IL GRANDE ELETTORE (1675)
Guerra di Coalizione.
Ponti d'Oro al Nemico che si Ritira.
Turenne lascia forti guarnigioni nelle fortezze dell’Alsazia e si ritira in Lorena
(tra Saverne ed Haguenau), poi inizia una rapida marcia invernale (5 XII) superando
il versante occidentale dei Volsgi per Tanne, giunge presso Belfort (27 XII) e
sorprende i 50.000 imperiali sparsi in piccoli contingenti.
L’avanguardia francese (29 squadroni) incontra un grosso contingente di cavalleria
del duca di Lorena presso Mülhausen/Mulhouse (29 XII) e lo mette in fuga
causando 2.000 tra caduti e prigionieri. Il giorno successivo è catturato un
reggimento di fanteria a Brumstadt/Brunstatt. Gli imperiali si radunano velocemente
presso Strasburgo. Turenne punta sull’ala sinistra avversaria.
L’Elettore Federico Guglielmo I duca di Brandeburgo prende posizione dietro la
Fecthe/Fecht, tra Colmar e Turkheim. Turenne lascia un contingente a sorvegliare
Colmar, attacca e sconfigge il duca di Brandeburgo a
Turkheim (5 I 1675). Gli imperiali abbandonano 3.000
feriti e malati a Colmar, altri 2.000 a Ruffsch, ripassano il Reno a Benfelden (11
I) e ripiegano rapidamente nel Baden. L’Elettore Federico Guglielmo I torna in
Brandeburgo. Turenne non insegue ed esclama "Pont d’Or á l’Ennemi qui se
Retira".
L’Alsazia è così completamente liberata. Turenne sverna a Strasburgo
appovigionandosi sulla riva destra del Reno e nella valle del Neckar (I 1675),
scrive al re "In Francia non ci sono nemici salvo i prigionieri" ed è accolto
in trionfo a Parigi (24 I).
La campagna invernale è ritenuta il capolavoro di Turenne.
Guerra di Scania - La Reazione dei Brandeburghesi.
Gli svedesi si radunano a Prenzlau (I 1675), occupano Stargard, Landsberg, Neustettin,
Kossen e Zuellichau (II 1675).
Johann George von Anhalt-Dessau organizza la difesa con Bürgerkompanien
(Compagnie di Cittadini) facendo scrivere sulle bandiere "Wir Bauern von geringem
Gut dienen unserem gnädigen Kurfürsten und Herrn mit unserem Blut" (Noi
Possidenti Serviamo il Nostro Benevolo Principe e Signore con tutta l’Anima).
Il maresciallo di campo sessantanovenne George von Derffinger raduna un corpo di
cavalleria brandebuerghese a Schweinfurt (4 VI) e raggiunge Magdeburgo, già
bloccata dagli svedesi. Un contingente di 1.200 fanti, 5.000 cavalieri e 14 cannoni
` inviato a rinforzare la fortezza di Rathenow. Dalla
Franconia 15.000 brandeburghesi inziano la marcia per rientrare in Prussia (26 V
1675), in tre colonne.
Gli svedesi marciano verso Magdeburgo per unirsi ai 10.000 uomini dei duchi di
Brunswick, ma l’Elettore Federico Guglielmo I duca di Brandeburgo li precede con la
cavalleria e decide di attaccarli senza aspettare il grosso della fanteria, riprende
Rathenow (15/25 VI), insegue gli svedesi guidati dal generale Woldemar Wrangel,
fratello del feldmaresciallo, e li sconfigge a Fehrbellin
(18/28 VI 1675):Federico Guglielmo I ottiene il soprannome di "Grande Elettore".
Alla dieta di Ratisbona è chiesta la dichiarazione di guerra contro la Svezia.
Ai brandeburghesi si uniscono contingenti dei duchi del Brunswick-Lüneburg e del
vescovo di Münster.
Guerra di Messina - L’Arrivo del duca di Vivonne.
Il cavaliere Jean-Baptiste de Valbelle con 6 vascelli, 1 fregata, 3 burlotti ed
alcuni mercantili carichi di viveri per 5 settimane, forza il passaggio del Faro,
difeso da 34 vascelli e 19 galere spagnoli appoggiati dal forte, e rientra a Messina
(2-3 I 1675).
