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La Formazione della Lega di Heilbronn.
Pochi giorni dopo la battaglia di Lützen, muore Friedrich di Wittelsbach “Re di un Inverno” (29 XI 1632), lasciando
al fratello Philipp Ludwing von Pfalz-Zimmern la tutela del figlio sedicenne Karl Ludwing di Wittelsbach.
La maggioranza dei principi tedeschi è favorevole alla chiusura del conflitto ma la sua continuazione è
desiderata dal primo ministro francese cardinale Richelieu, dal primo ministro spagnolo Gaspare di Guzman conte di Olivares
e dal cancelliere svedese Axel Oxenstierna, successo a Gustavo Adolfo nel comando dell’esercito in nome dalle figlia
seienne Cristina Vasa.
In nome della difesa della religione protestante, Oxenstierna stipula con 4 circoscrizioni (Franconia, Svevia, Alto e
Basso Reno) la lega di Heilbronn (23 IV 1633) alla quale aderiscono poi numerosi cavalieri (la piccola nobiltà
tedesca) e Philipp Ludwing von Pfalz-Zimmern. Oxenstierna ottiene il comando dell'esercito della lega mentre le finanze
sono amministrate da un consiglio di 10 tedeschi e 3 svedesi.
L'elettore Georg Wilhelm duca di Brandeburgo reclama invano il ducato di Pomeriana e non aderisce alla lega.
L'Apice dei Successi Svedesi.
Nonostante la perdita di Gustavo Adolfo, gli svedesi ed i loro alleati riportano successi sui vari fronti:
Georg duca di Brunswick-Lüneburg con 17.000 uomini, compresi alleati
assiani e svedesi, pone l’assedio alla fortezza di Hameln, soccorsa da Maximilian conte di Gronsfeld e dal generale Merode
con 15-30.000 uomini che è affrontato presso Hessisch-Oldendorf (28 VI 1633).
La cavalleria svedese all'ala sinistra, guidata dal feldmaresciallo Dodo von Knyphausen, attacca di sorpresa la cavalleria
imperiale frontalmente e sul fianco. Il reggimento della guardia ducale del Brunswick-Lüneburg carica e riporta la
vittoria. Gli sconfitti lasciano 3.000 caduti, 3.000 prigionieri, 49 bandiere, 50 cornette, 16 cannoni e tutti i bagagli.
Nella battaglia si distingue il conte Wasaburg, figlio naturale di Gustavo Adolfo.
La fortezza di Hameln cade (21 VII). Gli svedesi assediano e prendono Osnabrück (13 VIII-12 IX 1633) occupando il
vescovato.
Gustaf-Karlsson Horn conte di Björneborg saccheggia l'Alto Palatinato, prende Neumark, insegue gli
imperiali in Svevia ed assedia Kostnitz, ma è a corto di artiglieria d'assedio. Assedia quindi Costanza (6 IX),
difesa dagli svizzeri.
Kristian I conte palatino di Birkenfeld, con un contingente svedese, sconfigge gli
imperiali ed i lorenesi a Pfaffenhofen (1 VIII 1633) e si unisce a Gustaf Horn all'assedio di Costanza.
La Slesia è invasa da tre direzioni da 16-23.000 uomini: gli svedesi guidati da Henrik Mattia
conte di Thurn, i sassoni da Arnheim con Georg duca di Brunswick-Lüneburg ed i brandeburghesi da Borgsdorf, che
occupano numerose piazze e ottengono la capitolazione di Breslavia, ma i generali sono in disaccordo.
Bernardo di Wiemar occupa Neuburg e Ratisbona.
La Spedizione del Duca di Feria.
Gómez Suárez de Figueroa y Cóórdoba duca di Feria e governatore di Milano appronta una spedizione in
Germania ma la peste ha ridotto gli ingaggi ed ottiene truppe e soldi da Manuel de Acevedo y Zúñiga conte di
Monterrey e Fuentes de Valdepero viceré di Napoli.
