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LA GUERRA DEI TRENTANNI

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La Lega di Heilbronn (1633-1635)

Guerra dei Trentanni.

La Formazione della Lega di Heilbronn.
Pochi giorni dopo la battaglia di Lützen, muore Friedrich di Wittelsbach “Re di un Inverno” (29 XI 1632), lasciando al fratello Philipp Ludwing von Pfalz-Zimmern la tutela del figlio sedicenne Karl Ludwing di Wittelsbach.
La maggioranza dei principi tedeschi è favorevole alla chiusura del conflitto ma la sua continuazione è desiderata dal primo ministro francese cardinale Richelieu, dal primo ministro spagnolo Gaspare di Guzman conte di Olivares e dal cancelliere svedese Axel Oxenstierna, successo a Gustavo Adolfo nel comando dell’esercito in nome dalle figlia seienne Cristina Vasa.
In nome della difesa della religione protestante, Oxenstierna stipula con 4 circoscrizioni (Franconia, Svevia, Alto e Basso Reno) la lega di Heilbronn (23 IV 1633) alla quale aderiscono poi numerosi cavalieri (la piccola nobiltà tedesca) e Philipp Ludwing von Pfalz-Zimmern. Oxenstierna ottiene il comando dell'esercito della lega mentre le finanze sono amministrate da un consiglio di 10 tedeschi e 3 svedesi.
L'elettore Georg Wilhelm duca di Brandeburgo reclama invano il ducato di Pomeriana e non aderisce alla lega.

L'Apice dei Successi Svedesi.
Nonostante la perdita di Gustavo Adolfo, gli svedesi ed i loro alleati riportano successi sui vari fronti:


La Spedizione del Duca di Feria.
Gómez Suárez de Figueroa y Cóórdoba duca di Feria e governatore di Milano appronta una spedizione in Germania ma la peste ha ridotto gli ingaggi ed ottiene truppe e soldi da Manuel de Acevedo y Zúñiga conte di Monterrey e Fuentes de Valdepero viceré di Napoli.
Nel Napoletano sono formati 2 tercios di 14 compagnie (4.200 uomini) guidati da Lucio Boccapianole e Gasparo Toraldo che raggiungono via mare Portovenere (15 VI 1633) e via terra Milano. La cavalleria napoletana risale la penisona e giunge nel milanese (VII 1633). Nuovi reparti affiancano i Tercios Viejos de Lombardia.
Il duca di Feria con Geraldo Gambacorta (guida la cavalleria), il principe di San Severo (guida la cavalleria napoletana), il conte Giovanni Serbelloni (guida l'artiglieria), 1.300 corazze ed archibugieri a cavallo ed 8.000 fanti parte da Milano (22 VIII), risale l'Adda, entra in Tirolo, passa lo Stelvio (VIII 1633) e raggiunge Costanza (X 1633), liberandola dall'assedio degli svedesi guidati da Gustav Horn. Il duca di Rohan (che presidia la Valtellina) non disturba la marcia degli spagnoli e si limita a segnalarne il passaggio a Parigi ed a Gustav Horn.
Agli spagnoli ed italiani si uniscono gli imperiali guidati da Johann Aldringen signore di Roschitz, mentre Wallenstein protesta invano per l'intervento del duca di Feria nel suo teatro di operazioni.
La spedizione (1.600 cavalieri e 12.000 fanti, 30.000 uomini in altre fonti) prosegue lungo il Reno in Alsazia occupando numerose piazze: il marchese di Saint-Martin occupa il ponte di Sáckingen (14 X), Aldringen e Serbelloni occupano Laufenburg, bombardano e prendono a forze Rehinfelden (17 X), massacrando la guarnigione. Basilea concede viveri e libero passaggio. Gli spagnoli liberano la città di Brisach (21 X), assediata da Otto Ludwig magravio di Salm e difesa dal maresciallo Hannibal de Sachauenburg. In Alta-Alsazia gli spagnoli occupano inoltre Ensisheim, Thann, Rouffach, Soultz e Belfort.
Gustav Horn si unisce a Colmar agli alleati tedeschi; Otto Ludwig magravio di Salm, Kristian I conte palatino di Birkenfeld ed il generale brandeburghese Wolf Heinrich von Baudissen, ed offre battaglia al duca di Feria. I due eserciti si scambiano alcuni colpi d'artiglieria e numerose scaramucce presso Soultz (27-28-29 X), poi gli svedesi si ritirano, imitati dagli spagnoli (1 XI) che mettono i quartieri invernali.
Gustav Horn lascia Colmar, si unisce a Bernardo di Wiemar e minaccia la Baviera. Maximiliani I duca di Baviera chiede aiuto agli spagnoli ed agli imperiali. Il duca di Feria lascia Soultz (XI), passa la Lech (19 XII) e giunge a Starnberg (21 XII), presso Monaco, dove il duca di Baviera ha preparato gli alloggiamenti. Le truppe italo-spagnole, stanche dopo quatro mesi di marce, sono decimate dal tifo. Il duca di Feria si ammala, cede il comando a Serbelloni (24 XII) e muore a Monaco (11 I 1634).

