampedusa?
Ci sono due modi per affrontare il problema: fare "ammuina" o risolverlo davvero; il nostro governo ha deciso di "fare ammuina" nel peggiore dei modi, screditandosi a livello locale e internazionale, incancrenendo la situazione e, manco a dirlo, finendo con lo spendere molto più di quanto si sarebbe potuto.
Il ministro Maroni ha iniziato scegliendo di mantenere chiuso e vuoto il centro di accoglienza di Lampedusa mentre l'isola si riempiva di immigrati, il perchè ce lo deve ancora spiegare. Quando si è reso conto, dopo diversi giorni, che i lampedusani pur avendo fatto l'impossibile per aiutare questi disperati, non potevano più farcela, finalmente ha deciso di aprire il centro che non solo si è riempito immediatamente, ma è andato in sovraffollamento perchè, nel frattempo, non venivano effettuati trasferimenti per altre destinazioni. E' chiaro che quando un centro adatto ad ospitare 800 persone ne contiene 2000 le condizioni diventano da lager, ed è altrettanto chiaro che se i migranti continuano ad arrivare e non li si trasferisce in numero sufficiente, essi devono necessariamente bivaccare dove possono, defecare dove possono, arrangiarsi come possono...!
I Lampedusani mentre da un lato implorano di dislocare altrove i migranti sempre crescenti, dall'altro non si esimono dall'accoglierli come possono e per quel che possono, con una generosità e umanità esemplari, ma quando il numero degli stranieri eguaglia e supera quello dei residenti ... non solo non possono più sostenere tale peso, ma si innescano reazioni legittime quanto poco piacevoli.
Solo a quel punto il ministro La Russa manda una nave militare per trasferire poco più di 300 migranti, meno di un decimo di quanti sono accampati come bestie dappertutto. Perchè spostare una nave militare che può spostarne solo 300 e non un traghetto che possa imbarcarne 1000, anche questo devono ancora spiegarcelo.
Nel frattempo gli sbarchi sull'isola continuano, cominciano i furti, gli scassi, il degrado di un'isola che vive di turismo, la cui stagione è alle porte.
E' solo dopo una sollevazione popolare che finalmente, e lentamente, il governo decide di noleggiare dei traghetti per smaltire il carico umano di Lampedusa. Ha però impiegato tutto il tempo necessario per trattare come bestie gli immigrati, sconvolgere la vita ai lampedusani, fare una pessima figura nel mondo, ipotecare pesantemente la stagione turistica locale, quasi unica attività economica dell'isola.
Ecco allora arrivare Berlusconi in prima persona che, effettivamente, nel giro di pochi giorni smaltisce migliaia di immigrati, compra una villa in loco e promette risarcimenti, sgravi fiscali e promozione pubblicitaria per l'isola.
Problema risolto? Macchè, perchè i migranti continuano ad arrivare a migliaia, la Tunisia è disposta a riaccoglierne poche decine al giorno e dopo i primi rimpatri forzati scoppiano sommosse a Lampedusa, mentre l'Europa ... ribadisce che sono ... fatti nostri!
Ovviamente l'opposizione gira il coltello nella piaga e non suggerisce alcunchè di valido.
Ci provo io: 1) spot a pagamento sulle TV e radio nordafricane che spieghino che è meglio che se ne stiano a casa loro; 2) crediti al 50 % a fondo perduto e per la restante parte al 2 % agli imprenditori italiani che volessero investire in nord Africa; 3) microcrediti alle famiglie nordafricane che presentassero piani di investimento, riadattando in maniera riveduta e corretta il sistema inventato dal premio nobel Yunus in India; 4) decollo EFFETTIVO di un sistema di "borsa del lavoro" via internet che copra almeno al 90 % le offerte-richieste di lavoro in Italia, in modo da individuare con certezza quali, quanti e dove siano posti di lavoro NON coperti da italiani che possano essere coperti da rifugiati.
Sono certo che i fondi globalmente necessari per quanto sopra sarebbero sicuramente notevolmente inferiori ai costi fino ad ora affrontati dallo stato per creare recinti, pagare vitto e affitto di strutture, muovere militari e forze dell'ordine, noleggiare mezzi, risarcire danni, ecc.
Come misura emergenziale (e solo emergenziale) obbligherei tutti i comuni italiani al di sopra dei 10.000 abitanti ad accogliere temporaneamente i richiedenti asilo per far loro svolgere i cosiddetti "lavori socialmente utili" o per conto di imprese locali in difficoltà, in ragione di un immigrato ogni 5000 abitanti, con obbligo di fornirgli vitto, alloggio e una paga simbolica di 20 euro al giorno da coprire con i costi comunque necessari per la realizzazione dei lavori svolti da loro.
Ma i politici nostrani sono come i ... polli di Renzo e io ... posso solo sfogarmi qui...!

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  Non possumus
15 marzo 2011
 

Ho già spiegato qui i motivi, realistici e non ideologici, che da sempre mi fanno ritenere il nucleare da fissione una scelta da rifiutare, da avversare, una scelta che nei secoli futuri ci farà giudicare molto male dai nostri discendenti, e comprendo perfettamente che l'immane terremoto giapponese di questi giorni semmai dimostra che 50 reattori nucleari su 54 hanno bene o male tenuto, nonostante la catastroficità dell'evento, ma ... al momento in cui scrivo sono oltre 200 le persone certamente contaminate, diverse centinaia di migliaia hanno dovuto lasciare precauzionalmente le loro case, a milioni di persone viene detto di non bere acqua corrente e non uscire di casa ... e purtroppo è solo l'inizio!
Detesto chi fa terrorismo, ma detesto altresì chi minimizza, chi "rassicura" nonostante l'evidenza.
E l'evidenza è che neppure la serietà e l'efficienza giapponese possono impedire che qualcosa vada storto in un impianto nucleare, e che le conseguenze sono sempre molto serie.
Siamo fallaci per definizione, ma se qualcosa va storto in una navetta spaziale, se una serie di cuori artificiali è difettosa, se cade un aereo o s'inabissa una nave muoiono certamente delle persone, ma il giorno dopo i funerali la vita continua come prima; a Cernobil la vita non è più come prima, anche se sono già trascorsi 30 anni, e milioni di persone, seppur sopravvissute, continueranno a doversi controllare fino alla morte, sperando che questa non intervenga anticipatamente a causa delle radiazioni.
Certo, è vero, Fukuschina non è Cernobil, almeno fino al momento in cui scrivo, voglio sperare che non lo sarà neanche domani e che comunque tecnici e scienziati riescano a ripadroneggiare i reattori danneggiati non aumentando i danni che sono già avvenuti, ma quante leucemie in più ci saranno comunque in quella zona? E quante altre dovute alla contaminazione da fallout sull'oceano nel quale si nutrono i pesci che poi arrivano sulle loro e nostre tavole?
Ben 24 marinai della portaerei Ronald Reagan sono risultati contaminati, pur incrociando a 150 Km da Fukushima, tantè che è stato deciso di allontanarsi, ed anche a Tokio, a 370 km di distanza, le ambasciate occidentali consigliano di andar via...
Ed è accettabile il disagio per le centinaia di migliaia di sfollati (che stanno diventando milioni) e per un'intera economia che per decine di giorni almeno non potrà riprendere a funzionare perchè queste stesse persone non saranno in grado di raggiungere i loro posti di lavoro?
E, a parte il costo in vittime umane, quanto costerà domare e rimettere in sicurezza i reattori in avaria?
Certamente il mondo ha sete di energia e il Giappone in modo particolare, nè è pensabile di spegnere i 51 reattori ancora ivi funzionanti, quando già si prevede la necessità di razionare l'energia elettrica almeno fino a maggio prossimo, ma credo che sia necessario ripensare radicalmente il modo in cui produrre energia e risparmiarla ove possibile.
E credo che il nucleare da fissione debba essere abbandonato, seppur gradualmente, dove in atto è usato e, a maggior ragione, non implementato dove ancora non c'è.
Intendo in particolare riferirmi al nostro Paese, che ha ampiamente dimostrato di non essere nè serio nè efficiente nel NON saper mettere in sicurezza le vecchie centrali nucleari dismesse, nè di trovare un sito per le vecchie scorie, e che non dà nessuna speranza di maggiore serietà e affidabilità per il futuro.
Se neppure in Giappone sono riusciti a costruire centrali "intrinsecamente sicure", davvero "a prova di tutto", dovremmo riuscirci da noi?
E non si canti il solito ritornello "le centrali incidentate erano di vecchia generazione", perchè anche quelle di nuova generazione lasciano comunque insoluto il problema delle scorie e il problema dell'errore umano che è sempre possibile, oltre agli altri problemi da me già trattati qui.
Per questo, per i nostri figli e per le generazioni future, dobbiamo farci un impegno d'onore assoluto nel sostenere il referendum antinucleare di giugno prossimo: no pasaran, non devono passare.

