Pino Curatolo: opinioni, commenti,osservazioni e proposte dell'autore su ambiente, energia, costume ...
la rabbia ...
la rabbia ...
... e l'orgoglio

ci sono fatti e persone che mi fanno indignare,

che mi fanno vergognare di appartenere alla stessa razza (quella umana) o che, più semplicemente,

meritano la mia rabbia ...

 

 

 

 

 

 

L'ordine é cronologico a ritroso: dall'alto in basso, dall'inserimento più recente a quello più antico . Ciò che viene inserito non viene più modificato; in caso di ripensamenti si provvede con aggiunte postume, datate. Le immagini, invece, possono essere aggiunte in ogni momento.
Se mi scriverete, pubblicherò i vostri interventi accanto, come in un blog

 
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Chi è il barbaro
14 ottobre 2013  
 

 

 

 

 

ERICH PRIEBKE, ad oltre 100 anni di età, è morto nella città del suo destino, Roma, che lo vide giovane capitano delle SS nel marzo del 1944, eseguire scrupolosamente ed efficientemente l'ordine del suo superiore colonnello Kappler di trucidare 335 civili romani, quale rappresaglia per l'eccidio di 33 soldati tedeschi che stavano transitando in Via Rasella.

Non ho il minimo dubbio che quei 335 italiani siano stati trucidati da innocenti, ma non dobbiamo dimenticare che in quel periodo gli innocenti, gli inermi erano trucidati a milioni, semplicemente perchè l'intero mondo era in guerra, e in guerra l'atto più esecrabile in tempo di pace, cioè quello di togliere la vita ad un essere umano, viene considerato meritevole di encomio, anzi più ne ammazzi più sei valoroso!

Quante centinaia di migliaia di morti furono causate da personaggi che la storia reputa grandi, esemplari, come Cesare, Alessandro Magno, Napoleone ?

Non intendo, con questo, giustificare affatto l'eccidio delle fosse Ardeatine, ma voglio soltanto ricordare che esso non è né migliore né peggiore del bombardamento delle città, spesso avvenuto pur sapendo che in esse non vi erano forze nemiche ma solo civili indifesi, a solo scopo di terrorismo.

Detto questo, è bene ricordare anche che nel 1948 il tribunale militare di Roma condannò il colonnello Kappler quale unico responsabile di quell'eccidio, mandando assolti tutti gli ufficiali alle sue dipendenze, in quanto meri esecutori dei suoi ordini.

Tra di essi non fu prosciolto Priebke solo perchè non era stato portato dinanzi a quel tribunale ma era riuscito a fuggire prima, altrimenti sarebbe stato prosciolto anche lui.

Per questo motivo per Priebke NON viene spiccato mandato di cattura internazionale ed egli vive pacificamente per decenni sulle Ande finchè viene casualmente scoperto da una televisione americana, portato in Italia e processato nel 1996.

Io ricordo perfettamente la sentenza del tribunale militare di Roma che ne dichiarò la scarcerazione motivando di “non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione”, e ricordo i tumulti che avvennero immediatamente dopo questa sentenza, il vero e proprio assedio del tribunale che impedì a Priebke di andarsene libero, come da sentenza, e che indusse le autorità, non ho ancora ben capito sulla base di che, a mantenerlo “sotto custodia”, benchè dichiarato formalmente libero, per dar modo alla Cassazione di dichiarare nullo quel processo e disporne uno nuovo che lo condannò all'ergastolo …!

Certamente quell'ergastolo non riportò in vita i 335 assassinati alle fosse Ardeatine, per me fu un atto di ingiustizia nei confronti di un soldato esecutore di ordini, per i parenti delle vittime fu comunque una forma di riparazione e, in ogni caso, Priebke fu l'unico ergastolano in Italia, nel dopoguerra, a scontare la pena fino all'ultimo, ad oltre 100 anni di età!

Ma, guarda un po', quegli stessi gruppi e persone che abitualmente si dichiarano non violente, pacifiste, porgitrici dell'altra guancia, che esecrarono l'impiccagione di Saddam e l'esecuzione di Gheddafi, oggi insorgono contro … un morto, e gli negano funerali e sepoltura!

Che una cosa del genere la dica io, che ho sempre sostenuto la damnatio memoriae per i delitti più efferati, è un conto, ma che la sostenga il “democratico” e cattolico Marino nella sua veste di sindaco di Roma e addirittura la curia cattolica romana … penso sia semplicemente l'ennesima manifestazione di implacabile protervia coi vinti, per distogliere l'attenzione o trovare quasi una compensazione ad altrettanto proterva resa nei confronti dei potenti.

Capisco e addirittura giustifico lo sdegno degli ebrei romani e dei parenti delle vittime, che hanno tutto il diritto di odiare ed esecrare chi comunque fu l'esecutore di una tragica rappresaglia di guerra, anche adesso che è morto, ma non trovo giustificazione alcuna per chi, con la fascia tricolore o col rosario in mano, non sappia e voglia portare rispetto per un morto che ha espiato per intero la sua pena.

Rispetto per un soldato che ha perso una guerra senza passare dalla parte del nemico, che ha eseguito gli ordini rispettando il suo giuramento, che non ha voluto pentirsi di un ordine eseguito, anche se ciò gli avrebbe sicuramente fatto mitigare la pena, ma che ha comunque affermato nel suo cosiddetto “testamento” che “Tutti gli atti di violenza indiscriminata contro le comunità, senza che si tenga conto delle effettive responsabilità individuali, sono inaccettabili, assolutamente da condannare” ma anche che “Quello che è successo agli indiani d'America, ai kulaki in Russia, agli italiani infoibati in Istria, agli Armeni in Turchia, ai prigionieri tedeschi nei campi di concentramento americani in Germania e Francia così come in quelli russi, i primi lasciati morire di stenti volutamente dal presidente americano Eisenhower, i secondi da Stalin. … Tutti episodi ripeto da condannare senza mezzi termini, comprese le persecuzioni fatte dai tedeschi a danno degli ebrei; che indubbiamente ci sono state.”

E questo testamento non lo aveva ancora redatto quando, nel 1997, Montanelli gli scrisse personalmente : “Signor capitano, … Da vecchio soldato, e sia pure di un Esercito molto diverso dal Suo, so benissimo che Lei non poteva fare nulla di diverso da ciò che ha fatto.”

Sì, Priebke non poteva fare nulla di diverso allora, come forse nulla di diverso possono fare oggi i cattolici a corrente alternata, bravi a perdonare Caino e inesorabili a dileggiare Priebke, da morto, facendolo passare per barbaro, incapaci di accorgersi che barbari si dimostrano loro.

Pubblicato a pag. 26 del quotidiano "LA SICILIA" di martedì 15 ottobre 2013, seppure con diversi tagli che lo rendono confuso ...!. Condividi su Facebook
Pubblicato integralmente invece dal quotidiano online IL FATTO NISSENO mercoledì 16 ottobre 2013  

Priebke

Mario Cervi: i criminali di guerra italiani non furono mai condannati

 

Priebke

Dichiarazione video poco tempo prima della morte

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Il re è nudo
28 marzo 2013    
 

Quattrocchi

Franco Battiato a Bruxelles (Ansa)

 

Quattrocchi

 

Tutte e tutti indignati contro Battiato in questi giorni ..., per aver detto, ad un convegno presso il Parlamento Europeo :«Ci sono troie in giro in Parlamento che farebbero di tutto, dovrebbero aprire un casino»

Certo, non è stata una bella espressione in bocca ad un assessore al turismo della Regione Siciliana in veste ufficiale, nè ha aggiunto prestigio alla nostra nazione, nè è stata del tutto fondata nella sua genericità ..., nè si rivolgeva specificamente al solo sesso femminile, anzi, come lo stesso Battiato ha successivamente precisato, si riferiva a uomini e donne, anzi, dico io, più agli uomini che alle donne che hanno "esercitato" nel nostro parlamento ...

Ma era fondata su una verità che solo le mammolette marziane possono disconoscere, e cioè che il nostro parlamento da sempre è stato un "mercato delle vacche", tanto che qualcun altro ha anche coniato il termine "mignottocrazia" senza suscitare altrettanta indignazione...

Ma allora perchè questa levata di scudi così repentina e feroce contro Battiato, con condanna ufficiale dei neopresidenti delle camere e defenestramento dalla carica di assessore da parte del governatore siciliano Crocetta?

Beh, intanto non è una novità che tutti possiamo sapere che "il re è nudo", possiamo anche sussurrarcelo, ma guai a gridarlo forte e chiaro come ha fatto Battiato.
Poi non c'è di peggio che gridare al fuoco quando molti hanno la coda di paglia ...
Poi in questo momento persino la magistratura, silenziosa e inerte di fronte ai mercimoni del passato, sta attivamente indagando su uno di questi casi di "compravendita" recenti di parlamentari ...
Inoltre in questi giorni tutti i politici hanno i nervi scoperti e sono in fibrillazione per l'impossibilità di creazione di una maggioranza stabile di governo a meno che ..., non si ricorra a do ut des, scambi, mercanteggiamenti più o meno nascosti ma concreti, tra personaggi (mi guardo bene io dall'usare il termine troie ...!) "che farebbero di tutto" come ha detto Battiato!

Ed ecco allora che ciascuno ritiene di avvalorare la propria integrità morale assestando le bacchettate più forti a chi ha osato proclamare che "il re è nudo", dimenticando che noi siamo il paese del si fa ma non si dice, del predicare bene e razzolare male, del referendum che cancella il ministero dell'agricoltura e del parlamento che inventa il ministero delle risorse agricole, del referendum che cancella il finanziamento pubblico ai partiti e del parlamento che lo sostituisce, decuplicandolo, col "rimborso elettorale", del "governo tecnico" che avrebbe dovuto salvare l'Italia e invece ha salvato le banche a spese dei cittadini meno abbienti ...

Certo, Battiato ha sbagliato.
Perchè le "troie" sono incomparabilmente più oneste, professionali, affidabili di molti (non tutti, per carità e per fortuna!) nostri parlamentari: loro, le "troie" vere danno solo del proprio, non taglieggiano nessuno e anzi, seppure a pagamento, regalano a tutti un sorriso, come cantava De Andrè ...

Ecco perchè hai sbagliato Battiato, perchè in questo paese tutto ti possono perdonare tranne chiamarti ed essere Franco.

Pubblicato a pag. 32 del quotidiano "LA SICILIA" di venerdì 29 marzo 2013 Condividi su Facebook
 

 
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  Chi è "fascista"
7 marzo 2013
 

 


 

Oggi è molto raro, persino in Francia, che qualcuno dia del "sanculotto" a qualcun'altro ..., persino chi prima dava del "robespierre" oggi usa l'epiteto "talebano" per indicare chi è invasato da aberrazione e violenza ideologica, ma son passati oltre 200 anni dalla Rivoluzione Francese !

Io voglio sperare che non siano necessari 200 anni perchè in Italia si finisca col dare del "fascista" non solo a chi ha un atteggiamento dittatoriale (che potrebbe anche starci, anche se ritengo sarebbe più incisivo usare l'epiteto "stalinista"...), ma anche e soprattutto a chiunque NON abbia sul fenomeno, sulla storia del fascismo ESCLUSIVAMENTE opinioni TOTALMENTE negative.

E allora in questo Paese si assiste al paradosso che mentre un "buon'anima" post mortem non si nega neppure al peggiore assassino, chi osi tentare una rivalutazione anche di un solo minuscolo fatto del fascismo, viene aggredito senza se e senza ma da una folla inferocita di cosiddette "persone di cultura"...

Perchè la stragrande maggioranza della gente, la "maggioranza silenziosa" non arriva a tali eccessi, forse perchè non deve gareggiare con nessuno per conquistare la palma dell'antifascista più antifascista di tutti ...,ma le sedicenti "persone di cultura", i sedicenti maitres à penser della politica, del giornalismo, del "salottismo" non si lasciano scappare un'occasione per gridare "dagli all'untore" ogni qualvolta c'è una persona che, a volte persino involontariamente, emette una sola sillaba fuori dall'assordante coro "antifascista" ad oltranza e a permanenza saecula saeculorum ...!

E' così accaduto in questi giorni che una persona stimata e stimabile come la neoparlamentare 5stelle Roberta Lombardi che, tra l'altro, non mi pare abbia in questo senso "scheletri nell'armadio", sia stata subissata da una quantità industriale di riprovazioni e bacchettate per aver scritto sul suo blog : "Se parliamo delle ideologie, penso all’episodio recente di “Grillo che apre a Casapound”. Prima questione: qualcuno mi dice, finchè esistono loro il fascismo non sarà morto, quindi non mi dire che questa ideologia non rappresenta una minaccia presente. Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia. Quindi come si vede Casapound non è il fascismo ma una parte del fascismo. E quindi solo in parte riconducibile ad esso. Seconda questione, e questo per me è il punto fondamentale, sono 30 anni che fascismo e comunismo in Italia non esistono più. Invocarne lo spettro a targhe alterne è l’ennesimo tentativo di distrazione di massa: ti agito davanti il noto spauracchio perché voglio far leva sulle tue paure per portarti dalla mia parte. Non sono i fascisti o i comunisti che ci hanno impoverito, tolto i diritti, precarizzato l’esistenza, reso un incubo il pensiero del futuro."

Oltre ad aver estrapolato la singola frase "l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia" che tolta dal suo contesto ovviamente acquista un significato diverso e più assoluto, non è stato sufficiente che la stessa Lombardi precisasse sul suo blog "Quella espressa era una analisi esclusivamente storica di questo periodo politico, che naturalmente condanno. In Italia il fascismo così come il comunismo è morto e sepolto da almeno trent’anni.
Mi riferivo, facendo una analisi, al primo programma del 1919, basato su voto alle donne, elezioni e altre riforme sociali che sembravano prettamente socialiste rivoluzionarie e non certamente il preludio di una futura dittatura (http://www.circolorussell.it/index.php?doc=158). Tutte proposte che poi Mussolini smentì già dall’anno seguente, in quello che fu un continuo delirio di contraddizioni. La caratteristica del fascismo fu infatti quella di cambiare sempre le carte in tavola, con l’unica costante che al centro del potere rimanevano sempre Mussolini ed il suo partito unico.
Potere che poi divenne dittatura in un crescendo di violenza. Fino ad arrivare al razzismo e la guerra. Questo il mio giudizio storico e politico, negativo su quell’esperienza.
" perchè hanno continuato ad attaccarla, rea di "leso antifascismo" persino i suoi stessi compagni di movimento ...!

Io posso comprendere i familiari delle vittime del Fascismo, centinaia di migliaia di persone malmenate, fucilate, affidate ai forni tedeschi ... ma non comprendo chi, ad oltre mezzo secolo di distanza, continua a considerare il Fascismo "il male assoluto" (espressione inventata da Fini, se non ricordo male ...!), senza riconoscere che insieme agli orrori dei soprusi squadristici, della guerra e del razzismo il Fascismo fu, oggettivamente, un cambiamento radicale e molto positivo di una società italiana allora ancora praticamente feudale (in molti casi lo è ancora oggi ...!).
Invito quindi chi vuole usare il cervello dentro alla sua testa per giudicare liberamente e non il vuoto dentro alla sua testa per far echeggiare slogan perentori, a visitare il sito: http://www.metaforum.it/archivio/2009/showthreadafcd.html dove sono documentate "Le cento cose buone del fascismo", con moltissimi e puntuali riferimenti normativi e storici, prima di sentenziare se il fascismo fu davvero oppure no il "male assoluto" e non, invece, il fondamento del moderno welfare, del diritto del lavoro, dell'industrializzazione italiana e di numerose leggi e azioni delle quali credo si possa e debba ancora oggi essere orgogliosi.

La storia ha dimostrato che vi furono molti gerarchi arroganti, ladri e approfittatori, ma se emendato dall'evidente maschilismo e militarismo (allora in auge in tutto il mondo, comunque ...), io trovo che il "decalogo" che qui sotto trascrivo potrebbe essere assunto quasi interamente come vademecum delle generazioni di tutti i tempi:

DECALOGO DELL'ITALIANO NUOVO (ARNALDO MUSSOLINI)
1) Non vi sono privilegi, se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.
2) Accettare tutte le responsabilità, comprendere tutti gli eroismi, sentire come giovani italiani e fascisti la poesia maschia dell'avventura e del pericolo.
3) Essere intransigenti, domenicani. Fermi al proprio posto di dovere e di lavoro, qualunque esso sia. Ugualmente capaci di comandare e di ubbidire.
4) Abbiamo un testimonio da cui nessun segreto potrà mai liberarci: il testimonio della nostra coscienza. Deve essere il più severo, il più inesorabile dei nostri giudici.
5) Aver fede, credere fermamente nella virtù del dovere compiuto, negare lo scetticismo, volere il bene e operarlo in silenzio.
6) Non dimenticare che la ricchezza è soltanto un mezzo, necessario sì ma non sufficiente a creare da solo una vera civiltà, qualora non si affermino quegli alti ideali che sono essenza e ragione profonda della vita umana.
7) Non indulgere al mal costume delle piccole transazioni e delle avide lotte per arrivare. Considerarsi soldati pronti all'appello, ma in nessun caso arrivisti e vanitosi.
8) Accostarsi agli umili con intelletto d'amore, fare opera continua per elevarli ad una sempre più alta visione morale della vita. Ma per ottenere questo occorre dare l'esempio della probità.
9) Agire su se stessi, sul proprio animo prima di predicare agli altri. Le opere e i fatti sono più eloquenti dei discorsi.
10) Sdegnare le vicende mediocri. non cadere mai nella volgarità, credere fermamente nel bene. Avere sempre vicina la verità e come confidente la bontà generosa.

Ma, comunque, se un Paese è libero e democratico, così come viene ritenuto legittimo professare qualsiasi religione e fede politica, comprese la religione cattolica coi suoi milioni di morti per effetto delle crociate, dell'inquisizione o dei conquistadores nelle americhe, quella islamica con migliaia di kamikaze che hanno annientato vite innocenti e stretto il mondo nel terrore, e quella comunista coi milioni di morti nei gulag russi, in Cina, in Cambogia, ... non riesco proprio a capire perchè continui ad essere zittito, criminalizzato, emarginato chi osi pensare che, insieme a tanti sbagli, il fascismo presentò non pochi aspetti assolutamente positivi e addirittura attualissimi.

O meglio, lo capisco benissimo, perchè secondo me meno si conosce, più si è ignoranti e più si è massimalisti.

Invito tutti ad andarsi a rileggere sul sito antifascista http://www.storiaxxisecolo.it/rsi/rsicartaverona.htm la "Carta di Verona" e, ovviamente emendandola dagli immancabili saluti al duce, antisemitismo e simili "residuati bellici", dirmi se essa non rappresenti ancora oggi, dopo oltre mezzo secolo una sintesi di obiettivi ancora moderni ed ancora non raggiunti.

