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L’Intervento Svedese.
La Francia media la pace tra Svezia e Polonia (1629) e firma i preliminari con Gustavo Adolfo II Vasa re di Svezia (XII
1629), per un intervento in Germania. Ferdiando II rifiuta di riconoscere Gustavo Adolfo come re di Svezia ed appogia
le pretese del ramo Vasa polacco e cattolico.
Il trentaseienne Gustavo Adolfo Vasa re di Svezia, detto “Leone del Nord” (“Il Re d’Oro” dai mercenari italiani), sbarca
sull’isola di Usedom, in Pomerania (26 VI/6 VII 1630), convinto dai sussidi francesi e olandesi (ha contribuito anche
Venezia), e dal desiderio di portare avanti la sua espansione nel Baltico, a sostenere i protestanti tedeschi. I motivi
dell'intervento sono spiegati in un editto emanato in cinque lingue.
Le 28 navi da trasporto svedesi (200 in altre fonti), scortate da 28-30 navi da guerra, sbarcano 16 formazioni di cavalleria
di svedesi, lapponi e finnici, e 92 compagnie di fanteria di svedesi, scozzesi, tedeschi ed altri mercenari, 81 cannoni da
3 libbre, 24 cannoni d’assedio da 25 libbre e 25 mortai per un totale di circa 13.000-15.800 uomini.
Gustavo Adolfo, alleato ai principi esiliati di Meclemburgo, entra a Stettino (10/20 VII 1630) e costringe l’anziano
Bogislaw XIV duca di Pomerania ad allearsi e fornire denaro. La situazione politica procede guadagnando l’alleanza di
Wilielm margravio d’Assia-Cassel (IX 1630), di Friedrich di Wittelsbach e quella della città imperiale di Magdeburgo
(1 VIII 1630).
Gli svederi riportano l’esiliato Gustavo Guglielmo nella marca di Magdeburgo (6 VIII 1630).
Con il trattato segreto di Ratisbona (16 X 1630), l'imperatore Ferdinando II chiude la guerra di successione di Mantova con
la Francia (che di fatto lascia la lotta alla Svezia) ed inizia a spostare le truppe in Germania.
La Battaglia di Gartz
Gli svedesi ed assediano Colber (Pomerania Orientale) che riceve rinforzi imperiali da Gartz per Greifenhagen.
Gustavo Adolfo esce di notte da Stettino con 6.000 cavalieri e 12.000 fanti e risale la destra dell’Oder, seguito da 70
pezzi d’artiglieria trasportati su zattere. prende Greiffenhagen (sulla riva sinistra) ed assale a Gartz (sulla riva
destra).
Gli imperiali guidati da Schaumburg sgombrano Gartz ma sono tallonati da parte della cavalleria svedese guidata da Budissin
subendo numerose perdite in uomini, cannoni, bandiere e bagagli (27 XII 1630). Solo 8.000 imperiali riescono a rifugiarsi a
Custrin, nel Brandeburgo, il cui elettore Georg Wilhelm rifiuta il passaggio agli svedesi.
Gustavo Adolfo pone il quartier generale a Bälwalde (23 I 1631), dove firma con la Francia un trattato che gli
garantisce i sussidi per mantenere 6.000 cavalieri e 30.000 fanti per cinque anni. L’esercito è rinforzato da
reggimenti tedeschi, scozzesi e da 6.000 irlandesi. Questi si rivelano troppo turbolenti e Gustavo Adolfo rifiuta il
reggimento reclutato dallo scozzese marchese di Hamilton, giunto a Stettino (1631).
Il Manifesto di Lipsia.
L’elettore calvinista Georg Wilhelm margravio del Brandeburgo, nel tentativo di restituire ai principi tedeschi l’iniziativa
politica, indice un convegno protestante a Lipsia (16 II - 12 IV 1631) al quale partecipano l’elettore Johann Georg I
principe di Sassonia, i principi di Anhalt, Georg Friedric VI margravio di Baden-Durlach, Georg duca di
Brunswick-Lüneburg, Württemberg, i duchi di Meclemburgo, Wilielm margravio di Assia-Cassel, l’abbazia protestante
di Quedlinburg, le città di Norimberga, Lubecca, Strasburgo, Francoforte sul Meno, Mühlhausen, Northausen,
altre città minori Sveve e nobili indipendenti.
I principi si impegnano a difendersi reciprocamente, mobilitano 40.000 uomini (12.000 forniti dal principe di Sassonia),
nominano capo dell’esercito della lega Giovanni Giorgio von Arnim e si dichiarano pronti a trattare con l’Imperatore
purchè revochi l’editto di Restituzione e sciolga l’esercito, ma ottengono risposte elusive (17 IV).
Maximilian di Baviera (finora a fianco dell’Imperatore) firma con la Francia il trattato segreto di Fontainebleau, con il
quale garantisce la propria neutralità, ottiene il riconoscimento del titolo di elettore e la promessa di aiuti in
caso di attacco (8 V).
