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Gli Ispano-Imperiali.
Gli ispano-imperiali sono accampati sulla vasta collina di Schönfeld a sud di Nördlingen, con presidi sulle
colline occidentali di Altbuch, Haselberg, Lachberg, Ländle ed Himmerlreich:
All’ala sinistra è schierato l’esercito spagnolo, guidato da Diego Felipe de Guzman marchese di
Leganés, che ammonta a 3.000-3.500 cavalieri e 12-15.000 fanti (15-19-20.000 uomini in altre fonti), sfondando
abbondantemente i 7.000 stimati da Bernhard di Sassonia-Weimer.
Sono presenti i tercios spagnoli di Martin de Idiáquez (1.800 uomini), di Enrique de Alagón conte di
Fuenclara (1.450 uomini), 4 tercios de Nápoles di Paolo di Sangro principe di San Severo (1.900 uomini),
Gaspare Toraldo (750 uomini), Pedro de C´rdenas (950 uomini) e di Carlo Andrea Caracciolo marchese di Torrescuro (950
uomini).
La cavalleria è guidata dal marchese di Los Balbases coadivuato dal generale Paolo Dentici (con la cavalleria
del Cardinale Infante) e Geraldo Cambacorta (con la cavalleria del duca di Feria). Comprende 10 compagnie napoletate
guidate dal conte di Ayala (700 cavalieri), 18 compagnie napoletane e lombarde (formate anche da spagnoli) guidate da
Geraldo Gambacorta (630 cavalieri) ed un reggimento tedesco del barone di Sebach.
All’ala destra si schierano le truppe imperiali (7.000 cavalieri e 5.000 fanti) e della Lega Cattolica
(3.000 cavalieri e 3.000 fanti) guidati da Charles IV duca di Lorena, dal belga Johann von Werth (guida la cavalleria), dal
vallone Ernest de Suys signore di Herze (guida la fanteria) e dal generale austriaco (di Trento) Matthias Gallas conte di
Campo.
Altre fonti indicano 15.000 uomini tra Impero e Lega Cattolica.
Sono presenti il generale bavarese Otto Heinrich Fugger, il principe romano Aldobrandino Aldobrandini priore dell’ordine di
Malta, Mattia de’ Medici (fratello di Ferdinando II granduca di Toscana), Gian Tommaso Blanch marchese d’Oliveto
(capitano di cavalleria), Marcantonio Gambacorta (colonnello di fanteria), Lelio Brancaccio marchese di Montesilvano,
Carlo Maria Caracciolo (filio del marchese di Terrecuso). La cavalleria borgognona è guidata dai conti della Torre e
di Albergh. La cavalleria napoletana ammonta a 20 compagnie.
In tutto 20-21.000 fanti, 13.000 cavalieri e 32 cannoni, oppure 30-33-34-35-40-45.000 uomini, compresi 16.000 italiani.
La Lega di Heilbronn.
All’ala destra il maresciallo Gustav Horn con 2.300 fanti e 4.000 cavalieri deve attaccare all’alba la
collina di Albuch, il possesso della quale obbligherebbe gli imperiali a lasciare l’assedio.
Johann-Philipp Cratz conte de Scharffenstein guida altri 3.000 fanti ed 800 cavalieri.
All’ala destra Bernhard di Sassonia-Weimar con 5.000 fanti e 4.500 cavalieri deve schierarsi in pianura
a cavallo della strada e tenere impiegati gli avversari, disturbando l’invio di rinforzi alla collina. Wurtemberg guida
altri 6.000 fanti.
In tutto 16.300 fanti e 9.300 cavalieri, male armati ed affamati, con 20 cannoni, oppure 23-24-25-26-27.000 uomini.
La Battaglia.
Durante l’avanzata svedese si rovesciano alcuni cannoni a causa del terreno fangoso, mettendo in allarme i presidi spagnoli
sulle colline.
Il presidio tedesco sulla collina di Altbuch è rinforzato con 200 archibugieri spagnoli. Il sargento-mayor
Francisco de Escobar con altri 200 archibugieri del tercio del conte di Fuenclara rinforza la vicina collina
di Hesselberg per impedire agli attaccanti di aggirare Altbuch.