Nella stessa pagina c'è anche un link http://www.storiaxxisecolo.it/rsi/rsicartaverona1.htm che porta al decreto di socializzazione delle imprese del quale qui trascrivo solo due articoli :

"Art. 43 - Remunerazione del capitale.

Sugli utili netti, dopo le assegnazioni di legge alla riserva, e la costituzione di eventuali riserve speciali, che saranno stabilite dagli statuti e regolamenti, è ammessa una remunerazione al capitale investito nell’impresa in una misura massima fissata per i singoli settori produttivi dal Comitato ministeriale per la tutela del risparmio e l’esercizio del credito.

Art. 44 - Assegnazione degli utili ai lavoratori.

Gli utili che residueranno dalle assegnazioni di cui all’articolo precedente verranno ripartiti tra i lavoratori: operai, impiegati tecnici amministrativi e dirigenti, in rapporto all’entità delle remunerazioni percepite nel corso dell’anno. Tale ripartizione non potrà comunque eccedere il 30% del complesso delle retribuzioni nette corrisposte ai lavoratori nel corso dell’esercizio. Le eccedenze saranno destinate ad una Cassa di compensazione, amministrata dall’Istituto di Gestione e Finanziamento e destinata a scopi di natura sociale e produttiva. Con separato provvedimento del Ministero per l’Economia Corporativa, di concerto col Ministero per le Finanze, sarà approvato il regolamento di tale Cassa. "

Questo veniva scritto e firmato da Benito Mussolini nel 1944 e a quasi settant'anni di distanza non c'è ancora stato nè un governo, nè un partito, nè un sindacato capace di far realizzare tale progetto, che ancora oggi è quanto di più avanzato si possa concepire nel campo del lavoro.

Ma io qui non voglio "difendere il fascismo" nè in tutto, nè in parte; voglio solo essere libero di poter scrivere quello che ho appena scritto senza essere definito o considerato nè un mentecatto nè un violento, picchiatore, guerrafondaio, aguzzino, antidemocratico, illiberale, disumano, ... cioè, un "fascista".

Anzi penso che "fascista" sia proprio chi è sempre pronto a bacchettare, se non a stroncare, dileggiare, emarginare, martoriare chi come la deputata 5stelle Roberta Lombardi ha osato esprimere un'opinione, che io condivido senza per questo ritenere che debba essere condivisa anche da altri, ma che ha lo stesso diritto di espressione che la nostra Costituzione riconosce all'art. 21

In questo senso penso proprio che sia io che la deputata Roberta Lombardi siamo i più antifascisti del mondo.

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Fermare lo stillicidio dei suicidi per disperazione economica
10 maggio 2012    
 

 

 

 

 

 

Quando una persona si suicida io mi cavo il cappello dinanzi a chi ha deciso di andarsene, non importa se per scelta lucida e libera o per resa o fuga da una realtà divenuta o vista come troppo opprimente, non meritevole di essere vissuta.
Ma quando ogni giorno c'è un suicida non mi basta togliermi il cappello, voglio saperne di più, capire ...
E se ogni giorno i suicidi sono due o tre e tutti con la stessa motivazione, allora non posso proprio rassegnarmi, non posso cavarmela con un "requiescat in pacem", voglio capire chi o cosa è responsabile e almeno urlargli in faccia la sua responsabilità e, se fa finta di non sentire, la sua vigliaccheria e la sua ipocrisia.
Certo, non si può procurare dall'oggi al domani un lavoro a chi lo perde, nè trovare magicamente montagne di denaro per soddisfare crediti pubblici e privati, ma credo che si possa e si debba quanto meno proteggere almeno la vita di chi, molto spesso NON per suoi errori o responsabilità, si ritrova ad un tratto letteralmente "strozzato", senza vie d'uscita (almeno apparentemente).
La nostra costituzione tutela la salute e la vita dei suoi cittadini: basta semplicemente capire che i pericoli per la salute e la vita non derivano soltanto da eruzioni, alluvioni, epidemie, ... ma ANCHE da richieste pecuniarie insostenibili per alcuni soggetti e da ingiustizie macroscopiche che sembrano non avere una fine.
Che enti pubblici abbiano usufruito di lavori e forniture che da ANNI non vengono pagati , nè si riesce almeno a capire quando questo debito alfine verrà onorato, se tra uno, due, 5, n mesi... e nel frattempo si continua a pagare interessi passivi, o si licenzia e si fallisce ... avendo come unica colpa quella di essersi fidati delle istituzioni ..., questa è un'ingiustizia macroscopica che non deve fare dormire sonni tranquilli a chi ha responsabilità di governo, a qualsiasi livello.
E invece, da Napolitano all'ultimo preside della scuoletta sperduta, vi risulta che qualcuno vada al di là di una scontata e ridicola ammissione di situazione emergenziale?
Da tanti mesi ci sono, per fortuna, migliaia di comuni col bilancio in attivo, che non possono pagare i loro creditori a causa del "patto di stabilità"; un decreto legge di una riga che consentisse una deroga a tali comuni "virtuosi" risolverebbe, anche se non tutte, molte situazioni di aziende e persone a rischio. Ma nessuno scrive quella riga, e nessuno la sollecita e promulga.
Le tasse vanno pagate, per carità, e chi non vuole farlo pur avendone la capacità economica, va stanato e imprigionato, come in America, ma ... con quale coraggio e con quale logica, sulla base di quali principi etici ad un padre di famiglia che, non per suo demerito, ha perso il lavoro o ha perso la sua azienda frutto del sacrificio di generazioni, si può intimare di pagare sull'unghia imposte, seppur legittime, il cui denaro non sa proprio dove andarlo ONESTAMENTE a trovare?
Con quale coraggio e con quale logica si può chiedere ad una vedova che sopravvive con una pensione sociale di 450 euro al mese, di pagare imposte locali per quasi 1000 euro, sulla vecchia grande casa cadente in cui abita e sui terreni che nessuno vuole neanche regalati, per pagare i quali non le può bastare digiunare 4 mesi di fila, visto che comunque almeno elettricità, acqua, nettezza urbana e riscaldamento bisogna pur continuare a pagarli?
Tutto ciò è semplicemente disumano, e sta alla base di un numero sempre crescente di suicidi di persone oneste, per bene, che a un certo punto vedono solo nella morte l'unica via d'uscita da tali situazioni aberranti.
E siccome detesto i facili criticoni, piagnoni e parolai senza cervello, oltre al DL di una riga di cui ho detto sopra, suggerisco anche il seguente:

Art. 1 - Qualunque cittadino si trovi in situazioni economiche tali da non poter comprovatamente far fronte a richieste esattive da parte di enti pubblici, può denunciare tale situazione presso la più vicina caserma dei Carabinieri.
Art. 2 - Alla ricezione della denuncia i Carabinieri svolgono sommaria indagine locale e patrimoniale e se riscontrano la veridicità o anche la verosimiglianza della situazione denunciata, entro 3 giorni dalla denuncia informano il competente Giudice Tutelare che dispone immediatamente il congelamento di qualsiasi azione esattiva da parte di qualsiasi ente pubblico e nomina un avvocato d'ufficio per studiare la situazione economica denunciata e proporre valide ipotesi di dilazionamento che consentano comunque alla famiglia del soggetto di poter prioritariamente provvedere al proprio sostentamento.
Art.3 - Nel caso in cui le condizioni economiche del soggetto non siano tali da poter sopportare neppure minime condizioni dilazionate di pagamento, il congelamento di tali esazioni permane sine die fino a quando il soggetto non sarà in grado di poter iniziare a corrispondere il dovuto.

Ai soliti saccenti ipocriti che obbietteranno: "Ma così gli enti pubblici non recupereranno spessissimo i loro  crediti e alla fine saremo noi cittadini a ripianare tali debiti!" rispondo che anche se così fosse, SALVEREMMO TANTE VITE UMANE, quindi varrebbe comunque la pena!

Evidenzio tuttavia che attualmente siamo comunque noi cittadini a ripianare MILIARDI di debiti SPERPERATI dalle pubbliche amministrazioni, senza battere ciglio; sarei felice di continuare a farlo solo se per contropartita non avessi il "salvataggio" di politici incapaci, ma la salvezza fisica di tante persone per bene che prima o poi riprenderanno a dare il loro contributo costruttivo e onesto alla nostra comunità.
Ovviamente questo "mio" DL ha l'unico fine di arginare e possibilmente interrompere IMMEDIATAMENTE questo orrendo stillicidio costante di suicidi ai quali le coscienze degne di tale nome NON possono mai abituarsi; è chiaro che altre strategie sono comunque da mettere in campo per superare la crisi, per ridurre il debito pubblico e, soprattutto, per TAGLIARE intrallazzi, poltrone, sprechi, furti, malversazioni e quant'altro porta le pubbliche amministrazioni a chiedere sempre di più ai contribuenti, riducendo sempre di più garanzie e servizi ..., ma questa è un'altra storia...!
Signor Napolitano, signor Monti, onorevoli (si fa per dire ...!) deputati e senatori, vi chiedo solo di copiare le mie proposte, se non vi costa troppo sforzo. Non continuate a voltarvi dall'altra parte, non continuate a blaterare ovvietà senza costrutto o insultanti scaricabarile, perchè mentre voi fate finta di lavorare, nei "vostri" comodi palazzi e protetti dalle vostre scorte, qui, nel paese reale LA GENTE CONTINUA AD UCCIDERSI. Basta.

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  Un braccio di ferro infinito
22 febbraio 2012
 

 


 

In questi giorni è comparsa e scomparsa la notizia sull'abolizione, ope legis, dei risarcimenti -pare- dipendenti da "colpi di frusta" fondamentalmente con due motivazioni: a) perchè diagnosticamente quasi mai dimostrabili e b) perchè costano alle assicurazioni italiane ben 2 milioni di euro all'anno, che fanno dell'Italia il primo paese al mondo con tale patologia.
A parte il fatto che le lesioni dovute essenzialmente a tamponamenti non sono solo costituite dal "colpo di frusta", nè necessariamente TUTTI i medici che diagnosticano e firmano una tale diagnosi sono incapaci o delinquenti conniventi di truffatori, tale provvedimento legislativo, se realmente attuato - come il troppo silenzio intorno fa pensare...- rappresenta l'ennesima e non ultima tenzone tra i piccoli Davide -gli assicurati italiani- con il gigante Golia - le assicurazioni italiane.
Questa disfida ha radici antiche e risale agli anni 60 quando, con il primo di una serie di vittorie lobbystiche, le assicurazioni imposero l'obbligatorietà dell'assicurazione RCA.
Io ricordo perfettamente quel periodo perchè, giovanissimo, divenni uno degli "agenti principali" di una grande compagnia assicurativa e per alcuni anni ho seguito l'evolversi della situazione italiana stando sul campo, in prima linea.
Non ricordo il dato esatto, quindi scusatemi se vado a spanne, ma penso che prima di tale obbligatorietà meno del 10 % dei veicoli fossero assicurati, quindi ci furono decine di milioni di neoassicurati che dapprincipio non si accorsero che stavano diventando agnellini da tosare...
Le sorprese arrivarono alle prime richieste di risarcimento, soprattutto delle polizze "Kasko" che costavano un botto ma che promettevano protezione totale anche da danni autoprocurati.
Il cliente denunciava lo scasso della portiera e il furto dell'autoradio (allora non esistevano autoradio integrate) e, nonostante fosse in grado di dimostrare con la fattura d'acquisto della radio di un paio di mesi prima e con la fattura del carrozziere per la riparazione della portiera che aveva pagato di tasca, diciamo, 250.000 lire, l'assicurazione si dichiarava disposta a risarcirne 100, sostenendo che l'autoradio dopo due mesi non poteva considerarsi nuova ..., che il carrozziere aveva esagerato e che il valore dell'auto era da considerarsi non più quello dichiarato (e pagato) in polizza, ma uno più basso...!
Ricordo che i vecchi colleghi più scafati ci consigliavano di ricordare al cliente che le assicurazioni servono a farti piangere con un occhio solo anzichè con tutti e due ...!
Comunque a fronte di una montagna di miliardi introitati a man basse in pochi mesi, ricordo perfettamente che per anni, sia perchè il numero dei veicoli era notevolmente inferiore a quello odierno, sia perchè le scuole guida erano serie e gli automobilisti più prudenti, il numero degli incidenti complessivo e quello di quelli mortali (che ovviamente erano quelli che costavano più salati alle Compagnie) era così basso che non si capiva perchè da subito le assicurazioni cominciassero a piangere miseria dicendo che "sbilanciavano" con la RCA e spingevano noi agenti a vendere altri prodotti, sicuramente più remunerativi.
Ma io e i miei colleghi, incontradoci a livello regionale per i nostri convegni, sapevamo perfettamente quanto avevamo incassato e quanto risarcito, per cui appariva evidente sia che le compagnie erano ampiamente in attivo anche con la RCA, sia che erano così sfacciate da mentirci.
Fu da questo comportamento chiaramente truffaldino delle compagnie assicurative che iniziarono allora (ma dovettero passare almeno un paio d'anni) i comportamenti truffaldini dei clienti, perchè è chiaro che da quel momento, viste le esperienze fatte, chi era derubato dell'autoradio denunciava anche il furto della batteria, del crik e della ruota di scorta non per desiderio di truffa, ma solo per avere un indennizzo realmente equo rispetto al danno vero subito.
E fu solo l'inizio di una guerra che da allora si combatte (solo in Itaglia, si badi bene, perchè altrove al comportramento onesto delle compagnie corrisponde il comportamento onesto degli assicurati!) a colpi di furbate italiche: da una parte assicurazioni bugiarde che piangono miseria e aumentano notevolmente i prezzi, e dall'altra consumatori che ricorrono all'incidente simulato. Ricordo perfettamente lo stupore dei miei primi clienti quando, tornati dopo un anno senza incidenti, si videro aumentare le polizze nonostante avessero stipulato contratti bonus/malus o addirittura contratti che non ricordo più come si chiamassero, con i quali la compagnia, a fronte di un costo ben maggiore rispetto a quello standard, si impegnava a mantenere lo stesso prezzo l'anno successivo, anche se vi fossero stati incidenti di lieve entità...!
E mi sembra, anche questa, l'ennesima furbata italica quella per cui anzichè ragionare sul perchè solo in Italia il 66 % delle lesioni riguardino il "colpo di frusta", contro 40% della Germania e 6% della Francia ..., si decide di non risarcire più tale patologia, come dire che visto che il termometro segna la febbre alta, rompiamo il termometro e non se ne parla più!
Evito di parlare poi dei costi assicurativi in generale, lievitati al punto da non essere più sostenibili in alcune regioni e, di conseguenza, da incentivare o la circolazione privi di assicurazione o con contrassegni falsi.
Anche qui: chi ha iniziato il circolo vizioso? E chi deve spezzarlo per primo? Io so perfettamente chi. E adesso lo sapete anche voi.

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  Un aiutino ai "professoroni"
23 gennaio 2012
 

 

Per il governo certamente non è facile "mettere una pezza" ai motivi che hanno scatenato la protesta dei forconi in Sicilia e che oggi, come era prevedibile, stanno facendo insorgere tutta Italia.
Innanzi tutto bisogna, a mio parere, individuare e riconoscere tali motivi; sbagliare è umano e i nostri "professoroni" hanno sbagliato, ora hanno due strade: negare l'errore con l'arroganza tipica delle caste, o ammettere l'errore, anzi gli errori, dimostrando in tal modo di avere almeno la buona volontà di porvi rimedio.
Ad un vaso già pieno si può aggiungere ancora altro liquido prima che trabocchi,ma bisogna farlo con grande delicatezza e goccia a goccia, altrimenti lo si fa traboccare.

Le ultime gocce che hanno fatto traboccare il bicchiere siciliano sono state l'importante aumento dei prezzi dei carburanti, particolarmente il gasolio, che si è aggiunto all'aumento importante dei pedaggi, che si è sommato allo stato preagonico di molte imprese strangolate letteralmente dall'Equitalia isolana, la Serit.

Le tasse vanno pagate, anche quando te le impone uno stato di facce di bronzo che notoriamente sperpera il denaro pubblico e si ricopre di benefici personali, di lobby e di casta, ma se migliaia di aziende sono in affanno e sono sul punto di fallire intanto lo stato deve provvedere a saldare i SUOI debiti con loro e poi pretendere i suoi crediti, poi deve smetterla di imporre veri e propri interessi usurari sui propri crediti e infine deve dilazionare le sue pretese, legittime, in modo da non ... soffocare i propri debitori.

Invece l'unica cosa che ha saputo fare il governo Monti è stata quella di PROMETTERE di pagare i propri creditori in 90 giorni, recependo finalmente una norma da anni già vigente in altri Paesi europei, senza considerare che moltissime aziende NON hanno nemmeno 30 giorni di sopravvivenza!

A questo si sono aggiunti gli aumenti dei pedaggi (motivati da cosa? Per affossare ulteriormente l'economia?) e soprattutto quello dei carburanti.

Come se non bastasse, i nostri "professoroni" hanno ritenuto di fare la "furbata" di aumentare percentualmente di più il gasolio, senza per nulla considerare che nel nostro disgraziato paese oltre il 90 % delle merci si muove su gomma e su mezzi prevalentemente a gasolio, mentre il 100 % dei trasporti marittimi e delle imbarcazioni dei pescatori funziona a gasolio!

Ecco perchè gli autotrasportatori e i pescatori sono scesi coi forconi in mano prima in Sicilia, la regione più penalizzata perchè più decentrata, e adesso in tutte le altre parti d'Italia, perchè, semplicemente, non vogliono allungare le già piene liste dei suicidi e, poichè stanno lottando per la sopravvivenza, non si faranno intimidire da quattro camionette...

E allora, a questo maledetto punto, che deve fare il governo dei "professoroni"?

Fino ad ora ha fatto orecchie da mercante o, come si dice dalle mie parti, "ha fatto il fesso per non pagare la dogana", INFISCHIANDOSENE altamente della rivolta siciliana, infischiandosene di un'intera isola paralizzata, NON ascoltando gli organizzatori della protesta e fissando l'incontro col governatore della Sicilia a mercoledì prossimo, OLTRE 10 giorni dopo l'inizio della protesta stessa.
Così comportandosi ha fatto sì che tale protesta, nonostante il colpevole silenzio iniziale dell'informazione nazionale, contagiasse TUTTA l'Italia e quello che poteva essere circoscritto come un "problema delle regioni più a sud" soltanto, ora è diventato un problema NAZIONALE.
Ecco allora che ciò che solo fino a pochi giorni fa poteva essere concesso SOLO alla Sicilia (con la giustificazione della sua estrema marginalità geografica, se non con l'attuazione di uno sventurato, seppur importante, Statuto) adesso lo si dovrà concedere a tutt'Italia.

