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Dal Consolato all’Impero.
La pace di Amiens (25 III 1802) permette a Napoleone di rafforzare il proprio
potere.
Moreau è esiliato per cospirazione, Lafayette e Lecoubre sono messi a riposo
sotto sorveglianza, Napoleone è nominato console a vita da un plebiscito a voto
palese (2 VIII 1802). A questo periodo risalgono l’istituzione dell’Ordine della
Légion d’Honneur (19 V 1802), organizzata su 16 coorti, per premiare chi si
distingue al servizio della Francia (sé stesso, i suoi marescialli, fino ai militari
semplici ed ai civili) e la pubblicazione del Codice Civile, al quale Napoleone aggiunge
personalmente il capitolo V, dove è affermato che i soldati francesi sono giudicati dalle
leggi francesi anche quando si trovano in paesi stranieri.
Napoleone incorpora il Piemonte alla Francia, riforma l’Istituto Nazionale che è
diviso in 4 classi: Scienze, Letteratura, Storia, Belle Arti (esclude Scienze Morali e Politiche)
e si fa nominare Mediatore della Confederazione Elvetica.
Dopo un duello a colpi di articoli sul Times e sul Moniteur, l’Inghilterra riapre le
ostilità sui mari (22 V 1803), William Pitt torna al governo.
Bonaparte fa occupare l’Hannover, vende la Luisiana, ultima colonia francese in
Nordamerica, agli Stati Uniti (1803), fa giustiziare Louis-Antoine-Henry de
Bourbon-Condé duca d’Enghien (III 1804), assume con un altro plebiscito a voto
palese il titolo di Imperatore dei Francesi (18 V 1804) facendosi incoronare a
Notre-Dame da Pio VII (2 XII).
Ludwig van Beethoven compone la Terza Sinfonia (Eroica) in onore di Napoleone ma dopo
la nomina ad imperatore cancella la dedica.
Napoleone visita l’Italia, effettua una parata sul campo di battaglia di Marengo
indossando la stessa divisa del giorno della sua vittoria (benché consunta) e
vi erige un monumento ai caduti, prende il titolo di re d’Italia (17 III 1805)
offertogli dalla repubblica cisalpina ed è incoronato a Milano (26 V) con la
Corona Ferrea e la celebre frase "Dio me l’ha data, guai a chi la tocca".
Napoleone nomina il figliastro Eugene de Beauharnais viceré d’Italia, incorpora
la repubblica Ligure all’Impero Francese (4 VI) ed assegna Lucca e Piombino alla
sorella Elisa.
La Grande Armée.
Napoleone decreta una nuova amalgama e costituisce la Grande Armée (13 I
1803) che si raccoglie sulla Manica, nei grandi campi di Utrecht, Bruges, Boulogne,
Etaples e Montreuil, più una riserva a Compiegne. Masse minori sono presso
Brest e gli altri porti atlantici. In tutto sono 80.000 uomini con una flottiglia di
500 imbarcazioni.
La Grande Armée è organizzata su Corpi d’Armata mediamente di
30-35.000 uomini, da 1 (rare) a 4 divisioni di fanteria (con reggimenti territoriali), una
divisione oppure una brigata di dragoni o di cavalleria leggera, almeno una batteria d’artiglieria
(in genera da 12 a 40 pezzi), un reparto zappatori, comando e servizi. In tutto da 9.000 a 21.000
uomini.
Le divisioni comprendono in genere 2 brigate, pari a 4-5 reggimenti, una quota di artiglieria
divisionale e solo in seguito anche reparti di cavalleria, che per ora formano divisioni a
sé.
Napoleone prevede l’impiego in battaglia di più corpi d’armata mentre il
movimento strategico è effettuato autonomamente, snellendo i problemi
logistici.
Le disposizioni prevedono la marcia in colonna di plotoni (invece che in colonna di 3 o
di 6 uomini), senza serrare le colonne ogni sera (per non dovere incolonnarsi
nuovamente al mattino). Le vetture procedono su 2 o 3 file, anche a fianco delle
strade. Un corpo d’armata raggiunge la lunghezza di 18-19 Km o anche di 11.
Le demi-brigade sono rinominate reggimenti, da 110 di linea e 30 leggere scendono
a 90 reggimenti di linea (numerati da 1 a 112, con 22 numeri mancanti) e 27 reggimenti
leggeri (da 1 a 31, con 22 numeri mancanti). I numeri mancanti corrispondono a demi-brigade
autorizzate ma mai formate. In seguito il numero dei reggimenti sale fino a 128 di linea e
37 leggeri (1813), comprendendo anche truppe non francesi.
La cavalleria è riorganizzata e, dopo il declino del periodo della rivoluzione, torna
ad essere una delle migliori d'Europa.
Napoleone suddivide la cavalleria in specialità
Pesante: 14 reggimenti di cuirassiers, su 4 squadroni di 2 compagnie;
montano grossi cavalli normanni o fiamminghi, armati con elmetto, pettorale e schiena,
sciabola e pistola, sono impiegati come unità d'urto contro cavalleria e
fanteria. Sono affiancati da 2 reggimenti di carabiniers simili per organizzazione ed
armamento. Sono tutti inquadrati nella Riserva di Cavalleria.
Di linea: dragoni, fino a 30 reggimenti su 5 squadroni (1.200 cavalieri), armati
di sciabola, moschetto, baionetta e pistola, a volte elmo. Sono utilizzati per proteggere i
fianchi dello schieramento in battaglia o in marcia, di guardia alle linee di comunicazione o
per incursioni. Solo in alune occasioni sono impiegati smontati, in Spagna.
Chevaux Légere: reggimenti di hussards (ussari), con uniformi
variopinte, carabine e pistole; numerosi reggimenti di chasseur-à-cheval, armati in
modo simile agli ussari, 2 reggimenti di lanciers polacchi, ai quali poi si affiancano
altri reggimenti di lancieri convertendo alcuni reggimenti di dragoni.