Nel Napoletano sono formati 2 tercios di 14 compagnie (4.200 uomini) guidati da Lucio Boccapianole e Gasparo Toraldo
che raggiungono via mare Portovenere (15 VI 1633) e via terra Milano. La cavalleria napoletana risale la penisona e giunge
nel milanese (VII 1633). Nuovi reparti affiancano i Tercios Viejos de Lombardia.
Il duca di Feria con Geraldo Gambacorta (guida la cavalleria), il principe di San Severo (guida la cavalleria napoletana),
il conte Giovanni Serbelloni (guida l'artiglieria), 1.300 corazze ed archibugieri a cavallo ed 8.000 fanti parte da Milano
(22 VIII), risale l'Adda, entra in Tirolo, passa lo Stelvio (VIII 1633) e raggiunge Costanza (X 1633), liberandola
dall'assedio degli svedesi guidati da Gustav Horn. Il duca di Rohan (che presidia la Valtellina) non disturba la marcia
degli spagnoli e si limita a segnalarne il passaggio a Parigi ed a Gustav Horn.
Agli spagnoli ed italiani si uniscono gli imperiali guidati da Johann Aldringen signore di Roschitz, mentre Wallenstein
protesta invano per l'intervento del duca di Feria nel suo teatro di operazioni.
La spedizione (1.600 cavalieri e 12.000 fanti, 30.000 uomini in altre fonti) prosegue lungo il Reno in Alsazia occupando
numerose piazze: il marchese di Saint-Martin occupa il ponte di Sáckingen (14 X), Aldringen e Serbelloni occupano
Laufenburg, bombardano e prendono a forze Rehinfelden (17 X), massacrando la guarnigione. Basilea concede viveri e libero
passaggio. Gli spagnoli liberano la città di Brisach (21 X), assediata da Otto Ludwig magravio di Salm e difesa dal
maresciallo Hannibal de Sachauenburg. In Alta-Alsazia gli spagnoli occupano inoltre Ensisheim, Thann, Rouffach, Soultz e
Belfort.
Gustav Horn si unisce a Colmar agli alleati tedeschi; Otto Ludwig magravio di Salm, Kristian I conte palatino di Birkenfeld
ed il generale brandeburghese Wolf Heinrich von Baudissen, ed offre battaglia al duca di Feria. I due eserciti si
scambiano alcuni colpi d'artiglieria e numerose scaramucce presso Soultz (27-28-29 X), poi gli svedesi si ritirano, imitati
dagli spagnoli (1 XI) che mettono i quartieri invernali.
Gustav Horn lascia Colmar, si unisce a Bernardo di Wiemar e minaccia la Baviera. Maximiliani I duca di Baviera chiede aiuto
agli spagnoli ed agli imperiali. Il duca di Feria lascia Soultz (XI), passa la Lech (19 XII) e giunge a Starnberg (21 XII),
presso Monaco, dove il duca di Baviera ha preparato gli alloggiamenti. Le truppe italo-spagnole, stanche dopo quatro mesi di
marce, sono decimate dal tifo. Il duca di Feria si ammala, cede il comando a Serbelloni (24 XII) e muore a Monaco
(11 I 1634).
La Caduta di Wallenstein.
Wallenstein interviene in Slesia con 40.000 uomini contro i 24.000 alleati che si trincerano presso Munsterberg, sono costretti ad
uscire dalle fortificazioni per non essere tagliati fuori ed offrono battaglia, ma Wallenstein rifiuta e offre invece di chiudere il
conflitto dichiarandosi pronto di obbligare l'imperatore ad accettare un accordo. Trattative sono aperte anche con l'ambasciatore
francese Feuquieres a Dresda ma non portano a nulla.
