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LA CONQUISTA DELL'INDIA

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La Quarta Guerra del Mysore (1799).

Conquista dell'India.

Provvedimenti Economici e Diplomatici di Tipu.
Tipu, grazie al periodo di pace, riorganizza la raccolta delle tasse eliminando gli intermediari (il sistema è poi mantenuto dagli inglesi ed estesso a tutta l’India meridionale), fa costruire strade, cisterne, canali, fabbriche di vetro, specchi, zucchero, industrie tessili e fattorie. La produzione di liquori e droghe è proibita. Riforma il calendario, i pesi, le misure e la monetazione.
Tipu riesce a pagare l’indennizzo e riottiene i suoi figli (1794).
Il sultano innalza sul palazzo il tricolore francese (14 V 1797) e cerca alleanze anti-inglesi tra gli altri sovrani Indiani, presso lo sceicco de La Mecca, a Kabul da Zaman Shah signore dell’Afganistan, in Francia e presso il generale de Malartic, governatore francese delle Mauritius, tramite il corsaro francese Ripaud de Montaudevert. Tipu domanda 30-40.000 uomini ai francesi, compresi 5-10.000 veterani.
Malartic promette pubblicamente a Tipu l’aiuto dei suoi corsari e gli invia un piccolo contigente di volontari che sbarca a Mangalore (IV 1798): un generale, un capitano di marina con 6 ufficiali e 4 carpentieri, un capitano di europei, due ufficiali d’artiglieria, 26 ufficiali, sergenti ed interpreti e 36 soldati mulatti. I francesi piantano un albero della libertà nei giardini del palazzo di Tipu e fondano un club giacobino a Seringapattan.

I Preparativi della East India Company.
Il funzionario della compagnia Dundas ottiene l’invio di 5.000 uomini raccolti dalle guarnigioni di Gibilterra, Portogallo e Città del Capo (IV 1798).
I reggimenti sono riordinati: il 71° è sciolto, gli ufficiali rientrano in Scozia (dopo 14 anni) ed i suoi 560 uomini confluiscono nel 73° e nel 74° (X 1797); il 52° è sciolto ed i suoi 351 uomini confluiscono nel 77°, portandolo a 839 uomini (II 1798). A Calcutta arriva il 33° reggimento del colonnello Arthur Wellesey, in seguito duca di Wellington, (XII 1797) che l’anno seguente è spostato a Madras (VIII 1798).
L’arrivo del governatore lord Richard Colley Mornington (26 IV 1798), in seguito marchese di Wellesey (fratello di Arthur ed Hanry) fautore dell’imperialismo britannico, ed i timori di un ritorno in India dei francesi, dopo lo sbarco di Napoleone in Egitto (1799), determinano la decisione di porre fine al dominio di Tipu sul Mysore. Per finanziare la guerra la Compagnia emette delle obbligazioni che sono acquistate dai grandi proprietari terrieri indiani. Mornington impone una Subsidiary Alliance al nawab di Audh (1798).
Rama Varmer II rajà di Travancore deve licenziare il francese Migot de la Combe, benchè abbia combattuto a fianco degli inglesi nella terza guerra del Mysore, e fornire agli inglesi la Nayyar Brigade, con il colonnello (e letterato) lucchese Lazzaro Papi.
Gli inglesi impongo al nizam la presenza del capitano Kirkpatrick ad Hyderabad, seguito dall’agente John Malcom, e da una guarnigione guidata dal colonnello Roberts. Poco dopo Raymond muore per avvelenamento (25 III 1798) e Roberts incita le truppe contro l’incapace successore Perron, promettendo il rimpatrio in Europa a chiunque lo desideri. II nizam firma un Subsidiary Treaty (1 IX 1798) accogliendo 6 battaglioni dagli inglesi (6.000 uomini) in cambio del pagamento di un tributo. I più sospetti tra i francesi residenti a Pondichéry sono imbarcati per l'Europa (II 1799).
Sono avanzate proposte anche ai maratti, che rifiutano di entrare nell'alleanza, ed ai collabatori di Tipu: il suo primo ministro Mir Sadiq, Dewan Purnia e Mir Ghulam Ali.
Gli inglesi intercettano una lettera di Napoleone che annuncia a Tipu il suo arrivo dall’Egitto (datata XII 1798).

