La Grande Insurrezione Cosacca (1648-1654).
Guerre Rinascimentali sul Baltico.
Bohdan Zinoviy Mikhaylovych Khmelnytsky.
Vladislao IV Vasa re di Polonia appoggia i preparativi di una flottiglia cosacca per provocare una guerra contro gli osmani ed
aumentare il proprio potere interno, si allea a Venezia (1645) ed allo czar, ma la dieta polacca lo obbliga a rinunciare all'alleanza
con Venezia (V 1647).
Durante una sommossa di cosacchi il governatore polacco Daniel Czaplitski Subotiv ordina di bruciare anche la fattoria di Bohdan
Zinoviy Mikhaylovych Khmelnytsky (in ucraino, polacco Chmilenicki, russo Khmelnytsky), capitano in un reggimento di cosacchi registrati,
che perde così la promessa moglie Motrona ed il figlio.
Bohdan Khmelnytsky, chiamato in breve "Kheml", chiede invano giustizia ed infine diserta e si rifugia presso i cosacchi zaporog (XII
1648). Con un pugno di cosacchi registrati e zaporog caccia i cosacchi "registrati" ed i dragoni polacchi di guarnigione sul lago
Bazavluk, sul Dnieper (21 I 1648), guadagnando altri sostenitori, è eletto hatman (18 IV 1648), raduna 5-20.000 cosacchi e
dichiara apertamente guerra alla Polonia.
Il sultano osmano invia alcuni aiuti ai ribelli cosacchi ed Islam Gerei III khan di Crimea invia 4.000 tartari guidati da
Thuhai-Bey, promettendo l'invio di 20-40.000 tartari, con il permesso di catturare iasyr (schiavi).
I cosacchi zaporog sono in maggioranza cavalieri armati di moschetti privi di baionette, pistole, lance corte, spade, coltelli,
dispongono di cannoni di piccolo calibro ippotrainati e di carri, che formano un campo mobile difeso da fanti armati di moschetti,
picche e spade. La starshyna (nobiltà) è affiancata dai chern (ranghi formati dai servi).
La ribellione è a volte divisa in "Prima Guerra Cosacca" (1648-1649) e "Seconda Guerra Cosacca" (1651-1654) mentre dagli
ucraini è chiamata "Guerra di Liberazione Ucraina".
La Vittoria di Korsun e la Furia dei Servi.
L'hetman Nicholas Potocki avanza con 30.000 uomini contro i ribelli (IV 1648), si accampa a Korsun ed invia il figlio
Stephan Potocki con 3.000-3.500-6.000 uomini, composti da leve feudali e contadini inesperti (un'altra fonte indica 3.000 fanti),
contro gli 8.000 fanti e cavalieri cosacchi ed i 4.000 tartari (oppure 9-10.000 uomini in tutto) guidati da Bohdan Khmelnytsky. Lo
scontro avviene a
Zhovte Vody ("Acque Dorate", 16-19 V 1648). La pioggia ostacola gli ussari polacchi. I cosacchi
respingono per tre giorni gli attacchi scordinati degli avversari, infine 4-6.000 cosacchi "registrati" passano dalla parte dei ribelli. I
polacchi rimasti ottengono da Khmelnytsky libera ritirata sono attaccati dai tartari e massacrati. I cosacchi catturano 40 nobili
polacchi tra i quali Stephen Czarniecki (si distingue nella Seconda Guerra Nordica), che sono inviati in catene in Crimea e liberati
dietro riscatto l'anno seguente.
Bohdan Khmelnytsky raggiunge il grosso e lo sbaraglia a Korsun (26-27 V 1648).
Vladislao IV muore in un incidente di caccia (20 V 1648) lasciando la Polonia senza un re e priva di un esercito.
La ribellione si estende ai servi ucraini (ortodossi) che iniziano i massacri dei cattolici, uniati ed ebrei, evento chiamato
Khlopskaya Zloba (Furia dei Servi) mentre i tartari rientrano nelle loro terre con il bottino. Da parte polacca si distingue il
principe ucraino Jeremi Wisniowiecki, che un esercito personale di 6.000 uomini ben organizzato compie
un'epica ritirata in Volinia verso ovest massacrando i cosacchi ed i servi incontrati per strada, compresi donne e bambini.
Le devastazioni sono descritte nel romanzo “Ogniem i mieczem” (“Col ferro e col fuoco”, 1884) di Henryk Sienkiewicz
(più noto per aver vinto il nobel con il romanzo “Quo Vadis?”).
Peryna, Latyna e Dityna.