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  Dobbiamo morire democristiani ?
29 novembre 2010
 

 


C'era una volta la DC, che è stata il più grosso partito italiano per oltre mezzo secolo, fino alla sua scomparsa (apparente), tanto da meritarsi l'appellativo di "balena bianca".
Dietro al suo simbolo, lo scudo crociato, che avrebbe dovuto proteggere e propugnare i cosiddetti "valori cristiani" e cattolici, c'era davvero di tutto: dal credente duro, puro e casto al delinquente marcio, dall'idealista al commerciante di voti, ... era un caravanserraglio tenuto insieme sia dallo spauracchio comunista, che dalla corruzione del potere ("il potere logora ... chi non ce l'ha").
Io non l'ho mai votato, ma tantissimi italiani sì, e tra essi anche personaggi che ben conoscevano la realtà che ho appena descritto ma che sostenevano la necessità di farlo seppure "turandosi il naso", come Montanelli.
Ma il "segreto" più importante della forza della DC era l'elettorato cattolico, capillarmente controllato da migliaia di parroci che, anche grazie alla generalizzata partecipazione alle messe (e ai sermoni, spesso chiaramente politici) domenicali, alle confessioni e alle varie organizzazioni cattoliche (dagli oratori, all'università e alle fabbriche), riuscivano a tener testa persino alla organizzatissima macchina comunista, seppur largamente foraggiata dai rubli sovietici.
Mutatis mutandis, finiti i dollari della CIA da una parte e i rubli del Kremlino dall'altra, sempre più disertate le chiese e annacquati i "valori cattolici", l'elettorato cattolico continua comunque a restare, pervicacemente, detentore di un cospicuo numero di voti, senza i quali nessuna forza politica può ottenere la maggioranza e quindi governare.
Si spiega così l'accoglienza premurosa dei "democristiani" in tutti i partiti, esclusi i radicali, perchè senza dei loro voti nessuno può aspirare alla vittoria elettorale.
Così la Lega Nord, che aveva impostato il suo originario progetto non solo contro "Roma ladrona", ma anche contro i "fratacchioni" che tale ladrona avevano sostenuto, oggi invece va a braccetto coi parroci, piantando crocifissi, mentre l'ex PCI-PDS-DS-PD si ritrova presidente la democristiana Rosy Bindi, anche se è stato abbandonato dalla Binetti...
Niente da stupirsi quindi se il PDL, dichiaratamente cattolico, rinunci ai suoi proclamati principi di libertà e liberalismo per seguire pedissequamente i diktat vaticani promulgando leggi oscurantiste e liberticide come quella sulle staminali e orientando tutta la sua azione di governo per accattivarsi il voto cattolico come, ad esempio, rinunciando a miliardi di gettito su tutte le proprietà ecclesiastiche, pagando acqua e smaltimento rifiuti al Vaticano, sovvenzionando massicciamente le scuole cattoliche, pagando direttamente gli insegnanti di religione scelti dai vescovi (!) come se non bastasse un miliardario 8 x 1000 ingoiato annualmente mediante una originale e poco nota ripartizione.
Ecco perchè anche quando i governi cambiano, la ... musica è sempre la stessa: prostrazione dinanzi al Vaticano che si traduce non solo in un esborso annuo pari a quasi una finanziaria (il che non è irrilevante !)ma in una linea politica retriva e antiquata, indipendentemente dal colore del governo.
A parte il fatto che in un Paese dove si taglia su tutto non si capisce perchè non solo non si tagli sulla chiesa cattolica ma, anzi, si aumentino i finanziamenti alle scuole cattoliche; a parte il fatto che cessare i finanziamenti alla chiesa cattolica contribuirebbe enormemente alla riduzione e, negli anni, anche all'estinzione del nostro debito pubblico, poter essere davvero un "paese laico" (come Spagna, Francia, Olanda, ecc.) contribuirebbe ad affrontare i problemi sociali e di sviluppo senza paraocchi e senza condizionamenti.
E tutto ciò senza ridurre, si badi bene, di un solo micron l'attuale libertà della chiesa cattolica e dei suoi credenti, ai quali uno stato veramente laico mai imporrebbe di divorziare, abortire, rifiutare l'accanimento terapeutico, ecc.
Ma allora perchè nè la destra nè la sinistra riescono, e SOLO in Italia, ad essere autonomi dai condizionamenti vaticani?
Perchè siamo sede del Vaticano? Perchè non abbiamo avuto una rivoluzione francese?
Semplicemente perchè destra e sinistra hanno paura di inimicarsi il vaticano e perdere il "voto cattolico", hanno paura di non continuare ad invitare i vescovi ad ogni cerimonia pubblica (e perchè solo i vescovi e non anche i rabbini, gli "anziani" testimoni di Geova e compagnia cantando?), hanno paura di smettere questa tacita "legittimazione reciproca" tra potere civile e religioso che è il miglior sistema per il mantenimento dello statu quo, dove pochissimi stanno benissimo e moltissimi ... cercano di arrangiarsi come possono!
Dal dopoguerra ad oggi il "voto d'opinione", cioè il voto che viene dato dopo valutazione oculata di volta in volta a chi in quel momento lo "meriti", è andato sempre più crescendo ma, purtroppo è e resterà assolutamente minoritario ancora per molti decenni, di fronte al "voto di appartenenza" prevalentemente cattolico, di gente cioè che vota per i partiti suggeriti dal Vaticano, ad occhi chiusi, a prescindere dalla validità dei loro uomini e delle loro tesi politiche.
In oltre mezzo secolo solo una volta, e per un soffio, son prevalse le tesi laiche in Italia, con l'introduzione del divorzio, ma avvenne perchè anche tra i cattolici le situazioni familiari in attesa di tale soluzione erano tantissime e quindi gli interessati e i loro amici contravvennero alle pressioni antidivorziste vaticane.
Per sconfiggere il "fronte cattolico" quindi bisognerebbe trovare un nuovo obiettivo trasversale, molto sentito da tutti.
E non un obiettivo "alto", come il non accanimento terapeutico o l'eutanasia, ma un obiettivo molto più "quotidiano", che possibilmente solletichi più la "pancia" che lo spirito ...
Molti anni fa i radicali promossero, tra i tanti altri, un referendum per dare ad ogni lavoratore insieme allo stipendio, ANCHE tutti quei contributi e quelle tasse che ogni datore di lavoro comunque versa allo stato, per lasciare al singolo lavoratore il compito di pagare lui le tasse, ma a fine anno e non immediatamente e, soprattutto, di decidere lui come garantirsi una pensione e/o una liquidazione.
Sarebbe stata una rivoluzione epocale che avrebbe portato quasi al raddoppio dei soldi in tasca ai lavoratori, con tutte le ricadute positive che ciò avrebbe comportato, ma il referendum non passò (su colpevole istigazione dei sindacati !) perchè ... in tantissimi non capirono e preferirono, ancora una volta, votare per appartenenza: i sindacati e i maggiori partiti dissero di votare contro e ... votarono contro!
Quindi se si vuole superare il forte voto di appartenenza è necessario anche poter comunicare con chiarezza e incisività i vantaggi di una scelta diversa. Ma come si può fare in un paese dove pochissimi leggono i giornali (e moltissimi leggono SOLO i giornali di appartenenza) e in TV le trasmissioni politiche, scientifiche e sociali vengono relegate sistematicamente in orari in cui la stragrande maggioranza dei lavoratori deve stare a dormire, se vuole alzarsi in orario l'indomani?
Ecco allora come dal "combinato disposto" di informazione carente + voto di appartenenza (prevalentemente cattolico) + pressioni esplicite, vedo molto arduo poter uscire dal "pantano Italia" con un governo davvero forte e davvero laico.
Ma io non mi rassegno a morire democristiano.

 
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  Vecchio divertissement informatico ...
2000 ?
 

Ritrovo, tra vecchie carte, questo innocuo "commento" risalente all'epoca in cui ancora non esistevano i blog e ci si passava cose del genere per email, ... sperando di suscitare un sorriso o, quanto meno, regalare un momento di relax ...

" NOTE D'INSTALLAZIONE
L'anno scorso un mio amico ha effettuato l'aggiornamento da Fidanzata 6.0 a Moglie 1.0, ed ha scoperto che quest'ultima ha una tale occupazione di memoria da lasciare pochissime risorse di sistema per altre applicazioni.
Egli ha anche notato che Moglie 1.0 ha la tendenza a generare processi-figli, che consumano ulteriori preziose risorse.

Vi e' inoltre un altro fenomeno negativo, non indicato sulla documentazione del prodotto, la cui probabile presenza era stata ravvisata da altri utenti.
Non solo, infatti, Moglie 1.0 si installa in modo tale da essere lanciata per prima all'inizializzazione e controllare così tutte le attività del sistema, ma inoltre, come lui ha avuto modo di scoprire, alcune applicazioni, come PokerNotturno 10.3, Ubriacatura 2.5 e NotteAlPub 7.0 non riescono piu' a partire, mandando in stallo il sistema appena lanciate, anche se esse funzionavano perfettamente prima dell'installazione di Moglie 1.0. L'applicazione Calcetto 2.2 inoltre funziona a tratti.