Che cosa? Poichè ho (e non solo io) l'impressione che i "professoroni" non siano capaci di arrivarci da soli, mi permetto di dar loro un "aiutino":

1) per le situazioni di morosità con Equitalia o Serit per le aziende :
- se esse sono anche creditrici dello Stato, va fatta la compensazione;
- in tutti gli altri casi vanno cancellati gli oneri accessori di mora e di esazione e gli importi vanno rateizzati in 10 anni

2) le accise sul gasolio vanno ridotte con effetto immediato di 10 centesimi a litro;

3) le spese per pedaggi e per acquisto di gasolio per autotrazione commerciale o per pesca vanno rese deducibili in ragione del 50% dalla propria dichiarazione dei redditi.

Tutto questo con DECRETO LEGGE IMMEDIATO, oggi stesso!

Con quali entrate coprire queste spese? Mi verrebbe da rispondere "facendo le persone serie", cioè tagliando davvero sprechi e privilegi, ma se lor signori vogliono un "aiutino" perchè non ci arrivano da soli, mi scrivano che sono sempre pronto a darglielo!

Un'ultima cosa: ve lo chiedo per favore, vi scongiuro di NON aggiungere ERRORE AD ERRORE, facendo la voce grossa, minacciando i camionisti che fanno i blocchi o arrestandoli, perchè per ogni 10 che ne arresterete altri 1000 si uniranno alla protesta, finireste così col peggiorare la situazione e rischiereste di far diventare questa che sino ad ora è una protesta, una vera sommossa e quando vedrete spuntare qualche ghigliottina potrete prendervela solo con voi stessi!

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  La rivolta dei forconi
20 gennaio 2012
 

E' iniziata lunedì 16 scorso questa strana cosa chiamata "rivolta dei forconi", è iniziata nel silenzio più totale di tutti i media più importanti che solo alla fine del secondo giorno, quando nelle città siciliane cominciavano a finire il carburante e le merci nei supermercati, hanno iniziato ad accennarne, e non in prima pagina ... Alla fine il "solito" Santoro l'ha promossa in prima serata, mentre l'altrettanto "solito" Vespa continuava a far sentire: "Salga a bordo, cazzo!", divenuto ormai un tormentone internazionale ... Il presidente siciliano di Confindustria ipotizza che dietro ai "forconi" possano esserci "mafiosi", ma, seppure sfidato dagli stessi manifestanti, non è in grado di fare un nome che sia uno...

Perchè dietro ai forconi ci stanno non solo autotrasportatori, "padroncini", contadini, allevatori, ma anche operai disoccupati, commercianti, padri e madri di famiglia, gente comune e studenti. Insomma ci stiamo (quasi) tutti i siciliani, anche se ormai possiamo camminare solo a piedi perchè sono tutte a secco le pompe di benzina e di gasolio, anche se i mandarini marciscono nei magazzini, il latte viene munto e buttato, la corrispondenza è bloccata e si perde la partecipazione ai concorsi, alle gare d'appalto, e molte città sono invase dai rifiuti.

E sono pochi quelli che si lamentano, pochi quelli che disquisiscono se sia giusta, utile, intelligente, produttiva una protesta così ... strana, che è uno sciopero ma anche una serrata, un blocco stradale ma lascia passare i rifornimenti essenziali, e i "capi" promettono che non hanno nessuna intenzione di affamare, danneggiare i siciliani, perchè loro sono tutti i siciliani, che non ne possono più di essere emarginati, ridotti a subire in silenzio, ma che finalmente hanno deciso di prendere in mano il loro destino, visto che i loro governanti o fanno i satrapi a Palermo, o gli alieni a Roma.

Perchè, giunti ormai al quinto giorno di paralisi di un'intera isola, il "governatore" Lombardo non mi pare che stia facendo niente di diverso da ciò che (non) ha fatto sino ad ora e Monti finge di non vedere e non sapere ..., perchè -secondo me- SA che i "forconi" hanno ragione: hanno ragione a reagire all'ulteriore aumento dei carburanti, già più cari d'Europa, all'aumento dei pedaggi e dei traghetti che penalizzano soprattutto le regioni più periferiche, hanno ragione a reagire all'implacabilità della Serit che ha già causato il fallimento di tante aziende, hanno ragione a non voler più assistere alla sequela di imprenditori suicidatisi per essere stati costretti a licenziare il personale, hanno ragione a pretendere l'attuazione di quello Statuto Siciliano, tutt'ora vigente ma mai applicato negli articoli più importanti e caratterizzanti, che a Palermo e a Roma conoscono bene, ma ben si guardano dal rispettare, a Roma per egoismo e a Palermo per viltà.

E allora come finirà? Ce lo chiediamo tutti, con speranze diverse. I governanti (locali e nazionali) sperano che alla mezzanotte di stasera tutto finisca, come un qualsiasi sciopero, e che domani tutto continui come prima, anzi "meglio" di prima, nel senso che la maggior parte della gente dovrebbe aver capito che qualsiasi "rivolta" è autolesionistica, inutile e dannosa...

I siciliani invece sperano che chi ha potere raccolga il senso di questa protesta che non è nè un braccio di ferro con le istituzioni, nè una rivendicazione corporativa, ma è il grido di dolore insopprimibile di un'isola che sta morendo, e che non si rassegna al suo rango di colonia, nè al suo destino di vittima sacrificale sull'altare dello spread, delle banche, dei poteri forti e delle caste.

Come finirà? "Lo sapremo solo vivendo" mi viene spontaneo pensare ..., ma credo che dopo questa "rivolta" certamente la Sicilia e l'Italia non saranno più le stesse, perchè la prima credo che abbia ormai capito che solo imbracciando i forconi, ripudiando qualsiasi sigla o bandiera sindacale e di partito e riunendosi tutti insieme sotto il vessillo della Trinacria, c'è possibilità di nutrire ancora speranza verso il nostro futuro, e la seconda che molto probabilmente la prossima volta non resterà a guardare, ma scenderà anch'essa in piazza e allora se non basteranno i forconi, potrebbe rispuntare la ghigliottina.Condividi su Facebook

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  Un Paese formale e formalista
15 dicembre 2011
 

 


 

Certamente l'Italia è uno dei paesi più belli del mondo, con la maggiore quantità e qualità di opere d'arte, con alle spalle un glorioso passato di potenza imperiale, con una schiera di protagonisti di primissimo piano nel campo delle scienze, delle arti, della scoperta, ... ma, se non vogliamo continuare ad impersonare la figura triste e patetica di certi nobili decaduti, che vivono di ricordi e ... languono nella miseria, dobbiamo anche renderci conto, una volta per tutte, che siamo anche un paese formale e formalista, con tutto quello che ne consegue.

Siamo un paese formale a cominciare dall'articolo 1 della nostra costituzione che fonda la nostra repubblica "sul lavoro" ma che non solo non assicura il lavoro a tutti i suoi cittadini, non solo non lo facilita e incentiva, ma neppure lo protegge.
Non lo assicura perchè l'offerta di lavoro in Italia è interamente affidata al "mercato" e persino le categorie definite "protette" sono subordinate alle situazioni occupative che "il mercato" può creare o meno, sicchè, alla fine il nostro tasso di disoccupazione non è affatto migliore, anzi in molti casi è peggiore, di quello di tanti altri paesi del mondo dove non si ha la velleità di scrivere che "la repubblica ... è fondata sul lavoro".
Non lo facilita e non lo incentiva, anzi in molti casi lo ostacola, con tutta una serie di "lacci e lacciuoli" che formalmente -appunto- dovrebbero tutelare il lavoratore, nella realtà invece rendono la vita difficile agli imprenditori che tale lavoro avrebbero intenzione di creare, al punto che molti hanno già delocalizzato (e non solo per motivi economici), altri -vedi FIAT- hanno condotto potenti battaglie per cambiare le regole senza di che avrebbero chiuso in Italia e, soprattutto, nessun imprenditore straniero si sogna di venire ad investire in Italia dove, se un creditore non fa il suo dovere (e tra questi creditori i PEGGIORI sono lo stato e gli enti locali italiani...!) possono passare diversi anni prima che la giustizia gli ingiunga di farlo.

La giustizia, già, che da un lato si onora di decine di magistrati che hanno persino perso la vita per esserle fedeli, ma dall'altro invano proclama solennemente in ogni aula di tribunale "La legge è uguale per tutti", il che già suona "strano", giacchè in nessun altro tribunale del mondo si sente il bisogno di scriverlo perchè semplicemente pleonastico, sarebbe come scrivere su ogni coltello "questo coltello taglia" o sui cimiteri "qui giacciono i morti" ...!
Il fatto è che forse il formale e il formalismo raggiungono le vette più elevate proprio nella giustizia italiana e non tanto o non soltanto perchè persino i nostri gloriosi progenitori dichiaravano "summum ius, summa iniuria", ma perchè, per spiegarmi con un esempio, i giudici che hanno incarcerato e condannato Tortora non solo non sono stati puniti, ma hanno fatto carriera ..., e tante vecchiette, assentatesi dalle loro case per diversi motivi, al rientro le hanno trovate occupate da famiglie di senzatetto che solo in pochi casi sono state sollecitamente sgomberate,... e si potrebbe continuare con una serie infinita di episodi di "malagiustizia", sanzionati persino -e a migliaia- dalla suprema corte europea.

Ma oltre che con la "malagiustizia", il formalismo italiano si esprime ineffabilmente anche con la "malasanità", che formalmente -appunto- dovrebbe assicurare trattamenti sanitari adeguati a "tutti" ma, nella realtà, offre un panorama quanto mai eterogeneo che va dai centri di assoluta eccellenza ai lazzaretti coi malati abbandonati nei corridoi, dalle regioni dove per una visita si aspetta al massimo una settimana a quelle dove può passare più di un anno ...
Per non parlare della scelta dei primari che dovrebbe "formalmente" rispondere a criteri di professionalità ed eccellenza e invece tutti sappiamo che spesso, anche se non sempre, professionalità ed eccellenza non sono prerequisiti indispensabili per una scelta che è, sempre, di appartenenza politica ...!

Concludo infine con il sistema scolastico, capace di presentare contemporaneamente altissimi picchi di formalità e di informalità, infatti sono formalissime la scuola e l'università che prevedono precise forche caudine temporali, tappe forzate che non possono essere evitate o superate da impegno e doti naturali, sicchè gli allievi meno volenterosi o dotati sono costretti ad un ritmo troppo veloce, mentre quelli più perspicaci sono costretti a "segnare il passo", come recentemente avvenuto a quel giovane che ha sostenuto tutti gli esami universitari in due anni ma non può laurearsi perchè ...li ha superati troppo in fretta!
Contemporaneamente ciascuna scuoletta può decidere quando far iniziare e finire l'anno scolastico, quali prove d'esame far sostenere ai propri alunni, se avere il "tempo lungo", il "tempo pieno" o ... il tempo perso, mentre le università possono sbizzarrirsi nella creazione di cattedre fantasiose, anche con pochissimi studenti ...
Il risultato è che il livello generale di preparazione dei giovani si è notevolmente abbassato, l'ignoranza delle conoscenze più fondamentali è in crescita, i laureati migliori o sono sfruttati e sottovalutati o sono costretti ad emigrare per essere opportunamente valorizzati, e il paese tutto continua ad avvitarsi in un declino culturale, scientifico, morale che non lascia prevedere nulla di buono.

Formalmente però siamo l'ottava potenza industriale del mondo, che però non riesce a risolvere il problema dei rifiuti a Napoli...!

Formalmente abbiamo un sistema parlamentare basato su un "bicameralismo perfetto" che nella realtà non fa che rallentare e spesso snaturare qualsiasi provvedimento legislativo, senza per questo garantire che al governo ci siano nè persone liberamente elette dal popolo "sovrano", nè persone con piena potestà di prendere le decisioni che ritengano migliori, ma sottoposte comunque ad un continuo logoramento di trattative e condizionamenti, se non ricatti incrociati, sia da parte dei partiti che delle cosiddette "forze sociali".

E tutto ciò "formalmente" è "a posto", inappuntabile:
formalmente siamo un paese democratico anche se gli "eletti" sono in realtà "nominati" (e -sottolineo- NON SOLO a cominciare dalla legge "porcellum"!) e la cosiddetta "tangentopoli" è ancora oggi più in auge che mai;
formalmente siamo un paese "legale" anche se condannato migliaia di volte dalla suprema corte europea, con le carceri che scoppiano di detenuti di cui oltre la metà è in attesa di giudizio e con solo meno di una decina di cattivi giudici che sono stati esautorati dal consiglio superiore della magistratura in oltre 60 anni di storia;
formalmente abbiamo "la migliore legislazione sulla tutela delle lavoratrici madri" ma nella realtà essa si applica solo a chi ha un'assunzione a tempo indeterminato, mentre per le altre lavoratrici c'è la lettera di dimissioni firmata in bianco ...;
formalmente imponiamo di tappezzare i cantieri di cartelli con scritto "mettiti il casco", "usa gli occhiali", "usa i guanti", ecc. ma nella realtà ci sono quasi tre morti al giorno, in media, sul posto di lavoro...

Ecco solo alcuni dei tantissimi motivi per cui abbiamo bisogno, oggi più che mai, di urlare che "il re è nudo!", di spezzare queste catene di formalità e formalismi, se non vogliamo che il peso di queste catene ci trascini sempre più in fondo, non solo tra i paesi in declino ma anche tra quelli senza speranza.

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Mai più morire sul lavoro
13 dicembre 2011  
 

Quattrocchi

Francesco Pinna

Quattrocchi

Il palco collassato su se stesso

 

Certamente morire a 20 anni è qualcosa di "innaturale", "contronatura", e quando a morire a 20 anni è un giovane come questo in foto, uno splendido ragazzo che studiava e contemporaneamente lavorava per sostentarsi, il dolore e la disperazione sono al massimo.
Ma anche quando muore un sessantenne, calvo e con la pancetta, colpevole solo di lavorare per la sua famiglia il dolore e la rabbia non possono essere minori, semplicemente perchè, nel 2000, in Italia, non si può morire PER il lavoro.
Ritenevamo (o speravamo) di esserci lasciati alle spalle i nostri parenti uccisi dallo scoppio del grisou, avvelenati dalla silicosi, bruciati nelle fonderie, pensando che -purtroppo- la morte per lavoro fosse rimasta appannaggio solo dei paesi meno sviluppati, dove l'arroganza del profitto a tutti i costi deliberatamente ignora qualsiasi precauzione per gli schiavi moderni, invece puntualmente, con uno stillicidio tragico senza fine, anche in Italia OGNI GIORNO non mancano i morti sul lavoro o per il lavoro...
Proprio recentemente anche il capo dello stato Napolitano aveva sottolineato la necessità prioritaria di mettere fine a questo stillicidio ma, ancora una volta, i fatti continuano a sbatterci in faccia una realtà intollerabile.
Ma perchè si muore sul posto di lavoro?
Prevalentemente per inosservanza delle leggi e dei regolamenti di sicurezza, che molti lavoratori addirittura ignorano. E non stiamo a dare la colpa, al solito, all'inesistenza dei "controlli" che sì, è gravissima e generalizzata, ma proviamo, ogni tanto, a lasciare da parte leggi e regolamenti e ad essere realisti, concreti: il montaggio e smontaggio di strutture come quella che ha tolto la vita a Francesco Pinna sono perfettamente codificate, collaudate e quindi perchè persino lì si muore?
Vedremo cosa dirà la magistratura, ma io sono convinto che anche in questo caso, come in TUTTI gli altri, l'incidente si è verificato perchè qualcuno, A LIVELLO APICALE, non ha fatto il suo dovere.
Non sto parlando di eroismo, di sforzo sovrumano ed eccezionale, ma di dovere, semplicemente.
Il dovere di dirigere, controllare e coordinare che in ogni cantiere ha un preciso responsabile che, a sua volta, ha conoscenza e competenza per prevedere e provvedere anche agli imprevisti.
Perchè uno studente universitario può non sapere affatto con quanti bulloni va serrato un pezzo, ma il suo capocantiere lo sa e deve controllare che nessuno dimentichi di serrarne anche solo uno, sa quando una struttura è in sicurezza e quando ancora non è in condizione di reggere completamente il carico per il quale è stata progettata, e fino a quando non è in sicurezza deve vigilare perchè nessuno dei suoi operai entri in situazioni di rischio.
Quando io chiamo qualche operaio per farmi dei lavori in casa o in campagna, anche se sono specializzati coperti dalla loro assicurazione sul lavoro, io sto attentissimo perchè evitino situazioni a rischio, non quindi perchè me lo imponga la legge, ma perchè -semplicemente- non voglio che si facciano male a casa mia.
Sono sotto gli occhi di tutti, invece, i responsabili di cantiere che SULLA CARTA soprintendono a decine di lavori contemporaneamente, il che equivale SOLO al solito RISPETTO FORMALE della norma e non alla tutela della salute e della vita dei propri dipendenti.
Tutelare la salute e la vita dei propri dipendenti deve essere invece il compito fondamentale, prioritario, assoluto di ogni "responsabile dei lavori", capocantiere, capomastro ...che deve prevedere, vigilare NON perchè glie lo imponga il contratto, la legge, o per paura di dover pagare indennizzi in caso di inadempienza ma, semplicemente, perchè per lui la salute e la vita di ogni suo collaboratore devono venire prima della della sua stessa salute e vita.
Spero che la morte di questo bel giovane, il suo sorriso assurdamente stroncato, resti nel cuore e sulla coscienza delle decine di migliaia di "capi" che dirigono dipendenti, perchè da subito, senza aspettare nuove leggi, senza la paura di controlli o di indennizzi, organizzino i loro collaboratori in modo da ANNULLARE i rischi per la loro salute e la loro vita. Perchè quando un tuo dipendente è morto perchè TU non sei stato attento, perchè tu non hai previsto, perchè tu ti sei distratto, perchè tu eri altrove, non saranno nè i soldi nè gli anni di carcere a indennizzare mai abbastanza i suoi familiari, i suoi amici, la società, e quella morte l'avrai per sempre dentro un angolo del tuo cuore..

AGGIORNAMENTO del 5.3.2012: E' successo ancora! Alle 2 di stamattina a Reggio Calabria restava schiacciato Matteo Armellini, 31 anni, insieme a due altri operai rimasti solo feriti. Purtroppo posso solo RIPETERE, PAROLA PER PAROLA ciò che ho detto il 13 dicembre scorso. Aggiungo solo: quanti altri morti ci vorranno ancora per costringere a reale responsabilità i dirigenti dei cantieri?

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  Elevare l'età pensionabile
15 novembre 2011
 

 


 

Una menzogna ripetuta tante volte diventa una mezza verità; se, poi, a ripeterla sono insigni maggiorenti, dirigenti, professori, allora diventa una verità indiscutibile.

Io invece voglio discuterla, perchè per me l'assioma che tutti oggi ripetono: "Visto che si è alzata l'età media della vita, è giusto e indispensabile alzare l'età pensionabile" è una menzogna così pacchiana, da stupirsi sia ripetuta da tutti come una verità, infatti, poichè oggi l'età media di sopravvivenza europea si aggira poco sopra gli 83 anni e si ritiene "inevitabile" e giusto portare l'età pensionabile a 67 anni, se fosse vero tale assunto e l'età di sopravvivenza un giorno raggiungesse i 93 anni, bisognerebbe portare l'età pensionabile a 77 anni?

