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En tant qu’admirateur de Nella Anfuso, j’aimerais insister sur un élément essentiel de son art qui passe d’ailleurs souvent en second plan dans les descriptions que l’on peut lire où on insiste surtout sur son approche stylistique et l’étendue de sa voix: C’est la fabuleuse tragédienne qu’est cette chanteuse. Je pense en disant cela surtout à ses interprétations de Cavalli et Monteverdi. Il y a dans cette voix une larme, une douleur, une grandeur tragique, une profondeur qui sont à mes yeux les éléments fondamentaux de son chant. Il émane de cette voix comme pour celle de Maria Callas un magnétisme tout à fait particulier, et comme Maria Callas, l’évidence de son approche stylistique, notamment dans le «parlé-chanté» n’ont qu’un seul but: Mettre en valeur la musique et le texte.

 Claude Camboulives (F)

NELLA  ANFUSO  MERAVIGLIOSA  UNICA.



i controtenori falsettisti la odiano perché scrive che loro non c’erano a quel tempo, perché i castrati erano diversi, cioè voci naturali (così scrive la Maestra). Io penso che sono solo invidiosi perché non riescono a fare quello che i castrati facevano e oggi solo lei (la Maestra) fa.
Per la sua bravura è odiata da quasi tutti i barocchisti vocalmente falliti, a cominciare dalla Figueras.
Meno male che ci sono ancora dei competenti: da questi è adorata, e io devo dire che non riesco a sentire più nessuno dopo che mi è capitato di ascoltare per la prima volta un suo disco di Vivaldi tanto grande è la differenza. Per me Nella Anfuso non solo è meravigliosa, ma unica:
1. che fraseggio,
2. che trilli perlati,
3. che spiccati perfetti,
4. che fiati.
Il suo gusto, cioè buon gusto equilibrato chi ce l’ha oggi ?

Romano  Torelli

PRIMA  SERIE

INVERNO

SUB SPECIE AETERNITATIS

 

Domanda

Mrs. Nella Anfuso has a beautiful voice with much passion it.
Can you tell me if the coloraturo’s in the time of Vivaldi (also on the CD) were sung staccato?

Anita Vuijsters (NL)

Risposta

Yes, dear Anita, from Maffei (1562) to Bellini the virtuosity is “spiccato”(staccato).

“Spiccato” is the term most used in the 16th , 17th and 18th centuries, and even a great virtuoso instrumentalist such as Frescobaldi advises that “If possible in double passages one proceeds slowly so that they may be ‘spiccati’ (…)”, which is to say every note of the virtuoso passage must be easily identifiable at speed.

The “spiccato” derives from the perfect fusion of the Registers (chest and head).

 Here some vocal documents:

 Claudio Monteverdi (1627): “the gorge becomes smooth and detached and is the most natural”.

Lodovico Zacconi (1592):” One augments by a quantity of notes which should be detached despite the rapid speed. This offers such pleasure and joy that one way believe one is hearing well-trained birds, successfully ravishing and exalting and audience which, eventually, can only cede to perfect contentment”.

Saverio Bonini (about Margherita, daughter of Francesca Caccini) Ms. XVII c.:

overflowing with trills and detached passaggi”

Vincenzo Giustiniani (1628):

“at times drawing long passages, well accompanied, detached…”

Pier Francesco Tosi (1723):

“All the beauty of the passage consist in being perfectly equal, articulated, detached, balanced, and moderately rapid”.

Giambattista Mancini (1777):

“so that each note is heard distinctly, even though performed with maximum speed”.

About the Trillo:“The student ought to acquire it in its most beautiful form: balanced, pronounced, detached, light, and moderately rapid”.

Charles Burney (about Anna de Amicis the first to interpret the role of Giunia - Mozart’s “Lucio Silla” in Milan -1772): “She was the first singer who sang rapid ascending scales staccato”. 

Domanda

Illustrissima Maestra,

sono un suo accanito ammiratore: vorrei chiedere tante cose, una però mi preme oggi: ascolto molti dischi sia di lirica che di musica strumentale, incisioni degli anni 1930-1950 e molti CD recenti. Mi sembra che la scelta dei “tempi” (adagio, allegro etc.) oggi è completamente cambiata: è una impressione oppure è proprio così? Esistono delle indicazioni  al proposito?

