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Impostazione congruente del training:
Tale impostazione comincia con la compilazione della "tabella di allenamento" e conseguentemente, prima con la scelta degli esercizi e poi con la disposizione degli stessi. Personalmente impiego anche delle ore per impostare un training e rimango perplesso quando sento di "colleghi" che fanno tutto in pochi minuti. Evidentemente o sono molto più bravi di me o sono molto meno puntigliosi (Voi che ne dite ?). Comunque, continuate a leggere e giudicate da soli….
La scelta degli esercizi non deve essere - come viceversa vedo spesso - casuale, ma conseguente ad un'accurata analisi articolare. Mi prendo la libertà di dire che, malgrado le buone intenzioni, una tabella di allenamento compilata senza tale analisi è compilata a casaccio! Mi spiego meglio: gli esercizi prescritti nella tabella servono (ovviamente) per stimolare una determinata sezione muscolare. Molto spesso, però, capita che problemi articolari "spostano" il carico allenante lontano da dove si desidera. Se, ad esempio, a livello di "cingolo scapolare" la vostra escursione non è ottimale, non lamentatavi (con voi stessi e con la vostra genetica) se con il lento dietro vi crescono i trapezi e non i deltoidi (come invece desideravate e vi aspettavate): tutto ciò si può facilmente prevenire se il vostro "preparato" istruttore si accorge (mediante analisi articolare: non c'è altro modo!) della situazione e invece del lento dietro vi prescrive altri esercizi più consoni al contesto. Il passo successivo della compilazione della tabella è la disposizione degli esercizi che, come per la scelta precedente, NON deve essere casuale. È facile dire usiamo i fondamentali, ma molte volte la "catena cinetica" coinvolta in tali esercizi "cede" dove meno desideriamo. Occorre a questo punto "accoppiare" in maniera opportuna (NB: maggiori informazioni le potete trovare nella mia dispensa tecnica "THE TRAINING") alcuni esercizi in modo da non "caricare" più di tanto l'individuato (se ci siamo prodigati a farlo) "anello debole della catena".
Monitoraggio dei risultati
Ovviamente, compilata la tabella (tabelle, se usiamo una "split") di allenamento, non è finita: occorre ancora "inquadrare" la relativa "collocazione temporale". Converrete con me che una cosa è farvi eseguire una tabella una volta ogni due giorni ed un'altra cosa è farvela eseguire una volta ogni dieci giorni. Qual è la soluzione migliore? Non esiste, in quanto ognuno di noi ha una capacità di recupero diversa. È qui che entra in gioco il monitoraggio dei risultati: mediante dei parametri "diretti" (ad esempio, il costante incremento del carico sugli attrezzi) e delle valutazioni "indirette" (affaticamento generale durante il training, disturbi del sonno, ecc.) si può comprendere come il carico di lavoro viene assorbito dall'atleta e prendere le opportune (se servono) contromisure. È finita? No di certo: come se non bastasse, quanto esposto va poi inquadrato in una logica programmazione annuale che, tra le altre cose, dipende dal livello (principiante - medio - di alta qualificazione) dell'atleta in questione. Tirando le somme, comprenderete come, tutto ciò (sicuramente per me lo è) una "faticaccia" (ecco perché tanti "colleghi" preferiscono vie più "semplici" [1]…), che però come ricompensa, offre garanzia di risultati! Sia ben chiaro, però, che per "garanzia di risultati" non intendo che vincerete il Mr. Olympia, ma - più realisticamente - che non vi ammazzerete di fatica per nulla (e vi sembra poco?). Comunque - per amor di verità - non illudetevi che la parte più "difficile" sia quella del preparatore: la più meticolosa programmazione non serve a nulla senza la costante e l'altrettanto meticolosa applicazione dell'atleta. Concludendo, un vecchio detto orientale riferisce: "è meglio passare degli anni a cercare un buon maestro che perdere degli anni a studiare con uno cattivo". Ma vale davvero la pena perseguire tale ricerca e non rivolgersi "comodamente" alle attenzioni del preparatore della palestra sottocasa? La risposta chiedetela a tutti quei soci dei club sportivi che, anno dopo anno, non ottengono risultati….
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[1] ogni tanto, qualche "preparatore chimico" se ne esce (vero Piero?) con la solita - ipocrita - storia: "ma i miei atleti hanno vinto delle gare, mentre i suoi (cioè, i miei...) no." … E mi pare ovvio che i miei non vincono le gare e i tuoi le vincono... Io alleno atleti senza fargli usare farmaci; tu invece - attentando al loro portafogli e alla loro salute - gli fai spendere migliaia e migliaia di euro in "Farmaci illegali" vari… Vorrei vedere (amico Piero...) se li allenassi senza "farmaci illegali" che risultati gli faresti ottenere… penso proprio - visto che a mio avviso, di allenamento non è che ne capisci tanto - che piuttosto che farli progredire ...li faresti regredire… Anzi, vorrei vedere (amico Piero...) qualcuno dei tuoi allievi potrebbe mai raggiungere i miei risultati di atleta natural, che sono indubbiamente "modesti" se confrontati con chi si riempie di "roba", ma che sono di assoluta rilevanza se rapportati ad atleti che non usano farmaci… E poi, amico Piero, che ne diresti se ci facciamo una garetta consistente nel salire di corsa un paio di rampe di scale? Personalmente arrivo al quinto piano senza (quasi) fiatone, mente tu - se va bene - arrivi al primo piano con un certo affanno… ovviamente questo è solo il mio modesto parere e sono disponibile a ricredermi dietro un'evidenza sperimentale … cioè se accetti (ma ne dubito...) di fare la garetta… e mi batti…
NB: ho scritto Piero, ma potrei scrivere tanti altri nomi … ad esempio Alessandro, un superdopato romano che una volta voleva convincere un mio amico a farsi allenare da lui. Era forse mosso da un innato altruismo? No, voleva che andasse nel suo studio per poi presentargli la "parcella"… Infatti, in palestra non gli ha voluto dire niente proprio perché doveva "spillargli" dei soldi... Beh, ti capisco amico Alessandro con tutti i soldi che spendi in farmaci … sarai sempre alla ricerca di denari...
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