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MATERIALI PER LA TRASFUSIONE

SET PER L'INFUSIONE DEL SANGUE

Gli emocomponenti devono essere filtrati durante la trasfusione al fine di rimuovere piccoli coaguli o aggregati di piastrine e leucociti che possono sempre formarsi durante la raccolta e la conservazione.

I set per l'infusione di sangue posseggono dei filtri "in linea" con pori del diametro di 170-220 m.. Tali filtri non sono ovviamente in grado di raggiungere i risultati che è possibile ottenere con la filtrazione al momento del prelievo ("pre-storage") o quella immediatamente pre-trasfusione (filtrazione in laboratorio o filtrazione al letto del paziente ("bedside"). I filtri per questi ultimi tipi di operazioni possiedono infatti dei pori che possono arrivare fino a 20-40 m..

Particolare attenzione va riservata allorché i set di infusione devono essere innestati su cateteri con vie pre-posizionate. In tal caso, per l'infusione, deve essere sempre utilizzata la via più prossima all'innesto nel vaso, avendo l'avvertenza di chiudere temporaneamente le altre vie al fine di non mescolare il materiale infuso con altri liquidi.

E' buona norma usare un set differente per ogni prodotto trasfuso; se tuttavia devono essere trasfuse più unità di sangue AB0 compatibili tra loro, è ammesso l'uso di un solo set, purché non vi siano interruzioni tra un'infusione e l'altra. Dovrà comunque essere sostituito se è prevista una infusione farmacologia dopo la trasfusione. Il "priming" del set deve avvenire direttamente con le prime gocce dell'emocomponente o, eventualmente, con soluzione fisiologica (che è del resto l'unico liquido che può essere mescolato con il sangue).

AGHI E CATETERI

Il lume dell'ago dipende dal diametro e dall'integrità del vaso. Gli aghi standard sono di solito 198-gauge; aghi e cateteri ultrafini (21/23-gauge e più) possono essere utilizzati in casi particolari di difficile accesso venoso. Si dovrà tuttavia tenere presente che quanto più sottile è l'ago, tanto più a lungo potrà protrarsi la trasfusione. Inoltre, con gli aghi più sottili dovrà essere assolutamente evitato l'uso di infusori rapidi, che potrebbero causare emolisi. Se il flusso dovesse essere troppo lento, è possibile aggiungere una piccola quantità di soluzione fisiologica per ridurre la viscosità dell'emocomponente.

Per evitare che un'eccessiva durata della trasfusione possa compromettere la qualità dell'emocomponente trasfuso, è altresì possibile chiedere al Servizio Trasfusionale di provvedere alla suddivisione dell'emocomponente in aliquote più piccole.

E' infine importante tenere presente che il rischio di contaminazione o di tromboflebiti è in diretta relazione con il tempo in cui aghi e cateteri sono mantenuti in sede.

FILTRI SPECIALI PER LEUCODEPLEZIONE

Nel caso di pazienti che richiedano l'uso di emazie o piastrine leucodeplete è necessario utilizzare dei flitri speciali. La filtrazione degli eritrociti e quella delle piastrine non utilizzano gli stessi principi; per tale motivo i filtri utilizzati per l'una o per l'altra filtrazione non sono interscambiabili.

La maggior parte dei filtri richiede un priming adeguato per poter svolgere al meglio la propria funzione.

POMPE INTRAVENOSE

Pompe meccaniche, purché specificamente approvate per suo trasfusionale, possono essere utilizzate per controllare l'infusione quando siano necessarie velocità molto ridotte (ad esempio in caso di trasfusioni neonatali o pediatriche); deve comunque in tal caso essere prestata la massima attenzione per evitare un'emolisi.

INFUSORI RAPIDI

I cosiddetti infusori rapidi (spremisacche rigonfiabili simili ai bracciali degli sfigmomanometri) possono essere utilizzati in situazioni di emergenza, quando i concentrati eritrocitari debbano essere infusi con rapidità (un'unità ogni 5 minuti circa). La sacca dovrebbe essere gonfiata soltanto fino alla pressione che fa gocciolare il sangue nella camera di gocciolamento con un flusso continuo (circa 200 mm Hg). Pressioni oltre 300 mm Hg possono causare lisi degli eritrociti e non devono pertanto essere mai raggiunte.

RISCALDATORI

I riscaldatori vengono utilizzati per prevenire aritmie cardiache associate con l'infusione rapida di cospicue quantità di sangue ancora a temperatura di conservazione (4-6°C). Il loro uso è altresì indicato qualora vi sia la necessità di trasfondere pazienti portatori di agglutinine a freddo o di crioglobuline ad alto titolo.

Il sangue non deve comunque essere mai riscaldato al di sopra dei 42°C. Per tale necessità di controllo devono essere utilizzati soltanto dispositivi controllati e monitorati, con possibilità di controllo continuo della temperatura durante l'uso. 

SOLUZIONI ENDOVENOSE E FARMACI

Agli emocomponenti possono essere addittivati soltanto soluzione fisiologica (cloruso di sodio allo 0.9%), plasma fresco congelato compatibile, soluzioni di albumina al 5% o di proteine plasmatiche (PPS); non devono invece mai essere mescolati dei farmaci di nessun tipo.

Se specificamente approvate per tale uso, possono anche essere mescolate con il sangue soluzioni elettrolitiche isotoniche, purché prive di calcio. Alcune soluzioni, per la precisione quelle contenenti glucosio (destrosio al 5%), che possono causare impilamento e lisi degli eritrociti o quelle contenenti calcio (Ringer lattato), che possono stimolare la coagulazione, non dovrebbero mai entrare in contatto con gli emocomponenti, nemmeno transitoriamente, come può avvenire per uso in comune delle vie di infusione.

 

 Copyright© 1999/2005 - Francesco Angelo Zanolli - Ultimo aggiornamento in data 16/11/2005