L’inizio delle Ostilità.
Gli inglesi chiedono a Tipu la cessione dei territori sulla costa del Malabar, il risarcimento delle spese dei preparativi di guerra, la presenza di diplomatici inglesi e del loro alleati nella capitale e lo scioglimento delle truppe francesi al suo servizio. Tipu risponde che ha solo 40 uomini, compresi quelli di colore. Mornington quindi dichiara guerra Tipu (3 II 1799), le cui forze sono stimate sui 37.000 uomini.

In tutto sono mobilitati 37-40-57.000 uomini, con un grosso parco d’assedio, più di 100.000 civili al seguito ed altrettanti capi di bestiame per il trasporto.
La Bombay Army esce da Kannur (21 II 1799), che gli inglesi chiama Cannanore, e supera i Gati Occidentali per il passo di Poudicherrim, presso Peripatam. Il terreno coperto dalla giungla obbliga la colonna a procedere in tronconi. Tipu attacca l'avanguardia presso Seedaseer (5 III 1799) ma è respinto.
Frattanto anche la Grand Army si è messa in marcia (21 II), avanza lentamente verso Seringapatam e trova l'esercito di Tipu schierato sulle colline di Malavelli (27 III 1799).
Gli inglesi sconfiggono gli avversari causando loro un migliaio di caduti contro 69 caduti e feriti inglesi, che inoltre catturano 69 stendardi.
Tipu si ritira facendo terra bruciata dietro di sé ma Harris devia a sud, passa il Kaveri, raccoglie rifornimenti e prosegue l'aavanzata.