Il Suo fedelissimo

Marco Frantolin (I)

Risposta

Sig. Frantolin,

mi scuso per il ritardo di questa mia risposta, ma sono stata molto impegnata in questo periodo. Mi dispiace che anche Lei si avvalga del termine “lirica” per indicare l’Opera, retaggio dell’opéra lyrique francese. L’opera è un genere drammatico (in senso antico) mentre la “lirica” comprende  poeti come Orazio, Petrarca, Leopardi o gli antichi Alceo, Pindaro, Saffo etc. E dire che il termine “opera” continua ad essere usato correttamente in tutto il mondo….È vero ciò che Lei dice, negli ultimi tempi i “movimenti musicali” sono stati stravolti: si va lentissimamente negli “adagi” e si corre a velocità supersonica negli “allegri”. È il risultato da una parte della ricerca di “effetto” per un facile applauso e dall’altra dell’aver perso il senso del “canto” e quindi del “tempo” della respirazione naturale. Gli antichi del Rinascimento basavano il tactus sul battito del “polso” ed un grande maestro come Alessandro Scarlatti (ma anche il Tosi ad esempio) esplicitamente dà delle indicazioni  precise: andamento non lento nell’adagio ed andamento non veloce nell’allegro. Infatti le indicazioni degli autori nascono come aiuto per far emergere il carattere del brano e non riguardano l’andamento della velocità. Insomma anche gli autori settecenteschi si riferivano al “tempo del polso”, tempo naturale per eccellenza.

La ringrazio per la Sua fedeltà.

Domanda

Ammiratissima Nella,

vorrei sapere come si fa ad arrivare a fare la virtuosità trascendentale che solo tu riesci a fare

Tuo fan da sempre.

Mirko Zurlino (I)

Domanda

je suis une chanteuse: voulez - vous me confier le secret du «spiccato» ?

Merci bien!

Anne-Marie Foulon (F)

Risposta

 

Rispondo in italiano che capirà anche Anne-Marie: lei studia canto e quindi conosce l’italiano. In breve, userò parole che corrispondono alle idee essenziali:

La creazione del suono, cioè far risuonare le vocali sia sole che accoppiate alle varie consonanti, utilizzando i risonatori superiori, esclusivamente, determina la fusione dei registri, la grande estensione di tre Ottave ma anche la realizzazione degli stili (cacciniano, monteverdiano, canto fiorito etc.), come spiegano chiaramente gli Antichi a cominciare da Monteverdi.

Ogni nota per risuonare deve essere “appoggiata” nei risonatori superiori; ciò determina un canto della parola ed infatti gli Antichi utilizzano il termine “pronunciato”: è un canto della parola appoggiato e legato dal fiato. Ogni suono quindi è pronunciato e legato: la velocità del canto determina la predominanza del legato in un tempo lento e la predominanza del pronunciato (detto anche spiccato- in maggioranza - o staccato) in un tempo veloce. Ecco perché nel canto figurato in tempo veloce le note risultano“spiccate” cioè pronunciate cioè staccate. Ed è la virtuosità la quale non è poi difficile (relativamente), viene spontaneamente se si possiede la emissione antica! Naturalmente bisogna sempre essere superconcentrati sulla emissione e controllare il perfetto appoggio che dà anche la perfetta intonazione.

Buon lavoro

Domanda

un’amica poco tempo fa mi ha fatto vedere un video su Monteverdi girato da Lei a Sabbioneta. Ho comprato i due Cd sul Parlar Cantando di Monteverdi e devo dire che il Suo Monteverdi mi è sembrato un’altra cosa da quello che c’è in giro. Ho letto il testo dello specialista Annibale Gianuario: una meraviglia, ho capito che Monteverdi non è il padre dell’opera come avevo studiato in conservatorio. Grazie, signora Nella, per quello che realizza di così autentico e sublime.

 

Enrica Tiraboschi (I)

Risposta

Cara Enrica,

grazie per le parole affettuose e soprattutto grazie per aver capito il mio adorato Claudio!

PRIMA  SERIE

PRIMAVERA

SUB SPECIE AETERNITATIS

I

Per me l’Arte Canora di Nella Anfuso (che è poi il vero canto in quanto a tecnica e il vero stile epocale in quanto ad ornamentazione) è stato un vero choc nelle cantate di Porpora. Tutte le preziose informazioni fornite dal libretto di presentazione sono cose di cui ero al corrente al novanta per cento….Ma il vero fatto è che non le avevo mai sentito realizzate da una cantante al livello raggiunto dalla Anfuso!

