Tre itinerari di monte
da Rapallo

Vedere anche gli Itinerari
sul
Monte di Portofino
e nelle Cinque Terre

 

Mappe e testo tratti da "A piedi in Liguria" Vol. 1 - Edizioni ITER

Itinerario 502 - Il Santuario di Montallegro
Da Chiavari sui panoramici crinali tra il Tigullio e la Val Fontanabuona
Dislivello 860 m

Tempo di andata 3.30 ore
Tempo di ritorno 2.30 ore
Itinerario segnato (simboli FIE)

MAPPA

Incantevole escursione dallo sviluppo abbastanza lungo
ma che ripaga, indubbiamente, di tutto l’impegno profuso.
Percorrere lo spartiacque meridionale della
Val Fontanabuona
è come effettuare una lunga carrellata panoramica sulla costa
che va da
Punta Manara al Promontorio di Portofino,
tra gli aromi della macchia mediterranea e le
assolate frazioni sparse sui terrazzati versanti.
Naturale conclusione del percorso è il
Santuario di Montallegro,
splendido balcone sul
Golfo del Tigullio.
Dal santuario è possibile scendere, tramite l’itinerario
503,
a Rapallo e far quindi ritorno a Chiavari in treno o in autobus.

A Chiavari si parte dalla stazione FS. Da qui si segue Corso Giannelli e poi Corso Italia. Quindi si va a destra su Corso Montevideo che si prolunga in Via Fiume. Si seguono ora le indicazioni per Leivi, Solaro e San Pier di Canne (9 m) e, percorso circa un km, si raggiunge quest’ultima località (dove si può arrivare anche in auto e parcheggiare).

Qui, nei pressi della chiesa, s’individua la strada per Maxena. Se ne percorre un brevissimo tratto e poi la si lascia per andare a destra su scalinata. Tra case sparse e terrazzamenti ad olivo si sale sfiorando poco dopo un tornante della strada e salendo a Maxena (153 m). Si costeggia la chiesa e quindi ci si inserisce sull’ampia mulattiera che velocemente raggiunge i piccoli nuclei abitati di Senato, Case Camiade (244 m) e Case Costa (303 m).

Ora la via diviene sentiero ed effettua alcuni stretti tornanti in salita mantenendosi sempre prossima al crinale fino a raggiungere una stradetta nei pressi del M. Anchetta (549 m, 2 ore).

Si va a destra su questa, in discesa, e, dopo circa 10 minuti di cammino, si raggiunge il Passo dell’Anchetta (474 m). Qui si rincontrano i segnavia rossi da prendere a destra salendo su sentiero al M. Carmelo (567 m) per poi scendere alla Colla di Oneto (525 m). La via ritorna quindi mulattiera e prosegue in salita tagliando i versanti a mare del M. Groppo e raggiungendo il M. Castello (665 m).

Trascurato un sentiero segnalato che scende a sinistra, si continua sulla larga mulattiera segnalata che si tiene poco sotto il crinale entrando in una lussureggiante lecceta. Tagliati i versanti meridionali del M. Rosa, si arriva proprio alle spalle del Santuario di Montallegro, ad un importante incrocio di sentieri.

Seguendo i segnavia si passa sotto una volta e si sbuca davanti al sagrato dell’importante edificio religioso (612 m, 1.30 ore). Il ritorno è sulla stessa via e richiede 2.30 ore.


Itinerario 503 L’anello di Montallegro
Da Rapallo per l’antica mulattiera, discesa per il crinale del Monte delle Pozze
Dislivello 850 m

Tempo complessivo 4.30 ore
Itinerario segnato (simboli FIE)

MAPPA

Percorso ad anello divisibile in due segmenti
con diverse caratteristiche.
Il primo è, in pratica, una turistica salita sulla larga, storica
mulattiera selciata per il
Santuario di Montallegro.
Il secondo è, invece, una discesa più strettamente escursionistica
su sentiero che presenta alcuni ripidi tratti.

La meta dell’itinerario, il Santuario di Montallegro,
è un edificio cinquecentesca di chiare forme neogotiche
la cui bianca facciata marmorea e ben visibile anche dai mare
.
Sulle mulattiere lastricate che qui giungono transitarono
e transitano, a migliaia, i marinai della costa,
come testimoniano i molti
ex voto visibili all’interno della chiesa.
L’edificio è raggiungibile da Rapallo
anche tramite
funivia (in questo caso i percorsi proposti
possono essere usati come vie di discesa).
Notevoli i
panorami verso il mare.