L'Assedio di Seringapatam.
La Grand Army arriva davanti a Seringapatam (5 IV) con 26.000 uomini, seguito dai 16.000 uomini del nizam.
Il colonnello Arthur Wellesley è inviato a sloggiare un contingente nemico a Sultanpeltah, a sud-ovest del forte (tramonto del 5 IV), ma è accolto da razzi e moschetteria e ripiega in disodine; 12 inglesi (8 del 33°) sono catturati. Wellesley si perde nell'oscurità e si riunisce al grosso il giorno successivo. A questa sconfitta è attribuito il scarso apprezzamento da parte del grande generale per le operazioni notturne. Le truppe di Tipu sono sloggiate da due colonne guidate dai colonnelli Wellesley e Shaw.
Il generale Floyd è inviato ad aprire le comunicazioni con il generale Stuart, incontrandolo a Periapatam (10 IV). Insieme raggiungono il grosso sotto la città (14 IV), disturbati dalla cavalleria e da alcuni razzi di Tipu, che ha chiesto invano di aprire trattative (9 IV).
È investito l’angolo sudoccidentale della fortezza, che Tipu, con l’aiuto di ufficiali francesi del genio e d’artiglieria, ha trasformato in una poderosa fortezza, con una nuova cinta muraria interna e bastioni alla Vauban.
Le principale fonti per la narrazione dell'assedio sono il diario di Alexander Walker e quello del maggiore Lachlan Macquarie, a staff del generale James Stuart.
16 IV - La Bombay Army (generale James Stuart) passa intisturbata il guado grande e prende posizione sulla riva destra del Kaveri, presso le rovine del ridotto Eadgah, a nord del forte. In seguito occupa anche il villaggio di Agrar.
17 IV - La sera (ore 18:00) il 75° e due battaglioni di Sepoy (colonnelli Hart e Montresor) della Bombay Army, seguiti dal 74° ed una battaglione di Sepoy di Madras (colonnello Campbell) della Grand Army prendono possesso di un avamposto su un'altura a nord del forte. I difensori fuggono quasi subito. Dal forte aprono il fuoco le artiglierie e le truppe di Tipu investono con i moschetti la posizione ma dopo un'ora devono ripiegare per il fuoco di due pezzi inglesi da 6". Durante la notte nella posizione conquistata sono messi in batteria 6 pezzi da 18".
18 IV - Nell'avamposto proseguono i lavori di approntamento per i pezzi da 18". Al mattino cadono due ufficiali d'artiglieria, il capitano Torriano ed il tenente Mc Reddie, entrambi uccisi dai colpi d'artiglieria nemica mentre manovrano i pezzi da 6". Altri tre ufficiali sono feriti e numerosi altri uomini uccisi o feriti.
19 IV - Prima dell'alba (tra le 3:00 e le 4:00) la Bombay Army è attaccata dall'esterno con moschetteria e razzi da un migliaio di cavalieri e 5-600 fanti che sono respinti senza subire perdite. Dalla posizione avanzata aprono il fuoco i primi 6 pezzi da 18".
20 IV - La batteria da 18" della posizione avanzata sposta il tiro sulle posizioni avversarie a sud del fiume, a occidente della città, chiamate Powder Mills, che sono poi attaccate (ore 18:00) da un distaccamento della Grand Army in tre colonne guidate dai colonnelli Sherbrooke, St. John e Monypenny. Sono presenti 10 compagnie del 73°.
I 1.800-2.000 difensori, appoggiati da artiglieria e razzi, sono sconfitti lasciando 250 tra caduti e feriti contro 5 tra caduti e feriti inglesi. In questa posizione iniziano gli scavi della prima parallela, che proseguono anche durante la notte. Tipu chiede di aprire trattative ma le richieste di Harris sono troppo esose.
Domenica 21 IV - La Grand Army procede nei lavori di investimento da sud ed erige una batteria da 18" contro l'angolo sud-ovest del forte. Altri 4 pezzi da 18" sono piazzati presso l'avamposto ma sono disturbati dai difensori appostati un un villaggio che è attaccato al tramonto dal 74°. L'avversario è sloggiato ma il fuoco delle artiglierie obbliga il 74° a ripiegare. Lascia un ufficiale caduto e 18 uomini tra caduti e feriti.
22 IV - Durante la notte (ore 00:00) gli assediati effettuano una vigorosa sortita attaccando tutti gli avanposti inglesi ma sono respinti prima dell'alba lasciando numerosi caduti, compresi almeno 8 ufficiali francesi. Gli inglesi perdono il capitano Mears, hanno tre ufficiali feriti e numerosi uomini caduti e feriti.
23 IV - Durante la notte (ore 3:00) fuoco di moschetteria e razzi dalla parte esterna dell'accampamento. La batteria da 18" di Powder Mills inzia a bombardare il forte (ore 6:00). Le batterie del forte rispondono al fuoco. Presso l'avamposto contro il muro nord sono piazzati un'altra batteria di 4 pezzi, che apre il fuoco (ore 7:00), e due obici da 8". Altri 2 pezzi da 18" affiancano la batteria a sud del fiume. Il fianco sinistro dell'avamposto è protetto con una ridotta munita da 2 pezzi da 4".
Durante un aquazzone nel pomeriggio (16:00-17:30) un colpo fortunato abbatte la bandiera di Tipu su uno dei bastioni del forte.
24 IV - Fuoco d'artiglieria ostacolato dalla pioggia e dalla grandine. Gli obici si rivelano incapaci di danneggiare le mura del forte.
25 IV - Proseguono i lavori d'approccio scarsamente ostacolati dall'artiglieria del forte, che risulta danneggiato dalle batterie d'assedio.
26 IV - Attacco alle linee esterne da parte di moschetteria e razzi (ore 4:00). Le batterie battono intensamente il forte. Un distaccamento della Grand Army conquista una posizione avanzata del muro meridionale (ore 18:00). I difensori offrono solo un debole resistenza e si ritirano ma la posizione è investita da un intenso fuoco di moschetteria, cannonate e razzi che causano alcune perdite agli assedianti.
27 IV - Attacco alle linee esterne con moschetteria ed un grande numero di razzi (ore 3:00) ma lievissime perdite inglesi. I difensori effettuano una sortita in forze cercando di riprendere la posizione persa il giorno precedente (5:00), ma sono respinti. Il fuoco intenso del forte prosegue (fino alle 9:00). Entrambe le parti lasciano numerose perdite. A sud del fiume è piazzata un'altra batteria di 4 pezzi da 18".
Domenica 28 IV - Intenso scambio di fuoco d'artiglieria per tutta la mattinata (fino alle 12:00), ripreso nel pomeriggio fino a sera (dalle 16:00 alle 20:00). Pioggia e grandine (17:00-18:00). Sono iniziati i lavori di approntamento di un'altra batteria di 6 pezzi sulla riva sud.
29 IV - Intenso scambio di fuoco d'artiglieria e tiri di disturbo di moschetteria.
30 IV - Al mattino è ultimata la batteria di 6 pezzi da 18" che apre efficacemente il fuoco contro il bastione sud-occidentale. Prosegue l'intenso scambio di fuoco d'artiglieria.
1 V - Prosegue il fuoco d'artiglieria degli assedianti mentre quella dei difensori cala d'intensità. Il forte appare danneggiato.
2 V - Contro la cortina sud-occidentale apre il fuoco la batteria da breccia che consiste in 2 pezzi da 24" e 3 da 80" (ore 6:30, a 350 yarde). Il muro subisce seri danni ed è fatto a segno anche dalle altre tre batterie a sud del fiume, per un totale di 52 pezzi d'artiglieria (8 obici). A sera è aperta una breccia, che non è giudicata praticabile.
3 V - Le batterie degli assedianti proseguono l'intenso fuoco, la breccia è allargata, le difese prossime sono demolite, le artiglierie dei difensori sono messe a tacere. Lo scozzese generale David Baird, che è stato prigioniero nella città ed ha partecipato all'attacco nel 1972, si offre volontario per guidare l’assalto.
È colpito un magazzino di razzi, che esplode.
4 V - La mattina è continuato il bombardamento ma le linee esterne della Bombay Army sono attaccate da 5-6.000 tra cavalieri e fanti appoggiati da pezzi d'artiglieria e razzi (ore 10:00). L'attacco non si concretizza e la schermaglia dura sei ore (fino alle 16:00) impegnando 1.500 uomini delle truppe assedianti. È sufficiente l'invio di un battaglione di sepoy per indurre gli attaccanti a tenersi a maggior distanza.
Gli ufficiali si riuniscono per preparare l'assalto (ore 11:00). Contro il forte e la città. Apre il fuoco una nuova batteria di 4 pezzi da 20" e 6 da 6" approntata sulla riva nord (ore 12:00), allo scopo di ottenere un diversivo.
Gli inglesi assaltano Seringatapam e la conquistano. Il maggiore Allen ottiene la resa del palazzo.
La città subisce saccheggi e violenze finchè quattro sacheggiatori sono impiccati per dare l'esampio agli altri e farli cessare.

