SOMMINISTRAZIONE DEGLI EMOCOMPONENTI
Se si vogliono assicurare ad un paziente i benefici che una
trasfusione può apportare è necessario non solo somministrargli l'emocomponente
più appropriato per la sua malattia, ma anche infonderlo nella
maniera più adeguata.
PRIMA DELLA TRASFUSIONE
Ogni unità operativa
dovrebbe provvedersi di precise procedure dedicate alla richiesta del sangue ed alle
modalità di raccolta dei campioni per le prove pretrasfusionali.
La richiesta di sangue deve essere fatta per iscritto dal medico,
secondo precise indicazioni di legge.
Nel caso il medico richiedente
non disponga del consenso informato del
paziente, deve informarlo sui rischi e su eventuali
alternative praticabili, al fine di ottenerlo.
La
richiesta deve essere quindi inviata al Servizio Trasfusionale con
un adeguato campione di sangue per la tipizzazione del paziente e le
prove
di compatibilità.
Una corretta identificazione del paziente
è fondamentale per la sicurezza di tutta la procedura. In assenza di strumenti
oggettivi di identificazione (braccialetto con codice identificativo, lettori
ottici) bisogna effettuare un controllo a due livelli dell’identità del
paziente, dei campioni di sangue e del modulo di richiesta. Di norma è
necessario che medico e infermiera siano contemporaneamente presenti al letto
del paziente (circolare MS luglio 1992: "Buon Uso del Sangue"); l’infermiera ne
accerta l’identità, ne trascrive cognome, nome e data di nascita sulle provette
e sulla richiesta, vi appone la propria firma ed effettua i prelievi di sangue;
il medico, accerta per la seconda volta l’identità
chiedendo al paziente di fornire i propri dati anagrafici (identificazione positiva),
verifica la compilazione dei dati anagrafici, completa la richiesta con i dati
clinici e di laboratorio e controfirma la richiesta in modo da rendersi
identificabile.
Il campione deve essere raccolto in provetta sterile entro
le 72 ore
precedenti la trasfusione e contrassegnato in modo da consentire
l’identificazione del soggetto cui appartiene e firmato dal responsabile del
prelievo.
Sulla
richiesta di sangue oltre alla firma del medico richiedente, deve essere apposta
anche la firma del responsabile del prelievo.
N.B.
|
Il
medico, nel fare la richiesta, deve indicare l'urgenza con cui
necessita dell'emocomponente.
E'
quindi fondamentale che abbia ben presenti i tempi con cui gli
emocomponenti possono essere resi disponibili dal Servizio
Trasfusionale, in buona parte condizionati dai tempi di
esecuzione degli esami. |
Dal momento che sulla qualità degli emocomponenti pesano non poco le
modalità di conservazione, il medico responsabile della trasfusione
non dovrebbe mandare a prendere l'unità prima di avere reperito
un'adeguata via di infusione e che tutto sia pronto per la
trasfusione.
Se il
paziente necessita di premedicazione, i tempi di questa devono
essere coordinati con l'inizio della trasfusione.
In caso
di ritardi nell'inizio della trasfusione oltre i 20 minuti, gli
emocomponenti dovrebbero essere restituiti al Servizio Trasfusionale
perché possa conservarli adeguatamente, a meno che non sia
disponibile una frigoemoteca a temperatura controllata.
Le unità non trasfuse devono essere restituite insieme ad
un modulo di accompagnamento, debitamente
compilato, su cui il medico responsabile attesti la corretta conservazione
dell’unità stessa.
CONFERMA
DELL'IDENTITà DEL PAZIENTE
L'identificazione del paziente e dell'unità a lui dedicata
rappresenta un momento di fondamentale importanza, per la gravità
delle reazioni cui potrebbe dar luogo un errore.
Per la
massima sicurezza, il processo
dovrebbe svolgersi in tre fasi successive e, se possibile, ad opera
di due persone (medico ed infermiera):
-
Al momento dell'arrivo in reparto dell'unità, l'identificativo dell'unità ed il nominativo del ricevente
dovrebbero essere letti ad alta voce, verificando che:
-
anagrafica
del paziente ed anagrafica sull'etichetta dell'unità siano
identiche;
-
il numero
dell'unità corrisponda con quello sul documento di
accompagnamento;
-
sia stato
ricevuto l'emocomponente prescritto dal medico;
-
gruppo AB0/Rh
del paziente e dell'unità siano compatibili;
-
l'unità non
sia scaduta;
-
l'aspetto
del contenuto sia quello atteso;
-
se ci siano
istruzioni particolari da parte del Servizio Trasfusionale.
-
Al letto
del paziente, oltre ad un nuovo controllo dell'anagrafica del
paziente e di quella riportata sull'etichetta, dovrebbero essere
controllati, da medico ed infermiera:
-
l'identità
del paziente;
-
il modulo di
accompagnamento;
-
l'esito delle
prove di compatibilità.
-
L'avvenuto
controllo deve essere registrato sulla cartella del paziente
(con i numeri delle unità trasfuse) e firmato dai responsabili
dei controlli; solo a questo punto dovrebbe aver luogo la
trasfusione.
