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Campagna dei Cento Giorni (1815)

Guerre Napoleoniche

Dall’Elba a Parigi.
Una nave inglese sbarca Napoleone a Porto Ferrajo lo stesso giorno in cui Luigi XVIII entra a Parigi (3 V 1814).
Nei giorni seguenti Napoleone visita l’isola, riorganizza l’agricoltura, le industrie, è raggiunto dal generale Carbonne con alcuni esuli volontari della vecchia guardia (26 V) e dalla sorella Paolina, ma segue le vicende politiche francesi e determina di tornare in patria.
Salpa da Porto Ferraio (27 II 1815, ore 20:00) con i generali Drouot, Bertrand, 400 granatieri della vecchia guardia sul brigantino Brick "L’Incostante" ed altre cinque navi con 200 fanti, 100 cavalleggeri polacchi ed un battaglione di scorridori.
Sbarca nel golfo di Juan, presso Canne (ore 03:00 del 1 III), ammaina la bandiera dell’Isola d’Elba (banda arancio con tre api), innalza il tricolore rivoluzionario francese, pubblica due manifesti per annunciare il suo ritorno e inizia la marcia su Parigi, dove la notizia del suo sbarco è portata dal telegrafo ottico (5 III).
La notizia giunge poi a Vienna (7 III) dove è riunito il congresso dei coalizzati che emette un mandato di cattura vivo o morto. I giornali riportano la notizia e la borsa parigina perde 3 punti.
Il 5° reggimento ferma l’avanzata dell’avanguardia di Napoleone presso Laffrey, ma all’arrivo dell’Imperatore si unisce a lui costringendo gli ufficiali a fuggire.
Presso Grenoble anche il 7° reggimento con il colonnello Labédoyère passa dalla sua parte (7 III) portando la sua piccola armata a circa 7.000 uomini. Entra a Lione (10 III) da dove il conte d’Artois è fuggito con un unico soldato che ha accettato di fargli da scorta (insignito da Napoleone con la Legion d’Onore).
La notizia della marcia di Napoleone è pubblicata dal Times (11 III).
A Lione assume il titolo di Imperatore ed emette i primi decreti : l’abolizione degli atti contro-rivoluzionari del governo regio, la rimessa in vigore delle leggi della Costituente, lo scioglimento delle camere e la convocazione dei collegi elettorali a Parigi (13 III). La borsa parigina perde altri 14 punti. I Borboni mettono una taglia sulla sua persona (13 III).
Napoleone entra ad Auxerre (17 III) dove è raggiunto da Ney e dal 14° reggimento (veterano della Spagna) venuto da Orleans, ed infine è accolto a Parigi in trionfo (tramonto del 20 III 1815) con il "Battaglione Sacro" (composto da ufficiali in pensione). Exelmans ha innalzato il tricolore sulla capitale (ore 14:00). Luigi XVIII è in fuga verso Gand. La borsa parigina ha una breve risalita e rimane incerta.
Gli stati riuniti al congresso di Vienna formano contro Napoleone (non contro la Francia) una nuova coalizione (25 III).
Viste fallire le trattative e dopo le prime riforme militari, la borsa parigina precipita (15 V).

I preparativi militari francesi.
L’esercito francese ammonta sulla carta a 340.000 uomini, ma i disertori sono 100.000 e comprendono circa 600 ufficiali. Napoleone, Davout (ministro della guerra) e Carnot (ministro degli interni) lo riorganizzano come due anni prima, dopo la battaglia di Lipsia. Sono richiamati 80.000 uomini che hanno lasciato il servizio "per qualsiasi ragione". I volontari ammontano a 15.000 uomini e la classe del 1795 fornisce altri 120.000 uomini (giugno 1815).
La guardia nazionale è organizzata su 3.000 battaglioni ordinari, di granatieri e di cacciatori ma a maggio sono solo 300, dei quali 88 alle frontiere.
Viene ordinata la leva obbligatoria in massa (VI) mentre le guardie nazionali, le guardie forestali, i gendarmi ed i cittadini volenterosi sono incaricati di mettere in stato di difesa i ponti e le città (9 V). Parigi viene fortemente protetta.
A inizio giungo l’esercito ammonta a 284.000 effettivi e la guardia nazionale a 220.000 effettivi. L’esercito di manovra è organizzato su 5 Corpi d’Armata, la Riserva di Cavalleria e la Guardia, per un totale di 17 divisioni di fanteria, 8 divisioni di cavalleria e 7 divisioni di cavalleggeri, corrispondenti a 90.000 baionette, 22.000 sciabole, 12.000 artiglieri e 350 pezzi d’artiglieria. Lungo il Reno, il Giura, le Alpi, il Varo ed i Pirenei si trovano altri 5 C.A. per un totale di 10 divisioni di fanteria, 7 divisioni di guardia nazionale e 3 divisioni di cavalleria, ma tutte le unità sono al 40% degli organici, anche a causa delle diserzioni.