A Rapallo si raggiunge il centro della cittadina e si parcheggia nel piazzale della chiesa di S. Francesco. A piedi si prende Via Don Minzoni e, subito dopo, si è ad una scalinata. Imboccatala si prende quota velocemente sulla larga mulattiera che si presenta per lunghi tratti ancora scalinata. Questa tocca diverse frazioni sparse sugli assolati versanti terrazzati e alcune cappelle (chiesetta di S. Bartolomeo, con bel porticato, cappella Figari, cappella di S. Gerolamo). Infine la mulattiera raggiunge il Pellegrino (200 m), piccolo centro abitato da dove, con percorso in ascesa meno pronunciata, si continua la salita verso il santuario.

Attraversando una verde lecceta che circonda Villa Beltrame (339 m) e godendosi nei tratti scoperti i panorami su tutto il Golfo del Tigullio, si raggiunge il breve tratto a scalini che consente di accedere al piazzale d’arrivo della funivia.

Da qui si attraversa la porta d’ingresso al santuario e quindi si percorre il suggestivo viale alberato che precede l’arrivo al sacro edificio di N. S. di Montallegro (612 m, 1.45 ore).

Passando sulla sinistra dell’edificio ed attraversando una buia volta, si perviene ad un quadrivio da dove si dipartono molte mulattiere tutte segnalate dalla FIE. A destra si allontana la mulattiera per Chiavari (itinerario 502). A sinistra, invece, si stacca la via da seguire che si addentra nella lecceta salendo fin sotto la vetta del M. Rosa e poi proseguendo nei pressi del crinale con continui saliscendi.

Superato il Passo di Coreglia (635 m), si perde quota dolcemente raggiungendo infine il Passo della Crocetta (599 m, 1 ora) dove s’incontra la strada asfaltata per Coreglia Ligure. La si attraversa e, dalla parte opposta, s’imbocca il sentiero segnalato che lascia il crinale per proseguire, in leggera discesa, lungo i versanti meridionali del M. Pegge. Qui è stata recentemente ristrutturata una vecchia casermetta di alpini, che ora prende il nome di Rifugio Margherita (m.750). Merita una visita.


Foto scattata da me
Il Rifugio Margherita sul M.Pegge (m.750)

Dirigendosi verso l’impluvio principale, si supera una fresca sorgente che si trova poco sopra il sentiero e si continua prevalentemente allo scoperto per poi entrare in un rado bosco, e riprendere quota fino a raggiungere l’importante crinale (539 m) che, dal M. Pegge, scende verso Rapallo.

Qui s’incrocia il sentiero segnalato da prendere a sinistra. Superato Pian dei Merli, si prosegue quasi in piano lungo il crinale per poi aggirare il M. delle Pozze ed attraversare un fresco bosco di latifoglie. La discesa, in alcuni tratti ripida, consente di raggiungere il tratto più antropizzato del crinale. Toccate, infatti, Case Vecchie (284 m), si continua a scendere, ora tra terrazzamenti coltivati prevalentemente ad olivo, incontrando molte piccole frazioni di Rapallo. La via, che nel frattempo si è trasformata in un’ampia pedonale, tocca Ciappella (225 m), Canessa (184 m) e poi la chiesetta di S. Agostino (109 m).

Da qui l’ultimo tratto su ampia mulattiera in discesa consente di raggiungere le case sparse di Cerisola arrivando ad una stradetta asfaltata e quindi scendendo (segnavia) lungo Salita S. Agostino fino a rientrare a Rapallo (1.45 ore).


Itinerario 504 Il Santuario di Caravaggio
Da Rapallo per S. Pietro di Novella, Croce di Spotà,
Costa di Benna e S. Maria del Campo
Dislivello 660 m

Tempo di salita 2.15 ore
Tempo di discesa 1.45 ore
Itinerario segnato (simboli FIE)

MAPPA

Il M. Orsena è un verde rilievo che si erge con la
sua piramidale sagoma tra
Recco e Rapallo e sulla
cui slanciata vetta si è ritagliato uno spazio il santuario
dedicato alla
Madonna di Caravaggio.
La montagna si presenta come un punto nodale
del territorio orograficamente complesso
che si allunga alle spalle del
Promontorio di Portofino.
Da qui si staccano, infatti, tre vallate separate
da altrettanti crinali, ciascuno interessato
da specifiche escursioni. Sul minore dei tre spartiacque,
quello che ha inizio dalla
Croce di Spotà,
si svolge il percorso proposto. Questo richiede un
certo impegno soprattutto nella breve ma intensa
salita da S. Pietro di Novella alla Croce di Spotà,
per poi proseguire più agevolmente sul panoramico crinale che porta
alla vetta (
grandi panorami a 360°).