Luigi XIV invia a Messina Louis Victor de Rochechouart duca di Mortemart e
di Vivonne con 7 vascelli da guerra da 60 cannoni, 2 da 80 ed alcuni burlotti. Alla
spedizione partecipano anche Forbin e d’Amfreville. Tourville guida la
"Syrène" (44 cannoni); il suo secondo è il capitano ventinovenne Alain
Emmanuel de Coëtlogon de Méjusseaume.
Enrique Bazan marchese del Viso e Melchior de La Cueva con 20 vascelli e 23 navi
minori affrontano i francesi presso l’isola dello Stromboli (11 II 1675),
dell’arcipelago delle Eolie. Il cavaliere Jean-Baptiste de Valbelle ed il conte di
Tourville escono da Messina con 4 vascelli, affondano un vascello spagnolo, ne
mettono in fuga un’altro ed attaccano le 16 galere di Enrique Bazan alle spalle.
Dopo pochi combattimenti gli spagnoli perdono 4 vascelli e rompono il contatto
fuggendo parte verso Milazzo e parte verso Napoli.
Il duca di Vivonne entra a Messina e forma un reggimento di fanteria con un
battaglione del reggimento La Marina e reclute siciliane. Luigi XIV lo nomina
in premio vicerè di Sicilia.
Niente Salva Limburgo.
Luigi XIV prende il comando dell'"Armée de Flandre", coadiuvato da
Louvais, Condé e dal venticinquenne Jules-Louis Bolé marchese di
Chamlay marèchal des logis des camps et armées du roi.
I francesi riprendono alcune fortezze sulla Mosa, occupano Liegi (V 1675) e coprono
le operazioni d’assedio di Condè, che in dieci giorni costringe alla resa
Limburgo (21 VI 1675).
La presa di Limburgo è celebrata da un sonetto di Jean La Fontaine (1694), in
cui dice "Rien ne sauva Limbourg: les forces de l'Empire, Le Batave,
l'Ibère, enfin le monde entier" (Niente Salva Limburgo: le forze
dell’Impero, gli Olandesi, gli Spagnoli, neppure il mondo intero) e "Où
sont ces Ilions qui coûtaient dix années? Limbourg, après dix
jours, tomba sous notre fer" (Dove sono i Troiani che resistettero 10 anni?
Limburgo dopo 10 giorni cadde sotto le nostre armi).
Luigi XIV torna a Versailles (26 VII). Sono aperte trattative di pace a Nimega ma per
tutto l’anno seguente si discute di etichetta e protocolli.
Turenne di Fronte a Montecuccoli.
Sul Reno riprende il comando Raimondo di Montecuccoli, che dispone di 30-35.000
imperiali (V 1675). Turenne con 25.000 uomini è a Schlettstadt/Schlestadt.
Montecuccoli si avvicina a Strasburgo ma Turenne lo blocca fronteggia costringendolo
a rispettare la neutralità della città. Montecuccoli effettua allora
una finta a nord verso Philippsburg ma Turenne rimane presso Strasburgo.
Montecuccoli passa il Reno a Spira ed effettua una finta sulla Lorena. Turenne
rafforza il presidio di Philippsburg, getta alcuni ponti di barche ad Ottenheim e
passa sulla destra del Reno a Kehl (7-8 VI), avanza a Willstadt sulla Kintsiz. In
questo modo protegge Strasburgo e minaccia i magazzini imperiali ad Offenburg.
Montecuccoli abbandona l’offensiva, ripassa il Reno, aggira la forte posizione
francese sulla Kintzig per le alture di Offenburg e giunge sulla Schutter (18 VI),
da dove minaccia i ponti di barche e quello di Khel. Turenne torna ad Ottenheim e
Montecuccoli non osa attaccare nessuna delle due forti posizioni francesi (Kintzig
ed Ottenheim).
Turenne lascia parte delle truppe ad Altenheim, sulla Schutter, tra i ponti e
Wilstädt, e sposta i ponti ad Altenheim (22-26 VI), dimezzando il suo
fronte.