I Coalizzati.
I coalizzati stanno ammassando truppe sui confini francesi per ripetere l’avanzata concentrica su Parigi dell’anno precedente:


La Campagna dei Cento Giorni.
Napoleone dispone di 35.000 uomini a fine aprile, portati a 124.000 a metà giugno. Il suo piano è di sconfiggere separatamente i nemici più vicino (100.000 uomini di Wellington e 120.000 di Blücher) prima dell’arrivo dei russi e degli austriaci, sui quali buttarsi in seguito mobilitando al suo fianco i batavi (belgi ed olandesi).
Il piano prevede quindi di incunearsi con l'Armee du Nord tra l'Armata dei Paesi Bassi (a sinistra) e l'Armata del Basso Reno (a destra) per sconfiggerle separatamente, aprofittando del fatto che sono disperse tra Audenarde, Nivelles, Namur e Liegi su un fronte di 140 Km ed una profondità di 100 Km.

14 VI - Napoleone lascia Parigi e di dirige al quartier generale di Baumont:

15 VI - Alle ore 2:30 i corpi d’armata si mettono in marcia per convergere a Charleroi alle 9:00, ma per una serie di circostanze, prima tra tutte il disordine che regna a tutti i livelli, giungono alle 12:00.

Alle 15:00 Ney si presenta da Napoleone ed ottiene il comando dell’ala sinistra : il II° C.A. seguito a distanza dal I°, rinforzata da una divisione di cavalleria della riserva ed una di cavalleggeri della guardia (col. Heymes).
Al tramonto i francesi hanno raggiunto le seguenti posizioni:

I francesi hanno catturato 1.500 uomini (200 secondo i prussiani, 2.000 secondo Napoleone) e 5-6 cannoni al prezzo di 5-600 perdite, compreso il generale Letrot, dello stato maggiore (ridotte a 200 da Reille ed a un centinaio da Napoleone).
A sera la notizia dell’avanzata francese giunge a Wellington, che si trova al ballo della duchessa di Richemond ed inizia a raccogliere le proprie truppe.

16 VI - Napoleone sbriga le pratiche da Parigi, esamina i rapporti ed emana gli ordini per l’avanzata (ore 8:00):

I Francesi sconfiggono di misura i prussiani a Ligny ma non riescono a prendere Quatre Bras. A sera a Parigi è distribuito un "Extrait du Moniteur" gratuito sulla vittoria di Ligny. Le voci dicono Wellington catturato, Blücher mortalmente ferito e 25.000 prigionieri.

17 VI - Lo sfruttamento della vittoria è reso impossibile dalla stanchezza e dal disordine e la mattinata passa senza attività. Alle 12:00 Napoleone ordina a Groucy di cercare notizie sulla ritirata prussiana, sono infatti inviate (ma oramai è tardi) colonne verso Namur e Maastricht mentre il grosso (C.A. III°, IV° e 1° corpo della Riserva di Cavalleria) muove verso Gembloux.
Solo ora Napoleone riceve la notizia che gli anglo-batavi sono ancora a Quatre Bras ed invia l’ordine a Ney di attaccare per impegnarli, inviando in suo sostegno il VI° C.A., la Guardia, il 3° ed il 4° corpo della Riserva di Cavalleria. Napoleone raggiunge Marbais e dopo una breve sosta procede per Quatre Bras.
Wellington, saputo della sconfitta prussiana, ordina la ritirata.
La cavalleria francese contatta quella avversaria (ore 14:00) ma il tempo peggiora ed in seguito scoppia un temporale che ostacola la visibilità ed i movimenti. In sei ore i francesi percorrono 30 Km. Uno scontro violento tra cavallerie ha luogo a Genappe, per il passaggio sulla Dyle.
Napoleone giunge a La Belle Alliance (ore 18:30) e scopre gli avversari schierati sulle colline di Mont Saint Jean decisi a dare battaglia, quindi emana gli ordini per lo schieramento:

Frattanto le fanterie di Groucy si mettono in marcia (ore 14:00) su un’unica pesante colonna verso Gembloux (a 10 Km). Pajol (ore 15:00) informa che i prussiani dalla strada di Namur hanno deviato a nord, e poco dopo Exelmans segnala la presenza di forze prussiane in formazione di combattimento presso Gembloux ma Groucy non comunica queste notizie a Napoleone.
Exelmans nel pomeriggio occupa Gembloux evacuata e procede oltre, ma ha perso il contatto con i prussiani.
Dopo aver marciato 6 ore sotto una pioggia violenta (senza sfruttare la strada di Ardenelle) le fanterie raggiungono Gembloux e si fermano. Durante la notte Groucy è informato che Blücher è in marcia su Wavre.

18 VI - Napoleone è gravemente sconfitto dai coalizzati a Waterloo mentre Groucy sconfigge la retroguardia prussiana (un C.A. e pochi altri reparti) a Wavre.

Groucy sfugge ai prussiani che lo hanno raggiunto presso Namur (20 VI), nuovamente presso Nanteuil (28 VI) ed arriva a Parigi (26 VI) con 28.000 uomini, tutti i suoi 96 cannoni più 4 cannoni prussiani, tutte le bandiere tranne due (quelle del 45° e del 105° reggimento), un migliaio di feriti di Ligny e di Waterloo.
A Parigi si trova Soult con 27.000 uomini e 58 cannoni, ed arrivano anche i generali Drouot e D’Erlon con 4.643 uomini scampati da Waterloo (26 VI), inseguiti dalle avanguardie prussiane.
Presso Parigi i francesi distruggono la 3a brigata di cavalleria prussiana (von Sohr, catturato) a Villacoublay (1 VII) e fermano i prussiani ad Issy (2-3 VII), prima che le trattative decidano di cessare le ostilità (3 VII).

La Fine dell’Era Napoleonica.


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