La Battaglia Navale di VÅGEN (2/12 VIII 1665).
Seconda Guerra Anglo-Olandese (1665).
Gli Olandesi.
Il contrammiraglio Pieter de Bitter, con una sessantina di vascelli mercantili giunti dalle Indie Orientali ed un ricco
carico, è ancorato nella baia di Vågen, presso il porto norvegese di Bergen, in attesa dell’arrivo di una flotta di
scorta dall’Olanda. Sono presenti 7 grossi vascelli armati della VOC.
Dopo l’arrivo degli inglesi (ore 16:00 del 1 VIII), Pieter de Bitter richiama a bordo i marinai sbarcati e promette tre mesi
di paga extra in caso di vittoria.
La flotta, da nord a sud, comprende le navi “Slot Hooningen” (60 cannoni), “Catherina” (40 cannoni), l’ammiraglia
“Walcheren” (60-70 cannoni), “Gulden Phenix” (60 cannoni) e “Rijzende Zon”. È presente anche la “Jonge Prins” (60-66
cannoni). Migliaia di marinai con piccole navi sono inviati a rinforzare le fortezze norvegesi.
Gli Inglesi.
Sir Thomas Teddiman/Teddeman guida 14 navi da guerra con 600 cannoni e 2.000 uomini. L’ammiraglia “Revenge” si incaglia
presso capo Nordnes ed è liberata con molta fatica.
L’uscita della baia di Vågen è bloccata da 7 navi: “Prudent Mary” (28 cannoni), “Breda” (40-48 cannoni), “Foresight”
(34-48 cannoni), “Bendish”, “Happy Return” (53 cannoni), “Saphire” (36-40 cannoni) e “Pembroke” (22-34 cannoni).
Le altre navi fronteggiano le batterie norvegesi della costa: “Guernsey” (22-30 cannoni), l’ammiraglia “Revenge” (60
cannoni), “Golden Lyon”, “Society” (44 cannoni), “Norwich” (24-30 cannoni) e “Guinea” (34-40 cannoni).
I Danesi.
All'epoca la Norvegia appartiene al regno di Danimarca.
Il comandante norvegese Johan Caspar von Cicignon dirige le difese di Vågen, il cui punto di forza è costituito dalle
fortezze di Begenhus e Sverresborg, munite di 125 cannoni. Claus von Ahlefeldt guida il presidio di 2-300 uomini.
Claus von Ahlefeldt rifiuta di coperare con gli inglesi, nonostante un tentativo di corruzione e le loro minacce, e comunica
che consentirà l’ingresso nel porto a non più di 5 navi da guerra per nazione, secondo i trattati vigenti.
La Battaglia.
Gli inglesi danno il segnale dell’apertura delle ostilità suonando trombe e tamburi. Le due flotte, a poche
centinaia di metri l’una dall’altra, aprono un intenso fuoco (ore 6:00 del 2 VIII).
Gli inglesi, interessati al carico, non utilizzano burlotti e non avendo il vantaggio del vento non possono abbordare gli
avversari. Il vento e la debole pioggia spingono il fumo dei cannoni verso gli inglesi. A nord la penisola di Bergen separa
le flotte. Un colpo corto sparato dagli inglesi uccide 4 persone nella fortezza norvegese, che risponde al fuoco. Anche la
cattedrale di Bergen è danneggiata (una palla di cannone è tutt’ora visibile).
Dopo tre ore la mancanza di polvere induce gli inglesi a ritirarsi. I marinai colti dal panico tagliano gli ancoraggi.
Alcune navi restano incastrate tra loro e subiscono altre cannonate. Gli inglesi ripiegano ad Herdla (ore 10:00). Gli
olandesi chiudono l’ingresso alla baia con una catena ed erigono fortificazioni sulla costa.
Bilancio della Battaglia.
Gli inglesi hanno 500 tra caduti e feriti. Andrew Mervell deride l’azione nel poema ironico “Dutch War”.
Gli olandesi hanno 25-100 tra caduti e feriti ed alcune navi danneggiate, in particolare il “Catherina”, della
flotta del Mediterrano. Pieter de Bitter è premiato dagli Stati Generali con una catena d’oro.
I danesi hanno 8 caduti e feriti, ed altri 10 tra i civili. Quattro giorni dopo Claus von Ahlefeldt riceve
l’ordine del re di lasciare mano libera agli inglesi e limitarsi a protestare.