All'installazione, Moglie 1.0 installa anche alcuni "Plug-in" indesiderati come Suocera 55.8 e Cognato in versione beta. Di conseguenza, le prestazioni del sistema decadono inesorabilmente con il passare del tempo.

Ecco alcune caratteristiche che sarebbero gradite nella versione 2.0 di Moglie:
1) un pulsante "Minimizza" o "Disabilita Temporaneamente";
2) un pulsante "Dacci un taglio" o "Vatti a fare un giro";
3) un programma di disinstallazione che, senza perdite di tempo e di risorse, permetta di rimuovere Moglie 1.0 senza conseguenze future sulle funzionalità del sistema;
4) un'opzione che consenta di far funzionare il gestore di rete in modo promiscuo, e che consentirebbe di fare un uso maggiore della funzionalità di prove hardware.

Personalmente, per evitare i problemi causati da Moglie 1.0, ho deciso
di installare piuttosto Ragazza 2.0. Anche così, comunque, ho avuto parecchi problemi.
Apparentemente è impossibile installare Ragazza 2.0 direttamente su Ragazza 1.0; occorre prima disinstallare Ragazza 1.0.
Altri utenti mi hanno detto che si tratta di un bug di vecchia data. Da prove effettuate mi sembra che le due versioni di Ragazza entrino in conflitto nella gestione delle porte I/O. E' strano che non abbiano ancora corretto un errore così evidente. Cosa ancora peggiore, il programma di disinstallazione di Ragazza 1.0 non funziona bene, lasciando alcune "fastidiose tracce" nell'applicazione del sistema.

Ma il fatto più fastidioso è che tutte le versioni di Ragazza aprono continuamente una finestra di dialogo che decanta i vantaggi del fare l'aggiornamento a Moglie 1.0.

AVVISO DI BUG
Moglie 1.0 ha un bug non documentato. Se si prova ad installare Amante 1.1 prima di disinstallare Moglie 1.0, Moglie 1.0 cancella, senza possibilità di recupero, i file Soldi.dll e Casa.dll prima di effettuare l'auto-disinstallazione.
Quindi Amante 1.1 rifiuterà d'installarsi, segnalando la mancanza di risorse di sistema. "

Dando oggi, 9 gennaio 2010, uno sguardo al web ... mi sono accorto che questo vecchio mantra circola ancora, ha dato persino vita a qualche fruppo su FB e ho anche trovato delle "aggiunte" che mi fa piacere trascrivere qui di seguito :

NOTE AGGIUNTE

attenzione! mi hanno recentemente segnalato che in ragazza 1.0 e successive versioni si nasconde un pericoloso dialer chiamato TROIAn/nata. Scaricate e installate la patch sennò lei si connette ad altri provider!!

l'applicativo Moglie 1.0 normalmente funziona benissimo, a volte anche meglio, nella versione pirata rinominandola Amante 1.1, installata su diverso pc.

La cosa di cui mi lamento è che non riesco ad usufruire del Ctrl-Alt-Canc quando Ragazza 6.11 vuole connettersi al proprio sito per scaricare l'upgrade a CONVIVENZA Beta Vers. e MOGLIE 1.0. Se continuerà cosi, mi troverò costretto a tornare ad utilizzare i vecchi applicativi: SOLITE_SERATE_DA_SFIGATI.com e NON_SI_CAVA_UN_RAGNO_DAL_BUCO.bat. Spero di avervi aperto gli occhi.... non fidatevi mai degli applicativi che sembrano funzionare alla perfezione per lungo tempo!!!!

Ho fatto l'aggiornamento a moglie 2.0, all'inizio andava bene, ma poi presenta gli stessi difetti della verione 1.0 (che coglione che sono)

Se avete problemi con moglie 1.0 e fidanzata 2.0 state attenti. La loro totale disinstallazione potrebbe portarvi a utilizzare Sega 2.0 trial p definitiva.

Non è possibile installare amante 1.1 (e versioni precedenti) dopo aver installato moglie 1.0. L'unico sistema per utilizzare amante 1.1 è quello di installarlo su una unità portatile avendo cura di copiare, subito dopo l'installazione e prima di avviare il sistema per la prima volta, il file Soldi.dll nella directory (nascosta) di sistema. Attenzione: i due sistemi possono entrare in conflitto se si attiva la condivisione file e stampanti.

Dopo l'installazione di moglie 1.0 il sistema diventa pericolosamente instabile, qualsiasi nuova installazione o disinstallazione venga effettuata. Il consiglio è quello di formattare tutto e ripartire dal vecchio, glorioso amici 30.1

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  Il frutto dell'odio
14 dicembre 2009
 

E' il pomeriggio del 13 dicembre 2009 e il leader del più grande partito italiano e presidente del consiglio ha appena terminato il suo comizio a piazza del Duomo, a Milano.

Quando io ero giovane e, al mio paese, c'era un comizio in piazza, non importava chi parlasse ma tutti ci facevamo scrupolo di transitare per le strade vicine a bassissima velocità o, se in discesa, addirittura col motore spento, per non arrecare disturbo.

A Milano, invece, è stato tollerato che per tutto il comizio i soliti estremisti di sinistra, democratici solo a parole, disturbassero con fischi, insulti e provocazioni.

Ma tanto, in questo Paese dilaniato, se l'obiettivo è Berlusconi è permesso tutto, anche trasgredire le leggi (perchè questi facinorosi non sono stati arrestati subito?), quindi, finito il comizio nonostante i disturbi, Berlusconi si è rilassato e concesso ai suoi sostenitori.

Purtroppo si è rilassata anche la sua scorta che non ha affatto notato che un personaggio si avvicinava a lui brandendo una riproduzione del duomo con base in metallo e, di lì a poco, colpiva violentemente al volto il presidente del consiglio.

L'impatto è devastante, viene fratturato il setto nasale, lacerata la bocca, salta un dente e ne viene spezzato un altro; qualunque giovane, sottoposto ad una violenza simile e così all'improvviso, si sarebbe istintivamente accasciato e, una volta ricoverato in auto, avrebbe pensato solo a tamponarsi le ferite.

Non Berlusconi che, nonostante alla sua età tale violenza sia ancora più insopportabile, insiste per uscire nuovamente dall'auto, salire sul predellino e, nonostante il suo volto sia una maschera di sangue, dire a tutti che sta bene.

Su quest'uomo è stato detto di tutto e, tra gli altri, l'insulto più stupido e più reiterato (come tutte le cose più stupide ...) è stato quello di "psiconano", volendo schernire la sua statura (uguale a quella di Napolitano, maggiore di quella di Sarkozi, della Merkell, ma anche di Bertinotti, Rosy Bindi, ...) e le sue capacità intellettive; ebbene, in questa tragica occasione egli ha invece dimostrato tutta la sua alta statura e sensibilità politica, impedendo che la piazza si trasformasse in arena e salvando il suo assalitore dal linciaggio.

Non sono stato certo tenero con lui solo pochi mesi fa, quando l'ho accusato di mendacio, arroganza e anche di viltà nei confronti del papà di Eluana Englaro, continuo a vergognarmi per l'atteggiamento che tenne in quell'occasione, ma non posso non riconoscere la dignità, il coraggio e il senso di responsabilità che ha dimostrato in questa.
Non a caso persino Repubblica, acre e instancabile sua nemica, gli tributa "l'onore delle armi"; peccato che, sino ad ora, non abbia perso occasione e, anzi, abbia anche inventato anche l'impossibile, per far lievitare questo clima di odio bestiale che si è concretizzato nell'attentato fisico !
Perchè l'attentatore, pur essendo un povero malato di mente (che, tra parentesi, stigmatizza come questi soggetti vengano curati in Italia...) credo non sarebbe arrivato a pensare il suo gesto se non si fosse sentito legittimato e incitato da anni di insulti, attacchi e bugie che hanno fatto di Berlusconi il più grande criminale della storia, meritevole quindi anche di essere ucciso.
Perchè quando, da distanza ravvicinata, colpisci alla testa un uomo con un pesante e duro soprammobile, sarai pure un mentecatto, ma vuoi uccidere!

E quando, con la responsabilità che deriva dall'essere un leader di partito, un Di Pietro o una Bindi arrivano a dichiarare che, praticamente, è stata colpa di Berlusconi aver armato la mano del suo assalitore ..., allora davvero abbiamo passato ogni limite di indecenza!