Il Bottino.
Il bottino comprende 949 pezzi d'artiglieria (alcuni sono esposti all'accademia militare di Sandhurst, a Camberley), 100.000 fucili, numerose spade e munizioni, la ricchissima biblioteca di Tipu di 2.000 volumi in differenti lingue, e le quattro tigri che Tipu teneva nel suo giardino e che sono abbattute. Sono trovati 700 razzi pronti e 9.000 vuoti nella fabbrica di razzi chiamata Tara-Mandalpet (Bazaar della Galassia), dove lavorano 600 addetti. Alcuni razzi sono inviati all’arsenale Woolwich, dove sono studiati e presi a modello dal colonnello William Congreve che pubblica "A Concise Account of the Origin and Progress of the Rocket System" (1804).
Il corpo di Tipu è ritrovato alle 22:00 ed il giorno successivo, scortato da 4 compagnie, è seppellito nel mausoleo di Lall Baug durante un violento temporale che i mussulmani considerano simbolico. I suoi familiari sono internati a Vellore con una ricca pensione; il suo cavallo da guerra, la portantina ed il palanchino del suo elefante sono inviati in dono al sovrano di Coorg; la bandiera francese a Giorgio III, le pietre preziose del suo trono alla regina d'Inghilterra, la sua spada è inviata a Londra (torna in India dopo l’indipendenza, nel 1947, e sfugge ad un tentativo di esoportazione clandestina).
Gli 11-15.000 cristiani del Kerala rimasti tornano liberi dopo 15 anni di prigionia (una fonte indica 204 sopravvissuti su 15.000).
Per la presa di Seringapatam Mornington è nominato marchese di Wellesley (XII 1799, ma il titolo irlandese è considerato un'offesa) e Cavaliere della Giarrettiera, il generale George Harris è nominato Lord (1815). Tutte le unità che hanno partecipato all’assedio aggiungono il Battle Honor "Seringapatam" sulla bandiera (1822). Presso la breccia è in seguito eretto un obelisco in onore dei sepoy (1909).