L'assunto è assurdo semplicemente perchè l'indubbio protrarsi della lunghezza media della vita non corrisponde ad altrettanto protrarsi delle perfette condizioni di salute, efficienza e reattività che, invece, continuano a non mutare in modo significativo.
Certo, il settantenne di oggi gode di una salute mediamente migliore del suo coetaneo di soli 50 anni fa, ma questo non significa affatto che sia più adatto al lavoro rispetto ad esso, il decadimento biologico naturale della sua struttura scheletrica, dei suoi muscoli, delle sue capacità di concentrazione e di sforzo, pur nelle migliorate condizioni di vita, non è granchè mutato rispetto a prima; il progresso ci ha allungato, sì, la vita, ma non ha arrestato l'invecchiamento, anzi, paradossalmente, chi 50 o più anni fa era riuscito a raggiungere i 70 anni, era stato così selezionato dalla natura da essere ben più resistente del 70enne odierno che ha raggiunto tale età grazie agli antibiotici e a mille altri vaccini e farmaci che costantemente ingurgita.
L'inevitabile decadimento prestazionale portato dalla senilità non è un aspetto da sottovalutare, anche se spessissimo la grande esperienza sembra compensare tale decadimento. Chi di noi, potendo scegliere tra farsi operare da un chirurgo 45enne o da uno 65enne preferirebbe quest'ultimo? E chi preferirebbe volare su un aereo pilotato da un 65enne anzichè da un 45enne? Ma anche semplicemente viaggiare su un autobus guidato da un 65enne ritengo sia meno sicuro che viaggiare con un autista più giovane.
Si obietterà che non tutti i lavori sono uguali e che a far lo spazzino o l'archivista può starci benissimo anche un ottantenne ..., ma allora perchè, anzichè diversificare, si ritiene "giusto" stabilire un'età pensionabile a 67 anni per tutti?

Non c'è dubbio che il professionista o il dirigente apicale possa addirittura provare piacere a continuare a lavorare fino ad oltre 80 anni, ma credo non ci sia altrettanto dubbio che un minatore o un muratore a 60 anni è già "cotto e stracotto" e protrarre oltre il lavoro lo esporrebbe a maggior rischio.
Allora non capisco perchè imporre a tutti indistintamente i 67 anni e non, invece, stabilire tale limite categoria per categoria e, in ogni caso, restringendo al massimo il numero dei 67enni al lavoro, e ciò non solo per liberare nuovi posti per i giovani, ma perchè anche un insegnante, un chirurgo, un poliziotto, ... superati i 55 anni, anche se supportati da una grande esperienza e abilità, non sempre offriranno alla società lo stesso "rendimento" e le stesse garanzie di un collega più giovane.
E le coperture finanziarie? E' facile obiettare (se non addirittura strillare...) che l'innalzamento a 67 anni dell'età pensionabile ci è imposto dalla mancanza delle risorse per pagare la pensione a un numero sempre crescente di vecchi, a fronte di un numero sempre minore di giovani lavoratori...
Eh certo! Perchè questo sistema pensionistico è profondamente sbagliato!

E'sbagliato che i figli debbano pagare la pensione ai padri e ai nonni, anzichè ciascuno debba pagarla a se stesso!

Una riforma davvero seria delle pensioni dovrebbe cominciare proprio da qui e, poichè è chiaro che non si può cambiare sistema dall'oggi al domani, quantomeno mettere le premesse perchè ciò avvenga, diciamo entro 20 anni ...
Cio si ottiene responsabilizzando i singoli lavoratori, restituendo a loro se non (ancora) tutto, almeno una parte di quanto viene attualmente divorato dagli enti pensionistici e incentivando assicurazioni private o di stato, con la massima garanzia, per investire e far fruttare al meglio quel gruzzoletto che poi servirà quando non si potrà più lavorare.
Invece si assiste ad un tragico mutar di rotta di governo in governo, con un inasprirsi delle condizioni per "tutti" che, tradotto, poi significa sempre per i soliti poveracci, perchè chi ha pensioni d'oro, chi in un solo mese incassa la pensione che un altro cittadino incasserà in 20 o più anni, è chiaro che non avrà alcun problema (e questa è un'altra orribile assurdità).

E allora, la prossima volta che sentiremo ripetere che l'età pensionabile va elevata "perchè ce lo chiede l'Europa", ricordiamoci che una cosa sbagliata resta tale indipendentemente da chi ce lo chiede e che, anzi, lasciarsi imporre una cosa sbagliata, anzichè risolvere radicalmente e diversamente il problema, è solo da sciocchi.

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  La doppia morale
6 novembre 2010
 

Il presidente francese Mitterrand aveva una amante e una figlia "segreta" e in Francia lo sapevano tutti, tutti i francesi e tutti i giornali, ma nessuno ne ha fatto parola se non, e con molto rispetto, dopo la sua morte.
E non era proprietario nè di tv nè di giornali.
Altrettanto certamente però egli non aveva mai ostentato tale relazione nè ha mai patrocinato leggi moraliste, o illiberali, o bigotte.
E qui, per me, sta la grande differenza con Berlusconi al quale credo che nè io nè altri abbiamo da giudicare e tantomeno "perdonare" le sue feste private in compagnia di belle ragazze, che si concludano o meno con una sana scopata.

Personalmente ho sempre pensato e penso che le preferenze sessuali (tutte) di tutti siano un fatto assolutamente privato, sia che si tratti di cittadini qualsiasi che di "potenti" e penso, anzi, che gli uni e gli altri possano avere tendenzialmente comportamenti globalmente più positivi se sono soddisfatti sessualmente e, di contro, comportamenti acidi o aggressivi se insoddisfatti, per qualsiasi motivo ...

Stare al centro di una ricca tavolata a raccontar barzellette circondati da belle ragazze credo che sia il sogno di qualsiasi uomo etero "normale", ma allora perchè criticare chi ha gusti sessuali diversi (gay e lesbiche) se volesse aspirare ad una situazione analoga, seppur non etero?
E perchè deve essere lecito che il Premier concluda una bella serata con una sana scopata con una escort, mentre un comune cittadino che non può permettersi la escort dev'essere multato se va a prostitute?

Ciò che fa indignare me, insieme a milioni di altre persone, è questa doppiezza, questi "vizi privati e pubbliche virtù", questo prostrarsi pubblicamente dinanzi alle più retrive sessuofobie cattoliche e questo "disinvolto" comportamento personale, difeso e addirittura ostentato come un diritto inalienabile alla personale libertà e felicità, mentre si è condotta e si continua a condurre un'attività legislativa che definirla illiberale, retriva e bigotta è poco.

Illiberale è la legge sulla procreazione assistita che, nonostante le modifiche imposte dalla suprema Corte, continua a costringere chi ha soldi a ricorrenti viaggi verso cliniche estere, e chi non ha soldi a ... restare senza figli!

Retrivo è stato il comportamento dei governi Berlusconi e di qualche governatore a lui sodale nel tardare all'estremo l'introduzione anche in Italia della "pillola del giorno dopo", tutt'ora osteggiata da schiere di medici "obiettori" che costringono le donne che la richiedono a lunghe, difficili e umilianti ricerche.

Bigotto è impedire un'unione (anche se non vogliamo chiamarla matrimonio) tra donne e uomini dello stesso sesso, con le stesse garanzie e tutele che la legge riserva alle unioni eterosessuali.

Ed è vergognoso ed indegno di un Paese che si autodefinisce civile rifiutarsi di regolamentare il fenomeno insopprimibile della prostituzione, continuando, in pratica, sia a degradare intere strade e quartieri con spettacoli e traffici osceni, sia a lasciare impuniti sfruttatori schiavisti, sia terrorizzando prostitute e clienti con fantasiose multe travestite da infrazioni stradali se "si esercita" per strada, e persino con la confisca dell'appartamento, se lo si affitta a prostitute!

Ma chi applica la "doppia morale" può contemporaneamente permettere e incentivare tutto ciò e condurre una vita "privata" da beato satrapo, irritandosi persino quando qualcuno glie ne fa rilevare l'incongruenza, l'inconciliabilità.
E' come se fosse normale che di giorno il Dottor Jekyll predicasse e imponesse agli altri la "virtù" e di notte mister Hyde gozzovigliasse beatamente!

Purtroppo l'Italia è piena di questi Dottor Jekill-Mister Hyde, travestiti da parlamentari, vescovi, magistrati, giornalisti, ... insomma persone "che contano" e, soprattutto, legiferano, permettono e proibiscono, danno e tolgono agli "altri", a tutti noi che pur ci contenteremmo di una ... pizza per tutta la famiglia invece di una escort ... e non ce la possiamo permettere, che vorremmo un monolocale nella città dove lavoriamo invece di ... decine di ville dove non si ha neppure il tempo di andare, di un salario dignitoso ... anche se incapace di retribuire una escort, insomma milioni di persone che aspettiamo ancora le riforme sul lavoro, sulla giustizia, sulla sanità, senza trovare nè a destra, nè a sinistra, nè al centro qualcuno che si occupi davvero di questo e non delle mignotte proprie o altrui.

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Il riso fa buon sangue ...!

(ovvero: consoliamoci così !)

 

(si consiglia doppio click sull'immagine per visualizzare direttamente su youtube)

 


Visto dai Tafano Broders


Visto da Elio e le storie tese

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  Se fossimo in un Paese civile ...
31 gennaio 2010
 

 


Il Sole-24ore online oggi pubblica:
È morto questa mattina al Centro grandi ustionati di Verona, dov'era ricoverato in fin di vita da ieri pomeriggio, un operaio bergamasco di 35 anni che ieri mattina a Brembate (Bergamo) ha cercato di togliersi la vita cospargendosi di benzina e dandosi fuoco. Le sue condizioni erano disperate; l'uomo aveva riportato gravi ustioni su oltre il 95% del corpo.
Ieri soltanto l'intervento di una donna, che ha utilizzato un piccolo estintore per spegnere le fiamme, e il tentativo di rianimazione dei soccorritori, erano riusciti a strappare alla morte l'operaio, che, però, è morto oggi dopo neppure 24 ore di ricovero.

Non è il primo uomo che si suicida per la perdita del lavoro, e purtroppo non sarà neanche l'ultimo, che dopo qualche sottile trafiletto sui giornali, dimenticheremo. Come tutti gli altri.
In questo paese i sindacalisti continueranno ad istigare le masse pretendendo che le fabbriche continuino a restare aperte in Italia, con salari di 1000 euro + 1000 di oneri sociali = 2000 euro, anzichè delocalizzarsi in Serbia con salari di 300 euro o in Cina, con salari di 125 euro.
I politici continueranno a riempirsi la bocca di "welfare" e "ammortizzatori sociali" che continueranno a NON coprire TUTTI i disgraziati che perdono il lavoro, e continueranno a promettere (solo promettere !) di ridurre i carichi fiscali sui salari.
Intanto qualcuno continuerà ad impiccarsi, o a darsi fuoco come questo "operaio bergamasco" che non merita nemmeno di essere citato con nome e cognome ...
Se fossimo in un Paese civile dovremmo dedicargli un monumento, anche più grande dell'Altare della Patria, all'operaio ignoto, anzichè al milite ignoto, per ricordarci l'orrore di un suicidio per disperazione, così come l'Altare della Patria ci ricorda l'orrore di tanti giovani immolati sui campi di battaglia.
Se fossimo in un Paese civile capiremmo l'importanza e il valore della prevenzione e il disvalore dei proclami e delle lacrime di coccodrillo DOPO disgrazie come questa. Provate a fare quattro conti: un giorno di degenza "ordinaria" non costa, mediamente, meno di 500 euro; il costo della degenza di questo pover'uomo ustionato al 95 % sicuramente sarebbe costato almeno tre volte tanto, ma diamo per scontato che sarebbe costato "solo" 1.000 euro al giorno, per almeno 45 giorni prima di poter parlare di dimissioni avrebbe comportato una spesa "pubblica" di 45.000 euro.
Io sono convinto che se il "pubblico" (non mi interessa se lo stato, la regione, il comune o il diavolo che se li porti tutti...) gli avesse dato 1.000 euro al mese, per almeno un anno, avrebbe speso infinitamente meno, avrebbe salvato una vita e avrebbe consentito ad un padre di famiglia il tempo di trovarlo davvero un nuovo lavoro.
Se fossimo in un Paese civile il "pubblico" terrebbe un gigantesco database con le offerte e le richieste di lavoro di TUTTA Italia, con chiaramente indicati (e quindi legali e trasparenti) i salari, gli orari, le prestazioni e AUTOMATICAMENTE farebbe pervenire in TEMPO REALE ai richiedenti lavoro le offerte corrispondenti alle loro competenze, senza agenzie truffaldine, senza padroni/papponi e senza caporali.
Se fossimo in un Paese civile queste mie idee non sembrerebbero così "marziane" mentre "marziani" verrebbero considerati quei parlamentari, ministri, sindaci, assessori, sindacalisti e simili detentori di sgargianti pennacchi che trascorressero il 95 % del loro tempo a sbirciare nelle alcove degli altri, o a pagarsele coi soldi pubblici, o ad architettare complotti, sgambetti e voltafaccia politici, o a incassare lauti stipendi e indennizzi elettorali (alla faccia di un referendum ampiamente vinto!) mentre c'è chi sale su una gru, chi su un cornicione, chi blocca un'autostrada e chi ... si da fuoco.
Ma non siamo in un Paese civile. Siamo in un paese ipocrita che, destra o sinistra o centro, non fa tutta questa differenza, sta scivolando lentamente, ma inesorabilmente, verso il suo declino. Condividi su Facebook

 
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  Berlusconi 2009: se questo è un uomo ...
9 febbraio 2009
 

 


Quello che segue è il testo della lettera che Beppino Englaro e la moglie Saturna Minuti scrissero nel 2004 alle più alte cariche dello Stato, tra cui l'allora presidente Ciampi e l'allora premier Berlusconi. (dal sito www.desistenzaterapeutica.it)

Al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
Al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
Al Presidente del Senato Marcello Pera
Al Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini
Al Ministro della Salute Girolamo Sirchia
Al Presidente della Federazione Nazionale Ordine dei Medici Giuseppe Del Barone

Ci rivolgiamo a Lei, signor Presidente della Repubblica e agli altri destinatari di questa lettera aperta per portare a Vostra conoscenza quanto è accaduto, e continua ad accadere, al bene personalissimo "vita" di Eluana.

Noi siamo i suoi genitori: Saturna e Beppino Englaro. E quel che segue è la sintesi d'una storia fatta di dolori, battaglie, illusioni, in nome di una libertà fondamentale che ci pare negata e maltrattata.

Tutto è cominciato la mattina del 18 gennaio 1992, quando nostra figlia Eluana a bordo della sua automobile è entrata in testacoda e si è schiantata contro un muro.

L'impatto violentissimo le ha causato un gravissimo trauma encefalico e spinale: Eluana non era più in grado di intendere e di volere e versava in uno stato di coma profondo.

Dal momento in cui è giunta in queste condizioni all'Ospedale di Lecco è scattato un inarrestabile meccanismo di tutela del bene "vita" di Eluana, meccanismo che noi genitori abbiamo considerato inumano ed infernale.

I medici dell'Unità Operativa di Rianimazione dell'Ospedale di Lecco, diretta dal professor Riccardo Massei, in assoluta ottemperanza al giuramento di Ippocrate, hanno dato inizio alla rianimazione ad oltranza di Eluana.

Diamo atto ai medici che l'assistenza data a Eluana è corrisposta ai criteri della più evoluta letteratura scientifica internazionale e si è svolta in una struttura perfettamente adeguata, con il massimo sostegno possibile ed immaginabile da parte di tutte le persone ritenute idonee ad essere chiamate in causa per il bene di Eluana, genitori compresi.

Il prof. Massei fu da subito molto umano, semplice e chiaro, tanto che ci disse che il sapere scientifico, per un caso grave come quello di Eluana, era di poco superiore allo zero per quanto concerneva la sua evoluzione futura.

La rianimazione non poteva in alcun modo essere sospesa per volontà di nessuno al mondo, finché non fosse avvenuta la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo di Eluana, ovvero finché non fosse intervenuta la sua morte cerebrale.

Eluana non è morta: è caduta in uno stato vegetativo persistente e, dopo due anni, in uno stato vegetativo permanente nel quale si trova tuttora. Oggi è in un letto d'ospedale, senza alcuna percezione del mondo intorno a sé: non vede, non sente, non parla, non soffre, non ha emozioni, insomma, è in uno stato di morte personale. Ha bisogno d'assistenza in tutto e per tutto: viene lavata, mossa, girata, nutrita ed idratata da una sonda supportata da una pompa.

I medici sono riusciti a salvarle la vita, ma la vita che le hanno restituito è quella che lei aveva sempre definito assolutamente priva di senso e dignità.

Eluana, sin da bambina, in più occasioni ci aveva manifestato un concetto molto definito della libertà e della dignità, che l'adolescenza e la maggiore età avevano sempre più rafforzato e reso limpido. La libertà di disporre della propria vita secondo la sua coscienza e la sua ragione era un valore irrinunciabile per Eluana, il quale non sarebbe mai potuto venir meno perché faceva parte, per così dire, del suo DNA. Il tema del bene personalissimo "vita" era stato affrontato in famiglia molte volte, anche in occasione di svariate situazioni-limite che i mezzi di comunicazione avevano portato alla ribalta pubblica. Era così emerso un valore di fondo molto forte ed univoco: solo la coscienza e la ragione di Eluana, di Saturna e di Beppino potevano decidere se le rispettive vite fossero da considerare ancora vite e se avessero un senso ed una dignità.

Il caso ha voluto che la nostra famiglia approfondisse anche il tema della rianimazione senza ripresa di coscienza dopo giorni e settimane, come pure quello dell'essere tenuti in vita in stato vegetativo permanente. La sospensione dei soste-gni vitali per queste due estreme condizioni, in modo da non essere tenuti in vita forzatamente oltre determinati limiti di tempo e così poter finalmente essere lasciati morire, era per Eluana, Saturna e Beppino la cosa più ovvia e naturale del mondo.

L'orrore di vedere uno di noi tre privo di coscienza, tenuto in vita a tutti i costi, invaso in tutto e per tutto da mani altrui anche nelle sfere più intime, non sarebbe stato in alcun modo sopportabile e ammissibile: Eluana ha sempre considerato ciò una barbarie.

Questa era la volontà di Eluana e noi genitori volevamo e vogliamo che venga rispettata.
Mettere al corrente i medici della volontà di nostra figlia, purtroppo, non è stato sufficiente, perché proprio loro che avevano fatto di tutto per tenere in vita Eluana, non avevano più il potere di sospendere i trattamenti.