La Riserva di Cavalleria (formata nel 1803) diviene corpo d’armata, comprende 2
divisioni di corazzieri e 4 di dragoni, ussari e cacciatori organizzate su 2-3
brigate, ciascuna su 2 reggimenti di cavalleria, per un totale di 20.000 cavalieri.
La Garde Impériale, evoluzione della guardia consolare, è formata per 2/3
da veterani e per 1/3 da coscritti, riceve cure maggiori nella fornitura del vestiario,
del vitto e dei servizi, riceve una paga più elevata e puntuale.
Comprende una reggimento di granadiers-á-pied, soprannominati "Les Grognards",
un reggimento di chasseur-á-pied, un'unità di grenadier-á-cheval
soprannonominati "grosse-bottes", "Gli Dei" o in altri modi, ed un'unità di
chasseur-á-cheval, scorta personale di Napoleone, soprannominati "Gli
Invincibili" o "Figli Favoriti" (a Sant'Elena Napoleone veste l'unifome di colonnello di questa
unità), una di dragoons de l'Impératrice, una di
chevau-légers-lanciers ed una di mamelucchi. In tutto 8.000 uomini.
Lo Stato Maggiore Generale comprende un gabinetto imperiale (con segretari incaricati di
scrivere sotto dettatura) ed un ufficio topografico a capo del quale è posto il
capo ingegnere Barcler d’Albe.
Divenuto imperatore, Napoleone distribuisce ai reggimenti le nuove insegne con le Aquile
Imperiali (Aigle Eployée, 1804), ispirate alle insegne delle legioni romane,
e crea la carica onorifica di Maresciallo dell’Impero conferendola a 14 ufficiali
(Pierre François Charles Augereau, Jean Baptiste Bernadotte, Louis Alexandre Bertiher,
Jean-Baptiste Bessières, Guillaume Marie conte Brune, Louis Nicolas Davout,
Jean Baptiste Jourdan, Jean Lannes, André Massena, Bon-Adrien Janot de Moncey,
Edouard Mortier, Michel Ney, Joachim Murat e Nicolas Jan de Dieu Soult) ed a 4 senatori (François
Christophe Kellerman, François Joseph Lefebvre, Dominique Chaterine de Pérignon e Jean
Mathieu Philibert conte S&eaucte;rurier).
Louis Bonaparte è nominato Gran Conestabile, Louis Alexandre Berthier Vice-Conestabile
(1804).
Dalla Manica al Reno.
L’Inghilterra costruisce contro la Francia una nuova coalizione alla quale aderiscono
l’imperatore Francesco d’Asburgo (che invade la Baviera), lo Czar Alessandro I,
la Svezia e Ferdinando IV di Borbone re di Napoli (IV-VIII 1805).
Napoleone è alleato a Carlo IV di Borbone re di Spagna, alla Baviera ed il Württemberg, promette
l’Hannover a Federico Guglielmo III di Hohenzollern re di Prussia ed ampliamenti
territoriali ai piccoli stati tedeschi, ottenendone la neutralità, quindi muove
la Grande Armée deciso a sconfiggere l’Austria prima che la Russia riesca
a sostenerla:
I C.A. I° (Bernadotte, 2 divisioni) dall’Hannover, e II° (Marmont,
tre divisioni), con una divisione Batava, dall’Olanda, e due divisioni bavaresi
(20.000 uomini) muovono a sud verso il Meno e giungono a Würzburg (27 IX),
I C.A. III° (Davout, 3 divisioni), IV° (Soult, 4 divisioni), V°
(Lannes, 2 divisioni) e VI° (Ney, 3 divisioni), dai campi sulla Manica, e la Guardia
Imperiale (Bessières), da Boulogne e da Parigi, avanzano tra Frankenthal,
Haguenau e raggiungono il Reno (30 IX),
La Riserva di Cavalleria (Murat, 6 divisioni) da Compiègne
e dai campi lungo la Manica raggiunge Strasburgo e procede verso Rastatt,
Il C.A. di Riserva (maresciallo Brune) presidia le coste
settentrionali francesi, protegge la flottiglia ed i magazzini.
Alcune ricognizioni a cavallo esplorano la valle del Danubio fino
Linz, sul Meno fino ad Eger (in Boemia) e sul terreno tra le due vallate (Spira, Ulma,
Ratisbona e Passavia),
6 divisioni di fanteria e 3 di cavalleria (45.000 uomini) guidate
dal maresciallo Jourdan (sostituito da Massena) fronteggiano tra il Mincio e l’Adige
95.000 austriaci guidati da Carlo arciduca d’Asburgo,
3 divisioni di fanteria ed una brigata di cavalleria (20.000
uomini) guidati da Gouvion Saint-Cyr si trovano tra Bari e Pescara per fronteggiare i
napoletani, 12.000 russi a Corfpiù e 6.000 inglesi a Malta,
Napoleone dispone inoltre del VII° C.A. (Augereau, 2 divisioni, 14.000 uomini) a Brest
e di corpi ausiliari di Württemberg e Baden, costituisce in Alsazia due nuovi
Corpi di Riserva (marescialli Lefebve e Kellermann), mobilita la guardia nazionale,
dispone magazzini a Magonza, Würzburg (sul Meno), Strasburgo e Ulma (sul Danubio)
ed ordina altri due paia di scarpe per ogni soldato (ciascuno ne ha già 3) ma
non ci saranno mai.
L’armata dispone di 400 cannoni ma scarseggia di fucili e cavalli: un divisione di
dragoni della riserva di cavalleria è appiedata (poi monta parzialmente grazie
ai cavalli presi al nemico) e mancano cavalli per il traino dei pezzi
d’artiglieria.
Dal Reno al Neckar.
Napoleone non ha ancora raggiunto la Grande Armée ma riceve informazioni
sulla dislocazione delle forze austriache sembrano indicare che hanno scelto per
fronte principale l’Italia:
76 battaglioni e 72 squadroni si trovano a Wels sul Traun, guidati
nominalmente da Ferdinando d’Asburgo arciduca d’Austria affiancato dall’abile
maresciallo Mack. Passano l’Inn invadendo la Baviera (IX).