Il Sacrificio di Magdeburgo.
Jan Tserclaes conte di Tilly e Pappenheim con 22.000 uomini assediano Magdeburgo (III 1631), difesa da 2-3.000 fanti, alcuni
squadroni di cavalleria e l’aiuto dei cittadini, più 3.500 uomini guidati dall’assiano Dietrich von Falkenberg
(inviato da Gustavo Adolfo).
Gustavo Adolfo assale Francoforte sull’Oder (a 200 Km da Magdeburgo) difesa da 8 reggimenti di Wellenstein, la prende e la
saccheggia uccidendo 2.000 tra soldati ed abitanti (13 IV), esorta i principi protestanti riuniti a Lipsia ad unirsi a lui
per soccorrere Magdeburgo, prende Spandau, ma nonostante le abili manovre non riesce a raggiungere la città
assediata.
Magdeburgo dopo eroica resistenza è presa e subisce stragi, sacco e incendi da parte degli Imperiali (20 V 1631).
Cadono tutti i difensori e 24-25.000 cittadini sui 30.000 totali. Tilly ribattezza la città Marienburg.
Le Provincie Unite si alleano alla Svezia (31 V 1631) alla quale l’elettore calvinista Georg Wilhelm margravio del
Brandeburgo mette a disposizione le fortezze di Spandau, di Küstrin e le risorse del suo paese (22 VI).
La Battaglia di Werben.
Gustavo Adolfo riceve in rinforzo altri 8.000 uomini dalla Svezia e 7.000 dall’Inghilterra (VII 1631), li lascia sull’Oder
con 4.000 tedeschi, risale l’Elba e si ferma a Werben, con entrambi i fianchi appoggiati al fiume ed al centro un
villaggio, fortifica la posizione e getta due ponti grazie ai quali confluiscono i rinforzi. In tutto dispone di 16.000
fanti, 6.000 cavalieri, 1.000 dragoni, 1.000 moschettieri a cavallo e 200 cannoni tra artiglieria grossa e pezzi
reggimentali.
Jan Tserclaes conte di Tilly accorre con 28-30.000 uomini e 32 cannoni per bloccarne l’avanzata. Gustavo Adolfo, scoperto
che alcuni dei suoi sono d’accordo con gli imperiali per chiodare i cannoni svedesi e bruciarne i carriaggi, escogita una
trappola. Fa accendere dei grandi fuochi nelle retrovie, schiera le artiglierie al centro e nasconde la cavalleria alle ali
(22 VII 1631).
Gli imperiali attaccano credendo riuscito il colpo di mano dei traditori ma sono accolti dall’artiglieria svedese, che li
lascia avvicinare ed apre il fuoco a mitraglia, facendone strage. La cavalleria svedese investe le ali degli attaccanti
completando la loro disfatta. Sul campo restano 6.000 imperiali.
Lo stesso giorno l’elettore calvinista Georg Wilhelm margravio del Brandeburgo firma l’alleanza con la Svezia (22 VII).
La Battaglia di Breitenfeld.
Jan Tserclaes conte di Tilly riceve rinforzi ed invade la Sassonia che si è rifiutata di allearsi all’Impero.
L'elettore Johann Georg I principe di Sassonia si allea alla Svezia (11 IX 1631) con la promessa di non accettare una
pace separata, ma solo per la durata dell’emergenza. Il suo esercito, guidato da Hans Georg von Arnim-Boitzenburg, si
unisce a quello di Gustavo Adolfo ed insieme sconfiggono duramente Tilly a Breitenfeld (17 IX
1631).
La vittoria permette agli eserciti protestanti di dilagare in Germania:
Arnim con i Sassoni invade la Slesia (X), la Boemia (25 X) ed occupa Praga (15 XI), abbandonata da
Wallenstein.
Gustavo Adolfo occupa Lipsia (IX) poi marcia verso sud, attraversa le foreste della Turingia ed invade
i grandi vescovadi cattolici. Gli svedesi occupano Erfurt (2 X), prendono e saccheggiano Würzburg (18 X), evacuata dai
rappresentanti della Dieta Cattolica, occupano Hanau (11 XI), Aschaffenburg (22 XI) e Francoforte sul Meno (27 XI).
L'avanzata è chiamata Pfaffengasse (Via dei Preti).
Wilielm margravio d’Assia-Cassel raggiunge con rinforzi Gustavo Adolfo. Insieme dispongono 15.000
uomini, passano il Reno ed ottengono la resa della guarnigione spagnola di Magonza (20 XII). La fortezza di Gustavsburg
è elevata presso la città, che diviene il quartier generale svedese, ospita una chiesa luterana e la zecca
che conia una nuova moneta.
Bernhard di Sassonia-Weimer con 4.000 uomini occupa Mannheim.
Con minacce, trattative e donazioni Gustavo Adolfo ottiene l'alleanza di Georg duca di
Brunswick-Lüneburg e garantisce la protezione al margravio d’Assia-Darmstadt, al reggente del Württemberg, ai
margravi di Ansbach e Bayreuth, a Norimberga ed alla circoscrizione della Franconia.
