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La Prussia.
Federico Guglielmo III re di Prussia proclama la costituzione di un corpo volontario di jäger (3 II, fornisce 10.000
uomini), si allea ad Alessandro I Czar di Russia con il trattato di Kalisch (28 II 1813), ed emette un proclama "An mein
Volk" (Al Mio Popolo) esortando i tedeschi alla guerra (17 III). I francesi sgombrano Berlino.
L’esercito prussiano dopo la precedente disastrosa guerra contro Napoleone doveva essere ridotto a 33.000 uomini, ma grazie alle
riforme di Scharnhorst, Gneisenau, Boyen e Grollmann il limite è stato aggirato con l’adozione della ferma breve e la
creazione dei battaglioni di riserva. La leva obbligatoria sostituisce il servizio mercenario volontario. Il corpo ufficiali è
epurato. La landwehr è aumentata a 149 battaglioni, 113 squadroni.
In tutto sono mobilitati 120.000 uomini (uno ogni 19 abitanti) che presidiano le fortezze (50.000 uomini) e formano tre armate: in
Slesia (il settattenne Blücher, 25.000), nelle marche occidentali (York, 15.000) ed in Pomerania (Büluw, 10.000).
La guerra è chiamata anche "Der Deutsche Befreiungskrieg" (La Guerra dell’Indipendenza Germanica).
I Preparativi di Napoleone.
Napoleone tratta con Metternich per assicurarsi la neutralità dell’Austria, alla quale cede le Provincie Illiriche e promette la
provincia prussiana della Slesia.
La riorganizzazione dell’esercito francese porta gli effettivi a 650.000 uomini:
Sono chiamate alle armi 150.000 reclute della classe 1793 (1 I 1813) più altre 100.000 delle classi dal
1768 al 1971.
Ai dipartimenti, alle corporazioni ed ai privati è chiesto di fornire 18.000 "volontari" a cavallo completi
di equipaggiamento ed armamento.
Sono istituiti 4 reggimenti di guardie d’onore a cavallo volontarie (3 IV 1813), per un totale di 10.000 uomini, in
maggioranza figli di agiati soliti a comprare la dispensa del servizio militare.
Sono chiamati altre 90.000 reclute della classe 1793 e 80.000 delle classi dal 1766 al 1791 (IV 1813).
Sono previste 210.000 guardie nazionali da impiegare in turni semestrali per i presidi.
Tra agosto e settembre si intende chiamare altri 600.000 uomini, 30.000 destinati alla Spagna. Materiali e magazzini non mancano ma
scarseggiano i quadri, che sono reperiti sopprimendo numerose unità, dai corpi d’armata fino alle compagnie, ed
aumentando gli effettivi delle unità.
I quinti e sesti battaglioni ed i quinti reggimenti sono raccolti dai depositi ed inviati ai reggimenti, sostituiti da "quinti bis" e "sesti bis"
di reclute. Le 88 corti di fanteria ed artiglieria della Guardia Nazionale (istituite nel III 1812) diventano reggimenti. Sono inoltre
sbarcati 20.000 marinai. Decine di migliaia di cavalli sono acquistati ovunque ma necessitano di essere addestrati. All’Elba sono
inviati 150 nuovi reggimenti.
Il primo obiettivo è esaurire l’offensiva nemica in Germania, per permettere la riorganizzazione della Grande
Armeé.
Ai 220-235.000 uomini guidati da Eugene Beauharnais viceré d’Italia (IV 1813) è affidata la linea difensiva dell’Elba,
con forti guarnigioni nelle piazze oltre questo fiume: Danzica (X° C.A., Rapp), Stettino, Kustrin, Glogau e Spandau. La principale
testa di ponte sull’Elba è a Magdeburgo. Presidi sono lasciati anche ad Amburgo, Havelberg, Wittenberg e Torgau (Sassoni
di Thielmann). Se costretti a ritirarsi la successiva linea difensiva è costituita dall’Herz, il Weser, l’Ems e la Saale.
La difesa della Sassonia è lasciata alle truppe in arrivo dalla Francia e dall’Italia, Eugene può quindi coprire
efficacemente l’Hannover e l’Olanda.
Napoleone con la Grande Armeé intende partire dalla Franconia, aggirare la Sassonia coperto dalla Saale e l’Elba,
proseguire per Magdeburgo, Berlino, Stettino e la Prussia Orientale fino a Danzica, liberando così la Germania e la Polonia.
La campagna del 1814 dovrebbe partire da Vitsebsk.
L’Avanzata dei Coalizzati.
A causa della neutralità dell’Austria, il fronte è ristretto al confine Prussiano (circa 500 chilometri):
A nord i moti dell’università di Amburgo si estendono al 32° distretto e nell’Hannover, facilitano
l’avanzata delle truppe dei coalizzati e costringono Davout a ripiegare dall’Aller dietro il Weser. Amburgo è occupata dal
corpo russo di Tettenborn (18 III). Il duca di Mechlemburgo si stacca dalla Confederazione del Reno.
A sud il generale Blücher con 25.000 prussiani e 15.000 russi (Winkingerode) invade la Sassonia ed
occupa Dresda (27 III), importante passaggio sull’Elba. Federico Augusto re di Sassonia fugge presso i francesi.
Al centro il generale russo Wittgenstein con quello prussiano York e 27.000 uomini (50.000 secondo
Napoleone) passa a forza l’Elba presso Dessau e si prepara ad investire Magdeburgo. Eugene Beauharnais effettua una
controffensiva per difendere la città ma il tentativo è eseguito fiaccamente ed i francesi sono sconfitti dai prussiani
(Blücher, Bülow, Borstel) e dai russi davanti Magdeburgo, a Möckern (5 IV 1813). Alla battaglia partecipa anche
la brigata italiana del generale Carlo Zucchi.
Nelle retrovie numerosi reparti russi (90.000 uomini secondo le stime di Napoleone) sono impegnati a bloccare
le piazze ed a fronteggiare Poniatowski in Galizia.
A Stralsund (sul Baltico) è atteso lo sbarco di 30.000 svedesi.
La Nuova Grande Armeé.
Napoleone ritiene che la spinta offensiva nemica si sia esaurita e si prepara ad attaccare (15 IV):
A nord, nell’Hannover, si trova il I° C.A. (Davout, 30.000 uomini).
