da
BOLERO - Parte
Prima
La
frescura e il silenzio della piccola chiesa medievale allentarono la
tensione di Eleonora, ma non la stanchezza, che ora avvertiva in ogni
muscolo del corpo. Ad occhi chiusi, roteando lentamente la testa, ripensò
a quegli ultimi giorni caldi di giugno: e di nuovo saliva al settimo
cielo.
Aveva appena ottenuto il diploma al Conservatorio di Piacenza e,
nonostante fosse stata una lunga e dura prova, l'aveva superata
brillantemente, col massimo del punteggio e la lode degli esaminatori.
Finalmente iniziava la sua vita da adulta; sorridendo, ancora ad occhi
chiusi, si immaginava arpista di fama internazionale, e, percorrendo
rapidamente il suo futuro, vedeva accanto a sé un marito e dei figli,
sicuramente più di uno, senza aver rinunciato alla sua carriera.
Era così felice, che aveva avvertito il bisogno di recarsi a pregare,
pur non essendo una cattolica praticante. Eppure sentiva che doveva
ringraziare 'qualcuno' per la predisposizione ricevuta alla nascita.
Fin da piccola aveva mostrato un particolare interesse per la musica,
soprattutto quella classica. Fortunatamente i suoi genitori avevano
assecondato questa dote innata. A tredici anni Eleonora aveva scelto
l'arpa: i parenti avevano tentato di scoraggiarla, definendola
ingombrante e obsoleta, ma Eleonora nutriva un amore profondo per quello
strumento dal suono ammaliante.
"Ehi, d'accordo che è una giornata speciale, ma sparire così, non
mi sembra carino! Ti aspettano tutti per festeggiare. L'hai
dimenticato?" Marco si era seduto accanto a lei, guardandola con
amore ed ammirazione.
"Figurati se dimentico una festa in mio onore!" esclamò,
alzandosi e prendendolo per mano.
S'incamminarono verso casa passando per il centro del paese, che, come
ogni sabato pomeriggio era gremito di gente, intenta a far shopping o a
passeggio.
Eleonora amava camminare al fianco di Marco: lui le dava sicurezza,
senza sopraffarla. Era disponibile e sempre attento ai suoi desideri,
faceva tutto per accontentarla. Era l'uomo ideale, che tutte, a partire
da sua sorella Elisabetta, le invidiavano.
A casa Verdi si erano riuniti un sacco di parenti: sua madre aveva
organizzato un pranzo degno di una cerimonia e, nonostante fosse
pomeriggio inoltrato, molti erano ancora a tavola.
Anche Marco aveva fatto le cose in grande: aveva voluto affittare la
vecchia discoteca del paese, che, essendo abbastanza grande e disposta
su due livelli, si prestava molto bene ad una festa fra tanti amici,
dando comunque la sensazione dell'ambiente caldo ed accogliente.
Quella festa era il regalo per la sua ragazza, sua futura moglie. Era
molto innamorato di lei, della sua bellezza, del suo modo di fare. Era
certo che Eleonora fosse la donna giusta per lui.
Eleonora indossò un lungo abito da sera, nero, regalo di Elisabetta,
che lasciava completamente scoperte le spalle, con un motivo in pizzo
sul seno e un profondo spacco. Raccolse i lunghi capelli biondi,
lasciando libera qualche ciocca, che ricadeva sul viso. Il trucco
leggero evidenziava gli occhi azzurri e le labbra piene.
Il locale si riempì presto di gente: gli amici di Eleonora c'erano
tutti e anche quelli di Marco. A loro si erano aggiunti amici di amici.
La musica, scelta con cura, era un crescente invito a ballare.
L'atmosfera era davvero allegra: Marco aveva fatto centro.
"Ele, voglio presentarti un mio compagno di università"
Elisabetta prese per mano la sorella e la trascinò davanti ad un
bellissimo ragazzo, che lasciò Eleonora senza fiato.
"Alessandro, ti presento la mia sorellina, la festeggiata. Un
giorno sentirai parlare di lei, credimi" Elisabetta ammirava la
sorella per le sue doti artistiche.
"Beh, spero di non aspettare troppo a lungo... voglio dire che
spero di vederla di nuovo domani, anche se non sarà ancora famosa"
anche Alessandro era rimasto molto colpito da Eleonora.
In quel momento qualcuno chiamò Elisabetta, che si allontanò,
lasciandoli soli, ancora persi l'uno negli occhi dell'altra.
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