Monsampolo del Tronto - Percorsi Ipogei | Storia Turismo Arte |
Vi sono 120 metri di camminamenti ipogei percorribili, aventi orientamento uno NS l'altro EW, situati sotto il colle di Terra Vecchia. Il percorso NS ha l'ingresso in via del Castello, nell'edificio che ricorda la forma di un'antica Torre quadrangolare.
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In questo primo percorso siamo nelle cantine di Palazzo Guiderocchi. Lungo la parete Ovest del corridoio si aprono due ingressi, il primo venendo da N conduce tramite una ripida scala ricavata nel terreno a un diverticolo di circa 15 metri di lunghezza, caratterizzato nella parte finale da 7 nicchie, 5 delle quali provviste di portali in mattoni ben lavorate e, in basso, di un ripiano con scolatoio; quest'ultimo elemento sembra riconducibile a un'attività di conservazione di alimenti in cui, forse, era prevista la raccolta di liquidi. Tali strutture così ben lavorate non trovano, almeno per ora, confronti editi nella zona; le condizioni climatiche del luogo molto fredde e umide sembrano ricondurre a un luogo dove conservare le derrate alimentari anche se la singolarità del luogo può dare spazio a interpretazioni certamente più suggestive e accattivanti. |
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Il secondo ingresso, aperto per mettere in collegamento i due percorsi ipogei, si collega al camminamento sotterraneo EW che si sviluppa lungo la parete N dei Palazzi Guiderocchi-Malaspina. Questo si differenzia totalmente dall'altro poiché interamente scavato nel terreno, una sorta di arenaria molto resistente, e caratterizzato da piccole diramazioni non tutte riaperte. Si sviluppa per circa 33 metri in maniera lineare e sbuca in via Kennedy all'altezza dell'abside della Chiesa di Maria SS.Assunta. |
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Lungo il lato N si scende lungo un piccolo diverticolo aperto solo per un breve tratto di 14 metri. Il camminamento può essere interpretato come un'antica via di fuga che da Palazzo Guiderocchi permetteva di uscire in incognito direttamente fuori dalle mura. Il ritrovamento per un tratto di circa 20 metri, a ridosso dei Palazzi, di un riempimento molto consistente identificato come discarica, non lascia dubbi sul fatto che, a un certo punto, il percorso sotterraneo sia caduto, per qualche ragione, in disuso.
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I butti generalmente rintracciati nelle cantine di palazzi rispondono all'esigenza di smaltimento di rifiuti cittadini, problema già ben noto e pressante nelle città medievali che denunciavano forti carenze delle condizioni igieniche.
Nei riempimenti dei butti, provenienti da due grosse aperture rintracciate in corrispondenza delle pavimentazioni del pian terreno dei Palazzi, sono stati trovati soprattutto frammenti di ceramica da mensa tra cui sono riconoscibili: maioliche policrome, maioliche bianche, invetriate, graffite ingubbiate policrome e ceramica priva di rivestimenti riconducibili a un arco di tempo compreso tra il XV e il XIX secolo.
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La discarica di Palazzo Guiderocchi copriva due strutture in mattoni, oggi visibili lungo il percorso, delle scale in cotto di forma semicircolare e un piccolo focolare. La presenza di queste scale avvalora ancora di più l'ipotesi dell'utilizzo del camminamento sotterraneo come via di fuga che permetteva di sparire, all'occorrenza, dai passaggi segreti del Palazzo. Le scalette inoltre permettevano l'ingresso attraverso un corridoio con volta a sesto acuto in altri ambienti identificabili come cantine, anch'esse recuperate e oggetto del presente itinerario adibite a spazi espositivi in cui verranno esposti gli oggetti rinvenuti nel ripristino dei due particolari percorsi sotterranei. |