Al centro, dietro la bassa Saale e le piazze di Magdeburgo, Wittemberg e Torgau, c’è l’Armata
dell’Elba (Eugene Beauharnais, 60.000 uomini), composta da una divisione Guardie, i C.A. II° (Victor, 2 divisioni), V° (Lauriston,
4 divisioni), XI° (Macdonald, 3 divisioni) e due piccoli corpi di cavalleria.
A sud, tra Meiningen e Bamberg (alto Werra ed alto Meno) si trova l’Armata del Meno (150.000 uomini), di
nuova costituzione, guidata da Napoleone e composta dalla Guardia (2 divisioni, compresi battaglioni piemontesi, napoletani e tra la
cavalleria le Guardie d’Onore di Toscana e Piemonte), dai C.A. III° (Ney, 4 divisioni francesi ed una dell’Assia/Baden), VI°
(Marmont, 4 divisioni) e XII° (Oudinot, 2 divisioni francesi e 2 bavaresi).
In arrivo dall’Italia, per congiungersi all’Armata del Meno, c’è il IV° C.A. (Bertrand), composto da 1
divisione francese, la ricostituita 15a italiana (Peyri), una divisione Württemberghese ed una piccola divisione italiana di
cavalleria (Fresia).
Entro fine aprile è previsto il completamento dei C.A. VII° (Reynier, 1 divisione francese e 2 sassoni),
IX° (Augereau), della Confederazione Renana, e VIII° (Poniatowski), polacco.
In tutto sono a disposizione 140.000 fanti, 8.000 cavalli, 600 pezzi d’artiglieria e 2.000 cassoni.
Le unità francese sono poco solide, male inquadrate e l’addestramento delle reclute è insufficiente. Alcune
unità hanno il morale basso. Sono invece agguerriti i reduci della campagna di Russia, quelli provenienti dalla Spagna ed i
marinai. Tra i meno agguerriti ci sono i tedeschi e gli altri stranieri. La proporzione dell’artiglieria è di 3,5 pezzi ogni 1.000
uomini ma è soprattutto la cavalleria ad essere poco numerosa e di scadente qualità.
La seconda metà di aprile Napoleone è a Magonza, porta avanti il rimaneggiamento dei quadri, l’invio della armi e
l’addestramento a formare i quadrati, a causa della preponderanza della cavalleria nemica.
Napoleone Avanza all’Elba.
Reparti di cosacchi sono sulla Saale. Blücher è ad Altenburg. Kutüsof infermo cede il comando a Wittgenstein
e poco dopo muore a Bunzlau, in Slesia (26 IV).
Pensando che Wittgenstein scenda in Baviera, Napoleone unisce le forze muovendo l’Armata dell’Elba per Lipsia e Dresda e quella
del Meno a nord verso Erfurt. I C.A. IV° (Bertrand) e VI° (Marmont) sono incaricati di effettuare un’avanzata dimostrativa e poi
ritirarsi sui monti di Franconia e Turingia, per attirare il nemico in Baviera, ma Wittgenstein sembra non volersi impegnare.
Preoccupa invece l’agitazione in corso in Germania e la scarso affidamento dimostrato dall’Austria.
Con le armate del Meno e dell’Elba unite sulla Saale, Napoleone progetta di avanzare per Lipsia, superare l’Elster e la Mulde e
raggiungere l’Elba mentre a nord il I° C.A. (Davout) per Amburgo deve raggiungere la bassa Elba effettuando così una
manovra concentrica verso il Brandeburgo.
Napoleone è a Erfurf (25 IV). Grossi reparti nemici sono oltre l’Elster ad Altenburg, Chemnitz e Dresda mentre i cosacchi
oltre la Saale tagliano le comunicazioni tra l’armata dell’Elba e le truppe in Turingia.
Da sud il XII° C.A. (franco-bavaresi di Oudinot) attraversa la selva di Turingia da Coburg verso Saalfeld e si
incolonna al IV° C.A. (francesi, italiani e tedeschi di Bertrand) che avanza da Saalfeld verso Dornburg. I due C.A. proseguono in
lunga colonna verso Weissenfeld per raggiungere Lipsia
Al centro il III° (franco-tedeschi di Ney), seguito dalla Guardia e dal VI° C.A. (Marmont), da Weimar
raggiunge Naumburg (30 IV) da dove respinge i russi. Passato il vallone del Grünabach tra Lützen e Weissenfeld (1
V), Ney incontra 15.000 cavalieri russi guidati da Wittingenstein che offrono resistenza. I 15.000 francesi delle divisioni di testa
Souham, Geran, Merchand, Brenier e Ricard formano i quadrati e proseguono l’avanzata, appoggiati dalla cavalleria di
Bessières che però muore per un colpo d’artiglieria.
A sera il III° C.A. è raggiunto dalla Guardia (Mortier) e dal VI° C.A. (Marmont) ed insieme bivaccano nella pianura di
Lützen.
Da Nord Eugenio scende con l’XI° C.A. (Macdonald) da Eisleben a Merseburg mentre alla sua sinistra il V°
C.A. (Lauriston) raggiunge Halle ma la resistenza dei prussiani gli impedisce di occuparla. I due C.A. procedono a sud verso
Markranstädt per effettuare il congiungimento delle armate. Il II° C.A. (Victor) è ancora presso Merseburg.
I russi di Wittingenstein hanno ripiegato su Pegau e Zwenkau da dove minacciano di sboccare dall’Elster contro il fianco sinistro
delle lunghe colonne dei C.A. IV° e XII°.
La Battaglia di Lützen, 2 V 1813
Napoleone ordina di sorvegliare Pegau ed avanza sulla sinistra della Saale, verso Jena e Naumburg:
Il IV° C.A. (francesi, italiani e tedeschi di Bertrand) avanza da sud su Kaja venendo a porsi sull’ala destra dello
schieramento.
Il VI° C.A. (Marmont) avanza a centro verso il Grünabach.
Il III° C.A. (franco-tedeschi di Ney), costituisce l’avanguardia ed avanza verso Zwenkau.
A nord l’XI° C.A. (Macdonald), costituisce l’ala sinistra, avanza verso Markranstädt per procedere poi
su Lipsia o Zwenkau.
Il V° C.A. (Lauriston) avanza da Merseburg verso Lipsia (dietro al precedente).