II

Mi sono procurato il cofanetto II delle Cantate di Vivaldi  e i  Mottetti. Li ho ascoltati e riascoltati così adesso tutto il resto mi sembra ancora più squallido. Prima di ascoltare Nella Anfuso non ero soddisfatto di quello che ascoltavo poiché avevo l’idea e la sensazione che tutto doveva essere altrimenti ed immaginavo questo “altrimenti”, leggendo gli antichi trattati, ma era solo mia immaginazione e bene o male mi accontentavo di quello che sentivo, d’altronde non c’era scelta o così o pomì. Avendo avuto conferma di quello che immaginavo, adesso che, grazie a Nella Anfuso, ho ascoltato quello che ho sempre dedotto e solo sognato, possiedo il confronto, ho la pietra di paragone scolpita nelle orecchie e tutto il resto non riesco più a sopportarlo.

 III

Iacopo Peri e Francesco Cavalli risplendono di tutta altra luce cantati e interpretati da Nella Anfuso. Il I volume di Vivaldi mi ha mandato in estasi.

 IV

Mi sono subito  precipitato sul doppio album colle arie preferite dal Farinelli. Non  ho parole per spiegare la gioia e l’emozione che mi hanno procurato. Posso solo dirle che Nella Anfuso merita altro che un “fan club” merita un Monumento.

 Marco Canziani (F)

Je me trouvais à Toulouse pour un congrès. J’écoutais la radio de ma voiture (France-Musique) et j’ai alors entendu la plus belle voix que je connaisse avec celle de Pavarotti. C’était Nella Anfuso, qui s’est ensuite prêtée à un entretien passionnant sur. Je suis resté dans ma voiture à l’écouter jusqu’au bout. Ensuite j’ai acheté le disque. Ce disque est aussi le disque préféré de mon épouse, pratiquement la seule musique qu’elle écoute. Personnellement, j’aime beaucoup la musique ancienne et baroque, et je metrais Mme. Anfuso au premier rang de mes interprète préférés.

 Jacques Thuéry (USA)

PRIMA  SERIE

ESTATE

SUB SPECIE AETERNITATIS

En tant qu’admirateur de Nella Anfuso, j’aimerais insister sur un élément essentiel de son art qui passe d’ailleurs souvent en second plan dans les descriptions que l’on peut lire où on insiste surtout sur son approche stylistique et l’étendue de sa voix: C’est la fabuleuse tragédienne qu’est cette chanteuse. Je pense en disant cela surtout à ses interprétations de Cavalli et Monteverdi. Il y a dans cette voix une larme, une douleur, une grandeur tragique, une profondeur qui sont à mes yeux les éléments fondamentaux de son chant. Il émane de cette voix comme pour celle de Maria Callas un magnétisme tout à fait particulier, et comme Maria Callas, l’évidence de son approche stylistique, notamment dans le «parlé-chanté» n’ont qu’un seul but: Mettre en valeur la musique et le texte.

 Claude Camboulives (F)

I was very impressed when I heard Nella do Porpora and Broschi. I think there is more to the music than just the written notes. Nella milks the music!

 Bruce Teter (USA)

PRIMA  SERIE

AUTUNNO

SUB SPECIE AETERNITATIS

Domanda

Estimada Nella La Magnífica,

hola, por favor el secreto de la emisión antigua italiana.

Josep Ruiz Silva (E)

Risposta

HOLA JOSEP

Documentos antiguos:

EMISIÓN:

Giovanni Camillo Maffei, Delle lettere (...) discorso della voce e del modo di apparare di cantar di garganta senza maestro, Ñapóles, 1562.

"Empujar poco a poco con la voz el aire procurando que no se pierda en la nariz y en la garganta".

Pier Francesco Tosi, Opinioni de' Cantori antichi e moderni. Bolonia,1723.

"(...) la voz del alumno (...) debe salir limpia y clara, sin que pase por la nariz ni se ahogue en la garganta, que son dos de los defectos más horribles de un cantante y que no tienen remedio cuando se han asentado."

Tosi denuncia así una falsa emisión común al norte de los Alpes que comenzaba a encontrar adeptos ya en su época y que encuentra imitadores hasta en Italia.

El "estilo emético", esto es, "de vómito", que no se corresponde en modo alguno ni con la tradición ni con la fonética de la lengua italiana. Da lugar a lo que Traetta llama "aullido a la francesa" y Liszt "el gran grito". Es obvio que se tiene la emisión "de vómito" cuando no hay conocimiento alguno de la "resonancia vocal".

"No se escuchará sin sentir náuseas el inventado estilo emético en quien canta como las ondas del mar, provocando las inocentes notas con rudos empujes de voz. Defecto soez que disgusta, pero como procede de más allá de los Alpes es tomado como una moderna rareza".

Giambattista Mancini, Riflessioni pratiche sul canto figurato. Milán, 1777.

"La voz debe salir clara, sonora y bella (...) Pasaban años perfeccionando la entonación, ejercitándose en asegurar, en sostener con firmeza la voz, en aclararla, en aumentar la fuerza, en saberla producir y graduar..."