64 battaglioni e 8 squadroni si trovano in Tirolo, avanzano su
Basilea,
75 battaglioni e 74 squadroni si trovano a Lubiana,
74 battaglioni e 22 squadroni si trovano in Veneto,
82 battaglioni e 68 squadroni si trovano all’interno dei paesi
austriaci,
90.000 russi guidati dal sessantenne feld-maresciallo Mikhaïl
Ilarionovitch Golenitchev Kutuzov si trovano in Galizia, seguiti a distanza da altre
forze russe.
La Grande Armée riceve l’ordine di passare il Reno (24 IX) ed avanzare
verso il Danubio tra il Brenz ed il Wörnitz, fiancheggiata a destra dal V° C.A.
(Lannes) e da 4 divisioni della riserva di cavalleria (Murat), che passato il fiume
avanzano lungo la riva destra.
Napoleone è informato dell’occupazione austriaca di Ulma (18 IX) poco prima di
raggiungere Strasburgo, dove assume il comando dell’armata (26 IX), inizia il movimento
verso la linea del Neckar e l’avvolgimento della piazza:
L’ala destra, composta da una divisione e la cavalleria leggera
del V° C.A. (Lannes) pipiù le 6 divisioni della riserva di cavalleria (Murat)
fungono da avanguardia, passano il Reno sul ponte di Khel, l’unico stabile (25 IX), poi
si schierano a copertura lungo circa 60 Km ad una quindicina di Km dal Reno in attesa
dell’ultimazione dei ponti militari.
I C.A. VI° (Ney, a sinistra), IV° (Soult, al centro) e III°
(Davout, a destra), passano il Reno su ponti di barche e di circostanza rispettivamente
a Pfortz, Spira, Mannheim (27-30 IX) ed avanzano verso il Neckar che raggiungono ed in
parte oltrepassano, occupando un fronte di circa 100 Km (2 X), a sud fino a
Stoccarda.
Il grosso è seguito dalla Guardia e dalla riserva di
cavalleria (ad una trentina di chilometri), che portano le forze centrali a 140.000
uomini.
All’ala sinistra il II° C.A. (Marmont) da Magonza ha frattanto
raggiunto Würzburg (sul Meno, a due giornate di marcia dal grosso, pari a 70 Km)
dove si unisce al I° C.A. (Bernadotte) ed ai Bavaresi (sono in tutto 87.000
uomini).
Dal Neckar al Danubio.
Attorno Ulma e l’Iller sono segnalati tra i 47 ed i 70 mila austriaci, con reparti a
Stockach, in forte posizione difensiva, mentre i Russi sono attesi a Praga ed a
Vienna. La passività nemica permette a Napoleone di continuare l’avanzata:
La cavalleria di riserva (Murat), seguita dal VI° C.A. (Ney),
coprono l’avanzata avanzando a scaglioni ed a piccole tappe per la valle del Vils,
poi per quella del Brenz, con l’ordine se attaccati di ritardare l’avversario per dare
il tempo ai corpi d’armata di intervenire ed avvolgere gli attaccanti.
Il grosso della Grande Armée, composto dal V° C.A.
(Lannes), la Guardia, una divisione corazzieri, dai dragoni appiedati e da una
divisione di dragoni, risale la valle del Rems.
I C.A. IV° (Soult) e III° (Davout), seguiti dal II° (Marmont)
scendono verso il Danubio a cavallo del Wörnitz.
Il I° C.A. (Bernadotte) rimane in posizione arretrata tra il
Wörnitz e l’Altmühl.
Murat trova la valle del Brenz sgombra (3 X) e gli esploratori segnalano che gli
austriaci sono schierati al completo sull’Iller tra Memmingen ed Ulma (4 X) mentre i
russi sono attesi sull’Inn per la settimana seguente (10-12 X).
Napoleone rallenta la colonna che risale la valle del Rems per evitare attacchi sulla
coda ed invia la cavalleria sulla sinistra del Danubio, ad accertarsi che sia sgombra,
requisire barche, galleggianti e legname. Infatti il giorno seguente la cavalleria
segnala che Keinmayer è sgombra e che gli austriaci sono a est del Lech (5 X),
forse con alcuni distaccamenti lungo il Wörnitz. I russi sono attesi sull’Inn
(il 12 le avanguardie, tra il 15 ed il 20 il grosso).
La Manovra di Ulma.
La delicata manovra mira a tagliare tutte le possibili vie di ritirata austriaca,
evitando di disperdere troppo le forze e fornire all'avversario la possibilità
di sorprendere i corpi distaccati e distruggerli.
5 X - Napoleone emana gli ordini per portare il grosso della Grande
Armée alle spalle di Ulma:
Tra Vils e Brenz, di fronte ad Ulma, sono disposte una divisione
del V° C.A. (Lannes), una divisione di dragoni e la divisione di dragoni appiedati
(15.000 uomini in tutto), con l’ordine di farsi credere pipiù numerosi per
coprire la manovra francese.
L’avanguardia, composta dalla la cavalleria di riserva (Murat) e
dal IV° C.A. (Soult), e si mette in marcia già la sera del 5 ed il mattino
seguente occupa Donauwörth incalzando gli austriaci che distruggono il ponte.
I C.A. I° (Bernadotte) e II° (Marmont) con i bavaresi seguono
l’avanguardia ad una trentina di Km su lunghe colonne. La linea del Wörnitz
è stata abbandonata dagli austriaci.
Il grosso, composto dai C.A. III° (Davout), V° (Lannes, senza una
divisione), VI° (Ney) e dalla Guardia, giunge al Danubio su un fronte di circa 80 Km
(6 X).
La sinistra del Danubio è sgombra da austriaci (tranne presso Ulma) e l’unico
problema è la carenza di viveri, parzialmente rimediato mediante saccheggi.
