Due parole (via e-mail...) con Milena Villa


- Milena, come e quando hai cominciato a scrivere? E' stato solo dopo che hai smesso di lavorare o avevi già da prima questa passione?
E' una passione antica, concedimi l'aggettivo: vecchia mi suona male. Ho amato la lettura fin da quando i miei genitori leggevano per me. Di conseguenza ho amato scrivere: a scuola ho partecipato con entusiasmo e con qualche successo a diversi concorsi letterari. Ho continuato a scrivere a lungo e soltanto per me stessa. C'è stato un periodo in cui ho messo tutto da parte in nome della carriera, ma per fortuna si è trattato di un disamoramento breve e non definitivo. Riavvicinandomi a me stessa con la maternità, ho ritrovato anche la scrittura.
 
- Come trovi il tempo per scrivere tra gli impegni quotidiani? Scrivi di getto o hai bisogno di pensarci a lungo? Usi il computer o la penna?
Quante domande importanti! Vado in ordine: il tempo. E' forse la prima cosa che tutti mi chiedono! Soprattutto gli uomini, che restano stupiti da quello che faccio in questo periodo, con due bambini ancora piccoli e un marito super impegnato. In effetti le donne, abituate a dividersi fra mille incombenze, si stupiscono meno. Un mio amico è convinto che io abbia una parte bionica: chissà, forse è questo il mio segreto.
Scrivo di getto, in seguito ad una maturazione lunga... Sembra contraddittorio, vero? Però è così: parto da una situazione che mi procura una forte emozione (Bolero è 'nato' da un bacio, il primo romanzo dalle pagine di un mio diario adolescenziale, quello che sto scrivendo ora da un sogno). Trattengo a lungo queste sensazioni, lasciando che crescano spontaneamente, finché, arricchite da diversi 'flash', che diventano appunti, si trasformano in storia. Soltanto quando questa è ben delineata, comincio a scrivere a computer. E lì è un getto continuo, che non vorrei mai interrompere.
 

- Chi sono i primi a leggere i tuoi lavori?
Il primo in assoluto è mio marito, che comincia a sbirciare dalle prime pagine, di nascosto. Una volta finito una coppia di amici, che gentilmente si presta: sono due appassionati lettori, che sanno fare critiche costruttive. Bolero però lo hai letto anche tu.
 

- Quali sono state le tue letture importanti? E chi apprezzi tra gli autori contemporanei?
Avrei un lungo elenco, soprattutto fra i classici. Diciamo che adoro Jane Austen  per la sua capacità di caratterizzare i personaggi. Tolstoj e Dostoevskij per la tragicità dei sentimenti umani; D.H. Lawrence: 'L'amante di Lady Chatterly' è stato il mio primo accostamento alla letteratura 'erotica'. Tra i contemporanei gli autori sudamericani, Paula Allende, Gabriel García Márquez, per quella mescolanza di eros e spiritualità, che a noi europei manca. Douglas Coupland, scrittore canadese della mia generazione, per il modo ironico di vedere la vita. Un libro importante è stato 'Rinascimento Privato' di Maria Bellonci: è stato emozionante scoprire che in quel periodo abbia vissuto una donna come Isabella d'Este. E poi Anaïs Nin, di cui ho amato i  racconti e i  romanzi, ma soprattutto lo scambio di lettere con Henry Miller e i diari, grazie ai quali ho scoperto di condividere molti suoi pensieri.
 