Como he dicho, la creación del sonido vocal, de la "voz sonora", es posible sólo mediante el apoyo, otro término técnico inexplicable por escrito (ya considerado como tal por los antiguos tratadistas de la vocalidad) es decir, el mecanismo que permite la utilización total y exclusiva de la resonancia.

Pier Francesco Tosi, Opinioni de' Cantori antichi e moderni. Bolonia, 1723.

"Si primero se le hacen cantar las palabras antes de que tenga un claro dominio del solfear y del vocalizar apoyado, se estropea."

Es este "apoyo" lo que permite la unión total de los registros, esto es, la creación del registro único con la consiguiente homogeneidad, pureza y perfecta entonación.

Hay un gran secreto que permite entenderlo y es considerar que existe un punto único de apoyo para todos los sonidos de la escala musical.

Hay que añadir a este objetivo el hecho que ningún texto italiano antiguo señala mínimamente (el atento lector habrá comprendido bien el motivo: la fusión de los dos registros, con la obtención del único registro, los elimina al igual que los relativos problemas del paso) los citados "pasos de registro" sobre los cuales García en el siglo XIX, después de haber subdividido la voz humana en tres registros (sic) basa su propio método vocal. Me parece inútil subrayar que precisamente con el método de García se inicia el periodo de confusión, tanto teórica como práctica, en el arte del canto.

Domanda

Nella,

amo il Petrarca e possiedo tutte le tue registrazioni con i testi di Petrarca, e anche i tuoi Monteverdi e Caccini e i toscani del disco che è stato presentato alla Scala (ti ricordi? ero emozionantissimo in prima fila). Come declami tu Petrarca non c’è nessuno oggi né attore né cantante. Sei sublime! Perché non registri un disco di poesie con la tua bella voce parlata? Mi vuoi dire se c’è una differenza fra il declamato parlato e cantato?

 tuo seguace da sempre   

Carlo Andrea Ricci (I)

Risposta

mio caro “seguace”: grazie per quello che dici. Ti rispondo con le parole di Platone (Repubblica): “fra la parola parlata e la parola cantata non c’è differenza”. È questa la frase che sta alla base della estetica della Seconda Pratica dei Peri, Caccini, Monteverdi e tanti altri grandi autori della stessa epoca. È il momento in cui maturano in ambito musicale i frutti del platonismo fiorentino. Ecco il predomino della parola e la sua libertà nella pronuncia (la sprezzatura), ecco il musicista che segue le intonazioni musicali della parola da cui la necessità del cantore di essere eccelso anche nella declamazione poetica. Se non si è maestri nella declamazione poetica non si potrà mai realizzare musicalmente la Seconda Pratica, lo stile rappresentativo (nel significato di rappresentazione delle passioni umane e NON di presenza sulla scena-Caccini lo dice chiaramente-). Ancora nel Settecento i grandi teorici raccomandavano lo studio e la pratica della declamazione poetica a voce alta per ben realizzare i recitativi (che oggi vengono strascicati cantando -sic!): Ed io nei lontani anni dello studio ho molto approfondito e praticatostudiato la declamazione parlata della poesia. Del resto la prima interprete dell’Arianna è stata una attrice – cantatrice (scelta appositamente da Monteverdi, il quale aveva a disposizione in Italia le migliori cantatrici del mondo). Gli attori oggi purtroppo non studiano più, come si dovrebbe, lo studio della declamazione poetica che richiede: molto fiato, risonanza superiore e voce quindi pura e sonora, conoscenza del tempo naturale fonetico delle sillabe e e delle consonanti che permette il fluire naturale dei tempi della pronuncia. Come vedi la declamazione di un Petrarca parlato o cantato (Seconda Pratica) segue la stessa impronta basilare.  

Cari saluti

Domanda

Divina Signora,

quale sarà il prossimo disco e quando uscirà?

 Maurizia Cannellini (I)

Risposta

Uscirà nel 2006, grosso modo in Maggio. Si tratta di una prima mondiale ed è dedicato ad una scelta di Musiche di Francesca Caccini (Libro I, Firenze 1618) da me trascritte e scelte per dare una idea veramente autentica (il suo Balletto è stato parodiato in tutte le salse) della grande cantatrice e compositrice, figlia del grande Giulio. Si tratta di un libro con miei saggi musicologici (con traduzione inglese) e dello CD musicale con Musiche tratte dal Primo Libro della “Cecchina” stampato a Firenze nel 1618. Il titolo è Florilegio, Musiche, Firenze 1618.

 

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