Napoleone sposta la linea di comunicazioni da Strasburgo a Spira-Stoccarda, ordina di
approntare a Würzburg ed a Forcheim delle piazze di deposito che partendo da
Magonza formino la futura linea di rifornimento.
7 X - Gli austriaci, che ai primi del mese sono avanzati da Keinmayer e da
Laningen a Neresheim e Harburg, poi hanno ricevuto un contro-ordine, hanno ripassato
il Danubio, raccolto le truppe sull’Iller e compiono movimenti parziali verso est.
Questi movimenti denotano incertezza e rendono egualmente probabili la
possibilità che diano battaglia sull’Iller e quella che tentino di ritirarsi
per la Franconia-Boemia (per unirsi ai Russi), per il Tirolo (costretti però
ad abbandonare parte delle artiglierie e dei carriaggi) o per l’Inn verso Vienna
(aprendosi la strada a forza). Napoleone non vuole lasciarseli sfuggire.
Murat, all’avanguardia, passa il Danubio, trova il ponte di
Münster intatto e procede verso est, occupa il ponte di Rain sulla Lech, trovato
non presidiato, e segnala la presenza degli austriaci a Memmingen. Frattanto il IV°
C.A. (Soult) riatta il ponte di Donauwörth e segue Murat.
Il grosso, composto dai C.A. V° (Lannes, senza una divisione),
VI° (Ney) e dalla Guardia, passa il Danubio a Donauwörth ed assume un fronte di
50 Km.
L’ala destra, composta dai C.A. I° (Bernadotte, che assume il
comando dell’ala), II° (Marmont), III° (Davout) e dai Bavaresi, avanza verso il
Danubio tra Ingolstad e Neuburg ma a sera, ad una cinquantina di chilometri da
Ingolstad, segnala che le due località sono presidiate dagli austriaci.
Bernadotte e Soult segnalano la presenza di 25-35.000 austriaci sul Lech in attesa del
Mack, del quale invece nella notte è accertato che si trova con il grosso
fermo presso Ulma.
8 X - Combattimento di Wertingen. La Grand Armée si sta chiudendo
attorno gli austriaci, ai quali è ancora possibile tentare la ritirata lungo
la strada per Vienna che passa il Lech ad Augusta:
Il IV° C.A. (Ney) pipiù 3 divisioni è lasciato sulla
riva sinistra del Danubio a fronteggiare Ulma, sbarrare la strada per Donauwörth
e quella per Hedenheim-Nördlingen (verso la Franconia), coprire la linea di
comunicazioni Helbronn-Nördlingen lungo il Brenz, con un’avanguardia sulla
destra del Danubio ed una sulla strada per Albeck. Ney raggiunge il Brenz ma non
invia le avanguardie.
Murat con 3 divisioni di cavalleria seguito dal V° C.A. (Lannes)
avanza a cavallo dello Zusam per intercettare la strada Ulma-Augusta. Presso Wertingen
Murat si scontra con la divisione Aufenberg, in marcia da Günzburg verso
Donauwörth. Murat è raggiunto dalla divisione Oudinot e solo a sera
sconfigge la divisione austriaca catturando 12 battaglioni di granatieri imperiali e
2 cannoni, ma non può procedere. Gli austriaci sono segnalati sull’Iller tra
Memmingen ed Ulma.
Il IV° C.A. (Soult) marcia verso Augusta lungo la destra del Lech
e la sua cavalleria si scontra con reparti di cavalleria austriaca presso Aichach,
ritiene di avere di fronte forze superiori e non procede.
Il III° C.A. (Davout) supera il Danubio a Neuburg ed avanza per
Aichach-Augusta segnalando (erroneamente) di avere di fronte forti colonne austriache
che solo la notte ripiegano su Augusta.
I C.A. I° (Bernadotte) e II° (Marmont) con i Bavaresi hanno
l’ordine di passare il Danubio a Neuburg, a Ingolstad o in un punto intermedio e
liberare Ingolstad da presenze austriache, lasciando al II° C.A. il compito di coprire
eventuali provenienze da Augusta, ma Ingolstad è presidiata ed il passaggio a
Neuburg è ostacolato dal III° C.A che sta compiendo la stessa operazione.
9 X - Poiché tutti i comandanti hanno segnalato forti presenze austriache
davanti a sé, la Grand Armée riprende l’avanzata con il falso
presupposto che gli austriaci tentino la ritirata per Augusta:
All’ala sinistra il I° C.A. (Bernadotte) presidia il ponte di
Ingolstadt ed avanza a cavallo dell’Isar su due fronti, verso Monaco, vigilando la
destra del Danubio.
Il II° C.A. (Marmont) rimane di riserva all’incrocio delle strade
Augusta-Neuburg e Rain-Monaco.
Il grosso, composto dai C.A. III° (Davout), IV° (Soult) e V°
(Lannes), dalla riserva di cavalleria e dalla Guardia, avanzano a cavallo del Lech
verso Augusta, circa 50 Km avanti rispetto le due ali.
Murat, con una divisione, è inviato verso Landsberg.
All’ala destra, Ney dispone delle 4 divisioni del VI° C.A.
pipiù altre 3 divisioni, invia la divisione Dupont lungo la riva sinistra del
Danubio, con le altre attacca i ponti a valle di Ulma e dopo vivaci combattimenti
riesce ad occuparli, ma non invia avanguardie oltre il Danubio. Riceve poi l’ordine
(ore 12:00) di inviare 2 divisioni su Augusta e marciare con il resto (il IV° C.A. e
la divisione dragoni) su Ulma, ritenuta poco presidiata.
La divisione Dupont è duramente contrastata e deve fermarsi ad Albeck (ore 21:00)
convincendo Ney di avere di fronte numerose forze austriache.
10 X - I dispacci dei combattimenti presso Albeck convincono erroneamente
Napoleone di aver conseguito una vittoria decisiva e di dover ora scoprire i movimenti
dei Russi:
Murat ed il V° C.A. (Lannes) avanzano verso Mindelhem.