- Come è stato l'accostamento alla letteratura erotica? Hai dovuto cambiare punto di vista o soltanto aprire un sipario sulle storie d'amore che già scrivevi?
Il sipario che si apre rende perfettamente l'idea!
In effetti c'è stato un accostamento casuale, che mi ha spinto a trattare il genere: avevo contattato Borelli, grazie all'indirizzo che tu stesso mi avevi dato. All'epoca avevo scritto un romanzo d'amore in cui il sesso era sì vissuto, ma non abbastanza per rientrare nel genere erotico. A Borelli piacque il mio modo di scrivere, così mi chiese di modificarlo. Era il mio primissimo romanzo, la prima storia completa e proprio non me la sentivo di cambiarlo: mi sembrava un delitto, oltre al fatto che non ero certa di essere in grado. Così ripresi un breve racconto che avevo scritto pochi mesi prima e che sentivo continuava a crescere, anche se non sapeva bene da quale parte uscire, forse limitato dal concetto amore= sentimento. Pensai ad Eleonora, la protagonista, come una donna alla ricerca dell'amore in tutte le sue accezioni, soprattutto quella sensuale. E così è nato Bolero.
 

- Ci sono riferimenti letterari a cui hai guardato nello scrivere una storia erotica?
Sicuramente agli scritti di Anaïs Nin. Dai racconti de 'Il delta di Venere' ho cercato di imparare a descrivere situazioni tanto intime, senza scadere nella volgarità; dall'epistolario e dai diari la completezza di una donna anche nella vita sessuale. Credo molto in ciò che lei stessa disse: 'solo il battito unito del cuore e del sesso può creare l'estasi'.
 

- Programmi per il futuro?
Continuare a scrivere! Ho iniziato un altro romanzo, ma sono ancora in fase di 'maturazione', di appunti. Ho proposto il primo, ancora inedito, a Serracreativa come spunto per uno sceneggiato televisivo: l'idea è piaciuta, mi hanno chiesto la sceneggiatura. Già questo è un successo, poi sarà quel che sarà...
Al momento sono l'esperta di narrativa erotica di un forum di Supereva (http://guide.supereva.it/arte_e_cultura/libri_autori/interventi/2001/04/40659.shtml)
che è partito da poco e spero abbia un seguito: credo che sulla narrativa erotica ci siano molti preconcetti, parlarne può essere interessante.
 
- Preconcetti del tipo?
Voler identificare il protagonista con l'autore del romanzo! Non succede in nessun altro genere letterario: qualcuno ha mai pensato che Stephen King sia un serial killer?
 
 
- Io sono convinto che gli scrittori mediocri scrivono, mentre i grandi scrittori descrivono. Tu cosa ne pensi?
Ottima definizione! I grandi scrittori sono quelli che ti lasciano dentro sensazioni forti, che possono anche cambiare il tuo modo di vedere le cose, che ti aiutano a crescere. Chi semplicemente scrive, se lo fa bene, può regalare qualche ora di piacevole distrazione, che non guasta mai. Un mio amico artista sostiene di trovare degli spunti tanto interessanti, quanto inaspettati anche nei libri di puro intrattenimento. Spero sia il caso di Bolero!
 
 
- Bolero esce in una collana scritta da donne per le donne. Secondo te cosa cercano soprattutto le donne in una storia erotica?
Io sono convinta che l'eros femminile sia molto più complesso di quello maschile, perché più complessa è la natura femminile. Questo comporta una maggiore difficoltà nel conoscerci fino in fondo, nell'imparare ad apprezzare tutte le sfumature di cui siamo dotate per 'accogliere'. L'educazione cattolica che c'insegna la mortificazione, la vita odierna fatta di corse contro il tempo, non favoriscono un buon equilibrio fra mente e corpo. Forse un romanzo erotico può aiutare a scavare meglio dentro di noi.
 

- Per finire, una domanda facile: in due parole, che cos'è l'erotismo in letteratura? E nella vita?
Facile, eh? Ok, ci provo... L'erotismo fa parte di noi, uomini e donne. E' la parte più nascosta che si esprime attraverso il corpo. E' la parte più vera, quella che ci rende vulnerabili, che ci fa conoscere i nostri limiti e che ci aiuta a superarli, se sappiamo conoscerla ed apprezzarla. In letteratura è il tentativo di descrivere ciò che l'erotismo ci può dare nella vita.

 

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