Siamo stati costretti ad iniziare una lunga battaglia legale: ci siamo rivolti ai giudici affinché, nel rispetto della volontà di Eluana, autorizzassero i medici a sospendere i trattamenti di sostegno vitale. Riteniamo semplicemente contro lo spirito della nostra Costituzione venire così palesemente discriminati del diritto inviolabile alla libertà di terapia e cura fino alle più estreme conseguenze, possibile nella condizione personale capace di intendere e di volere, ed impossibile in quella non più capace di intendere e di volere.

A oltre 10 anni dallo scioglimento della prognosi nel senso dell'irreversibilità delle condizioni di Eluana, la seconda sentenza della Corte d'Appello di Milano, pronunciata nel dicembre 2003, ha ritenuto inammissibile e da rigettare la richiesta di sospensione delle misure di sostegno vitale, con la quale il papà Beppino (che ne è il tutore) dà semplicemente voce a quanto Eluana avrebbe deciso nel caso le fosse capitato di trovarsi in una simile situazione.

____________________________________

Il signor Englaro ha detto di aver ricevuto risposta solo da Ciampi (che si dichiarava incompetente in merito) e da Pera.

Il Signor Berlusconi ha fatto dichiarare che a Palazzo Chigi non risulta mai pervenuta tale lettera.

I suoi avversari politici lo hanno sempre sbeffeggiato dandogli, tra l'altro, anche del bugiardo ed io ho commesso l'errore di pensare che fossero essi in malafede, anche in considerazione dell'obiettiva persecuzione giudiziaria che essi non hanno mai ammesso, dell'invidia che il suo successo in politica ha determinato e della provenienza di molti oppositori dalla ben collaudata scuola di partito del vecchio PCI, maestra nell'arte della disinformazione e dell'agressione politica.

Ma il signor Englaro, oltre ad essersi conquistato la stima mia e di milioni di italiani, ... ha le ricevute delle raccomandate !

E allora SILVIO BERLUSCONI E' UN BUGIARDO. Anche per me.

Ma questa potrebbe essere una "virtù" per un politico, tanto quanto una battuta volgare per una prostituta..., ma in questi giorni ha saputo fare di più...

Per rafforzare la tesi che Eluana "è viva" ha detto che ha un regolare ciclo mestruale e potrebbe avere figli ..., che è la volgarità peggiore che potesse inventarsi, riferendosi ad una donna inerme da 17 anni, incapace di intendere e volere, oltre che di alimentarsi!

Allora o è un necrofilo o è, lui, l'arcianticomunista, più materialista di qualsiasi materialista!

Non basta: proprio lui che sta a tutti i costi tentando di IMPORRE con legge dello stato che TUTTI i cittadini non potranno in futuro più decidere di esser lasciati morire in pace, ha il coraggio di continuare a dire che sono gli ALTRI gli STATALISTI !

Quindi bugiardo, materialista, volgare e statalista!  Non basta!

Il signor Englaro ha chiesto a Napolitano e Berlusconi "da padre a padre" di andare a far visita alla figlia, da soli e in privato, per rendersi conto delle sue reali condizioni.

Il Colle non mi risulta a tutt'oggi abbia risposto e se rispondesse in privato o non rispondesse affatto lo comprenderei perfettamente, poichè il rifiuto di sottoscrivere il decreto-legge berlusconiano contro Englaro non è stato motivato dalle condizioni della donna, ma esclusivamente da motivazioni più generali ed è importante che Napolitano, proprio in questo momento, mantenga quanto più una funzione di terzietà e di imparzialità.

Ma il signor Berlusconi come ha risposto ? Dicendo che sarebbe andato a far visita ad Eluana solo dopo che avessero ripristinato la sua alimentazione e idratazione forzata.

Ammesso che avesse ragione lui, i baciapile e il Vaticano nel ritenere la sospensione di alimentazione e idratazione forzata un omicidio, vi sembra questo il modo di rispondere ?
Io credo che a maggior ragione avrebbe dovuto correre al capezzale di Eluana, per cercare di convincere questo padre ostinato, guardandolo negli occhi, "da padre a padre" come egli aveva chiesto!

Questo mi fa risaltare quanto il signor Berlusconi sia anche IPOCRITA e FALSO, perchè a parole dice che farà di tutto per "salvare Eluana", nei fatti invece rinuncia all'unico gesto virile e "cristiano" che forse non avrebbe convinto Englaro, ma che sarebbe stato sicuramente apprezzato umanamente e civilmente.

Ma se ha deciso così, è stato un bene: per me e per tanti altri che sino ad ora abbiamo pensato che fosse un uomo coraggioso perchè si è dimostrato più piccino di quanto gli epiteti dei suoi avversari non abbiano mai detto, e un bene anche per il signor Englaro che seppur per un solo attimo avrebbe potuto tentennare nella sua decisione, in tal modo invece non ha avuto tale opportunità e il destino farà il suo corso.

Di sicuro i due uomini: Englaro e Berlusconi sono l'uno la cartina di tornasole per l'altro.

Englaro: provato, aggredito, subissato da insulti, giganteggia come un vero Eroe civile (come lo definisce El Pais) che resiste in nome dell'amore e del rispetto per la figlia, per mettere fine ad uno strazio durato 17 anni e per vincere una battaglia di civiltà a nome di tutti noi.

Berlusconi: vigliacco, bugiardo e ipocrita che si lascia tirare i fili dal Vaticano, che con una mano lo istiga e con l'altra chiama al telefono il Presidente Napolitano per "confermare gli ottimi rapporti" ...!

Signor Berlusconi, un giorno ti renderai conto che in questi pochi giorni sei stato capace di tirarti da solo addosso più fango di quanto te ne abbiano regalato i tuoi oppositori e che, seppur finirai questa legislatura, essa sarà certamente l'ultima perchè noi italiani possiamo anche farci illudere, farci conquistare, farci anche turlupinare ma, in fondo, non siamo stupidi.

 

 
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  Nucleare in Italia ? Non il solito "no, grazie"
5 novembre 2008
 

E mia certezza, e non solo mia, che l'attuale governo Berlusconi stia facendo un enorme sbaglio scegliendo di far tornare il nucleare in Italia, ed ho l'impressione che la mia non sia un'opinione e basta, quindi di per sè discutibile e controvertibile, ma qualcosa di ben più serio, essendo la risultante dei seguenti, e concomitanti, fatti certi:

1) E' certo che, anche fantasticando che in Italia si riesca a rispettare i tempi di progetto, la prima centrale non potrà essere finita se non dopo 7 anni dall'inizio della progettazione, per cui, sempre ipotizzando che si inizi entro il 2008, essa sarà finita non prima del 2014.

2) E' certo che, anche ammettendo che si rispetti tale tempistica, occorrerà aggiungere anche ulteriori tempi per il caricamento e il collaudo sicchè l'inizio verosimile di produzione, se tutto fila liscio, è prevedibile poco prima del 2018.

3) E' certo che fino a tale data non solo l'Italia non produrrà un solo watt di energia elettrica dal nucleare, quindi permarrà in una situazione energetica molto precaria, e gli investimenti cospicui necessari per realizzare il nucleare verranno sottratti da altre utilizzazioni come, ad esempio, per rendere meno precaria, già entro un paio di anni, tale situazione, semplicemente costruendo rigassificatori.

4) E' certo che già adesso il prezzo dell'uranio è in costante continuo aumento tant'è vero che pare che Spagna e Germania abbiano già deciso di abbandonare per il futuro tale tecnologia. Pur essendo infatti tale minerale 40 volte più abbondante dell'argento e diffuso persino nelle acque, esso è troppo disperso sicchè ai costi per la sua movimentazione e arricchimento (fondamentali per il suo uso come combustibile nucleare) bisogna aggiungere cospicui costi di estrazione, considerando anche che dell'uranio scavato solo una piccolissima percentuale è utilizzabile per l'uso in centrale.

5) E' certo che a quasi 30 anni dalla chiusura delle centrali nucleari già attive in Italia, nessun governo italiano è stato capace di trovare almeno un sito nazionale di stoccaggio definitivo dei materiali radioattivi esausti che, appunto da quasi 30 anni, giacciono ancora nelle centrali stesse, con crescenti problemi di sicurezza .

6) E' certo che il problema dello smaltimento delle scorie non è stato risolto affatto in nessuna parte del mondo, a meno che non si voglia considerare una soluzione valida nascondere l'immondizia sotto il tappeto; questo stanno facendo infatti i paesi nucleari, a parte la disseminazione dell'uranio impoverito nei posti più stravaganti, dalle zavorre degli aerei alle bombe anticarro, essi stanno infatti puerilmente mettendo sottoterra o sotto il mare tonnellate di scorie che resteranno radioattive migliaia di anni.

Queste sono le mie certezze, alle quali possiamo aggiungere, queste sì opinabili, le mie paure:

1) Sulla base di queste certezze trovo che sia irresponsabilmente velleitario per un Paese che non riesce neppure a smaltire la spazzatura (e meno che meno i residui delle sue ex centrali nucleari), ipotizzare seriamente di smaltire scorie radioattive, salvo affidarle ai Russi che le scaraventino segretamente nel mare del Nord, o ai Cinesi che nemmeno tanto segretamente le disperdano in Tibet ...

2) Trovo altresì stupido entrare nel "nucleare", seppure di terza generazione, proprio adesso che i Paesi più attenti ne stanno uscendo e che l'uranio per le centrali (non l'uranio minerale generico) sta divenendo sempre di più difficile e costosa estrazione, quindi per nulla risolutivo, in prospettiva, della crescente sete di energia.

3) Credo abbastanza probabile che, come già avvenuto con le autostrade, le ferrovie, le dighe, ecc. non solo i costi preventivati per la costruzione di nuove centrali si triplicherannono strada facendo, ma che addirittura, per un motivo o per l'altro, i ritardi di messa in funzione siano tali da dover poi fermare le centrali nucleari dopo pochi anni semplicemente per mancanza di materia prima a un costo accettabile;

4) Dando per scontato che vengano costruite centrali "intrinsecamente sicure" (cioè quelle che si autospengono in caso di qualsiasi problema), dando per scontato che si sia capaci di allocarle in zone geologicamente davvero idonee (e non sul terreno del solito speculatore o su quello soggetto ad alluvioni, come già avvenuto in Italia) e dando altresì per scontato che le si sappia costruire in modo da resistere all'assalto di aerei kamicaze o simili attentati, come si farà a proteggere con certezza dal terrorismo i tanti trasporti necessari prima per rifornirle di combustibile, poi per portare il combustibile esausto al ritrattamento, poi per portarlo ai luoghi di stoccaggio?

5) Infine non dobbiamo dimenticare che l'energia nucleare ha "costi vantaggiosi" solo perchè essi vengono determinati analogamente a quelli delle centrali a carbone, a petrolio, a gas, considerando i costi di progettazione, costruzione, gestione e approvvigionamento per Kw prodotto. Ma le centrali nucleari hanno costi enormi di dismissione e smaltimento che, se considerati, abbattono quasi totalmente il loro presunto "costo vantaggioso", quindi di che stiamo parlando?

E poichè io continuo a detestare i vari "sfascisti" di turno buoni solo a criticare, a bloccare e non a proporre alternative, ecco, seppure sinteticamente la mia alternativa.

Per risolvere al più presto possibile la necessità di diversificazione e di aumento di produzione, fatto 100 il budget dei prossimi 4 anni di governo, investirei immediatamente 40 per i rigassificatori, 40 per lo sviluppo del fotovoltaico e 20 per la ricerca e l'incentivazione di altre forme di energia alternativa.
In tal modo all'inizio del 2011 (quindi in soli 2 anni) saremmo in grado di sottrarci meglio ad eventuali ricatti energetici o a maggiori fabbisogni e minori forniture delle attuali fonti di approvvigionamento.

Investirei massicciamente nel fotovoltaico perchè, nonostante l'attuale tecnologia non sia particolarmente performante, credo che sia questo il miglior futuro per noi e per le prossime generazioni e trovo che sia assurdo (per non usare altri termini più coloriti) che in Germania, ben più povera di sole, ci siano già oggi 400.000 edifici con pannelli solari mentre noi, "paese del sole" siamo fanalino di coda sia nell'installazione che nella produzione di pannelli solari!

Ricoprendo di pannelli fotovoltaici la quasi totalità degli uffici pubblici (scuole, ospedali, caserme, ...) nonchè le zone industriali e i tetti dei privati consenzienti, con i nostri livelli di insolazione credo che in Italia raggiungeremmo almeno il 40 % del nostro fabbisogno energetico (anche se sono convinto che potremmo superare anche il 60 %).

4 Kw di pannelli solari, sufficienti ad una famiglia media, li montano un paio di persone (anche assolutamente inesperte) in non più di 5 giorni se su un tetto, in 3 giorni se su un terrazzo o su terra.

E appena installato il contatore si comincia a produrre energia elettrica per sè e per la rete nazionale.

Oltre ai pannelli di silicio in Germania, negli USA, in Giappone e persino in Cina si stanno già moltiplicando le fabbriche di pannelli ai cristalli di silicone e a film sottile, ancora meno inquinanti, più performanti e meno costosi, ma noi in Italia stiamo a progettare centrali nucleari e a ... registrare la crescita zero del PIL e a... "1000" dell'idiozia dei nostri governanti!

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  Lo stupro dell'anima
27 ottobre 2008
 

 


"Quella sera di giugno del 2002, Valentina Cavalli era appena uscita da un concerto, a Milano, in compagnia del fidanzato Lorenzo. Una Mercedes super lusso si avvicinò: tre giovani della Milano 'bene'. Uno rimase in auto a far il palo, gli altri due immobilizzarono il ragazzo e stuprarono Valentina lì per terra, sul marciapiede. La vita di Valentina finì quel giorno, su quel marciapiede.

Valentina ha avuto il coraggio di denunciare i suoi aguzzini, di affrontarli in tribunale, di farsi massacrare per sei anni da quella giustizia che mette sotto accusa le vittime di stupro facendole sentire come se 'se la fossero cercata', come se lo stupro non fosse il più schifoso dei reati ma solo un incidente di percorso. Valentina ha dovuto guardare i suoi stupratori riderle in faccia in tribunale, e forti dell'appoggio delle loro famiglie 'bene', delle loro fidanzate 'bene', dei loro amici 'bene', non fare neppure un giorno di carcere pur essendo stati condannati in primo grado e in appello. Addirittura Il terzo ragazzo, che quella sera era rimasto in auto a fare il palo, non è stato neppure condannato. Giustizia la chiamano! Valentina ha avuto il coraggio di chiedere giustizia per anni, con tutte le sue forze, ma non ne ha avuta.

'Mamma sai cos'è che mi sconvolge di più? E' che quei due non mi hanno neanche chiesto scusa, non sembrano pentiti'. Valentina non gli augurava il carcere 'Perché la prigione non li aiuterà a rendersi conto della brutalità che hanno commesso. Hanno bisogno di un percorso interiore per rendersi conto del male che mi hanno fatto'. Tanto male da non voler più vivere con quel dolore nell'anima. Valentina si è impiccata. Ha smesso di lottare
."

Quanto scrive Roberta sul suo blog mi porta a fare diverse considerazioni:

1) Se la vicenda di Valentina fosse una esasperata eccezione essa potrebbe farci pensare alla naturale fallacia umana di qualsiasi uomo, anche se tra-vestito da giudice e potremmo sperare in una revisione del processo, innescata dal "fatto nuovo" determinato dal suicidio di Valentina; invece questo è l'ennesimo caso di pessimi giudici che maleficamente sfruttano pessime leggi in un pessimo Paese dove in tutti i tribunali sta scritto "La legge è uguale per tutti", ma chi ha soldi ed è potente la fa franca sempre.
Il caso di Valentina è quindi tragicamente emblematico di una giustizia italiana forte coi deboli e debole coi forti, solitamente ingiusta e sbeffeggiante coi deboli quanto elastica e ossequiente ai potenti, per cui credo che, parafrasando chi voleva "rivoltare Berlusconi come un calzino", ben farà Berlusconi (in quanto attuale capo di governo) a svuotarla come una cloaca intasata e infetta e rendendo realistico anzichè irridente quel "La legge è uguale per tutti" che ciascun giudice dovrebbe avere nel cuore e non solo scritto alle sue spalle.

2) Pensavo (e credo di non essere il solo) che ci fossimo buttati dietro le spalle definitivamente quelle sentenze che fino agli anni 70 ammiccavano al machismo da due soldi e marchiavano a fuoco le donne che non solo avevano "provocato" il loro stupro ma addirittura erano così "sfacciate" da dichiararlo in tribunale.
Invece la semilibertà di Izzo che gli ha consentito di stuprare ed uccidere altre due donne e le sentenze come quelle di cui è stata vittima Valentina, ripeto, casi eblematici e NON eccezioni, devono farmi e farCI riflettere se questa nostra società sia davvero "cresciuta" eticamente e civilmente o non si sia invece limitata ad "imbiancare il sepolcro", a curare la facciata per meglio nascondere il verminaio sottostante.
E qui non è più questione di censo, di amoralità o immoralità fondata sulla certezza di impunità data dal potere o dai soldi, perchè, purtroppo, in tanti casi simili, mamme e fidanzate di estrazione operaia hanno manifestato la tracotanza di difendere ad oltranza i loro figli violentatori, e talora anche omicidi, e la sfrontatezza di non vergognarsi per sè e per i propri figli.
E allora comincia a sorgermi il terribile sospetto che questa nostra società abbia in fondo le leggi e i giudici che si merita, figli di una diffusa, anche se non generalizzata, miseria culturale e civile, prima ancora che morale, tipica -tra l'altro- delle civiltà in declino, in lento ma inesorabile disfacimento.

3) Detesto chi a questo punto afferma che "tutti siamo responsabili" di questa a quanto pare invincibile "cultura dello stupro", quindi, come al solito "nessuno è responsabile".

Io credo che invece i responsabili siano bene individuabili se ci sforziamo di non usare le solite generalizzazioni ma definiamo impietosamente le singole mele marce di ogni paniere.

Le responsabilità stanno nella scuola, nella persona di quei ministri che sino ad ora hanno istituzionalizzato il "buonismo", quei presidi che hanno preferito seguire tale andazzo, turarsi naso ed occhi pur di non avere "grane", e soprattutto quei docenti, pochi, che hanno dimenticato o non hanno mai saputo che si educa (e si diseduca) col proprio esempio e, tanti, che hanno tollerato bullismo, insolenza, irriverenza, degrado nelle loro classi.

Responsabilità stanno nella magistratura, nelle persone di quei membri del CSM che hanno chiuso entrambi gli occhi sui giudici incapaci o buonisti (perchè il giudice per definizione NON deve essere nè buonista nè forcaiolo, deve mantenersi comunque imparziale), non hanno mai valorizzato, se non post mortem, i giudici eccellenti e non si sono mai dimenticati di bacchettare aspramente i giudici "scomodi", alla De Magistris o Forleo. Senza dimenticare l'Associazione Nazionale Magistrati, nelle persone di chi non sa fare altro che reclamare il mantenimento dello statu quo (=strapotere e malagiustizia) contro qualsiasi accenno di riforma.