In mattinata (tra le 8:00 e le 9:00) i francesi scoprono che il nemico risale la Pleisse verso Zwenkau e Borna, quindi il IV° C.A.
(Bertrand) riceve l’ordine di fermarsi a Stossen, per coprire Naumburg, minacciare Zeitz e Pegau, mentre il III° C.A. (Ney)
è fermato a Kaja.
A nord le due divisioni del V° C.A. (Lauriston) trovano forte resistenza al passaggio dell'Elster verso Lipsia (ore 9:00) e sono
raggiunte da Napoleone, poi anche da Ney.
Al centro il III° C.A., privo del maresciallo Ney, è attaccato violentemente da reparti di cavalleria nemica presso Kaja.
I francesi si dispongono in quadrato e Napoleone commenterà con la frase "è una battaglia d’Egitto".
Su Kaja Napoleone fa convergere da nord l’XI° C.A. (Macdonald), che scende da Markranstädt, da sud il VI° C.A.
(Marmont) mentre il IV° C.A. (Bertrand) da Stossen deve raggiungere Pegau per avvolgere il nemico da sud. La Guardia deve
disporsi dietro il III° C.A. e fare da riserva. Alle 5 divisioni del III° C.A. è dato l’ordine di resistere sul posto.
Kaja e gli altri villaggi sono più volte persi e riconquistati. Alcuni battaglioni francesi finiscono in rotta. Gerard è
ferito ma rimane infine padrone di Kaja. A sera Drouot, i generali Dulavloy e Devaux schierano una grande batteria di 80 pezzi dietro
il III° C.A. e la Giovane Guardia (Mortier) interviene su Kaja. Intervengono all’ala destra Eugenio ed a quella sinistra l’XI° C.A.
(Macdonald).
Wittingenstein, che ha impiegato 70.000 uomini sui 150.000 ai suoi ordini, lascia 15.000 tra caduti e feriti (tra questi il generale
prussiano Scharnhorst), 2.000 prigionieri e ripiega oltre l’Elster protetto dalle cariche della cavalleria. Non può essere
inseguito a causa della stanchezza e della poca cavalleria disponibile.
Napoleone stima le forze russo-prussiane sui 160-200.000 uomini, i caduti coalizzati 20-30.000 contro 3.000 caduti, 10.000 feriti e
2.000 prigionieri francesi. Per commemorare la vittoria a Trieste una piazza è chiamata Lützen (poi Lipsia).
Alla battaglia hanno preso parte 85.000 francesi. Non hanno partecipato i C.A. II°, V°, VII°, XII°, alcune divisioni del IV° C.A. e
della Guardia.
La Manovra di Bautzen.
Dopo la sconfitta di Lützen, lo Czar Alessandro e Federico Guglielmo III re di Prussia lasciano rapidamente Dresda e
Wittingenstein si ritira dietro l’Elba per coprire Berlino e Breslavia.
Il grosso dei francesi raggiunge Dresda (10 V), Ney con i C.A. III°, II° (Victor) e VII° (franco-sassoni di Reynier) avanza a nord su
Wittenberg e Torgau, il V° C.A. (Lauriston) garantisce il collegamento tra le due masse. Frattanto a nord Davout avanza su
Amburgo. La linea dell’Elba superiore è occupata (10 V). Napoleone e Federico Augusto re di Sassonia si trattengono a
Dresda (11-18 V).
I Russi ripiegano verso Breslavia (Slesia) mentre Blücher retrocede ad Haynau ma Napoleone non ha notizie dei prussiani e
ritiene che siano usciti dalla battaglia di Lützen troppo malconci per rappresentare un pericolo immediato. A Stransuld
sbarcano le truppe svedesi (18 V) guidate dal francese Bernadotte, principe ereditario di Svezia.
Eugenio è inviato in Italia. Ney con i C.A. II° (Victor), III° (franco-tedeschi), V° (Lauriston) e VII° (franco-sassoni di
Reynier) raggiunge Luckau (13 V), a metà strada tra Berlino e Dresda, mentre il grosso avanza verso Breslavia.
Davanti Berlino si trovano solo alcuni corpi di cavalleria guidati da Bülow, i russo-prussiani sono sull’Alta Sprea presso
Bautzen (Sassonia), famosa per la vittoria Federico II "Il Grande" re di Prussia nel 1758.
Su Bautzen avanzano frontalmente i C.A. IV° (francesi, italiani e tedeschi di Bertrand), VI° (Marmont), XI°
(Macdonald), XII° (franco-bavaresi di Oudinot), la Guardia ed il 1° Corpo di Cavalleria (Latour-Maubourg) appena giunto al
fronte.
Sul fianco deve intervenire Ney con i C.A. III° (franco-tedeschi), V° (Lauriston) e VII° (franco-sassoni di
Reynier), da Spremberg, Hoyerswerda e Drehsa, tagliando la ritirata in Slesia.
Il piccolo II° C.A. (Victor, 2 divisioni) è lasciato a fronteggiare Bülow.
I francesi giungono in vista della forte posizione di Bautzen (18 V), posta sulle pendici frastagliate dietro al profondo fossato della
Sprea, rinforzato da ridotte e trinceramenti. Napoleone prepara l’assalto.
Bertrand invia alcuni battaglioni italiani della 15a divisione (Peyri) a cercare il collegamento con Ney ma nei boschi presso
Königswartha sono sorpresi e sbaragliati da preponderanti forze nemiche che sono poi respinte dall’arrivo del V° C.A.
(Lauriston).
Alcuni reparti francesi passano la Sprea a monte ed a valle di Bautzen ed occupano la città ma non si impegnano a fondo
attendendo l’arrivo di Ney. I russo-prussiani credono che le forze in arrivo da nord siano poco numerose e rimangano nella forte
posizione di Bautzen.
I francesi attaccano le posizioni principali nemiche al centro e a destra (25 V).
Ney passa la Sprea a Klix ed arriva a Preititz, ma invece di procedere per Drehsa ed Hochkirch secondo gli ordini piega a destra
direttamente verso Bautzen ed urta le riserve nemiche, che lo respingono rioccupando Preititz.
Premuti frontalmente e da Klix, i russo-prussiani ripiegano verso sud-est, a Hochkirch ed a Löbau. Ney sbocca a Wurschen e
si congiunge a Marmont ma oramai è troppo tardi.
