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Gli Austriaci.
Gli austriaci sono guidati dal feldmaresciallo conte Ulisse Massimiliano Brown de Camus, di
origine irlandese.
L’ala sinistra, appoggiata alla Trebbia ed al castello di Ossolengo, è tenuta da 6.000 cavalieri austriaci guidati da Lucchesi e Sarbelloni.
Al centro sono trincerati 23.000 fanti austriaci con 24 cannoni, su due linee, appoggiati al Palazzo San Lazzaro, palazzo Alberoni e palazzo Goriani. Brown e Keil guidano la sinistra, Botta, Pallavicino, Berenclau, Novati e Marulli la destra.
L’ala destra, appoggiata al braccio morto del Po (Po Inferiore) presso Santa Maria di Limosa, è tenuta da 2.000 cavalleggeri e 3.000 fanti ungheresi guidati dal generale Linden.
Altri 1.000 granatieri sono frammisti ai cavalieri sulle due ali.
È presente il principe di Lichtenstein.
I Franco-Spagnoli.
Jean-Bonaventure-Théry du Mont conte di Gages guida 3.000 cavalieri, 15.000 fanti spagnoli
ed alcuni battaglioni napoletani. Jean-Baptiste-François Desmarets marchese di Maillebois, che
sconsiglia la battaglia, guida 18.000 francesi ed il contingente genovese.
In tutto 7-8.000 cavalieri, 40.000 fanti ed un centinaio tra cannoni e mortai.
La cavalleria franco-spagnola è lasciata a sorvegliare i sabaudi.
L’esercito è chiamato “Armata delle Tre Corone” (Trois Couronnes).
La Battaglia.
L’artiglieria franco-spagnola da Piacenza bersaglia le posizioni avversarie, ma con scarso
effetto.
Contro l’ala sinistra austriaca avanzano 24.000 franco-spagnoli mentre il resto degli spagnoli deve
impegnare il centro avversario ed aggirare l’ala destra.
I franco-spagnoli, appoggiati da 3.000 dragoni smontati, tolgono agli ungheresi il convento di
Quartisolo ed avanzano per il terreno rotto. Gli ungheresi, secondo gli ordini, si ritirano
combattendo e rallentano l’avanzata francese. La cavalleria austriaca dietro al canale di San
Bonico, con 2.000 fanti e 1.000 granatieri del colonnello Marini, copre la ritirata degli
ungheresi.
I fanti franco-spagnoli attaccano le trincee austriache ma sono respinti dall’intenso fuoco dei
moschetti e dei cannoni. Anche il secondo ed il terzo assalto sono respinti. Intervengono 5.000
cavalieri austriaci guidati da Lucchesi, Gabrio II Serbelloni conte di Castiglione e Disasti che
fanno strage degli attaccanti.
In soccorso interviene il colonnello Valloire con 200 carabiniers che però sono
sconfitti. I fanti franco-spagnoli cercano di formare un quadrato ma è subito rotto dalla
cavalleria austriaca. Maillebois interviene alla testa dei dragoni e tenta invano di riordinare
le sue truppe. Brown fa uscire dalle trincee anche alcune compagnie di granatieri e qualche
battaglione di fanteria.
Dopo quattro ore lo scontro su quest’ala è finito. Gli attaccanti lasciano 3.000 prigionieri,
8 cannoni, 20 bandiere e numerosi caduti, compresi due generali (Duchez e Romeri). Kiel è
ferito mortalmente.
Frattanto Gages attacca il centro l’ala destra austriaca, ma le truppe al centro deviano
esternamente causando disordine. Gages è inoltre ingannato dalla facile avanzata francese
ai danni degli ungheresi.
Gli spagnoli investono palazzo Alberoni, difeso dal colonnello Gorani, ma sono per tre volte
respinti. I difensori del palazzo sono rinforzati da Botta Adorno con 4 battaglioni e 4
cannoni.
Lungo il braccio morto del Po gli schiavoni si appoggiano ai fossi ed agli edifici. Il colonnello
Budai è catturato. I difensori rinforzano quest’ala con 4 battaglioni, guidati dal
generale Novati, altri 3 battaglioni, guidati da Berenclau, e con una compagnia di granatieri.
Sono respinti 6 attacchi degli spagnoli. Alcuni battaglioni tedeschi finiscono le munizioni.
La sconfitta dei francesi permette l’invio su quest’ala dai reggimenti Daun e Konigseck, poi anche
di Botta, Maurulli, Pallavicino con i reggimenti Andrasi e Colloredo ed il battaglione del barone
Neutot.
Intervengono poi 3.000 corazzieri, dragoni ed ussari austriaci guidati da Linden e Stampac. Gli
spagnoli ripiegano coperti dai micheletti portando via 2 cannoni catturati. Su quest’ala lo
scontro è durato sei ore.
Su quest'ala gli austriaci lasciano 1.000 caduti, perdono 2 cannoni e 20 bandiere. Gli spagnoli
hanno 3.000 tra feriti, prigionieri e dispersi.
Al centro 10.000 fanti e 1.500 granatieri da parte austriaca non sono stati impegnati.
Bilancio della Battaglia.
I franco-spagnoli lasciano 5-8-9.000 caduti e feriti, 4-5-6.000 prigionieri compresi 2 generali
(d’Harembure e Virtz) e 270 ufficiali (o 12.000 perdite in tutto). Teste muore per le ferite
riportate. Tra i prigionieri c’è il colonnello Louis Joseph Montcalm, ferito cinque volte.
I reparti più provati da parte spagnola sono le Guardie Spagnole, gli Irlandesi ed i
dragoni a piedi; da parte francese i reggimenti Anjoù, Poitou e le Guardie Lorenesi.
Gli austriaci hanno 4.000 tra caduti e feriti.
Lo scontro è chiamato anche battaglia di Piacenza, mentre gli spagnoli lo chiamano
“Desastre del Trebbia”.
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