Dal casello autostradale di Rapallo ci si dirige verso la cittadina ma, poco prima di superare il Torrente S. Pietro, si parcheggia l’auto nei pressi del bivio per S. Pietro di Novella (10 m).

Si cammina sulla strada asfaltata in direzione S. Pietro di Novella arrivando velocemente davanti alla chiesa del paese. A fianco dell’edificio si segue una stradella che, dopo una breve salita, corre in piano tra villette. Quando la via inizia a scendere si va a destra su strada cementata chiusa alle auto da sbarra.

Si sale fino ad arrivare ad un bivio nei pressi di una casa colonica dove si svolta a destra su cementata in forte ascesa che passa tra le Case Brugani (80 m). La via, poco dopo, si trasforma in mulattiera selciata e scalinata e sale costeggiando alcune casette adagiate sulle piane.
Con un breve strappo si raggiunge un’altra mulattiera cementata su cui si va a destra per lasciarla dopo 50 metri e salire, a sinistra, su sentiero evidente ma leggermente infrascato. Poco dopo si rientra nel
bosco di cerro e la mulattiera ritorna larga e selciata.
Alternando sempre tratti nel bosco ad altri allo scoperto, si superano, costeggiandole, le case più alte di
Tarassagna (280 m) attraversando terrazzamenti ad olivo.

Il sentiero entra quindi nel bosco, e, ad un bivio, ci si tiene a sinistra (diritta la larga mulattiera conduce velocemente ad una fonte). Mantenendoci sotto la frondosa copertura si raggiunge il Valico della Croce di Spotà (400 m). Qui confluiscono alcuni sentieri. A sinistra, per crinale, un sentiero non segnato porta alla grande croce metallica innalzata in panoramica posizione sul Golfo del Tigullio. Diritta scende la mulattiera che torna a Rapallo. A destra, fatti 10 metri, si staccano due evidenti sentieri.

Si segue il principale, a sinistra, che si tiene nel bosco e poi sale al prativo crinale che in breve porta alla scalinata che si arrampica sul M. Orsena raggiungendo il Santuario di Caravaggio (615 m, 2.15 ore). Con la stessa mulattiera si ritorna al valico della Croce di Spotà e ora si piega a destra sull’ampio sentiero che subito prende a scendere ripido nel bosco.

Velocemente si raggiungono le case di Tarassagna e poi le case di Spotà (275 m) dove la via si allarga mantenendosi però abbastanza ripida. Ancora in discesa, su mulattiera segnata si arriva a una stradetta asfaltata, si supera una piccola cappella e quindi si lascia l’asfalto per tagliare un tornante e ritrovare la strada poco sotto.
Abbandonata nuovamente la strada, la mulattiera scende a
Rocche di S. Maria (115 m) e da qui, seguendo la stradella o i segnavia che ne tagliano alcuni tomanti, si confluisce sulla rotabile per S. Maria del Campo. Su questa si va a sinistra ritornando alla località di partenza (1.45 ore).


Itinerario 505 L’anello di Monte Manico del Lume
Da Rapallo per il Passo del Gallo e il Passo della Serra, discesa per Chignero
Dislivello 820 m (con varianti 1200 m)
Tempo complessivo 4.15 ore (con varianti 5.30 ore)
Itinerario parzialmente segnato (rosso)

MAPPA

Lunga ma bellissima escursione su una delle
montagne meno conosciute dell’entroterra
genovese: il
M. Manico del Lume.
Notevoli le
presenze naturalistiche lungo tutto
il percorso (da segnalare il bosco di
castagno e cerro
lungo le pendici del
M. Orsena) e le tangibili
tracce della presenza dell’uomo sul territorio
(piccoli insediamenti arrampicati fin sui più
alti crinali, storiche mulattiere, terrazzamenti
e segni dell’antica vita pastorale).
Oltre a questo la montagna offre ottime
possibilità escursionistiche, con percorsi
di tutte le difficoltà. Per questo si è pensato
di creare un
anello principale di tipo escursionistico
adatto a chiunque abbia un minimo d’esperienza
di montagna e su questo fare poi due varianti
solo per escursionisti
esperti.