Alla battaglia hanno preso parte 150.000 francesi e 90.000 russo-prussiani. Napoleone cattura alcuni cannoni e poche centinaia di
prigionieri.
La vittoria, benché non sia decisiva, permette ai francesi di continuare l’avanzata:
Reynier procede con combattimenti contro le retroguardie avversarie a Reickenbach, dove una cannonata
uccide il maresciallo di palazzo Gerard Christophe Michel Duroc ed è ucciso il generale Kirgener, con l’occupazione di
Görlitz (23 V).
Ney passa la Neiss (24 V), entra a Buntzlau ed affronta i russo-prussiani di Blücher ad Haynau,
costringendoli ad assestarsi a Schweidnitz (Swidnica), addossati alla Boemia austriaca.
Il V° C.A. (Lauriston) occupa Breslavia (1 VI).
Il XII° C.A. (franco-bavaresi di Oudinot) sconfigge Bülow che è sceso dietro Ney fino ad
Hoyerswerda (26 V) ed insieme al II° C.A. (Victor) avanza verso Berlino fino a Luckau (4 VI).
Più a nord il I° C.A. (Davout) raggiunge Amburgo (31 V) ed avanza verso la Pomerania.
L’Armistizio di Plässwitz, 4 VI 1813.
La mediazione dell’Austria porta all’armistizio di Plässwitz/Poishwitz (4 VI 1813), che sospende le ostilità fino al 20
luglio ed è poi prolungato fino al 10 agosto. Napoleone conta di disporre delle truppe in preparazione ma in seguito di pente
di averlo accettato.
Il congresso di Praga infatti non porta alla pace e tutti proseguono i preparativi bellici. I russi ed i prussiani ricevono sussidi inglesi.
L’armistizio è rotto il 10 agosto ed il giorno seguente l’Austria entra nella Coalizione (trattato di Reinchenbach, 11 VIII). Lo
Czar ha inoltre ingaggiato il generale svizzero Jomini.
Le Armate dei Coalizzati.
L’entrata in guerra dell’Austria triplica l’estensione del principale fronte di guerra:
L’Armata del Nord (Bernadotte, principe reale di Svezia) ha il grosso presso Berlino. Comprende 22-25.000
svedesi, 30.000 russi (Winkingerode, Woronzow e Tschernytschew), 75.000 prussiani dei corpi 3° (Bülow) e 4° (Tauenzien).
In tutto 110-150.000 uomini.
Aggregato alla precedente è il corpo della Bassa Elba (Wallmoden, 24-27.000 tedeschi e russi), di
fronte ad Amburgo, formato dalla Legione Russo-Tedesca, da reparti di cosacchi, da truppe dell’Hannover e del Mecklemburgo,
della Legione Anseatica e dai "Lützowsche Freischar" (Volontari).
L’Armata di Slesia (Blücher, in Slesia) comprende il 1° corpo prussiano (York, 38.000 uomini) e due
corpi russi (Langeron e Sacken, 61.000 uomini), per un totale di circa 98.000 uomini. Gneisenau è ufficiale di stato
maggiore.
L’Armata di Boemia, detta "Armata Principale" (Schwarzenberg, in Boemia), comprende la Guardia Prussiana,
il 2° corpo prussiano (Kleist) ed un corpo russo (Wittgenstein) per un totale di 90.000 austriaci e 40.000 russo-prussiani. Altre fonti
indicano 123.000 austriaci, 75.000 russi e 49.000 prussiani oppure 200-220.000 uomini in tutto. L’esercito è seguito da
Francesco I d’Asburgo Imperatore d’Austria, Alessandro I Czar di Russia e Federico Guglielmo III re di Prussia. Nello
stato maggiore è presente il generale francese Moreau.
Altri corpi austriaci sull’Inn inferiore (24.000 uomini) ed in Stiria minacciano la Baviera e l’Italia.
In tutto 493.000-503-550.000 uomini e 1.450 cannoni.
La Nuova Disposizione Francese.
Alla Francia, oltre che la Sassonia, la Baviera ed altri stati minori tedeschi, si è unita anche la Danimarca che mette in campo
una divisione.
Il grosso dei francesi è tra Stolpen e Görlitz, fortemente incuneato tra le armate avversarie a nord (Bernadotte), est
(Blücher) e sud (Schwarzenberg). Napoleone intende sfruttare questa "posizione centrale" per sconfiggere le singole masse
nemiche, avanzare su Berlino e la bassa Sprea per raggiungere poi Stettino e Danzica:
Tra Dahne e Luckau, per avanzare a nord su Berlino, è schierato Oudinot con il suo XII° C.A.
(franco-bavaresi), i C.A. IV° (francesi, italiani e tedeschi di Bertrand), VII° (franco-sassoni di Reynier) ed il 3° corpo di cavalleria
(Arrighi), per un totale di 75.000 uomini. Alla sua azione devono concorrere i forti presidi di Wittenberg e Magdeburgo.
Sul Katzbach, di fronte all’Armata di Slesia (Blücher), si trova Ney con il suo III° C.A. (franco-tedeschi),
i C.A. V° (Lauriston), VI° (Marmont), XI° (Macdonald), i corpi di cavalleria 1° (Latour-Maubourg) e 2° (Sebastiani).
Appoggiato a Königstein, il nuovo XIV° C.A. (S.Cyr, 4 divisioni), formato in Sassonia, sbarra la via dalla Boemia per Dresda mentre una divisione di cavalleria (Pajol) sorveglia gli sbocchi della Boemia per Freyberg, Chemnitz e Zwichau.
In Franconia il IX° C.A. (Augerau), portato a 4 divisioni ma ancora incomplete, deve appoggiarsi a
Würzburg e trattenere l’Armata di Boemia (Schwarzenberg) se avanza da Eger, ritirandosi eventualmente fino a Magonza.
In posizione centrale a Zittau c’è Victor con il suo II° C.A., il rimaneggiato I° C.A. (Vandamme, 3
divisioni), l’VIII° C.A. (Poniatowski, 2 divisioni polacche) ed il 4° corpo di cavalleria (Kellermann), che può appoggiare
Oudinot, Ney, S. Cyr, oppure minacciare le spalle dell’Armata di Boemia (Schwarzenberg) per Gabel.
Di riserva a Görlitz c’è la Guardia, che è stata rinforzata e portata a 60.000 uomini.