Il IV° C.A. (Soult, divisioni Vandamme, Saint-Hilaire e Legrand)
avanza verso Landsberg.
Napoleone con il grosso marcia su Augusta.
Ney segnala la presenza di 30.000 austriaci a Günzburg, con
l’arciduca Ferdinando, Mack e 14 generali. Il barone d’Aspre è catturato ed
inviato a Napoleone che si rende conto di dover ancora sconfiggere gli austriaci (ore
24:00) e devia Murat e Lannes verso Burgau.
11 X - Combattimento di Haslach. La giornata è piovosa ed a tratti
nevica.
Al mattino (ore 8:00) Murat ed il V° C.A. (Lannes) sono inviati
sull’Iller per sostenere Ney e concentrare quindi contro Ulma i C.A. V° e VI°, una
divisione del IV°, 3 divisioni di dragoni e la divisione dragoni appiedati (in tutto
50-60.000 uomini contro 35-40.000 austriaci stimati).
Ney con il VI° C.A. prosegue verso Ulma secondo gli ordini del giorno precedente e
suddivide le forze portando la maggior parte delle divisioni sulla riva destra del
Danubio. Sulla riva sinistra la divisione Dupont (6.000 fanti e pochi cavalieri)
rimane sola ad Haslach, poiché la divisione dragoni appiedati non riceve
l’ordine di appoggiarla. Tuttavia la depressione morale degli austriaci (diretti a
Nordlingen) impedisce loro di sfruttare l’enorme superiorità numerica e Dupont,
dopo aver resistito tutto il giorno, ripiega su Albeck abbandonando parte delle
artiglierie ma con qualche centinaio di prigionieri austriaci (1.500 prigionieri in
altre fonti).
Il grosso rimane a fronteggiare l’Iser a Landsberg (Soult con il
IV° C.A. ed una divisione dragoni), a Monaco (Bernadotte con i C.A. I° e III°, i
Bavaresi ed una divisione di corazzieri) e ad Augusta (Napoleone con il II° C.A., la
Guardia ed una divisione di corazzieri). Le informazioni confermano la presenza del
corpo austriaco di Kienmayer (20.000 austriaci) tra il Lech e l’Isar in marcia verso
Monaco, altri reparti in marcia da Landsberg a Memmingen ed i Russi attesi a Monaco il
12 o il 13. Il grosso degli austriaci è quindi sull’Isar.
12 X - Napoleone decide di tenere impegnato il grosso austriaco due o tre giorni
per concentrare le forze (100.000 uomini) contro Mack (80-90.000 uomini).
Bernadotte attacca 20.000 uomini di Kienmayer, li spinge indietro
verso est ed occupa Monaco, per impedire al grosso austriaco di soccorrere Ulma
(pronto ad essere raggiunto da Davout nel caso arrivassero i Russi).
Il VII° C.A. (Augereau) avanza per l’Alasazia verso Friburgo per
tagliare la ritirata austriaca verso il Tirolo.
Il grosso della Grand Armée da Augusta avanza verso
Ulma.
Il IV° C.A. (Soult) avanza su Memmingen contro la destra
austriaca.
Murat ha l’ordine di tenere Albeck e gettare ponti sul Danubio.
Tuttavia la divisione Dupont e quella dei dragoni appiedati ricevono ordini e
contro-ordini da Murat e da Ney (che Napoleone non ha messo sotto Murat), rimangono
sul Brenz e non occupano Albeck. è quindi ancora possibile la ritirata austriaca
per la Franconia. Murat conferma che l’Iller è sgombro e Mack dispone di 80.000
austriaci sulla riva sinistra del Danubio, presso Ulma.
13 X - Continua la manovra decisa il giorno precedente:
Il VI° C.A. (Ney) attacca il ponte di Elchingen, il pipiù
vicino ad Ulma, non riesce a prenderlo ma riesce ad impedirne l’uso agli austriaci.
Giunge Napoleone (ore 13:00) che ordina alla divisione Doupont, sulla riva sinistra
del Danubio, di portarsi ad Albeck e prendere il ponte di Elchingen, biasima Ney per
come ha condotto le operazioni e gli ordina di radunare le forze sulla sinistra del
Danubio lasciando una divisione a Thalfingen come riserva.
Il V° C.A. (Lannes) raccoglie le forze sulla destra del Danubio
con una divisione oltre l’Iler, che trova sgombro. Il grosso serra ma Marmont segnala
il 70% degli effettivi del suo II° C.A. è rimasto indietro.
Il IV° C.A. (Soult), diretto a Memmingen, viene quindi deviato a
nord della città per bloccare la strada di Biberach e formare l’ala sinistra
dello schieramento francese di fronte ad Ulma.
Bernadotte, dopo i combattimenti del giorno precedente, passa la
giornata senza avvenimenti tra il Lech e l’Isar.
14 X - La manovra continua con i combattimenti di Elchingen e
Memmingen:
Al mattino una divisione del VI° C.A. prende di slancio il ponte di
Elchingen ed incalza gli austriaci fino ad Ulma, seguita dal resto del corpo d’armata
e da una divisione di dragoni.
La divisione Doupont, con rinforzi d’artiglieria ricevuti da altre
divisioni, marcia su Albeck ma trova Langenau occupata e deve ripiegare su
Gundelfingen.
Il grosso, costituito dai C.A. V° (Lannes), II° (Marmont), dalla
Guardia e dalla Riserva di Cavalleria, serra verso Ulma, sulla destra del Danubio,
senza trovare resistenza. Soult e Marmont segnalano colonne austriache in movimento da
Ulma a Biberach e verso il Tirolo.
Pipiù a sud il IV° C.A. (Soult) occupa Memmingen facendo
3.500 prigionieri.
Bernadotte segnala che sulla linea Lech-Isar-Inn non c’è
attività nemica.
15 X - Napoleone dirige l’attacco alle posizioni austriache attorno Ulma:
I C.A. V° (Lannes) e VI° (Ney), sulla riva sinistra del Danubio
distanti circa 15 Km tra loro, convergono sull’altura di Michelsberg (a nord di Ulma),
cacciano gli austriaci e li inseguono fino a Ulma.