Il generale Holk devasta il Meissen e, scaduta la tregua, Wallenstein finge di invadere la Lusazia e la Sassonia, induce Arnheim ad
abbandonare gli alleati per proteggere la Sassonia, sorprende i 2.500 svedesi (5-8.000 in altre fonti) acquartierati a Steinau, sull'Oder,
e li circonda con 20.000 uomini. Henrik Mattia conte di Thurn è costretto ad arrendersi (11 X 1633) lasciando in
mano nemica tutti gli uomini, le bandiere, i bagagli e l'artiglieria ed è rilasciato. I mercenari catturati si uniscono agli
imperiali.
Frattanto Bernhard di Sassonia-Weimer, che copre la Franconia con 140 squadroni e 18 reggimenti di fanteria, approfitta
dell'assenza di Aldringen, passa il Danubio, invade la Baviera, investe Ratisbona, difesa da 15 compagnie indiscliplinate, e ne ottiene
la resa (14 XI 1633). Maximilian I di Wittelsbach “Il Grande” duca di Baviera dispone di solo 5.000 uomini, chiede aiuto
all'imperatore che sollecita invano Wallenstein (7 messaggi). Bernhard di Sassonia-Weimer consolida le conquiste non procede
né all'interno della Baviera né contro l'Austria.
L’Imperatore, preoccupato della potenza e della dubbia fedeltà di Wallenstein, ottiene che sia abbandonato da Ottavio
Piccolomini e Matthias von Gallas (15 II 1634) e mette una taglia su di lui vivo o morto. Wallenstein tenta di raggiungere
gli svedesi ma è assassinato da alcuni ufficiali (dragoni irlandesi?) nel castello di Eger (25 II 1634).
Il ventiseienne Ferdinando d’Asburgo re d’Ungheria e Boemia (figlio dell’imperatore Ferdinando II) è nominato comandante
supremo dell’esercito imperiale (IV 1634), affiancato dal generale trentino Matthias Gallas. L'esercito imperiale rimane indisciplinato
e vive sul territorio secondo il metodo di Wallenstein. In questo si distinguono le truppe del feldmaresciallo Baltasar Marradas, che
dá vita al termine marauder (scorridore).
I Rinforzi del Cardinale Infante.
Dopo la morte di Isabella d'Asburgo (29 IX 1633), Filippo IV d'Argurgo re di Spagna nomina governatore dei Paesi Bassi suo
fratello Fernando d’Asburgo “Cardinale Infante” che appronta a Milano un esercito di 12.000 uomini.
Sono presenti Diego Messía de Guzmé marchese di Leganés (comanda l'avanguardia), Filippo Spinola marchese di
Balbases (generale della cavalleria), Francesco Pallavicini conte de Sangra (comissario generale).
L'avanguadia parte da Milano (23 VI 1634) seguita da Fernando d'Asburgo (30 VI), percorre la stessa via del duca di Feria per
Como, Gravedona, risale l'Adda, attraversa la Valtellina e lo Stelvio (Ferdiando il 14 vII), passa per Bolzano (18 VII),
sosta ad Innsbruck (22 VII-19 VIII), passa per Kufstein (19 VIII, l'avanguardia il 16 VII ed attende il grosso). L'esercito
giunge Monaco (24 VIII) dove si unisce ai resti delle truppe del duca di Feria ed ammonta così a 15-19-20.000
uomini.
Gustav Horn conte di Bjorneborg assedia la fortezza di Überlingenm (sul lago di Costanza), che controlla la via
d’accesso degli spagnoli, ma deve desistere dopo 4 settimane, si unisce a Bernhard di Sassonia-Weimer ad Augusta (12 VIII
1634) ed insieme avanzano con 20.000 uomini contro Ferdinando d’Asburgo re di Ungheria e Boemia e il generale Matthias von
Gallas.
Ferdinando d’Asburgo con 15.000 uomini, inseguito dagli avversari, occupa Ratisbona, prende il passaggio del Dunubio di
Donauwört (16 VIII) e si ferma ad assediare Nördlingen. Johann Aldringen signore di Roschitz cerca di impedire
l’occupazione di Landshut e muore durante a ritirata.
