La Battaglia di Beresteczko (28-30 VI 1651).
La Grande Insurrezione Cosacca (1648-1654).
I Polacchi.
Giovanni Casimiro II re di Polonia guida 27.000 polacchi dell'esercito regio, 30.000 pospolitego ruszenia (leve feudali)
e 20.000 mercenari tedeschi veterani della guerra dei Trentanni. Altre fonti indicano 60-70.000 polacchi o 50-57-63-150-300.000
uomini in tutto.
I polacchi sono schierati davanti la cittadina di Beresteczko. L'ala sinistra è formata da cavalleria guidata dal
principe Jeremy Wisniowiecki. Il centro comprende la fanteria frammista a cavalleria, con le artiglierie davanti ed una riserva di
cavalleria ed è guidata da Giovanni Casimiro II e da Stefan Czarniecki. L'ala destra è formata da cavalleria guidata
da Lanckoronski.
I Cosacchi.
L'hetman Bohdan Chmielniecki guida 60-80-100.000 cosacchi e 20-25-30-50.000 cavalieri tartari guidati da Islam Girei III khan di
Crimea. Altre fonti indicano 100-108-130-250.000 o 1.000.000 di uomini in tutto con un centinaio di cannoni.
La cavalleria tartara è all'ala sinistra e quella cosacca all'ala destra. Alle c'è il loro accampamento fortificato, presidiato
dalla fanteria.
La Battaglia.
In tre giorni di scontri la cavalleria polacca si dimostra indisciplinata mentre la fanteria rimane salda ed infligge gravi perdite alla
cavalleria tartara, mentre la fanteria cosacca rifiuta di uscire dalle fortificazioni e attaccare la fanteria avversaria, per timore di essere
attaccata dalla cavalleria.
Islam Girei III khan di Crimea defeziona con i tartari (30 VI). Bohdan Chmielniecki lo raggiunge per inturlo a tornare ma è
trattenuto prigioniero.
I polacchi accerchiano i cosacchi guidati dai colonnelli Filon Dzhalali, Matvii Hladky ed Ivan Bohum, che resistono dieci giorni.
Ivan Bohum riesce infine ad aprirsi un varco attraverso una palude con il grosso delle truppe (8 VII) ma deve abbandonare gran
parte dell'artiglieria, dell'equipaggiamento e dei viveri. I cosacchi hanno 30.000 caduti ma anche i polacchi hanno gravi perdite.
Bohdan Chmielniecki è liberato dai tartari pochi giorni dopo, dietro versamento di un grosso riscatto.
La battaglia è commemorata con un sacrario sull'isola di Zhruravlykha (1914) ed un museo (1967).