La Francia occupa la Lorena (VI 1630) e costringe il duca di Lorena a cedere alcune piazzaforti (I
1631).
I sette eserciti protestanti ammontano in totale a 80.000 uomini più le guarnigioni, ai quali in inverno si aggiungono
altri 9.000 svedesi ed 11.000 tedeschi. È però necessario presidiare la Franconia (Gustav Horn conte di
Bjorneborg con 8.000 uomini), l’Assia (8.000 uomini), Meclemburgo (4.000), la Bassa Sassonia (13.000) e Magdeburgo (12.000).
Horn arruola 2.000 uomini nel Württemberg ma dopo un mese più della metà ha già disertato.
La propaganda degli svedesi dichiara che dallo sbarco in 70 battaglie hanno perso 4.152 uomini contro 75.440 imperiali.
Il Forzamento della Lech.
Dopo la pausa invernale, Gustavo Adolfo si unisce a Gustav Horn conte di Bjorneborg a Schweinfurt (2 III 1632) e marcia contro la
Baviera con 40.000 uomini.
Jan Tserclaes conte di Tilly, raggiunto da Maximilian di Baviera a Ingolstadt (1 IV), da Charles IV duca di Lorena con 12.000 uomini
e da 5.000 uomini inviati da Wellenstein (che rimane fermo con altri 20.000 uomini), dispone di 22-40.000 uomini e si accampa
presso Rain, per impedire il passaggio della Lech ingrossata dal disgelo.
Gustavo Adolfo effettua il celebre forzamento della Lech (15 IV 1632), nel quale Tilly è
gravemente ferito e muore cinque giorni dopo (20 IV). Gustavo Adolfo è accolto ad Augusta (24 IV), è respinto da
Ingoldstadt (29 IV - 3 V) dove ha il cavallo ucciso sotto di sé e gli inviati francesi cercano invano di garantire la
neutralità della Baviera, ottiene un riscatto da Monaco ma non si fida dell’elettore Johann Georg I principe di Sassonia ed
è costretto a rinunciare all’avanzata su Vienna.
Gli elettori di Treviri e di Colonia ottengono la protezione francese.
Norimberga.
Mentre i sassoni sono impegnati in Baviera, Wellenstein raduna 40.000 uomini, occupa nuovamente Praga (25 V), caccia i sassoni
guidati da Arhim, con un contingente svedese guidato dal conte Thurn, dalla Boemia (7 VI) e dalla Slesia, si unisce a Maximilian di
Baviera a Schwabach (11 VII), raggiunge Gustavo presso la protestante Norimberga e benché disponga di forze più
numerose rimane sulla difensiva fortificandosi sull’altipiano di Altenberg, dietro il fiumicello Redniz.
Gustavo Adolfo dispone di 16.000 uomini e 300 cannoni, riceve altri 24.000 tedeschi dalla Sassonia, dall’Assia-Cassel, del
Lunenburg e dal Weimar (16 VIII) tenta invano di far uscire l’avversario dalle fortificazioni, attacca le posizioni imperiali
ma è respinto. Lo scontro è chiamato di Norimberga, di Altenberg, di Alte Veste o di
Burgstall (3-4 IX).
Una pesitenza causa agli svedesi un quarto di caduti tra le truppe (20.000 uomini in altre fonti) e migliaia di cavalli, numerosi caduti
anche tra gli imperiali e 10.000 caduti tra i cittadini di Norimberga.
Gustavo Adolfo abbandona la posizione (18 IX) e marcia verso Vienna per attirare gli imperiali fuori dalla forte posizione ma il
trucco non riesce; Maximilian rientra in Baviera, Wallenstein entra in Sassonia abbandonando i feriti a Burgstall (sono trovati da
Gustavo Adolfo che visita le posizioni il 22 X).
La Battaglia di Lützen.
Gustavo Adolfo lascia Johan Barén a fronteggiare Aidringer, insegue Wallenstein in Sassonia e si unisce a Bernhard di
Sassonia-Weimer con 16.000 uomini ad Arnstadt (2 XI).
Wallenstein si unisce a Pappenheim, disponendo così di 26.000 uomini, ma credendo che la stagione avanzata interrompa la
campagna lo invia con 11-14.000 uomini a soccorrere Colonia minacciata dagli olandesi e pone il campo a Weissenfels, presso
Lipsia. Gustavo Adolfo invece attacca ma è rallentato dal ritardo di 4 ore dei Sassoni, dalle strade infangate che ostacolano
l’artiglieria e da un contingente croato disperso solo dopo un vivace combattimento a Ripach (15 XI).
Wallenstein è sconfitto a Lützen (16 XI 1632) ma nei combattimenti cade anche Gustavo
Adolfo. Wellenstein si ritira per Halle verso la Boemia ed a Praga fa giustiziare 13 ufficiali e 5 soldati ritenuti responsabili della
sconfitta (14 II 1633).
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