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LA GUERRA DEI TRENTANNI

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La Battaglia di Nördlingen (6 IX 1634).

Guerra dei Trentanni - Periodo Svedese.

Gli Ispano-Imperiali.
Gli ispano-imperiali sono accampati sulla vasta collina di Schönfeld a sud di Nördlingen, con presidi sulle colline occidentali di Altbuch, Haselberg, Lachberg, Ländle ed Himmerlreich:

Sono presenti il generale bavarese Otto Heinrich Fugger, il principe romano Aldobrandino Aldobrandini priore dell’ordine di Malta, Mattia de’ Medici (fratello di Ferdinando II granduca di Toscana), Gian Tommaso Blanch marchese d’Oliveto (capitano di cavalleria), Marcantonio Gambacorta (colonnello di fanteria), Lelio Brancaccio marchese di Montesilvano, Carlo Maria Caracciolo (filio del marchese di Terrecuso). La cavalleria borgognona è guidata dai conti della Torre e di Albergh. La cavalleria napoletana ammonta a 20 compagnie.
In tutto 20-21.000 fanti, 13.000 cavalieri e 32 cannoni, oppure 30-33-34-35-40-45.000 uomini, compresi 16.000 italiani.

La Lega di Heilbronn.

In tutto 16.300 fanti e 9.300 cavalieri, male armati ed affamati, con 20 cannoni, oppure 23-24-25-26-27.000 uomini.

La Battaglia.
Durante l’avanzata svedese si rovesciano alcuni cannoni a causa del terreno fangoso, mettendo in allarme i presidi spagnoli sulle colline.
Il presidio tedesco sulla collina di Altbuch è rinforzato con 200 archibugieri spagnoli. Il sargento-mayor Francisco de Escobar con altri 200 archibugieri del tercio del conte di Fuenclara rinforza la vicina collina di Hesselberg per impedire agli attaccanti di aggirare Altbuch.
Per un errore la cavalleria svedese carica prima della fanteria comunque i reggimenti tedeschi di cavalleria guidati da Salm e Wurmser fuggono abbandonando l’artiglieria, inseguiti dalla cavalleria svedese. Anche la cavalleria di Gambacorta è respinta in disordine.
Gli attaccanti occupano le alture di Himmerlreich, Ländle, Lachberg, dopo una dura lotta anche Haselberg ed attaccano il tercio spagnolo di Martino Idiaquez, fortificato su Altbuch, oltre la valle del piccolo fiume Rezenback, appoggiato ai villaggi di Schönfeld e di Herkheim.
Due brigate di fanteria svedesi si sparano tra loro credendosi nemiche ed un deposito di polvere esplode investendo gli attaccanti che subiscono gravi perdite. Gli svedesi vengono contrattaccati da 1.000 cavalieri appoggiati da maniche di moschettieri e dai tercios de Nápoles e de Lombardía che rianimano i la cavalleria tedesca in fuga. Dopo un’ora di combattimenti gli imperiali ricacciano gli svedesi dalla collina di Altbuch. Gustav Horn richiama la cavalleria dall’inseguimento e mette definitivamente in fuga i reggimenti tedeschi.
I lombardi conte di Panigarola e Carlo Guasco rinforzano gli spagnoli sulla collina che in sette ore subiscono 15 cariche da parte dei fanti e cavalieri svedesi, a fianco dei quali intervengono reparti di fanteria sassone. I quadrati spagnoli, bersagliati dall’artiglieria svedese, si inginocchiano per ridurre le perdite e si rialzano per affrontare gli assalti della fanteria. Verso le 12:00 gli attaccanti sono costretti a ritirarsi in disordine verso la Rezembach ed il villaggio di Ederheim.
Frattanto Benrhard ha preso posizione tra il villaggio di Lachbech ed il colle di Haselberg, si è limitato a tiri d’artiglieria contro i più numerosi imperiali, attirando solo pochi rinforzi spagnoli. Tra questi Charles IV duca di Lorena che è intervenuto di sua iniziativa, stanco di rimanere inattivo.
All’inizio della ritirata svedese gli spagnoli lanciano un contrattacco generale, al grido “Santiago ! Cierra España”. Anche la cavalleria imperiale, guidata da Johann von Werth, carica i sassoni che sono messi presto in fuga. Sassoni e svedesi si ostacolano a vicenda nella valle dal fiume Rezenbach aumentando il disordine.
Il colonnello Raimondo Montecuccoli raduna i corazzieri del principe Aldobrandino Aldobrandino, caduto nella battaglia, e carica la retroguardia di Bernhard di Sassonia-Weimer, asserragliata tra i carriaggi.
Alle spalle dei fuggitivi interviene anche Piccolomini, con Treutmannsdorff, i fratelli Francesco Maria e Giovanni Battista Caraffa, Lelio Brancaccio e Rodolfo di Colloredo.

Bilancio della Battaglia.
La Lega di Heilbronn lascia 6.000 caduti sassoni, mecklemburghesi e svedesi, 4-6.000 prigionieri che passano dalla parte imperiale (o 12-14-21.000 uomini in tutto), 70 cannoni e 50 bandiere. Altre fonti indicano 10-12.000 perdite totali.
Gustav Horn è catturato e dá la colpa della sconfitta ai sassoni. Sono inoltre catturati il maresciallo Cratz, 14 colonnelli, numerosi ufficiali, gran parte dell'artiglieria e 4.000 carri di rifornimenti. Weimar è tra i feriti.
Gli spagnoli hanno 600 tra caduti e feriti e gli imperiali un migliaio. Altre fonte indicano 5-6.000 tra caduti (3 comandanti di reggimento) e feriti (8 comandanti di reggimento feriti gravemente) ispano-imperiali.
Tra i feriti ci sono il generale napoletano Gherardo Gambacorta, il suo vice Alvaro de Quiñones, il tenente Tiberio Brancaccio e l’aretino Alessandro del Borro marchese di Arezzo, che per il valore dimostrato è iscritto alla nobiltà boema.

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