La Caduta di Wallenstein.
Wallenstein interviene in Slesia con 40.000 uomini contro i 24.000 alleati che si trincerano presso Munsterberg, sono costretti ad uscire dalle fortificazioni per non essere tagliati fuori ed offrono battaglia, ma Wallenstein rifiuta e offre invece di chiudere il conflitto dichiarandosi pronto di obbligare l'imperatore ad accettare un accordo. Trattative sono aperte anche con l'ambasciatore francese Feuquieres a Dresda ma non portano a nulla.
Il generale Holk devasta il Meissen e, scaduta la tregua, Wallenstein finge di invadere la Lusazia e la Sassonia, induce Arnheim ad abbandonare gli alleati per proteggere la Sassonia, sorprende i 2.500 svedesi (5-8.000 in altre fonti) acquartierati a Steinau, sull'Oder, e li circonda con 20.000 uomini. Henrik Mattia conte di Thurn è costretto ad arrendersi (11 X 1633) lasciando in mano nemica tutti gli uomini, le bandiere, i bagagli e l'artiglieria ed è rilasciato. I mercenari catturati si uniscono agli imperiali.
Frattanto Bernhard di Sassonia-Weimer, che copre la Franconia con 140 squadroni e 18 reggimenti di fanteria, approfitta dell'assenza di Aldringen, passa il Danubio, invade la Baviera, investe Ratisbona, difesa da 15 compagnie indiscliplinate, e ne ottiene la resa (14 XI 1633). Maximilian I di Wittelsbach “Il Grande” duca di Baviera dispone di solo 5.000 uomini, chiede aiuto all'imperatore che sollecita invano Wallenstein (7 messaggi). Bernhard di Sassonia-Weimer consolida le conquiste non procede né all'interno della Baviera né contro l'Austria.
L’Imperatore, preoccupato della potenza e della dubbia fedeltà di Wallenstein, ottiene che sia abbandonato da Ottavio Piccolomini e Matthias von Gallas (15 II 1634) e mette una taglia su di lui vivo o morto. Wallenstein tenta di raggiungere gli svedesi ma è assassinato da alcuni ufficiali (dragoni irlandesi?) nel castello di Eger (25 II 1634).
Il ventiseienne Ferdinando d’Asburgo re d’Ungheria e Boemia (figlio dell’imperatore Ferdinando II) è nominato comandante supremo dell’esercito imperiale (IV 1634), affiancato dal generale trentino Matthias Gallas. L'esercito imperiale rimane indisciplinato e vive sul territorio secondo il metodo di Wallenstein. In questo si distinguono le truppe del feldmaresciallo Baltasar Marradas, che dá vita al termine marauder (scorridore).