Responsabili sono i cattivi maestri della nostrana politica, inarrivabili nelle affermazioni di principio e ineguagliabili nella negazione di tali principi nelle leggi e nella pratica comune.

Con ciò non voglio esercitarmi nella "nobile arte" italica di dare tutte le responsabilità agli "altri" e mai a se stessi, ma io la mia piccola parte, come insegnante, come genitore e come cittadino l'ho sempre fatta. Avete ciascuno di voi fatto altrettanto?

 
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  Se questa è vita
23 febbraio 2008
 

 


"Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico.
Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l'amico che ti delude.

Purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche"
Piero Welby

Queste parole di Piero Welby mi son tornate in mente quando il camaleontico Giuliano Ferrara, con sussiego ed autoreferenzialità ha proclamato nei giorni scorsi che anche l'aborto terapeutico rientra a pieno titolo in questa sua nuova crociata "Aborto? No, grazie!" perchè anche se le indagini diagnostiche ci confermano che il bambino che nascerebbe sarebbe certamente malato, tutto sommato non sarebbe altro che un uomo malato, come tanti che sono nati allorchè tali diagnosi prenatali non erano possibili.

Il che è perfettamente in linea con la crociata talibana cattolica "Pro life" che, talibanamente appunto, non ammette "se", "ma", "però" e coerentemente, ma tragicamente, non solo non ammette l'aborto ma obbliga a reimpiantare embrioni, se nati con inseminazione artificiale, anche se certamente malati .

Ribadisco ancora una volta: la Chiesa cattolica, come qualsiasi altra setta, club, circolo ..., può imporre questo ed altro ai PROPRI aderenti e non ha nessuna colpa se i politici italiani (TUTTI, con la sola esclusione dei radicali) si lasciano pesantemente condizionare dalle sue scelte.
Quello che mi fa arrabbiare è che un sedicente laico come Ferrara cerchi di contrabbandare il talibanismo cattolico come un razionale rispetto della "vita" umana.

Amo e condivido molto la definizione che della vita umana da Welby e penso che tutto ciò che non rientri in questa definizione, neppure come ragionevole aspettativa, non possa considerarsi "vita umana" tout court.
Con l'unica eccezione di scelte libere e personali che possono anche rinnegare tale definizione in toto o in parte: l'anacoreta che tale decide di essere e che fa voto di castità, privazione e umiliazione è un esempio di tali eccezioni.
Ma un feto, e a maggior ragione un embrione umano, non è in grado di fare scelte personali e quindi è dovere dei suoi genitori di farlo nascere (= costringere ad essere) solo se si ritiene vi siano ragionevoli prospettive perchè la sua vita possa in prospettiva, salvo sua diversa libera e consapevole decisione, avvicinarsi alla definizione di vita umana di Welby.

Persino molti animali, quando si trovano in situazione di cattività, e quindi "intuiscono" che il loro figlio verrebbe a nascere in quella stessa situazione, NON li fanno nascere.
Il desiderio di maternità di una leonessa o di un'orsa non è minore di quello di una donna, e normalmente non partorisce (o se lo fa, spesso abbandona il cucciolo) se si trova in cattività.
Così la donna, che oltre all'istinto ha anche il privilegio della ragione, state sicuri che non sceglie di abortire se non ritiene questo il male minore, e quindi obbligarla ad andare contro il suo istinto e contro la sua ragione se non è violenza, sopruso, arroganza, cos'è?

E, guarda la combinazione, i più accesi talibani antiabortisti chi sono? I preti, che la chiesa cattolica vuole SENZA figli, e adesso Ferrara, anche lui senza figli !
Certo, a questa schiera si iscrivono anche molti altri cattolici con prole, ma perchè, se loro la pensano in questo modo, devono imporre le loro personali scelte anche a chi la pensa diversamente?

Mi sembra di tornare al tempo in cui la stessa chiesa cattolica, in questo stesso nostro Paese, voleva imporre a TUTTI di non poter scegliere il divorzio (tranne i pochi privilegiati che ricorrevano alla "Sacra Rota") e delineò scenari di dissoluzione sociale, di promiscuità e di anarchia se il divorzio fosse stato reso possibile anche in Italia.
Ed io lo ricordo perfettamente perchè allora, guarda la combinazione, Ferrara era divorzista ed io ero allineato con la chiesa cattolica, proprio perchè preoccupato degli sfracelli che essa ipotizzava ...!

Ma io mi accorsi di aver sbagliato subito, quando vidi che questi scenari nefasti non solo non si realizzarono, ma molte persone ritrovarono la loro gioia di vivere (quella della definizione di Welby ...!) chiudendo un rapporto coniugale infelice e possibilmente realizzandone un altro, felice stavolta. Senza per nulla imporre a chi volesse rispettare in eterno il vincolo matrimoniale, anche se infelice, di spezzarlo per forza!

E quella lezione mi servì per preferire di affidarmi da allora alla mia, seppur fallace, testa piuttosto che all' "illuminato Magistero" della chiesa cattolica ...; spero che gli italiani facciano altrettanto adesso, scegliendo di difendere la vita umana alla Welby e di non tornare indietro su conquiste di civiltà e di libertà (=responsabilità) faticosamente già raggiunte.

 
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  Giovani di ieri e di oggi
3 novembre 2007
 

 


      Quando io ero un ragazzo (prima metà degli anni 60), accanto alla maggioranza dei soliti coetanei (e non) ignavi, amorfi, indifferenti alla politica, c'eravamo delle minoranze molto ideologizzate che davvero pensavano di "cambiare il mondo".
      I giovani di sinistra vivevano nell'adorazione di Marx e di Mao e nell'esaltazione dell' Unione Sovietica, considerata non solo la dimostrazione reale della validità della loro ideologia, ma un modello, un simbolo per i "proletari di tutto il mondo".
      E per quanto i tempi di Don Camillo e Peppone si fossero già esauriti, fin oltre gli anni 70 continuarono i "pellegrinaggi" in Russia di migliaia di operai e impiegati italiani che partivano affascinati da questo mito e tornavano (dopo che le loro guide avevano accuratamente impedito loro di potersi mescolare con la gente locale) ancora più entusiasti.

      Noi di destra vivevamo con un interessante "strabismo" perchè con un occhio guardavamo al passato, all' "impero sui colli fatali di Roma", alla vittoria scippata dai traditori, agli italiani infoibati e agli assassini divenuti eroi, e con l'altro guardavamo al futuro, che sarebbe stato radioso semplicemente applicando la legislazione sociale della Repubblica di Salò, normativa alternativa contemporaneamente al capitalismo, al liberalismo e al marxismo, che ancora oggi sono convinto offra intuizioni valide.

      Sì, è vero, in nome di questi ideali ce le siamo date di santa ragione ma posso assicurare che se alcuni vertici dell'estrema sinistra e dell'estrema destra erano manovrati da burattinai "istituzionali", noi della base di destra non immaginavamo neppure lontanamente tutto ciò e rimanevamo agghiacciati (e ancor più esacerbati) dalle stragi "di destra" e dagli assassini di sinistra (Ramelli, i fratelli Mattei, sono solo alcuni esempi di un tempo in cui sui muri e su certi giornali si leggeva "uccidere un fascista non è reato").

      Con questo intendo dire che, anche senza saperlo, "I care", me ne importa, era il motivo che accomunava i giovani di destra e di sinistra ed eravamo davvero convinti che la nostra azione sarebbe riuscita a cambiare la società.

      Nel famoso "68", pur stando dall'altra parte (perchè non riuscivo ad accettare che comunque si sprangassero i professori e si distruggessero prima le università e poi le scuole superiori in nome di "non sappiamo cosa vogliamo, ma lo vogliamo tutto e subito!") sono stato contento anch'io che si propugnasse "l'immaginazione al potere!" e che si insorgesse contro i baronati universitari.
      Ma, a parte un vento di rinnovamento che continuò ad aleggiare ancora per parecchi anni, il risultato fu, se possibile, peggiore del male, infatti fu allora che le università e le scuole superiori italiane iniziarono quel declino che non si è arrestato neppure oggi.
Furono tanti quelli che diventarono architetti a Torino discutendo una tesi su Carlo Marx e con una sfilza di "18 politici" ottenuti collettivamente (!) con l'esame di un solo studente che valeva per tutti!

      Oggi non solo i baronati universitari sono più potenti che mai, ma il livello di ignoranza è palpabile in ogni settore, con rare eccezioni, ovviamente. Non solo, ma "la casta" si è fatta più arrogante, più impunita ed è raro trovare tra i giovani chi abbia animo e voglia di contrastarla, mentre sovrabbondano quelli che vogliono piuttosto riceverne privilegi.

      Chi aveva fatto rinascere qualche speranza creando un partito nuovo che avrebbe dovuto essere formato da non professionisti della politica, ha finito col raccattare vecchi arnesi democristiani e socialisti, mentre l'ultimo nuovo partito, il Partito Democratico, finge di scegliere il suo segretario con elezioni farsesche e somiglia tanto alla vecchia DC ...! Bella alternativa davvero!

      Cambiare casacca e bandiera è ormai considerato "normale" perchè, si dice, "le ideologie sono cadute". Ma sono davvero cadute ?
Io credo invece che sia divenuta egemone l'ideologia dell'egoismo, della volgarità, del "buonismo" e, male dei mali, di un malinteso, distorto e nefasto uso della democrazia, in nome della quale ogni campanile intralcia e arresta qualsiasi (rara) decisione di cambiamento venga dallo Stato.

      Cosicchè i giovani di oggi (non tutti, per fortuna! Ma tanti comunque...) anzichè lottare per "cambiare il mondo" scendono in campo CONTRO il cambiamento : contro la Moratti che voleva cambiare la scuola e contro Fioroni che sta cercando di porre un minimo rimedio agli sfasci sia della Moratti che dei suoi predecessori; contro la TAV, rischiando di restare tagliati fuori dall'Europa e con una rete ferroviaria interna ancora meno veloce di soli 10 anni fa; contro le trivellazioni in Valle di Noto, come se noi non avessimo bisogno di petrolio e come se volessero mettere i pozzi dentro il duomo; contro gli inceneritori e contro le discariche come se non stessimo affogando nella spazzatura e non stessimo sperperando miliardi per pagare chi, all'estero, ce la ricicla...

      Il risultato è un Paese in declino, una barca che affonda mentre l'equipaggio litiga e se ne frega, un lento ma inarrestabile tramonto dinanzi alla sempre più sfolgorante alba cinese e indiana ...

      Ma allora, sono meglio questi giovani di oggi, disoccupati o sfruttati, rassegnatamente costretti a fare i "bamboccioni" o eravamo meglio noi che ci sprangavamo in nome di un mondo migliore ?

 
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  Un Paese che va in fumo
13 giugno 2007
 

 


      Da decenni ho sempre sostenuto che il nostro Paese va alla malora perchè i nostri governanti (destra, sinistra, centro, ... non cambia niente, purtroppo!) impiegano il 90 % del loro tempo per cercare o mantenere equilibri di potere, beghe di partito e simili e solo il restante 10 % per governare davvero l'Italia.

Mi devo correggere: non il 90 % ma oltre il 95 % viene dedicato a restare in sella e forse nemmeno il 5 % per legiferare, decidere, scegliere per il bene comune.

E in questo preciso momento forse il tempo per le tresche sfiora il 100 %, se l'attuale governo non solo si dimostra incapace di attuare la "lenzuolata di liberalizzazioni" annunciata a suon di tromba (rimangiata la liberalizzazione dei taxisti, quella dei notai, la cancellazione del P.R.A., e ... così via...!), non solo non ha raggiunto l'accordo per modificare la legge Maroni sulle pensioni e per dare il via definitivo alla TAV, ma non è neppure capace di defenestrare il comandante della Guardia di Finanza Gentile, visto che la Corte dei Conti ha eccepito circa la regolarità burocratico-legale della nomina del suo successore ...!

E l'opposizione che fa ? Poichè gli italiani, esasperati da questo stato di cose, hanno in massa suffragato i suoi candidati alle amministrazioni locali, non trova niente di meglio che andare a piangere sulle ginocchia del Presidente della Repubblica, sostenendo che questo governo è ormai sfiduciato dagli italiani e che quindi o si va alle urne o si fa un governo "tecnico" che comunque alle urne porti ...

E nel frattempo il Paese va in malora: i ricchi sempre più ricchi e sempre più evasori, i poveri sempre più poveri, indebitati e a rischio di criminalità, il ceto medio sempre più strozzato dalle tasse e vicino alla soglia di povertà ...

Ma quello che mi fa più rabbia è che, se pure si votasse domani e l'attuale opposizione riconquistasse il governo, sono ahimè certo che comunque il muro del 95 % di cui parlavo all'inizio non verrebbe abbattuto, visto che quando l'attuale opposizione è stata al governo (e per 5 anni), pur essendo molto meno litigiosa dell'attuale, non ha nè attuato liberalizzazioni, nè attuato il principio del legittimo conflitto tra contribuenti (la parcella che io pago a te, me la metto in detrazione), nè sorvegliato la speculazione sull'euro-lira, nè snellito la pubblica amministrazione ma ha regalato miliardi alla chiesa cattolica (non rivedendo l'8 per mille, regolarizzando 15.000 insegnanti di religione e togliendo l'ICI su tutte le proprietà ecchesiastiche...), costretto ad andare a fare l'inseminazione all'estero e non disincentivato la "fuga di cervelli" all'estero ...

E allora è tutto un passare dalla padella della sinistra alla brace della destra, con un centro che versa benzina sotto entrambe e ... gli italiani che schiumano di rabbia arrostendosi. Arrostendoci. Bruciandoci.

 
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  2 giugno 2007
2 giugno 2007
 

 


      Da molti anni non mi capitava di assistere, alla televisione, alla parata in occasione della festa della Repubblica, il 2 giugno, ma anche stavolta non ho saputo (e voluto) resistere alla commozione che mi prende ogni volta, guardando quelle migliaia di soldati di tutte le armi che sfilano seri e impettiti, al ritmo cadenzato di tante bande, seguendo il tricolore.

      Perchè in modo assolutamente involontario ed automatico, mentre altri avranno da ridacchiare sullo "sguardo marziale", sui pennacchi e sulle corsette dei bersaglieri, io invece non posso fare a meno di pensare ai milioni di ragazzi come quelli che in quasi 200 anni di "Stato Italiano" sono morti o sono rimasti dilaniati in una delle tante guerre grazie alle quali l'Italia è quella che è oggi, e a quanti tra questi ragazzi e ragazze che sto vedendo sfilare, rischiano di fare la stessa fine in uno dei tanti scenari in cui ancora oggi il mio Paese è impegnato in armi nel mondo, o nell'azione di contrasto alla criminalità all'interno dei nostri confini

      Così come non posso fare a meno di indignarmi nel ricordare i miei 15 mesi di leva, durante i quali io, allora convintamente di destra, dovetti rendermi conto che sicuramente meglio sarebbe stato per l'Italia arrendersi subito, se vi fosse stata una guerra, piuttosto che fingere di combattere con quell'esercito del quale toccavo con mano la pressocchè assoluta inefficienza.

      Non dimenticherò mai (erano gli anni sessanta) le nostre radio residuati bellici (io ero radiotelegrafista) alcune delle quali funzionavano per scommessa, mentre altre non funzionavano affatto. E non dimenticherò mai l'alluvione di Genova dopo la quale mentre i miei commilitoni spalavano fango dalle cantine con delle minuscole vanghette pieghevoli (quelle avevamo !), io giravo in jeep per la città, impolverata e dolente, con a bordo una radio residuato bellico (quella avevamo) visibilissima grazie ad una enorme antenna per cui la gente ci fermava per chiederci informazioni o per chiederci di comunicare richieste di aiuto ed io non sapevo più che scusa inventarmi per non dire che la radio era rotta e che era tutta una farsa ! Come erano tutta una farsa le cosiddette "ispezioni" in caserma, durante le quali qualche alto papavero militare veniva a passarci in rassegna nel cortile interno (ma mai che chiedesse qualcosa a noi soldatini, mai che visitasse le nostre schifose latrine ... o assaggiasse il nostro rancio di pessima qualità ! ) recitando la parte di chi osserva con scrupolo ciascuno di noi e ciascuno dei molti mezzi schierati e tirati a lucido, senza accorgersi mai che alcuni di quei mezzi li avevamo allineati lì trascinandoli a braccia perchè guasti da anni ! Come mai nessuno eccepiva qualcosa allorchè facevo notare che le batterie a secco per le radio da campo erano assolutamente scariche nonostante la data di fabbricazione fosse recentissima o, incredibile! addirittura posticipata rispetto alla data reale ! O nessuno sapesse spiegarmi come mai non solo continuavamo ad avere in dotazione i "moschetti 91-38" (così chiamati proprio perchè, inventati nel 1891, erano stati "modernizzati" nel 1938), ma molti di essi erano non residuati, ma nuovi di fabbrica !

      E allora la mia commozione ha lasciato posto al disgusto, guardando applaudire quella faccia di bronzo di Bertinotti, lui che aveva sostenuto il "disarmo unilaterale" dell'Italia, lui che ha continuato a fare professione di antimilitarismo anche dopo essere divenuto la terza carica dello Stato, adesso in tribuna d'onore, accanto al compagno Napolitano, oggi presidente della repubblica che, almeno lui, ha assunto, e non solo da ora, un atteggiamento di sincero revisionismo rispetto al suo passato di komunista-antimilitarista-filosovietico.
Mentre nessun revisionismo è mai passato per la mente dell'altro "compagno di merende" sul palco presidenziale, l'attuale premier Prodi, che appena 3 giorni fa ha repentinamente rimosso il comandante della Guardia di Finanza Speciale (reo di aver resistito alle reiterate pressioni dal viceministro Visco per trasferire gli ufficiali che stavano indagando sulla scalata a BNL dell'Unipol), epigono di quella razza democristiana al potere quando io ho fatto il militare, quando fu inventato l' "arco costituzionale" e "uccidere un fascista non è reato" , mentre lui svendeva allegramente sottocosto la Cirio ...

      Eccoli tutti lì, senza pudore, a far finta di credere in ciò in cui io ho da sempre creduto e continuo a credere.

      E così la mia commozione, spontaneamente com'era apparsa, si dileguò.