Altri corpi si trovano ad operare autonomamente:
Sull’Elba inferiore si trova il nuovo XIII° C.A. (Davout), costituito con le tre divisioni tolte al I° C.A. (21.000
uomini) e la divisione danese (11.000 uomini). L’avanguardia è costituita da una brigata mista franco-danese guidata da
Alleman.
L’Inn è coperto dal corpo bavarese (Wrède).
L’Italia e la Dalmazia sono coperte da Eugene con 4 divisioni francesi, 2 italiane (Palombini e la 4a di Teodoro
Lechi) ed una divisione di cavalleria in gran parte italiana, per un totale di 45.000 uomini. L’armata copre Udine da dove può
puntare su Graz.
I quattro nuovi corpi di cavalleria, formati in Sassonia, sono affidati al comando dell’abile Murat re di Napoli (14 VIII) e sono inoltre
in arrivo due divisione di cavalleria, una delle quali di ottima qualità dalla Spagna.
Le piazze lungo l’Elba (Königstein, Dresda, Torgau, Wittenberg, Magdeburgo, Havelberg ed Amburgo) sono rifornite di
vettovaglie, munizioni, materiali e rafforzate con opere campali.
In Germania Napoleone dispone di 400.000 uomini (336.000 concentrati in Sassonia ed in Slesia) e 1.200-1.300 cannoni. La
costituzione e l’addestramento sono migliorati ma l’inquadramento rimane ancora scadente. La percentuale di giovani reclute
è alta e la fedeltà dei reparti tedeschi è dubbia.
La Ripresa delle Ostilità.
A nord l’avanguardia del XIII° C.A. (franco-danesi di Davout) passa la Bille presso Trittau (17 VIII) ed avanza lentamente su
Möll, sconfiggendo alcuni reparti di cosacchi del corpo russo di Wallmoden (27.000 uomini). I russi sono cacciati da
Büchen e l’occupazione si estende a tutta la linea del Delbenau (20 VIII). Il corpo della Bassa Elba (Wallmoden) si ritira
davanti alle superiori forze avversarie.
Sul fronte principale Napoleone è sicuro che i russi non abbiano ancora ultimato il concentramento in Boemia (i reparti
più vicini sono presso Munchengratz) quindi inizia l’offensiva verso la Slesia contro l’Armata di Slesia (Blücher).
L’armata di Victor ha il compito di coprire i Sudeti in caso l’Armata di Boemia (Schwarzenberg) minacci le retrovie francesi per
Gabel e Zittau.
Blücher violando la neutralità ha occupato Breslavia e Javer, ed ora avanza isolato verso il Bober respingendo Ney da
Bunzlau e da Löwenberg, che occupa (20 VIII). Ney, sostenuto dalla Guardia, esegue un’offensiva verso Löwenberg
(21 VIII) ed i ponti sul Bober, inducendo Blücher a ripiegare velocemente su Javer.
La Battaglia di Dresda.
L’Armata di Boemia (Schwarzenberg) frattanto avanza per Peterswald e Königstein verso Dresda (21 VIII). Napoleone sposta
le truppe per assalirla e raggiunge Görlitz (sera del 23 VIII):
In Slesia, dietro il Bober, rimane Macdonald con i C.A. XI°, V° (Lauriston), III° (Scrhamm), il 2° corpo di
cavalleria (Sebastiani), per un totale di 80-100.000 uomini, con il compito di fronteggiare l’Armata di Slesia (Blücher,
98.000 uomini).
Ney raggiunge il XII° C.A. (franco-bavaresi di Oudinot) per riprendere l’avanzata su Berlino.
La Guardia, giunta da Förlitz raggiunge Stolpen (25 VIII).
Dalla Slesia il VI° C.A. (Marmont) ed il 1° corpo di cavalleria (Latour-Maubourg) convergono a Stolpen
(25 VIII).
Dai Sudeti i C.A. I° (Vandamme), II° (Victor) ed il 4° corpo di cavalleria (Kellermann), convergono anch’essi a
Stolpen, dove si trova quindi il grosso dei francesi.
L’VIII° C.A. (polacchi di Poniatowski) è Zittau, di collegamento tra il grosso e Macdonald.
Il grosso procede quindi per Dresda (24 VIII), difficilmente difendibile da sola contro le preponderanti forze dei coalizzati, mentre il
I° C.A. (Vandamme) è inviato a passare l’Elba a Pirna per colpire alle spalle Schwarzenberg.
L’Armata di Boemia (Schwarzenberg) avanza lentamente su quattro colonne e sbocca sui colli tra Dohna e Mariensberg (22 VIII). In
quattro giorni compie poco più di 50 Km ed attacca Dresda il pomeriggio del 26. Nel frattempo Napoleone ha fatto
percorrere alle sue truppe 150 Km in 3 giorni ed è a Dresda alle 10:00 del 26 agosto.
Alle 15:00 i Coalizzati dalle colline attaccano i ridotti e le opere campali difese da due divisioni XIV° C.A. (S. Cyr) e dalla
guarnigione. Dopo tre ore gli attaccanti appaiono stanchi e non hanno conseguito alcun risultato. La terza divisione di S. Cyr,
rimasta di riserva, e 20.000 cavalieri guidati da Murat, Pajol e Latou-Maubourg contrattaccano.
Il reggimento dragoni del Regno d’Italia effettua 7 cariche e cattura 3.000 prigionieri. I Coalizzati sono respinti sulla linea
Plauen-Racknitz. Solo all’ala sinistra una divisione della Giovane Guardia (Mortier) ed il 1° corpo di cavalleria (Latour-Maubourg)
non riescono a cacciare dalla riva sinistra del Weisseritz gli austriaci, che restano quindi a contatto delle fortificazioni. Sono catturati
3 generali, 15 bandiere e 26 cannoni.
Alle 21:00 gli scontri hanno termine e durante la notte giungono i C.A. II° (Victor) e VI° (Marmont) che portano i francesi a 170.000,
contro 200.000 coalizzati.
Frattanto il I° C.A. (Vandamme) sconfigge una divisione russa a Pirna forzando il passaggio dell’Elba ed il giorno seguente questa
notizia induce Schwarzenberg ad ordinare una ritirata generale per rompere il contatto, approfittando della pioggia torrenziale.