Bohdan Khmelnytsky raduna le truppe a Bila Tserkva e le addestra disponendo di 16 reggimenti di veterani guidati dai colonnelli
cosacchi Filon Dzahali, Maksym Nestorenko ed Ivan Hyria, dai nobili ucraini Danylo Nechai, Ivan Bohum detto "Prima Sciabola
dell'Ucraina" e Myhailo Krychevsky e dai borghesi Martyn Nebeba e Vasyl Zolotarenko. Maksym Krivonis guida la numerosa
cavalleria leggera ausiliaria. Nuovi volontari portano gli effettivi ad 80-100.000 uomini (40.000 sono cosacchi regolari).
La nobiltà polacca raduna a Leopoli 32.000 polacchi (riccamente addobbati) ed 8.000 mercenari tedeschi
con 100 cannoni guidati dal principe Wladislaw-Dominik Zaslawki, indolente ed amande del lusso, dall'erudito latinista Mikolaj
Ostroróg e dal diciannovenne Aleksander Kkoniecpolski, che Bohadan Khmelnytsky soprannomina "Peryna",
"Latyna" e "Dityna" (bambagia, latinista e ragazzo). Un osservatore a Leopoli commenta che i nobili polacchi
sono venuti a fare la guerra con l'oro e l'argento invece che con il ferro.
I tre comandanti polacchi si dimostrano degli incapaci ed avanzano senza attendere l'abile Jeremi Wisniowiecki.
Bohdan Khmelnytsky con 80.000 uomini occupa una buona posizione presso Pildawa
(10-23 IX 1648) e mette in fuga i polacchi raccogliendo un ricco bottino (una cronaca eleva i caduti polacchi a
50.000).
L'Invasione della Polonia.
Al trono polacco è eletto il gesuita Giovanni Casimiro II Vasa, fratellastro di Vladislao IV (17 IX 1648), che apre
privatamente trattative di pace.
La Volinia e la Galizia sono invase da 100.000 polacchi che sono accolti dalla popolazione (X 1648), investono Leopoli ottenendo un riscatto (XI 1648), assediano la fortezza di Zamosc e le loro avanguardie raggiungono Zamo, a
cento chilometri dalla Vistola.
La risistenza della fortezza di Zamosc per due mesi e gli invasori, colpiti da fame e malattie, devono rientrare in
Ucraina per svernare perdendo la possibilità di investire la capitale polacca. I cosacchi rientrano in trionfo a Kiev (2 I 1649)
dove Bohdan Khmelnytsky è chiamato dal clero ortodosso "Secondo Mosè", salvatore del suo popolo ucraino
dalla schiavitù dei polacchi.
Giovanni Casimiro II Vasa riconosce a Bohdan Khmelnytsky l'elezione ad hetman e promette il ripristino delle autonomie; Bohdan
Khmelnytsky chiede la cessione delle terre ucraine tenute da polacchi e la riduzione dell'esercito polacco. Gli inviati polacchi a
Pereyaslavl rifiutano di discutere le proposte di pace, giudicandole stravaganti.
I Compacta di Zborów.
I polacchi raccolgono un grosso esercito dal quale sono esclusi i cosacchi "registrati" (IV 1649).
Giovanni Casimiro II con 25.000 uomini invade la Volinia mentre Jeremi Wisniowiecki con 15.000 invade la Galizia ed un esercito
lituano guidato dall'hetman Janus Ratziwill investe Kiev (VI-VII 1649) ma è obbligato a ritirarsi dalla
tattica della terra bruciata impiegata dai cosacchi, pur riportando una vittoria a Lojev (31 VII 1649).
Bohdan Khmelnytsky con i tartari guidati da Islam-Girei khan di Crimea dispone di 80.000 uomini (100-200.000 in altre fonti) e
blocca Jeremi Wisniowiecki con 9.000 polacchi (30.000 in altre fonti) nel campo fortificato presso Zbaraz (10 VII 1649) e sconfigge Giovanni Casimiro II, giunto in soccorso con i suoi 25.000 uomini, compresa la guardia e
mercenari occidentali, attaccandolo di sorpresa a Zborów (15-16 VIII 1649).
I successi dei cosacchi tuttavia inducono Islam-Girei III khan di Crimea a rititare gli aiuti militari. Giovanni Casimiro II emette i
"Compacta di Zborów" (21 VIII 1649) con i quali aumentanta i cosacchi "registrati" da 6.000 a 40.000,
vieta ai nobili polacchi ed ai giudei le cariche pubbliche nelle provincie di Kiev, Bratislavia e Cernigov, riservate alla starshyna
cosacca ed ai nobili ortodossi, assegna un posto nel senato al metropolita di Kiev ed a due vescovi ortodossi, espelle i gesuiti
da Kiev.
Bohdan Khmelnytsky, privo delle truppe tartare, firma il trattato di Zborów (28 VIII 1649).
La Ricerca di Alleati.
