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I Borbonici.
Il generale francese Alexandre Maître marchese di Bay schiera 20.000 spagnoli ad arco davanti a Saragozza.
L’ala sinistra è appoggiata al fiume Ebro. Comprende la cavalleria di Armendáriz..
Il centro è guidato dal marchese di Bay. Comprende i reggimenti Milán, Brabante, Órdenes Viejo, Rosellón Viejo, Extremadura, Gironella, Pozoblanco, Dragones de Osuna (creato nel 1707), Cano (già reggimento Flandes e prima ancora Apelterre), dragoni di Chateaufort (già Stenhuisen, in seguito Villaviciosa), Lanzarote, Rosellón Nuevo e Galindo.
L’ala destra è appoggiata alle alture di Torrero. Comprende i dragoni, la cavalleria di Mahony e di Amézaga.
Filippo V ispeziona lo schieramento, anima i soldati e raggiunge un’altrura dell’accampamento per osservare la battaglia.
Molti abatanti di Saragozza osservano la battaglia dalle alture di Torrero e del Barrio de la Paz.
I Coalizzati.
L’ala sinistra, guidata dal conte di Atalaya, comprende la cavalleria catalana e olandese e due linee di fanteria: la prima linea di portoghesi e catalani, la seconda di olandesi.
Il centro è guidato da Guido von Starhemberg ed è composto principalmente da fanteria tedesca.
L’ala destra è guidata da James Stanhope ed è composta da inglesi ed austriaci.
In tutto 22-23-30.000 uomini: 14.000 sono austriaci e tedeschi, gli altri sono inglesi, olandesi, portoghesi e catalani.
Carlo III d'Asburgo osserva la battaglia dalla Cartuja de la Concepción.
La Battaglia.
La battaglia inizia con un duello tra le artiglierie (ore 8:00), che prosegue per tutta la mattinata.
A metà giornata (ore 12:00) il marchese di Bay lancia all’attacco la cavalleria spagnola contro l’ala destra dei
colazzita. Gli spagnoli respingono la cavalleria dei coalizzati in aiuto della quale avanza la fanteria inglese ed
austriaca.
La fanteria coalizzata dell’ala sinistra attacca gli avversari. La cavalleria portoghese e catalana attacca di fianco il
centro avversario. Gli spagnoli si ritirano protetti da un contrattacco dei reggimenti Guardia e Sicilia.
Filippo V si traveste da soldato semplice e riesce a fuggire grazie ad un mugnaio locale, il cui mulino è sulle
alture di Torrero.
Bilancio della Battaglia.
Gli borbonici lasciano 3-4-5.000 caduti, 2.500 feriti, oppure 7-10.000 tra caduti e feriti (600 ufficiali tra
caduti e feriti), 4-5.000 prigionieri, 36 cannoni, numerosi bagagli e bandiere.
Sono catturati i marescialli di campo Pedro Espinosa ed il conte di Pocu (della Guardias de Corps, assieme a 30
cadetti), 11 brigadieri, 29 colonnelli, 43 tenenti, 13 sergenti maggiori, 216 capitani e 158 tenenti.
Le perdite maggiori sono tra i reggimenti della brigata di Marina (Armada, Cádiz, Truxillo e Pamplona); del
reggimento C´diz si salvano solo 10 ufficiali e 50 soldati. Le brigate Rupelmonde, Ibañez e Triana sono ridotte
complessivamente a 1.000 uomini, quasi tutti disarmati.
I coalizzati, secondo le stime, hanno 1.500 tra caduti e feriti.
Lo scontro è chiamato anche di Monte Torrero, battaglia di Saragozza o “Batalla del Barranc de la Mort”.
Carlo III entra a Saragozza il giorno seguente.
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