Napoleone infatti sta preparando un attacco generale (h 6:00) alla quale partecipano la Giovane Guardia (Mortier, all’ala destra), due
battaglioni della Vecchia Guardia, Saint-Cyr, Nansouty, Victor, Murat (che con i corazzieri ed i carabinieri sconfigge gli austriaci
presso Plauen). Un colpo di cannone uccide Moreau.
I francesi catturano 25-30.000 prigionieri, 40 bandiere e 60 cannoni, ma questa è l’ultima vittoria di Napoleone in
Germania.
Le Sconfitte Francesi.
La ritirata dei Coalizzati, presunta verso Erz-Gebirge, non è disturbata. Napoleone non emana nuovi ordini fino al 29 agosto,
forse perché malato oppure per le notizie giunte degli altri fronti:
A Gross Beeren (23 VIII), a sud di Berlino, Oudinot con il VII° C.A.
(franco-sassoni di Reynier) è duramente sconfitto dai prussiani e deve retrocedere su Wittenberg coperto dalla divisione
Girard, che è però sconfitta a Belzig (27 VIII) dal generale prussiano Hirschfeld con 12.000 uomini della
landwehr e 600 cosacchi (Tschernitschew).
A seguito di questa sconfitta anche il XIII° C.A. (Davout) che ha preso contatto con gli svedesi a Retschow
(28 VIII) deve arretrare verso Amburgo, tallonato dai russo-svedesi.
Sul Katzbach (26 VIII) l’Armata di Slesia (Blücher) sconfigge duramente
gli 80.000 uomini dell’armata da Macdonald, (C.A. XI°, V°, III° e 2° corpo di cavalleria), che deve retrocedere in disordine oltre il
Bober ed il Queiss, assestandosi dietro il Neisse presso Görlitz.
Il I° C.A. (Vandamme) avanza da solo fino a Teplitz (28 VIII), dove trova forti resistenze, ripiega su Kulm (29 VIII) ma la trova
occupata da un corpo russo ed una colonna austriaca in ritirata da Dresda, che S. Cyr non è riuscito a bloccare presso
Peterswald. Il I° reggimento cacciatori a cavallo cerca di aprirsi la strada per fuggire. Giunge anche un corpo prussiano (von Kleist).
Vandamme è ferito e costretto alla resa a Nollendorf assieme a 10.000 uomini, circa metà del corpo d’armata (30
VIII).
La Strategia Logoratrice dei Coalizzati.
Napoleone decide di puntare nuovamente a nord per fermare l’avanzata dell’Armata del Nord (Bernadotte) che da Gross Beeren
risale la Sprea e minaccia alle spalle Macdonald a Görlitz. In questo modo l’Imperatore mantiene la posizione centrale, spera
di attirare i russi dividendoli dagli austriaci, ha maggiori possibilità di soccorrere Danzica e le altre piazze bloccate.
Gli sbocchi dalla Boemia sono affidati ai C.A. VIII° (polacchi di Poniatowski), ancora a Zittau, XIV° (S. Cyr),
a Pirna e II° (Victor), a Freiberg.
Ney raggiunge Wittenberg ed assume il comando dell’armata di Oudinot: il provato VII° C.A. (franco-sassoni
di Reynier), i C.A. XII° (franco-bavaresi di Oudinot), IV° (francesi, italiani e tedeschi di Bertrand) ed il 3° corpo di cavalleria
(Arrighi). Quindi avanza verso Baruth.
Napoleone con la Guardia ed una divisione di cavalleria raggiunge Luckau.
La riserva è costituita dal VI° C.A. (Marmont) e dal 1° corpo di cavalleria (Latour-Maubourg), presso
Dresda, dove Mouton sta ricostruendo il I° C.A. dopo aver preso il posto del catturato Vandamme.
Per tutto settembre tuttavia i coalizzati evitano il grosso, si ritirano dove accorre Napoleone ed attaccano negli altri punti:
A nord il XIII° C.A. (franco-danesi di Davout) si assesta in posizione difensiva dietro il Devenau ed il
Wackenitz appoggiato alle fortificazioni di Ratzeburg (4 IX).
Ad est l’armata di Macdonald, incalzata dall’Armata di Slesia (Blücher) a Görlitz e minacciato
dall’Armata del Nord (Bernadotte) verso Speberg, deve ripiegare su Bautzen (3 IX). Napoleone è costretto a rinunciare alla
marcia verso Luckau per accorrere a Görlitz. Blücher però ripassa il Queiss ed il Bober sottraendosi allo
scontro.
A sud l’avanzata dell’Armata di Boemia (Schwarzenberg) che minaccia il XIV° C.A. (S. Cyr) costringe
Napoleone ad accorrere in suo aiuto (6 IX) lasciando l’VIII° C.A. (polacchi di Poniatowski) con Macdonald. Ma anche qui
l’avversario ripiega, inseguito inutilmente fino ai colli di Erz-Gebirge.
A complicare la situazione ci sono le massicce infiltrazioni dei cosacchi di Plàtof in Sassonia, dove Thielmann può
organizzare bande di partigiani ostacolando le comunicazioni ed i rifornimenti. Napoleone deve distaccare colonne miste di fanteria,
cavalleria ed artiglieria per i compiti di scorta.
Mentre Napoleone con il grosso insegue l’Armata di Boemia (Schwarzenberg), Ney riprende l’avanzata verso Berlino con i C.A. IV°,
VII° e XII° ma è sorpreso dai corpi di Bülow e Tauenzien presso Dannewitz (6 IX) ed
è nettamente sconfitto. Da Napoleone Ney riceve l’ordine di ripiegare a Torgau e Grossenhain, dove si unisce al VI° C.A.
(Marmont) e ad una divisione di cavalleria. Le riserve vanno assottigliandosi.
Dal Meno alla Saale è fatto avanzare il IX° C.A. (Augereau) ed una divisione di cavalleria (Milhaud) giunta dalla Spagna. La
Baviera rimane difesa solo dai bavaresi di Wrède e dai francesi del Würzburg.
A metà settembre Napoleone avanza nuovamente contro l’Armata di Boemia (Schwarzenberg) con la Guardia, i C.A. II°
(Victor), XIV° (S. Cyr), ed il ricostruito I° C.A. (Mouton): da Dohna per Peterswald lo raggiunge a Kulm ma lo trova in forte
posizione e deve rinunciare ad attaccarlo, rientra a Dresda lasciando alcuni presidi sui colli davanti alla città.
