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La copertina di
"Viaggiatori diretti altrove"
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Un racconto di Stefano
Bernazzani
Stefano Bernazzani è nato nel 1970 a
Ponte dell'Olio (Piacenza), dove vive. Nel 2003 ha pubblicato con
Mobydick la raccolta di racconti Viaggiatori diretti altrove (finalista
Premio
Assisi),
dalla quale è tratto questo racconto: gli abitanti di un
misterioso e marginale paese si interrogano sulla improvvisa
apparizione di una giovane coppia.
Dal confine
Nonostante
siano ormai trascorsi un paio d’anni dalla loro partenza, e da tale
tempo non se ne abbiano notizie, e nessuno di noi creda più ad un
loro ritorno, continuiamo a parlare di quei due giovani forestieri
come se li avessimo incontrati anche stamattina e fossimo certi di
vederli tornare entro questa sera.
Tutto ciò - a pensarci bene - testimonia non tanto l’importanza che
ebbero per noi quei due cristiani, quanto invece la pochezza dei
nostri argomenti, la pigrizia che non ci abbandona un momento, e
soprattutto il nostro ingresso in pompa magna nel club dei vecchi
rimbambiti cronici - avete presente?- quelli che ripetono sempre le
stesse cose per poi dimenticarle subito e biasimarle un attimo dopo se
le dice un altro.
La verità è che qui non succede niente, ma proprio niente, al punto
che io non ricordo nulla di rilevante dal giorno della partenza di
Antonio e Maria (chiamiamoli così per adesso); niente, capito?,
addirittura - scusate il macabro - in questi ultimi due anni non è
morto nessuno, e nessuno si è ammalato sul serio, e adesso il più
giovane del nostro paese ha la ragguardevole età di sessantasei anni,
sessantasei. Di cosa dovremmo parlare dunque, se siamo tutti talmente
riservati da custodire piccole manie come segreti importanti e
preferiamo tacere imbarazzati l’uno di fronte all’altro piuttosto
che chiedere, ad esempio, come stai? E così è come se questi ultimi
due anni non fossero affatto passati, e i nostri discorsi sono ancora
fermi a quei giorni, inizialmente perché ci faceva comodo parlare dei
“visitatori” anziché di noi, adesso invece perché siamo un po’
rintronati e a furia di darci contro l’un l’altro ci stiamo quasi
divertendo..... Continua
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"Ritengo
che provare a scrivere letteratura, quasi sempre, sia
un atto di fiducia; la fiducia di credere che anche da una prima
stesura
confusionaria, incerta, frettolosa e senza ritmo, si possa cavare
tutto
quello che c'è di buono, lavorandoci su. Esattamente come da un fiume
di
acqua e di sassi si possono cavare pagliuzze d'oro piccolissime, anche
se
magari non sembra" Stefano Bernazzani (stefano.bernaz@tin.it)
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