Contesto anch'io a Berlusconi non poche scelte, non poche aspettative deluse, ma se facciamo un bilancio complessivo credo sia davvero il migliore statista che sino ad ora abbiamo avuto dalla fine della guerra e mi ritengo ferito anch'io da quest'odio brutale, primitivo e dissennato che ciascuno si sente legittimato a concretizzare come può e sa: i politici con la delegittimazione, l'insinuazione, il ricatto; i giornalisti con la calunnia e l'incitamento; i giudici con l'accanimento giudiziario, l'aggressione patrimoniale e lo sputtanamento urbi et orbi; i deboli di mente con treppiedi e soprammobili !

Auguri di buona e veloce guarigione Presidente! Oggi più che mai non può lasciarci nelle mani di questi figuri!

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  Di Pietro: vilipendio de che?
2 febbraio 2009
 

 


"Oggi, un cittadino ha messo un manifesto, uno striscione, dove senza offendere nessuno dice “Napolitano dorme, l'Italia insorge”. Perché lo hanno sequestrato? Chi ha ordinato di sequestrare questo manifesto? Perché non c'è possibilità di manifestare senza bastoni, senza nulla? Stiamo semplicemente dicendo che non siamo d'accordo sul fatto che si lasci passare il lodo Alfano, che non siamo d'accordo sul fatto che si criminalizzino le persone che fanno il loro dovere, che non siamo d'accordo sull'oblio che hanno le istituzioni nei confronti di questi familiari delle vittime, che non siamo d'accordo nel vedere terroristi che vanno a fare gli insegnanti e informare a loro modo le cose, che fanno i saputoni e poi vediamo le vittime del terrorismo e della mafia che vengono dimenticate e abbandonate a se stesse. Lo possiamo dire o no? Rispettosamente, ma il rispetto è una cosa, il silenzio è un'altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio."

Queste le parole testuali pronunciate da Antonio Di Pietro a Roma, per le quali quasi tutti i parlamentari (inclusi alcuni del suo stesso partito) lo hanno criticato veementemente ed è stato persino denunciato per vilipendio al capo dello stato, nientemeno che dal presidente delle camere penali che, quindi, di diritto dovrebbe intendersene.Dunque tutto il male sta di là e il bene di qua. Perfetto.Ma è mai possibile che il conformismo, l'acriticità di pensiero e i "dagli all'untore!" abbiano devastato a tal punto questo antico Paese di uomini colti?Perchè a me pare che Di Pietro non abbia vilipeso nessuno; ha usato il suo solito qualunquismo, il suo solito populismo, ma non ha dato del mafioso al Presidente della Repubblica.Non sono un simpatizzante di Di Pietro, anzi detesto le persone come lui perchè è arrivista, populista, grossolano, e se non temessi di venir denunciato (perchè il personaggio ha anche la denuncia facile ...!) rammenterei dei soldi nella scatola da scarpe, degli immobili crescenti, della gestione economica del suo partito, ... cose che comunque tutti sappiamo.
E valutiamo.
Tant'è che molti suoi amici e compagni di partito (Elio Veltri in primis) hanno preferito abbandonarlo (per la serie: se lo conosci lo eviti).Ma la mia scarsa considerazione nei suoi confronti non mi obnubila al punto di unirmi a questa vera e propria canéa che lo sta aggredendo ululante da giorni.Al contrario, stimo molto il Presidente Napolitano, ritengo che si sia comportato con grande senso dello Stato e che non sia giusto accusarlo di "dormire", ma quello striscione “Napolitano dorme, l'Italia insorge” non lo avrei tolto. Lo avrei criticato, lo avrei contestato ma non tolto.E Di Pietro, che non mi sta simpatico, ha detto, una volta tanto, una cosa giusta "Perché non c'è possibilità di manifestare senza bastoni, senza nulla?" e ancora "...il rispetto è una cosa, il silenzio è un'altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso." Io aggiungo che se il silenzio è mafioso, togliere quello striscione è arrogante e illiberale.Chi riesce ad ascoltare o leggere senza filtri ideologici ma solo grammaticali infatti capisce immediatamente che quel "silenzio mafioso" Di Pietro lo ha riferito alla censura che è stata fatta di quello striscione e non al presidente della Repubblica.Non voglio, con questo, tralasciare che tutta la manifestazione dipietrista sia stata pesantemente infarcita da critiche al presidente Napolitano e l'accusa di "dormire" è stata quella più "innocente", perchè è stato chiaramente accusato di aver tradito la costituzione dal momento che ha sottoscritto il cosiddetto "lodo Alfano" che pone al riparo le tre prime cariche dello stato dalle azioni dei magistrati per tutta la durata del loro mandato, rendendoli, a dire dei dipietristi, non uguali agli altri cittadini dinanzi alla legge.Non sono entusiasta del "lodo Alfano" che credo emblematico di un Paese malato, ma esso è la cura di prima emergenza e non la malattia e, secondo me, è stato importante, opportuno e indispensabile, nell'attuale momento storico, inventarlo.Ma ritengo altresì che dipietristi, grillisti e quant'altri abbiano il pieno diritto di dirne peste e corna, senza per questo essere accusati di lesa maestà, perchè criticare, argomentare, dibattere è proprio delle democrazie, tanto quanto proibire d'ufficio, ghettizzare, perseguitare, imbavagliare (non importa se materialmente o metaforicamente) sono propri delle dittature.E grillisti e dipietristi non hanno offeso nè l'uomo Napolitano (un signore), nè il presidente Napolitano (sin troppo equilibrato), ma hanno espresso una critica politica.
Io non la condivido, ma loro hanno il diritto, in un paese democratico, di pensare, dire e scrivere che il presidente della Repubblica avrebbe dovuto rifiutarsi di sottoscrivere il "Lodo Alfano", avrebbe dovuto fare arrestare Berlusconi e confinarlo sul Gran Sasso, e che ha sbagliato a non affidare l'incarido di formare il governo a Di Pietro ...
Tutto ciò non è un'offesa al presidente della Repubblica, secondo me è un'offesa al buon senso ..., ma in un paese democratico dev'essere possibile dissentire, criticare chiunque, alla sola condizione di farlo pacificamente.E ricorrere alla magistratura anzichè controbattere con altre argomentazioni fa supporre di non avere argomentazioni o, peggio, di preferire metodi coercitivi : tappare la bocca anzichè lasciar parlare, affinchè chi ascolta possa da solo farsi un'opinione, possa da solo valutare il dipietropensiero e i suoi salti mortali sintattici.E denunciare Di Pietro per aver dato del mafioso a Napolitano è azione sciocca che si ritorcerà contro chi l'ha fatta perchè consentirà a Di Pietro di vincere la causa, e stavolta non per indulgenza dei suoi amici magistrati, ma semplicemente per rispetto della grammatica italiana.E' davvero incredibile, ma accadrà che proprio il più acerrimo nemico della grammatica italiana, Di Pietro, verrà salvato dalla grammatica italiana!E chi ha creduto di approfittare di questa occasione per screditarlo, per emarginarlo ha solo dimostrato che se contro Berlusconi c'è tanta faziosità, odio, pregiudizio (e Di Pietro è l'alfiere di ciò), anche contro Di Pietro la faziosità e il pregiudizio, seppur in misura minore, ma altrettanto becera, non mancano.Bel quadro davvero per questo nostro disastrato Paese !

Pubblicato sul forum di Panorana qui e qui

 

 

 
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  Lo sciopero bianco
16 novembre 2008
 

 


In questi giorni 130 (o forse meno) persone stanno facendo cancellare centinaia di voli, perdere milioni di euro alla già disastrata vecchia Alitalia, oltre a danneggiare centinaia di migliaia di innocenti e indifesi viaggiatori.E costoro non possono essere precettati, perchè SONO al lavoro, anzi teoricamente sarebbero da encomiare ... perchè non stanno facendo altro che applicare il regolamento!
Scusate il mio provincialismo, ma mi pare che tale forma di lotta, denominata "sciopero bianco" non abbia riscontro in nessun altro Paese, come in nessun altro Paese esiste il "francese scolastico" o l'"inglese scolastico"... semplicemente perchè dovunque, tranne che in Italia o scioperi o lavori, o sai la lingua francese o inglese o semplicemente non la sai.Nel paese del "cerchiobottismo" invece è possibile lavorare, regolamento alla mano, e bloccare mezza Italia. Questo perchè nel paese del cerchiobottismo è consuetudine che i regolamenti e le leggi siano quanto più possibile lontani dalla realtà, in omaggio a "principi" tanto evoluti quanto impraticabili, tanto perfetti concettualmente quanto inapplicabili concretamente a meno che ...A meno che il cosiddetto "buon senso", o "prassi", o semplice abitudine a far funzionare le cose non faccia costantemente "chiudere un occhio", a volte anche due e ... tutto va bene, madama la marchesa!Poi quando qualcuno si incazza e smette di chiudere occhi e applica leggi e regolamenti è il caos, e (assurdo nell'assurdo) è la protesta. Cioè si protesta perchè i regolamenti vengono rispettati e applicati! Ben strano paese!E non che ci sia stato uno che abbia sospettato che sia da criticare e punire chi ha fatto quelle leggi e regolamenti la cui puntuale applicazione crea la paralisi! Forse perchè fa comodo a molti (troppi) avere "la migliore legge di tutela delle lavoratrici madri" e aggirarla facendo firmare lettere di licenziamento in bianco alle lavoratrici, dimostrarsi all'avanguardia mondiale chiudendo i manicomi e infischiarsene se centinaia di malati di mente gravi distruggono a volte anche fisicamente le famiglie sulle quali vengono scaricati o, per tornare all'Alitalia, avere regolamenti talmente stringenti che basta applicarli per causare ritardi e cancellazioni.Io non condivido affatto, sia ben chiaro, il comportamento di questi "ultimi mohicani" dell'Alitalia, ma non lo condivido per questioni di merito, non di metodo.
Nel merito stanno combattendo una battaglia persa in partenza, che sta danneggiando cittadini innocenti, che sta colpendo una compagnia morta accrescendone i debiti (che pagheremo tutti noi) senza scalfire la nuova CAI, obiettivo della protesta. Ma nel metodo sono nella più assoluta legalità, proprio come quel finanziere che multò il barista per aver dato un bicchier d'acqua alla bambina del negoziante di fronte senza rilasciarle scontrino.