 
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  Fondamentalismo cattolico
24 dicembre 2006
 

 


  Ancora una volta, per la fortuna di chi voglia lucidamente e non preconcettamente valutare le azioni degli uomini, la chiesa cattolica romana, ufficialmente e chiaramente, ha gettato la maschera svelandosi, ancora una volta ripeto, in tutta la sua alterigia, arroganza e fondamentalismo disumano, negando i funerali religiosi a Piergiorgio Welby.
       Da decenni ormai la chiesa cattolica ha consentito i funerali ai suicidi dichiarati, da parecchio tempo concede il funerale religioso agli assassini più efferati, ma ha voluto negarlo a Piergiorglio Welby che non era nè un suicida nè un delinquente, ma solo un uomo che, dopo 40 anni di sofferenze sopportate stoicamente, nel rispetto delle leggi vigenti (per chi ha intelligenza, umanità e coraggio per saperle leggere!) ha ritenuto che 7 anni (non un giorno !) di respirazione assistita in una malattia assolutamente progressiva e terminale fossero sufficienti per lasciare semplicemente che la natura facesse il suo corso.
Anche se, per farlo, ha scelto di non aggiungere alla sua sofferenza (e a quella dei suoi cari) anche l'ultima, quella del dolore e della disperazione di chi, per effetto della sua malattia, debba spirare sentendosi dolorosamente soffocare.
       Per questo, e solo per questo, in un'ultima affermazione di umanità e di libertà, ha chiesto che l'unico medico italiano che ha avuto il coraggio di farlo, lo sedasse affinchè l'inevitabile morte arrivasse dolcemente.


Grazie Piergiorgio.


       Grazie per le migliaia di Welby sconosciuti che vengono costretti a morire con una smorfia di dolore dopo un accanimento terapeutico che è tutt'ora quasi la norma in questo Paese di ipocriti.


       Grazie Dottor Riccio per aver avuto il coraggio di fare pubblicamente quello che, per nostra fortuna, pochi altri medici nascostamente fanno.


       Grazie amici della Luca Coscioni e radicali che ancora una volta avete saputo stare vicino a chi non ha altra voce e a chi non ha potere per richiedere nient'altro che i propri diritti naturali.
Anche senza usare quella frase "...lasciatemi andare alla casa del Padre" che consentì proprio al penultimo papa di interrompere quelle terapie che gli avrebbero consentito di vivere ancora qualche altro giorno. E nessuno allora si scandalizzò. Nessuno invocò la legge. Nessuno eccepì.
       Cattolici in buona fede, riflettete e disubbidite ad una gerarchia ecclesiastica abituata a chiedere scusa dopo secoli e a tradire, giorno per giorno, gli insegnamenti di quell'uomo, detto il Cristo, che non a caso inventò l'espressione "sepolcri imbiancati".

 
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  Vincono i NO al referendum costituzionale
26 giugno 2006
 

 


E così abbiamo buttato il bambino insieme all'acqua sporca!
Colpa di chi non ha saputo vedere il bambino o di chi lo ha messo in tanta acqua sporca da non lasciarlo distinguere bene?
Io ritengo che oltre ad essere colpa di entrambi, oltre ad essere colpa di un Paese che sceglie non per libero convincimento e sulla base di circostanziate informazioni ma solo per appartenenza, infischiandosene se si da anche la zappa sui piedi, è anche colpa di un sistema democratico che lascia prevalere esclusivamente il numero senza fare alcuna selezione di qualità.
E' così dappertutto: negli appalti prevale quello col ribasso maggiore, non quello più sicuro, affidabile, evoluto, e se poi il tetto della chiesa o il viadotto crolla ... si dirà una prgehiera in più...; in politica il voto di due ubriachi prevale su quello di un unico sobrio!
La sinistra che ha gridato allo scandalo (evidentemente con successo) perchè la riforma costituzionale testè bocciata aumentava i poteri del Premier senza "controbilanciarli" con quelli del Presidente e quelli del Parlamento, perchè non propone di controbilanciare l'assurdità testè detta (due ubriachi valgono più di un savio) almeno con quel correttivo che esiste negli Stati Uniti, dove il diritto al voto non viene riconosciuto "a TUTTI" (=ignoranti e colti, cani e porci) ma solo a chi si iscrive per tempo in apposite liste, ed è sul numero di quelle liste (cioè di chi ha almeno manifestato interesse a voler votare) che si stabilisce il quorum necessario alla vittoria.
Che la sinistra non abbia interesse a mutare questa situazione è comprensibile, incomprensibile è che non lo proponga neppure la destra, salvo poi stracciarsi le vesti quando perde per un soffio le elezioni.
E a proposito di destra (centrodestra) faccio notare che la presenza di NO è stata molto alta non soltanto, genericamente, al sud, ma anche nella mia Sicilia dove si è riconfermato ampiamente il centrodestra e dove quasi nessuna campagna è stata fatta in appoggio al SI. Ho ricevuto solo una lettera da Forza Italia e poi ... solo gli spot nazionali sulla Fininvest, tanto per dimostrare a quei gonzi che continuano a crederlo e a volerlo far credere che possedere televisioni NON influenza più di tanto il voto in Italia.
E perchè al Sud il centro destra non si è impegnato davvero contro il NO ?
Perchè in fondo fa comodo a tutti, anche ai politicanti di centrodestra che continui l'andazzo attuale, dove il "Premier" è ricattato dai partiti, il Presidente della Repubblica asseconda il più tracotante di turno in cambio di un trattamento da monarca (stiamo aspettando da 60 anni di conoscere il costo dettagliato del Quirinale...), i presidenti delle regioni improvvide (Sicilia, Campania, ecc.) palleggiano la responsabilità con lo Stato centrale (tanto chi si deve far curare seriamente emigra nelle regioni dove la sanità funziona!) e ... tanto peggio tanto meglio!
Peccato che noi non stiamo seduti in platea in questo teatrino, ma stiamo, volenti o nolenti, consapevoli o non, sul palcoscenico, e questo palcoscenico sta per crollare.
Ahi serva Italia, di dolore ostello, non donna di provincia ma ...!

 
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  Più stupidi di così !
24 agosto 2004
 

In questi giorni il prezzo del greggio ha raggiunto i 50 dollari al barile e, poiché non si tratta di un picco improvviso ma di un trend che dura da oltre 2 mesi, credo che il prossimo anno dovremo stringere la cinghia più di quanto sia umano. Molti non riflettono che il prezzo del petrolio così alto non significherà solo un maggior costo di benzina ed autotrasporto in genere, ma una levitazione di tutti i prezzi indistintamente, particolarmente in un paese come il nostro dove non solo la stragande maggioranza delle merci si sposta su gomma, ma produciamo energia bruciando combustibili derivanti dal petrolio e, soprattutto, dove si continua a disprezzare una risorsa gratuita e da noi diffusissima che é l'energia solare. Ci sono paesi del Nord Europa, con un irraggiamento irrisorio rispetto al nostro, dove l'energia ricavata dal sole é dieci volte superiore a quella che si produce in Italia.

E i nostri politici che fanno? Discettano se, come e quando "modulare" le accise sulla benzina o riproporre la scelta nucleare già rigettata da questo paese. Nessuno si preoccupa di chi il prossimo inverno vivrà malissimo o non sopravviverà perché non potrà permettersi di aumentare le spese per il riscaldamento (il nostro gasolio da riscaldamento é il più caro d' Europa!) e, soprattutto, nessuno -né nella maggioranza, né nell'opposizione- pensa a gettare le basi (seppur sia già troppo tardi !) per affrancarci dalla dipendenza dal petrolio non solo per sottrarci ai capricci del mercato, ma per trovarci pronti a vendere agli altri il nostro know-how sulle energie alternative allorché si realizzerà il sogno di Bin Laden: il petrolio a 150 dollari al barile.

Perché ci arriveremo. E non sto pensando ad un "banale" attentato al porto di Ras Tanura (4,5 milioni di barili al giorno) o al "semplice" dirottamento di un aereo su Abqaiq, la più grande raffineria del mondo (7 milioni di barili al giorno) o al perdurare dell'impossibilità di commercializzare il petrolio iracheno, ma al pacifico ma inarrestabile sviluppo industriale cinese o di altri Paesi Emergenti che fanno levitare la domanda di energia e, dulcis in fundo, all'instabilità politica dell'Arabia Saudita con un sovrano praticamente in coma, un reggente ultraottuagenario cardiopatico e una pletora di possibili pretendenti al trono, tra i quali liberali e filooccidentali ma anche estremisti islamici e amici di Bin Laden.

Questo é lo scenario nel quale noi ci permettiamo di "tirare a campare" anziché mettere in atto quanto da me (e non solo da me) proposto (clicca sui link qui accanto).

 
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  Abusi su prigionieri iracheni
13 maggio 2004
 

Nei giorni scorsi sono state diffuse le immagini mostranti soldati americani che torturano ed umiliano oltre ogni limite prigionieri iracheni. L'indignazione é unanime, soprattutto perché quelle immagini non sono state scattate nei lager di Hitler o di Krusciof, o di Breznev, o di Mao, o di Pol-Pot, o di Fidel Castro, ma nelle prigioni di un Iraq "liberato dal tiranno Saddam Hussein", dove tale trattamento era la regola mentre lui e i suoi figli spadroneggiavano, ma che adesso venivano gestite dai "liberatori".

Non riconosco questi aguzzini; nella civiltà a cui appartengo ci assicuriamo che anche gli animali che alleviamo per il macello abbiano condizioni di vita "dignitose" e che sia loro evitato ogni dolore durante la macellazione (a differenza della civiltà ebraica e musulmana che li fa morire per lento dissanguamento, o di molti popoli orientali che li spellano vivi ...).

La tortura é stata ufficialmente "abolita" con la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 ma, anche se tale principio è stato ulteriormente ribadito in altre successive convenzioni, oggi esistono (dati forniti da Amnesty International) oltre 150 stati che la continuano a praticare sistematicamente, in almeno 80 dei quali essa ha avuto come conseguenza la morte.

Poiché io detesto le sublimi affermazioni di principio che, proprio perché sublimi finiscono, già nel momento stesso in cui vengono pronunciate, contraddette dalla molto più concreta realtà quotidiana, in attesa di divenire tutti degli angeli, tutti buoni, tutti generosi, tutti onesti, ritengo che anziché affermazioni sublimi, vadano fatte affermazioni realistiche, possibili.

Personalmente ritengo che sia possibile, e quindi doveroso, non ricorrere alla tortura mai, come sancito nel 1948, sia in pace che in guerra. Ma non in presenza di guerriglia e terrorismo.

So di confliggere con la "morale corrente", e già in fondo a questa pagina mi sono autodefinito un "selvaggio", ma credo vi sia un solo caso in cui possa essere legittimata la tortura (che è comunque cosa diversa dall'umiliazione !): in una situazione di guerriglia o terrorismo, particolarmente se sia il solo sistema per ottenere informazioni utili a salvare dal nemico altre vite umane.

Al nemico che si batte con coraggio vanno riservati quelli che una volta si definivano "onori militari", altro che torture ! Perché si é battuto per onorare la sua bandiera e la sua divisa.

Il guerrigliero, con il quale posso anche arrivare a simpatizzare se sta continuando a battersi contro un avversario soverchiante e non per interessi personali, di casta o confessionali, non può aver diritto allo stesso trattamento perché, anche nel caso in cui le sue azioni avessero esclusivamente obiettivi militari, avverrebbero al di fuori di un contesto di guerra. E' come un giocatore di calcio che fa gol nell'intervallo tra primo e secondo tempo o dopo il termine della partita.

A maggior ragione il terrorista che se la prende con i civili: é solo un vigliacco, anche se lottasse per il più nobile degli ideali.

Le torture inflitte a quei poveri cristi in Iraq da inglesi ed americani quindi, anche per me che sono "un selvaggio", non avrebbero dovuto aver luogo, se é vero che erano persone qualsiasi, prese in retate generiche, e quasi tutte innocenti.

Ma se fossero stati dei terroristi, quelli che stanno impedendo la pacificazione, che fanno il tiro al bersaglio su soldati che non sono più impegnati in operazioni di guerra, che fanno stragi di civili, allora la tortura, non come "punizione" ma come mezzo per estorcere loro informazioni per impedire nuovi massacri, per me avrebbe avuto giustificazione.

Anche in tal caso però, ed anche per me "selvaggio", l'abuso sessuale e la gogna mediatica documentata da foto e filmati non possono avere nessuna giustificazione e fanno il paio con gli abusi sessuali, le gogne vere e le graticole della santa inquisizione, un orrore che credevamo, qui in occidente, di aver definitivamente chiuso negli armadi della storia.

Invece la barbarie, che evidentemente resta latente anche in noi occidentali, continua a riaffiorare nella sprangatura del barbone, nello sfruttamento (di prostitute o di dipendenti, non ha importanza), nella pedofilia, nella violenza urbana, nell'insensibilità delle burocrazie, nel "nonnismo" delle caserme ...

Noi occidentali però i violenti, i magnaccia, i pedofili quando possiamo li giudichiamo e li imprigioniamo; in molti paesi islamici (non in tutti, per fortuna !) invece si autodefiniscono eroi ed ostentano la loro felicità nel mozzare la testa a degli innocenti o ad infierire persino sui resti di coloro che considerano loro nemici.

E questa é la linea di demarcazione tra la nostra civiltà e la loro barbarie.

 

 

 

 

 

Quattrocchi
Fabrizio Quattrocchi,
morto da eroe per mano di barbari, in nome di Allah

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  Bugie dell'opposizione e fatti del governo
9 luglio 2003
 

Ho trascorso tutta la mia vita politicamente schierato all' «opposizione», schifato prima dai governi democristiani poi da quelli del cosiddetto "centrosinistra" e da quelli che, addirittura, non sapendo più come chiamarli, furono definiti "balneari" poiché duravano talora anche neppure un mese ...

La "discesa in campo" (espressione elegante per non dire "discesa nel cortile"...) di Silvio Berlusconi mi ha fatto ben sperare: avevo cominciato a stimarlo all'epoca della sua lotta per la liberalizzazione dell'etere e avevo ammirato la sua geniale idea dil far trasmettere centinaia di videocassette contemporaneamente e in sincrono da parte delle emittenti locali dell'epoca, in modo da dare allo spettatore la sensazione della "diretta nazionale" allora impedita, e con pervicace arroganza, non solo dai ministri democristiani, ma anche dai giudici che trovavano più comodo e proficuo assecondare il potere, piuttosto che rileggersi bene la Costituzione laddove sancisce la piena libertà d'espressione con ogni mezzo ...

Mi ha deluso una prima volta con la scelta dei ministri del suo primo governo e con quel suo "imbarcare democristiani" a tutto spiano che credo abbia finito con lo snaturare ciò che ritenevo dovesse essere Forza Italia, cioé un partito nuovo con gente non professionista della politica, o comunque con gente che sino ad allora non aveva avuto responsabilità di potere ...

Mi sta continuando a deludere con alcuni degli attuali ministri e soprattutto con quel suo, talora obbligato, ma non meno ributtante, compromesso continuo con chiunque in qualunque modo, all'interno o all'esterno della maggioranza, si opponga alla necessità di cambiamento del modo "politichese" di NON affrontare i problemi, di dilazionarli, di non chiamarli col loro vero nome ...

Ma, ciò detto, continuo a stimare l'uomo e il politico Silvio Berlusconi e a ritenere l'attuale governo il «meno peggio» di tutti i precedenti e di qualunque altro possibile attualmente, anche perché l'alternativa é un'opposizione di centro-sinistra che, eccettuati i casi personali e sporadici di pochi uomini intellettualmente onesti, credo rappresenti quanto di peggio si possa immaginare.

Forse persino l'odio fratricida e antipatriottico dei periodi bui delle lotte guelfo-ghibelline appare meno riprovevole dinanzi all'atteggiamento di acrimonia pretestuosa e permanente, di odio anche personale oltre che ideologico e soprattutto di antitalianità dell'attuale cartello dell'opposizione, della sua longa manus costituita dal sindacato CGIL, e di tutto quell'arcipelago di "Girotondi", "Disubbidienti" e simili, con il quale malevolmente interagisce.

Ho ammirato, quasi con commozione, l'atteggiamento dell'opposizione degli U.S.A. che, allorché Bush prese la decisione di attaccare l'Iraq, nonostante fino a quel momento avesse chiaramente manifestato di non condividere assolutamente tale scelta, dichiarò di essere pienamente solidale con lui, "senza se e senza ma" ! Senza temere di perdere i voti di quei milioni di pacifisti, anche americani, che proprio in quel momento inscenavano una delle più globali manifestazioni contro tale guerra !

Tutto il contrario dell'opposizione italiana che non tralascia nessuna pur minima occasione non per attaccare (perché é il suo diritto) ma per denigrare l'attuale governo, il suo attuale capo e l'immagine del nostro Paese nel mondo.

Un'opera di denigrazione e di sfascio a tutto campo, senza eccezioni e ricorrendo sistematicamente alla menzogna ripetuta e amplificata sulla maggioranza dei media italiani, spesso imbeccata e aizzata anche a livello internazionale.

Invito chi non fosse d'accordo con queste mie affermazioni a cliccare qui per scaricare un elenco dei provvedimenti già varati dall'attuale governo Berlusconi in appena due anni di lavoro e ... nonostante questo tipo di opposizione interna e l'avversa congiuntura politico-economica internazionale. E' un documento in formato pdf compresso nel quale sono solo elencati i vari provvedimenti raggruppati in relazione ai corrispondenti impegni elettorali. Sono dati, non opinioni di parte, e dimostrano come le affermazioni apodittiche dell'opposizione che continua a ripetere (dopo soli due anni di legislatura) che "Berlusconi non ha mantenuto nessuno degli impegni elettorali" siano pura bugia e demagogia, che non danneggia purtroppo solo i bugiardi e demagoghi che le fanno (che riperderanno anche le prossime elezioni !) ma danneggia tutti gli italiani indistintamente.

Ho saputo di questo documento solo leggendo "Panorama", perché non ne ho trovato notizia su altri media, e per scaricarlo ho dovuto attendere i tempi biblici e i malfunzionamenti del sito di Forza Italia. Ciò per dimostrare quanto sia falsa l'affermazione, echeggiata anche all'estero, secondo cui "Berlusconi controlla tutti i media italiani", o la diceria secondo cui vivremmo in un "regime illiberale" dove "il problema dei problemi é il «conflitto d'interessi»" che ha consentito al governo di asservire e controllare tutti i mezzi di propaganda ...! Quando invece non sa o non riesce neppure pubblicizzare l'elenco di ciò che ha fatto !

dueanni
Uno dei manifesti della campagna elettorale di due anni fa
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  Ma quanto siamo buoni !
6 gennaio 2003
 

 


L’AGGUATO Verso le otto di sabato sera, in una strada del quartiere di Secondigliano (alla periferia di Napoli), due minorenni di 13 e 17 anni tentano di rapinare un uomo del suo scooter. Uno dei due ragazzini è «armato» di una pistola giocattolo
LO SPARO
L’uomo è un agente di polizia in borghese e ha la pistola d’ordinanza: la estrae e spara una sola volta verso i due, che rimangono entrambi colpiti
LA TRAGEDIA
I due ragazzi fuggono a bordo del motorino sul quale viaggiavano, poi lo abbandonano e proseguono a piedi. Il più grande, ferito di striscio a una mano, riesce a raggiungere un ospedale dove viene prima curato e poi arrestato. Il più giovane, invece, si accascia e muore per la strada, vicino al raccordo autostradale che passa non lontano dal luogo della tentata rapina
L’INCHIESTA
Ieri l’agente di polizia che ha sparato è stato ascoltato dal pubblico ministero di Napoli Monica Campesi, che lo ha indagato per eccesso di legittima difesa .

