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LA TECNICA DI MARTHA GRAHAM

Martha Graham

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LA TECNICA DI MARTHA GRAHAM

Per questo Martha si era ribellata al formalismo del balletto come all'esotismo di Ruth St. Denis: perchè, anche se in modi diversi, entrambi si riferivano ad individui astratti, lontani dalla sua realtà. E perchè di essi non raccontavano che gli aspetti esteriori, superficiali. Al contrario Martha mirava ad esprimere i sentimenti più profondi, le emozioni, i più intimi mutamenti dell'animo. Una prerogativa più del teatro, mai ricercata attraverso la danza fino ad allora.

Sulla base di questi nuovi impulsi Martha continuò l'insegnamento. Le sue classi erano veri e propri laboratori nella quale ella studiava, provava, ricercava i movimenti che avrebbero dovuto entrare a far parte del suo linguaggio. Lei stessa disse più tardi di non essere interessata a creare movimenti semplicemente belli o fluidi, bensì densi di significato. Esplorò e scavò i movimenti fino a trovare quello che sarebbe stato il perno della tecnica che andava costruendo. Si trattava di un atto umano naturale e insieme essenziale alla vita: l'atto del respirare. Ampliando le fasi della respirazione - inspirazione ed espirazione - Martha osservò come il corpo veniva indotto a modificarsi in relazione ad esse, compiendo movimenti che chiamò rispettivamente release (con l'inspirazione) e contraction (con l'espirazione).   E si disse che, come la respirazione ha sede nel tronco, anche i movimenti che ne derivano devono originare da esso, dal centro del corpo, e solo successivamente propagarsi alla periferia. Release e contraction divennero la base di tutta la tecnica Graham, proprio come le fasi del respiro sono la base della vita.

Il danzatore di Martha è un essere terreno. Non finge le proprie emozioni. Nè di ignorare la forza di gravità, come se non esistesse. Martha lavorò sul contatto con il suolo, sulla forza di gravità e sulla capacità di assecondarla ed utilizzarla. Accoppiando l'uso della contraction con quello del peso nacquero le cadute, tipiche della tecnica Graham. La caratteristica comune delle svariate cadute Graham è che il movimento non termina necessariamente a terra: più spesso il contatto con il suolo ed il release che segue viene utilizzato per ritornare in piedi o comunque alla posizione di partenza. Proprio dal contatto con il suolo il corpo in caduta trae nuovo vigore, per rialzarsi e continuare.

Un altro elemento che Martha introdusse nella propria tecnica fu quello della spirale, non intesa come forma, bensì come dinamica. Ed ecco che nella tecnica Graham il corpo  si muove sempre attorno ad un asse centrale, in uno spazio tridimensionale e con movimenti che si amplificano nel progredire verso l'alto. Secondo una dinamica a spirale, appunto.

E ancora, Martha elaborò il concetto di opposizione dei movimenti. Qualsiasi movimento è tanto più intenso e drammaticamente significativo se è accompagnato da un movimento in direzione opposta. Perchè l' opposizione genera tensione e la tensione genera energia. Di nuovo un concetto familiare per il teatro ma sconosciuto al mondo della danza, prima di Martha Graham.

Come tutte le avanguardie artistiche di quell'epoca anche Martha tese a semplificare al massimo il proprio modo di esprimersi. Via i gesti superflui, non necessari, i sorrisi immotivati; via i fondali; via l'elaborazione dei costumi. Martha voleva danze essenziali e, alla maniera degli Espressionisti che ammirava, le voleva capaci di impatto emotivo.  Voleva indurre le persone a riflettere.  Afferma Marie Marchoswki, che danzò con Martha dal 1934 al 1940: "I primi anni '30 erano un  tempo di ricerca ed esplorazione, di abbandono del vecchio e di creazione di nuove forme di espressione. Era un tempo di sconvolgimento in tutte le arti. La tecnica di Martha rifletteva questa esplosione. Il movimento era percussivo, spogliato fino all'osso, disadorno, scuro, drammatico, e mai decorativo. Questa nuova via portò ad un nuovo significato della danza come ricerca delle basi del movimento: con la sua visione Martha creò una forma di arte unica ed indipendente da qualsiasi danza esistita prima" (da Marian Horosko, "Martha Graham").

 

 

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