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Le procedure aferetiche rappresentano l'uso in terapia di apparecchiature del tutto simili sia concettualmente che per funzionamento a quelle che vengono utilizzate per la raccolta mirata degli emocomponenti. Esse sono inoltre un trattamento di tipo extracorporeo che, per le sue caratteristiche di invasività e potenziale rischio, deve essere effettuato da personale specializzato. Per tali motivi esse rappresentano una terapia molto spesso applicata presso i Servizi Trasfusionali. Il termine aferesi indica la separazione e la rimozione di alcuni elementi del plasma o frazioni ematiche (emazie, granulociti, linfociti, piastrine o loro combinazioni) e la sostituzione con soluzioni inerti di elettroliti o proteine o plasma sostitutivo. Tra le procedure aferetiche la più applicata è certamente la plasmaferesi, vale a dire, in termini generali, la rimozione del plasma e, conseguentemente, di eventuali sostanze tossiche e molecole in grado di provocare l'insorgenza di varie patologie.
Attualmente le cognizioni sulla plasmaferesi sono molto vaste, a
partire da quella che questa procedura è applicabile con risultati certi
esclusivamente in un numero ristretto di patologie (malattie linfoproliferative,
patologie autoimmuni ad evoluzione acuta ed errori del metabolismo nei quali si
verifichi un aumento nel plasma di sostanze che, in eccesso, provocano danni
all’organismo). Infine, sono state trattate con buoni risultati con questa
metodica anche alcune intossicazioni da gas e/o veleni di origine animale e/o
vegetale. |
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