La Battaglia di Pollilur (10 IX 1780).
Seconda Guerra del Mysore.
Gli Inglesi.
Il colonnello William Baillie guida 301 uomini delle compagnie granatieri (tenente John Lindsay) e fanti leggeri (capitano David Baird)
del I/73° Highlander e dei granatieri del Madras European Infantry (Fletcher), 9 ufficiali e 104 uomini del Madras
European Infantry, 4 ufficiali e 77 uomini della Royal Artillery, 3.312 sepoy guidati da 46 ufficiali europei per un totale di
3.853 uomini e 10 cannoni.
La Battaglia.
Pollilur è a 10 miglia a nord-ovest di Conjeeveram. Hyder Ali nasconde presso un passaggio obbligato l’artiglieria seguita da
grossi corpi della sua migliore fanteria.
All’alba del 10 settembre la colonna di Baille attraversa una zona boscosa e dopo esserne uscita ed è investita sul fianco
destro dal fuoco di 12 pezzi d’artiglieria (ore 6:00). Gli inglesi fronteggiano l’attacco ma sono colpiti alle spalle da un’altra batteria
e dei razzi.
Il capitano Rumley contrattacca con 10 compagnie di sepoy cercando di raggiungere i pezzi avversari ma la cavalleria di Tipu ne fa
strage. In meno di mezzora 57 pezzi del Mysore sono impiegati ed investono tutta la linea inglese. Gli inglesi sono attaccati da ogni
lato da 25.000 cavalieri, 30 reggimenti di fanteria di sepoy e dal corpo europeo alleato ad Hyder (ore 7:00).
Il capitano Baird combatte eroicamente alla testa dei granatieri. I dieci pezzi d’artiglieria inglese, ottimamente serviti, fanno strage di
avversari. La cavalleria del Mysore, respinta più volte sanguinosamente, è messa in rotta (ore 9:00) mentre le truppe
migliori, sull’ala destra, arretrano. Hyder ordina la ritirata e l’ufficiale francese inizia ad arretrare i pezzi d’artiglieria.
Gli inglesi esultano ma al centro della loro linea i carri delle munizioni esplodono, probabilmente centrati da un razzo, causando la
perdita di numerosi uomini e dell’artiglieria. Gli uomini sono scoraggiati soprattutto dalla perdita di tutte le munizioni. Tipu Saib senza
attendere ordini si getta nel varco con i cavallieri moghul e del carnatico (che gli inglesi dicono ubriachi e fumati d’oppio). L’attacco
è subito sostenuto dal corpo francese e dal fuoco della fanteria. Gli inglesi sono fatti a pezzi.
I colonnelli Baillie e Fletcher radunano le truppe nazionali, sotto il tiro dell’artiglieria nemica raggiungono una piccola altura e
formano un quadrato difendendosi a colpi di sciabole e baionette. Respingono 13 attacchi ma sono infine sopraffatti dai più
numerosi avversari, appoggiati da cavalieri ed elefanti. Solo l’intervento degli ufficiali francesi impedisce che gli sconfitti siano
totalmente massacrati.
Bilancio della Battaglia.
Il colonnello Fletcher è tra i caduti mentre il capitano Baird è ferito in quattro punti e catturato (è trattenuto
quattro anni) con il colonnello Baillie (che muore in prigionia), il capitano Linday ed altri ufficiali. Su 86 ufficiali europei 36 sono tra i
caduti e 34 feriti. Su 3.820 prigionieri 508 sono europei (200 in altre fonti). Le perdite dei vincitori sono il triplo di quelle inglesi.
È la più grande sconfitta subita dagli Inglesi ad opera di un esercito indiano.
Tipu celebra la vittoria facendo dipingere l’avvenimento sui muri esterni della propria residenza estiva, vicino a Seringapatam. Sul
campo di battaglia sono in seguito eretti due piccoli obelischi commemorativi in memoria degli ufficali inglesi capitano James Hislop
e colonnello George Brown (morti nel 1781).
Per Munro la battaglia è "The severest blow that the English ever sustained in India" (Il più grave colpo che
gli inglesi abbiano subito in India); per lo storico ufficiale della British Army Sir John Fortescue, Pollilur è “The
greatest calamity that had ever befallen the British arms” (la più grande calamità che sia mai capitata sull’esercito
inglese), mentre per sir Alfred Lyall "The fortunes of the English in India had fallen to their lowest watermark" (Le Fortune
degli Inglesi in India sono cadute al loro livello più basso).