La battaglia di Abu-Qir (23 VIII 1799)
Spedizione in Egitto (1798-1801)
Un corpo di spedizione turco di 12-18.000 uomini e 20 cannoni, guidato da Seidman Mustafà
pascià di Rumelia, sbarca ad Abu-Qir (11 VII) e si fortifica sulle colline
sabbiose.
Napoleone riunisce 5.000 fanti e 1.000 cavalieri (altre fonti indicano un esercito
numericamente equivalente a quello turco), pone il campo ad Birket ed attacca le
posizioni avversarie (ore 7:00 del 23 VIII [o 25 VII]).
I francesi avanzano lentamente ma giunti presso la prima linea avversaria, dall'ala sinistra il
generale Destaings si lancia con una colonna contro un altura mentre Murat taglia ai
difensori la ritirata. L'altura è conquistata con lievi perdite buttando a mare i 2.000
difensori e l'attacco procede al centro sotto la guida dal generale Lannes, avanzato lungo il lago Maadich.
Il generale Lanusse sostiene l'ala sinistra.
Mustafà lancia un grosso contrattacco che è però respinto da Murat e la prima linea turca
rimane in mano ai francesi, con un altro migliaio di caduti turchi. Murat espugna il villaggio di Abu-Qir.
L'attacco procede contro le ali della seconda linea, protetta da trinceramenti dove l’istmo è più stretto, appoggiata ad
una ridotta munita di artiglieria e difesa sui lati da 30 scialuppe cannoniere che costringono Murat ad arretrare. I turchi sono
usciti incontro agli attaccanti ma sono ricacciati nelle trincee.
Lannes con la 22a mezza-brigata e parte della 69a attacca l’ala sinistra avversaria, Fugières in dense colonne attacca l’ala
destra. Nella dura mischia interviene la cavalleria di Murat che sfonda l’ala sinistra turca ed
avvolge la destra che è massacrata.
Il comandante di battaglione Bernard ed il capitano dei granatieri Bayle, della 69a
mezza-brigata, sono i primi ad entrare nei ridotti turchi. Anche la seconda linea
è buttata in mare.
La riserva turca (3.000 uomini) è assalita da Lanusse con 6 pezzi d’artiglieria.
Pascià Mustafà è catturato con il suo tugra a tre code
(insegna turca) e numerosi ufficiali. Gli sconfitti lasciano 2-3.000 caduti e 12.000 annegati.
Klèber commenta la vittoria dicendo a Napoleone che "è grande come il mondo".