Frattanto l’Armata di Slesia (Blücher) avanza su Sprea e Baytzen, per poi arretrare (23 IX) all’arrivo di Napoleone con la
Guardia.
A nord il III° C.A. (franco-danesi di Davout) resiste agli attacchi quasi giornalieri dei Coalizzati, con un grosso scontro a
Ghörde (16 IX), dove la 50a divisione (Pecheux), copie una diversione per coprire lo spostamento dei convogli ed è
attaccata da forze 5 volte superiori ma riesce a disimpegnarsi.
Ney segnala che l’Armata del Nord (Bernadotte) ha gettato dei ponti sull’Elba a Elster ed a Rosslau, e minaccia di raggiungere
Lipsia, dove potrebbe arrivare anche l’Armata di Boemia (Schwarzenberg) da Komotau per Chemnitz, realizzando un pericoloso
concentramento di forze alle spalle della Grand Armeé.
I corpi partigiani infestano la Sassonia e la Westfalia. Jerôme Bonaparte re di Westfalia deve lasciare la capitale. Il generale
sassone Thielmann diserta. Ancora più critica appare la situazione rifornimenti: la Sassonia sta esaurendo le risorse, le
dotazioni dei magazzini stanno impoverendosi. Un intero corpo d’armata e due corpi di cavalleria sono impegnati nella scorta dei
convogli a causa dei cosacchi e degli insorti.
La Ritirata all’Elba.
Napoleone decide di ripiegate sulla linea d’Elba (23 IX) ed i Coalizzati superano indisturbati il fiume a Rosslau ed a Elster, erigendo
teste di ponte:
La Guardia, i C.A. III° (Scrhamm), V° (Lauriston), VIII° (polacchi di Poniatowski), XI° (Macdonald) ed il 2°
corpo di cavalleria (Sebastiani) passano sulla sinistra dell’Elba e marciano verso Dresda.
Il VI° C.A. (Marmont) ed il 1° corpo di cavalleria (Latour-Maubourg) ripiegano su Meissen coperti da una
divisione di cavalleria sulla destra dell’Elba, a Greossenhain.
Ney ripiega a Düben con i C.A. IV° (francesi, italiani e tedeschi di Bertrand), VII° (franco-sassoni di
Reynier), ed il 3° corpo di cavalleria (Arrighi). Una sua puntata offensiva contro l’Armata del Nord (Bernadotte) a Dessau riporta
solo un lieve successo mentre i prussiani reagiscono distruggendo il ponte di Elster (25 IX).
Il XII° C.A. (franco-bavaresi di Oudinot) è sciolto per rinforzare le altre unità.
Murat con il C.A. I° (Mouton), II° (Victor), XIV° (S. Cyr) e con il 4° corpo di cavalleria (Kellermann)
sorveglia Komotau e gli altri sbocchi degli Erz-Gebirge.
Il IX° C.A. (Augereau) ed una divisione di cavalleria (Milhaud) avanzano verso Lipsia.
A nord il XIII° C.A. (franco-danesi di Davout) resiste sulla linea difensiva agli attacchi poco convinti di
Walmoden, la cui offensiva principale ha luogo da 7 al 18 ottobre, ma è respinta con gravi perdite.
Napoleone attende le condizioni favorevoli a dare una battaglia decisiva ed i Coalizzati mantengono l’iniziativa.
L’Armata del Nord (Bernadotte) si ferma a Wittenberg.
L’Armata di Boemia (Schwarzenberg), dopo una breve sosta presso Komotau supera gli Erz-Gebirge verso
Chemnitz (2 X).
Thielmann occupa Altenburg.
La neo-costituita Armata di Riserva russa (Bènnigsen) sta avanzando verso Teplitz, diretta
probabilmente a Dresda.
l’Armata di Slesia (Blücher) pare voglia investire Dresda da Meissen (da nord).
Ai Coalizzati si unisce apertamente anche il re di Baviera (trattato di Ried, 3 X) e la Westfalia insorta.
Blücher in realtà lascia a Meissen sono solo un distaccamento di copertura, effettua un’abile marcia sul fianco
scendendo lungo la sponda sinistra dell’Elba, da Bautzen a Elster, unendo le forze al corpo di York che attacca violentemente il IV°
C.A. (francesi, italiani e tedeschi di Bertrand) presso Wartenburg (3 X), costringendolo a ripiegare a Düben protetto da una
divisione italiana.
Napoleone ignora la manovra di Blücher e crede che a Wartenburg ci sia solo l’Armata del Nord (Bernadotte), la cui avanzata
minaccia i collegamenti tra la Westfalia ed i Paesi Bassi. Quindi invia il III° C.A. (Scrhamm) da Dresda a Togau, il VI° C.A.
(Marmont) ed il 1° corpo di cavalleria (Latour-Maubourg) da Maisen a Düben per unirsi a Ney (5 X), sostituiti a Meissen da
due divisioni della Guardia affidate ad Oudinot, per fronteggiare quella che ancora crede sia l’Armata di Slesia (Blücher) e che
invece è solo un distaccamento.
Lipsia, "La Battaglia delle Nazioni".
Scoperta la marcia sul fianco dell’Armata di Slesia (Blücher), oramai unita all’Armata del Nord (Bernadotte), Napoleone
raccoglie le truppe tra la Mulda e la Pleisse (6 X):
Murat con il II° C.A. (Victor) ed il 4° corpo di cavalleria (Kellermann) ripiega a Rochlitz.
I C.A. V° (Lauriston) ed VIII° (polacchi di Poniatowski) sguarniscono completamente Dresda e muovono verso
Rochlitz per unirsi a Murat.
Mortier con il resto della Guardia, l’XI° C.A. (Macdonald) ed il 2° corpo di cavalleria (Sebastiani) da Dresda
raggiunge Meissen e Wurzen.
Il III° C.A. (Scrhamm) ripiega a Wurzen per unirsi a Mortier.
I C.A. I° (Mouton) e XIV° (S. Cyr), 35.000 uomini in tutto, dagli Erz-Gebirge devono seguire i precedenti ma
l’ordine è poi revocato per presidiare l’importante piazza di Dresda, utile per i rifornimenti ed il passaggio dell’Elba.