E vogliamo scommettere che come NON è stata modificata la legge sugli scontrini fiscali (basterebbe prevedere la ripetuta reiterazione come necessaria per sanzionare mancate scontrinazioni di valore al di sotto dei 30 centesimi) NON verranno modificati gli attuali regolamenti Alitalia tanto, si sa già, "normalmente" in Italia i regolamenti sono fatti per essere elusi, le leggi per essere morbide con gli amici e implacabili coi nemici, i referendum per non essere rispettati, salvo dare del "qualunquista" a chi osa far rilevare queste assurdità.

 

 

 
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  Soglia di sbarramento: la "terza soluzione"
5 giugno 2007
 

 


 

La storia della nostra repubblica ha visto diverse volte (io dico troppe) partiti piccoli e molto piccoli divenire la chiave di volta dei governi, ai quali hanno fatto ricatti, imposto leadership, condizionato l'azione e talora decretato la fine.Ciò appare iniquo non solo alle grandi forze politiche che si sentono in balia del Mastella o del Casini di turno (tanto per fare due nomi a ... caso...), ma anche del "cittadino qualunque" al quale salta subito agli occhi come tale andazzo finisca con l'essere la negazione della democrazia che, piaccia o non piaccia, comunque prevede che chi ha più voti "comandi" e chi ne ha meno faccia l'opposizione e non, al contrario, tenga la pistola alla tempia di chi ha più voti.Ecco perchè si fa un gran parlare, da decenni, della necessità di una cosiddetta "soglia di sbarramento" al di sotto della quale non si possa mandare i propri rappresentanti in parlamento. Ed è chiaro come stabilire se questa soglia debba essere al 5 o al 4 o al 3 per cento significi automaticamente l'esclusione pressocchè certa dei Casini, Mastella, Di Liberto. Giordano, Mussolini, Capezzone ... di turno, privando di rappresentatività non solo fastidiose e ricattatrici mosche cocchiere, ma anche utilissimi ... insetti impollinatori -per restare nell'entomologia ...- la cui mancanza certamente impoverirebbe la politica.Orbene, in decenni di dibattiti e di panphlet di firme prestigiose non mi pare di aver mai visto una "terza soluzione" al dilemma "sbarramento sì, sbarramento no"; tale "terza soluzione" che, modestamente ma convintamente, mi permetto di proporre consiste "semplicemente" nel limitare le prerogative degli eletti appartenenti a parti politiche al di sotto dello sbarramento (che io porterei al 7 %). In pratica i parlamentari di forze politiche al di sotto della soglia di sbarramento godrebbero di tutte le prerogative tranne le seguenti:
- non avrebbero diritto di voto in assemblea
- non potrebbero far parte o avere incarichi di governoIn tal modo si eviterebbe l'ingiustizia di impedire la rappresentatività di quei cittadini che, per vari motivi, non si riconoscano nei grandi schieramenti; si darebbe ai loro eletti l'opportunità di rappresentare e dibattere le loro idee in parlamento, in commissione, sui grandi media, di presentare proposte di legge, interrogazioni, ecc. ma non di essere nè la mosca cocchiera nè l'ago della bilancia dei governi.Credo altresì che la mia "terza soluzione" se da un lato arricchirebbe il dibattito parlamentare del contributo di chi, pur avendo idee e forza morale (forse proprio per questo ...!) non è mai riuscito ad entrare in parlamento, dall'altro scoraggerebbe (grazie allo sbarramento non basso) chi invece in parlamento sino ad ora c'è entrato solo perchè sospinto dai voti di chi sapeva di fare un "investimento" contribuendo all'elezione di "un amico" che grazie al ricatto avrebbe raggiunto posizioni di potere e ... si sarebbe "ricordato degli amici" ...!

A questo punto mi chiedo (e VI chiedo): perchè un'idea simile è venuta solo a me ? O, se fosse già venuta ad altri prima di me, perchè non se ne è mai sentito parlare ? Sarò grato a quanti volessero esprimere il loro contributo in proposito, anche evidenziandomi eventuali lati negativi che a me sfuggano, scrivendomi. Mi impegno a pubblicare ciò che riceverò in questa stessa pagina e senza alcuna censura,

 

 

 
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  Il "caso Sofri"
22 luglio 2003
 

Reiteratamente, e da parte di autorevoli personaggi della cultura e della politica, viene riproposta la richiesta di "liberare Sofri" e, poiché egli non vuole sottoscrivere la domanda di grazia, si arriva addirittura a chiedere che il Capo dello Stato la conceda motu proprio.
Depurando il ragionamento dagli ideologismi e dalle ideologizzazioni (cosa, lo ammetto, non facile) ritengo comunque ammirevole il fatto che Sofri si sia consegnato spontaneamente alle patrie galere, razionalmente condivisibile il suo rifiuto a sottoscrivere una domanda di grazia in quanto ciò implicherebbe l'accettazione di una colpa della quale si é sempre proclamato innocente, ed apprezzabili se non, talora, magistrali i suoi numerosi interventi sui tanti organi di stampa che se lo contendono.
Tutto ciò però non deve far dimenticare che egli é stato riconosciuto colpevole, "in nome del popolo italiano", in ben 8 processi e che persino la sua istanza al tribunale europeo dell'Aja é stata rigettata.
I suoi amici influenti hanno tentato di tutto per screditare il suo accusatore, ma i tribunali lo hanno ritenuto il mandante dell'omicidio del commissario Calabresi, perpetrato a freddo, a mò di "giustizia sommaria" in quanto ritenuto responsabile della morte di Pinelli (sulla base di indizi ben più aleatori e insussistenti di quelli che si sostiene abbiano portato alla condanna di Sofri e compagni !).
Se tutti noi avessimo la certezza che veramente, "oltre ogni ragionevole dubbio", Sofri avesse organizzato quell'omicidio, ci sarebbe ancora qualcuno disposto a chiedere la grazia per lui ?
A mio parere il dibattito nasce dalla sfiducia nella giustizia della Giustizia, dalle finalità teoriche e reali del carcere e dalle "amicizie che contano".Sfiducia nella giustizia - Non é stata trovata la "pistola fumante" e quindi le prove contro Sofri e compagni sono prevalentemente basate sulla testimonianza di Marini... Detta in questi termini sarebbe naturale propendere per la grazia, ma é mai possibile che ben sette tribunali, reiteratamente e basandosi sulle "carte" che né io né molti lettori abbiamo, abbiano stabilito univocamente la colpevolezza di Sofri ?
Credo che questa sia una ragione in più, l'ennesima, per procedere ad una riforma radicale del sistema giudiziario in Italia: le pene devono essere congrue e certe, ma le condanne e le assoluzioni indiscutibili non per principio, ma perché inoppugnabili davvero.
Finalità del carcere - Siamo nel Paese degli eufemismi e delle "belle parole", sicché anche il carcere non sfugge a questa abitudine: in teoria dovrebbe avere un fine riabilitativo, in realtà ha solo un ruolo afflittivo e spesso anche criminogeno. Aboliamo le carceri come abbiamo abolito i manicomi ? No, ma smettiamo di fare gli ipocriti: la riabilitazione la può perseguire solo l'individuo, sorretto dall'istituzione, reinserendosi nella società e non marcendo e abbrutendosi in un carcere. Il carcere deve essere considerato come luogo di espiazione per i rei (certi) e di controllo per chi può nuocere: é questa la sua unica funzione possibile.
Le amicizie che contano - Giudici e avvocati sanno bene che almeno un 95 % di condannati si dichiara innocente, ma sono varie centinaia i casi di detenuti italiani risultati comprovatamente innocenti dopo altrettante sentenze definitive di condanna. Ciò mi lascia ragionevolmente supporre che di "casi Sofri" possano esisterne centinaia e non sono il solo a ritenere sommamente ingiusto graziare Sofri e dimenticarsi degli altri nelle stesse condizioni, sol perché questi non hanno lo spessore culturale e la rilevanza mediatica di Sofri. Condizioni, entrambe, emerse grazie agli "amici che contano" che hanno insistentemente riproposto il caso e che hanno consentito al grosso pubblico di leggere ciò che Sofri é andato scrivendo in questi anni, a cui non si può non riconoscere un equilibrio ed uno spessore etico di indubbio valore.Ma anche Luciano Leggio, boss dei boss, in carcere dipingeva buoni quadri e rilasciava interviste equilibrate. E se offrissimo le stesse possibilità di espressione di Sofri a Totò Riina, pensate che egli si proclamerebbe meno innocente di Sofri ? Certamente non potrebbe emularne lo stile, né avrebbe la sua cultura, ma sono certo che anch'egli si direbbe contrario alla violenza, rispettoso delle leggi e della morale, ecc. ecc.
E non sostengo tale ipotesi solo a scopo provocatorio, ma perché sono convinto che la condizione di isolamento carcerario (non certo la promiscuità di certe celle!), in cui l'uno e l'altro sono costretti, possa indurre ad una riflessione profonda sul proprio vissuto e ad una maturazione che già in tanti altri casi ha fatto esclamare "é un'altra persona"!Sottolineo infine come persino rei comprovati e confessi di serie di delitti orrendi (Brusca, tanto per dire un nome) sono attualmente in stato di semilibertà ..., perché allora tenere in carcere Sofri ?

