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Plasma

 

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Plasma inattivato
Crioprecipitazione
Colla di fibrina

PLASMA FRESCO CONGELATO

 

Descrizione

Il plasma fresco congelato viene ottenuto:

  • da sangue intero, per frazionamento: il plasma viene separato, in un sistema "chiuso", dopo centrifugazione ad alta velocità, dal sangue intero raccolto nella sacca madre e trasferito in una sacca satellite, entro 6 ore dalla raccolta e, comunque, non oltre le 18 ore.

  • da aferesi (plasmaferesi): il plasma può essere raccolto per aferesi, sia manuale che automatica.

 

Qualunque sia il metodo di preparazione, il plasma deve essere congelato in un sistema che lo congeli completamente entro 1 ora, ad una temperatura di -30ºC o inferiore, in modo da preservare adeguatamente i fattori labili della coagulazione.

Il plasma contiene normali livelli plasmatici dei fattori della coagulazione, dell'albumina e delle immunoglobuline. Deve contenere almeno il 70% dell'originale FVIII, degli altri fattori labili e degli inibitori "naturali" della coagulazione. Se destinato all'uso clinico, non deve contenere anticorpi irregolari clinicamente significativi.

Qualora venga destinato alla preparazione dei plasmaderivati, diviene necessario fare riferimento a quanto previsto dalla Farmacopea Europea in materia di frazionamento plasmatico.

 

Inattivazione virale


Sono state sviluppate e introdotte in uso tecnologie che consentono di inattivare un ampio numero di patogeni negli emocomponenti.

È necessaria una attenta valutazione e una successiva validazione di questi presidi al fine di garantire il raggiungimento di una maggiore sicurezza trasfusionale.

Per quanto riguarda più approfonditamente questo argomento si rimanda alla scheda "plasma inattivato".


Plasma fresco quarantenato
 

Questo emocomponente viene distribuito quando gli esami di validazione dell'unità (HbsAg, anti-HIV e anti-HCV) risultano negativi in campioni ematici prelevati a distanza di più di 6 mesi dalla donazione.

Una diminuzione del periodo di quarantena può essere presa in considerazione dopo l'introduzione delle tecniche di amplificazione degli acidi nucleici (NAT) sulle unità donate.

Caratteristiche

Volume

Volume previsto + 10%

Fattore VIIIc

0,7 UI/mL

Cellule residue (*)

  •  emazie   < 6x109/L

  •  leucociti < 0,1x109/L

  •  piastrine < 50x109/L

Perdite liquide

Nessuna, prima e dopo scongelamento

Aspetto

Nessuna colorazione anomala o presenza di coaguli

(*) La conta delle cellule va effettuata prima del congelamento.

Se si include, nel protocollo, l'uso di specifici apparati di deplezione, si possono ottenere livelli di cellule molto bassi.

N.B. Qualora il plasma fresco congelato venga utilizzato regolarmente quale sorgente di FVIII, debbono essere eseguite appropriate stime su di un campionamento sufficientemente rappresentativo, al fine di assicurarsi sull'effettiva efficienza del sistema di preparazione.

Conservazione e trasporto

La stabilità dei prodotti contenuti è in diretto rapporto con la temperatura impiegata. 

La temperatura ottimale di conservazione è di -30ºC o inferiore; i tempi di conservazione permessi, in dipendenza della temperatura, sono i seguenti:

  •  24 mesi a -40ºC (o temperature inferiori),

  •  12 mesi fra -30 e -40ºC,

  •  6 mesi fra -25 e -30ºC,

  •  3 mesi fra -18 e -25ºC.

La temperatura di conservazione deve essere mantenuta anche durante il trasporto. Al ricevimento ci si deve assicurare che plasma si sia mantenuto congelato. Salvo che non venga impiegato immediatamente, il plasma deve essere rimesso alla temperatura di conservazione raccomandata.

Lo scongelamento avviene a temperatura compresa tra 30 e 37°C in bagno con agitazione, tale da consentire il controllo della temperatura; dopo lo scongelamento il plasma deve essere usato il più presto possibile e comunque non oltre 24 ore, se conservato a 4 ±2°C.

Indicazioni

Il principale impiego del plasma è di materiale di partenza per la plasmaderivazione.

Il plasma umano rappresenta inoltre la principale terapia sostitutiva per pazienti con difetti emostatici complessi.

Dosaggio

La dose standard da utilizzare per la terapia trasfusionale con plasma  è di

12-15 mL/Kg di peso corporeo

Controindicazioni

Il PFC non deve essere utilizzato:

  • quale reintegratore della volemia in assenza di deficit della coagulazione;

  • come sorgente di immunoglobuline;

  • se sono disponibili prodotti alternativi sottoposti a inattivazione virale.

  • in riceventi che presentino intolleranza alle plasmaproteine.

Il plasma deve essere AB0-compatibile con il ricevente e deve essere impiegato immediatamente dopo lo scongelamento; se non utilizzato, non deve essere ricongelato.
Prima dell'impiego deve essere controllata l'integrità del contenitore per escludere ogni difetto o perdita. Alla fine del processo di scongelamento non deve essere visibile crioprecipitato insolubile.

Effetti collaterali

  • Intossicazione da citrato (qualora ne vengano trasfusi grandi quantitativi).

  • Reazioni trasfusionali non emolitiche (brivido, ipertermia, orticaria).

  • Trasmissione di malattie infettive virali.

  • Sepsi, dovute a involontarie contaminazioni batteriche.

  • TRALI

  • Trasmissione di altri agenti patogeni non conosciuti e/o non testati.

 Copyright© 1999/2005 - Francesco Angelo Zanolli - Ultimo aggiornamento in data 16/11/2005