Da Rapallo si segue l’itinerario 504 fino al valico della Croce di Spotà (400 m). Da qui si imbocca il sentiero più a destra, inizialmente un po’ invaso dalla vegetazione, poi largo nel grande bosco di latifoglie.
La via, con un percorso facile e pressoché in piano, porta ad uno dei crinali che scendono dal
M. Orsena. Su questo si va a destra e in breve si è al Passo del Gallo (485 m, 2.15 ore), una sella terrazzata su cui sorgono alcuni ruderi. Si continua sulla sinistra del crinale su ampia mulattiera che, ritornata sullo spartiacque, giunge ad un bivio.

Si lascia la mulattiera principale che prosegue a sinistra verso Colle Caprile, per andare diritti e dopo 50 metri si è ad un altro bivio. Trascurato il sentiero diritto che sale al M. Bello (variante 1), si piega a destra su sentiero appena accennato che subito entra nel grande vallone sottostante il M. Bello. Si attraversa il versante ricoperto da radi pini e, ad una placca rocciosa, si sale ripidamente a sinistra ritrovando più in alto un ben marcato sentiero.

Questo in breve porta ad un panoramico costone, superato il quale si entra nell’impluvio del M. Borgo. Il sentiero, aereo, stretto, ma non difficile, effettua un lungo semicerchio ed infine giunge sul crinale (650 m).

Percorrendo poche centinaia di metri su questo, in breve si è al punto in cui, a destra, scende l’evidente mulattiera per Chignero (0.30 ore). Diritta prosegue la variante n. 2. Si va a destra (mulattiera non segnalata ma è visibile sulla piastra di un muretto l’indicazione per Chignero) effettuando due tornanti e poi percorrendo un lungo tratto in costa fino ad arrivare ad una spoglia dorsale. Aggiratala si entra nell’impluvio occidentale del Manico del Lume e si continua a perdere quota ora all’interno del bosco.

Foto scattata da me.
Il M.Manico del Lume (m.801)
e il crinale visti dal M.Pegge

La mulattiera, spesso selciata e fiancheggiata da muretti in sasso, raggiunge la prima casa di Chignero (381 m) a cui arriva una teleferica. Da qui, su larga e ben tenuta mulattiera, si scende giungendo alla strada asfaltata. Si va a destra e, poco dopo, si individuano a sinistra i segnavia. Seguendoli s’imbocca una mulattiera prima cementata e poi, superate alcune case, selciata. È questa l’antica strada per S. Andrea di Foggia, via larga, ma purtroppo leggermente infrascata. Raggiunti alcuni terrazzi ad olivo, poco dopo si è alla strada asfaltata. Andando a destra si attraversa S. Andrea di Foggia (280 m) fino alla strada principale che, presa a sinistra, riporta alla località di partenza (1 .30 ore).

Variante 505a. Andando diritti si sale per tracce lungo lo spoglio crinale e, con una faticosa e breve rampa, si raggiunge la vetta del M. Bello (713 m) ammantata da un piccolo bosco. Da qui si prosegue sul crinale non segnalato scendendo ad una selletta e poi salendo sul M. Borgo (732 m). Ora si deve fare attenzione a non seguire il crinale di sinistra ma piegare a destra, sempre su filo di cresta, per andare a ritrovare i segnavia.

Variante 505b. Proseguendo diritti si arriva al Passo Serra (641 m) dove si trascura la mulattiera a sinistra continuando lungo il crinale. Dopo 50 metri si è ad un bivio: diritto prosegue il sentiero più difficile per il Manico del Lume, segnalato ma con passaggi di primo grado su roccette. Si segue a sinistra l’evidente traccia che entra nel bosco e poco dopo, ad un impluvio, una corda facilita il non certo passaggio su scivolosi sassi. Proseguendo, ad un secondo impluvio il sentiero è leggermente franato per cui bisogna scendere a sinistra per poi risalire alla traccia principale. Con questa si completa l’aggiramento della montagna arrivando al crinale principale. Ora si svolta decisamente a destra salendo fino a giungere al crinale meridionale del Manico del Lume. Qui si divalla inserendoci su un sentiero assai infrascato nel suo tratto iniziale. Facendoci largo tra rovi e felci si raggiungono i più alti terrazzamenti e le case (ruderi) di Campo della Sorte (500 m). Da qui si perde quota velocemente su evidente sentiero spesso scalinato raggiungendo Chignero.


Torno a Casa