Come si vede la questione é molto articolata e complessa e qualsiasi soluzione che prescinda da una profonda riforma del "sistema Giustizia" (certezza delle prove, chiarezza ed inoppugnabilità oggettiva delle sentenze, certezza e congruità della pena, giusta afflittività del carcere, reale azione di sostegno al reinserimento sociale e alla prevenzione delle condizioni criminogene, ...) non solo non sarà equa, ma sono certo che non soddisferà neppure lo stesso Sofri che, pur aspirando come ogni uomo alla libertà, non sarebbe contento se venisse liberato egli solo, poiché credo stia lottando, oggi come negli anni di piombo, non per sé ma per il miglioramento di questa nostra società, usando in quegli anni l'odio ideologico e fisico, oggi la cultura e la maturità.

Sofri
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  L'arroganza del "palazzo" incentiva i reati e disgusta i cittadini
26 giugno 2003
 

 


Pubblicato parzialmente sul quotidiano "La Sicilia" del 27 giugno 2003 e integralmente su www.newschannel.it

«Andavo a comprare il pane, come sempre al panificio Bellomo, all'inizio di via Paladini, allorché ho visto un gazebo sotto al quale faceva capannello un gruppo di persone, in mezzo a volanti della polizia e vigili urbani.
Ho capito subito che doveva trattarsi della vexata quaestio dello spartitraffico di via Paladini, e mi sono avvicinato per informarmi.
Ho visto i segnali di divieto di sosta sul lato dove c'era il gazebo ed ho posteggiato dall'altro lato della strada, in mezzo ad altre auto, senza scorgere nessun segnale di divieto.
Il gruppo di persone si rivelò formato da commercianti della zona, intorno al consigliere comunale Mosca.
In quel frangente il funzionario di polizia chiese i documenti per identificare i presenti e diedi anche il mio.
Dalle informazioni assunte appurai questi fatti:
1) il progetto di che trattasi fu concepito in epoca in cui via Paladini non riceveva l'enorme flusso di traffico che riceve attualmente, a causa del ridotto insediamento sia della popolazione che, di conseguenza, delle attività commerciali;
2) il blocco del progetto era stato chiesto non solo dalla consigliera Mosca ma da centinaia di abitanti della zona mediante una pubblica sottoscrizione;
3) i rappresentanti degli esercenti erano stati “sportivamente” palleggiati tra il sindaco (“a me dovete parlare di Cibalgina, per il resto rivolgetevi all'ingegnere capo …” pare avesse detto …) e l'ingegnere capo (“il progetto è stato approvato, è esecutivo e a me compete solamente curare che venga eseguito” …);
4) i commercianti si erano rivolti ad un legale che aveva ritenuto sconsigliabile il ricorso al TAR a causa dei lunghi tempi di attesa e che, ripetutamente sollecitato telefonicamente ad intervenire sul luogo, si stava facendo una lunga doccia …;
5) il funzionario di polizia, identificati i presenti, li diffidava dal rimanere lì perché aveva ricevuto ordine di far sgombrare.
Rimasti vani i miei suggerimenti di recarci dal sindaco, sono andato a comprare il pane e, tornato alla mia auto, ho visto un vigile urbano che stava multandomi per divieto di sosta. Infatti, effettivamente ho rilevato la presenza di un cartello, ma rivolto nella direzione opposta, sicché io non potevo leggerlo dalla mia posizione.
Invano ho spiegato che non lo avevo visto, che ritenevo fosse interessato solo un lato della strada, che avevo posteggiato in mezzo ad altre auto…
Ho dovuto pagare subito la “chiamata” del carro attrezzi (30 €) e poi altri 33,30 € di multa che mi è stato rifiutato di poter versare subito “perché il verbale ormai era già fatto” (ma è legale cio? E che logica ha?).
Tutto ciò mi induce a fare ad alta voce alcune considerazioni:
1) la sordità e cecità del “palazzo” (anche se trattasi di un “palazzetto” locale!) nei confronti delle reali aspettative e necessità del cittadino è TOTALE: persino un imbecille si rende conto dell'assurdità di restringere una delle poche (e brevi) arterie fortunatamente larghe di questa città. Un'arteria ad intenso traffico, dove già adesso si è costretti a posteggiare in doppia fila.
Eppure sindaco e giunta ritengono di non dover modificare un progetto che avrà avuto la sua validità, forse, quando fu concepito, ma è una vera bomba sociale oggi.
Mi dispiace che la manifestazione di stamattina fosse nata improvvisatamente e spontaneamente, perché sono certo che oltre ai commercianti, ci sarebbero stati centinaia di cittadini la cui vita gravita intorno a tale strada o che, più semplicemente, vogliono opporsi all'ennesimo sperpero di denaro pubblico per la costruzione di qualcosa di dannoso per tutti.
2) L'incapacità assoluta da parte dei pubblici funzionari di affrontare i problemi globalmente anziché trincerarsi dietro alle barriere delle competenze specifiche.
Solo quando ci scappa il morto, o quando i reati sono già stati commessi, vengono riuniti quei “comitati sull'ordine pubblico” a cui spetta di chiudere la stalla dopo che i buoi sono già scappati!
Una riunione preventiva del genere, anche in sede prefettizia, avrebbe certamente portato a considerare più intelligentemente e pragmaticamente questa situazione, senza esacerbare gli animi di nessuno e, soprattutto, senza indurre nessuno a pensare di commettere dei reati.
Via Paladini va sistemata e se i soldi ci sono non vanno spesi per creare pericolosi e dannosi spartitraffici in muratura, ma per ingrandire i canali di scarico delle acque piovane, che attualmente trasformano la strada in un torrente, per livellare e pavimentare i marciapiedi, per livellare ed asfaltare a manto continuo la sede stradale, per disegnare e regolamentare i posteggi, per creare dei sottopassaggi e per piantare qualche albero e qualche aiola dove possibile e non pericoloso.
3) L'attuazione di quanto sopra esposto, dettato dal buon senso e coerente con le aspettative, legittime, della totalità dei cittadini:
a) avrebbe fatto spendere proficuamente il denaro pubblico già stanziato;
b) avrebbe evitato che dei cittadini si riunissero senza autorizzazione bloccando i lavori e commettendo reati;
c) avrebbe assicurato la sopravvivenza degli esercizi commerciali della via;
d) avrebbe snellito la circolazione;
e) avrebbe fatto sentire le istituzioni al servizio dei cittadini.
4) Viceversa il denaro pubblico (preso dalle nostre tasche!) verrà speso per:
a) rallentare o paralizzare il traffico nella zona, con danni alla salute di chi vi abita e incentivazione di nervosismo e malessere;
b) ridurre senza alcun vantaggio per nessuno gli attuali posteggi, già insufficienti;
c) costringere al fallimento gli esercizi commerciali ivi allocati perché gli attuali clienti, provenienti sia dalle zone periferiche circostanti, sia da altre parti della città e addirittura da altri paesi, quindi tutti circolanti in auto, non trovando posteggio cambieranno fornitori;
d) continuare a scavare di più il fossato tra “palazzo” sordo e cieco e cittadini “sudditi” inascoltati, snobbati, vessati senza, peraltro, un motivo di una qualche validità.
5) Mi sorge il sospetto che, stante la protervia con cui questa amministrazione sta disattendendo centinaia di firme (ma sarebbero state facilmente migliaia, se la raccolta fosse stata meglio organizzata) si voglia solo dare una “risposta politica” all'attivismo del consigliere Mosca che ha preso a cuore questo problema e, credo anche legittimamente, ritiene di averne anche un tornaconto elettorale.
Mi sorge il sospetto che se le parti fossero state invertite probabilmente l'ostinazione del “palazzo” non sarebbe diversa e che quindi lo scollamento tra istituzioni e società civile stia prendendo una piega molto pericolosa.
Concludo invitando questa amministrazione (non m'importa di che colore sia) ad essere più rispettosa dei concittadini, a cercare il dialogo anziché rifiutarlo ed inviare vigili urbani e celerini, rammentando che la protervia non paga, il ripensamento e il buonsenso sì.
A meno che l'assassinio del Sindaco Abbate (da parte di un poveraccio che vedeva in lui, seppur erroneamente, un rappresentante del “potere” che non risolveva il suo problema) ed i suicidi di (purtroppo) molti commercianti (lavoratori che pur lavorando con impegno sono stati sopraffatti dalla continua contrazione degli affari) non siano stati capaci di insegnarci proprio nulla».AGGIORNAMENTO della stessa giornata (pubblicato solo da www.newschannel.it e non più dal quotidiano "La Sicilia"):