In caso
di informazioni discrepanti o di dubbi è consigliabile contattare il
Servizio Trasfusionale.
Qualora
la trasfusione dovesse essere rimandata, anche di poco tempo,
dovrebbero essere ripercorse prima di attuarla le tre fasi sopra
descritte.
MONITORAGGIO
DEL PAZIENTE DURANTE LA TRASFUSIONE
I pazienti
devono essere osservati durante la trasfusione al fine di cogliere
precocemente segni o sintomi di un'eventuale reazione trasfusionale.
In particolare, devono essere sorvegliati e monitorati in particolare i segni
vitali.
Dal momento che possono essere necessari alcuni minuti
perché si sviluppi una reazione, il medico o l'infermiera dovrebbero
rimanere da 5 a 15 minuti dopo l'inizio della trasfusione accanto al
letto del paziente.
Immediatamente prima di collegare l'unità al
paziente, dovrebbero essere annotati i segni vitali di base del
paziente (temperatura, polso, pressione, frequenza respiratoria).
Eventuali ricontrolli devono essere anch'essi annotati e confrontati
con i precedenti durante la trasfusione.
Ogni
variazione nello stato clinico del paziente durante o dopo la
trasfusione dovrebbero essere tenuti in considerazione, così come un
inadeguata risposta.
Dal
momento che sono sempre possibili delle reazioni ritardate, il
monitoraggio del paziente dovrebbe essere continuato per circa
un'ora dopo la fine della trasfusione.
VELOCITà DI INFUSIONE
Gli
emocomponenti devono essere infusi alla massima velocità tollerabile
dal paziente, avendo la massima cura di evitare un sovraccarico
circolatorio. Le velocità di infusione variano quindi in base ad
alcune caratteristiche del paziente quali volume ematico e
condizioni cardiocircolatorie.
La maggior
parte dei prodotti deve essere trasfusa entro un paio d'ore. In
alcuni casi può essere necessario raddoppiare questo tempo.
I
concentrati piastrinici devono essere trasfusi in circa 30 minuti.
Oltre le
4 ore, può presentarsi seriamente il rischio di contaminazione
batterica.
Qualora si ritenga quindi che si possa superare tale
tempo, è preferibile chiedere al Servizio Trasfusionale di
frazionare in unità più piccole l'unità.
E' consigliabile che i primi 25-50 mL di
un'unità siano somministrati molto lentamente (in
15-30 minuti), mentre il paziente è attentamente sorvegliato. Se
il paziente tollera bene questa dose di prova (la cosiddetta "prova
di compatibilità in vivo") la velocità di infusione potrà essere
aumentata senza particolari remore.
I parametri da monitorare periodicamente sono:
-
Flusso
(gtt x min.)
-
Condizioni
soggettive
Eventuali
ricontrolli devono essere anch'essi annotati e confrontati con i precedenti
durante la trasfusione.
DOPO LA TRASFUSIONE (FOLLOW UP)
Al termine
della trasfusione devono essere annotati la durata ed i parametri
finali del paziente.
Solo se tutti i dati previsti saranno stati
diligentemente annotati nelle registrazioni relative al paziente
(cartella, diaria) si potrà eliminare il contenitore, secondo le
procedure prescritte.
Nel caso
si sia sviluppata qualche reazione, contenitore e set devono essere
inviati al Servizio Trasfusionale per le opportune ricerche.
Nel caso di interruzione
della trasfusione, l'unità che non dovesse essere più trasfusa deve essere
eliminata secondo le procedure in vigore o restituita al Servizio Trasfusionale.
MANAGEMENT E NOTIFICA DI EVENTI AVVERSI
In occasione di un eventuale evento avverso, è
necessario arrestare immediatamente la trasfusione e procedere ai prelievi
previsti:
-
Prelevare una provetta di sangue coagulato e
una di sangue anticoagulato con EDTA dal braccio controlaterale a quello nel
quale è stata effettuata la trasfusione ed inviarla al Servizio
Trasfusionale;
-
Raccogliere le urine per la ricerca
dell’emoglobina;
-
Prelevare una provetta per l'esecuzione degli
esami previsti: emocromo, PT, aPTT, fibrinogeno, aptoglobina, bilirubina
Devono essere controllati i parametri vitali e
mantenuto l’accesso vascolare cambiando il set di infusione.
Riassumendo, al Servizio Trasfusionale devono essere inviati:
-
il modulo di accompagnamento delle unità
trasfusionali;
-
ciò che resta dell’unità trasfusa;
-
i campioni del paziente per l’esecuzione degli
esami di controllo.
BIBLIOGRAFIA
-
AABB Technical
Manual, 11th edition. American Association of Blood Banks,
Bethesda, MD, 1993.
-
Calhoun L.
Blood product preparation and administration. In: Clinical Practice
of Transfusion Medicine, 3rd edition. Petz LD and Swisher SN
Kleinman S, Spence RK, Strauss RG, eds. Churchill Livingstone,
NY 1996:305-333.
-
British
Committee for Standards in Haematology, Blood Transfusion Task force. The
administration of blood and blood components and the management of
transfused patients. Transfus. Med. 1999; 9:227-238
|