Il IX° C.A. (Augereau) ed una divisione di cavalleria (Milhaud) continuano l’avanzata verso Lipsia per unirsi al
grosso.
A Ney, per fronteggiare Blücher e Bernadotte, sono affidati i C.A. III° C.A. (Scrhamm), IV° (francesi,
italiani e tedeschi di Bertrand), VI° (Marmont), VII° (franco-sassoni di Reynier), i corpi di cavalleria 1° (Latour-Maubourg) e 3°
(Arrighi).
Tuttavia i Coalizzati proseguono la strategia di evitare il grosso. Le Armate di Slesia (Blücher) e del Nord (Bernadotte)
ripiegano a Saale, muovendo poi verso Halle, da dove per Schwarzenberg possono raggiungere Lipsia. Murat invece ha dovuto
retrocedere fino a Borna dove ha sostenuto un combattimento (10 X).
Napoleone contava di riunire a Lipsia (Leipzig) 190.000 uomini, sono invece 170.000. Sono troppo lontani solo i C.A. I° (Mouton) e
XIV° (S. Cyr), lasciati a Dresda, ed il XIII° C.A. (Davout), a nord.
Da sud si avvicina l’Armata di Boemia, detta "Vecchia Armata", guidata da Schwarzenberg e Giulay (160.000
russi ed austriaci) seguita dall’Armata di Riserva russa (Bénnigsen).
Da nord giunge l’Armata di Slesia guidata da Blücher (60.000 prussiani).
Da est arriva l’Armata del Nord guidata da Bernadotte e Colloredo (70.000 prussiani e svedesi).
Dopo un combattimento di cavalleria presso Liebertvolkwitz (14 X), Napoleone è gravemente sconfitto nella gigantesca
battaglia di Lipsia (16-19 X 1813), rimane con 60.000 uomini e deve ritirarsi verso il Reno.
Il passaggio della Saale è garantito da Bertrand con un combattimento a Kösen. La ritirata prosegue per Erfurt (23 X) e
Magonza, senza che i vincitori si lancino all’inseguimento. Solo il generale bavarese Wrède, ex-alleato, con 60.000
austro-bavaresi (numerosa cavalleria ed 80 pezzi d’artiglieria) scende da nord per Donauwörth e Würzburg verso il
basso Meno, minacciando di tagliare la ritirata.
La Fine della Campagna in Germania.
Ad Hanau (30 X) i francesi si aprono risolutamente la strada contro Wrède che vuole impedire il passaggio del Kinzig.
Dreout difende le artiglierie francesi, soccorso da Nansouty con la cavalleria e la Giovane Guardia. I due squadroni di Guardie
d’Onore si coprono di gloria ed i bavaresi perdono 10.000 uomini, numerosi ufficiali, bandiere ed artiglieria.
Napoleone raggiunge Francoforte (1 XI) ed il giorno successivo l’esercito francese passa il Reno (2 XI) abbandonando
definitivamente la Germania. L’esercito è riordinato a Magonza poi Napoleone rientra a Parigi (9 XI).
I principati creati da Napoleone in Germania cessano di esistere (regno di Vesfalia, granducati di Francoforte e di Berg) e sono
ripristinati i principati dell’Assia-Kassel, Beunswich, Hannover ed Oldenburg. Il Würtemberg, l’Assia-Darmstradt, il Baden e
gli stati minori sciolgono la Confederazione del Reno e si uniscono ai Coalizzati contro la Francia. La Danimarca raggiunge con i
Coalizzati una pace separata (8 XI), ritira le proprie truppe e cede la Norvegia alla Svezia (trattato di Kiel, 14 I 1814).
I Coalizzati invadono l’Olanda (Bülow) e l’Holstein (Bernadotte), costringono alla resa Saint-Cyr a Dresda (21 XI), le
guarnigioni di Stettino (21 XI), Lubecca (5 XII), Zamose, Modlin e Torgau (26 XII), Rapp a Danzica (30 XII, i 20.000 difensori sono
internati in Russia), Wittenberg (12 I 1814) e Küstrin (7 III). Davout riesce a difendere Amburgo con i 25.000 uomini
rimastigli. Resistono inoltre le guarnigioni francesi di Glogau, Magdeburgo, Erfurt, Würzburg, Wesel e Mainz.
Il Fronte Italiano.
Lungo le Alpi Giulie, Eugene con 45.000 uomini fronteggia 70.000 austriaci guidati da Hiller che solo dopo la defezione della
Baviera passa per la valle della Drava in Alto Adige (X), scende per Trento e la Val Sugana verso la pianura Veneta,
costringendo Eugene a ripiegare sulla linea del Brenta.
L'Istria insorge contro i francesi. Austriaci, Inglesi e Siciliani entrano a Trieste (14 X 1813), ottengono la resa del forte
Sanza, a San Vito (difeso da un cannone antiquato), e dopo 11 giorni di bombardamenti anche del castello di San Giusto,
difeso da 600 uomini e numerosa artiglieria. Una piazza della città chiamata Piazza Lipsia per commemorare la
vittoria dei coalizzati (attuale piazza Venezia). Trieste e Gorizia formano la provincia del Litorale.
Minacciato da una colonna di 25.000 austriaci che scende per la val Logarina, Eugene ripiega dietro l’Adige ma lo ripassa ed
infligge agli inseguitori una sconfitta a Caldiero (15 XI), respingendoli all’Alpone.
Reparti Autro-Britannici sbarcano nel Polesine raggiungendo Rovigo e Ferrara (Veneto), mentre reparti Anglo-Siciliani
sbarcano a Viareggio (Toscana). Gli austriaci bloccano Venezia, difesa dal generale Serras, fino all'armistizio di
Schiarino-Rizzino.
Eugene, che dispone ora di 35.000 uomini, deve assumere contegno difensivo di fronte agli 80.000 di Bellagarde, ed ottiene
in rinforzo da Napoleone solo gli italiani sopravvissuti alla campagna di Germania.
Murat frattanto tratta con Metternich per ottenere il riconoscimento del regno di Napoli in cambio dell’entrata in guerra a
fianco dei Coalizzati (7 - 23 X 1813). Il trattato di Neipperg, che stabilisce l’alleanza austro-napoletana, è
siglato il 30 dicembre 1813 ma con data convenzionale 11 gennaio 1814.
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