Nicola Gaetani Tamburini - Monsampolo del Tronto - Apostolato Dantesco
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Tra i legami che uniscono Dante e il territorio marchigiano, l'Apostolato Dantesco rappresenta un'emergenza particolarissima.

Sorta all'inizio degli anni '50 dell'Ottocento grazie all'opera di

Nicola Gaetani Tamburini

l'Apostolato Dantesco fu «l'ultima 'accademia' segreta riconosciuta di chiara ispirazione mazziniana» (Mariotti).

Pur non avendo, infatti, né l'ideatore, né alcuno degli 'accademici', rapporti diretti col Mazzini ovvero con alcuno dei mazziniani dichiarati, il gruppo nato dal Gaetani si caratterizzò (all'interno di un'azione moderata proveniente anche dalle radici cattoliche della maggioranza degli 'affiliati') per un'estrema aderenza alle idee del patriota genovese.

Nato il 3 gennaio 1820 a Monsampolo del Tronto «dalla cui altura immaginiamo l'adolescente Nicola guardare con amarezza lo scorrere del fiume come una delle tante barriere che allora dividevano gli italiani» (Ficcadenti), il Tamburini studiò prima a Fermo poi a Teramo sotto l'occhio vigile dello zio, arcidiacono e canonico del capitolato diocesano abruzzese, infine a Macerata e a Roma dove si laureò con un lavoro sulla concezione politica di Dante Alighieri.

Non passò molto tempo che le sue doti letterarie cominciarono a essere apprezzate come attesta la fitta corrispondenza con i maggiori critici e scrittori dell'epoca, dal De Sanctis al Capponi, dal Tommaseo al Gioberti, dal Mercantini al Mariani.

Parallelamente agli studi danteschi, maturò, all'interno del delicato periodo storico sullo scorcio dei rivoluzionamenti del 1848-49, la sua idea politica curiosamente sintetizzabile in una "mistura di Dante e Mazzini".

E pur non partecipando attivamente ai moti, la diffusione delle sue idee ne fece subito un 'sorvegliato politico' sia dalla polizia pontificia che da quella borbonica.
Fu a cavallo del confine rappresentato dal fiume Tronto che, infatti, il Tamburini e una serie di altri giovani dalle medesime aspirazioni iniziarono quella fitta corrispondenza all'origine dell'Apostolato.

Affidate a corrieri occasionali o artigiani che si spostavano tra Monsampolo, Ascoli, Teramo e Colonnella, le missive tra letterati e giovani studenti, venivano costituendo quella base teorica che sfociò il 1° marzo del 1855 nella effettiva costituzione, in Ascoli, della Società Scientifica Letteraria definita appunto Apostolato Dantesco.

L'associazione, così come i suoi risvolti 'rivoluzionari' più teorici che pratici, ebbe vita breve in quanto già nell'autunno del 1857 - a causa della delazione di Saveria Ulissi, desiderosa di vendetta dopo la fine del rapporto amoroso con il Tamburini - la polizia iniziò le perquisizioni nelle case dei 'congiurati' dando inizio a quel lungo processo i cui atti ci hanno consegnato la storia, ricostruita quanto entusiasmante, di questo sodalizio di menti che nel nome di Dante hanno cercato con tutto l'ardore di portare il loro contributo al processo risorgimentale che di lì a poco avrebbe abbattuto tutti i confini che ancora alla metà dell'Ottocento dividevano il “bel paese”.

Nel 1860, Ascoli fu fra le prime città marchigiane a insorgere e tra le prime conseguenze vi fu la liberazione del Tamburini (18 settembre 1860), il quale come uno dei membri della Giunta Provvisoria del Governo ebbe il supremo conforto di proclamare l’annessione alla Monarchia costituzionale di Casa Savoia, coronando il sogno di una vita.

Il 19 settembre 1860 l'ultimo delegato apostolico Santucci abbandona la città, immediatamente si insedia una commissione provinciale composta da Emidio Rosa, dal conte Michele Mercatili, da Antonio Silvestri, da Giuseppe Cornacchia e da Nicola Gaetani Tamburini. La commissione rimane al potere fino al 25 settembre 1860 quando il commissario straordinario per le Marche Lorenzo Valerio nomina Pericle Mazzoleni Regio Commissario Provinciale per la provincia di Ascoli. Il mandato Mazzoleni termina il 19 gennaio 1861 quando il commissario viene sostituito dall'intendente generale, poi prefetto Giuseppe Campi. Il prefetto esercitava una funzione di controllo sulle pubbliche amministrazioni, rappresentava il potere esecutivo in tutta la provincia, soprintendeva alla pubblica sicurezza ed era a capo della deputazione provinciale. 

Bibliografia: G.GAGLIARDI, Ascoli e Provincia nel 1860-61, Ascoli Piceno, 2011.

In seguito fu nominato Regio Provveditore agli Studi per la Provincia di Ascoli dal Regio Commissario Straordinario Lorenzo Valerio.

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"Per me Dante è un libro sacro, e come tale si ha l'intera anima mia; ivi il mio palpito, da ivi si eleva il mio intelletto, e da ivi prendono parvenza di bello i miei desiderii senza cui crederei di non esistere, ne lo saprei: senza cui non so come si possa meritare la patria, e senza meritarla ho per fede, ch'ella non possa esserci data, non possa a noi venire. Eccovi l'intima anima mia in Dante...

Dalla lettera
di Nicola Gaetani Tamburini
a Francesco De Sanctis,
del 29 settembre 1856

Si veda la corrispondenza iniziale col De Sanctis,
tratta dall'opera del Ficcadenti


Si veda anche l'articolo
sull'Apostolato Dantesco di

GAGLIARDI GIANNINO, Ascoli e la Cassa di Risparmio dal 1842 al 2000, Ascoli Piceno:
Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno,
2000 (pp. 60-61)


Qui si legge il lavoro originale del 
Prof. Bruno Ficcadenti
pubblicato dall'
Istituto per la storia del Risorgimento italiano

E' degna di rilievo, per quei tempi, la partecipazione all'Apostolato Dantesco da parte di una donna,
Giulia Centurelli
poetessa e pittrice, amica del Tamburini sin dall'infanzia .