I Rinforzi del Cardinale Infante.
Dopo la morte di Isabella d'Asburgo (29 IX 1633), Filippo IV d'Argurgo re di Spagna nomina governatore dei Paesi Bassi suo fratello Fernando d’Asburgo “Cardinale Infante” che appronta a Milano un esercito di 12.000 uomini.
Sono presenti Diego Messía de Guzmé marchese di Leganés (comanda l'avanguardia), Filippo Spinola marchese di Balbases (generale della cavalleria), Francesco Pallavicini conte de Sangra (comissario generale).
L'avanguadia parte da Milano (23 VI 1634) seguita da Fernando d'Asburgo (30 VI), percorre la stessa via del duca di Feria per Como, Gravedona, risale l'Adda, attraversa la Valtellina e lo Stelvio (Ferdiando il 14 vII), passa per Bolzano (18 VII), sosta ad Innsbruck (22 VII-19 VIII), passa per Kufstein (19 VIII, l'avanguardia il 16 VII ed attende il grosso). L'esercito giunge Monaco (24 VIII) dove si unisce ai resti delle truppe del duca di Feria ed ammonta così a 15-19-20.000 uomini.
Gustav Horn conte di Bjorneborg assedia la fortezza di Überlingenm (sul lago di Costanza), che controlla la via d’accesso degli spagnoli, ma deve desistere dopo 4 settimane, si unisce a Bernhard di Sassonia-Weimer ad Augusta (12 VIII 1634) ed insieme avanzano con 20.000 uomini contro Ferdinando d’Asburgo re di Ungheria e Boemia e il generale Matthias von Gallas.
Ferdinando d’Asburgo con 15.000 uomini, inseguito dagli avversari, occupa Ratisbona, prende il passaggio del Dunubio di Donauwört (16 VIII) e si ferma ad assediare Nördlingen. Johann Aldringen signore di Roschitz cerca di impedire l’occupazione di Landshut e muore durante a ritirata.
La lega di Heilbronn in cambio dei finanziamenti della Francia cede l’importante fortezza di Philippsburg, alla confluenza tra il Reno e la Saale (accordo di Francoforte, 26 VIII 1634).
Gustav Horn e Bernhard di Sassonia-Weimer (comandano l’esercito a giorni alterni) raggiungono gli imperiali a Nördlingen ma non li attaccano in attesa dei 6.000 uomini guidati da Otto Ludwig Rhinegrave che è bloccato da un distaccamento di corazzieri e dragoni imperiali guidato da Ottavio Piccolomini. L’esercito spagnolo lascia Monaco, passa per il catello di Blumenthal (26 VIII), passa la Lech presso Rain (30 VIII-1 IX) e giunge a Nordlingen (2 IX). I cannoni spagnoli ed imperiali iniziano a bombardare Nördlingen (3 IX), difesa dallo svedese Eric Diabtz. è aperta una breccia e lanciato un attacco che dopo tre ore di combattimenti è respinto lasciando 500 perdite.
Bernhard di Sassonia-Weimerstima stima erroneamente gli spagnoli sui 7.000 uomini. L'esercito sassone e svedese attacca quello imperiale e spagnolo ma è duramente sconfitto presso Nördlingen (6 IX 1634).
Dopo la resa della città (7 IX) il Cardinale Infante ed il re d'Ungheria vi entrano solennemente ed assistono ad un "Te Deum" (9 IX).

La Pace di Praga.
Gli imperiali colgono i frutti della vittoria:

L’elettore Johann Georg I principe di Sassonia apre trattative e firma la tregua di Laun (28 II 1635), che porta alla pace di Praga (pubblicata a Vienna il 30 V 1635). L’“Editto di Restituzione” è sospeso per 40 anni, la Lega Cattolica è sciolta, l’imperatore ottiene l’alleanza con la Sassonia, alla quale poi aderiscono l’elettore del Brandeburgo, i duchi di Sassonia-Coburgo, dell’Holstein, del Maclemburgo, della Pomerania, il reggente del Württemberg, i principi di Anhalt, di Assia-Darmstadt e Baden, le città di Lubecca, Francoforte sul Meno, Ulm, Worms, Speier ed Heilbronn ed infine anche Maximilian di Baviera.
Il trattato segna la fine della Lega di Heilbronn e del periodo svedese della guerra ma più che una pace è un’alleanza militare. Filippo IV d’Asburgo re di Spagna ed Olivares, essendo i principali finanziatori, pretendono la direzione della guerra.
Gli Asburgo ottengono poi l'alleanza di Ladislao IV re di Polonia e le simpatie di Cristiano re di Danimarca.
Solo Bernhard di Sassonia-Weimar, Karl Ludwing di Wittelsbach (rivendica l’elettorato palatino) e Wilielm landgravio d’Assia-Cassel non aderiscono alla pace di Praga restando alleati alla Svezia.


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