La lega di Heilbronn in cambio dei finanziamenti della Francia cede l’importante fortezza di Philippsburg, alla confluenza
tra il Reno e la Saale (accordo di Francoforte, 26 VIII 1634).
Gustav Horn e Bernhard di Sassonia-Weimer (comandano l’esercito a giorni alterni) raggiungono gli imperiali a
Nördlingen ma non li attaccano in attesa dei 6.000 uomini guidati da Otto Ludwig Rhinegrave che è bloccato da
un distaccamento di corazzieri e dragoni imperiali guidato da Ottavio Piccolomini. L’esercito spagnolo lascia Monaco,
passa per il catello di Blumenthal (26 VIII), passa la Lech presso Rain (30 VIII-1 IX) e giunge a Nordlingen (2 IX).
I cannoni spagnoli ed imperiali iniziano a bombardare Nördlingen (3 IX), difesa dallo svedese Eric Diabtz. è
aperta una breccia e lanciato un attacco che dopo tre ore di combattimenti è respinto lasciando 500 perdite.
Bernhard di Sassonia-Weimerstima stima erroneamente gli spagnoli sui 7.000 uomini. L'esercito sassone e svedese attacca
quello imperiale e spagnolo ma è duramente sconfitto presso Nördlingen (6 IX
1634).
Dopo la resa della città (7 IX) il Cardinale Infante ed il re d'Ungheria vi entrano solennemente ed assistono ad
un "Te Deum" (9 IX).
La Pace di Praga.
Gli imperiali colgono i frutti della vittoria:
Fernando d’Asburgo “Cardinale Infante” con Ottavio Piccolomini lascia Nördlingen (11 IX), scende
il Reno, occupa Rottenburg (18 IX), Aschaffenburg (39), Schweinfurt (15 X) ed arriva a Bruxelles (4 XI). Dei 10.000 uomini
inviati in Fiandra, 2.943 sono dispersi, disertori e ammalati (2.604 sono napoletani o lombardi).
Ferdinando d’Asburgo re d’Ungheria invade la Franconia ed il Württemberg, prende Göppingen
(15 IX), Heilbronn (16), Weibringen (18) e Stoccarda (20).
I protestanti inoltre perdono Norimberga (23 IX), Kenzingen (5 X), Wüzburg (21 X) e solo 12.000
fuggiaschi raggiungono Oxenstierna a Francoforte.
L’elettore Johann Georg I principe di Sassonia apre trattative e firma la tregua di Laun (28 II 1635), che porta alla pace di Praga
(pubblicata a Vienna il 30 V 1635). L’“Editto di Restituzione” è sospeso per 40 anni, la Lega Cattolica è sciolta,
l’imperatore ottiene l’alleanza con la Sassonia, alla quale poi aderiscono l’elettore del Brandeburgo, i duchi di Sassonia-Coburgo,
dell’Holstein, del Maclemburgo, della Pomerania, il reggente del Württemberg, i principi di Anhalt, di Assia-Darmstadt e
Baden, le città di Lubecca, Francoforte sul Meno, Ulm, Worms, Speier ed Heilbronn ed infine anche Maximilian di
Baviera.
Il trattato segna la fine della Lega di Heilbronn e del periodo svedese della guerra ma più che una pace è un’alleanza
militare. Filippo IV d’Asburgo re di Spagna ed Olivares, essendo i principali finanziatori, pretendono la direzione della guerra.
Gli Asburgo ottengono poi l'alleanza di Ladislao IV re di Polonia e le simpatie di Cristiano re di Danimarca.
Solo Bernhard di Sassonia-Weimar, Karl Ludwing di Wittelsbach (rivendica l’elettorato palatino) e Wilielm landgravio
d’Assia-Cassel non aderiscono alla pace di Praga restando alleati alla Svezia.
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