La Spartizione dei Dominî di Tipu.
Arthur Wellesley è nominato governatore di Seringapatam (6 V 1799) ed il grosso dell'esercito inglese lascia il Mysore (VII).
Il 33° sottomette il rajà di Bellum (VII 1799). Il colonnello Sartorus con il 75°, il 77° ed altre forze occupa il Canara con la presa della munita fortezza di Jamalabad (IX 1799). Stuart ottiene la resa delle ultime fortezze sulla costa del Malabar.
Il nizam ottiene il Berar ma deve cederne una parte (Anantapur) agli inglesi a causa del mancato pagamento del tributo annuale (1800). In seguito firma un trattato di libero commercio tra il suo stato ed i territori inglesi (1802).
Il peshwa rifiuta i territori che gli sono offerti.
Il Mysore, privato di gran parte dei territori, è restituito al cinquenne Krishna Rajah Wodeyar, sotto tutela del ministro Purnaiya già al servizio di Hyder Ali e di Tipu. Krishna Rajah deve accettare una subsidiary alliance ma gli inglesi gli tolgono il trono (1831) a causa dei debiti e delle ribellioni da loro fomentate, per assegnarlo al minore Chamarajenda, a sua volta estromesso una volta raggiunta la maggiore età (trattato di Bangalore, 25 III 1881). Gli inglesi installano una stazione civile e militare a Mysore e mantengono il controllo dell'isola di Seringapatam.
David Baird guida il contingente di 6.000 uomini inviato dall'India contro i francesi in Egitto (6 IV 1801-VI 1802) ed è in Spagna alla battaglia di La Coruña (16 I 1809).

La Tigre del Mysore.
Con questo soprannome Tipu è conosciuto soprattutto fuori dall'India.
Molte cose dimostrano la sua passione per le tigri. Secondo una leggenda Tipu sceglie questo simbolo dopo aver ricevuto una maschera di tigre offertagli dalla futura moglie Ruqayya alla festa di Holi.
Il motivo a pelle di tigre, chiamato bubris, decora alcune unità del suo esercito e le pareti della sala del trono, questo è sormontanto da otto teste di tigre. Le bocche dei cannoni della sua fortezza rappresentano fauci spalancate di tigre. Sono ancora oggi conservate due sue faretre, una delle quali è decorata con bubris e argento. La sua scimitarra ha il manico a forma di testa di tigre e l’incisione "A questo mondo voglio piuttosto vivere due giorni come una tigre che due secoli come una pecora". Tigri sono impegate come guardiane nei giardini del palazzo o per eseguire sentenze di morte esemplari, metodo impiegato, secondo le voci, anche con due suoi ministri.
I francesi gli inviano in dono una tigre meccanica che artiglia un inglese, con tanto di meccanismo sonoro che imita il ruggito dell'animale ed i gemiti del morente. Dopo la presa di Seringapatam è esposta al quartier generale della East India Company in Leadenhall Street ed attualmente è esposta al "Victoria and Albert Museum" di Londra.
Tipu è sepolto con i genitori nel mausoleo di Gumbaz, a Seringapatam, e la sua tomba è ricoperta da una stoffa tigrata. La sua dimora preferita è oggi patrimonio nazionale. I suoi discendenti (settima generazione) si sono presentati a Calcutta reclamando la restituizione dei beni.

Il Sogno del Sultano Tipu.
Presente in numerose leggende indiane, Tipu è entrato a far parte anche della letteratura occidentale.
Philip Meadows Taylor ha scritto “Tipoo Sultan: a tale of the Mysore war” (1840); Tipu è citato in molte novelle di Walter Scott, incontra in duello il barone di Munchausen, è l’ispiratore del personaggio di Sandokan, anche se Salgari, che cita più volte il Mysore, lo nomina solo ne "La Rivincita di Yanez".
Julius Verne rivela ne "L’Isola Misteriosa" che il capitano Nemo è figlio del rajà del Bunfelkund e nipote di Tipu.
Ritroviamo Tipu nel più recente “La sfida della tigre”, dello scrittore inglese Bernard Cornwell. Bhagwan Gidwani ha scitto il romanzo storico “The Sword of Tipu Sultan” (La Scimitarra del Sultano Tipu), dal quale la televisione nazionale indiana ha realizzato un serial in 52 puntate (1989).
Un'unità di "Granatieri del Mysore", vestiti con manti tigrati, partecipa alla sfilata annuale dell'esercito a Dheli.
Il duecentenario della morte di Tipu è stato celebrato in tutta l’India, in particolare con la rappresentazione teatrale "Il Sogno del Sultano Tipu" di Girish Karnad, tra le rovine di Serangapatam (4 V 1999).



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