Montecuccoli ripiega verso Offenbourg, seguito da Turenne, si assesta sulla forte
posizione di Renchen ma è minacciato di aggiramento, quindi arretra ancora sul
Sasbach/Salzbach. Turenne lo sorprende da Achern con la sinistra scoperta, la foresta
Nera alle spalle ed esclama: "Enfin, je les tiens; ils ne pourront plus
m’échapper!" (Infine li tengo, non possono più scapparmi!), ma poco
dopo è ucciso da un colpo d’artiglieria imperiale tirato a caso (27 VII 1675).
I francesi sono costretti a ripassare i ponti di Altenheim, respingendo un attacco
imperiale. Montecuccoli li caccia a forza da Lorges e da Vaubrun.
Turenne è sepolto a Saint-Denis, come il conestabile Du Guesclin (eroe della
guerra dei Cento Anni). Luigi XIV nomina 8 nuovi marescialli, soprannominati
"La Monnaie de Turenne" (Le Monete [in cambio] di Turenne).
Guerra di Messina - La Spedizione in Adriatico.
Tourville con il "Syrène", il cavaliere di Malta Lhéry con il
"Téméraire" (50 cannoni), e la fregata "Gracieuse" sono inviati nel
mare Adriatico per intercettare un convoglio di truppe tedesche diretto da Trieste a
Barletta. La squadra francese cattura una nave al largo ma arriva a Barletta dopo lo
sbarco delle truppe (21 VII 1675).
Tourville e Lhéry bombardano il forte per due ore mentre Coëtlogon con 4
scialuppe abborda l’ammiraglia veneziana (50 cannoni), che non fa resistenza, poi
anche 2 vascelli ed una galeotta spagnoli. I francesi affondano un vascello da 50
cannoni, una fregata, 2 trasporti e danneggiano un terzo trasporto.
Nel ritorno la "Gracieuse" va a deriva a causa della bonaccia ed è catturata
presso Reggio da 10 galere di Guevara. Tourville e Lhéry entrano nel porto di
Reggio con un burlotto guidato da Serpant, incendiano la "Gracieuse", altre 14 navi
ed alcune case. Un’esplosione distrugge anche parte del forte. Serpant è
premiato con una collana d’oro ed una medaglia.
La Cattura del Maresciallo di Créquy.
Il duca di Lorena con 20.000 uomini assedia Treviri.
Il maresciallo François de Bône cavaliere di Créquy/Crequi e marchese di
Marines giunge con 15.000 uomini ed 11 cannoni ma è sconfitto dalle truppe di
Georg Wilhelm duca di Brunswick-Lüneburg guidate dal generale Ottone Enrico del
Carretto marchese di Grana al ponte di Konz (11 VIII 1675), tra Konz e
Wasserliesch, sulla Mosella, perdendo 2.000 caduti (tra i quali La Boulaye), 1.600
annegati, 80 stendardi e bandiere, tutti i cannoni e 200 carri.
Alla battaglia partecipa Georg Wilhelm duca di Brunswick-Celle e suo fratello Ernst
August, con gli imperiali.
Créquy con i resti dell’esercito entra a Treviri ma è costretto ad
arrendersi (6 IX).
L‘Ultima Campagna del Gran Condè e di Montecuccoli.
Montecuccoli assedia Saverne ed Haguenau.
Il duca di Lussemburgo, nominato maresciallo, assume il comando dell'"Armé
de Flandre" al posto di Condé, inviato al comando dell'"Armé
d'Allemagne" (30 VII).
Condé si assesta in forte posizione e minaccia di prendere il ponte di Spira,
costringendo Montecuccoli a ritirarsi sulla riva destra del Reno.
È l’ultima campagna del Gran Condè (VIII-XI 1675), che si ritira a vita
privata (muore nel 1686). Anche Montecuccoli abbandona il servizio militare.
Guerra di Messina - La Presa di Augusta.
Augusta si ribella alla Spagna e chiede aiuto ai francesi, che giungono con la flotta
(17 VIII 1675).
