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Antoine de Saint-Exupery

 
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Antoine de Saint-Exupery









Il volo del piccolo Principe

E' una bella mattina di luglio. Un pilota francese di 44 anni sta decollando su un aereo americano, per una missione, dalla base militare di Bastia. Tutti sono convinti che quell'uomo non dovrebbe più volare. Tanto che quel giorno, il suo amico Gavoille dovrebbe consumare un piccolo (o forse grande) tradimento: confidargli un segreto militare, la cui conoscenza, per regolamento, gli avrebbe impedito di partecipare a qualsiasi azione militare. Ma quando il comandante Gavoille arriva al campo, il pilota è già partito e a Gavoille non resta che aspettare, contando i minuti fino al momento in cui il semplice calcolo della benzina nel serbatoio e del tempo trascorso rende evidente che non tornerà più.
Chi non conosce questa storia, la storia della morte (ma non è proprio una morte, è forse, meglio, una "scomparsa") di Antoine de Saint-Exupery. Mai rientrato dalla missione che si era scelto la mattina del 31 luglio del 1944, forse abbattuto da un aereo tedesco sul mare davanti alla Costa Azzurra. Chi vorrebbe scriverla questa storia, una sorta di vera cronaca di morte annunciata o meglio: temuta? Daniele Del Giudice l'ha fatto: in una raccolta di racconti tutti dedicati al volo (Staccando l'ombra da terra), ha tenuto il diario del suo volo personale sulle orme (mai termine è stato più improprio) dell'ultimo volo di Saint-Exupery. Racconta Del Giudice alcune delle avventure del pilota Saint-Exupery: si infilò nella sabbia del Sahara, in piena notte, a 270 all'ora, in un raid aereo con un premio di 150.000 franchi. Ne uscì miracolosamente indenne e fu recuperato dopo tre giorni. Ma qualche anno dopo saldò il suo debito con la fortuna ed uscì con la spalla anchilosata e tutto piagato da un incidente banale. Per via di quella spalla, anche volendo, quel 31 luglio del 1944 non avrebbe potuto lanciarsi da solo col paracadute.
Oggi il web pullula di siti dedicati all'autore del Piccolo Principe (ma anche di Pilota di guerra, Volo di notte, Cittadella): credo che gli sarebbe piaciuta la rete, si sarebbe gettato con entusiasmo nei sentieri del web che rendono così facile parlare e scambiare posta, lui che per recapitare la posta ogni volta rischiava la vita. Il nostro volo ideale all'esplorazione del Saint-Exupery della rete (ma non e' un gran volo, assomiglia piuttosto al salto della pulce) non può non partire dal
sito ufficiale del centenario: bruttino, secondo me, più ricco e completo un sito creato due anni prima, Tonio, con molti link, bellissime foto, bibliografia e pagine scelte. Ancora, ci sono le cartoline postali, falcidiate dal diritto d'autore, e i testi in 28 lingue del Piccolo Principe: chiusa la versione francese per rispettare il diritto d'autore (è di Gallimard), c'è però quella inglese e, illustrata, quella spagnola. Citazioni, bibliografia e link in westegg.com.



















L'essenziale è invisibile
agli occhi...
















Perché rischiamo la pelle a cuor leggero per consegnare delle lettere?

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- Pagina personale di uno studente americano
http://www.cnr.berkeley.edu/~gsposito/LittlePrince/index
- Dedicato al Piccolo Principe
http://littleprince.8m.com/index1.html

C'è anche il Piccolo Re, libro bello e introvabile di Lichtenberger. Qualcuno lo ricorda?