Questa la sintesi che ha fatto il corriere della sera del 5 gennaio 2003

Il presidente della Repubblica ha poi espresso il suo dolore per la morte del ragazzino, ma non ha profferito una parola per l'agente, diciannovenne, che adesso é addirittura costretto a non tornare a casa sua, per timore di vendette da parte dei parenti o amici delle vittime.

Siamo al capolinea. Quando persino Ciampi, che peraltro stimo, probabilmente senza accorgersene, si rende interprete del "buonismo" ormai dilagante ed asfissiante, credo che sarebbe molto meglio farcene una ragione e togliere le armi a tutti: poliziotti, carabinieri, esercito, ...

In tal modo la scorta del presidente della Repubblica non rischierebbe di uccidere qualcuno che, per scherzo ( !), puntasse una pistola giocattolo contro Ciampi. E se poi il presidente o chiunque altro proprio volessero proteggersi dai malintenzionati, basterebbe rivolgersi alla camorra, alla mafia, alla sacra corona unita: c'é solo l'imbarazzo della scelta.

Queste organizzazioni, a differenza di polizia, carabinieri e simili, i cui stipendi gravano sul bilancio dello Stato, si autofinanziano o, al massimo, possono chiedere un "pizzo" di qualche centinaio di euro al mese ..., e poi sono efficienti e farebbero risparmiare persino sulle spese per i tribunali: non ve ne sarebbe più bisogno.

Certo, sorgerebbe il gravissimo problema di che fare con queste migliaia di poliziotti, carabinieri e soldati rimasti non solo disarmati ma anche disoccupati ! Di alcune centinaia (dei più bravi: quelli che hanno preso Riina e simili) non dovremmo preoccuparci perché verrebbero subito uccisi; alcune migliaia potrebbero poi essere assunti appunto dalla camorra, dalla mafia, ecc. (che da qualche parte devono pur reclutare la loro manovalanza, quindi é meglio che la reclutino tra personale già addestrato all'uso delle armi, vi pare ?), e gli irriducibili potrebbero, a scelta, farsi crocerossine, o frati, o assistenti sociali per consolare i parenti delle persone giustiziate, stavolta "in nome del popolo italiano", dalle organizzazioni di delinquenti, pardon, di nuovi tutori dell'ordine, precedentemente menzionate.

Fantascienza, provocazione ?

Fantascienza e provocazione é che quell'agente oggi sia davvero indagato e davvero impossibilitato a tornare a casa.

Fantascienza e provocazione é che questo non sia un caso isolato, ma l'assurda "normalità" per chiunque osi difendersi (l'agente, il tabaccaio, l'orefice, il proprietario della villetta, ...)

Signor-presidente-dei-buonisti, anche a me dispiace che un ragazzo sia morto, perché se non trovava di meglio che fare il rapinatore doveva essere un povero disgraziato, ma non dimentichiamo che era stato lui a dire "Spara! Spara!" all'amico che teneva la pistola giocattolo in mano !

Se non in una situazione come questa, vuole dirmi, signor-presidente-del-consiglio-superiore-della-magistratura-Ciampi, quand'é che si può parlare di "legittima difesa" ?

E se continuiamo ad indagare ogni carabiniere o poliziotto che usa le armi per difendere se stesso o gli altri, per quanto tempo ancora essi troveranno il coraggio per farlo, rischiando la propria vita, perché -non dimentichiamolo- é questo che fanno ?

 
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  Pena di morte ? Sì, e poi buttarli nell'immondizia
14 ottobre 2002
 

Questa la sintesi di ciò che, a oggi, appare essere avvenuto in quel di Brescia, sabato 28 settembre 2002: Desirée Piovanelli, 14 anni, pare sia stata attirata in un casolare da 3 compagni e amici che le avrebbero detto: «Vieni nella cascina, ci sono tre gatti abbandonati» e lì sarebbe stata stuprata e accoltelata con una efferatezza che ha colpito gli stessi carabinieri. L'altro ieri é staot arrestato un 36enne vicino di casa che i ragazzi accusano di aver partecipato o di essere stato l'autore principale -non si comprende ancora bene- di questa efferatezza nei confronti di una ragazzina che si sarebbe difesa strenuamente, senza per questo arrestare l'impeto orrendo della combriccola.

Crimini come questo lasciano atterriti, disorientati. E per fortuna che lo siamo ancora!

Non lo erano invece questi tre mocciosi e questo gaglioffo: vigliacchi ! Che hanno tentato per giorni di recitare la parte di chi non sapeva nulla e che purtroppo ormai non sono più rare eccezioni, ma gli ennesimi protagonisti di una cronaca che sempre più spesso narra di "fidanzatini" che sgozzano la "fidanzatina" riluttante, di giovani bruti che massacrano antiestetici ma inoffensivi barboni: storie di "ordinaria" violenza, spesso con l'aggravante di rivolgersi a vittime non solo indifese, ma assolutamente fiduciose nei loro carnefici.

Giovani che "dopo" se ne vanno tranquillamente al bar, a passeggio, con gli amici, come se non avessero una coscienza, come se avessero ucciso una mosca, una formica.

E noi "società civile", Stato, scuola, genitori, che facciamo? Sino ad ora abbiamo solo confuso, mistificato i ruoli.

Io credo infatti che sia umano e comprensibile, se non auspicabile, che i genitori di un figlio che si sia macchiato di un crimine come questo non possano ripudiarlo, ma non debbano fargli mancare il loro amore, pur esecrandone l'atto.

Come pure la Chiesa (qualsiasi essa sia): svolge la sua "missione" nell'accogliere i reprobi e nel tentare di "convertirli" al pentimento.

Ma scuola e Stato non devono avere l'amore dei genitori o la charitas della Chiesa, ma l'impegno all'educazione e al miglioramento degli individui e della società (la scuola) e alla difesa degli inermi e alla punizione dei delinquenti (lo Stato).

Un ladro, un truffatore, un estortore, si possono (dopo averli puniti) "rieducare", recuperare, reinserire nella società. Ma chi ha tolto la vita non potrà mai più restituirla. Ed io credo che allorché si abbia l'assoluta e totale certezza della loro colpa, ed escludendo gli omicidi colposi, gli assassini non possano pagare altrimenti che con la loro stessa vita.

E non perché la pena di morte possa servire come deterrente a simili crimini (anche se io credo che, seppure in minima parte, comunque serva anche a questo), ma semplicemente perché questi individui sono indegni di continuare a vivere. Neppure nel più fetido Gulag.

Sono indegni di essere considerati uomini, sono feccia di cui la società deve liberarsi.

Ecco perché Caino per me non solo va ucciso, ma non é degno neanche di una sepoltura: va buttato tra i rifiuti.

Questa é inciviltà? Bene: continuiamo allora ad allevare, blandire, commiserare e coccolare questi mostri.

Perché di questo si tratta.

Cerchiamo, una volta tanto, di NON essere ipocriti: certamente nessuna persona di buon senso consapevolmente alleverebbe un mostro come questi, ma é cio che facciamo allorché accettiamo, ormai senza più limite, l'esercizio dell'inciviltà, della maleducazione, della violenza nelle scuole, nelle case, nella società.

E' quello il germe: chi a scuola offende i suoi insegnanti e i suoi compagni e viene lasciato fare "perché si deve comprendere, si deve accogliere, si deve recuperare" senza porre, di fatto, alcun limite; chi a casa non viene educato (perché i genitori spesso son assenti, distratti, incapaci o superficiali); chi nella società viene tollerato (dal comportamento bullesco, alle sarabande senza casko in ciclomotore, alle vetrine sfasciate nelle dimostrazioni ...) per un malinteso senso di "libertà", non ci dobbiamo stupire se il più delle volte finisce col delinquere o, talvolta, col togliere la vita a persone inermi.

Allora più che alle pene (che comunque devono essere severissime e irrevocabili in questi casi) sarebbe opportuno che noi genitori, insegnanti, cittadini, cambiassimo atteggiamento e passassimo da un malinteso, mieloso e irresponsabile "mammismo" a "tolleranza zero" nei confronti di chi non rispetta gli altri. Erika, l'altra ragazzina ligure che insieme al suo fidanzatino massacrò qualche anno fa la madre e il fratellino aveva scritto : "Uccidiamoli, tanto siamo piccoli e non possono farci niente".

Se questa é civiltà, ve la regalo. Io sono un selvaggio.

Piovanelli
Desirée Piovanelli
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  Morto il manager che voleva l'eutanasia
17.9. 2002
 

 


ROMA - Ha vissuto come ha voluto, voleva scegliere come morire. Non c’è stato tempo. La malattia ha fatto da sé. Una crisi respiratoria l’altra notte. Si chiamava Enzo Buongiorno, era romano, faceva il manager, aveva 77 anni. Gli ultimi due li ha passati con la sclerosi laterale amiotrofica: male incurabile, degenerativo, che colpisce i motoneuroni 2. Piano piano paralizza i muscoli. Mani, braccia, gambe, collo. Fino ai polmoni, fino al cuore. Nessuna speranza. Soltanto un lento spegnersi, immobilizzato su una carrozzina, con una cannula nella gola e un tubo nello stomaco. Perfettamente lucido. Non la voleva una morte così. Enzo Buongiorno se n’era scelta un’altra, quella dolce. Suicidio assistito. Fuori dall’Italia perché qui non è permesso. «Voglio morire da vivo» disse quel giorno, ed era il 23 luglio scorso, all’ospedale Fatebenefratelli. C’era un dibattito sull’eutanasia, l’aveva preparato e finanziato lui con il Tribunale del Malato. Organizzare convegni scientifici era il suo mestiere, dopo quello di medico chirurgo. «Non diventerò un vegetale, non mi ridurrò a qualcosa di meccanico, vivrò finchè questa parola avrà un senso. Devo già essere accudito, sollevato, lavato, accompagnato in bagno. Se voglio guardare la tv qualcuno deve premere il tasto sul telecomando. Ho bisogno di aiuto anche per grattarmi il naso. Basta, sono stanco. Tutto è pronto, ho comprato già il biglietto, solo andata, senza ritorno».
Non è mai partito. Alla fine è morto nel suo letto, nella sua casa ai Parioli. Non si è ucciso, tecnicamente. Però non ha più fatto nulla per sopravvivere. Niente respiratore, niente flebo. Non ha deciso il momento né il modo, ma a tutto il resto ha provveduto lui. Anche al necrologio, il primo che apriva il lungo elenco sui giornali di ieri. Se lo è composto da solo. Si è messo alla scrivania e l’ha dettato alla segretaria Fabiana una settimana fa, data in bianco.
«Saluto quanti nella vita mi hanno dimostrato stima ed affetto che ho sempre ricambiato con animo sincero e gratitudine. Desidero che tutti abbiano il migliore ricordo della mia persona, rendendosi conto che la morte è un fatto naturale della vita. Un abbraccio affettuoso al mio grande amore, Angiola, ai figli Gianluca, Gioia e Marina. E a Stefano al quale, dopo la meditazione sugli errori commessi, auguro un trascorrere della vita sereno».
Enzo Buongiorno era stato un bell’uomo. Non ora che pesava 45 chili, prima. Bruno, magro. Gli piaceva lavorare, sopra ogni cosa. E passeggiare in montagna. E gli piacevano le donne. Si era sposato e aveva avuto due figli. Altro amore, altri due figli. Angiola era la sua ultima compagna, stavano insieme da 30 anni. Con il maggiore, Stefano, qualche incomprensione, non si sentivano più. Ma gli voleva bene. Gioia era la prediletta, la chiamava Principessa. «Papà ha seminato tanto amore, ora c’è un vuoto e non si riempirà mai più».
Li ha convocati tutti in ufficio, un giorno d’aprile. Comunicazioni urgenti. «Voglio morire quando mi sentirò pronto. Un giorno sparirò e non mi rivedrete, non vi dirò nulla». Hanno provato a convincerlo che non era giusto. Lui ha convinto loro. Al genero Paolo ha lasciato scritto come voleva essere vestito per il funerale. Jeans e camicia. Che voleva essere cremato. Così è stato. E che l’urna con le sue ceneri fosse portata nella villa di Montecarlo. Così sarà.
Il giorno prima di morire, il dottor Buongiorno si è fatto portare in ufficio. Ha detto addio ai suoi 200 dipendenti della Aim. Poche parole incomprensibili, qualcuno ha tradotto. Il dottore non riusciva più a parlare. Dieci minuti prima di chiudere la sua storia, ha fumato l’ultima sigaretta. Ne fumava quattro pacchetti. Tanto vale. C’era una persona accanto a lui che gliele accendeva e gliele portava alla bocca. Enzo Buongiorno poteva soltanto aspirare e buttare fuori il fumo. Poi più nemmeno quello.

Giovanna Cavalli - Trascrizione dal corriere della sera

E' veramente triste, e mi fa profondamente rabbia, che dell' eutanasia in Italia si debba parlare solo in occasione di questi fatti eclatanti, e che l'eclatanza provenga dal "rango" sociale o culturale del morto di turno.

Tutti sappiamo di un amico, un parente, un conoscente dal nome ignoto ai più, violentato con torture inenarrabili dalla sorte, sì, ma anche dall' ipocrisia, dal "perbenismo" bigotto, dalla coerenza becera a principi in sé nobili, ma assolutamente ignobili se proclamati in astratto, senza tener conto dell'uomo.

Ho deliberatamente evitato di usare l'espressione "costretto a vivere" perché essere ridotto ad un vegetale o, peggio ancora, avere la piena lucidità di subire un male assolutamente inesorabile, senza scampo, invasivo, doloroso, che affligge non solo chi in prima persona lo patisce ma chiunque questa persona ami davvero, credetemi, non é vivere, quindi le attuali leggi non costringono a vivere ma costringono a subire un supplizio tanto atroce quanto disperato e senza ragione.

Se poi si é laici, o addirittura atei, o semplicemente agnostici, maggiormente non si comprende questa costrizione alla tortura, allorché ci viene negato di andarcene da questo mondo nel quale non abbiamo deciso di nascere.

Non voglio esaltare il suicidio (che é tutt'altra cosa e che pure io condivido se fatto come determinazione personale e non frutto di depressione, paura, viltà), ma voglio affermare il primato della ragione (sembra assurdo doverne riparlare, ad oltre tre secoli dall' Illuminismo ...!), primato che in Olanda é stato affermato in questo ambito da molti anni, e dove non pare proprio che sia sopravvenuta un'ecatombe di massa, ma si é affermato un principio di civiltà.

Lo stesso principio di civiltà che ci fa soccorrere chi soffre, che fa mobilitare centinaia di persone o spendere centinaia di milioni per salvare una sola vita, anziché lasciar fare alla natura o al caso che la vorrebbe morta.

Sì, proprio lo stesso principio: aiutare chi soffre a non soffrire, perché non viene applicato allorché l'unico rimedio ad una sofferenza senza fine é proprio la morte, decisa, scelta, invocata proprio dal diretto interessato?

In Olanda e in Danimarca ci sono già leggi che, pur con le massime garanzie e cautele, consentono di scegliere quando andarsene, se la malattia é incurabile e c'é la determinazione del paziente. In Svezia l'assistenza al suicidio é un "delitto non punibile". In Italia, nonostante le lotte dei Radicali, le dichiarazioni coraggiose di persone influenti (cito Montanelli, Veronesi, ... tanto per fare qualche esempio), continuiamo a seppellire il dolore e la libertà di pochi sotto una enorme melassa di ipocrite buone intenzioni e di inconfessabile viltà.

 
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  Palestinese di 36 anni, vedova, madre di 7 figli uccisa: «collaborava»
26 agosto 2002
 

 


"A Tulkarem, in Cisgiordania, Ikhlas, palestinese, 36 anni, vedova con sette figli, è stata assassinata sabato dalle Brigate Al Aqsa perché «spia» al servizio degli israeliani. Il giorno prima quattro attivisti armati e mascherati hanno fatto irruzione nella baracca dove abitava la donna e hanno prelevato uno dei figli, Baker, 17 anni. Poi per oltre due ore lo hanno torturato e frustato con un cavo della corrente. Il ragazzo ha raccontato: «Volevano sapere tutto di lei» "
Trascrizione dal corriere della sera

Ovviamente, solo un trafiletto su qualche giornale. Perché i "cattivi" sono gli Israeliani e i "buoni" restano sempre e comunque i terroristi al soldo dei signori della guerra palestinesi.

 
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  "Autunno caldo!"
15 agosto 2002
 

 


Ormai é certo: il prossimo autunno sarà peggiore di quello a seguito del quale poi cadde il 1° governo Berlusconi. Il "popolo bue" sarà aizzato da Cofferati, Moretti, Rutelli, Angius, Bertinotti e ...compagni vari...! Qualcuno dirà:"Ma é il sacrosanto diritto dell'opposizione !" Certo. Ma il "diritto" si esercita nelle sedi istituzionali competenti, rispettando le regole, quindi in Parlamento, quindi presentando proposte alternative credibili e non fomentando le piazze.

Trovo assurdo che chi é stato al potere solo fino ad un anno fa ed é stato incapace persino di varare la sola riforma televisiva, cerchi di affossare o annacquare quelle riforme che l'Italia attende da mezzo secolo (giustizia, previdenza, fisco, ...) e che questo governo intende realizzare.

Trovo il colmo della cretinaggine che si possa scendere in piazza contro un governo che, per la prima volta, vuole ridurre le tasse (seppure con gradualità) ed aumentare l'occupazione.

Trovo scandaloso che si buchi la barca nella quale si sta tutti dentro, solo per avere il piacere di dimostrare che il timoniere non sa governarla.

Speranza: stavolta ci sono due fattori nuovi rispetto all'autunno caldo del 1994: moltissime persone di "sinistra", dopo ciò che ha fatto la sinistra al governo, ha smesso di lasciarsi incantare e quindi non si lascerà manovrare e, stavolta, al Quirinale abbiamo un galantuomo e non un piccolo ometto ricattabile, pavido e sofista. La barca non affonderà.

 
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  Che faccia tosta !
giugno 2002
 

 


Gli ineffabili Pezzotta e Angeletti (CISL e UIL) dichiarano di avere avuto "assicurazioni dal governo che la modifica dell'art. 18 non riguarderà chi é attualmente occupato" ..., ma il governo questo lo aveva chiarito fin dall'inizio, prima ancora dello sciopero generale; l'attuale "scoperta" dei due capipopolo tenta solo di giustificare la loro "rottura di fronte" con la CGIL ! Se lo avessero "capito" fin dall'inizio, non solo avrebbero risparmiato all'Italia lo sciopero generale, ma avrebbero accelerato quella riforma del lavoro che ridurrà il sommerso e creerà nuova occupazione!

 
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