Vivonne e Valbelle con 29 vascelli aprono il fuoco contro i forti di Augusta mentre
Tourville con 6 vascelli forza l’entrata sotto il fuoco dei cannoni dei forti, e
bombarda il forte di Avalos, il più importante dei cinque che difendono la
città (con il castello Svevo, i forti Grazia e Vittoria).
Alain Emmanuel de Coëtlogon de Méjusseaume guida una piccola forza da
sbarco che prende alcune fortificazioni avanzate ma è infine catturata.
Coëtlogon è ferito. Tourville con alcuni volontari sbarca in soccorso,
assale la seconda linea di fortificazioni, incendia il portone ed ottiene la resa
del forte, seguita da quella della città.
Presso Messina Almeiras con 10 tra vascelli e burlotti francesi attacca 15 vascelli,
3 burlotti e 9 galere spagnole che si ritirano, rifiutando la battaglia.
Tourville è promosso caposquadra da Luigi XIV.
La Rivolta dei "Bonnets Rouges".
La popolazione della Bretagna, guidata da Sébastien Le Balp, Laurent le Queau
ed Alain le Moign, si ribella contro le tasse troppo elevate (9 VI 1675).
Gli insorti prendono Carhaix (6 VII) e Pontivy (20 VII). La rivolta è chiamata
delle "Papier Timbrè" (Carte Timbrate, per la nuova tassa istituita da
Colbert nel 1673) o dei "Bonnets Rouges" (per il colore dei cappelli degli
insorti). Si sollevano anche le campagne attorno Bordeaux.
Il duca di Chaulnes, governatore della Bretagna, riceve 6.000 uomini che sbarcano a
Nantes (VIII) e reprime sanguinosamente la rivolta. Nantes è ripresa (X). Il
parlamento è trasferito da Rannes a Vannes.
A fine anno altri 10.000 uomini sono inviati a svernare in Bretagna a spese della
popolazione.
Guerra di Messina - L’Intervento Olandese.
Le Provincie Unite inviano in Sicilia l’ammiraglio Michiel Adriaenszoon de Ruyter con
18 vascelli (in tutto 916 cannoni e 4.495 uomini), 6 snauw (48 cannoni e 216
uomini), 4 burlotti (16 cannoni ed 82 uomini) e due navi minori (8 cannoni e 34
uomini). La Spagna si impegna a coprire le spese della spedizione per 6 mesi.
L’ammiraglio Carlo D’Avolos principe di Montesarchio attende a Palermo con 17
vascelli e 3 navi minori.
Ruyter passo lo stretto di Gibilterra, sosta a Cadige (IX 1675) e Barcellona. Al
capitano di un vascello inglese, che gli chiede cosa stia facendo nel Mediterraneo,
Ruyter risponde "Aspetto il Valoroso Duquesne".
La flotta olandese sosta a Cagliari ed arriva a Milazzo, raggiunta dalla flotta
spagnola.
Guerra di Scania - L'Intervento Danese.
Cristiano V re di Danimarca dichiara il proprio intervento a favore del Brandeburgo ed invia 19.000 uomini guidati dal
generale Adam Weyher attraverso il neutrale Mecklenburgo (estate 1675) verso la Pomerania svedese, difesa da
6.000 uomini guidati dal generale Königsmarck.
Gustavus Adolphus conte di Baidissin con un altro contingente di 2.500 danesi invade i ducati svedesi di Brema e Verden
ma è sconfitto presso la fortezza di Carlsburg (presso l'odierna Bremervörde).
Cristiano V raggiunge il generale Weyher, forza il Recknitz presso Damgarten (6 X), avanza lungo la costa, rifiuta di
cooperare con i brandeburghesi ed investe per conto proprio Wismar. Il terreno paludoso ostacola le operazioni degli
assedianti, colpiti da una pestilenza, ma la città è presa con un assalto (13 XII).
I brandeburghesi, il duca di Brunswick-Luneburg ed il vescovo di Münster si uniscono ai resti del contingete danese,
occupano svedesi i ducati di Brema e Verden ed assediano la capitale, che resiste per tutto l'anno seguente.
Alla morte del duca di Slesia, ultimo dei Piasti, l’Imperatore incamera il ducato come feudo vacante.