Nicola Gaetani Tamburini - Monsampolo del Tronto - Apostolato Dantesco | |
. Tra i legami che uniscono Dante e il territorio marchigiano, l'Apostolato Dantesco rappresenta un'emergenza particolarissima. Sorta all'inizio degli anni '50 dell'Ottocento grazie all'opera di l'Apostolato Dantesco fu «l'ultima 'accademia' segreta riconosciuta di chiara ispirazione mazziniana» (Mariotti).
Nato il 3 gennaio 1820 a Monsampolo del Tronto «dalla cui altura immaginiamo l'adolescente Nicola guardare con amarezza lo scorrere del fiume come una delle tante barriere che allora dividevano gli italiani» (Ficcadenti), il Tamburini studiò prima a Fermo poi a Teramo sotto l'occhio vigile dello zio, arcidiacono e canonico del capitolato diocesano abruzzese, infine a Macerata e a Roma dove si laureò con un lavoro sulla concezione politica di Dante Alighieri.
Parallelamente agli studi danteschi, maturò, all'interno del delicato periodo storico sullo scorcio dei rivoluzionamenti del 1848-49, la sua idea politica curiosamente sintetizzabile in una "mistura di Dante e Mazzini".
Affidate a corrieri occasionali o artigiani che si spostavano tra Monsampolo, Ascoli, Teramo e Colonnella, le missive tra letterati e giovani studenti, venivano costituendo quella base teorica che sfociò il 1° marzo del 1855 nella effettiva costituzione, in Ascoli, della Società Scientifica Letteraria definita appunto Apostolato Dantesco.
Nel 1860, Ascoli fu fra le prime città marchigiane a insorgere e tra le prime conseguenze vi fu la liberazione del Tamburini (18 settembre 1860), il quale come uno dei membri della Giunta Provvisoria del Governo ebbe il supremo conforto di proclamare lannessione alla Monarchia costituzionale di Casa Savoia, coronando il sogno di una vita.
In seguito fu nominato Regio Provveditore agli Studi per la Provincia di Ascoli dal Regio Commissario Straordinario Lorenzo Valerio. |
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"Per me Dante è un libro sacro, e come tale si ha l'intera anima mia; ivi il mio palpito, da ivi si eleva il mio intelletto, e da ivi prendono parvenza di bello i miei desiderii senza cui crederei di non esistere, ne lo saprei: senza cui non so come si possa meritare la patria, e senza meritarla ho per fede, ch'ella non possa esserci data, non possa a noi venire. Eccovi l'intima anima mia in Dante... Dalla lettera Si veda la
corrispondenza iniziale col De Sanctis, Si veda anche l'articolo GAGLIARDI
GIANNINO, Ascoli e la Cassa di Risparmio
dal 1842 al 2000, Ascoli Piceno: Qui si
legge il lavoro originale del |
E' degna di rilievo,
per quei tempi, la partecipazione all'Apostolato Dantesco
da parte di una donna, Giulia Centurelli poetessa e pittrice, amica del Tamburini sin dall'infanzia . |