Nonostante sia proclamata un'ammnistia generale per i ribelli, pochi servi tornano alle proprie terre. La dieta rifiuta di ratificare il
trattato con la clausula che sottrae cariche pubbliche ai polacchi.
Giovanni Casimiro II propone un'alleanza militare allo czar ma ottiene un rifiuto.
Bohdan Khmelnytsky pone la capitale a Chigirin, divide l'Ucrania in 16 provincie, inizia la creazione di un esercito di
100.000 uomini (60.000 "registrati" e 20.000 di riserva guidati da suo figlio Tymosh Khmelnytsky) ed apre relazioni diplomatiche con
le potenze straniere. Una delegazione turca chiede la sottomissione e Venezia propone un'alleanza anti-turca, ma Bohdan
Khmelnytsky rifiuta entrambe.
Islam-Girei III khan di Crimea chiede un attacco conguinto contro Mosca ma Bohdan Khmelnytsky è in trattative anche con
lo czar e cerca di deviare l'attacco contro la Moldavia.
Vasile Lupu hospodar di Moldavia si allea alla Polonia ma è minacciato da un esercito cosacco e firma un accordo
matrimoniale (VIII 1650).
Bohdan Khmelnytsky ottiene la protezione del sultano osmano Maometto IV (IV 1651) che offre invano 20.000 giannizzeri.
La Battaglia di Beresteczko.
La dieta raduna 36.000 truppe regie e 15.000 lituani consentendo al re di proclamare la leva feudale. L'hetman Kalinowski copre
l'adunata delle truppe perdendo la metà dei suoi 12.000 uomini. I polacchi aprofittano che il grosso dei cosacchi si trova
al confine con la Moravia ed invadono la Volinia con 50.000 uomini (20 II 1651).
Islam Gerei III khan dei tartari di Crimea si unisce ai cosacchi (VI 1651) ed insieme invadono la Polonia ma sono sconfitti
dai polacchi guidati da Stephen Czarniecki a Beresteczko (28-30 VI 1651). Gli sconfitti effettuano una
difficile ritirata fino a Bila Tserkva (10 VII). La leva dei nobili polacchi torna a casa dopo la vittoria mentre il resto
dell'esercito invade l'Ucrania, si unisce ad un esercito Lituano, prende e saccheggia Kiev (VIII 1651).
Bohdan Khmelnytsky raduna altri 50.000 uomini ed ha uno scontro inconclusivo con gli invasori presso Bila Tserkva (24-25 IX 1651). Le parti fimano il trattato di Bila Tserkva (28 IX 1651) che limita i cosacchi "registrati" a 20.000, riduce
il territorio cosacco ai dintorni di Kiev e vieta di tenere contatti con i tartari di Crimea ed altre potenze straniere.
Parte della popolazione abbandona l'Ucraina occidentale e migra in quella orientale. Bohdan Khmelnytsky cerca aiuti presso lo czar,
il sultano osmano, il khan di Crimea e l'hospodar di Moldavia.
La Pace di Bila Tserkva
Né i ribelli né la dieta polacca accettano il tattato di Bila Tserkva e la guerra riprende con stragi e saccheggi
(1652).
Un esercito di cosacchi e tartari guidato da Tymish Khmelnytski avanza verso la Moldavia ma è intercettato da 30.000
polacchi, in gran parte truppe regie "del quarto", guidati da Kalinowski. Bohdan Khmelnytsky soccorre i suoi e sconfigge
Kalinowski presso Batoh (2 VI 1652). I cosacchi riscattano dai tartari i prigionieri polacchi e li giustiziano, tra
questi c'è anche Marek Sobieski, fratello del futuro re di Polonia. I vincitori assediano vanamente Kamieniec Podolski e
rientrano in Ucraina.
Tymish Khmelnytski sposa Roksana Lupu, figlia dell'hospodar di Moldavia (VIII 1652), ma i boiari moldavi, appoggiati da quelli
valacchi e transilvani, si ribellano a Vasile Lupu. Tymish Khmelnytski muore difendendo Suceava (15 IX 1653) ed i
cosacchi perdono l'alleanza con la Moldavia.
La Polonia-Lituania forma un'alleanza anti-cosacca con la Moldavia, la Valacchia e la Transilvania. La dieta decreta la formazione di
un esercito permanente di 36.000 uomini ed obbliga le leve dei nobili a compiere addestramenti periodici, tuttavia l'urgenza obbliga a
fare affidamento principalmente su truppe mercenarie. La Podilia è invasa da 80.000 polacchi che sono però
circondati dai cosacchi e dai tartari a Zhvanet (XII 1653). I tartari però concludono un accordo separato e Bohan
Khmelnytsky deve accettare il trattato di Bila Tserkva (5 XII 1653), che limita il suo territorio ai dintorni di Kiev.