Con la tempestività tipica del mezzo, ma abituale solo per i più efficienti siti d'informazione, tra cui Newschannel, apprendo su tale portale, quasi in tempo reale, degli sviluppi sullo spartitraffico in Via Paladini.
Con la stessa franchezza con cui avevo stigmatizzato la “sordità e cecità del palazzo”, sono felice di dare atto della mutata posizione del sindaco Messana, e arrivo a dichiararmi sicuro che non si tratti di un “pour parler” teso a sedare la protesta e ad andare avanti imperterriti.
Ma mi chiedo:
1) le leggi vanno rispettate, non c'è dubbio, ma vanno anche correttamente interpretate e sapute applicare. Se non fosse così non avremmo bisogno né di giudici, né di avvocati, né di amministratori: basterebbero dei computer che sarebbero certamente più veloci, precisi e imparziali! Quindi chiedo a chi ha l'onere di correttamente interpretare ed applicare la norma che impone lo spartitraffico per arterie larghe come via Paladini se la larghezza prevista da tale legge sia presente lungo tutta la strada e non solo in alcuni tratti;
2) poiché l'ingombro dei parcheggi laterali deve essere detratto dal computo della sede stradale vera e propria (la cui larghezza fa o meno scattare l'obbligo dello spartitraffico) perché non si dimostra ai cittadini, mediante una banalissima pianta, dove e quanti parcheggi verrebbero previsti dal nuovo progetto e di che lunghezza viene considerato ciascun spazio macchina ? (certamente la cervellotticità, per non usare altri termini, usata per dipingere i posteggi nella strada antistante la scuola elementare Don Milani non lascia presagire niente di buono …!)
3) se il nuovo progetto sarà cosi migliorativo in tutti i sensi, di viabilità, di sicurezza, di estetica, …, perché non se ne pubblicizzano le mappe? Magari nel sito del Comune (quindi a zero costo per l'amministrazione) ?
4) poiché le leggi vanno rispettate tutte, chiedo come mai non sia stata rispettata (e non solo in via Paladini !) quella che impone l'apposizione di un cartello pubblico, ben visibile, elencante la tipologia del progetto, i responsabili, il costo per la collettività, la data di inizio e di termine dei lavori, ecc. ecc.
5) il sindaco rilancia chiedendo ai commercianti la presentazione di un progetto alternativo, da valutare tra tecnici in sede di Ufficio Tecnico del Comune. Ma, a parte il fatto -che tengo a sottolineare- che l'interesse non è SOLO dei commercianti ma di TUTTI i cittadini, mi stupisco che l'organo politico, cioè decisionale abdichi aprioristicamente le proprie facoltà di scelta e d'indirizzo nei confronti di tecnici che, pur essendo validi e competenti, non hanno e non possono avere tali facoltà di scelta e d'indirizzo che attengono esclusivamente ai governanti, i quali appunto sulla base delle scelte operate, vengono poi giudicati dai cittadini, riconfermati o mandati a casa.
Da un punto di vista tecnico, cioè di mera realizzabilità, è possibile, ad esempio, anche costruire su una frana, ma ciò non significa che farlo possa essere conveniente sotto l'aspetto costo/benefici o sotto quello paesaggistico/sociale e tali scelte determinanti sono demandate al politico, nel rispetto della normativa. Allora a che pro far spendere quattrini non dovuti ai commercianti per pagare una nuova progettazione se alla fine la scelta dev'essere sempre quella politica?
6) Infine: è vero che si può sbagliare anche all'unanimità, ma non da motivi di riflessione questa unanime sollevazione popolare avverso il nuovo progetto?
Qui non siamo di fronte ai soliti stereotipi di “vecchi commercianti” che “non capiscono” le limitazioni di traffico, le zone pedonali e via discorrendo, ma io ho visto una assoluta maggioranza di giovani imprenditori, sinceramente preoccupati della loro sopravvivenza commerciale, alle cui ambasce non sono stati opposti DATI, ma solo fumose chiacchiere.
E' stata fatta una rilevazione di quanti veicoli transitano quotidianamente in questa strada ? E di quante auto risultano posteggiate attualmente? Che incremento o decremento percentuale comporterà il nuovo progetto? Quanti posti auto in più o in meno risulteranno fruibili? E i posti auto eventualmente soppressi in quale zona verranno ricreati ? Quanti clienti potranno effettuare soste brevi o brevissime ? Quale aggravio o sgravio di traffico si ripercuoterà sulle arterie circostanti? In una parola: il santo vale la candela ?
Speriamo che non ci sia bisogno di santi …, ma che prevalga il buonsenso, buonsenso nell'interpretazione delle leggi, e coraggio nel saper ritornare sulle proprie decisioni ove ci si dovesse render conto che le ragioni di altri siano più ragionevoli delle proprie.

 
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  Difendiamo la nostra lingua
giugno-luglio 1997
 

 


Pubblicato su "Merkur" periodico catanese dell'associaz. "Romeo Prampolini" anno I n° 6 - giugno-luglio 1997

«Un populu
mittitilu in catina
spuggliatilu
attuppatici a vucca.
E' ancora libiru.Livaticci u travagghiu
u passaportu
u tavulu unni mancia
u lettu unni dormi.
E' ancora riccu.Un populu diventa poviru e servu
quannu ci arrobbanu a lingua
aduttata di patri.
E' persu ppi sempri.
»

Ignazio Buttitta   


 Su giornali e riviste, specializzate e non, ogni tanto appare un articolo sulla trasformazione della lingua italiana, sul suo crescente arricchirsi (o imbarbarirsi, a seconda dei punti di vista) di sinonimi in lingua straniera (killer al posto di sicario, week-end al posto di fine settimana, boxe al posto di pugilato, ecc.), di inflessioni dialettali romanesche e non (tabacchino anzichè tabaccaio, accellerato anzichè accelerato) imposte da ignoranti mezzibusti TV, di espressioni talora indecenti, tal'altra incomprensibili ai più ma sempre pittoresche, del gergo giovanile (airbag per indicare una ragazza di seno abbondante, figo o figa per indicare un bel ragazzo o una bella ragazza, sbianco per descrivere un sentimento di vergogna), di terminologie mediate dal mondo dell'informatica (cliccare il sedere, formattare un panino, interfacciare, ecc.).
 Ancora più raramente appare ogni tanto il lamento di un professore o di un semplice nostalgico per piangere la scomparsa del congiuntivo (cosa vuoi che faccio anzichè cosa vuoi che faccia, e simili) o la notizia della crescente ignoranza della lingua italiana da parte di un numero sempre maggiore di diplomati e laureati italiani, tale da indurre la Zanichelli ad aggiungere per la prima volta al suo celebre vocabolario italiano Zingarelli un'intera appendice dedicata agli errori più comuni dell'italiano parlato e scritto.
 In questo clima non stupisce più di tanto che si parli ancor meno del dialetto, tranne nei casi in cui lo si voglia usare per tentare di nobilitarlo al rango di lingua nazionale, in contrapposizione alla lingua ufficiale italiana parallelamente retrocessa al rango di lingua di uno "stato straniero".
 Noi pensiamo che il ruolo della lingua italiana vada difeso strenuamente e con tutti i mezzi sia all'interno che all'esterno dei confini nazionali che restano, per intenderci, dalle Alpi a Lampedusa. Ma come si può difendere qualcosa per la quale pochissimi mostrano di provare interesse?
 Ecco spiegato il motivo di questa impalpabile, ma inesorabile erosione della lingua italiana, che va ben al di là del normale processo di trasformazione, di adattamento e di evoluzione naturale di ogni lingua.

