La Battaglia Navale di PALERMO (2 VI 1676).
Guerra di Coalizione - Guerra di Messina (1675).
I Francesi.
Il duca di Mortemart e di Vivonne ha il comando nominale della flotta, che ammonta a
28 vascelli, 9 burlotti e 25 galere. L’ammiraglio Abraham Duquesne comanda
l’avanguardia, Tourville sullo "Sceptre" guida il centro. Coëtlogon guida
l’"Eclatant".
Tourville e Jean Gabaret con una feluca riconoscono le posizioni avversarie mentre le
galere sono pronte a soccorrerli. Le avanguardie delle due flotte hanno un piccolo
scontro senza risultati decisivi (1 VI).
Gli Ispano-Olandesi.
L’ammiraglio olandese Jan de Harn/Haën guida 17 navi per un totale di 998 cannoni
e 4.225 uomini. Diego d’Iguarra guida le navi spagnole. In tutto sono 27 vascelli, 4
burlotti e 19 galere.
Gli ispano-olandesi si schierano ad arco fuori Palermo (1 VI 1676), tra il molo e la
foce dell’Oreto (ore 17:00), coprendo le artiglierie del Castello a Mare. Gli
olandesi sono alle ali, gli spagnoli al centro guidati da De Ibarra. Il capitano
Kallemburg comanda "La Concorde", dove è imbarcato anche il corpo
dell'ammiraglio Ruyter.
I cannoni dei bastioni della città sono stati asportati per timore che la
popolazione possa ribellarsi ed impadronirsene.
La Battaglia.
Il giorno successivo (2 VI) Preuilly d’Humières con 9 vascelli e 5 burlotti
attacca un’estremità della linea di navi alla fonda (ore 10:00), mentre le
altre cannoneggiano da lontano.
Il fumo acceca le navi ispano-olandesi e copre il lancio dei burlotti francesi,
cammuffati da navi da guerra. L’ammiraglia spagnola "Nuestra Senora del Pilar",
guidata da Diego d’Iguarra / Diego de Ibarra, li affronta, ne affonda due ma è
presa tra 2 brulotti e s’incendia. Diego d’Iguarra, ferito due volte, fugge con una
scialuppa che però affonda. La "Nuestra Senora del Pilar" esplode (11:30)
causando 200 caduti. La fregata "Edam" è investita dall’esplosione ed affonda
a sua volta.
Alcuni cittadini palermitani tolgono a forza i cannoni dai magazzini, li piazzano sul
Cassaro ed aprono il fuoco contro i francesi.
Il vascello olandese "Steenbergen" s’incendia e va alla deriva, incendiando altre
navi. Presso il forte di Castellamare s’incendiano il vascello "San Felipe", il "San
Antonio" di Napoli, il "San Salvador" fiammingo, la galera padrona di Spagna e la
galera "San José".
Le altre navi ispano-olandesi fuggono all’interno del porto.
I francesi hanno alcune navi danneggiate ed a sera, dopo 4 ore di scontro, si
ritirano.
Bilancio della Battaglia.
Gli olandesi perdono tre navi: la "Steenbergen" (68 cannoni) la "Vrijheid" (50
cannoni) e la "Leiden" (36 cannoni). Cadono l’ammiraglio Jan de Harn, l’ammiraglio
Pieter Van Middellandt (dello "Steenbergen"), altri 7 ufficiali e 250 uomini.
Gli spagnoli perdono 6 navi: l’ammiraglia "Capitane" (64 cannoni), la "Nuestra
Señora del Pilar", il "San Felipe" (44 cannoni), il "San Antonio" (46
cannoni), il "San Carlo" o "Salvator delle Fiandre" (48 cannoni); 2.500 uomini,
compresi l’ammiraglio Juan de Villaroel, 2 maestri di campo e 3 capitani di
vascello.
Altre fonti indicano che gli ispano-olandesi perdono 9 vascelli, 1 fregata, 2 galere
(700 cannoni) e 3.000 uomini (elevati a 7.000 dai francesi).
I francesi hanno 200 caduti. È una delle più grandi vittorie
navali della Francia, garantisce la supremazia francese in Mediterraneo ma
rappresenta anche l’apice della potenza navale francese.
Duquesne è premiato con la nomina a marchese di Bouchet ed è coniata
una medaglia commemorativa.