Per un errore la cavalleria svedese carica prima della fanteria comunque i reggimenti tedeschi di cavalleria
guidati da Salm e Wurmser fuggono abbandonando l’artiglieria, inseguiti dalla cavalleria svedese. Anche la cavalleria
di Gambacorta è respinta in disordine.
Gli attaccanti occupano le alture di Himmerlreich, Ländle, Lachberg, dopo una dura lotta anche Haselberg ed attaccano
il tercio spagnolo di Martino Idiaquez, fortificato su Altbuch, oltre la valle del piccolo fiume Rezenback,
appoggiato ai villaggi di Schönfeld e di Herkheim.
Due brigate di fanteria svedesi si sparano tra loro credendosi nemiche ed un deposito di polvere esplode investendo gli
attaccanti che subiscono gravi perdite. Gli svedesi vengono contrattaccati da 1.000 cavalieri appoggiati da maniche di
moschettieri e dai tercios de Nápoles e de Lombardía che rianimano i la cavalleria tedesca in
fuga. Dopo un’ora di combattimenti gli imperiali ricacciano gli svedesi dalla collina di Altbuch. Gustav Horn richiama la
cavalleria dall’inseguimento e mette definitivamente in fuga i reggimenti tedeschi.
I lombardi conte di Panigarola e Carlo Guasco rinforzano gli spagnoli sulla collina che in sette ore subiscono 15 cariche da
parte dei fanti e cavalieri svedesi, a fianco dei quali intervengono reparti di fanteria sassone. I quadrati spagnoli,
bersagliati dall’artiglieria svedese, si inginocchiano per ridurre le perdite e si rialzano per affrontare gli assalti
della fanteria. Verso le 12:00 gli attaccanti sono costretti a ritirarsi in disordine verso la Rezembach ed il villaggio di
Ederheim.
Frattanto Benrhard ha preso posizione tra il villaggio di Lachbech ed il colle di Haselberg, si è limitato a tiri
d’artiglieria contro i più numerosi imperiali, attirando solo pochi rinforzi spagnoli. Tra questi Charles IV duca di
Lorena che è intervenuto di sua iniziativa, stanco di rimanere inattivo.
All’inizio della ritirata svedese gli spagnoli lanciano un contrattacco generale, al grido “Santiago ! Cierra España”.
Anche la cavalleria imperiale, guidata da Johann von Werth, carica i sassoni che sono messi presto in fuga. Sassoni e
svedesi si ostacolano a vicenda nella valle dal fiume Rezenbach aumentando il disordine.
Il colonnello Raimondo Montecuccoli raduna i corazzieri del principe Aldobrandino Aldobrandino, caduto nella battaglia, e
carica la retroguardia di Bernhard di Sassonia-Weimer, asserragliata tra i carriaggi.
Alle spalle dei fuggitivi interviene anche Piccolomini, con Treutmannsdorff, i fratelli Francesco Maria e Giovanni Battista
Caraffa, Lelio Brancaccio e Rodolfo di Colloredo.
Bilancio della Battaglia.
La Lega di Heilbronn lascia 6.000 caduti sassoni, mecklemburghesi e svedesi, 4-6.000 prigionieri che passano dalla
parte imperiale (o 12-14-21.000 uomini in tutto), 70 cannoni e 50 bandiere. Altre fonti indicano 10-12.000 perdite
totali.
Gustav Horn è catturato e dá la colpa della sconfitta ai sassoni. Sono inoltre catturati il maresciallo Cratz,
14 colonnelli, numerosi ufficiali, gran parte dell'artiglieria e 4.000 carri di rifornimenti. Weimar è tra i
feriti.
Gli spagnoli hanno 600 tra caduti e feriti e gli imperiali un migliaio. Altre fonte indicano 5-6.000 tra
caduti (3 comandanti di reggimento) e feriti (8 comandanti di reggimento feriti gravemente) ispano-imperiali.
Tra i feriti ci sono il generale napoletano Gherardo Gambacorta, il suo vice Alvaro de Quiñones, il tenente
Tiberio Brancaccio e l’aretino Alessandro del Borro marchese di Arezzo, che per il valore dimostrato è iscritto alla
nobiltà boema.
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