LE RESPONSABILITA' DEL GOVERNO CENTRALE

 Non hanno dimostrato e non dimostrano interesse i governi che si sono succeduti da alcuni decenni, che hanno praticamente ostacolato nel modo più protervo la diffusione dell'affezionamento alla lingua italiana all'interno e all'esterno di questo Paese: all'interno non incentivando nè la produzione letteraria (tutt'ora in mano a pochi "baroni"), nè quella giornalistica (lacci, lacciuoli, permessi, albi ...), nè quella radiofonica e televisiva (c'è voluta una dura battaglia, vinta solo recentemente, per poter avere radio e TV private come già esistevano nei Paesi vicini!).
 Certo non si dimentica la meritevole serie di "Non è mai troppo tardi" che, insieme a migliaia di corsi di "Alfabetizzazione per adulti" ridusse la percentuale di analfabeti italiani da numeri a due cifre all'attuale 2,3 (1.200.000 circa tutt'ora !), ma non si deve dimenticare neppure che in quello stesso periodo in Italia perdurò il più "bulgaro" monopolio radiotelevisivo, che il linguaggio sia dell'informazione scritta che di quella su onde hertziane restò a lungo per "iniziati", e che troppo spesso i "comunicatori", cioè quelli che decretano il gradimento, il miglioramento di una lingua (a parte la breve parentesi di "annunciatrici" e "annunciatori" professionali, dalla dizione impeccabile), vennero scelti col metodo della lottizzazione più che della capacità di incisiva comunicazione.
 All'esterno dei confini, rimasti ultimi col bianco e nero mentre tutti avevano la TV a colori, restiamo ultimi per quanto riguarda la diffusione di programmi in lingua italiana via satellite. Così mentre il cittadino europeo può scegliere tra decine di canali tedeschi, francesi, inglesi o multilingui, l'emigrato italiano in Belgio o in Germania può solo ricevere tre o quattro canali in italiano, a differenza dell'emigrato turco che ne riceve quasi dieci!

LE RESPONSABILITA' DELLA SCUOLA

 Certamente, a parte rarissimi casi di famiglie emerite, la fidelizzazione al "consumo" della lingua spetta in primo luogo alla scuola: è della scuola il maggior merito per i milioni di italiani (pochissimi) che parlano correttamente, amano leggere e talora scrivere in buon italiano, ma è sempre della scuola il maggior demerito per la stragrande maggioranza di italiani che barlano gome De Mida o come il Siùr Persichetti o il nipote televisivo della Dandini, e che non leggono libri e giornali (il minor numero di lettori tra i Paesi più evoluti).
 Perchè la scuola abbia fallito sostanzialmente questo suo compito sarà forse motivo di un futuro approfondimento; certo è che da insegnanti demotivati e socialmente sempre più esautorati come quelli italiani, forse non ci si può aspettare molto di più. Ciò non sminuisce, anzi aggrava, la responsabilità dell'istituzione scuola nei confronti del declino della lingua nazionale. E se ciò avviene per la lingua nazionale, cosa si può preconizzare per i molti dialetti italiani ?
 Le antologie con qualche brano in dialetto sono rarissime, quindi l'insegnante, ammesso che sia bravo, non demotivato e così "fesso" da accollarsi volontariamente un onere non impostogli da nessuno, che volesse accostare ai dialetti, o almeno al dialetto locale i propri alunni dovrebbe innanzi tutto cercarsi i testi, poi farli comprare agli alunni (ma spesso è difficile averli e comunque sono un esborso ulteriore) oppure violare la legge fotocopiandoli, ciò non senza aver prima motivato per iscritto tale sua follia e aver ricevuto l'assenso da parte del collegio dei docenti.
 Ma a chi frega del dialetto? A che serve il dialetto?

LE RESPONSABILITA' DI CIASCUNO

 A chi frega e a che serve: sono i due principali "Valori" di questa società. Forse non erano più adeguati "Dio" "Patria" "Famiglia" della società ottocentesca, forse in nome di Dio e della Patria sono morti in troppi, e non pochi sono quelli che in nome della Famiglia sono ancora vivi, ma morti dentro. Ma forse per questi valori valeva anche il rischio di morire, o di vivere una vita che valesse la pena di essere vissuta, comunque. Vita che non vale la pena di vivere se a nessuno frega e a nessuno serve. Perchè oggi le azioni, i pensieri, le cose valgono solo se fregano a qualcuno, nel senso che portano vantaggio di potere o economico a qualcuno, o fregano qualcuno, nel senso che lo atterrano proditoriamente, giovandosi non tanto di una maggiore intelligenza, ma della sorpresa, dell'imboscata; o servono a qualcosa di materiale, fisico, concreto.
 Tutto ciò che non rientra in queste nuove categorie dello spirito non merita attenzione. Ecco perchè si inzuppa di benzina e si brucia il mendicante o l'extracomunitario. Ecco perchè si uccide a sassate sui cavalcavia. Ecco perchè si decreta la morte del dialetto: perchè "Nun ce ne pò fregà dde meno !" Non serve: non lo puoi usare per parlare d'amore (ma serve ancora parlare d'amore?), non lo puoi usare al market, dove tutti dicono "un etto abbondantino" piuttosto che "minzu quartu", non lo vuoi usare con gli unici che lo parlano ancora, i vecchi, perchè: a che servono i vecchi ?
 E qui non è colpa del governo o della scuola o di altri se molti si vergognano di usare il dialetto, proibiscono ai figli di usarlo e quando il solito insegnante "fesso" ne propone lo studio in seno ai consigli di classe, insorgono peggio che contro una bestemmia. Perchè per molti il dialetto è stato il marchio di terrone DOC che si sono portati dietro a Turin o a Charleroi, perchè il dialetto è stata la lingua in cui si profferiva il "voscenza bbanadica" dinanzi al parvenu che pur parlando anche il dialetto, ostentava l' "aria du continenti" proprio con chi non era in grado di intenderlo.
 Ma il dialetto è anche questo, cioè la nostra storia: e se lo cancelli resti senza radici, senza padre e medre, come i figli d'emigrati che vagano in qualche Alexanderplatz, o place de la Victoire, senza sentirsi tedeschi o belgi, ma nemmeno italiani e tanto meno siciliani o veneti o calabresi.

COS'E' IL DIALETTO

 Il dialetto è la ricchezza di una lingua, è il manicaretto preparato con antichi profumi rispetto al fast-food d'ogni giorno, è la conchiglia che porta all'orecchio e al cuore il ricordo di un mare lontano e, per noi siciliani, è anche la lingua di un periodo di gloria che anticipò quello che per il nord d'Italia sarebbero state le Signorie e che, se re Manfredi non fosse stato sfortunato, avrebbe potuto divenire la lingua nazionale italiana.
 Qui non si vuole discettare su primogeniture o su quarti di nobiltà per il dialetto siciliano a cui pressocchè tutti i critici letterari riconoscono qualità e caratteristiche tali da definirlo scientificamente LINGUA e non dialetto, si vuole solo inaugurare questa "terza pagina" focalizzando l'attenzione del lettore sull'importanza, non secondaria, di conoscere il modo di parlare dei nostri avi. Di scoprire che con tale linguaggio è bello ancor oggi parlare d'amore ed è importantissimo per ritrovare la propria dignità per stare, alla pari, seduti in Prlamento o ad Alexanderplatz.
 Questa poesia che Ignazio Buttitta ha scritto in lingua siciliana non può lasciare insensibile chi ha avuto l'avventura di nascere in Sicilia, o chi qui sia venuto ad ammirarne i fasti del passato e le molte bellezze del presente, ma analogo sentimento di riscatto e d'orgoglio penso induca anche in altre latitudini, in Tibet per esempio, o nel cuore della foresta brasiliana o dovunque ci sia un popolo sopraffatto o che rischi di esserlo: che non lo sarà mai finchè manterrà uso e memoria della lingua degli avi.
 Per fortuna la nostra situazione è migliore di quella dei tibetani costretti con la violenza ad imparare e parlare solo il cinese, o degli ultimi indios amazzonici sempre più circondati e stremati dall' "avanzare della civiltà" (!), ma se non vogliamo che la poesia di Buttitta sia tra le ultime scritte in siciliano e che solo a Radio Margherita si sentano ancora canzoni in italiano (perchè ormai se non canti in inglese, anche pessimo, non ti ascolta nessuno!) dobbiamo dare ciascuno il nostro contributo di interesse e di amore per tutte le nostre lingue (italiana, siciliana, napoletana, sarda ...): perchè una non distrugga le altre e insieme portino ne mondo nuovi contributi d'arte e di civiltà.

 

 
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  Passato e futuro - 16 febbraio 2010
 
 
Spesso nel passato si trovano le chiavi più segrete per aprire il presente e ... sbirciare il futuro
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  Umanità - definizione da me concepita prima dei miei 18 anni, che mi convince tutt'ora ...
 
 
L'umanità è costituita
da pochissimi uomini, rarissime donne,
innumerevoli bestie.

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