Frattanto il II° C.A. (Marmont) ed una divisione di dragoni
bloccano Ulma sulla destra del Danubio, appoggiati dal IV° C.A. (Soult) che sbarra
l’Iller. A Mack è intimata la resa ma rifiuta.
La divisione Dupont da Gundelfingen muove verso Albech per
congiungersi al resto del corpo d’armata, ma è attaccata da una colonna
austriaca (segnalata in marcia verso nord il giorno precedente) e riesce a
disimpegnarsi grazie all’aiuto di una divisione di dragoni.
Il giorno successivo (16 X), Mack, pressato dai suoi ufficiali, apre trattative per la
resa, che prolunga inutilmente fino al 19 X, e si arrende presentandosi a Napoleone
con la nota frase "Maestà, ecco l’infelice generale Mack" (20 X). I francesi
prendono 25.000 prigionieri, 40 bandiere e 65 cannoni, oltre ai 25.000 prigionieri
presi a Wertingen, Memmingen ed a Monaco nei giorni precedenti.
I prigionieri sono scortati oltre al Reno dal VII° C.A. (Augereau), sostituito da un
C.A. in arrivo dalla Francia. Augereau spazza le retrovie.
Colonne austriache ripiegano verso la Franconia e verso il Tirolo (la ritirata è
iniziata il 9 X dal generale Wernech), inseguite da Murat con truppe dei C.A. V° e VI°,
della Guardia e della Riserva di Cavalleria (da Ulma) mentre da Donauwörth truppe
dei C.A. I° e II° avanzano verso nord per tagliar loro la ritirata. Il corpo del
Wernech è accerchiato e costretto ad arrendersi (18 X) . L’arciduca Ferdinando
riesce a salvarsi con poche centinaia di cavalieri e raggiunge la Boemia.
La Marcia scendendo il Danubio.
La manovra di Ulma ha inflitto un duro colpo agli austriaci che tuttavia dispongono
ancora di 80.000 uomini in Italia guidati dall’arciduca Carlo, 30.000 uomini in Tirolo
guidati dall’arciduca Giovanni (stimati 12-50.000) e 20-22.000 uomini sull’Inn guidati
da Kienmayer.
Sull’Inn si trovano inoltre 40.000 russi guidati da Kutuzov, mentre la Prussia ospita
lo Czar e mobilita le proprie truppe (150.000 uomini in 5 armate).
La marcia verso Vienna è resa pipiù difficile dal fatto che la valle del
Danubio si restringe, dalla necessità di superare i corsi d’acqua Inn, Trau,
Enns, Ybbs e Traisen.
La Grand Armée è sull’Isar (18 X). In attesa di maggiori
informazioni sui movimenti nemici il VI° C.A. (Ney) è inviato in Tirolo, il
VII° C.A. (Augereau) nel Voralberg, mentre 2 divisioni di fanteria ed una brigata di
cavalleggeri dalla Franconia marciano su Passavia fiancheggiando l’ala sinistra con il
compito di controllare eventuali provenienze dalla Boemia. La linea di rifornimenti da
Strasburgo passa per Augusta, che è organizzata come piazza di deposito.
Saputo che i 20.000 austriaci di Kienmayer (ora guidati da Merveldt) sono schierati tra
Wasserburg e Braunau, con i 40.000 russi di Kutuzov pipiù a nord, entrambi in
posizione difensiva con i ponti tagliati in attesa degli arciduca Giovanni e Carlo
(dal Tirolo e dall’Italia), il grosso della Grand Armée avanza su
Mühldorf e Braunau sull’Inn per intercettare Kutuzov mentre Bernadotte avanza
verso Salisburgo per coprire eventuali provenienze dal Tirolo (25 X).
I francesi forzano l’Inn, difeso tenacemente da alcuni distaccamenti (27 X) e gettano
nuovi ponti (ma gli equipaggi sono rimasti indietro), passano il Salzach a Burghausen
(28 X) ed a Salisburgo (29 X).
L’avanzata è ostacolata dalla mancanza di strade: La riserva di cavalleria e 2
C.A. formano una vulnerabile colonna lunga 80 km la cui coda si trova a giorni di
marcia dalla testa.
Il grosso segue la strada Braunau, Ried, Lambach, Amstetten, S. Poelten e Vienna mentre
colonne minori seguono le tortuose e malagevoli strade laterali. Murat e Davout
all’avanguardia combattono a Ried, a Lambach e raggiungono Traun (1 XI) mentre parte
del grosso è ancora sull’Inn.
Bernadotte, con i C.A. I°, III° ed i Bavaresi, da Salisburgo raggiunge la Grand
Armée mentre una brigata bavarese occupa Kufstein per garantire il
collegamento con Ney che è in Tirolo.
4 XI - Napoleone arriva a Linz dove è raggiunto da un inviato di Francesco
II che chiede di aprire trattative all’insaputa dei russi.
Murat riceve l’ordine di rallentare ed è raggiunto dal
grosso sull’Enns,
Il III° C.A. (Davout) prosegue sulla sinistra del Danubio per le
prealpi stiriane verso Lilienfeld (strada inadatta ai veicoli), per minacciare la
sinistra russa ed impedire il congiungimento con Mervelot,
Una divisione dragoni (Klein) e la divisione Gazan (del V° C.A.)
passano sulla sinistra del Danubio, ed è inoltre approntata una flottiglia di
300 imbarcazioni,
5 XI - Murat con una divisione del V° C.A. avanza dall’Enns impegnando
fortemente la cavalleria russa, poi anche la fanteria, ed a sera giunge all’Ybbs (a 30
Km). Il grosso procede in colonne lunghe 60 Km. Mervelot si disimpegna risalendo
l’Enns verso Weyer.
6-7 XI - Prosegue la marcia.
Murat all’avanguardia segnala l’intenzione russa di passare sulla
sinistra del Danubio a Krems, diretti in Moravia, quindi supera l’Erlauf ed oltrepassa
Melk senza trovare avversari,
All’ala destra il III° C.A. (Davout) rinuncia alla marcia su
Annaberg ed avanza per Mariazeel su Lilienfeld,
All’ala sinistra la divisione Gazan è a Mauthausen, a tre
giorni di marcia da Murat, e viene inquadrata in un C.A. provvisorio che comprende le
forze a sinistra del Danubio: la divisione dragoni (Klein), le divisioni Dupont e
Dumounceau (in arrivo da Passavia). Il C.A. è assegnato al maresciallo Mortier
(comandante dell’artiglieria della guardia) con la flottiglia necessaria al passaggio
di altri corpi.
8 XI - Napoleone è ancora a Linz.
Murat scopre i russi in forte schieramento difensivo a Traisen, sulla sinistra del
Danubio, e secondo gli ordini si limita a compiere scaramuccie con i cavalleggeri.
All’ala destra il III° C.A. (Davout) raggiunge la colonna di Mervelot a Mariazeel e la
sbaraglia,
9 XI - Murat con 5 brigate di cavalleggeri, 3 brigate di dragoni, 5 brigate di
corazzieri e 2 divisioni di fanteria del V° C.A. giunge a S. Poelten, che i russi
hanno evacuato dirigendosi su Krems, mentre Soult con 3 divisioni di fanteria
raggiunge Melk. Di fronte ai 40.000 russi di Kustüsof si trovano 57.000 francesi
ma Murat non si impegna secondo gli ordini.
Sulla sinistra del Danubio Mortier serra le sue divisioni del C.A. provvisorio.
Napoleone riceve i rapporti di Murat del giorno precedente ed invia l’ordine di
incalzare a fondo il nemico.
10 XI - Murat all’avanguardia avanza ed arriva ad una tappa da Vienna,
seguito da Soult che arriva a S. Polten,
All’ala destra il III° C.A. (Davout) avanza per l’alto Traisen e giunge a
Lilienfeld.
Il II° C.A. (Marmont) occupa Leoben.
11 XI - Napoleone è a Mölk.
Kustüsof lancia 16.000 russi contro i 5.500 francesi della divisione Gazan (6
battaglioni), isolata sulla riva sinistra del Danubio tra Dürnstein e Krems (ore
6:00). Gazan ha ordine di impegnarsi a fondo ma subisce a sua volta l’attacco russo
contro il suo fianco sinistro. Il fronte si restringe a causa del terreno ed i
combattimenti hanno una pausa (ore 15:00). Mortier va a sollecitare l’intervento della
divisione Dupont ma trova la strada bloccata da altre forze russe.
La divisione Gazan oramai accerchiata è nuovamente attaccata e serrata contro il
fiume. L’oscurità ostacola i movimenti. Dupont al tuono del cannone ha
accelerato la propria marcia e piomba alle spalle dei russi mentre Mortier e Gezan
attaccano in colonna alla baionetta lungo la strada e riescono ad aprirsi un varco.
I francesi lasciano 1.700 caduti, 1.300 feriti e le poche artiglierie che il terreno
rotto aveva permesso loro di portare. I russi perdono 4.000 uomini ed a causa del
disordine e l’oscurità preferiscono ripiegare lasciando 1.300 prigionieri.
Napoleone chiama questo scontro "La Giornata del Massacro".
Kustüsof ripiega per Bruna e Olomuc, ma a causa della decisione di dare battaglia
ha perso una giornata di marcia verso la Moravia, dove si trovano 27.000 russi guidati
da F. W. Buksgèvden ed sono in arrivo 8.500 russi della Guardia Imperiale
seguiti a distanza da altri 12.000 russi guidati da Essen.
12-14 XI - A Vienna.
L’avanguardia di Murat ed il V° C.A. (Lannes) entrano a Vienna e
prendono i ponti sul Danubio. Il ponte di Florisdorf è preso fingendo di voler
trattare, permettendo alla cavalleria di lanciarsi verso Wolkersdorf in cerca degli
austriaci e verso Stockerau in cerca dei Russi,
I C.A. III° (Davout) e IV° (Soult) seguono l’avanguardia,
Il I° C.A. (Bernadotte) passa sulla sinistra del Danubio a Krems e
sostituisce le provate truppe di Mortier, destinate alla riserva,
Il II° C.A. (Marmont), sulla Mur tra Leoben e Bruck, copre il
Semmering dalle truppe degli arciduchi.
15 XI - Murat spinge l’avanguardia verso Krems per prendere contatto con
Bernadotte e verso Znaim per cercare i russi di Kustüsof che sono raggiunti presso
Hollabrunn.
Murat tenta nuovamente il trucco delle false trattative per un armistizio e scopre che
si tratta della retroguardia guidata da Begratiòn, che sta coprendo la ritirata
del grosso da Krems a Znaim verso Bruna.
Kustüsof comunica a Begratiòn di accettare l’armistizio ma nel pomeriggio
i francesi attaccano. Begratiòn riesce a rompere il contatto e raggiunge
decimato il grosso. Insieme raggiungono Buksgèvden a Viskof (18 XI).
Murat entra Bruma (19 XI) ed il giorno seguente Napoleone dà riposo alle
proprie truppe, in marcia da Boulogne.
La Terza Campagna d'Italia.
Frattanto in pianura Padana Massena (dietro l’Adige) e l’arciduca Carlo sono entrambi
rimasti sulla difensiva. Il regno Napoli è evacuato dopo che si è
impegnato a non accogliere truppe inglesi (X).
Solo a metà ottobre Massena sbocca da Verona verso Caldiero per impedire
l’invio di rinforzi in Tirolo al Mack.
L’arciduca Carlo riceve la notizia della resa di Marck a Ulma ed inizia lo sgombero dei
magazzini per ripiegare a Venezia ed a Lubiana. La ritirata è coperta occupando
ottime posizioni a Caldiero. Massana attacca le posizioni austriache (29-30 X,
seconda battaglia di Caldiero), e l’arciduca ripiega lasciando una retroguardia che
ritarda i francesi sul Bacchiglione, sul Brenta, sul Piave e sul Tagliamento.
L’ultima breve resistenza è opposta sull’Isonzo, poi gli austriaci raggiungono
Lubiana lasciando una forte retroguardia a Prevallo. Massena si ferma sull’Isonzo.
In ottobre il VI° C.A. (Ney), ridotto a 8.000 uomini per aver lasciato le divisioni
Dupont e Gazan con il grosso della Grand Armée, risale l’Isar, entra in
Tirolo per il passo di Scharnitz ed occupa Innsbruck (5 XI), dove trova 16.000 fucili,
molta polvere da sparo e due bandiere del 76° reggimento perdute nella guerra
precedente. Un distaccamento è inviato a Landeck per chiudere la via del Resia
dal Voralberg, un altro verso Kufstein (presidiato da Bavaresi) a bloccare le vie del
medio Inn.
L’arciduca Giovanni ha disperso i suoi 25.000 uomini in piccoli presidi nel Voralberg
ed in Tirolo, questi sono costretti a capitolare uno ad uno. Solo il corpo del duca di
Rohan riesce a varcare il Resia. I 17.000 uomini guidati dal generale Iller, inviati
dall’Italia dall’arciduca Carlo, sono costretti a ripiegare sul Brennero.
A metà novembre l’arciduca Giovanni ripiega dal Brennero per Dobbiaco, Villacco,
Klagenfurt seguito da un distaccamento di Ney fino Lienz.
Il rifugiato francese principe di Rohan scende per la val Logarina verso Venezia ma
è annientato a Castelfranco (24 X) da S. Cyr risalito dalle Puglie in val
Padana per raggiungere Massena.
Gli arciduchi Carlo e Giovanni riuniscono le loro forze (80.000 uomini) a Slovenskz
Bistrica, con avanguardie sulla Drava tra Marburgo e Ptuj. I francesi occupano Trieste (19 IX 1805),
presente anche un reparto di mori di Santo Domingo con il generale Solognac.
Al momento dell’armistizio Ney ha raggiunto Klagenfurt e Massena Lubiana.
La Manovra di Austerlitz.
Presso Olomouc si trovano l’Imperatore Francesco I d’Asburgo, lo Czar Alessandro
I, 72.000 russi e 14.000 austriaci. Dalla Vistola è in arrivo l’ultima colonna
di 12.000 russi guidata dal generale Essen.
I francesi sono così disposti:
Murat con l’avanguardia si trova presso Viskov (Moravia),
Napoleone dietro di lui dispone dei C.A. IV° (Soult), V° (Lannes)
e della Guardia Imperiale per un totale (compresa l’avanguardia) di 50-55.000
uomini.
Il I° C.A. (Bernadotte) si trova a Morayske Budejovice per parare
la minaccia dell’arciduca Ferdinando in Boemia,
Il II° C.A. (Marmont) si trova a Loeben per sbarrare la strada
agli 80.000 austriaci guidati dagli arciduchi Carlo e Giovanni,
Il III° C.A. (Davout) è tra Vienna e Presburgo per parare
l’avanzata dell’arciduca Carlo.
Altre fonti indicano 80.000 russi e 15-25.000 austriaci (o 85-86.000 in tutto, con
280-300 pezzi d’artiglieria) contro 75-85.000 francesi con 139 pezzi d’artiglieria.
28 XI - Gli austro-russi, preceduti da nugoli di cosacchi, attaccano
l’avanguardia (Murat) che secondo gli ordini ripiega fino Posorice (a est di Bruna)
inducendo gli avversari ad una ritirata generale francese. Presso Wiskov sono catturati
50 dragoni del 6° reggimento francese. Napoleone propone una tregua.
29-30 XI - Gli austro-russi lasciano la strada di Olomouc-Viskov-Posorice per
dirigersi verso Austerlitz/Slavkov, tagliare la ritirata dei francesi su Vienna e
spingerli in Moravia. Napoleone capisce le intenzioni dell’avversario che deve prima
salire sull’altopiano di Pratzen, largo e scoperto, poi scendere nella valle del
Goldbach e risalire sulle altrure alla destra del fiume, quindi sceglie di fermarli
nella valle appoggiandosi ai villaggi. All’ala sinistra le truppe occupano la sinistra
del Goldbach per impossessarsi dell’altopiano di Pratzen.
Napoleone sgombra gli avamposti a nord della strada di Olomouc ed a est della Littava,
schiera il grosso lungo il Goldbach e richiama i C.A. I° (Bernadotte) e III°
(Davout).
2 XII - Napoleone, nel giorno in cui festeggia il primo anno da imperatore,
sconfigge duramente gli austro-russi ad Austerlitz,
chiamata la "Battaglia dei Tre Imperatori".
La Pace di Presbourg.
L’imperatore Francesco II d’Asburgo ottiene un armistizio in cambio dell’assicurazione
che i Russi sgombrino l’Austria (4 XII) e deve firmare la pace a Presbourg/Bratislavia
(26 XII):
I possedimenti austriaci in Italia e Dalmazia (Venezia, l’Istria,
Pola e Cattaro) sono ceduti al regno d’Italia (30 I 1806), quindi a
Napoleone. Trieste è resa all'Austria (4 III 1806). I francesi istituiscono il
battaglione reale d'Istria ed installano in Istria il telegrafo.
I Russi occupano le Bocche di Cattaro.
La Baviera è elevata a regno ed ottiene dall’Austria
Ausburg, Lindau, il Tirolo ed il Voralberg.
Il Württemberg è elevato a regno ed ottiene
dall’Austria parte dei territori svevi.
Il Baden è elevato a granducato ed ottiene dall’Austria
un’altra parte dei territori svevi.
La Prussia riceve l’Hannover in cambio della chiusura dei porti
alla Gran Bretagna (1 IV).
La Svizzera e la repubblica Batava sono dichiarati
indipendenti.
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